ilTorinese

Si sente male prima della festa, muore mamma di due figli 44enne

Il marito ha dato l’allarme ma a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione da parte dei soccorsi . È morta Erica Auddino, 44 anni, di Tarantasca, madre di due figli. La donna stava per uscire di casa per partecipare alla festa di San Chiaffredo nel Cuneese. Era commessa di un supermercato di Cuneo.

Calabresi per la Legalità: condanna per lo sfregio alla lapide di Impastato

L’Associazione Calabresi per la Legalità1, referente per il Piemonte di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastatoesprime ferma condanna per gesto di sfregio avvenuto nella giornata di ieri 04 settembre 2023 della targa alla memoria di Peppino Impastato che è collocata nei giardini di via Sempione a Torino.

Un’area intitolata a Peppino Impastato il 14 marzo 2008 per ricordare una figura esemplare di lotta alla mafia.

Peppino Impastato ha pagato con la vita: lui diceva che “la mafia uccide, il silenzio pure”. Lui non ha taciuto. Con la sua vita, le sue scelte, i suoi interventi dai microfoni di Radio Aut ha sempre condannato la mafia e deriso i mafiosi. Si è impegnato in politica, avrebbe voluto dare un contributo al suo paese ma gli è stato impedito.

In realtà il 9 maggio 1978 hanno ucciso Peppino ma non le sue idee.

La sua morte non è stata vana e il suo ricordo va custodito e tramandato.

Per questo l’Associazione Calabresi per la Libertà auspica che la targa nei giardini di via Sempione, nel quartiere Barriera di Milano, venga ripristinata al più presto.

La Mirko Casadei POPular Folk Orchestra alla Fiera del Peperone 

Mercoledì 6 settembre

 

Mercoledì 6 settembre, a salire sul palco del Salotto della Fiera in piazza Sant’Agostino per la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola è la Mirko Casadei POPular Folk Orchestra, la terza generazione dell’orchestra italiana da ballo più famosa al mondo. Con il suo pop-folk Mirko Casadei ha introdotto nuovi sound attraverso le tante contaminazioni musicali che ha realizzato nei suoi live. “Ciao Mare” è il nome del tour che celebra i 50 anni della canzone che l’Orchestra Casadei presentò al Festivalbar nel 1973.

PROGRAMMA

Salotto della Fiera, Piazza Sant’Agostino, ore 18

Parla con me, con Simona Riccio: Pasly Art Design + DotzerO

La designer ecologica Pasly Art Design (Pasqualina Tripodi) presenta un defilé unico in collaborazione con la giornalista Marina Rissone, per mostrare i suoi eco-gioielli realizzati con elementi naturali raccolti personalmente, come legnetti, bacche, foglie di fico e scarti alimentari come bucce e pane cristallizzato. Con un master in ingegneria del gioiello ottenuto al Politecnico di Torino, l’artista ha partecipato a sfilate per la Camera Nazionale Giovani Fashion Designer e ha esposto le sue creazioni in Italia e all’estero, tra cui la collezione “The Queen” per l’Expo Milano.

All’insegna del riciclo e della moda sostenibile è anche l’incontro con DotzerO. Un’idea alternativa di ecofashion delle sneakers nata a Soreti (Firenze) e sviluppata dal giovane imprenditore Davide Braccini. Ogni calzatura viene realizzata utilizzando scarti di lavorazione del legno e dell’industria della carta: il prodotto finale è il risultato di uno studio innovativo all’avanguardia.

Salotto della Fiera, Piazza Sant’Agostino, ore 19

Che Musica Maestro, con Renata Cantamessa

Cibo e musica d’autore si incontrano, a cura di Renata Cantamessa e con il patrocinio della Camera di Commercio di Torino. Ospiti del giorno l’Antica Torrefazione del Centro di Carmagnola e la Distilleria Serale di Nichelino, insieme alle esibizioni dell’associazione SAXMANIA.

Salotto della Fiera, Piazza Sant’Agostino, ore 19.30

Peperone Show, con Renata Cantamessa

Le nuove frontiere del peperone: dal food design, alla costruzione del gusto, al progetto della tavola. Chiacchierata spettacolo a larga trama con il coinvolgimento di stakeholders del territorio, esperti, innovatori, giornalisti e imprenditori su temi di attualità conditi dall’intrattenimento di comici, cabarettisti, cantanti e musicisti. Con la partecipazione di Mirko Casadei.

Pala BTM, viale Garibaldi 29, ore 20

Cena al Pala BTM: cena del gran fritto misto

Il Ristorante della Fiera del Peperone di Carmagnola propone piatti sopraffini preparati con prodotti di eccellenza del territorio, a cura del ristorante La Cucina Piemontese.

Menù: aperitivo di benvenuto con stuzzichini; antipasto piemontese con tonno e peperoni; peperone in bagna cauda; gran fritto misto alla piemontese (bistecca di maiale, pollo, polpette di fassone, salsiccia, cervella, melanzane, finocchi, zucchine, peperoni, semolino, pavesino, bignè zabaione, bacio di dama, mandorla, cocco, mela, amaretto, albicocca ripiena); sorbetto al limone; caffè Dicaf; acqua gasata e naturale Hydra; vino bianco e rosso piemontesi Doc. Prezzo: 30 euro, tutto compreso.

Prenotazioni: 389 1849916 o 380 7102328.

C.A.I., via Bobba 10, ore 20.30-23

Porte aperte al C.A.I. Sezione di Carmagnola

Museo civico Navale, piazza Mazzini 1, ore 20.30-23

Apertura serale straordinaria del Museo Civico Navale

Il Museo Civico Navale di Carmagnola documenta la vita quotidiana in mare: la storia della Marina Italiana, le attività navali dall’Unità d’Italia ad oggi, l’ambiente marino e il modellismo navale.

Salotto della Fiera, Piazza Sant’Agostino, ore 21

Confessioni Laiche, con Paolo Massobrio

Le “Confessioni Laiche” quest’anno coinvolgono alcune famiglie di imprenditori affermati a livello nazionale e internazionale. Sul palco con Paolo Massobrio, Massimo Albertengo dell’azienda Albertengo di Torre San Giorgio, produttore dei famosi panettoni al vino.

Giardini del Castello, area Bimbi in Fiera, ore 21

Pepper Magic Show – “Fantasia in valigia”, spettacolo di e con Antonio Argenio

Spettacolo per bambini.

Il Foro Festival, Foro Boario, ore 21

Solo Mengoni Tribute Band

Con Alessandro Merenda, voce; Gianfranco Spera, tastiere; Emanuel Victor, chitarre; Carmine Della Valle, basso; Elvis D’Elia, batteria. Ingresso gratuito.

Salotto della Fiera, Piazza Sant’Agostino, ore 21.30

Mirko Casadei POPular Folk Orchestra

La terza generazione dell’Orchestra italiana da ballo più famosa al mondo. Con il suo pop-folk Mirko Casadei ha introdotto nuovi sound attraverso le tante contaminazioni musicali che ha realizzato nei suoi live. “Ciao Mare” è il nome del tour che celebra i 50 anni della canzone che l’Orchestra Casadei presentò al Festivalbar nel 1973.

INFO

Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola

Orario Fiera: da lunedì a venerdì 18-24 I sabato e domenica 10-24

Orario Piazza dei Sapori: apertura in orario Fiera, chiusura stand 00.30

www.fieradelpeperone.it

Ufficio Manifestazioni: 011 9724222/270 cultura@comune.carmagnola.to.it

Libri scolastici gratuiti sul banco di Belgravia

Riparte l’ iniziativa contro il caroscuola: libri scolastici gratuiti sul banco davanti alla libreria Belgravia di Via Vicoforte 14/d.
i responsabili di Belgravia spiegano: “i libri che regaliamo ci vengono a nostra volta donati e l’ accesso è libero. Per cui non ci può essere un elenco dei libri disponibili. Chi è interessato deve venire di persona e cercare…”

Uccise padre e zio, dal carcere trasferito alle Molinette

Nelle  scorse settimane aveva ucciso il padre e lo zio che li aveva ospitati a Mondovì. Ora Sacha Chang, 21 anni, è  stato trasferito all’ospedale Molinette di Torino dal carcere in cui era detenuto. Il giovane  soffre di disturbi psichiatrici e i medici devono seguire le sue condizioni in un reparto ospedaliero. Era fuggito per due giorni nei boschi dopo il duplice omicidio, poi è stato arrestato e trasferito  in carcere a Cuneo.

Le recensioni: Villa del Seminario e Molotov e Bigodini

LIBRI / La casa editrice Edizioni E/O nasce a Roma nel 1979, fondata da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, accomunati da una forte passione per la politica e per i buoni romanzi. Inizialmente pubblica numerosi testi dei paesi dell’Est, per poi allargarsi- poco più tardi- verso Ovest, alla narrativa americana. Da qui ne deriva “e/o”, che sta per “e/oppure” ma anche per “est/ovest”. In poco tempo, da una conduzione familiare, subisce una vera e propria espansione internazionale che le permette di aprire uffici a Roma, Milano, New York e Londra, e di porsi come un progetto unico nel panorama editoriale contemporaneo.

Nel corso del tempo Edizioni E/O ha pubblicato romanzi che hanno segnato un’epoca: solo per citarne uno, ricordiamoL’amica geniale” di Elena Ferrate, un successo internazionale, tradotto in oltre 40 lingue.

Per noi hanno riservato due bellissime novità, che abbiamo letto e recensito con grande interesse.

VILLA DEL SEMINARIO- Sacha Naspini- Casa editrice Edizioni E/O di Valeria Rombolà

Le Case è un borgo sperduto della Maremma toscana, lontano da tutto ma non dalla guerra che nel ‘43 imperversa sull’Italia e sul mondo intero. Il freddo assoluto di quell’inverno, la solitudine e la generale diffidenza degli abitanti di questo posto, fanno da sfondo al seminario estivo del vescovo che diventa- dopo l’arrivo dei tedeschi- un campo di concentramento. E’ qui che la storia personale di René, il ciabattino del paese, si intreccia inevitabilmente con quell’atroce scenario, dandogli però una possibilità di riscatto. Un uomo semplice, da sempre sbeffeggiato da tutti per la sua menomazione fisica, è- in realtà- una persona sensibile e di grande intelligenza. In grado di “scollare una suola e leggere una storia” e di capire la personalità di chi aveva di fronte a seconda se “batteva di calcagno, strisciava, marciava piombato o viaggiava a papera”. Renè è perdutamente innamorato di Anna, l’amica storica di una vita intera. Quando un giorno, però, anche lei decide di partire per schierarsi nelle file della Resistenza- e tentare di superare così la morte del figlio- anche l’esistenza di Renè subisce un’inevitabile svolta. Questo libro, potente e raffinatissimo per scrittura e contenuti, è in grado di raccontare una storia vera e poco conosciuta della seconda guerra mondiale, e di mischiarla con un agglomerato di umanità densa e portentosa. La Naspini riesce a raccontare la cornice storica di quel tempo, integrandola perfettamente con i sentimenti e le vicende personali dei protagonisti. Con questo nuovo testo, dopo le Case del Malcontento, l’autrice si riconferma come una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo della letteratura tanto come dimostra la proposta di candidatura da parte di Paolo Petroni al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: “Un libro che, riportando alla luce un dimenticato, curioso, vergognoso fatto del nostro passato, ha un suo valore che si aggiunge a quello letterario, alla limpida scrittura dell’invenzione del personaggio e la storia di René e della sua presa di coscienza nell’ultimo periodo della guerra e del fascismo”.

MOLOTOV E BIGODINI- Amedea Pennacchi – Casa editrice Edizioni E/O di Francesca Bono

Finire a raccogliere le rape. Questa la minaccia (sarà poi una minaccia davvero?) che incombe sulla vita di Alice, e che in qualche modo fa da sfondo a tutti i passi, cadute, decisioni che colorano questo romanzo, sgargiante nei contenuti come nella copertina targata Edizioni e/o, casa editrice da sempre particolarmente attenta ad autrici e personaggi femminili. Sembrano scorrere in un lampo gli anni che si snodano, quasi inconsapevolmente, e accompagnanoquesta ragazza che deve fare la rivoluzionaria, in un contesto, quello degli anni ’70, in cui di rivoluzione parla ogni cosa. E allora Alice si divincola, viaggia, si riavvicina e pian piano capisce cose, mostrando a sé e a noi le sue piccole trasformazioni.

Descrivendo il clima di vivacità culturale del tempo, la vita di comunità e la socializzazione, Amedea Pennacchi racconta però la storia di una donna. E fa vedere che il rapporto col proprio corpo, con la propria idea di carriera, con le relazioni disfunzionali, è un qualcosa che tocca e stravolge anche una giovane rivoluzionaria degli anni ’70. Perché sì, anche per fare la rivoluzione, quando si tratta del gentil sesso, occorre aprire un capitolo a parte. Ed è tra un bigodino e l’altro passato tra i capelli delle donne nei vicoletti popolari di Napoli, prima, tra quelli di sua madre, poi, che Alice si avvia gradualmente verso una consapevolezza importante. La rivoluzione che doveva fare, in fin dei conti, era la sua.

di Valeria Rombolà – Francesca Bono

Forti ritardi per i voli Wizzair Torino e Lamezia, ai viaggiatori 250 euro

Riceviamo e pubblichiamo – Giornata da incubo per i passeggeri aerei dei voli Torino Lamezia Terme e Lamezia Terme Torino, che, nella giornata di ieri, lunedì 4 settembre, hanno riportato dei ritardi consistenti da parte della compagnia aerea Wizzair.

I viaggiatori, secondo quanto analizzato da ItaliaRimborso, potrebbero richiedere la compensazione pecuniaria di 250 euro, prevista dal Regolamento Comunitario 261/2004.

Nella fattispecie, la compagnia ha deciso di invertire le tratte. Il volo Torino Lamezia Terme W45618 che doveva partire alle 09:50 è atterrato solamente alle 21:20. Un pesante ritardo anche per il volo Lamezia Terme Torino W45617 con partenza prevista alle 12:15 ed i viaggiatori sono atterrati alle 18:36.

Per attivare l’assistenza di ItaliaRimborso e quindi procedere con la richiesta di compensazione, senza alcuna spesa, i passeggeri dei voli in ritardo Wizzair Torino Lamezia Terme e ritorno possono farlo attraverso la compilazione del form online presente nell’homepage del sito web italiarimborso.it.

Ambulanti in piazza contro il blocco degli Euro 5

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Il blocco degli Euro 5 previsto in Piemonte dal 15 settembre, in anticipo di due anni rispetto alle limitazioni previste per il 2025, scatena la rabbia degli ambulanti. Il presidente del Goia, Giancarlo Nardozzi: “I costi attuali di un mezzo nuovo o recente sono inaccessibili per la maggior parte di noi e gli incentivi finora accordati non sono sufficienti a far fronte al problema”. Ieri gli ambulanti sono sfilati in corteo da piazza Vittorio fino alla Prefettura.Non è un tema nuovo per gli ambulanti, che insieme ad alcune categorie di artigiani, scontano il fatto di lavorare con mezzi datati di targa ma con pochi chilometri, “i nostri mezzi viaggiano dal magazzino al mercato e lì si fermano per otto ore o anche più, vengono poi rimessi in moto per andare a casa, non siamo certo noi a inquinare” dichiara Nardozzi, presidente nazionale del GOIA FENAPI, l’associazione degli ambulanti, “la nostra è un’attività a basso impatto ambientale, tutto il processo di vendita si svolge a motore spento e all’aria aperta, e bloccarci, oltre a rischiare di farci fallire, è un’azione contraria alla tutela dell’ambiente, infatti nella tragica ipotesi di mercati chiusi, migliaia di famiglie sarebbero costrette a spostarsi con l’auto per rifornirsi, generando così un livello di emissioni ben più elevato.”

A cura di Linea Italia Piemonte

5 settembre 1998 Dino Zoff debutta sulla panchina dell’Italia

Accadde oggi

Nella settimana dell’esordio di Luciano Spalletti come allenatore dell’Italia, esattamente 25 anni fa debuttava come CT della Nazionale Italiana un mito del calcio italiano e mondiale:Dino Zoff.
L’ex portierone bianconero guida la Nazionale con 23 panchine sino al 2000 raccogliendo 11 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte. Spicca la medaglia d’argento conquistata agli Europei del 2000.
L’avventura di Zoff sulla panchina della Nazionale termina proprio con la finale dell’Europeo del 2000, persa a Rotterdam contro la Francia ai supplementari.
Dopo le dimissioni da CT
DinoMito accetterà la presidenza della Lazio ancora come presidente, prima di tornare in panchina al posto di Eriksson.

Enzo Grassano

Fuga volontaria di infermieri dagli ospedali del Nord: il grido d’allarme

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Sanità, Nursing Up De Palma: « Decine e decine di professionisti decidono di lasciare per tornare al sud, dove il costo della vita è decisamente più basso».

«E’ davvero il caso di dire, e a corroborare la nostra ennesima denuncia c’è il conforto di dati ancora una volta schiaccianti, che siamo nel pieno di un vero e proprio esodo di professionisti sanitari, letteralmente in fuga dal nostro SSN.

In particolare a svuotarsi sono i pronto soccorsi e i reparti nevralgici degli ospedali del Nord, con particolare riferimento all’Emilia Romagna e alla Liguria, che vivono in questo momento la drammatica realtà di una vera e propria fuga di infermieri.

Decine e decine di operatori sanitari, dal 2022 a oggi, hanno rassegnato e continuano a rassegnare, giorno per giorno dimissioni volontarie.

Questa volta i numeri, davvero preoccupanti, evidenziano, da una parte, un pericoloso percorso di abbandono volontario, con rinuncia anche a contratti a tempo indeterminato nella sanità pubblica, per scegliere, chi decide di restare nel mondo della sanità opta per questa soluzione, una libera professione che consente ritmi di lavoro meno stressanti e soprattutto la possibilità di “prendersi maggiormente cura” della propria vita privata e dei propri familiari.

Gli ultimi mesi, neanche a dirlo, ancora una volta i più difficili per la sanità pubblica italiana, raccontano di una vera e propria fuga volontaria di infermieri dal Nord verso il Sud.

Insomma, molti professionisti decidono  di tornare nelle proprie terre di origine, optano per una soluzione drastica, spesso loro malgrado, che gli consenta, in particolar modo, di far fronte a spese quotidiane che nel Mezzogiorno sono decisamente meno pesanti. 

Non è più, quindi, solo una questione di turni massacranti causati dalla carenza di personale, e di realtà sanitarie che gli negano da tempo addirittura le ferie: al nord come al sud cambia ben poco, ma è il costo della vita ad essere più basso. 

La situazione degli ospedali del Sud non è quindi certo migliore, le difficoltà sono le medesime, il caos dei pronti soccorsi è lo stesso, peggiore e insostenibile è la situazione delle violenze perpetrate durante le ore notturne ai danni degli operatori sanitari, quando non ci sono presidi di pubblica sicurezza attivi, con la Campania che rimane ai primissimi posti per numero di aggressioni. 

La verità che si nasconde dietro questa fuga è una e una sola : lo stipendio medio di poco più di 1400 euro netti, escluse le premialità e gli straordinari, non consente ad un giovane infermiere di mantenersi in una città come Bologna o come Genova. Impossibile arrivare a fine mese, con l’aumento del costo della vita a pesare come ogni giorno come un macigno. Immaginate poi, se questi infermieri originari del Sud, sono over 30 e hanno anche famiglia e figli a carico, e c’è un solo stipendio su cui contare. 

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Se nel 2022 avevamo evidenziato una situazione preoccupante per regioni come Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto, con ben 1530 dimissioni di operatori sanitari, proprio in Friuli, negli ultimi tre anni, per la maggior parte infermieri, adesso nell’occhio del ciclone ci sono l’Emilia Romagna e la Liguria.

I numeri in particolare dicono che all’Ausl di Bologna, solo negli ultimi giorni sono arrivate, come un fulmine a ciel sereno, ben 18 dimissioni volontarie, tutte insieme, oltre tutto senza preavviso, da parte di infermieri (si registrano ben 40 dimissioni negli ultimi 3 mesi). Un dato che non può non essere inquadrato come assolutamente allarmante. Lo scorso anno dall’azienda sanitaria bolognese sono usciti 270 infermieri, mentre nel 2021, erano stati 180. In piccola parte, solo in piccola parte, si tratta di pensionamenti programmati, mentre  per oltre il 50% siamo di fronte a dimissioni volontarie. 

Sono le stesse direzioni sanitarie a mettere in evidenza la realtà dei fatti. Negli ultimi anni, già prima del Covid, soprattutto in Emilia, sono stati ingaggiati tanti infermieri, soprattutto dal Sud, perché lì diverse Regioni erano in piano di rientro. Ma il costo della vita a Bologna è molto alto e diversi professionisti preferiscono avvicinarsi o tornare nei luoghi d’origine perché non ce la fanno ad arrivare a fine mese con affitto e bollette da pagare.

Inutile negare che, a fronte delle uscite, non esiste assolutamente un piano di assunzioni capillare, anche perché i bandi dei concorsi regionali vanno praticamente deserti: è come un cane che si morde la coda, la ragione è sempre la stessa. Le proposte economiche  rispetto alle responsabilità sulle spalle di questi professionisti vengono ritenute decisamente inadeguate. 

A monte, continua De Palma, quindi, la motivazione principale legata a questa drammatica fuga è la triste condizione delle retribuzioni dei nostri infermieri. Se poi aggiungiamo i disagi che da sempre il nostro sindacato denuncia, come disorganizzazione, turni massacranti, l’essere spesso addirittura costretti ad accumulare ferie su ferie a causa della carenza di colleghi, senza poter esercitare il legittimo diritto ai riposi periodici, fondamentale per un indispensabile recupero psico fisico, si comprende bene come una parte di questi professionisti decida di lasciare addirittura la professione, oppure di optare per l’apertura di una partita iva come libero professionista. La triste realtà delle ferie negate non è certo una novità ma rappresenta l’apice di un tortuoso percorso che ci ha condotti, tutti, in un vicolo cieco.

Aumenta, di netto, giorno dopo giorno, la voragine di operatori sanitari: chi resta sul campo deve sopperire alla pericolosa mancanza di colleghi e soprattutto è a rischio, molto spesso, la funzionalità e la vita degli stessi reparti chiave, a causa della penuria di personale. Non è certo una novità che sono molti i reparti che vengono accorpati, con tutte le conseguenze del caso per la qualità dei servizi  sanitari offerti ai cittadini.

Di base, dice ancora De Palma, la professione infermieristica, con  situazioni organizzative di questo tipo, continua a perdere di appeal agli occhi dei giovani che dovrebbero scegliere i nostri percorsi di studio: questo lo dimostrano i recenti dati della Liguria.

L’ateneo genovese, al corso di scienze infermieristiche, si troverà per la prima volta ad avere più posti, 460, rispetto ai 448 candidati per accedere al corso di laurea: numeri che ci dicono, senza mezzi termini, che siamo di fronte ad una situazione che rischia di diventare senza ritorno.

La risposta della politica? I dati dell’Ufficio Statistiche del Ministero della Salute, aggiornati al 2021, in merito al numero reale di operatori sanitari dipendenti del nostro SSN, dicono che, c’è stato un flebilissimo aumento di assunzioni, poco più del 2%. Manca quindi, ancora, quel tanto decantato piano di investimento sulle risorse umane, che di fatto pare non essere  arrivato nemmeno in piena emergenza sanitaria», conclude De Palma.