ilTorinese

Sopralluogo al grattacielo della Regione

“L’auspicio è che questo cantiere possa rapidamente concludere i lavori, senza ulteriori inconvenienti e costi aggiuntivi, affinché possa fornire una struttura moderna e funzionale all’ente regionale ed alla comunità piemontese”.

Queste le parole del presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, a margine del sopralluogo al cantiere del Lingotto, per la costruzione del Palazzo Unico della Regione Piemonte, convocato dalla prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

“Prendiamo positivamente atto dell’impegno dell’assessore Andrea Tronzano – ha affermato Vercellotti – a monitorare l’iter e riferire in Commissione con regolarità l’andamento del cantiere. Abbiamo potuto sentire i vari responsabili che ci hanno illustrato le attività, le criticità e le tempistiche necessarie per chiudere in tempi ragionevolmente rapidi la realizzazione dell’opera”.

Alla seduta esterna della Commissione, sono intervenuti per l’Esecutivo l’assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano, e quello ai rapporti con il Consiglio regionale, Roberto Rosso. I componenti della Giunta avvalendosi dei tecnici presenti hanno illustrato la situazione relativa alla edificazione dell’opera. È emerso così che la nuova sede regionale è oltre al novanta per cento della realizzazione e che le future tempistiche dipenderanno soprattutto dagli iter amministrativi. Si è parlato della fine dei lavori entro il 2020 e di una conclusione dei collaudi rapida. Il costo dell’opera rimarrebbe anche nei termini previsti essendo di 219 milioni di euro con le varianti approvate e che con le eventuali successive non dovrebbe superare i 230. A brevissimo verrà aggiornato il sito dell’opera.

Tra i numerosi consiglieri, per l’opposizione, era presente Maurizio Marello (Pd)  “Quello di oggi è stato un interessante sopralluogo col quale si è preso atto dello stato dei lavori e di alcuni temi di cui si è parlato molto in queste settimane quali la situazione delle vetrate esterne e la pavimentazione”.

“È necessaria la massima efficienza da parte della Regione su tutti i provvedimenti amministrativi legati al completamento ed al collaudo dell’opera – ha detto Giorgio Bertola (M5s) -. Bisogna fare in modo che il trasloco degli uffici nella nuova sede possa iniziare subito dopo il termine dei lavori, anche avvalendosi del collaudo in corso d’opera, come reso possibile dalle normative vigenti.”

“Abbiamo voluto constatare personalmente le criticità esistenti – così Alberto Preioni (Lega) –. La fine dei lavori era prevista nel 2015, slittata poi alla primavera del 2019, poi ulteriormente posticipata all’autunno del 2020. Volevamo renderci conto di persona delle piastrelle danneggiate, dei vetri delle finestre difettosi, abbiamo preso visione dello stato della struttura”.

Prenota online e Amiat ti ritira i rifiuti ingombranti

Amiat: al via una campagna informativa sul servizio di prenotazione

Amiat, società del Gruppo Iren, ha avviato una campagna informativa dedicata al servizio di prenotazione online per il ritiro dei rifiuti ingombranti, in un periodo, quello estivo, che tradizionalmente vede molti cittadini dedicarsi ad attività di sgombero e pulizia con un conseguente aumento dei rifiuti ingombranti da smaltire.

Il servizio di prenotazione on line offre ai cittadini la possibilità di effettuare la richiesta tramite la compilazione di un form dedicato sul sito della società, senza il vincolo degli orari del Customer Care Ambientale.

Le nuove tecnologie stanno progressivamente cambiando le modalità di contatto fra cittadini ed azienda, con una netta crescita dei contatti attraverso il sito internet; a fronte di 100 mila richieste complessive pervenute nel 2018 per il servizio di ritiro rifiuti ingombranti, oltre 16 mila sono state inoltrate via web.

Un dato che sta manifestando ulteriori segnali di crescita in questi primi mesi del 2019.

Chiunque abbia un rifiuto ingombrante da smaltire (da mobili ad elettrodomestici di grandi dimensioni, da materassi a sanitari…) ed è impossibilitato a portarlo nei centri di raccolta presenti in città, può scegliere la comoda e veloce prenotazione di ritiro a domicilio attraverso il canale online. Un veicolo in più, totalmente gratuito, che va ad aggiungersi alla tradizionale telefonata al Customer Care Ambientale 800 017 277 e al form da compilare sull’app Junker.

La campagna di comunicazione, veicolata sul web tramite banner pubblicitari è inoltre un richiamo a non abbandonare i propri rifiuti ingombranti per strada, con conseguenze negative sulla collettività: non solo rende la città più sporca e disordinata, ma genera notevoli costi aggiuntivi per Amiat.

Si ricorda inoltre che l’abbandono di rifiuti su suolo pubblico è un reato e i trasgressori sono puniti con sanzioni pecuniarie ai sensi del REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI.

Per maggiori informazioni www.amiat.it

Nuove armi da guerra trovate dalla polizia

Nei giorni scorsi, personale della DIGOS della Questura di Torino, nell’ambito dell’operazione “MATRA” coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – UCIGOS, ha sequestrato, durante le attività di perquisizione del deposito di Rivanazzano Terme (dover erano stati rinvenuti un missile aria/aria mod. MATRA e due “Razziere”) le seguenti parti di arma e di munizionamento da guerra:

  • Ø una sezione di controllo e di guida militare di un missile, modello SEA Killer/Marte di un metro di lunghezza e 20.5 cm di larghezza, con la parte elettronica in perfetto stato di conservazione (parte di arma da guerra);
  • Ø un razzo da esercitazione militare con testa inerte di 50 mm e lunghezza di 92 cm, di fabbricazione italiana, privo di propellente e compatibile con le razziere sequestrate il 17 luglio (munizionamento da guerra);
  • Ø una sezione di guida di un missile aria/aria, fabbricato negli U.S.A., modello AIM-7/ “Sparrow”delle dimensioni di 79 cm di lunghezze e 20 cm di diametro, privo di fusoliera (parte di munizionamento da guerra);
  • Ø una sezione di guida di un missile superficie/aria, fabbricato nell’ex U.R.S.S., modello SA8, delle dimensioni di 60 cm di lunghezza e 18 cm di diametro, privo di fusoliera (parte di munizionamento da guerra).

Le operazioni di perquisizione, eseguite con la collaborazione degli artificieri e dell’Esercito, hanno avuto termine nella giornata del 26 luglio.

Sorpasso in autostrada, due morti

Incidente mortale nello scontro tra due auto, nella notte, intorno alle 2, sull’autostrada A4 Torino–Milano, nei pressi dello svincolo di Settimo.

Un’ auto coinvolta è una Mercedes Cabrio, a bordo un uomo e una donna  che sono morti. Sull’altra vettura, una Fiat Punto, due persone sono rimaste ferite. La  Satap ha chiuso  l’autostrada nel tratto interessato. Sembra che la Mercedes, sbandando, sia stata urtata dalla Punto che si trovava in corsia di sorpasso.

Striscione “Verità per Bibbiano”, parla Grimaldi (LUV)

Riceviamo e pubblichiamo

“Nessuno aveva regolamentato l’uso della facciata perché nessuno ha mai utilizzato il palazzo della Regione come la bacheca Facebook di Salvini”

Ieri l’aula del Consiglio è stata impegnata nella discussione sul “caso Bibbiano” e sulla rimozione dello striscione “Verità per Bibbiano”, affisso dalla Giunta per propria decisione univoca fuori dal palazzo della Regione.

“Non facciamo la destra più stolta di quello che è: sanno bene che per noi il problema è il metodo, neanche dei ragazzini arrivati al potere per caso farebbero marachelle come quella di Ricca. Nessuno aveva regolamentato l’uso della facciata perché nessuno ha mai utilizzato il palazzo della Regione come la bacheca Facebook di Salvini”– dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi –. “Se si possono poi fare due appunti sul merito, la magistratura sta svolgendo le indagini e ha fatto bene a chiudere i canali di comunicazione finché non si concluderà il suo lavoro. Quindi, la ‘verità su Bibbiano’ è al centro di scrupolose indagini. Ci sono forse dubbi che sia così? Si è voluto accostare quello striscione dai caratteri ‘ultras’ allo striscione giallo per Giulio Regeni. Ma questo fu affisso dopo un voto unanime dell’aula e la ‘verità per Giulio Regeni’ è oscura ancora oggi, poiché uno Stato ha cercato di insabbiare i fatti, ecco perché la chiedevamo a gran voce”.

Il “Pannunzio” per la Festa del Piemonte

Con Legge Regionale n. 26 del 10 aprile 1990, il Consiglio Regionale del Piemonte stabilì l’istituzione della Festa del Piemonte, individuandola nel 22 maggio, data della promulgazione dello Statuto Regionale del Piemonte.

Senza voler nulla togliere al significato di quella scelta che si radica alla storia recente del Piemonte, noi abbiamo constatato che in quasi trent’anni che detta festa non sia di fatto mai stata solennizzata dalla popolazione piemontese e neppure dalla stessa Regione Piemonte.

Al contrario, rimane molto viva e spontanea la festa del Piemonte del 19 luglio, data che ricorda l’epica battaglia dei piemontesi sul Colle dell’Assietta nel 1747, uno dei momenti più significativi della storia del Piemonte, dove le truppe del Conte Cacherano di Bricherasio bloccarono l’aggressione francese. Fu una battaglia impari di circa 7.000 piemontesi contro i 21.000 francesi.

Fu il generale Cacherano di Bricherasio che coniò per quell’occasione il mitico “Bugia nen“.

Il Centro Pannunzio (www.centropannunzio.it, considerata l’esperienza quasi trentennale, propone come festa del Piemonte quella del 19 luglio anche nello spirito e nella lettera della citata legge regionale n. 26, che richiama tra i compiti delle Regione quello di “favorire la conoscenza della Storia del Piemonte”.

Questa era anche un’idea dello scrittore piemontese Mario Soldati.

Pier Franco Quaglieni

Firma qui la petizione:

http://chng.it/dBDYHfjBnR

Le fiamme gialle sequestrano a imprenditore due milioni in case, auto e denaro

La Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo Piemontese, ha confiscato immobili, società, conti correnti, veicoli e altri beni di lusso per oltre 2 milioni di euro, tutti riconducibili a un noto imprenditore di Pinerolo (TO).

Dalle indagini, iniziate nel 2017, è emerso un articolato sistema criminoso consistente nella creazione ad hoc, di ben 4 diverse società che metodicamente venivano “alleggerite” di asset e utili, il tutto con grave nocumento per i creditori e per il Fisco. Proprio queste sottrazioni di utili, hanno consentito agli investigatori del Gruppo Orbassano di contestualizzare le condotte tipiche della bancarotta fraudolenta, oltre che dell’evasione fiscale, per le quali l’imprenditore è stato denunciato alla Procura della Repubblica.

I Finanzieri, coordinati dal Procuratore Aggiunto Cesare Parodi, hanno svolto minuziose indagini, dirette da un lato a evidenziare la pericolosità sociale del soggetto, il quale già da tempo era implicato in diverse attività criminose, e dall’altro ad individuare una sproporzione tra quelle che erano le risorse economiche dell’imprenditore in questione, totalmente sconosciuto al Fisco, e quello che era il suo tenore di vita, decisamente al di sopra delle sue possibilità. Su quest’ultimo aspetto si è concentrata l’attenzione degli inquirenti i quali hanno svolto accertamenti patrimoniali ad ampio raggio, avvalendosi anche degli strumenti normativi del c.d. “Codice Antimafia”, su ben 10 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, tutti riconducibili all’imprenditore in questione.

Il quadro emerso ha consentito di ricostruire la formazione del cospicuo patrimonio di cui disponeva il soggetto e la sua cerchia familiare, dimostrando che non poteva essere altro che il risultato dell’investimento di proventi ottenuti illegalmente considerato che nessuno di loro ha mai dichiarato redditi significativi. La ricchezza, generata dall’evasione fiscale e dalle bancarotte fraudolente, veniva sistematicamente reimpiegata in nuove attività economiche e finanziarie per “lavare” il denaro illecitamente accumulato, concretizzando appieno la condotta tipica del reato di autoriciclaggio.

Sulla base degli elementi riscontrati, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino ha potuto accogliere in pieno la tesi investigativa sulla sproporzione patrimoniale e sulla pericolosità sociale del soggetto, disponendo da ultimo il provvedimento di confisca nei confronti dei beni riconducibili a quest’ultimo, che ha colpito, tra le altre cose, un’abitazione di lusso nel centro cittadino di Pinerolodiversi locali commerciali anch’essi in pieno centro, conti correnti, di cui uno all’estero, quote societarie e capitale sociale di 2 società, di cui una all’estero, un cassetta di sicurezza, 54 autovetture di lusso nonché  numerosi orologi di pregio. 

È stata inoltre disposta, vista la particolare dedizione del soggetto a reiterare nel tempo le condotte criminose, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

L’attività testimonia la costante azione del Corpo, finalizzata ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati da coloro che vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio sostegno economico dai proventi dell’evasione fiscale e da altre attività criminali, dimostrando la versatilità degli strumenti di indagine propri del Corpo in un approccio trasversale ai vari settori di intervento.

I Carabinieri arrestano operaio mentre irriga piantagione di marijuana

 A Lanzo T.se (to) , i carabinieri della stazione di Mathi, hanno arrestato per coltivazione e produzione di droga un italiano di 34 anni
I carabinieri, travestiti da ciclisti e runner, al termine di un prolungato servizio di osservazione, hanno sorpreso l’uomo mentre irrigava, in terreno agricolo attiguo alla  propria abitazione, una piantagione di marijuana composta da 387 piante di altezza tra i  cm 20 e mt 3,00. La perquisizione a casa ha permesso di sequestrare gr. 200 di  marijuana, già essiccata e pronta per lo spaccio e gr. 30 di hashish. L’uomo è stato collocato ai domiciliari

“Ceramics in love – two”, appuntamento con la grande ceramica

A Castellamonte, in anticipo e sotto il segno della più vasta internazionalità. Fino al 4 agosto

Manca un anno alla fatidica tappa dei “Sessanta”. E per la 59esima edizione della “Mostra della Ceramica” – iniziata quest’anno il 20 luglio scorso, con circa un mese di anticipo rispetto al tradizionale periodo agostano – Castellamonte, la città delle “stufe” d’arte note in tutto il mondo e dei primi caminetti “Franklin” prodotti in Italia, sta già preparandosi (si presume) alla gran festa del 2020. Primo evidente e ottimo segnale, l’incredibilmente ampia partecipazione e soprattutto l’impensabile e vasta internazionalità (mai così accentuata nelle edizioni precedenti) degli artisti che hanno inteso aderire al concorso “Ceramics in love”, momento clou della mostra voluto anche quest’anno dal curatore Giuseppe Bertero, insieme ai ceramisti castellamontesi. Concorso in versione “two”, non solo perché alla sua seconda edizione ma soprattutto poiché articolato quest’anno nelle due sezioni di “Arte” e “Design”, cui hanno dato la loro adesione da tutto il mondo ( o quasi) 220 artisti, di cui 180 quelli selezionati dalla Giuria: 120 le opere nella sezione “Arte” e 60 nella sezione “Design”, cui fanno da preambolo il progetto didattico “Design Ceramica” dello storico Liceo Artistico Statale “Felice Faccio” e la mostra del “gioiello ceramico”, organizzata da CNA – Federmoda.

Tutte le opere saranno esposte nei locali storici, di primo riferimento della Mostra, di Palazzo Botton e al Centro Congressi Martinetti. Un autentico successo, considerate anche le ben 27 nazioni di diversa provenienza rappresentate in rassegna, per un totale di 43 artisti stranieri, affiancati dagli italiani giunti da tutte le regioni d’Italia. Dalla Cina al Giappone al Messico, via via fino al Brasile alla Giordania, Israele, Slovenia, Croazia e ancora Serbia, Ucraina, Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Svizzera fino alla Polonia, Turchia, Tunisia, Germania, Grecia, Cipro, Olanda, Ungheria, Finlandia, Stati Uniti e, ovviamente, Italia: accompagnata dal coloratissimo manifesto di Guglielmo Marthyn (che interpreta in chiave gradevolmente Pop il famoso “Amore e Psiche” del Canova) la mostra di quest’anno è sicuramente la più internazionale finora mai proposta a Castellamonte. “Il nostro obiettivo – spiegano gli organizzatori – era quello di accogliere e consentire ad un nutrito numero di artisti italiani e stranieri di poter mostrare la loro creatività, nell’interpretazione di un’arte tanto antica quanto moderna, in cui la tradizione si affianca all’innovazione dei materiali e delle tecniche, sperimentando le più nuove forme espressive, fino al linguaggio 3D, sia nel momento della fase progettuale sia nel passaggio a quella pratica”.

Fino al 4 agosto, tutta Castellamonte parteciperà, come sempre, all’evento “con tutte le realtà locali –ancora gli organizzatori – della produzione ceramica, nota in particolare per le ‘stufe’ di antica tradizione pur se oggi attualizzate da un moderno raffinato ed estroso design, praticato insieme alla più ampia varietà produttiva nelle numerose botteghe d’arte che portano avanti con grande passione il fascino arcano dell’argilla, quando incontra l’ardore dei forni e il fuoco della creatività”. Oltre ai già citati “punti chiave” e pubblici di Palazzo Botton e del Centro Congressi Martinetti, anche per quest’anno sono confermate le location private che da sempre ospitano la mostra, quali il “Cantiere delle Arti”, la ditta “Castellamonte”, la “Casa Museo Allaria”, la “Fornace Museo Pagliero”, le “Ceramiche Castellamonte” di Elisa Giampietro, le “Ceramiche Camerlo” e le “Ceramiche Grandinetti”. Molte e di vario genere (dall’enogastronomico al musicale) anche le iniziative collaterali offerte, per animare la rassegna, dalle varie associazioni locali (per info: tel. 0124/51871 o www.castellamonte.to.it), mentre, come per la precedente edizione, nei giorni prefestivi e festivi è prevista una navetta per un sopralluogo ai suggestivi “castelletti”, da dove si ricava la famosa argilla rossa di Castellamonte.
Libero l’ingresso. Orari: dal lun. al ven. 17/21, sab. e dom. 10/21

Gianni Milani

Nelle foto il manifesto della mostra e le opere di alcuni artisti selezionati

– Guglielmo Marthyn: Manifesto della 59esima edizione della Mostra della Ceramica di Castellamonte
– Palazzo Botton, Esposizione
– Opera di Anna Motola
– Opera  di Maurizio Bellan
– Opera di Xu – Hongbo

Cattolici popolari tra identità e alleanze

Il dibattito tra i cattolici popolari e democratici tra la conservazione dell’identità e la ricerca delle
alleanze non nasce oggi.

Anzi. Accompagna, da sempre, il cammino tortuoso ma esaltante, di
un’area culturale che, malgrado l’afonia e l’irrilevanza pubblica degli ultimi anni, ha comunque
contribuito in modo decisivo e qualificante alla conservazione della qualità della nostra
democrazia, al consolidamento delle istituzioni democratiche e alla salvaguardia del nostro
impianto costituzionale. In un paese, e’ sempre bene ricordarlo, che continua ad essere
caratterizzato da “una passione intensa e da strutture fragili, secondo l’ormai celebre definizione di
Aldo Moro.

Ora, e’ del tutto evidente che di fronte ad una crisi della politica sempre più marcata e strutturale,
le stesse culture politiche possono e debbono far risaltare la propria voce, il proprio pensiero e,
soprattutto, la propria originalità. Sotto questo versante, la vera sfida politica, culturale e forse
anche organizzativa nella stagione contemporanea, è proprio quella di saper valorizzare la propria
identità da un lato inserendola, però, in una cornice di alleanze che preveda la presenza di altri
filoni ideali e che siano in grado, insieme, di dar vita ad un progetto politico democratico, riformista,
di governo e in grado di saper intercettare e di farsi carico delle istanze e dei bisogni dei ceti
popolari. A partire, appunto, dai ceti popolari.

Una sfida, quindi, a cui si deve rispondere non con la
riproposizione di una sterile ed inconcludente testimonianza ma, al contrario, con una strategia che
sappia declinare laicamente il nostro patrimonio culturale con l’apporto decisivo di altre esperienze.
E questo per una ragione molto, molto semplice. Dopo al fine della Dc e del Ppi e l’impossibilita’ di
riproporre quelle straordinarie esperienze politico ed organizzative, dopo il fallimento politico ed
elettorale delle cosiddette esperienze “identitarie” frutto e prodotto di un impianto clerical/
confessionale e di inguaribili primogeniture narcisistiche ed autoreferenziali, dopo l’inadeguatezza
dell’avventura populista e demagogica degli attuali attori politici – anche se ancora accompagnati
da vasti consensi popolari e sociali – e’ sempre più indispensabile rilanciare una strategia politica
che veda nel cattolicesimo popolare e sociale un protagonista e non solo una stampella.

Purché
accetti, sino in fondo, un postulato della vera cultura democratico cristiana: ovvero, saper misurarsi
con una autentica “cultura delle alleanze”. Senza cedimenti clericali e confessionali, senza
tentazioni autoreferenziali e soggettive e, soprattutto, senza regressioni puramente testimoniali.
Anche se nobili e del tutto legittime.

Ecco, la vera sfida oggi e’ tutta racchiusa in questa scommessa. La capacita’ di saper “trafficare i
propri talenti” deve saper coniugarsi con l’altrettanto capacità di ritornare protagonisti in una
stagione politica che richiede presenza pubblica, organizzazione, elaborazione culturale e un
progetto di società. Il ritorno della destra, l’auspicato – per il momento un pio desiderio – ritorno
della sinistra e la persistenza di una presenza antisistema e populista come quella dei 5 stelle non
può non prevedere una presenza qualificata e visibile di una tradizione culturale che, con altre, può
far uscire il nostro paese da una situazione di degrado politico e di pressappochismo culturale
ineguagliabili.

Viene da dire, citando uno slogan di cui si è molto abusato negli anni passati, “se non ora
quando?”.

Giorgio Merlo