ilTorinese

Torna la Fancy Women Bike Ride

Domenica 17 settembre, alle 15, presso il Parco della Resistenza angolo corso Dante, nell’ambito delle anteprime del Cuneo Bike Festival, torna la Fancy Women Bike Ride, evento che riunisce oltre 50.000 donne in bicicletta lo stesso giorno, alla stessa ora, in più di 200 città in tutto il mondo. Il percorso prevede la partenza da corso Dante verso corso Carlo Brunet, fino alla stazione e ritorno, per poi sfilare in corso Nizza fino al parco Ferruccio Parri, per raggiungere il Santuario della Madonna degli Angeli e rientrare in corso Dante da viale degli Angeli. La partecipazione è libera e gratuita. La pedalata sarà concomitante a CuneoViveloSport, la manifestazione che, dalle 10 alle 18, permetterà a adulti, ragazzi e bambini di conoscere le associazioni sportive del territorio che si presenteranno presso il parco della Resistenza e in una parte del viale degli Angeli. Grazie alla partecipazione di cinquanta associazioni del territorio si potranno conoscere da vicino e provare gratuitamente diverse discipline sportive, tra cui atletica, equitazione, pallavolo, basket (con un torneo di street basket), tennis, judo, ginnastica artistica e ritmica.

Inseguendo il Liberty

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 5. Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti

Negli articoli precedenti mi sono soffermata su due particolari edifici torinesi assai noti, Villa Fenoglio e Villa Scott, ma, poiché la nostra città è ricca di palazzi e ville in stile Liberty, nei due articoli che seguono vorrei proporre una sorta di “guida turistica” rivolta sia a chi, per caso, si trovi a passare nei dintorni di case e ville Liberty, e sia a chi, per pura curiosità, amerebbe approfondire l’argomento.

Pietro Fenoglio, celebre ingegnere-architetto, figura essenziale per il Liberty torinese, nel 1902 progetta per i fratelli Besozzi il Villino Gardino di corso Francia 12, angolo via Beaumont, dove lo stile floreale si affaccia nelle morbide linee del ferro battuto dei balconi. Nel 1909, sempre per la medesima famiglia, si dedica alla palazzina di via Magenta, e all’ampio isolato situato tra le vie Campana, Saluzzo e Morgari. La Palazzina Ostorero, di via Beaumont 7, del 1900, due piani più sottotetto, è contrassegnata da una raffinata decorazione floreale a graffito, da un tetto a capanna e torrette a tre livelli. La Palazzina Besozzi, di corso Francia 10, ha finestre doppie suddivise da colonne e capitelli, e discrete decorazioni sotto la gronda del tetto in legno. Tra il 1899 e il 1900, l’illuminato costruttore si dedica a Casa Gotteland, di via San Secondo 11. La facciata ha una scansione regolare e simmetrica, le decorazioni si concentrano sul ricco cornicione che corre tra il quarto e quinto piano, sui balconi, sulle finestre, sul portone d’ingresso. Sotto il davanzale, le finestre presentano un motivo decorativo ispirato alle forme di una conchiglia, festoni di fiori ornano i timpani sovrastanti le finestre; un motivo pure a conchiglia si trova nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi; il portone d’ingresso in legno e vetri colorati e i fregi dipinti sull’androne ne segnano l’indirizzo apertamente floreale. Nel 1901 l’avvocato Michele Raby commissiona a Fenoglio la propria abitazione privata, da allora conosciuta come Villino Raby, corso Francia 8, vicino a via Beaumont. Una costruzione contrassegnata da un’estrema articolazione degli spazi esterni, a volte arretrati, a volte avanzati, con un originale portico terrazzato utilizzato come ingresso. Di grande rilievo l’originale bovindo angolare decorato da piccole teste di fanciulle. In fondo all’ampio cortile vi è una palazzina di servizio con annesse scuderie, caratterizzata da un tetto conico alla francese. Rimaneggiato nel corso degli anni, il villino nel 2009 è stato acquistato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, che si è occupato della sua lunga ristrutturazione. Del 1901 è Casa Boffa Costa, di via Sacchi 28 bis, che doveva necessariamente adeguarsi, per altezza, facciata e dimensioni, agli attigui e omogenei palazzi del tratto del corso porticato. Suggestioni Liberty si evidenziano comunque nelle finestre e nei balconi modellati in pietra artificiale; quattro finte colonne a tutta altezza hanno il compito di snellire il gioco prospettico, armoniosamente ritratto dal tondo dei balconi e il culmine delle finestre. Della vicina Casa Debernardi, via Sacchi 40/42, caratterizzata da due bovindi laterali che si alzano al colmo dei portici, forse Fenoglio ha posto solo la propria firma su di un’opera realizzata da altri. Interessante e aggraziata la facciata che dà sul cortile, con decorazioni Liberty in litocemento. Del 1902 (stesso anno di Palazzo Fenoglio-La Fleur e di Villa Scott) è Casa Pecco, via Cibrario 12, destinata all’affitto di abitazioni e di negozi, che evidenzia un apporto Liberty più modesto e garbato e meno vistoso. Si tratta di un edificio piuttosto imponente, che occupa un isolato trapezoidale nei pressi di via Le Chiuse, contraddistinto al piano terra da un portone in legno, la cui sagoma è ripresa dalle aperture del piano rialzato. Le finestre sono sovrastate da decorazioni geometriche, una cornice con motivi floreali caratterizza il paramento murario del terzo piano. La modellazione del ferro battuto contrasta piacevolmente con i lineari elementi litocementizi dei balconi del primo piano.


Di raffinatissimo stile Liberty è la Palazzina Rossi Galateri di via Passalacqua 14, (una perpendicolare di via Cernaia, alle spalle di piazza XVIII dicembre), segnata da motivi naturali quasi Rococò: tralci di vite, finta corteccia, fiori di grandi dimensioni, bovindi sormontati da terrazzini, e un elegantissimo portone d’ingresso in legno, al di sopra del quale si evidenziano le linee eleganti in ferro battuto del balcone. La costruzione è stata commissionata a Fenoglio dalla contessa Emilia Rossi, figlia del deputato Teofilo Rossi e moglie di Annibale Galatei, conte di Genola e di Suniglia. Squisita la resa armoniosa dei ferri battuti lavoratissimi, i particolari lignei come i telai delle finestre, la luminosa cromia delle vetrate, la morbida decorazione floreale, la bellissima vetrata ovale al piano rialzato e i particolari decorativi della facciata: tutto è studiato nei minimi particolari, ed è reso all’insegna del bello assoluto. Del 1903 è Casa Guelpa, via Colli 4, all’incrocio con corso Vittorio Emanuele 115, in un raffinato Liberty disegnato sui balconi con i motivi a conchiglia (il lato sul corso si richiama, invece, al Neobarocco). Casa Rey, di corso Galileo Ferraris 16/18, risale al 1904. Il palazzo, tra i cinque e i sei piani, ai lati ha due bovindi su tre ordini con vetri colorati e decorazioni floreali; la facciata si distingue per l’alternanza tra intonaco e laterizio in cui qua e là compaiono piccoli mostri su alcune finestre e capitelli su qualche balcone. Le finestre, che più si innalzano e più si alleggeriscono per gioco prospettico e capacità costruttiva, presentano eleganti modanature Liberty. Molto raffinati i quattro portantini in legno scolpito.

Casa Bellia, di corso Matteotti, angolo via Papacino, è caratterizzata da un ampio rosone, con colonnine poste a raggiera nella parte più alta di una simil-torre e cornici a dente di lupo che si alternano a particolari sia orientali che zoomorfi e fitomorfi. Nella parte angolare, un bovindo dalle linee tonde e dalle finestre ad arco, è sormontato da un tetto fatto a cupola piramidale. Particolari i balconi del primo e del terzo piano con finestre a triplice luce. Sempre in via Papacino e ancora con committenza Bellia, nello stesso anno – 1904 – viene edificato un edificio di quattro piani fuori terra, con seminterrati in vista e mansarde laterali a finestre binate. Un bovindo poligonale, chiuso nella parte superiore da un balcone con balaustra in cemento, allaccia due piani. Ornamenti floreali impreziosiscono il portone. Casa Rama, su progetto di Fenoglio, del 1909, in via Cibrario 63, è per noi torinesi del tutto particolare: in questa palazzina Liberty morì Guido Gozzano, il poeta crepuscolare che così ricorda la sua e nostra città: “Come una stampa antica bavarese/ vedo al tramonto il cielo subalpino/da Palazzo Madama al Valentino/ardono l’Alpi tra le nubi accese/È questa l’ora antica torinese,/è questa l’ora vera di Torino”. Cari curiosi e appassionati di Liberty, sarete ormai stanchi e affaticati, allora vi propongo una meritata pausa prima di riprende il tour nel prossimo articolo.

Alessia Cagnotto

Salvata bambina con l’impianto di pacemaker, al Regina Margherita grazie ad alert inviato al medico

Per la prima volta una bambina di 13 anni è stata salvata tempestivamente grazie alla telemedicina, che ha permesso di intervenire immediatamente con l’impianto di un pacemaker dopo un arresto cardiaco verificatosi mentre si trovava nella sua abitazione.
La bambina accusava periodicamente malori, che spesso le causavano anche perdite di conoscenza, ed aveva consultato numerosi medici, finché si era cominciato a sospettare un problema cardiaco. Ma era solo un sospetto. Qualche mese fa era stata portata all’ospedale Infantile Regina Margherita, dove il dottor Fulvio Gabbarini (Responsabile dell’Aritmologia pediatrica, facente parte del Dipartimento di Pediatria, diretto dalla professoressa Franca Fagioli) le aveva impiantato sottocute un piccolo apparecchio chiamato Loop Recorder, che controllava in tempo reale ovunque lei fosse ogni suo battito cardiaco e lo registrava, in modo da documentare se i suoi malori fossero effettivamente causati dal suo cuore.
Questo piccolo apparecchio miniaturizzato è il frutto di una tecnologia elettromedicale molto avanzata, che, nel pieno rispetto della normativa europea sulla privacy, permette di analizzare il ritmo cardiaco e di trasmettere le registrazioni ad un server centrale, al quale ci si collega in maniera crittografata per visionare queste registrazioni.
Tramite la telemedicina la bimba era sottoposta quindi ad un monitoraggio cardiaco continuo da remoto ovunque si trovasse, senza che dovesse andare in ospedale: in poche parole il cardiologo può controllare il cuore di qualsiasi bambino mentre questi è a casa che gioca nella sua cameretta o dorme nel lettone.
Il nostro cuore funziona a corrente, c’è un punto da cui parte il segnale elettrico ed una strada che porta questo segnale in tutto il cuore per farlo contrarre e pompare così il sangue. Problemi in questo meccanismo elettrico, sia che il cuore batta all’impazzata sia che l’impulso non si formi più o che non abbia più la strada su cui viaggiare, possono portare all’arresto cardiaco e alla morte. E’ il caso della piccola paziente.
Il Loop Recorder trasmette ad un server centrale quello che registra, ma per questa bambina il dottor Gabbarini lo aveva programmato in maniera tale che potesse anche trasmettere un SMS sul suo cellulare, nel caso si verificassero eventi pericolosi: la paziente infatti era particolarmente a rischio, perché la sua malattia aveva dimostrato di peggiorare velocemente.
Il giorno di Ferragosto la bambina si sente di nuovo male e sviene. Immediatamente i genitori portano la bambina all’ospedale Regina Margherita, ma intanto il Loop Recorder aveva registrato che il suo cuore si era fermato per venti secondi prima di ripartire di nuovo, ed aveva già trasmesso un SMS di “alert” sul cellulare del dottor Gabbarini, che in quel momento si trovava in vacanza fuori regione. Appena ricevuto l’SMS il medico è partito immediatamente per Torino e le ha impiantato un pacemaker, onde evitare che si potessero ripetere a breve altri episodi che mettessero a rischio la sua vita.
La telemedicina ha così permesso di diagnosticare due cose: che l’impulso elettrico periodicamente non si generava e che non aveva più una strada da percorrere per poi permettere al cuore di pompare.
Il pacemaker impiantato quindi non solo ha assicurato la continua formazione dell’impulso elettrico, ma siccome è stato impiantato con una tecnica detta di “pacing paraHissiano”, ha praticamente ricostruito artificialmente anche quella strada interrotta.
Dopo l’intervento la bimba successivamente è stata dimessa dall’Aritmologia pediatrica ed è tornata nel suo domicilio in buona salute.

Rock Jazz e dintorni a Torino. Ludovico Einaudi e Elio

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Il sassofonista Pasquale Calò si esibisce al Cafè Des Arts.

Martedì. All’Osteria Rabezzana gli Umami celebrano la memoria di Salvador Allende. All’Hiroshima Mon Amour nel Sound Garden, i Rez eseguono canzoni ispirati a Pier Vittorio Tondelli. Al Blah Blah suonano i Los Peyotes. Al Jazz Club è di scena il trio di Emanuele Francesconi.

Mercoledì. Al Magazzino sul Po si esibisce Buck Meek. Al Blah Blah suonano i Pretty Boy Floyd  affiancati dai Midnight Devils.

Giovedì. Al Jazz Club è di scena Gabriele Rossi. Al Carignano per il vernissage “IncluSì” canta Carmen Consoli.

Venerdì. Al Blah Blah suonano gli Isaak mentre allo Ziggy si esibiscono gli Adversor. Al Circolo della Stampa per “Set in scena, “ Elio rende omaggio a Enzo Jannacci con “Ci vuole orecchio”. All’Hiroshima si esibisce Meg. Il Festival “Culto” all’Amen presentail duo Dame Area e Francesca Heart. Al Magazzino sul Po si esibisce Petrolio e Nàresh Ran.

Sabato. Allo Ziggy suona la Ghetto Blaster Orchestra. Sulla collina di Dogliani Ludovico Einaudi presenta “Piano solo in linea d’aria”. All’Hiroshima musica per beneficenza della curva Maratona con Eugenio Cesaro, Boosta, Statuto, Beba, Madaski, Sergio Berardo. Al Magazzino sul Po suona il quartetto Lechuck. Per “Culto” alla Cavallerizza con Flavia Buttinelli , a seguire al Bunker si esibiscono gli Space Drum Meditation. Al Blah Blah si esibisce il duo The Devils. Al Conservatorio per il Festival MiTo, l’Orchestra Filarmonica di Torino con le pianiste Katia e Marielle Labèque. Oltre ad eseguire composizioni di Mozart interpretano il concerto per 2 pianoforti di Bryce Dessner.

Domenica. Al Circolo della Stampa teatro musicale con Neri Marcorè con “Gaber- Monologhi e canzoni”

Pier Luigi Fuggetta

Basket: Torino sconfitta nel test con Verona, ora testa alla Supercoppa

09 set 2023 

La Reale Mutua Torino esce sconfitta dal test amichevole contro la Scaligera Verona ma mette altra benzina nelle gambe in vista del primo impegno di Supercoppa LNP in programma martedì 12 settembre al Pala Gianni Asti contro Cantù.

Sul parquet neutro del PalaBasiglio, in provincia di Milano, coach Ciani decide di partire con Vencato, Kennedy, Ghirlanda, Thomas e Poser. Coach Ramagli risponde con Penna, Devoe, Esposito, Udom e Murphy. Per Torino rimane fermo ai box capitan De Vico, tenuto a riposo precauzionale per un’infiammazione al trapezio.

La prima frazione di gioco è caratterizzata da un alto livello di fisicità e intensità difensiva da parte di entrambe le squadre, che mantengono infatti un punteggio basso ed equilibrato. Un layup di Schina in contropiede chiude il primo quarto sul punteggio di 15-13 per Torino.

Secondo quarto sempre all’insegna dell’equilibrio. Un break della Scaligera porta la Reale Mutua in svantaggio sul -3 (23-26 a metà quarto). Torino fa fatica a trovare con continuità la via del canestro e Verona allunga sul +7 prima della pausa lunga, sul punteggio di 25-32.

Torino subisce un nuovo allungo scaligero: la squadra di coach Ramagli infatti tocca un massimo vantaggio sul +15 (27-42 dopo 3’ nel quarto), costringendo coach Ciani a chiamare timeout. Al rientro in campo però la Reale Mutua non riesce a sbloccarsi e si ritrova sul -20. Una piccola reazione sul finale del terzo quarto permette a Torino di recuperare qualche punto e andare all’ultima pausa sul -15: 38-53.

Con un mini-parziale di 5-0 Torino si riporta sul -10 in avvio di quarto quarto, ma Verona risponde e incrementa ulteriormente il proprio vantaggio tornando sul +18, ipotecando così la vittoria nel test amichevole. Finisce 50-68.

Coach Ciani: “Siamo contenti per quanto mostrato nel primo quarto, poi nelle restanti tre frazioni non abbiamo interpretato al meglio il nostro gioco. Per la prima volta in questo precampionato non siamo stati coesi, ci siamo fatti trascinare dagli errori. Abbiamo sbagliato diversi tiri aperti e commesso errori difensivi. Tre frazioni che giudichiamo negativamente, ciò non significa che è svanito tutto quanto di buono è stato fatto finora, ma questa partita ci deve servire da stimolo in vista dei prossimi impegni ufficiali. Vogliamo riscattarci già a partire dalla partita di martedì.”

REALE MUTUA TORINO – TEZENIS VERONA 50-68 (15-13, 10-19, 13-21, 12-15)

Torino: Kennedy 11, Thomas 6, Vencato 2, Ghirlanda 2, Schina 9, Fea, Poser 8, Osatwna, De Vico NE, Cusin 6, Pepe 6. Allenatore: Franco Ciani. Assistenti: Alessandro Iacozza, Marco Siragusa. Rimbalzi: Cusin 6. Assist: Thomas, Vencato 3.

Verona: Mbacke NE, Stefanelli 6, Morati NE, Gazzotti 7, Gajic, Devoe 17; Esposito 7, Murphy 7; Massone 5; Penna 11; Udom 6; Bartoli 2.

UFFICIO STAMPA REALE MUTUA TORINO

Torino rievoca la liberazione dall’Assedio del 1706

Da giugno a settembre 1706, in piena guerra di secessione spagnola, Torino fu cinta nell’assedio delle truppe francesi. Furono mesi di bombardamenti, «guerra nel sottosuolo», combattuta nel reticolo di gallerie scavato a partire dalla Cittadella per colpire di sorpresa le truppe nemiche.

La liberazione si ebbe con la battaglia campale del 7 settembre, alla quale i torinesi assistettero dai tetti. I vincitori entrarono in città fra la folla festante. Fu un episodio decisivo della guerra, che si chiuse tre anni dopo, mentre la pace fu sancita nel 1713-14.

Ieri la Città ha ricordato gli oltre 5mila caduti dell’assedio, nel 317esimo anniversario, con una rievocazione storica della battaglia e con la cerimonia di commemorazione durante la quale la Vicesindaca Michela Favaro ha deposto di un omaggio floreale al Monumento Principe Eugenio.

‘L’autenticità dei ricordi’: Miranda Magistrelli alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia

Informazione promozionale

La nuova mostra postuma dedicata all’artista

Si intitola “L’autenticità dei ricordi “ la mostra postuma che, dal 7 al 18 novembre prossimo, la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia dedica all’artista Miranda Magistrelli ( 1927-2007).

L’artista, nata a Magenta nel 1927, primogenita di una famiglia benestante, completò gli studi fino all’avviamento alle Suore Canossiane e già dalla tenera età  ha rivelato un profondo amore per la pittura, tanto da preferirla al gioco. Qualunque strumento era adatto per disegnare e esprimere la sua passione, matite,  pennini ad inchiostro, pastelli, colori ad olio e tempere. Dopo il matrimonio con un  vercellese, non avendo figli, esplose tutta la sua passione per l’arte in tutte le sue sfaccettature, non soltanto dipingendo,  ma scrivendo brevi racconti e poesie. Frequentòbrevi corsi all’Accademia di Brera perfezionando i suoi talenti naturali e fu  tra i soci di un Circolo Culturale Vercellese, intorno al quale si riunirono scrittori, pittori, scultori, coordinati dal Maestro Francesco Giuseppe Rinone, che ha influito molto sulla sua formazione artistica. Questo circolo fu molto stimolante per la vita culturale cittadina. Miranda prediligeva dipingere i fiori, ma nella sua vita artistica ha eseguito anche molti ritratti di donne, nature morte, paesaggi vercellesi e soggetti astratti che completano la sua produzione pittorica.

Per lei la pittura rappresentava l’esigenza fisica e psicologica di evasione dal mondo della nebbiosa provincia piemontese che le stava stretta e di sopperire,  con la sua arte, ai momenti di malinconia tipici delle anime molto sensibili. La sua timidezza, legata all’educazione e al periodo storico in cui è  vissuta, non le hanno permesso di trasformare la sua arte in commercio. Spesso, anzi, regalava i suoi dipinti o li vendeva a prezzi non consoni allaloro qualità artistica, per il piacere di donare a  chi apprezzava il suo lavoro. Dopo la sua morte i nipoti hanno voluto renderle omaggio catalogando tutte le sue opere per la realizzazione sucataloghi monografici curati da Volker e Raffaella Silbernagl. Una mostra permanente  delle opere di Miranda è allestita presso la galleria Silbernagl a Daverio.

Miranda Magistrelli ha esposto in numerose mostre personali e collettive nel Nord Italia, vincendo numerosi premi, quali il Vercelliarte a Palazzo Verga, la mostra Nazionale di pittura a Dorno, nel Pavese,  il Premio Nazionale Santhià,  il premio Leopoldo d’argento di Milano, il Premio Demetrio Casola di Chivasso, il premio nazionale L’Orbita di  Novara e numerosi altri.

Nel percorso dell’artista Miranda Magistrelli si sviluppano molteplici temi, quali le vedute paesaggistiche, gli interni, le figure umane, i contesti floreali che vivono di un’analisi profonda, trovando piena accoglienza all’interno di un’impronta pittoricafigurativa di rara tensione poetica. La strategia dei chiaroscuri, l’equilibrio della prospettiva e il rapporto tra disegno e raffinatezza cromatica evidenziano un tratto sicuro  e di sapientemanualità.  L’artista si dimostra capace di entrare nell’animo della persona e di catturare il sentimento con una risonanza umana sorprendente in cui  lo studio del ritratto e della figura nell’interiorità del sentire e del vivere diventa prevalente. Il richiamo antico del passato si ravviva nei luoghi, negli oggetti, nelle persone in cui i ricordi, gli affetti e i valori travolgono appena l’osservatore.

L’artista cattura l’autenticità  dell’immagine creando nel soggetto un’atmosfera di contemplazione della natura e quello che la circonda nel suo quotidiano all’insegna del sentimento e del richiamo alla vita.

L’immediatezza di Miranda Magistrelli è  compositiva e naturale perché riscopre un tempo perduto colmo di riferimenti perduti e di memoria e di una dimensione reale senza fine.

La pittura quale strumento di indagine si veste di una  carica espressiva essenziale pulsante di vita, di amore e di rispetto per la natura e l’umanità.  Dentro tutto il suo iter vi è la necessità di trasformare il soggetto in sentimento e stato d’animo. Si tratta di un’esecuzione attenta che riporta alla luce un tessuto pittorico fedele al reale e capace di trasmettere al fruitore riferimenti evocativi di intensa emozione.

L’efficacia resa tra il disegno e la sostanza cromatica crea un risultato di lavoro impegnato intriso di notevole padronanza tecnica e aspetto visivo. La figurazione dell’artista Miranda Magistrelli contiene una personalità riconoscibile che risponde ad una sensibilità non comune, capace di arricchire ogni sua opera. I dipinti di Amanda Magistrelli sono creazioni realizzate con una tecnica magistrale e con una realtà pittorica affascinante che ci raccontano un vissuto, un’emozione, un ricordo di forte vena intimistica.

Mara Martellotta

 

Galleria Malinpensa by Telaccia

Corso Inghilterra 51

Tel 0115628220

info@latelaccia.it

Lite al bar: tira fuori un martello e aggredisce uomo mandandolo al Cto

Due uomini incontratisi all’interno di un bar di Torino, per ragioni  ancora da chiarire, hanno dato vita a una accesa lite. Si sono poi spostati all’esterno del locale, dove uno dei due avrebbe preso dalla propria auto un martello con cui colpire il rivale. I passanti li hanno separati. L’aggredito è stato portato all’ospedale CTO in codice verde, ma con alcune  contusioni.

Si sente male, si accascia e muore in ospedale un giovane bancario di 27 anni

Era al lavoro, nella filiale di piazza Mazzucchelli della Banca Popolare di Sondrio a Vercelli.  È uscito a prendere un po’ d’aria e si è sentito male. Giunti i soccorsi del 118 è stato portato all’ospedale di Alessandria, dove è deceduto. Si tratta di Simone Boggiani, gestore della filiale vercellese dell’istituto bancario lombardo, di soli 27 anni, originario di Mortara, dove viveva. Lascia i genitori e un fratello.

Giardino di Palazzo Cisterna chiuso per riprese cinematografiche

Ancora una volta Palazzo Dal Pozzo della Cisterna diventa suggestivo set cinematografico per nuove produzioni televisive.
In particolare lo storico giardino della sede aulica di Città metropolitana di Torino è coinvolto nelle riprese da venerdì 8, a giovedì 14 settembre. In questo periodo l’accesso al parco è consentito esclusivamente alle maestranze impegnate nella produzione.
Il giardino torna aperto e accessibile al pubblico da venerdì 15 settembre con il consueto orario 9 alle 19 con ingresso da Via Carlo Alberto.