CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 560

Suonando nei parcheggi

Caleidoscopio rock USA anni 60

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Mica solo Idaho, Wyoming e Colorado… Anche in Arkansas ci sono fior fior di foreste, su tutte la Ozark National Forest e l’importante Ouachita National Forest.

Quest’ultima evoca il nome del significativo fiume, che come un serpentone pieno di spire scende sinuoso fin verso la Louisiana per confluire nel Red River e infine andare a riposare nello smisurato letto del Mississippi al confine con lo stato omonimo. Ma torniamo in Arkansas, per notare che tra la Ouachita National Forest e il Jenkins Ferry State Park passa come un coltello in diagonale la “Interstate 30”, nata nei favolosi anni Sessanta per collegare l’area di Dallas (Texas) con quella di Little Rock (Arkansas). E lì sulla lama del coltello sorge la cittadina di Malvern, che, nonostante le circa 9000 anime, ebbe durante i “Sixties” una convinta compagine di appassionati di rockabilly e rock&roll (e derivati). Qui, attorno al 1965, si costituì la band The Yardleys, formata da Steve Walker (chit), Larry Byrd (b), Butch Allen (org), Bucky Griggs (batt), Bo Jones (tr). Si sa poco o nulla di questo gruppo, se non che era un formidabile manipolo da dance club ma anche da performances all’aperto, tipo parcheggi, piazzole presso supermercati o presso aree di rifornimento benzina, con prezzi stracciati e soluzioni “low budget” in allestimenti spesso improvvisati e con strutture non sempre solide e sicure; non erano raro nemmeno qualche “piccolo infortunio” dei membri della band, magari su assi traballanti, chiodi mal sistemati o amplificatori non ben fissati. Ma l’entusiasmo della gioventù vinceva su qualsiasi contrattempo od ostacolo e tutto sommato il risultato delle esibizioni era di buon livello, nonostante il contesto e le condizioni non proprio ideali…

Il raggio d’azione non era esteso e non superò mai i confini dell’Arkansas, spaziando nell’area tra Malvern, Hot Springs, Sheridan, Benton, Arkadelphia, Carthage e Pine Bluff; l’attività manageriale assolutamente ordinaria non portò a picchi di successo eccessivi ma tuttavia consentì l’ingresso in sala di registrazione. I 45 giri incisi furono due ed è da sottolineare il fatto che fossero interamente composti da brani originali della band, peraltro in tempi in cui le covers trovavano sempre spazio, spesso sul lato A. Il primo single fu inciso nel 1966: “Come What May” [Griggs – Byrd] (FS-100; side B: “The Light Won’t Shine” [Allen]), su etichetta Foundation records, pubblicato da High Fidelity Oleta, BMI. Il secondo, con influenze dai Rolling Stones, uscì già all’inizio del 1967: “Your Love” [Allen] (S.O. 3827; side B: “Just Remember” [Allen]), con etichetta autoprodotta Yardley.

Trascorso il periodo della sala di registrazione, si passò ad una fase sempre difficile per qualsiasi band: quella della constatazione del conseguito o mancato successo a livello di vendite, ma soprattutto di permanenza nelle classifiche delle radio locali; purtroppo per la band, l’esito a livello di classifiche fu piuttosto deludente e nessuno dei quattro brani originali riuscì a spiccare il volo nelle radio charts dell’Arkansas centro-meridionale. E’ presumibile che il colpo fosse difficile da assorbire e ciò è confermato dal fatto che da metà 1967 si perde qualsiasi traccia dei The Yardleys; probabilmente decisero di sciogliersi nel giro di pochi mesi, quasi sicuramente entro l’inizio del 1968.

Gian Marchisio

Ghigo torna presidente. Del Museo del Cinema

“Un’altra avventura, con grande passione”, commenta su Facebook Enzo Ghigo, 66 anni, già presidente della Regione Piemonte dal 1995 al 2005 ed ex senatore di Forza Italia, che è da oggi il nuovo presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino. E’ stato scelto  dalla Regione Piemonte dopo le dimissioni di Sergio Toffetti che aveva polemizzato sulla decisione di affidare la direzione a  Domenico De Gaetano.  La nomina avviene proprio alla vigilia della 37 esima edizione del Torino Film Festival. Ghigo dal 2015 è presidente della Lega del Ciclismo Professionistico.

Il Coro Calliope protagonista con “Preghiera in musica”

Nel Duomo di Torino, il 16 novembre prossimo, concerto  nell’ambito del progetto “Lo spirituale nell’arte”

 

L’Accademia di San Giovanni ospiterà sabato 16 novembre prossimo alle 21, nella Cattedrale di San Giovanni, il Coro Calliope, in occasione del concerto intitolato “Preghiera in musica”, nell’ambito del consolidato progetto dello “Lo spirituale nell’arte”, rassegna fortemente voluta dal presidente stesso dell’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, don Franco Carlo, parroco del Duomo di Torino, lui stesso intellettuale e musicista molto fine, e dal direttore artistico dell’Accademia, Giacomo Bottino. Quest’ultimo è anche promotore delle attività concertistiche de “I Virtuosi dell’Accademia di San Giovanni”, diretti anche dal maestro Antonmario Semolini, di recente insignito del Premio Pertinace.

Il Coro Calliope è  stato fondato nel lontano 1995 dal maestro Antonella Landucci (1947-2012). Nel corso dei diversi anni di attività il Coro ha maturato una vasta esperienza anche grazie alla sua collaborazione con orchestre, ensemble e solisti di rilievo.

A dirigere il Coro sarà il maestro Fabrizio Zanini, all’organo Alessandro Scioscioli, il ruolo tenorile sarà ricoperto da Nicolas Resinelli. Grazie al patrocinio del Comune di Gussago, in provincia di Brescia, il Coro Calliope si esibirà nel Duomo di Torino proprio a poco più di un anno di distanza dall’occasione in cui, in Vaticano, nell’ottobre del 2018, animo’ la Messa vespertina nella Basilica di San Pietro, invitato dalla Fondazione Domenico Bartolucci.

Il direttore artistico, per rispettare il luogo del concerto, il Duomo di Torino, in cui è custodita la Sacra Sindone simbolo della Cristianità, ha articolato un programma costituito da brani sacri ed altri lirici adatti alla sacralità del luogo stesso in cui avverrà l’esecuzione. Il brano di apertura sarà una Lode al Signore, il “Cantate Domino” di Handel, seguito dalla celebrazione di Maria nell’Annunciazione, con l’Ave Maria di Facchinetti, compositore e musicista bresciano, per coro femminile, quindi lo “Stabat Mater” di Kodaly. Il Corpo di Cristo verrà esaltato in tre brani di particolare intensità, l'”Ave Verum Corpus” di Mozart, “O sacrum convivium” di “Bartolucci ed il “Panis angelicus” di Franck. La figura di Maria in Adorazione verrà rievocata nel brano di Grancini,  per coro maschile, “Dulcis Christe”, la figura di Maria in attesa di rivedere il Figlio nel Coro a bocca chiusa di Puccini e poi di nuovo commentata nell'”Ave Maria” di Mascagni, per solista. Seguiranno, quindi, due brani di Verdi, ” Va’ pensiero” e “O Signore dal tetto natio”, che ben incarnano il tema del ricordo e del rimpianto. La terza sezione del concerto sarà dedicata al giubilo con il brano di Bartolucci “Jubilate  Deo” ed alla gloria pasquale, con due brani, uno del musicista e compositore bresciano Tonelli, dal titolo “Crucem tuam”, ed il secondo, l'”Agnus Dei” di Georges Bizet, per solista. A conclusione  il “Gloria in excelsis Deo”di Antonio Vivaldi.

 

Mara Martellotta

“Opposites Live” al Moncalieri Jazz Festival

QUINTORIGO

 

Venerdì 15 Novembre 2019 ore 22.00

Fonderie Teatrali Limone – Via Pastrengo,88 – Moncalieri (TO)

Quintorigo tornano a Torino in occasione del Moncalieri Jazz Festival, dove sul palco delle Fonderie Teatrali Limone, presenteranno al pubblico il loro ultimo lavoro “Opposites”, un doppio album decisamente particolare e coinvolgente.

 Il live di Opposites – spiega Valentino Bianchi sassofonista del gruppo – ripropone nella sua interezza il doppio album, con il valore aggiunto di spazi liberi di improvvisazione e l’impatto energico ed emozionante tipico dei Quintorigo dal vivo”.

Quintorigo sono:

AndreaCosta, violino

Gionata Costa, violoncello

Valentino Bianchi, sax

Stefano Ricci, contrabbasso
featuring:

Alessio Velliscig, voce

Gianluca Nanni, batteria e percussioni.

Biglietteria e prevendita: Ticket.it https://www.ticket.it/dettaglio.php?id=634
Elenco biglietterie:   MJF Biglietterie
http://www.moncalierijazz.com/biglietteria/

Posto unico numerato € 15 + diritto di prevendita
www.moncalierijazz.com

I Sette Nani di Biancaneve

Spettacolo inaugurale di Un Barrito da Piccoli 2019/2020
Sabato 16 novembre alla Casa del Quartiere Barrito ci saranno I Sette Nani di Biancaneve, spettacolo teatrale della compagnia Stregatocacolor.

Lo spettacolo, rivolto ad un pubblico di bambini, inaugurerà il ciclo di incontri Un Barrito da Piccoli 2019/2020. Ad ospitarlo dalle ore 16:30 sarà la sala del ristorante, in via Tepice 23. Seguirà animazione per i piccoli. L’entrata è gratuita, l’uscita a cappello…
I Sette Nani di Biancaneve, così diversi uno dall’altro, così unici, irripetibili, con tutti i loro pregi e difetti, aiuteranno i nostri bambini a capire un concetto importante: che ognuno di noi è diverso da tutti gli altri. Proprio per questa differenza però è anche unico, irripetibile e importante. Grazie a una Biancaneve inedita, a una Regina, a uno Specchio e a un Principe Azzurro come non li abbiamo mai visti, saremo tutti invitati a scambiarci le nostre differenze.

Per informazioni chiamate o scrivete alla Casa del Quartiere Barrito
Telefono: 366.591.30.91
E-mail: casadelquartiere@barrito.to.it

L’Ars regia di Isabella Quaranta

Al Múses di Savigliano nove foto di “trasmutazione”

Sabato 16 novembre alle 11 del mattino, all’interno del Mùses di Savigliano, apre al pubblico la personale di Isabella Quaranta: nove fotografie “oniriche” che si inseriscono nel progetto espositivo Ars Regia. La Granda alchemica curato da Enzo Biffi Gentili per l’Associazione Terre dei Savoia. Il percorso di visita del Múses all’interno delle sale auliche dei palazzi Taffini d’Acceglio e Muratori Cravetta fino al 6 Gennaio 2020 è infatti arricchito da diversi capitoli di un’unica narrazione dedicata al rapporto tra il potere – e in particolare i Savoia- le arti e l’Alchimia.

Una ricerca sulla tradizione ermetica della provincia Granda da Carlo Emanuele I Duca di Savoia al pittore e speziale Pinot Gallizio sino alle opere di artieri viventi. Tra questi la giovane fotografa Isabella Quaranta le cui opere creano un’ideale trasmutazione dalla Nigredo all’Albedo di alchemica memoria.  In Liquefazione (img 01 allegati) compare il corvo, simbolo per eccellenza della Nigredo, ma la donna giace sull’acqua, elemento anche connesso alla fase   dell’Albedo. Nell’opera Meditazione (img 02 allegati) lo scheletro di un pesce allude alla rinascita mistica. In Oppressione (img 03 allegati)  le radici di un albero sembrano imprigionare, ma sono anche emblema di crescita potenziale. In altre invece inizia il distacco del soggetto con la sua levitazione, e appare una sua progressiva liberazione dalla pesantezza della Nigredo.

Questa nuova sezione del progetto esplora l’achimia intesa come sogno a cui si riferiva Carl Gustav Jung ” spiega Enzo Biffi Gentili “Sogno ma anche sapere e conoscenza la cui chiave sta nell’elemento femminile. Faccio riferimento anche alla lettura della storica Michela Pereira, che nel suo libro Arcana sapienza.L’alchimia dalle origini a Jung, ha intitolato un capitolo centrale In principio la donna. Sia Jung che la Pereira parlano di Maria l’Ebrea antiqua auctoritas ermetica. Nella storia dell’arte figurativa del Novecento  furono alchemicamente rilevanti alcune pittrici nate in Europa ma attive in Messico come Bridget Bate Tichenor, Leonora Carrington, Remedios Varo e la fotografa Kati Horn. Lo stesso Arturo Schwarz inserì nella sua mostra Arte e Alchimia del 1986 alla Biennale di Venezia artiste italiane come Gabriella Benedini e Amalia Dal Ponte. Abbiamo voluto presentare Isabella Quaranta come nuova giovane esponente di questa moderna tradizione,con un lavoro intelligente sia tecnicamente che teatralmente, per la collaborazione, nel ruolo di modella, con la danzatrice e performer  Elisa Spagone, in una coniugazione di esoterismo e raffinato erotismo, di physikà kai mystika, come recita in greco antico il titolo di mostra ispirato aun testoi prealchemico dello pseudo Democrito “.

Isabella Quaranta nasce a Torino nel 1985. Si laurea nel 2012 in Scienza dei Beni Culturali Storico Artistici all’Università di Torino, e nel 2014 frequenta il Master in Fotografia Avanzata presso lo IED di Milano. Sue foto sono state pubblicate su “Il fotografo”, “Image Mag”, “Artabout Magazine”, “Professional Photoshop”, “PhotoVogue”, “Mad Mag”, e sono conservate dal MIC Museo in Comune di Brugherio e in diverse collezioni pubbliche e private. Recentemente è stata selezionata per rappresentare l’Italia alla Biennale de la Jeune Création Européenne 2019-2021. 

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ARS REGIA. La Granda alchemica.
Isabella Quaranta. Physikà kai mystikà

a cura di Enzo Biffi Gentili per L’Associazione Le Terre dei Savoia
Aperta al pubblico sino a Lunedì 6 Gennaio 2020
Múses, Palazzo Taffini d’Acceglio – Via Sant’Andrea 53 – Savigliano (CN)
T 0172 37 5025 M info@musesaccademia.it
Orari: dal venerdì alla domenica 10-13 e 14-18. (Ultima visita un’ora prima della chiusura)
Ingresso: visite guidate  ore 12 e 16.

Tariffa visita guidata solo Mostra ARS REGIA 7 € intera, ridotta 5 € dai 6 ai 12 anni, gruppi, categorie protette e possessori Torino + Piemonte Card. Gratuito per i bambini fino a 5 anni, accompagnatori disabili e possessori di Abbonamento Musei.
Tarffa visita guidata MUSES + mostra ARS REGIA: 10 € intera, ridotta 8 € dai 6 ai 12 anni, gruppi, categorie protette e possessori Torino + Piemonte Card. Gratuito per i bambini fino a 5 anni, accompagnatori disabili e possessori di Abbonamento Musei.

La mostrasostenuta dal fondo di sviluppo regionale Interreg-ALCOTRA dell’UE, è inserita nel programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Les Ducs des Alpes.

Matsumoto a Torino per i 40 anni di Capitan Harlock

Quarant’anni fa veniva trasmessa la prima puntata di  Capitan Harlock, celebre cartoon giapponese, e oggi l’Associazione Culturale Leiji Matsumoto invita a Torino il grande maestro del manga e dell’anime Leiji Matsumoto. Al Cinema Massimo saranno proiettati i lungometraggi con protagonista il pirata più amato, dal 15 al 18 novembre.

La rassegna viene inaugurata venerdì 15 novembre alle ore 19  presso la Sala Cabiria da un incontro con Leiji Matsumoto e  dalla proiezione di Galaxy Express 999 – The Movie.

Interviene  Gianni Giuliano, prima voce di Capitan Harlock nella serie tv del 1979; il famoso doppiatore darà nuovamente voce all’eroe spaziale coinvolgendo il pubblico in sala, mentre  Leiji Matsumoto firmerà il cofanetto “Miraizer Ban”. Dopo,  il Maestro risponderà alle  domande del pubblico. Alle 21.00 la proiezione di Galaxy Express 999 – The Movie (Ginga Tetsudo 999) – Rintaro (Giappone 1979 v.o. sott.it.).

 Matsumoto sarà  presente anche domenica 17 novembre alle ore 11.00 nell’l’Aula del Tempio del Museo Nazionale del Cinema.

 

Programma della rassegna dal 15 al 18 novembre

Ven 15, h. 19.00 – Sala Cabiria

Rintaro

Galaxy Express 999 – The Movie (Ginga Tetsudo 999)

(Giappone 1979, 129’, HD, col., v.o. sott.it.)

Ambientato nell’anno 2021, in un futuro ad alta tecnologia, dove una rete ferroviaria si estende per tutta la galassia. Viene progettata Megalopolis, una città dove gli abitanti ricchi hanno un corpo meccanico che consente loro di vivere fino a 2.000 anni; i poveri, però, abitano in tuguri ai margini della città. Una madre e un figlio vengono a sapere che esiste un pianeta dove si può ricevere gratuitamente un corpo meccanico, ma devono prendere un treno, il Galaxy Express 999.

Prima del film incontro con Leiji Matsumoto. Partecipano Gianni Giuliano, Francesco Nicodemo e Grazia Paganelli

 

Sab 16, h. 16.00

Rintaro

Addio Galaxy Express – Capolinea Andromeda (Sayonara Ginga Tetsudō 999: Andoromeda shūchakueki)

(Giappone 1981, 130’, HD, col., v.o. sott.it.)

Due anni dopo gli eventi narrati in Galaxy Express 999 – The Movie, l’impero delle macchine stringe in una morsa ancora più forte la Galassia. Alcuni dicono che Maetel stia per diventare la nuova regina Promethium, la sovrana dell’impero meccanico. Tetsuro Hoshino, che combatte per la libertà, riceve un messaggio di Maetel, che lo invita a salire di nuovo sul treno spaziale Galaxy Express 999. Dopo uno scontro a fuoco, Tetsuro raggiunge la stazione e lascia la Terra.

 

Sab 16, h. 18.30

Konosuke Uda

Galaxy Express 999: Eternal Fantasy

(Giappone 1998, 54’, HD, col., v.o. sott.it.)

Un anno dopo la morte della regina Andromeda, tutti gli esseri meccanici presenti sulla Terra perdono la vita. Allo stesso tempo un signore oscuro si reca sul pianeta e introduce una nuova politica, grazie alla quale le persone possono vivere in prosperità. Nonostante ciò, la gente non riesce a soddisfare i propri bisogni e il sovrano opta per sacrificare la natura terrena: dopo un anno la Terra viene distrutta dalla fotosintesi naturale.

 

Sab 16, h. 19.30

Rintaro, Leiji Matsumoto

Capitan Harlock – Il mistero dell’Arcadia (Uchū kaizoku Captain Harlock: Arcadia-gō no nazo)

(Giappone 1978, 35’, HD, col., v.o. sott.it.)

Mayu è in vacanza e si mette a suonare l’ocarina sul bordo di una diga. Con grande sorpresa dell’equipaggio della nave Arcadia, essa inizia a muoversi al suono della melodia suonata da Mayu. Harlock prova a riprendere il controllo dei comandi, ma la nave si rifiuta di obbedire alla sua manovra.

 

Dom 17, h. 15.45

Masayuki Akehi

Queen Millennia – La regina dei 1000 anni (Sen-nen joō)

(Giappone 1982, 117’, HD, col., v.o. sott.it.)

Il pianeta LaMetal è in competizione con la Terra, che vorrebbe riuscire a conquistare. L’unica a poter fermare la catastrofe incombente è Queen Millennia, ex-principessa di LaMetal, che da tempo risiede sulla Terra.

 

Dom 17, h. 18.00

Tomoharu Katsumata

Capitan Harlock: l’Arcadia della mia giovinezza (Waga seishun no Arcadia)

(Giappone 1982, 130’, HD, col., v.o. sott.it.)

La guerra contro gli Illumidiani è perduta. Un valoroso guerriero torna stanco ma indomito sul suo pianeta occupato: il suo nome è Harlock. Le città sono in rovina e i governanti corrotti. Ma c’è ancora qualcuno che combatte per la libertà: Maya, la voce della resistenza; Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo; Emeraldas, una piratessa spaziale. E infine Tochiro, legato ad Harlock da un’amicizia che si trasmette da generazioni.

 

Lun 18, h. 18.30

Shinji Aramaki

Capitan Harlock (Space Pirate Captain Harlock)

(Giappone 2013, 115’, HD, col., v.o. sott.it.)

2977. Una battaglia ha imperversato a lungo nelle galassie: gli umani sono stati costretti a fuggire dalla Terra e a trovare riparo nello spazio. Decisi a rientrare sul pianeta, divenuto oramai una preziosa risorsa controllata dalla corrotta coalizione Gaia, 500 miliardi di umani affidano il loro destino al ribelle Capitan Harlock.

“Gioco a sarte scoperte”

Il libro di Maurizio Savio dedicato agli epigrammi, che diventano strumento capace di far emergere il lato celato delle parole

 

L’epigramma, nella sua definizione etimologica, è un breve componimento in versi di carattere satirico, incisivo e pungente. Il suo aspetto inatteso e sorprendente è ciò che più stupisce di questa tipologia di genere letterario, già dai tempi di Marziale. Ed è ciò che continua a sorprendere anche accostandosi al volume di epigrammi di cui è autore l’architetto pinerolese Maurizio Savio, che ama molto la scrittura e si diletta nel comporre racconti di favole.

È lui l’autore del libro di epigrammi dal titolo “Gioco a sarte scoperte”, edizioni Paola Caramella, che verrà presentato venerdì 15 novembre prossimo alle 21, a Bricherasio, presso la sede dell’Unitre, al Centro Culturale “Aldo Moro”, in via Vittorio Emanuele II 79/B. Maurizio Savio ha già pubblicato un volume di poesie dal titolo “Gocce d’inchiostro” nel 1990, in collaborazione con Nuvolone, testo che ha rappresentato il suo esordio come epigrammista, ed è stato anche vincitore di alcuni premi di poesia.

Il titolo del volume “Gioco a sarte scoperte” sintetizza, nella sua voluta concisione, la curiosità ed il fascino che il mondo della moda sartoriale ha esercitato sull’autore, anche influenzato dall’ambiente familiare, dalla mamma e dal nonno, che erano valenti sarti. Il mestiere del sarto è, sicuramente, uno dei più affascinanti e creativi che siano mai stati esercitati, in quanto vi si devono fondere estro, creatività e gusto estetico. L’autore, con garbata ironia, conduce in un viaggio attraverso i doppi sensi, andando alla ricerca ed alla riscoperta del lato nascosto delle parole. Attraverso gli epigrammi contenuti nel volume Maurizio Savio, infatti, riesce a cogliere mirabilmente le sfumature presenti tra il detto ed il non detto, tra ciò che pare impercettibile e ciò che risulta più evidente.

Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto interamente in beneficenza a favore del “Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione della Direzione Universitaria” presso l’Azienda A.O.U della Città della Salute e della Scienza di Torino.

 

 

Per “Vitamine Jazz” arriva il Quartetto Baracco

Per la Fondazione “Medicina a Misura di Donna”
Giovedì 14 novembre Ospedale Sant’Anna
sala “Terzo Paradiso” via Ventimiglia 3 ore 10.00

“Vitamine Jazz”
138° concerto – terza stagione

“Quartetto Baracco”
Ezio Baracco sax – Roberto Reverso chitarra – Andrea De Ferrari Calvo contrabbasso – Andrea Pelle percussioni

Il gruppo ripropone le atmosfere dei grandi classici del jazz, dal blues allo swing, da Duke Ellington a Miles Davis a Sonny Rollins.  Gli standard jazz costituiscono il cuore del genere e la lingua comune di tutti i jazzisti, di ogni provenienza e di ogni epoca.
Autori e interpreti celebrati internazionalmente, spalancheranno una finestra sulla musica improvvisata che, partendo dal jazz, è diventata uno fra i principali veicoli espressivi della tradizione musicale americana.
I pazienti saranno cullati dolcemente dalle note soft dei musicisti che dalla sala “Terzo Paradiso” si sposteranno al Day Hospital di Oncologia per poi terminare il loro intervento in Maternità.

“Pietre” sul “cammino delle libertà”

Il libro di Antonio Pileggi

Accingersi alla lettura di un libro scritto da una persona tanto cara è complicato, per via del coinvolgimento emotivo. Ritengo sia inevitabile. Si ha il timore di restarne delusi, ma la speranza di trovare nelle pagine il nobile spirito di chi si conosce consente di soverchiare il disagio iniziale.

E’ quanto mi è accaduto al primo sfogliare la carta di “Pietre”, opera di Antonio Pileggi, Presidente dell’Associazione culturale Liberalismo Gobettiano, caro amico e punto di riferimento nella nostra comune casa del pensiero liberale.

Il libro, edito dalla Rubettino, è in verità una raccolta di scritti, forgiati nella fucina feconda della mente di Pileggi, volti a tracciare un percorso chiaro e maturo di quello che noi, vecchi empiristi, definiamo “comportamento liberale”.

Forte dell’esperienza sul campo a vari ed alti livelli, l’autore ci raccolta della grande battaglia, forse la più importante negli ultimi anni in Italia, della difesa della nostra Costituzione dai maldestri colpi d’accetta di qualcuno, per fortuna resi inefficaci dalla vittoria del No al Referendum del 4 dicembre 2016. Fu un muro democratico al “al disegno oligarchico voglioso di farsi una nuova Costituzione di comodo intrecciata con una legge elettorale di comodo e incostituzionale”. Le future generazioni di questo Paese, se qualcuno gli ricorderà quanto accaduto, dovranno essere riconoscenti a chi ha avuto il coraggio di opporsi al sinistro progetto e il popolo lo ha capito, salvando non la conservazione delle cose, come demagogicamente qualcuno ha accusato, ma la democrazia stessa di un paese, da sempre incline ad assecondare la sua conveniente simpatia per le varie forme di fascismo, come lucidamente diagnosticò Ennio Flaiano.

Dalla Costituzione italiana alla Scuola o, meglio, al Diritto allo studio, tema carissimo all’autore, il quale vede, come non condividere?, nell’“impoverimento generale del Paese”, da cui deriva la scarsità di risorse da destinare alla formazione dei nostri giovani, un legame preoccupante col sempre più diffuso “disagio sociale”. Disagio di cui oggi, sconcertati, vediamo i frutti velenosi, quale il gretto razzismo che, a più livelli, sta emergendo dalle cronache quotidiane.

Figuriamoci, poi, se intubiamo il problema nello stretto canale miasmatico di una “Pubblica amministrazione feudalizzata”, lontana da quella promossa negli anni dal liberale Pileggi, nella sua lunga esperienza professionale e lavorativa. E’ un problema di cultura e, quindi, di cultura politica, di cui è responsabile una classe dirigente “non” formatasi in partiti deformati nel nuovo ruolo di meri “strumenti per aggregare consensi e per la scalata a posizioni di potere da parte di singoli o di gruppi”. A tale morbo non si è sottratto neanche il variegato e disgregato mondo liberale con il caso emblematico del PLI e le vicende della lista Alde alle elezioni europee del 2014.

Sul finire dello svolgersi degli eventi, ci si può porre legittimamente la domanda su quali conclusioni addivenire con la lettura di Pietre. E’ lo stesso autore che dipana il velo, qualora ve ne fosse bisogno: l’importanza della partecipazione attiva. “Partecipazione attiva” è una locuzione alquanto complessa, perché è figlia di uno sforzo dinamico di cui ciascuna generazione necessita. E’ movimento e, infatti, Pileggi parla di “cammino delle libertà”. L’uomo non è stato creato per morire di staticità, ma progredisce, tramite i suoi errori inciampa fino a deturparsi, ma ha comunque bisogno di agire. E’ nella sua natura. Affinché il suo sia un progredire e “i furbi e i furbastri” non riescano nel tentativo di “violentare il diritto del singolo e delle comunità intermedie”, servono regole. E perdonate se confido che, per chi scrive come per Pileggi, il metodo liberale rappresenta il laicamente sacro propulsore di regole a garanzia delle libertà e dei diritti dell’uomo.

A tal riguardo, in Pietre sono presenti due scrigni contenenti il tesoro prezioso del Liberalismo: il noto Manifesto di Oxford del 1997 e un Piccolo abbecedario, redatto nel 2014 da Pileggi, la cui lucidità culturale e politica qui raggiunge l’apice.

Ecco! Il Piccolo abbecedario liberale di Antonio Pileggi è il più bel manifesto dei tempi odierni. In esso vi è tutto ciò di cui un uomo necessita nell’intraprendere il suo cammino per le libertà.

 

Massimiliano Giannocco