ilTorinese

Un tavolo per l’emergenza Ferrante Aporti

A seguito dei drammatici fatti occorsi lo scorso primo agosto all’Istituto penale minorile “Ferrante Aporti”,  la Vicesindaca con delega ai Rapporti col sistema carcerario Michela Favaro, di concerto con gli assessori alle Politiche Sociali, ai Servizi Civici e alle Politiche Educative Jacopo Rosatelli, Francesco Tresso e Carlotta Salerno, ha convocato un tavolo congiunto per definire gli interventi di riorganizzazione dei servizi rivolti ai minori detenuti.

All’incontro, che ha registrato una folta partecipazione, segno della disponibilità di tutti gli enti e istituzioni coinvolti a collaborare in questo momento di profonda crisi dell’intero sistema carcerario, hanno partecipato l’amministrazione penitenziaria, il Centro di giustizia minorile, la Garante dei diritti dei detenuti della Città di Torino, il personale della Polizia penitenziaria, gli enti del terzo settore che operano nel carcere per le attività formative e professionali e le Fondazioni del territorio, oltre a insegnanti, educatori, psicologi e volontari.

“Siamo consapevoli della grande sfida che, in questo drammatico quadro, ci troviamo ad affrontare – spiega la Vicesindaca Favaro -. Come istituzioni del territorio siamo pronti a collaborare e a fare la nostra parte, certi che la nostra città saprà rispondere a questa emergenza con la capacità di fare squadra tra le sue componenti sociali e lo spirito fortemente innovativo che da sempre la caratterizzano”.

Durante l’incontro sono emerse le maggiori criticità del sistema carcerario a livello nazionale, a partire dal sovraffollamento degli istituti minorili e dalla necessità di maggiori investimenti in rieducazione e reinserimento delle persone, con un particolare attenzione per i più giovani.

Per quanto riguarda nello specifico la situazione dell’istituto torinese, l’assenza sul territorio di un numero sufficiente di comunità-alloggio adatte a ospitare i ragazzi che possano beneficiare di un contesto alternativo al carcere per scontare la pena rende difficile il turn over all’interno della struttura e l’accompagnamento dei detenuti verso percorsi di autonomia e graduale reinserimento sociale. Da quanto è emerso è inoltre necessaria l’introduzione di nuove competenze per venire incontro ai detenuti, prevalentemente ragazzi stranieri di origine nord-africana e non scolarizzati, così come si rende indispensabile lo studio di percorsi continuativi per l’accompagnamento educativo, la formazione professionale e la preparazione all’uscita dal carcere, che vedano la collaborazione di enti pubblici e privati con azioni complementari e non sostitutive.

Su proposta della Vicesindaca il tavolo convocato questa mattina assumerà forma permanente, con un secondo appuntamento fissato subito dopo la pausa estiva, e tavoli tematici che affronteranno in maniera pragmatica alcuni temi specifici, tra i quali l’intervento sociale, la formazione professionale, le attività sportive, gli aspetti sanitari e i contesti alternativi al carcere.

L’attimo fuggente del professor Keating

 

Nel settembre del 1989 usciva nei cinema italiani L’attimo fuggente, film di grande valore e significato al di là della sceneggiatura, della regia e dei protagonisti, capace di proporsi come simbolo di una generazione e di un’epoca. La pellicola del grande Peter Weir, con uno straordinario Robin Williams nel ruolo del professor Keating, propone argomenti e riflessioni profonde sulla capacità di guardare il mondo da diverse angolazioni. Keating diventa il “capitano” dei suoi allievi, interessandosi a loro e a ciò che hanno da dire, insegnando in modo anticonformista di studiare e coltivare il proprio pensiero rompendo le convenzioni conservatrici di una società molto chiusa come quella dei primi anni ’60, facendo amare la poesia. E ognuno di loro cresce, rompe tabù e convenzioni anche in modo drammatico come accade a Neil.

Come dimenticare la “setta dei poeti estinti” che si ritrovano citando i versi di Thoreau (“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, in profondità, succhiando tutto il midollo della vita, […] per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto”). O le rime potenti dell’Ulysses di Alfred Tennyson (“Venite amici, che non è tardi per scoprire un nuovo mondo. Io vi propongo di andare più in là dell’orizzonte, e se anche non abbiamo l’energia, che in giorni lontani mosse la terra e il cielo, siamo ancora gli stessi, unica ed eguale tempra d’eroici cuori, indeboliti forse dal fato, ma con ancora la voglia di combattere, di cercare, di trovare e di non cedere”). Quando, durante una lezione, il professor Keating salì in piedi sulla cattedra chiedendo ai ragazzi se avevano compreso il perché di quel gesto, di fronte al loro incredulo stupore disse: “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù.

Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”. Criticato e allontanato dall’insegnamento dalla direzione conservatrice dell’istituto poté assistere nel suo ultimo giorno di scuola alla coraggiosa e non scontata manifestazione di solidarietà dei suoi giovani discepoli. In quell’epico finale gli studenti salgono in piedi sui banchi gridando “Oh capitano, mio capitano”, dimostrando a Keating di aver compreso il valore del suo modo di insegnare, che nulla è stato vano e che ogni parola ha fatto breccia nei cuori e nelle menti. Colgono l’attimo fuggente, il Carpe Diem nel momento giusto. In quella ribellione c’è un messaggio fatto di passione e amicizia, amore per la vita e la giustizia. Un segnale di speranza nel fatto che, in fondo, cultura e conoscenza possono contribuire a migliorare il mondo. E a salvare noi.

Marco Travaglini

C’era una volta l’orto Botanico del Re, tre secoli di storia

Vi riproponiamo un nostro articolo dedicato all’Orto botanico di Torino andato distrutto dalla recente grandinata. Occorreranno mesi e mesi di lavoro per poterlo riallestire e riaprire.

Ha quasi tre secoli di vita ma pochi lo hanno visto. È il giardino meno conosciuto dai torinesi ma merita davvero una visita. È l’Orto Botanico dell’Università di Torino immerso nel parco del Valentino, a pochi passi dalle rive del Po, accanto al Castello del Valentino, sede dell’Università di Architettura.
Fu creato da Re Vittorio Amedeo II all’inizio del Settecento e fu collocato vicino al palazzo della Madama Reale Cristina di Francia (oggi il Castello del Valentino), che lo ricevette come dono di nozze dal marito Vittorio Amedeo I. Fu subito ben accolto dai torinesi che alla fine del Settecento chiesero di portarlo dentro le mura della città ma fu poi deciso di lasciarlo vicino al grande fiume. A metà Ottocento fu ingrandito e furono aggiunte le serre fredde, le serre calde per le coltivazioni tropicali, le arancere e altri alberi che oggi formano la zona chiamata “boschetto”. Verso la fine dell’Ottocento furono aggiunti i laboratori e la grande aula semicircolare.
È stato aperto al pubblico nel 1997 e ogni anno accoglie più di 10.000 visitatori e studiosi. All’interno si possono vedere, oltre al boschetto, l’alpineto con le aiuole rocciose che riproducono l’ambiente di montagna, il giardino con alberi monumentali e tanti esemplari di fiori, la serra tropicale con le orchidee, la serra delle succulente con piante che privilegiano il clima arido e la serra delle piante del Sud Africa con centinaia di specie importate dal continente africano.
Ultimi weekend per vederlo prima della chiusura invernale. L’Orto Botanico è aperto in Viale Mattioli 25, al Valentino, solo sabato e domenica, fino a domenica 5 novembre, sabato dalle 15.00 alle 18.00, domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Per conoscere meglio piante e fiori è possibile prenotare visite guidate. Il biglietto costa 5 euro, ridotto 3, gratis con l’Abbonamento Musei. Ecco alcune foto dell’Orto Botanico..           Filippo Re

Giachino: Piemonte, sveglia o sarà troppo tardi

 89a  regione in Europa: APPOGGIAMO CON FORZA IL PIANO URSO PER IL SETTORE AUTO.  
 
Il Piemonte da oltre vent’anni cresce meno della media nazionale come denunciai per primo nel 2009. Tutto ciò che si è fatto in questi anni non è bastato a invertire la tendenza , grave l’errore di  non difendere con forza la Industria dell’auto  la fabbrica delle fabbriche. Altro che Ruota panoramica.
Dal 2019 al 2024 il Piemonte e’ solo 14a tra le 20 regioni per crescita. Occorre sostenere a gran forza il Piano URSO che vuole riportare la produzione di auto nel nostro Paese a 1 milione di unità e occorre accelerare la costruzione della TAV e la ristrutturazione del sistema autostradale piemontese a partire dalla Tangenziale di Torino . La Regione si dia un Piano straordinario di sviluppo che coinvolga anche  i grandi capitali privati perché le azioni messe in campo negli ultimi anni non sono riuscite a invertire la tendenza.
Riprendiamo lo spirito dei 40.000 della grande Piazza SITAV del 2018 che volevano a CRESCITA ma decrescita della Regione che ha unito l’Italia e ha costruito il primo Traforo alpino al mondo.
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO

A Castellamonte torna la Mostra della Ceramica

Come ogni anno, la Città di Castellamonte, il Canavese, la Città Metropolitana di Torino e la Regione Piemonte attendono, con grande curiosità e interesse la Mostra della Ceramica, anche la sessantatreesima edizione, non deluderà le aspettative dei tanti visitatori con le numerose proposte dell’arte ceramica in tutte le sue espressioni nuove, classiche ma sempre uniche e molto originali.

Una manifestazione che non ha pari nel suo genere nella nostra regione. La caratterizzano le molteplici ed articolate esposizioni distribuite su tutta la città. Dalle famose stufe in ceramica, alla scultura, al design sono presentate opere eterogenee con stili e tecniche sempre sorprendenti.

È un appuntamento molto atteso anche dai tanti artisti ceramisti, pittori, scultori e architetti che con grande interesse seguono da diversi anni l’evento da più parti d’Italia e del mondo. Un incontro molto prestigioso capace di suscitare da parte del pubblico molte aspettative per cui ad ogni edizione accorre sempre più numeroso a visitare la mostra della ceramica.

Il percorso di quest’anno prende piede dalla collaborazione tra la Città di Castellamonte e ANGI – Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese, che ha costruito un ponte istituzionale, umano ed artistico tra il Comune canavesano e la prefettura cinese di Wenzhou, da secoli importante centro di produzione di ceramica a porcellana del Paese del dragone. Questo scambio si è sviluppato, nel corso dell’ultimo anno, con iniziative diplomatiche quali la visita del Sindaco di Castellamonte in Cina, ed artistiche come la residenza d’artista di due artisti di Yongjia il cui lavoro, in collaborazione con i ceramisti locali, andrà ad arricchire l’arredo urbano castellamontese.

Sulla scia di questa collaborazione si è voluto dedicare Il concorso “Ceramics in love”, giunto alla sua sesta edizione, a Marco Polo, per ricordare i settecento anni della sua scomparsa, per cui ci è sembrato doveroso menzionarlo nel titolo del concorso, “Ceramics in love- Marco Polo” unitamente all’omaggio alla Cina, ospite d’onore al Palazzo Botton dove fanno bella sfoggia una serie di opere provenienti dalla Contea di YongJia. In tal modo pensiamo sia doveroso continuare gli omaggi a nazioni con forte tradizione ceramica, dopo la Romania e il Marocco, presenti nelle passate edizioni.

Anche per questa edizione corrente viene proposto il progetto “ritorno alla Rotonda Antonelliana”, una legittima restituzione del luogo dove la mostra ebbe i suoi natali dal lontano 1961 in poi.

Il grande piazzale, circondato dalle imponenti mura della chiesa incompiuta di Alessandro Antonelli, ancora una volta si trasforma in un suggestivo palcoscenico dove dominano la scena grandi e medie sculture in ceramica realizzate da artisti di Castellamonte e del Canavese a cui si aggiungono gli artisti della “Baia della Ceramica” (Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore e Celle Ligure), altri provenienti dalla Francia e dalla Romania che accompagnano due suggestive opere degli studenti del locale Liceo Artistico Statale “Felice Faccio. Infine, un grande colpo di teatro: una inattesa sorpresa attende il pubblico: l’Attraversamento meridiano, ci racconta della transumanza con mucche podoliche della Basilicata. Una curiosa installazione di quaranta opere in ceramica realizzate dagli artisti ceramisti castellamontesi, che interpretano, in una varietà di colori e di personalizzazioni, un esemplare in argilla modellato dall’artista materano Raffaele Pentasuglia.

Tra le belle arcate del Palazzo Antonelli, sede del Comune, anche per questa edizione fanno bella mostra di sé le famose Stufe di Castellamonte ad opera delle più importanti industrie del settore, dal design classico a quello contemporaneo.

Nel prestigioso Palazzo Botton, sono ospitate diverse, articolate ed eterogenee mostre, ciascuna con spiccate e proprie identità.

Al piano terra del Palazzo è presentata la mostra delle 100 opere del concorso “Ceramics in love-Marco Polo2024”, con artisti provenienti da tutta Italia e dal mondo. sono ben 26 le nazioni dei partecipanti. Opere selezionate perché di particolare rilievo artistico e tecnico tali da creare come sempre un proficuo confronto tra tutti gli artisti partecipanti.

Sempre al Palazzo Botton ma al piano nobile vi è l’omaggio alla Cina.

Sono mostrate per la gioia del visitatore opere in ceramica di straordinaria bellezza per tecnica, forma e cromia per cui la Cina è famosa nel mondo.

Continua al piano “Carta cristallina” una mostra di grafica e di opere in ceramica a cura di Elisa Talentino.

Un doveroso omaggio a Miro Gianola vuole onorare la memoria di un artista molto amato, recentemente scomparso, con sue opere in ceramica, sculture e dipinti.

Al Centro Congressi Martinetti al primo e al secondo piano le “ceramiche sonore” dei concorsi 2022, 2023 e 2024 presentate insieme ai fischietti in terracotta raccolti da Mario Giani, in arte “Clizia”, provenienti da tutte le parti del mondo, prestigiosa donazione che è un po’ il fiore all’occhiello della nostra Civica Collezione.

In questa sede è presente una raffinata sezione di design, “Design contemporaneo”, con opere molto originali che non mancheranno di sorprendere i visitatori.

Al piano terra, come da consolidata consuetudine, le ceramiche da indossare a cura del C.N.A di Torino.

Gli studenti del Liceo Artistico Statale “Felice Faccio” di Castellamonte, espongono alla Casa della Musica le opere della sezione Design della Ceramica. Gli studenti sono altresì presenti alla rotonda antonelliana con due opere di grandi dimensioni. Un felice connubio di maestri e allievi, un confronto fattivo fra esperti artisti e giovani in procinto di affacciarsi sulla scena dell’arte.

All’Orto Sociale Camillo, uno spazio rigereato da Associazioni e cittadini, si potrà visitarel’installazione “Fiori di Campo”, 1000 piccoli fiori in ceramica creati d diverse realtà sociali guidate dall’artista Rita Bagnoli.

Da segnalare infine la costante presenza dei punti espositivi privati, sede di esposizione di altissimo valore quali il Centro Ceramico Fornace Pagliero, il Cantiere delle Arti, Ceramiche Grandinetti, La Castellamonte, Gallerie Via Educ 10, Ceramiche Camerlo con l’Home Restaurant del Ceramista, Ceramiche Castellamonte, Ceramiche Cielle.

Orari della mostra:

martedì – venerdì ore 16 – 20

sabato – domenica ore 10 – 20

Ingresso gratuito

Per informazioni: 0124 5187216

Incontro Regione – Uncem

Primo incontro al Grattacielo Piemonte il 6 agosto tra gli assessori regionali agli Enti locali Enrico Bussalino e alla Montagna Marco Gallo e il presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero, accompagnato da Mauro Vignola, sindaco di Bobbio Pellice (To), presidente Unione Montana Val Pellice, e Maurizio Giacoletto, sindaco di Rivara (To), presidente dell’Unione Montana dell’Alto Canavese.

«Un dialogo proficuo con Uncem Piemonte sull’importanza delle Unioni per lo sviluppo dei territoriin particolare nelle aree montane dove abbiamo aree più svantaggiate e le Unioni diventano essenziali in quanto permettono di mantenere i servizi a livello locale favorendo soprattutto i comuni più piccoliIn questi giorni sto incontrando gli amministratori per recepire le diverse istanze, utili per la revisione della legge regionale 11/2012, disposizioni in materia di enti locali. Resta fondamentale il mantenimento delle risorse finanziarie destinate alle Unioni per l’esercizio delle funzioni comunali in forma associata anche prevedere un incremento dei fondi stessi», precisa l’assessore agli Enti locali Enrico Bussalino.

Per l’assessore alla Montagna Marco Gallo «Le Unioni montane sono un tassello fondamentale nel rilancio della montagna. Ho già avviato i primi confronti con loro per identificare le esigenze trasversali e specifiche dei territori. Gli incontri serviranno anche per risolvere un problema chiave: la confusione nei ruoli tra l’Unione Montana e i Comuni associati, con una delega incostante delle funzioni. Questo crea difficoltà nella gestione e nell’operatività, generando incertezza tra i residenti. È cruciale stabilire criteri chiari per la zonizzazione e potenziare i servizi essenziali per rendere le aree montane più attrattive e gestibili. Solo migliorando la collaborazione istituzionale si può favorire lo sviluppo delle terre alte. Uncem potrà avere un ruolo importante».

Il trofeo delle Nitto ATP Finals al Torino Outlet Village

 

Il trofeo delle Nitto ATP Finals, che caratterizza la storia del tennis mondiale, approda a Torino Outlet Village, nel cammino verso la quarta edizione torinese dell’evento conclusivo nel calendario del grande tennis, in programma dal 10 al 17 novembre prossimi all’Inalpi Arena.

Dal 13 al 20 agosto il trofeo sarà in esposizione a Torino Outlet Village, dove tifosi e appassionati potranno ammirarlo e fotografarlo.

Nel corso del Trophy Tour tutte le istituzioni e partner coinvolti nelle Nitto ATP Finals 2024 stanno avendo l’occasione di ospitare il trofeo, simbolo del più prestigioso torneo indoor del mondo, che sta coinvolgendo le principali città italiane, varcando i confini nazionali come Bruxelles con il Belgio e tornando a Torino a novembre per la quarta volta.

L’arrivo del Trophy Tour inaugura due mesi di grande sport che vedranno Torino Outlet Village protagonista di grandi eventi, prima dal 26 al 30 agosto sponsor dei campionati europei di Cable Wakeboard e Wake State che si terranno a Settimo al Turin Wake Park e poi il 20, 21 e 22 settembre sponsor del terzo torneo internazionale della Città di Settimo che ospiterà i Pulcini 2014 delle migliori scuole di calcio in arrivo da tutto il mondo, Paris Saint Germain, Ajax, Atletico Madrid, Porto e molti altri.

“In questa estate 2024 tutta all’insegna dello sport – ha dichiarato Luca Frigeri, direttore di Torino Outlet Village – è per noi un onore ospitare il Trofeo delle Nitto ATP Finals, che approderà proprio il giorno della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi. Sarà una bella sorpresa per coloro che vorranno venire alll’outlet per trascorrere qualche ora di svago all’insegna del divertimento ma anche del grande tennis. A Ferragosto tutti i negozi rimarranno aperti e gli appassionati non perderanno l’occasione di una fotografia con il prestigioso trofeo”.

 

Mara Martellotta

L’enigma del “Sacro” e la terrena concretezza del “Tempo”

Sono i temi al centro della recente mostra di Andrea Bianconi, raccontati in un libro-confessione presentato nella “Chiesa di Santa Marta” a Magnano di Biella

Venerdì 9 agosto, ore 18

Magnano (Biella)

A Elia che gli chiede Quali sono state le tue prime impressioni entrando nella Chiesa di Santa Maria?, Andrea risponde facendo, strada alla memoria, Appena entrato ho provato un forte senso di accoglienza … accoglienza insieme a una curiosità che si alimentava sempre più. Ma la cosa strana è che quando sono uscito ho provato chiarissima la sensazione del tempo … il tema della mostra è nato in quel momento lì … Il pensiero successivo sono stati i numeri, la prima cosa che ho collegato al tempo.

Elia ad Andrea Hai pensato a un arco temporale che possiamo definire quasi infinito. La freccia che ci accoglie all’ingresso, in alto, che quasi copre anche il quadro di Santa Marta, sembra indicare il tempo verso qualcosa. Tu lo hai ritmato, cioè lo hai quasi concretizzato attraverso i numeri.

Alla parola ‘ritmato’, Andrea sorride … Mi piace molto la parola ritmato. La freccia che va verso l’alto è sempre presente dentro di noi, cioè noi abbiamo sempre una tensione verso l’alto, una tensione verso l’oltre. In questa freccia luminosa c’è la tensione verso l’altro che accompagna tutta la nostra giornata, la nostra vita.

Così l’incipit della lunga conversazione fra l’artista vicentino Andrea Bianconi (classe ’74, nativo di Arzignano, oggi residente fra Brooklyn – New York e Vicenza) ed Elia Fiore, monaco del “Monastero di Bose”, al centro del libro “Andrea Bianconi 0 – 24” (144 pagine, in doppia versione italiano – inglese) che sarà presentato venerdì 9 agosto (ore 18) presso la “Chiesa di Santa Marta” (XV secolo) a Magnano, piccolo borgo in provincia di Biella (di cui Bose è nota frazione per la “Comunità Cristiana” lì fondata nel 1965 da Enzo Bianchi) sito sul crinale collinare della “Serra d’Ivrea” e appartenente alla “Comunità Montana Valle dell’Elvo”.

Il libro, contenente anche testi di Paola Bergamaschi e della storica dell’arte Irene Finiguerra, è stato realizzato grazie al contributo della “Fondazione Cassa di Risparmio di Biella” e per la parte grafica di Anna Pendoli. Si tratta di una sorta di report dell’esperienza vissuta da Bianconi in occasione della sua mostra (da cui il titolo del libro), tenuta proprio a Magnano dal 21 giugno al 14 luglio scorsi per il ciclo “Fuoriprogramma”.

In quell’occasione, per la prima volta, l’artista vicentino si è confrontato con uno “spazio sacro”, scegliendo di mettere al centro del lavoro realizzato per la mostra il “tema del tempo”. “La Chiesa per la sua natura profonda – è stato scritto – e anche per la sua funzione pubblica è un luogo dove si sperimentano due dimensioni del tempo: quello infinito legato alla convinzione che la vita abbia una proiezione nell’eternità, e quello circoscritto, scandito per secoli dal suono delle campane, al passare di ogni ora. Con le sue opere Bianconi ha voluto creare un cortocircuito tra queste due dimensioni del tempo”. Con suggestivi risultati sotto l’aspetto estetico, saggiamente fissati, oggi, in pagine scritte che vanno oltre la riflessione critica per tracciare la “corsa” , il “viaggio” faticoso, e non sempre facile, di un uomo alla ricerca quotidiana (“0 – 24”) della sua personale idea di “infinito” e “ultraterreno”.

Bianconi è artista che parla un linguaggio di assoluta e personale “contemporaneità”. I suoi lavori nascono attraverso intuizioni che lo relegano al centro dell’opera. Lui stesso diventa opera. In ogni suo gesto c’è l’urlo “silenzioso” del voler  essere, malgrado tutto, uomo fra uomini, sospeso in un cortocircuito inquietante di attualità e di ignoto futuro. Finito e infinito. Realtà che non ha gioco se non tende all’astratto, al salto nel buio di universi senza  certezza di voci e di forme.

Artista, performer. Di lui si sono date definizioni, le più disparate: “trasformista, funambolo, navigatore di epoche e corpi, attore in prima persona e regista di recite collettive”. Dal 2007 è rappresentato da “Barbara Davis Gallery” di Houston, USA. Nel 2018 è stato il primo artista italiano invitato a Davos (Svizzera), durante la 48^ edizione del “World Economic Forum” per presentare ai Capi di Stato, ai Grandi della Terra la sua performance “Voice to the Nature”, una forte denuncia sull’“ecocidio” in atto, per richiamarli all’urgenza di agire “ora e non dopo” per la salvaguardia e la difesa del Pianeta.

Per info su presentazione: fuoriprogramma.magnano@gmail.com

Gianni Milani

Nelle foto: Cover “Andrea Bianconi 0 – 24” e “Installazioni” nella Chiesa di Santa Marta (Ph. Anna Pendoli)

La cena sotto le stelle di Eataly: in terrazza un menu pensato da chef Giorgia Serrani

Per la magica sera di San Lorenzo.

 

Si sta avvicinando la serata del 10 agosto, una delle più romantiche e sognanti dell’anno e Eataly Lingotto ha pensato ad una cena speciale per godere di questa notte magica. L’Executive Chef Giorgia Serrani firmerà un menu estivo a base di pesce, con ingredienti freschi e di stagione, che ci farà fare un viaggio tra i sapori della tradizione mediterranea, conun’incursione anche in quella asiatica. Si inizia con una proposta tutta vegetale del ceviche, con frutta e verdura estiva, fico d’india e fave secche fritte. Si prosegue con riso patate e cozze in una versione gourmet con spuma di patate affumicate e chips di riso soffiate e poi culurgiones con un tocco di oriente, chutney allo zenzero e salsa di soia. Il secondo sarà il magurokatsu, ricetta tipica giapponese che letteralmente vuol dire tonno impanato e fritto, ma con un elemento mediterraneo dato dall’aggiunta della salsa aioli in accompagnamento. E per concludere in dolcezza, ecco pesca, mandorla salata e cioccolato fondente. In accompagnamento due calici di vino, per brindare assieme alla Notte delle Perseidi.

Location d’eccezione non poteva che essere la grande terrazza al primo piano di Eataly Lingotto: un ampio spazio nel verde perfetto per vivere una serata d’estate e, se si sarà fortunati, anche ammirare le stelle cadenti.

La cena ha un costo di 55 € a persona, comprensivo di vini, acqua e caffè.

È necessaria la prenotazione su www.torino.eataly.it

Menu

Ceviche vegetale
frutta e verdura estiva, fico d’india e fave secche fritte
“Riso patate e cozze”
chips di riso soffiate, spuma di patate affumicate, cozze, limone
Culurgiones oriente
culurgiones sardi alla piastra ripieni di patate, pecorino e menta accompagnati da chutney di pomodoro e zenzero, salsa di soia
Magurokatsu
Tonno impanato fritto, con aioli e cipollotto fresco
Pesca, mandorla salata e cioccolato fondente
pesca marinata, crumble alla mandorla salata, namelaka al cioccolato fondente

In abbinamento

Un calice di Spumante brut Ribolla, Borgo Conventi

Un calice di Roero Arneis Pradalupo, Fontanafredda