ilTorinese

Uccise la moglie in Perù, arrestato a Torino

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Nella mattinata di sabato 25 maggio 2025, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino straniero, classe 1992, risultato essere un ricercato internazionale per omicidio.

L’uomo è stato dapprima controllato da una pattuglia della Squadra Volante in Via Leonardo Da Vinci e poi dagli immediati accertamenti effettuati tramite le banche dati internazionali, è emerso che era destinatario di un mandato di cattura emesso dalle autorità peruviane, in quanto condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie, avvenuto in Sudamerica, con l’uso di un’arma da fuoco.

L’uomo è stato quindi arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa delle procedure di estradizione.

Rubavano veicoli e nei cantieri: quattro arresti

 

La Polizia di Stato di Torino ha dato esecuzione a quattro misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti impegnati in attività illecite finalizzate al furto di veicoli e di materiale edile prelevato da cantieri.

L’indagine, avviata nel novembre 2023 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ha preso il via in seguito alla denuncia presentata da un uomo agli uffici della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Torino, vittima del furto del proprio autocarro all’interno del quale si trovava un carico di materiale edile di rilevante valore commerciale. 

L’attività di indagine ha permesso di attribuire a cinque indagati ben 23 episodi delittuosi commessi nelle ore notturne a Torino e nei comuni limitrofi, relativi in particolare al furto di veicoli o parti di essi, nonché di materiale edile custodito all’interno di cantieri.  

Scopo dei malviventi era la successiva commercializzazione delle parti dei mezzi oggetto di furto, che per tale ragione venivano quasi completamente smontati una volta condotti in luoghi “sicuri”.

Grazie all’attività della Polizia Stradale, gran parte dei veicoli trafugati sono stati rinvenuti e restituiti ai legittimi proprietari prima delle operazioni di cannibalizzazione.

Per i reati sopra menzionati, su disposizione del GIP presso il Tribunale di Torino, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Torino ha eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare dell’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi in ore notturne dalla propria abitazione per due soggetti e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. per altri due.

È doveroso precisare che il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari: vige, pertanto, la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

Spray al peperoncino, liceo evacuato

Mattinata agitata al Liceo delle Scienze Umane “Regina Margherita” di Torino, dove lunedì 26 maggio, si è verificato un episodio che ha richiesto l’evacuazione dell’istituto scolastico.

Intorno alla seconda ora di lezione, all’interno della succursale di via Casana, è stato spruzzato un quantitativo consistente di spray urticante al peperoncino. Immediati i disagi tra studenti e studentesse: numerosi i casi di irritazione agli occhi e bruciore alla gola segnalati al personale scolastico.

La dirigenza, rilevata la situazione, ha disposto l’evacuazione dell’intero edificio per garantire la sicurezza di alunni e personale e favorire l’areazione dei locali. Sul posto sono intervenuti anche i soccorsi per accertare le condizioni dei presenti e ristabilire la normalità.

Non sono ancora noti i responsabili del gesto, mentre sono in corso le verifiche per chiarire l’accaduto.

“Istantanea”. E’ qui il Circo

Ritorna a Cavallermaggiore, nel Cuneese,  il Festival di “Circo contemporaneo” organizzato da “Cordata FOR”

Sabato 31 maggio e domenica 1° giugno

Cavallermaggiore (Torino)

Per gli appassionati del “Circo contemporaneo”, quello più “strano” e variegato, dal video mapping alla musica, dalla clownerie al cabaret, dal teatro alla giocoleria e al brivido che ti lascia senza fiato dell’acrobazia, l’appuntamento da non perdere, per il fine settimana, è nella cuneese Cavallermaggiore, “città” (titolo conferitole da Vittorio Emanuele II, il 13 settembre del 1863) dove sabato 31 maggio e domenica 1° giugno sarà di gran scena la quinta edizione di “Istantanea”, il Festival circense organizzato dall’Associazione “Cordata FOR” (network torinese di “circo contemporaneo”), all’interno del bando “Corto Circuito” di “Fondazione Piemonte Dal Vivo” e sostenuto da “MIC – Ministero della Cultura”, “Regione Piemonte”, “Fondazione Cassa di Risparmio di Torino” e “Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano”, con il patrocinio del “Comune di Cavallermaggiore”.

“Saranno due giorni – assicurano i responsabili – di spettacoli di qualità, per pubblici di tutte le età, che trasformeranno Cavallermaggiore in un palcoscenico all’aperto per artisti emergenti e affermati, un luogo di scoperta, gioco e divertimento nel segno del ‘nouveau cirque’”.

Due le “arene” allestite, come da tradizione, in piazza Baden Powell“Arena Antilia”, chiusa, in cui saranno ospitati gli spettacoli da sala e “Arena Parade78”, l’arena aperta che ospiterà “Play_Giochi di una volta”, dedicata ai più piccoli con grandi giochi in legno rivisitati decine di anni dopo la loro creazione “attraverso il ‘fil rouge’ della luce, così da rendere ogni gioco un’installazione luminosa, un luna park dove grandi e piccini si possano divertire insieme” (sabato alle 19 e domenica alle 15).

Sottolinea, in proposito, Giuseppina Francia di “Cordata FOR”: “Istantanea arriva alla quinta edizione e punta su un programma variegato e moderno che mescola teatro di strada, video mapping e musica dal vivo, insieme a tip tap, ad accompagnare la tecnica circense a quella teatrale. Vogliamo far divertire tutte le generazioni”. E non abbiamo dubbi che ci riusciranno.

Imperdibile la prima serata di sabato 31 maggio che, alle 21, in “Arena Antilia” propone “Devualè”, un cabaret unico ed elettrizzante tra clown, circo e musica dal vivo, con Giulio Lanzafame, Mario LeviS, Silvia Martini e Simona Mezzapesa (“Cordata FOR”) che “man mano che il sipario si aprirà sveleranno le loro capacità artistiche e personalità uniche, mescolando momenti di comicità esplosiva a momenti di silenziosa poesia”.

Non meno coinvolgenti gli spettacoli “About” (domenica 1° giugnoore 17,30, sempre in “Arena Antilia”) con il “DUOPADELLA” (Giuliano Garufi e Isaac Valle) impegnati in spettacoli di “bicicletta acrobatica” e “giocoleria”, così come “Cà mea” (spettacolo di chiusura, domenica 1° giugnoore 19,30, in “Arena Antilia”), spettacolo di “acrobatica, filo teso, sfera d’equilibrio e verticali” con la “Compagnia AGA” di Gaia Cafaggi, Alessandra Ricci ed Agnese Valentini: tre artiste impegnate a raccontare, attraverso il circo (con ironia, dolcezza e crudeltà) la storia di una convivenza casalinga. Eh sì, perché “la costante ricerca di armonia casalinga – dicono – può forse farci ricordare la costante ricerca dell’equilibrio circense”. Buona e condivisibile intuizione.

Per infowww.cordatafor.com

g.m.

Nelle foto: “Devualé”, “About” e “Cà mea” (ph. Camilla Poli)

La Fondazione Cavour celebra il 165esimo della morte del Conte

Chi era Camillo Benso di Cavour e qual è il suo ruolo nella nascita dello Stato Italiano? L’importanza di questo personaggio storico viene celebrata dal Premio Cavour e dall’omonima Fondazione Cavour, che per il 2025 ha assegnato il premio Cavour al Maestro Riccardo Muti, che lo riceverà il 29 settembre prossimo.
Intanto, il 6 giugno 2025, si celebra il 165esimo anniversario della morte del Conte, a Santena. L’ingresso alle celebrazioni è gratuito, con prenotazione obbligatoria entro il 4 giugno  (011.597373 – 6giugno@fondazionecavour.it). Il primo atto, alle 6 e 45, l’ora esatta della morte di Cavour, è il posizionamento della bandiera a mezz’asta nell’ora esatta della morte di Cavour, al Memoriale Cavour, a Santena (Torino).
Alle 17 poi il programma prosegue con un Omaggio alla tomba (Monumento Nazionale) di Camillo Cavour, Onori alla bandiera e Saluto delle Autorità. Subito dopo, ecco la Commemorazione ufficiale dell’anniversario a cura del  prof. Agostino Giovagnoli,  storico e storico della filosofia, professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il titolo della Commemorazione è: “Il contributo dei Cattolici all’Unità d’Italia”.
“Sono Cattolico e voglio morire nella mia religione”. Così infatti disse, nel 1856, a Ruggero Gabaleone di Salmour il nostro Camillo Cavour. Lo Statista basò la sua azione politica proprio sul principio di “Libera Chiesa in libero Stato”, sulla separazione dei poteri e sulla rappresentanza dei nuovi interessi emergenti nella società (vedi l’editoriale, vero e proprio manifesto del riformismo italiano, pubblicato sul primo numero de “Il Risorgimento” il 15 dicembre 1847).
Dopo la conferenza, un altro omaggio a Cavour, questa volta legato al territorio. Ovvero una degustazione di asparagi e di prodotti tipici enogastronomici legati all’opera di Cavour e dei suoi contemporanei. In particolare, i presenti gusteranno alcuni dei prodotti tipici dei luoghi cavouriani: gli asparagi di Santena, il vino di Grinzane Cavour (Cn) e il riso di Leri (VC).
Il Castello di Santena vale senz’altro una visita per mille motivi, artistici, storici e di bellezza del paesaggio e del parco. Il 6 giugno è l’occasione giusta per godersi una giornata speciale. Ecco da dove partirebbe Boglione per visitare un luogo tanto fondamentale per l’Italia.
«La visita dà l’opportunità di ripercorrere le tappe di una famiglia piemontese che, partendo dall’epoca medievale anche attraverso politiche matrimoniali, ha aumentato sempre di più la sua importanza fino a giungere nell’Ottocento, epoca nella quale ha vissuto l’uomo di Stato più importante che il Regno d’Italia abbia avuto, Camillo Benso di Cavour», spiega Boglione. «La visita – con il richiamo a persone quali Carlo Alfieri di Sostegno ed Emilio Visconti Venosta – è un’occasione per ripercorrere le tappe che hanno portato all’Unità d’Italia fino ad arrivare con Giovanni Visconti Venosta alla fine della Seconda guerra mondiale. Discorso a parte è il monumentale parco di 16 ettari recintati, splendido monumento all’architettura paesaggistica all’inglese, che è uno dei 18 parchi presenti nella Regione Piemonte disegnati dal medesimo architetto franco-prussiano, Xavier Kurten: una vera rarità botanica».
TUTTO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DEL 6 GIUGNO 2025

Dopo la vittoria della Salis a Genova

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Subito dopo la Liberazione del 1945  Genova ebbe due sindaci comunisti, il primo  imposto dal CLN, poi ebbe una lunga serie di sindaci democristiani anche per l’influenza del leader Dc Paolo Emilio Taviani. Nel 1960, quando a Genova ci fu una violenta rivolta di piazza per impedire il congresso del MSI che due anni prima si riunì senza proteste a Milano, ci fu un commissario prefettizio a gestire l’emergenza. Ma 50 anni fa Genova svoltò nuovamente a sinistra con un sindaco socialista sostenuto dal pci.
Da allora ebbe sempre  sindaci di sinistra ,alcuni di essi ebbero anche una certa notorietà, non sempre positiva  da Burlando a Vincenti, per non dire del magistrato Sansa e del nobile Doria. Poi ci fu  dal 2022 un sindaco di centro – destra, Bucci , dimissionario nel 2024 perché eletto presidente di Regione dopo l’esperienza deludente e non priva di ombre  di Toti, espressione di una forte mediocrità politica e accusato di malaffare. Bucci fece scelte, dopo il crollo del ponte Morandi, per dare a Genova le infrastrutture necessarie alla città che le aspettava da tempi memorabili. Si rivelò un ottimo sindaco, smantellando con coraggio  anche un  decentramento elefantiaco e costoso fatto per dare posti retribuiti ai politici di serie B nelle circoscrizioni. Ora il sindaco, anzi la sindaca, passa nuovamente alla sinistra del campo largo aperta ai grillini e alle estreme. Si direbbe che Genova sia sempre stata una città di sinistra e che Bucci sia stato un’eccezione. Non ci sono più i camalli del porto, ma a partire dalla ztl la sinistra più o meno radicale predomina.
E’ una storia simile a quella di Savona dove la sindaca di centro – destra  Caprioglio fu un’eccezione. Bucci quindi come Guazzaloca a Bologna? Forse si potrebbe dire di sì anche  se la storia di Bologna si identifica ben di più  nella storia del PCI e di tutte le sue trasformazioni, non a caso iniziate alla Bolognina. Le tre vittorie di centro-destra sono quindi occasionali ? E’ presto per dirlo, ma certo i partiti della coalizione non sono stati all’altezza del compito di amministrare. Può darsi che anche il campo largo non riesca a farlo, anche perché la figura scialba e nel contempo arrogante della nuova sindaca Salis (che ricorda il nome nefasto dell’euro deputata che pratica e difende l’occupazione delle case) non è sicuramente una garanzia di esperienza politica e amministrativa. Essa ha vinto per la fragilità del centro – destra. La sconfitta di Genova può essere l’inizio di una frana che con le  prossime regionali d’autunno potrebbe far vacillare lo stesso governo nazionale tutto volto ad esercitare un ruolo internazionale che non compete storicamente all’Italia, ma non abbastanza attento ai problemi interni che sono evidenti e gravi. L’armata Brancaleone del campo largo che recluta anche Renzi e Calenda, potrebbe tentare il colpaccio. Troppi improvvisatori dominano il terreno politico a destra e a sinistra e la scarsa affluenza al voto può determinare conseguenze imprevedibili.

“Solness”, la tragedia di un uomo potente

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Al Carignano, sino a domenica 8 giugno

Presentando “Solness” – spettacolo di chiusura della stagione dello Stabile torinese, in attesa che siano svelate il 6 giugno prossimo le carte di quella 25/26 -, Andrea Tarabbia ricorda come ci siano scrittori riccio e scrittori volpe, prendendo a prestito un’affermazione di Isaiah Berlin, pensatore liberale di origini lettoni, che nel suo lungo cammino di vita ricevette tra l’altro il “Jerusalem Prize” in onore delle sue opere concepite e scritte intorno alla libertà individuale nella società, parole a loro volta ricavate da un frammento di Archiloco, “la volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande”. Per insegnarci che sono volpi quanti abitano tante forme, da Balzac a Puškin a Joyce, aggiungendoci Cechov e il nostro Pirandello, ricci tutti quelli che formano nella loro scrittura un unico punto centrale, un’unicità di visione attorno a cui costruire la propria poetica, da Lucrezio a Proust a Dostoevskij. A Henrik Ibsen, un gran bel riccio di Norvegia, chiuso nel suo teatro e nei suoi drammi, che per una vita intera ha puntato al dramma, soltanto, personaggi forti e granitici i suoi, pronti a prendere forma esclusivamente sulle tavole di un palcoscenico. Tarabbia parla di “ossessione: ma allora, “benvenuta ossessione”.

Solness” è il vecchio, da sempre collaudato “Il costruttore Solness” (1892), a cui Ármin Szabò-Székely adattandolo e Kriszta Székely – che ha già scandagliato i drammi di Nora e di Hedda – formandolo registicamente hanno sottratto il termine d’attività, ampliando nelle intenzioni e nella mente all’Uomo – ottocentesco e nostro contemporaneo – ogni morbosità, sporcata forma d’affermazione, tratto misogeno, la pretesa di qualsiasi falsa apparenza e l’annientamento di quei segreti e le tragedie che abbiano attraversato l’esistenza di Halvard Solness (la morte dei due gemelli e il distacco dalla moglie Aline, una tragedia che Ibsen poeta aveva già anticipato: “Stavano seduti, quei due, in una casa tanto accogliente / nei giorni d’autunno e d’inverno. / Poi la casa bruciò. Tutto giace in macerie. / Quei due possono solo rovistare tra le ceneri.”): salvo poi, giustamente, ad apertura di sipario, metterci davanti agli occhi l’archistar, una sorta di Citizen Kane dell’architettura, quel modellino illuminato che è un po’ il logo della premiata ditta, ma la nostra visione s’è già allargata su un più ampio orizzonte. Nella “tragedia” di quest’uomo – falsamente e scorrettamente superuomo, che s’è costruito momento dopo momento, azione dopo azione, un ego abnorme, che ha allineato ogni essere umano attorno a sé, nella sfera privata come in quella pubblica e lavorativa, che ha messo alle corde quanti nella sfera giovanile abbiano tentato e tentino di sopravanzarlo, mettendo del proprio o rivisitando progetti suoi, con la risposta del più totale dominio, che ha costruito un mondo di bellezza ma altresì di distruzione, lucidamente ricercata, che ha azzerato la sessualità e gli affetti – la vita muta drasticamente con l’arrivo, improvviso ma pure (avremo modo di scoprire) congegnato, della giovanissima Hilde, forse una simbolica coscienza, certo un essere umano che pretende una confessione e il confronto con un passato di colpe, dove lei stessa è stata offesa. Con il tempo che ha Székely di metterci di fronte all’abuso sessuale, al filo rosso del Me too, in un sopruso che non è certo saltato fuori dal nulla in tempi vicini a noi e che s’allarga al tema del potere. Tema che si focalizza, all’interno dello spettacolo (che rimarrà al Carignano sino a domenica 8 giugno), nell’intuizione di mutare il vecchio originale Knut Brovik, nella cui ombra Solness s’è formato, in un personaggio, femminile, quello di Frida, che qui ha le note sincere e disperate di Laura Curino.

Correttamente ambientato (sono di Botond Devich le scene, un tavolo che è luogo di lavoro ma anche di confessioni, un sovrabbondante parco luci – di Pasquale Mari – ampie come un tetto di chiarificazione e di tribunale, e laterale, che è pronto a restringersi nei momenti più intimi) in un’epoca che è la nostra, senza forzature di comodo, “Solness” è uno spettacolo forte, compatto, di piena e stimolante meditazione, audace in certi suoi approfondimenti, pienamente concentrato nella propria attualizzazione, innalzato a una specifica “monumentalità”, ogni passaggio retto da Székely con fermezza e calibratura d’intenti, salvo – m’é parso, vedendo lo spettacolo all’indomani della prima e ponendo alcune incertezze nella scusante del rodaggio – inciampare qua e là nella parte finale, non distribuendola appieno, nel passaggio tra un più pronunciato realismo a una metafisicità, che coinvolge anche certi faticosi meccanismi e che – inavvertitamente – “sporca” il messaggio che il testo ibseniano ci lascia.

Lisa Lendaro come Kaja e Marcello Spinetta come Ragnar sono le prime costanti vittime del costruttore, d’eccellenza le apparizioni di Mariangela Granelli come Aline, chiusa nella torre del suo risentimento e nello sguardo verso un passato che non può essere che di dolore, ragazza ribelle e vendicativa la Hilde di Alice Fazzi, la più sfacciatamente moderna ed emblematica della intera operazione. Tra tutti i suoi compagni si muove in pose tiranniche, con una assai efficace bravura, il Solness di Valerio Binasco, in abiti scuri o in piena libertà tra mutande e accappatoio, concentratissimo e solido, battagliero a rivendicare il suo status vitae e i rapporti bacati con gli altri, la verità che è all’interno del proprio premierato, specchio della forza che distrugge ma anche di quella debolezza, con rarissime luci di umanità, che una ragazza comparsa (quasi) dal nulla gli ha fatto scoprire, mettendolo in un angolo, per sempre.

Elio Rabbione

Le foto di “Solness”, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con la regia di Kriszta Székely, sono di Luigi De Palma.

Magna Rivoli, 50 posti a rischio: “il gruppo Pd a fianco dei lavoratori”

Nel prossimo Consiglio Comunale di Rivoli di giovedì 29 maggio sarà discusso un ordine del giorno
presentato dai gruppi di maggioranza, in risposta al piano di esuberi annunciato da Magna, che
prevede il taglio di circa 50 posti su 90 presso il centro ex-Olsa, specializzato nella progettazione di
sistemi di illuminazione per l’automotive.
Una decisione che colpisce personale altamente qualificato e mette a rischio il futuro industriale
del territorio.
Tra le richieste nell’ordine del giorno: convocare un tavolo urgente con azienda, sindacati, Comune
e Regione; interventi concreti da parte di Regione Piemonte e Ministero dello Sviluppo Economico;
sostenere il sindacato promuovendo incontri pubblici.
“Difendere questi posti significa difendere il futuro della nostra città”, dichiarano i promotori
dell’ordine del giorno.
Pieno il sostegno del Gruppo ai lavoratori coinvolti e massimo l’impegno per la tutela della dignità
e dell’occupazione.

Sportello Lavoro a Piobesi

Servizi più vicini a persone e imprese grazie alla collaborazione fra Agenzia Piemonte Lavoro e Comune di Piobesi.
Da mercoledì 28 maggio 2025 anche le comunità di Piobesi Torinese e dei comuni limitrofi potranno contare su un nuovo punto di riferimento per i servizi al lavoro. Nei locali del municipio, in corso Italia 9, aprirà infatti uno sportello territoriale per il lavoro del Centro per l’impiego di Moncalieri, attivo ogni quarto mercoledì del mese dalle 9.30 alle 12.30, su appuntamento.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Comune di Piobesi Torinese Agenzia Piemonte Lavoro, braccio operativo di Regione Piemonte per le politiche attive del lavoro.
L’obiettivo condiviso è rendere i servizi pubblici per l’impiego ancora più accessibili alle comunità locali, contribuendo così a promuovere il tessuto produttivo del territorio. Tramite lo sportello, infatti, le persone potranno usufruire più agevolmente di opportunità professionali e formative, e le imprese di servizi di consulenza.

Lo sportello di Piobesi si affianca a quelli di recente attivazione a Vinovo e Nichelino, rafforzando la presenza del Centro per l’impiego di Moncalieri nel territorio di sua competenza.

Per celebrare l’apertura ufficiale è prevista una cerimonia inaugurale mercoledì 28 maggio alle 17.30 nel municipio, alla presenza di rappresentanti istituzionali dell’amministrazione comunale.

Chi desidera chiedere informazioni sui servizi offerti e sulle modalità per accedervi o fissare un appuntamento può contattare il Centro per l’impiego di Moncalieri: 338 4701570, info.cpi.moncalieri@agenziapiemontelavoro.it

Sport memorabilia da Bolaffi: Maradona, Platini, Pelè

All’asta in Sala Bolaffi anche la collezione di maglie appartenuta al giornalista sportivo Bruno Bernardi

Circa cento lotti selezionati, tra maglie, coppe, medaglie e altri cimeli faranno battere il cuore di tifosi e appassionati di calcio durante l’asta di Sport memorabilia, in programma giovedì 29 maggio alle 15:30 in Sala Bolaffi a Torino (via Cavour 17). In catalogo spicca in particolare la collezione di maglie da calcio appartenuta all’ex giornalista sportivo del quotidiano La Stampa Bruno Bernardi, testimone diretto di generazioni di campioni degli anni ’70 e ’80.

Tra queste la maglia della Nazionale argentina indossata a Italia ’90 da Maradona e da lui personalmente regalata a Bernardi, a cui il Pibe de Oro era legato da una profonda amicizia, confermata anche dal fatto che fu l’unico giornalista italiano invitato al suo matrimonio (lotto 100, stima 15-20.000 euro). Altro cimelio di Bernardi la maglia indossata da Platini durante una delle sue convocazioni in Nazionale nel 1981/82 (lotto 94, stima 5.000-7.500 euro) e quella della Nazionale di Gigi Riva del 1972 (lotto 97, stima 2.500-3.500 euro).

Tra gli altri highlight dell’asta ci sono la maglia della Nazionale brasiliana appartenuta a Pelè, stagione 1970/71, e da lui autografata (lotto 101, stima 7.500-10.000 euro), quella del Napoli indossata da Maradona nella stagione 1985/86 (lotto 83, stima 7.500-10.000 euro) e quella della Roma portata da Maurizio Turone nella stagione 1980/81 (lotto 90, stima 5.000-7.500 euro).

Nella sezione dedicata ai club stranieri si va dalla maglia dei New York Cosmos appartenuta a Franz Beckenbauer nella stagione 1980 (lotto 23, stima 3.500-5.000 euro), a quella della Stella Rossa di Belgrado, stagione 1983/84 (lotto 85, stima 3-5 mila euro), passando per la maglia del Liverpool, stagione 1982/84, attribuita al bomber Ian Rush (lotto 86, stima 5.000-7.500 euro).

Tra le rarità, si segnala infine il programma ufficiale dei Campionati del mondo di calcio del 1934 (lotto 5, stima 1.500-2.000 euro).

PDF CATALOGO www.astebolaffi.it/it/auction/788