Carmen nella Spagna di Franco

L’opera,  ambientata nella Spagna franchista, è protagonista al teatro Regio di Torino per la direzione del giovane Giacomo Sagripanti e la regia di Stephen Medcalf

 

Carmen, il capolavoro di Georges Bizet, è riproposto in scena al teatro Regio di Torino da martedì 10 dicembre alle ore 20. A guidare l’Orchestra del Teatro Regio sarà, per la prima volta, il maestro Giacomo Sagripanti, vincitore degli International Open Awards quale giovane direttore emergente, e poi distintosi come interprete del repertorio lirico e del Bel canto presso La Fenice di Venezia, la Openhaus di Zurigo, l’Opera di Parigi. A firmare l’allestimento in cui è ambientata la tragica e passionale vicenda della gitana, simbolo della libertà e vittima emblematica del femminicidio, è Stephen Medcalf. La regia è stata creata per il Teatro Lirico di Cagliari nel 2005 ed ha conquistato il Premio Abbiati 2006 quale miglior regia d’opera.

Il dramma di Bizet, originariamente ambientato nel primo ventennio dell’Ottocento, viene trasposto nella Spagna franchista, a guerra civile appena conclusa. Scene e costumi sono stati realizzati da Jamie Vartan e riescono a delineare uno spazio claustrofobico, seppur in continuo movimento. Su di esso si aprono e si richiudono le prospettive della fabbrica di sigari, della locanda di Lillas Pastia e della plaza de toros. Lo spettatore assiste anche all’atterraggio di un aereo nei pressi di un covo di contrabbandieri.

Nel ruolo di Carmen debutta al Teatro Regio il mezzosoprano franco armeno Varduhi Abrahamyan, interprete di grande bravura di un repertorio che spazia da Handel a Rossini, da Verdi a Cajkovskij. La sua voce, scura e piena, si accompagna al carattere sensuale tipico del personaggio di Carmen. Andrea Care’ è l’interprete del ruolo di don José, nel quale ha debuttato nel 2009; allievo di Luciano Pavarotti, è stato vincitore del Concorso Internazionale di Spoleto nel 2005. Ciò che più turbo’ il pubblico parigino durante la prima di Carmen non fu tanto il suo finale tragico, quanto l’assoluto realismo dell’opera, i cui protagonisti erano soggetti tratti dal proletariato urbano contemporaneo al compositore. Georges Bizet iniziò a lavorare alla Carmen nel 1875, fu la sua ultima opera, un capolavoro che non venne riconosciuto immediatamente come tale. Il successo giunse dopo la morte dell’autore, che incontro’ una certa difficoltà a trovare l’interprete femminile per un ruolo così complesso come quello di Carmen. Alla fine la scelta cadde su Celestine Galli-Marie’, che si rivelò una buona alleata di Bizet nel sostenere che la trama dell’opera, nonostante le insistenze da parte della direzione artistica, non andasse modificata.

 

Mara Martellotta

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