ilTorinese

Mazzarri: “La contestazione non c’entra con il calcio”

Il Torino vince 1-0 con il Bologna

Il ct granata Walter Mazzarri parla  ai microfoni di Sky, a proposito della contestazione dei tifosi del Torino che hanno fischiato l’allenatore e il presidente Cairo: “Non voglio parlare del clima dei tifosi, io faccio l’allenatore. I ragazzi sanno l’impegno e l’abnegazione, il resto lo lascio ai commentatori. La contestazione non c’entra nulla col calcio, ci sono altri meccanismi sotto. Al mio futuron on ci penso, penso al Sassuolo e a fare il massimo con questa squadra, che ringrazio perché anche oggi ha dimostrato di essere un gruppo. Sono contento di quello che sto facendo. Abbiamo fatto 27 punti, che valgono più dell’anno scorso perché le squadre sono migliorate e giocano tutte a mille”.

Addio a Pansa, vecchio leone del giornalismo

Di Pier Franco Quaglieni

La morte di Gian Paolo Pansa priva il giornalismo italiano di una delle sue firme storiche più significative . Un giornalismo colto e libero  che non ha nulla a che vedere con i giornalistini di oggi

Grande inviato,  ha descritto la politica con onestà e indipendenza . Partito da posizioni nettamente di sinistra, aveva avuto il coraggio di prendere le distanze da Scalfari e dal suo scudiero Mauro, dall’“Esptesso “ e da  “Repubblica “ dei quali fu uno dei giornalisti più importanti .

Come me era stato allievo di Sandro  Galante Garrone  con cui discusse una tesi sulla Resistenza che venne pubblicata e suscitò grande interesse .  Fu alla “Stampa” e poi al “Corriere della Sera “ prima di dell’esperienza al gruppo radical -chic  Caracciolo –  De Benedetti Con il suo “Bestiario “ ha saputo raccontare la politica in modo nuovo e avvincente  come oggi nessuno sa fare . Da un certo momento in poi Pansa vide i limiti di una certa vulgata antifascista , riprendendo a livello non accademico il discorso avviato da Renzo De Felice. E seppe anche capire i limiti di un giornalismo di tipo scalfariano  fazioso, aggressivo , spesso scandalistico e mendace. Con il suo libro “Il sangue dei vinti “ ebbe il  coraggio di iniziare a  documentare gli eccessi della guerra civile.

Fu una scelta importante che provocò contro di lui un’aggressione violentissima dell’Anpi e dei soliti faziosi. Io gli conferii  il Premio Pannunzio e venni duramente attaccato. Ci fu un professorino torinese che non merita di essere citato e  che non ha mai visto  oltre la scolastica del Gramscismo, che lo accusò di non essere credibile perché non metteva le note in calce alle pagine dei suoi libri, dimenticando che tutti i fatti raccontati da Pansa non vennero mai smentiti  da nessuno. Il giorno  dopo del Premio partecipai ad un convegno su Piero Calamandrei  e sentii il gelo attorno a me: le vedove di Galante Garrone e di Agosti fecero finta di non conoscermi. La nipote di Calamandrei mi disse invece che avevo fatto bene a premiare Pansa  perché aveva contribuito ad eliminare la retorica che aveva imbalsamato la Resistenza.

Tra i tanti premiati del Premio Pannunzio fu l’unico, insieme  a Spadolini , che si pagò l’albergo. A cena al “Cambio”, quella sera, si stabilì’  tra noi un dialogo  che purtroppo non riuscimmo a continuare . Davanti al ristorante dove si teneva il Premio c’era la presenza della Polizia per evitare eventuali contestazioni violente di cui Pansa era stato vittima in altre città dove  tentarono di impedirgli di parlare. Mi parve un uomo mite e indipendente . Ha avuto un numero altissimo di lettori e di persone che lo stimavano . Era un piemontese di  Casale Monferrato che era andato oltre i limiti  di certo antifascismo  giellista e comunista . Lentamente Pansa aveva capito che certa storiografia resistenziale e certo giornalismo di sinistra erano tendenziosi  e non più accettabili . Seppe prenderne le distanze , affrontando le scomuniche e l’intolleranza.


La sua opera può aver avuto dei limiti perché Pansa era solo un giornalista  e non uno storico vero  perché non seppe contestualizzare le vicende terribili che raccontò in quanto il sangue dei vinti e’ anche conseguenza del sangue dei partigiani ammazzati da tedeschi e fascisti. Ma è fuor di dubbio che le cose raccontate da Pansa fossero totalmente corrispondenti al vero, checche’ ne scrivessero certi maestrini dalla penna rossa, dediti alla diffamazione  sistematica nei suoi confronti.


Poi c’è stato un periodo in cui Pansa, esacerbato  dagli insulti e dall’astio  manifestato con livore crescente verso di lui , finì di esagerare, scrivendo su testate volgari come “Libero” e addirittura  “La verità”. Cessai di leggerlo perché quei giornali io mi rifiuto di leggerli. Ripresi con i suoi articoli quando iniziò nuovamente a scrivere sul “Corriere della Sera”. Era  putroppo ormai un Pansa privo di mordente, vecchio e stanco. Mi spiacque doverlo constatare, ma il vecchio leone  ormai non era più sè stesso .

Ma va detto che  Pansa e’ stato un grande giornalista italiano che fece dell’onestà intellettuale la sua bandiera. Spero che la destra estrema di oggi, ignorante e semplicista, non voglia impossessarsi del suo nome che non gli appartiene . Insieme a Indro Montanelli e  Oriana Fallaci  Pansa è il meglio che il giornalismo italiano ha rappresentato negli ultimi cinquant’anni e per contrasto rivela la miseria del giornalismo settario di Scalfari  e di Feltri che su trincee opposte hanno contribuito a creare disinformazione e aggressioni politiche  indecenti.


Pansa aveva vissuto con disagio Tangentopoli e si convinse che la liquidazione di un’intera classe politica, comunisti e neo fascisti esclusi , fosse un golpe. Ne parlammo quella sera del Premio Pannunzio. Peccato che non sia stato più possibile continuare quel discorso. Da un rapporto con lui ne sarei stato arricchito, ma tutti i suoi libri non me li sono mai persi. Aveva una capacità straordinaria di scrittura che pochi hanno avuto. Una limpidezza di stile che corrispondeva all’integrità della sua mente libera. Giornalisti come lui mancano totalmente in questo disgraziato Paese in cui  il protagonismo televisivo di certi personaggi e’ inversamente proporzionale al loro profilo giornalistico. Se i giornali non si vendono più e’ colpa anche del fatto che di gente come Pansa si è persa traccia.

Ho letto i necrologi di Pansa scritti da Cazzullo, Veltroni e Battista ed ho colto l’abisso che divide la grandezza di Pansa rispetto a chi oggi  lo ricorda. Qualcuno ha voluto citare  in morte di Pansa, Giorgio Bocca che fu aspro e volgare nell’attaccarlo per “Il sangue dei vinti”. Bocca era stato partigiano, ma prima era stato fascista ed aveva scritto articoli antisemiti. Da vero giellista bilioso Bocca scomunicò Pansa con arroganza e fomentò l’odio contro di lui . Oggi il confronto tra i due fa si’ che risulti in modo nettissimo come  Pansa sia stato un gigante del giornalismo italiano del ‘900, mentre il cuneese appaia l’espressione piuttosto provinciale (lui stesso si autodefini’ un provinciale ) di un giornalismo di parte, incapace di informare in modo adeguato  perché incapace di mettere in discussione  le certezze ideologiche novecentesche di cui  quel giornalismo si era nutrito e di  cui  fu la grancassa mediatica.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Margaret Storm Jameson  “Company parade”  – Fazi Editore – euro  18,00

 

Inghilterra 1918, la 24enne Hervey Russel punta lontano e vuole diventare scrittrice. Fa armi e bagagli, lascia il suo piccolo Richard alle cure di una vicina e spicca il volo da un paesino dello Yorkshire alla volta di Londra. Nessuna esperienza, pochi soldi, ma tanta buona volontà e doti letterarie ancora da scoprire e mettere bene a fuoco. Nella metropoli inizia come copywriter pubblicitaria: non esattamente quello che ambiva, ma deve mantenere se stessa e il suo pargoletto, tanto più che si trascina la zavorra di un marito spocchioso, velleitario e pure traditore. Poi riesce a mettere timidamente un piede nel mondo letterario e culturale della capitale. Uno scenario declinato soprattutto al maschile, in cui però brilla l’intellettuale e critica Evelyn Lamb. Raffinata, snob, abilissima nel gestire un salotto letterario, in cui ha la pecca di favorire soprattutto i maschietti con ambizioni smodate. Hervy riesce a entrare quasi di straforo in questo cerchio magico, ne entra e ne esce a seconda degli umori altalenanti di Evelyn; ma con tenacia finisce per mettere le ali e volare per conto suo con una serie di romanzi di successo.

“Company parade” è il primo romanzo di un ciclo, “Lo specchio nel buio”. E quello di Hervey è un personaggio a tutto tondo, che non è un caso, sia scaturito dalla penna di Margaret Storm Jameson, la cui biografia è folgorante. Nata nel 1891 nello Yorkshire, nel villaggio di pescatori di Whitby, morta nel 1986. Un genio dalle mille sfaccettature e con coraggio a tonnellate. Ha fatto svariati lavori, ha inanellato due matrimoni, è stata la prima donna a laurearsi in inglese all’università di Leeds, la prima a presiedere l’English Pen. Primati femminili in un’epoca in cui per le donne nulla era facile o alla portata di mano. Tant’è che la scrittrice pubblicò i suoi due primi libri sotto pseudonimi maschili, James Hill e William Lamb. Quando uscì”Company parade” nel 1934 lei era sia un’attivista antinazista e pacifista, che un’intraprendente scrittrice. La sua eroina Hervey racchiude  in sé lo stesso nocciolo duro dell’autrice. E’ una giovane donna fragile e al contempo d’acciaio che attraversa vita, svolte, ostacoli e ambizioni con forza titanica.

 

Ildefonso Falcones  “Il pittore di anime”   -Longanesi-   euro  22,00

Romanzo storico che si affaccia sulla Barcellona del 1901 con le esplosive tensioni sociali che portano in piazza la povera gente a manifestare contro il lusso delle classi più agiate. E’ la povertà dei molti lasciati indietro dalla rivoluzione industriale. E sullo sfondo di quest’epoca convulsa si muovono i personaggi indimenticabili di Falcones. A dibattersi in cerca di giustizia ci sono il giovane Dalmau Sala, artista talentuoso della ceramica che lavora nella prestigiosa bottega di un maestro di Azulejos, dove apprende tutti i segreti dell’arte e a soli 19 anni diventa primo disegnatore e progettista. Vive con la madre Josefa che si ammazza di fatica per sopravvivere dopo che il marito, anarchico imprigionato e torturato, è stato ucciso dalle autorità. A condividere la loro miseria c’è anche la combattiva sorella di Dalmau, la fiera e indomita Monteserrat, catturata anche lei durante una delle tante rivolte che infiammano le strade della città. Poi c’è il grande amore di Dalmau, la voluttuosa Emma Tàsies, bravissima in cucina e impiegata in una trattoria. Un destino tragico sta per abbattersi di nuovo sulle difficili vite di tutti loro. Ribellioni, tentativi di fuga dalla miseria, morti e speranze si alternano in una girandola di eventi che vi appassionerà trascinandovi per 681 pagine. Un affresco che racconta come a inizi 900 la capitale catalana fosse divisa tra la ricca borghesia che spingeva per il sorgere di edifici imponenti ispirati al modernismo e, d’altro canto, la miseria più nera della classe operaia travolta dalla rivoluzione industriale. Sorprendente è il ruolo che le donne, all’epoca quasi senza diritti, ebbero nella lotta operaia. Donne con la tempra di Emma che incarna alla perfezione il loro carattere battagliero.

 

 

Simonetta Agnello Hornby – Mimmo Cuticchio  “Siamo Palermo”  -Mondadori-  euro  18,00

E’ un inno di amore verso la loro città quello scritto a 4 mani da due palermitani Doc, Simonetta Agnello Hornby e Mimmo Cuticchio, erede della tradizione palermitana dell’Opera dei Pupi. Due personaggi che a Palermo affondano le loro radici più profonde e scrivono anche sul filo dei ricordi. Se avete in programma un viaggio alla scoperta di questa città, affascinati dalla sua storia e dalla sua anima, fatta di mille sfaccettature, ecco un libro che potrebbe farvi perfettamente da guida.

La Hornby, discendente di un’illustre casato –poi volata a Londra dove ha creato una famiglia e fatto l’avvocato- ci conduce nell’intrigante labirinto della città e nel mondo, in gran parte tramontato, delle classi sociali privilegiate e il loro rapporto con Palermo.

Ripercorre le tappe storiche del capoluogo che nei secoli è stato terra di conquista –dai fenici agli arabi, dai normanni alla cristianità sotto l’Impero Romano d’Oriente- dimostrandosi sempre aperta alle trasformazioni e capace di accogliere altre genti. Ma ci sono anche la Palermo della seconda guerra mondiale, le metamorfosi dei suoi quartieri e del tessuto sociale: con la decadenza dei nobili, le piaghe secolari della mafia e della prostituzione in case e vicoli. Poi alcuni suoi illustri personaggi, dall’artista Giacomo Serpotta del 1600 al coraggioso Padre Pino Puglisi.

Altri profili li traccia Mimmo Cuticchio, che ha saputo cogliere la preziosa eredità del padre,  (fondatore del suo primo teatro palermitano nel 1933) e negli anni settanta ha iniziato l’attività di puparo con spettacoli itineranti. Anche lui sciorina storie antiche e recenti, tra ville, chiese, palazzi e castelli, denuncia dell’abusivismo selvaggio; ma anche preziosi interventi di restauro, e personaggi in ordine sparso, vario  e assortito.

 

 

Pietre d’inciampo a Torino per non dimenticare

Saranno installate il 14 gennaio

 

Per il sesto anno saranno installate a Torino le pietre d’inciampo (Stolpersteine) dell’artista tedesco Gunter Demnig.

 

Martedì 14 gennaio dalle 9.30 alle 11.00 verranno posate sei nuove pietre in quattro luoghi diversi della città, dedicate ad altrettante vittime della deportazione nazista e fascista. Il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione, Stefano Allasia, parteciperà alla posa pubblica della pietra d’inciampo dedicata alla famiglia Colombo- Alessandro Colombo, la moglie Wanda Debora Foà e la figlia Elena Colombo – prevista per leore 11 al numero civico 3 di via Piazzi, nel quartiere Crocetta.

Il progetto è promosso dal Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, con la collaborazione della Comunità Ebraica di Torino, di ANED (Associazione ex Deportati) e del Goethe-Institut Turin.

Le Stolpersteine rappresentano la memoria della deportazione incisa nella pietra e sono un monumento diffuso e partecipato, ideato e realizzato da Demnig per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista. L’artista produce piccole targhe di ottone poste su cubetti di pietra che sono poi incastonati nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta dalla vittima. Ogni targa riporta “Qui abitava…”, il nome della vittima, data e luogo di nascita e di morte o scomparsa.

L’iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato, a inizio 2019, all’installazione di oltre 71000 “pietre” in tutta Europa. La cinquantamillesima pietra venne posata a Torino e con le pose di quest’anno saranno presenti nel territorio cittadino114 pietre.

Avigliana Rebels, la domenica indoor u15 di baseball e softball

Domenica 12 gennaio le formazioni U15 dell’Avigliana Rebels sono scese in campo per prendere parte ai campionati giovanili invernali indoor di baseball e softball, organizzati dalla Fibs Piemonte

Nel palazzetto di Fossano i “Lupacchioti” diretti da Paolo Murgia e Luca Costa hanno preso parte alla prima tappa del 2020 della “Next Generation Winter Ball Cup“, da dove sono usciti con due vittorie su due incontri disputati. Il primo per 2-0 contro i cugini dell’Avigliana Bees, il secondo con un successo ben più largo sui padroni di casa del Baseball Club Fossano col punteggio di 11-2.

Più lunga invece è stata la giornata delle ragazze U15, che hanno aperto di mattina e chiuso di pomeriggio il tabellone dei match validi per l’indoor softball league “Ragazze Vincenti”, in programma nel Palasport di Sant’Antonino di Susa (To).

Altalenante l’andamento delle partite delle “Ribelli” di Maristella Perizzolo, che vede in squadra anche alcune atlete dell’Aosta Bugs, hanno perso il primo incontro per 15-2 contro La Loggia Softball, mentre si sono riscattate nella seconda partita battendo per 9-4 l’Avigliana Bees.

Intanto al campo sportivo “Giovanni Paolo II” si è allenata la squadra, che affronterà il prossimo campionato nazionale di serie A2 di softball.

RISULTATI  

U15 “Next Generation Winter Ball Cup”

  • Avigliana Bees vs Avigliana Rebels 0-2
  • Avigliana Rebels vs Baseball Club Fossano 11-2

U15 Indoor softball league “Ragazze Vincenti”

  • ore 09:00 La Loggia Softball vs Avigliana Rebels 15-2
  • ore 18:15 Avigliana Bees vs Avigliana Rebels 4-9

Da Palazzo Lascaris contributi a enti e associazioni

Sono stati pubblicati sul sito dell’Assemblea legislativa il bando pubblico per la concessione di patrocini onerosi a sostegno di progetti e iniziative promossi da Enti pubblici e privati per il 2020 e le graduatorie dei progetti e delle iniziative di enti e associazioni che l’hanno ottenuto per il periodo 1 luglio – 31 dicembre 2019.

Il bando stanzia un importo complessivo di 100mila euro per gli enti pubblici e 320mila euro per le associazioni senza scopo di lucro a  sostegno di progetti e iniziative in ambito culturale, artistico, sportivo, sociale, turistico e promozionale, in attuazione della legge regionale 6/77, “Norme per l’organizzazione e la partecipazione a convegni, congressi ed altre manifestazioni, per l’adesione ad Enti ed Associazioni e per l’acquisto di documentazione d’interesse storico ed artistico”.

Le richieste di patrocinio oneroso vengono valutate da una Commissione, sulla base di parametri oggettivi e condivisi, come la rilevanza geografica dell’evento, la valenza culturale, formativa, sociale, sportiva, turistico promozionale dell’iniziativa, l’impatto sull’immagine del Consiglio regionale, l’affidabilità di chi organizza, il rapporto con il territorio e la promozione e valorizzazione in chiave turistica o di valorizzazione del patrimonio culturale del Piemonte. Per poter essere finanziate, le iniziative devono essere di interesse collettivo, aperte al pubblico e senza scopo di lucro. Non sono ammissibili iniziative la cui previsione di spesa complessiva sia inferiore a 1.000 euro o superiore a 50.000.

Le istanze devono riguardare iniziative che si svolgano tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2020 e devono essere presentate entro le 24 del 27 marzo se si svolgono dal 1° gennaio al 30 giugno o entro le 24 del 26 giugno se si svolgono dal 1 luglio al 31 dicembre. Nel caso in cui l’attività si svolgano a scavalco di due periodi l’istanza deve essere presentata entro le 24 del 26 giugno. Le istanze per le iniziative iniziate nel 2019 e che si concludono nel 2020 possono essere presentate nei termini indicati.

Per le attività non programmabili entro la scadenza del 26 giugno e che siano di nuova istituzione e realizzazione è prevista una scadenza suppletiva alle 24 del 30 settembre. Le iniziative devono svolgersi dal 1 luglio al 31 dicembre. Resta comunque fermo il principio che il patrocinio oneroso non può essere concesso se l’iniziativa si è già conclusa al momento di presentazione dell’istanza.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito al link http://www.cr.piemonte.it/web/contributi 

Rapinatore fugge e travolge anziana cliente

Arrestato per rapina un trentunenne

Il suo complice fuggendo travolge una cliente. Entrano in centro commerciale di via Lagrange, prendono dei capi di abbigliamento, tolgono l’antitaccheggio e li indossano per rubarli ma il personale di sicurezza li ferma. Ne nasce una colluttazione e uno dei due ladri per garantirsi la fuga travolge un’anziana cliente che cade rovinosamente per terra. Gli agenti della Squadra Volante arrestano per rapina uno dei due rei, un cittadino marocchino di 31 anni, già gravato da precedenti di polizia. Lo straniero indossava il giubbotto precedentemente rubato, privo dell’antitaccheggio ma con ancora apposto il cartellino di vendita.
La donna travolta dall’uomo in fuga, soccorsa, verrà poi trasportata in codice verde in ospedale in forte stato di agitazione.

“Reddito di cittadinanza VS Istruzione”

Incontro-dibattito lunedì 13 gennaio, ore 17:45, presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino

Nel corso dell’appuntamento si terrà la presentazione con l’autrice Anna
Maria Poggi del volume «Per un “diverso” Stato sociale. La parabola del
diritto all’istruzione nel nostro Paese».
Lunedì 13 gennaio alle ore 17:45, presso la Fondazione Luigi
Einaudi in via Principe Amedeo 34 a Torino, l’Associazione Nuova
Generazione per il Bene Comune propone un incontro dal tema “Reddito di
cittadinanza VS Istruzione”.
Nel corso dell’appuntamento si svolgerà inoltre la presentazione del
volume «Per un “diverso” Stato sociale. La parabola del diritto
all’istruzione nel nostro Paese» di Anna Maria Poggi, pubblicato nella
Collana Editoriale della Fondazione per la Scuola, edita dal “Il
Mulino”.
A discuterne con l’autrice, anche come modo per approfondire il tema che
dà il titolo all’incontro, saranno presenti Andrea Gavosto, Direttore
della Fondazione Agnelli, Silvia Petricci, dirigente scolastico dell’IIS
Ettore Majorana e Vincenzo Silvano, direttore della Scuola Paritaria
Santo Natale.
Gli interventi saranno moderati da Giuseppe Calabrese, CNR-Ircres.
Porterà i saluti il Presidente della Fondazione per la Scuola Ludovico
Albert.

Tempo di Vitamine Jazz al Sant’Anna

I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3 aperta al pubblico, dedicata alle pazienti e ai loro cari

 

Gli appuntamenti della settimana all’Ospedale Sant’Anna per la rassegna“Vitamine Jazz” già arrivata al centocinquantaduesimo concerto e alla sua terza stagione, organizzata per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curata da Raimondo Cesa.

Martedì 14 gennaio “Duo Giachino Blasioli”

Fabio Giachino pianoforte
Simone Blasioli sax
Grande Jazz con grandi protagonisti

Fabio Giachino


Fabio Giachino, classe 86’, è considerato tra i maggiori talenti apparsi sulla scena musicale italiana.
Artista eclettico, si muove dentro i confini del linguaggio jazzistico e della musica improvvisata come pianista, ma è molto attivo nel campo della musica elettronica come producer (live e studio) e come organista classico. Nato ad Alba (CN), la sua formazione musicale avviene in conservatorio conseguendo laurea in Jazz, Organo e C.O. Ha inoltre approfondito gli studi in italia e all’estero (Zurigo, New York, Detroit) con: Fred Hersh, Dado Moroni, Antonio Faraò, Stefano Battaglia, Franco D’andrea, Joey Calderazzo, Jean Guillou. Si è aggiudicato numerosi riconoscimenti a livello internazionale tra cui il Premio M.Urbani 2011, Premio C.Bettinardi 2011, Barga jazz Contest 2012, premio come miglior gruppo (TRIO) al Bucharest international Competition 2014. Nel 2016 vince una Residenza artistica di tre mesi presso l’Ambasciata italiana in Danimarca indetta dall’Associazione nazionale musicisti di Jazz (MIDJ).Si esibisce regolarmente in italia e in numerosi paesi stranieri tra cui: U.S.A., Russia, Messico, Canada, Giappone, Nepal, Germania, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Polonia, Spagna, Inghilterra, Turchia, Libano, Romania, Francia, Belgio. Ha suonato e collabora con numerosi artisti tra cui: Randy Brecker, Dave Liebman, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Furio Di Castri, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Rosario Giuliani, Maurizio Giammarco, Gavino Murgia, Marco Tamburini, Dino Piana, Luca Aquin, Miroslav Vitous, Emanuele Cisi, David Pastor, Benjamin Koppel. In ambito Pop e R&B, ha lavorato a produzioni originali ed inciso tra gli altri con: Roy Paci, Motel Connection, ENSI, Karima, Mariella Nava.

Simone Blasioli

Simone Blasioli inizia a studiare pianoforte e fisarmonica all’età di quattro anni sotto la guida del padre. All’età di 15 anni viene ammesso al Conservatorio L. D’Annunzio di Pescara dove si diploma brillantemente in Sassofono. Contemporaneamente studia Jazz presso l’Accademia Musicale Pescarese e presso la Fonderia delle Arti a Roma. Successivamente si laurea in Composizione per la musica applicata alle immagini con la votazione di 110/110 Lode e Menzione D’Onore e subito dopo in Direzione D’Orchestra presso il Conservatorio “A. Casella” dellʼAquila. Nel 2010 vince la Borsa di studio Erasmus in Composizione presso il Conservatorio di Castellón, in Spagna. Subito dopo vince una seconda borsa, (SMP), come Professore assistente di Composizione e Supervisore dell’Orchestra presso il RIAM di Dublino.
È primo sassofono alto della Big Band del Conservatorio dell’Aquila; suona in molte formazioni che spaziano dal duo al sestetto. Nel 2010/11 è stato quattro volte in tournée a Minsk con l’Italian Chansonnier.Vince numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui il 1° premio assoluto del 5° Concorso Stand Together: con la musica in Città Sant’Angelo e il 1° premio del Concorso Internazionale di Sassofono Città di Atri.  È stato segnalato al Concorso: Composizione musicale, Creazione e Critica, SUONOSONDA, Genova. Arriva in semifinale al concorso Premio Massimo Urbani  2019.

Giovedì 16 gennaio sarà la volta del gruppo “Aura Nebiolo Trio”

Aura Nebiolo, voce
Maurizio Vespa, vibrafono
Enrico Ciampini, contrabbasso

Il trio, formatosi nel 2016 dall’incontro della cantante Aura Nebiolo con Maurizio Vespa al vibrafono ed Enrico Ciampini al contrabbasso, propone musiche riarrangiate per “l’inusuale” formazione che vede il vibrafono protagonista come strumento armonico del gruppo.

Aura Nebiolo

Inizia il suo percorso musicale all’età di tre anni, avvicinandosi allo studio del pianoforte. Intorno ai 14 anni scopre l’amore per il canto ed in particolare per il jazz. Incomincia così, nel 2005, a frequentare l’Istituto G. Verdi di Asti, dove studia Canto Jazz con Paola Tomalino e Armonia Funzionale e musica d’insieme sotto la guida del pianista Jazz Daniele Tione. Prosegue gli studi al Istituto Verdi fino al 2009. Nel frattempo si esibisce in locali nell’astigiano e nell’alessandrino avendo l’opportunità di cantare con musicisti di fama nazionale ed internazionale.Ha studiato, inoltre, con la cantante jazz Sonia Schiavone, musica d’insieme con Matteo Ravizza e Gianni Virone e orchestra e utilizzo della voce in sezione, presso i corsi JAZZ.AT (2012/13/14). Prosegue gli studi presso l’Istituto di Alta Formazione Musicale “Conservatorio G.F. Ghedini” di Cuneo con Danila Satragno e Tiziana Ghiglioni, Luigi Martinale e Luigi Bonafede.
Ha collaborato con i pianisti Lino Mei, Franco Russo, Daniele Tione, Fabio Gorlier, Fabio Giachino, Sergio Di Gennaro, Luigi Martinale; i bassisti Matteo Ravizza, Dino Cerruti, Giorgio Allara, Enrico Ciampini, Mauro Battisti; i batteristi Luigi Bonafede, Paolo Franciscone; i sassofonisti Gianni Virone, Fulvio Albano, Tino Tracanna; i trombettisti  Felice Reggio, Ken Scharf, Alberto Mandarini, Flavio Boltro ed il trombonista  Dino Piana.
Nel Maggio 2016 incide con l’ensemble Vocale Vocal Visions, Tiziana Ghiglioni, Luigi Martinale, Mauro Battisti, Paolo Franciscone e Tino Tracanna, il cd Moods. Moods viene presentato in Giugno a Cuneo, con la partecipazione del trombettista Flavio Boltro.

Maurizio Vespa

Uno dei rari virtuosi del vibrafono. E’ musicista nella Big Band del M° Giampaolo Petrini. Ha partecipato
a manifestazioni e concerti di vari artisti fra cui Antonella Ruggiero.

Enrico Ciampini
Inizia all’età di 14 anni con il basso elettrico e dopo varie esperienze musicali la passione per il jazz lo conduce al contrabbasso. Dopo i primi studi autodidattici si perfeziona a Torino sotto la guida di Furio Di Castri e successivamente frequentando i seminari di Genova con Ray Brown. A partire dai primi anni ottanta è attivo sulla scena Torinese , accompagnando vari solisti come Andrea Pozza, Antonio Faraò, Gianni Basso, Flavio Boltro, Dave Pike, Larry Nocella. Esperienze successive lo portano a collaborare con Bob Mover, Franco Cerri, Sergio Fanni, Renato Sellani, Lars Moller, Massimo Faraò, Carlo Atti, Emanuele Cisi, Walter Bishop Jr., Jimmy Cobb, Bobby Durham, Pascal Michaux e a rappresentare l’Italia al festival di Lubjana con il pianista Gianni Negro. Nel 1994 partecipa all’EuroJazzFestival di Ivrea con la pianista Cinzia Gizzi e il batterista Giuliano Pescaglini. Nel 2004 con il saxofonista Fulvio Albano effettua un tour in Vietnam esibendosi al teatro dell’Opera di Hanoi e di Hue. Attualmente è impegnato in varie formazioni collaborando regolarmente con il trombettista Ken Sharf, con i saxofonisti Fulvio Albano e Claudio Chiara, con i pianisti Roberto Pedroli e Nando De Luca.

Frejus, (Fi): “A Torino si privatizza mentre a Roma si statalizza”

“Importante è che un ampio arco di forze, da FI al PD, abbia alzato gli scudi in difesa degli interessi del Piemonte”

 RUFFINO-RUZZOLA: ” M5S LO VUOLE PRIVATO PER FARE CASSA”

“A Torino si privatizza mentre a Roma si statalizza. Il terremoto che scuote i Cinque Stelle non conosce tregua e le contraddizioni si moltiplicano. Capita così che a Torino il sindaco Chiara Appendino, nascondendosi dietro una sentenza del Consiglio di Stato, è disponibile a cedere le quote nella società Sitaf, gestore dell’autostrada Torino Bardonecchia e del traforo del Frejus e controllata con il 51% dal Comune, città metropolitana,  e Anas. Il 48% del capitale è della società Gavio.
È bene tenere presente che alla disponibilità del Comune fa da contrappeso l’indisponibilità della città metropolitana, che ha approvato un ordine del giorno, sostenuto da Centrodestra, PD e M5s, ad eccezione della sindaca che si è astenuta, in cui si ritiene strategica la quota di partecipazione in Sitaf e si dichiara necessario revocare la vendita, a condizione che altrettanto facciano Comune e Anas. Risulta per altro incomprensibile immaginare di vendere le quote nel momento in cui la messa in esercizio della seconda canna e l’annunciata chiusura del Bianco porteranno un indubbio aumento dei passaggi e relativi introiti nella casse della Sitaf. È di tutta evidenza che l’ultima parola spetta al governo. Importante è che un ampio arco di forze, da FI al PD, abbia alzato gli scudi in difesa degli interessi del Piemonte”.
Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia, e Paolo Ruzzola, capogruppo di Forza Italia alla Regione Piemonte