ilTorinese

Piattaforma Covid Piemonte, oltre 12 mila utenti Ecco i dati

Oltre 12 mila utenti abilitati, 420 mila soggetti testati, 405 mila contatti di cura tra eventi ospedalieri, isolamenti, quarantene e decessi, 715 mila test registrati (tamponi e sierologici), 37 mila test veloci sul personale scolastico: sono alcuni dei dati registrati al 27 settembre dalla piattaforma regionale Covid 19 realizzata dal Csi, la cui attività è stata oggetto dell’audizione del Consorzio da parte del gruppo di lavoro in Consiglio regionale che svolge l’indagine conoscitiva sulla gestione della pandemia.

La piattaforma, che in termini tecnici conta 25 applicazioni e 30 server che gestiscono una media di 78 richieste al minuto, è nata a marzo, su richiesta dell’Unità di crisi, per rispondere in tempo reale alle esigenze emergenziali, dal tracciamento della domanda e della risposta sui tamponi, al monitoraggio della disponibilità di posti letto ospedalieri, alla rilevazione dei fabbisogni di dispositivi di protezione individuale da parte delle aziende sanitarie per gli acquisti centralizzati.

“I numeri sono cresciuti in modo esponenziale – è stato spiegato – sia rispetto alla popolazione sanitaria monitorata, sia rispetto agli utenti che usavano la piattaforma, Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp), Forze dell’ordine, Sindaci, laboratori che processano i tamponi e i test sierologici, medici di medicina generale e pediatri, Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), che sono stati così messi nelle condizioni di poter dialogare tra loro e scambiarsi informazioni sui decorsi dei pazienti”.

Tra i processi sviluppati in piattaforma non solo quelli legati agli aspetti sanitari veri e propri, ma anche quelli relativi agli acquisti dei dpi, al loro stoccaggio e distribuzione, ai bandi di concorso e all’assunzione di personale medico e infermieristico. Inoltre, un modulo specifico è stato dedicato alle residenze sanitarie assistite, per la rilevazione dei posti letto occupati, la dotazione di personale sanitario, il numero di ospiti sospetti e isolati, eccetera.
Da luglio, finita la fase critica dell’emergenza, si è lavorato al consolidamento dell’interoperabilità con i laboratori, alla gestione dei medici sostituti, alle richieste legate al mondo della scuola.

La sospensione della Ztl prorogata al 30 ottobre

Nuova proroga per il provvedimento di sospensione della ZTL, da lunedì 5 ottobre a venerdì 30 ottobre 2020.

Lo ha annunciato l’assessora alla Mobilità, Maria Lapietra, nel corso della seduta congiunta delle commissioni consiliari II, I, III e VI.

Dal provvedimento, firmato dalla sindaca Appendino in queste ore e che sarà successivamente pubblicato all’Albo Pretorio, sono escluse le ZTL “Trasporto Pubblico, Pedonale e Area Romana”.

Lo sguardo “a colori” di Robert Capa sul mondo delle guerre e del divertimento ritrovato

Nelle Sale Chiablese, fino al 31 gennaio   150 immagini – in un allestimento che lascia ogni respiro ad una perfetta visione e che nei supporti esplicativi non sbrodola testi troppo ingombranti ma va dritto all’attenzione -, è come sfogliare un libro che mai ti è capitato di avere tra le mani, praticamente del tutto nuovo, inconsueto, suggestivo.

Finora avevano avuto facile memoria il vecchio siciliano pronto a indicare al soldato italoamericano accovacciato la direzione presa dal nemico tedesco (era l’agosto del ’44, ci viene tramandato persino il nome del soggetto locale, Francesco Coltiletti detto “massaru Ciccu”), o Pablo Picasso, con la sua corona di capelli bianchi, sulla spiaggia assolata, costretto servizievole a ombreggiare con un grande ombrellone la compagna Françoise Gilot, mentre un giovanotto muscoloso e sorridente occhieggiava in secondo piano o il miliziano della guerra spagnola del ’36 (immagine controversa: immediata realtà o troppo perfetta, falsa ricostruzione?) colpito a morte. Immagini in bianco e nero, rigorosamente (c’insegna una pubblicità), un attimo catturato e tramandato alla Storia.

Oggi, un altro sguardo, di una nuova “poetica” parla Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali. Fino al 31 gennaio prossimo, nelle Sale Chiablese, la mostra Capa in color ci regala l’altra strada intrapresa da Robert Capa – il suo vero nome Endre Ernó Friedmann, origini ungheresi, costretto ventenne, nel ’33, a fuggire a Parigi con l’avvento di Hitler -, quella che tra il ’41 (Hemingway ripreso nella sua casa di Sun Valley) e il 1954, anno della morte (gli ultimi scatti, durante la guerra in Indocina), gli fa amare il colore e la necessità di portarsi dietro due fotocamere, una per le pellicole in bianco e nero e una per quelle a colori, usando una combinazione di 35 millimetri e 4×5 Kodachrome, e le pellicole Ektachrome di medio formato. Credeva nei nuovi mezzi, spingeva le riviste francesi, statunitensi e inglesi a cui collaborava a mettere nei preventivi un buon carico di rullini e a dare sempre maggior spazio alle immagini a colori (sapeva anche farsi debitamente i conti in tasca, erano certo meglio pagate). Magari con qualche esempio già alcuni anni prima. Trovandosi in Cina per testimoniare il conflitto sino-giapponese, scriveva il 27 luglio 1938 ad un amico della agenzia di New York: “Spediscimi immediatamente 12 rulli di Kodachrome con tutte le istruzioni su come usarli, filtri, etc… in breve, tutto ciò che dovrei sapere, perché ho un’idea per Life”. Fu esaudito ma dell’arrivo di quel materiale ci rimangono soltanto quattro immagini.

Nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione di Robert Capa al Centro internazionale della fotografia di New York, l’esposizione è prodotta dalla Società Ares con i Musei Reali e allinea – non trascurando riviste stampate nei decenni interessati, lettere in cui il grande fotoreporter trasmette fatti e descrizioni e sensazioni, presentazioni inserite in volumi, battute a macchina e corrette di proprio pugno, telegrammi -, per capitoli, l’intero percorso di una vita folle e avventurosa, vissuta al centro dei campi di battaglia e sui mari (“Se le vostre foto non sono abbastanza buone, non siete andati abbastanza vicini”, il suo insegnamento pieno di fierezza), ma anche e sempre curiosa dei luoghi e degli amici, della tranquillità e delle distese innevate della montagne (gli sciatori di fronte al Cervino, i reali d’Olanda con cui stringe amicizia in bella posa), della voglia di divertimento che sempre più accampava i propri diritti nel periodo postbellico, delle feste romane in un clima pre-dolcevita e delle sfilate di moda da Schubert (alcuni anni dopo, in un clima sempre di spensieratezza, troverà le sue mannequin in place Vendôme o sul lungosenna), dei pezzi di vita nuova che chiedevano di ricostruirsi e di affermarsi, dei volti famosi (quando riuscì ad incrociare Hollywood e il suo mondo, eccolo correre di gran fretta sul set di Notorius per omaggiare forse Hitchcock e per iniziare una breve quanto intensa storia d’amore con Ingrid Bergman; quando scese tra le risaie del Vercellese, sul set di mitico Riso amaro, probabilmente l’intreccio della vicenda e il lavoro di De Santis poco lo interessarono ma il viso e le forme di Doris Dowling lo colpirono parecchio). Quindi sfilano l’immagine di un membro dell’equipaggio del commodoro Magee che manda segnali, i soldati americani che ispezionano un carrarmato tedesco o si ricoprono di una bandiera con svastica che hanno catturato; il volto di Trockij e quasi l’udibile voce stessa su di un palco di Copenhagen ed il conflitto arabo-israeliano, tra la lotta e le prime costruzioni a formare i nuovi kibbutz, tra il ’49 ed il ‘50; il viaggio nel 1947 a Mosca in compagnia di John Steinbeck e le code sulla Piazza Rossa negli anni a venire, a visitare la tomba di Lenin, con i visi degli uomini, delle madri con i figli, riverenti e muti, Picasso che gioca con il figlio, perfetto nonno ed incredibile padre; l’allegria all’aria aperta di Hemingway in compagnia della terza moglie, Martha Gellhorn, e dei due figli, la bellezza di certe facce, le fasce rosse legate attorno alla fronte, in un primo maggio descritto tra le strade del Giappone. Ancora i set cinematografici che lo incuriosiscono e lo eccitano, Ava Gardner che balla durante le riprese della Contessa scalza, una Anna Magnani carica di vitalità, John Huston intento a raccontare tra Parigi e gli studi di Londra la vita di Toulouse-Lautrec in Moulin Rouge, l’amico Humphrey Bogart (con cui nel ’52 andrà nella capitale inglese per riprendere l’incoronazione di Elisabetta) e Peter Lorre, ombroso e ingessato viveur l’uno, elegante damerino l’altro, entrambi alle prese con Il tesoro dell’Africa (possibile che nell’occasione la nostra Lollo non l’abbia almeno fotograficamente punzecchiato?), Ingrid Bergman che ascolta le indicazioni di Roberto Rossellini prima che si giri una scena di Viaggio in Italia nel ’53. Sono gli ultimi sprazzi di questo suo mondo che non vuole più dolori, combattimenti e morti, i divertimenti di Bayonne e di Deauville stanno lì a testimoniare. Ma anche per questa vena di divertimento l’interesse s’affievolisce, o addirittura si spegne del tutto: e Capa chiede di essere mandato dove ancora una volta possa respirare i venti della guerra. Invitato dalla Mainichi Press, si trova in Giappone quando riceve da Life la proposta di sostituire il fotografo della rivista in Indocina dove infuria il conflitto franco-vietnamita. Raggiunge Luang Prabang, fotografa i soldati feriti e le zone di guerra e la vita che continua a scorrere ad Hanoi e nelle altre città. Accompagna un convoglio francese lungo il delta del Fiume Rosso: mentre il convoglio è costretto a fermarsi per il fuoco nemico, Capa scende dalla jeep su cui viaggiava per fotografare un campo di riso a lato della strada. Mette il piede su una mina antiuomo e resta ucciso. Era il 25 maggio del 1954. Quella sconosciuta località aveva un nome forse grazioso, Tay Ninh. Capa aveva da pochi mesi compiuto quarant’anni. Era stato il più grande fotoreporter di guerra.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini:

 

Robert Capa fotografato da Gerda Taro

Un membro dell’equipaggio segnala ad un’altra nave di un convoglio alleato che attraversa l’Atlantico, 1942

Humphrey Bogart e Peter Lorre sul set del “Tesoro dell’Africa”, aprile 1953

Capucine, modella e attrice francese, al balcone, Roma, agosto 1951

 

Credits immagini Robert Capa International Center of Photography Magnum Photos

Prelievi bancomat con le carte di credito rubate in casa

I carabinieri hanno documentato che la banda dedita ai furti in abitazione si dava appuntamento nelle ore serali nel quartiere Nord di Torino per decidere il paese dell’hinterland dove colpire.

Utilizzavano quasi sempre la stessa autovettura, un Alfa Romeo 147, sSequestrata dai militari dell’Arma in occasione dell’arresto dell’8 luglio scorso.
In varie circostanze i quattro  hanno rubato  all’interno degli appartamenti carte di credito, poi utilizzate per prelievi fraudolenti.
Nella notte del 27 maggio scorso, ad esempio, dopo essersi introdotti in una villetta di Rivarolo Canavese, è stata rubata una carta di credito con il numero Pin che la proprietaria aveva lasciato sul comodino.
Con la stessa, i ladri hanno prelevato, quella stessa notte,  da un Bancomat di piazza Sabotino a Torino 1750 €.
La tempestività dell’acquisizione delle immagine delle videocamere posizionate nei pressi dell’Istituto di credito ha consentito ai carabinieri di identificare uno dei quattro della banda.
Gli investigatori, seguendo il gruppo, hanno altresì individuato il nascondiglio dove i quattro nascondevano gli strumenti da scasso dopo i furti e prima di far rientro a Torino  ( una piazzola di sosta tra SP 460 all’incrocio con SP37).

Vicino alle scuole mascherine obbligatorie anche all’aperto

L’ordinanza sarà in vigore da lunedì 5 ottobre

 

Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio  firma in queste  ore una ordinanza che introduce l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto in tutte le aree pertinenziali delle scuole di ogni ordine e grado o antistanti ad esse (ad esempio parcheggi, giardini, piazzali e marciapiedi davanti agli ingressi e alle uscite degli istituti), nonché in tutti i luoghi di attesa, salita e discesa del trasporto pubblico scolastico.

L’ordinanza sarà in vigore a partire da lunedì 5 ottobre.

Non sono sottoposti all’obbligo i bambini di età inferiore a sei anni e i soggetti con forme di disabilità o con patologie non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione individuale e i soggetti che interagiscono in modo specifico con loro

 

Cinque giorni di eventi proposti da Camera

Dal 30 settembre al 4 ottobre CAMERA propone una cinque giorni di mostre, proiezioni diffuse, incontri, letture portfolio e visite guidate a CAMERA e in città; il tutto in forma gratuita e nel rispetto delle norme in vigore e del distanziamento interpersonale.

 

I festeggiamenti del quinto compleanno di CAMERA sono possibili anche grazie alla presenza di numerosi sponsor: K-WAY®, Culti Milano, CWS, Domori, Montenegro, Casa della piada, Birra GHOST, Squillari Arti Grafiche, Gruppo Promos, Le Officine Poligrafiche Mcl, Roundabout.
Le iniziative sono patrocinate dalla Città di Torino e in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design, Torino Fringe Festival, FIAF.

 

Il Programma dei festeggiamenti

 

MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE

> ore 17.00
Apertura al pubblico dell’installazione fotografica FUTURES. 2018-2020

FUTURES 2018-2020 è un progetto espositivo in spazio pubblico focalizzato sull’immagine fotografica contemporanea curato da Giangavino Pazzola. Le 20 finestre che affacciano su via delle Rosine e via Giolitti diventano un inedito display nel quale sono installate le opere degli artisti selezionati negli ultimi tre anni da CAMERA nell’ambito di Futures Photography – programma europeo di valorizzazione dei percorsi professionali di talenti emergenti, piattaforma all’interno della quale CAMERA coopera con 12 realtà internazionali. I 16 fotografi presenti in mostra sono: Umberto Coa (Palermo, 1988), Teresa Giannico (Bari, 1985), Vittorio Mortarotti (Savigliano, 1982), Armando Perna (Reggio Calabria, 1981), Lorenzo Pingitore (Torino, 1985), Anna Positano (Genova, 1981), Domenico Camarda (La Spezia, 1990), Francesca Catastini (Lucca, 1982), Paolo Ciregia (Viareggio, 1987), Irene Fenara (Bologna, 1990), Giaime Meloni (Cagliari, 1984) Marina Caneve (Belluno, 1988), Camilla Ferrari (Milano, 1992), Camillo Pasquarelli (Roma, 1988), Giovanna Petrocchi (Roma, 1988), Marco Schiavone (Torino, 1990).

> ore 18.00
Incontro | FUTURES. Il futuro prossimo della fotografia

Intervengono
Elisa Medde, editor in chief Foam magazine
Francesca Seravalle, curatrice e mentor
Giangavino Pazzola, curatore CAMERA e referente FUTURES
Walter Guadagnini, direttore CAMERA

Il primo incontro in programma per il quinto compleanno di CAMERA è dedicato alla fotografia contemporanea, alle sue evoluzioni e alla promozione dei giovani autori nell’attuale panorama artistico. Ospiti dell’incontro, coordinato da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, rispettivamente direttore e curatore associato di CAMERA, è Elisa Medde – dal 2012 editor di FOAM Magazine – Amsterdam e Francesca Seravalle, curatrice e membro della giuria nell’ultima edizione del bando Refocus indetto dal MiBACT. A partire dal talents program FUTURES, realizzato da CAMERA in cooperazione con altre 12 realtà europee, durante l’incontro verranno messe a confronto strategie nazionali e internazionali di scouting, promozione e diffusione della creatività contemporanea.

 

GIOVEDÌ 1 OTTOBRE

> ore 11.00
Apertura al pubblico della mostra Gianni Berengo Gardin e la Olivetti  | Project Room, 1 ottobre – 15 novembre 2020

La mostra, realizzata da CAMERA e dall’Associazione Archivio Storico Olivetti, con la collaborazione del Museo Civico P. A. Garda di Ivrea, è dedicata all’opera di uno dei più celebri fotografi italiani: Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930).

Curato da Margherita Naim e Giangavino Pazzola, il progetto espositivo evidenzia l’intensità del rapporto professionale tra il fotografo e l’azienda di Ivrea, attraverso un’accurata selezione pressoché inedita di oltre 70 fotografie d’epoca in bianco e nero, pubblicazioni e altri documenti d’archivio ripensati secondo una scelta curatoriale che delinea due nuclei: uno formale che indaga il tema del valore del progetto d’architettura (industriale, residenziale, sociale, ecc.); un secondo che più esplicitamente traduce un sistema sociale di relazioni dentro e fuori la fabbrica. Berengo Gardin, infatti, è uno tra gli autori che ha collaborato più a lungo con la Olivetti, descrivendo nei suoi servizi fotografici sia il valore sociale del progetto d’architettura sia l’organizzazione di un sistema di servizi sociali e culturali che animava la fabbrica e il territorio. La mostra è inoltre un omaggio che i due istituti culturali dedicano all’autore in occasione dei suoi 90 anni.

La mostra ha origine da un progetto di ricerca e studio bandito dall’Associazione Archivio Storico Olivetti nel 2018 e svolto da Margherita Naim attraverso l’analisi e schedatura dei documenti fotografici di Gianni Berengo Gardin conservati nei fondi della Società Olivetti, e si sviluppa all’interno di un protocollo di intesa tra il Dipartimento Archivi di CAMERA e l’Associazione, rivolto alla mappatura e alla valorizzazione dei fondi fotografici custoditi a Ivrea – all’interno della più ampia cornice del Censimento delle raccolte fotografiche in Italia realizzato da CAMERA su scala nazionale.

> ore 18.00
Incontro con Gianni Berengo Gardin

Intervengono
Gianni Berengo Gardin, fotografo
Giovanna Calvenzi, photo-editor
Walter Guadagnini, direttore di CAMERA

L’incontro di approfondimento collegato a 1965-1990. Gianni Berengo Gardin e la Olivetti, mostra dedicata dall’istituzione torinese e dall’Associazione Archivio Storico Olivetti, con la collaborazione del Museo Civico P. A. Garda di Ivrea, è incentrato sull’opera di uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento. Insieme a Gianni Berengo Gardin e al direttore di CAMERA, Walter Guadagnini, sarà al tavolo dei relatori anche Giovanna Calvenzi, photo-editor e studiosa di fotografia, al fine di ripercorre i passaggi principali del rapporto professionale tra il fotografo e la società di Ivrea. Partendo dalle committenze private, la conversazione andrà a toccare i momenti più significativi nell’evoluzione della poetica dell’autore in ambito industriale, spaziando tra campagne fotografiche sul territorio canavese e servizi realizzati negli stabilimenti Olivetti, senza trascurare il ruolo fondamentale dei progetti editoriali nella pratica artistica di Berengo Gardin.

> dalle ore 21.00
Esterno notte. Fotografie e proiezioni sulla città
Un evento partecipato e diffuso sulla città, dove mille e una proiezione di foto e video daranno vita a palazzi, case e cortili.

Esterno notte. Fotografie e proiezioni sulla città è una festa collettiva dedicata alla fotografia e all’immagine. La ricorrenza del quinto anno di attività di CAMERA è stata un modo per coinvolgere le istituzioni culturali torinesi e i cittadini in un evento di proiezioni diffuse per le vie del centro e delle periferie. Nella serata del primo ottobre finestre, balconi e affacci sull’esterno diventeranno la piattaforma da cui proiettare degli slideshows fotografici o progetti video. Il filo conduttore delle proiezioni è lo stupore, inteso come sentimento “riempitivo”, che pervade l’animo di chi lo prova, nella volontà di colmare, attraverso le immagini, lo spazio urbano lasciato vuoto nei mesi passati, ma anche di far dialogare una dimensione visiva che è sempre più digitale e smaterializzata con gli ambienti della vita fisica e tangibile di tutti noi. A questa iniziativa parteciperanno le principali realtà, enti, istituzioni e gallerie torinesi così come i liberi cittadini coinvolti da CAMERA attraverso una call pubblica.

 

a CAMERA
> ore 21.00
Sulla facciata della chiesa di San Michele Arcangelo in via Giolitti, CAMERA proietta una selezione di fotografie delle quaranta mostre realizzate nei suoi primi cinque anni da Boris Mikhailov a Man Ray, da Sandy Skoglund a Francesco Jodice.

ore 22.00 e ore 23.00
Nel cortile interno di CAMERA si presenta “Bersaglio”, la nuova installazione del collettivo multimediale SPIME.IM, progetto creato appositamente per festeggiare il compleanno. L’evento è organizzato in collaborazione con il Torino Fringe Festival.
La performance è prevista, in caso di condizioni meteo favorevoli, nel cortile di CAMERA e si inserisce nel calendario di appuntamenti del progetto CORTI.Lì.
Facebook del progetto: @CORTI.LIspazioetempoperessere

Grazie ad un sistema di analisi appositamente realizzato, le fotografie provenienti dagli archivi dei partner di CAMERA saranno interpretate in tempo reale come una partitura musicale, dando luogo alla creazione e alla manipolazione di eventi sonori direttamente estrapolati dalle immagini. Tale operazione consentirà di accostare al mondo visivo evocato dalle fotografie, un mondo sonoro che ne rafforzi il potenziale evocativo e sia con esse intimamente interconnesso. Un viaggio attraverso immagini iconiche, intervallato da crude istantanee di attualità, accompagnerà lo spettatore in un percorso sensoriale inedito.

Per partecipare alla performance è necessario prenotare a prenotazioni@camera.to. Verranno accettate le prenotazioni fino ad esaurimento posti disponibili.

 

VENERDÌ 2 OTTOBRE

>ore 19.30
Incontro con Paolo Pellegrin

Intervengono
Paolo Pellegrin, fotografo
Domenico Quirico, giornalista
Walter Guadagnini, direttore di CAMERA

Inarrestabile osservatore della nostra epoca, il noto fotografo della storica agenzia Magnum Photos Paolo Pellegrin ha viaggiato in tutto il mondo raccontando i conflitti, le emergenze umanitarie, le persone nella loro relazione con i luoghi e, negli anni recenti, con grande poesia ha anche immortalato la natura con uno sguardo potente e sofferente. In mostra alla Reggia di Venaria con Un’antologia, Paolo Pellegrin – vincitore di dieci World Press Photo Award e di numerosi riconoscimenti come la Leica Medal of Excellence, l’Olivier Rebbot Award, l’Hansel-Mieth Preis, il Robert Capa Gold Medal Award e nel 2006 il W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography – festeggerà il compleanno di CAMERA regalando al pubblico un memorabile incontro sul suo lavoro, sul rapporto tra fotografia e giornalismo e sulla fotografia nel sistema dell’informazione di oggi.

Paolo Pellegrin sarà disponibile dopo l’incontro per firmare le copie della monografia Paolo Pellegrin a cura di Germano Celant edita da Silvana Editoriale.

  

SABATO 3 OTTOBRE

ore 9.30-12.30 | 15.30-18.00
Letture portfolio in collaborazione con FIAF

CAMERA ospita Portfolio sul Po, tappa torinese della manifestazione Portfolio Italia, organizzata da FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche che ogni anno dà vita a questi momenti di confronto, molto seguiti dai fotografi di tutta Italia. Ad ogni tappa sono premiati due portfolio che concorrono alla selezione finale di una prestigiosa giuria.

Le letture inizieranno il sabato mattina, continueranno nel pomeriggio e la domenica mattina. Nel pomeriggio di domenica, dopo la riunione dei lettori per indicare i due portfolio selezionati, avrà luogo la cerimonia di premiazione.

Tra i lettori saranno impegnati anche Barbara Bergaglio, Giangavino Pazzola e Monica Poggi di CAMERA.

E’ possibile iscriversi sul sito www.fotocrdc.it. Ecco il link dedicato: https://www.fotocrdc.it/events/portfolio-italia-2020/ .

> ore 12.00 e ore 13.00
Visite guidate gratuite su prenotazione

Visite guidate alla mostra “Paolo Ventura. Carousel” in compagnia dell’autore Paolo Ventura

> ore 15.00
Visite guidate gratuite su prenotazione per i più piccoli

Visite guidate alla mostra “Paolo Ventura. Carousel” in compagnia dell’autore Paolo Ventura e di una mediatrice culturale che seguirà i bambini

 

DOMENICA 4 OTTOBRE

ore 9.30-12.30
Letture portfolio in collaborazione con FIAF

E’ possibile iscriversi sul sito www.fotocrdc.it. Ecco il link dedicato: https://www.fotocrdc.it/events/portfolio-italia-2020/ .

> ore 10.00 e ore 18.00
Visite guidate gratuite su prenotazione

Visite guidate alla mostra “Paolo Ventura. Carousel” in compagnia di Monica Poggi, curatrice di CAMERA

 

Per partecipare alle visite guidate è necessario prenotare a prenotazioni@camera.to entro il 2 ottobre.

 

 

 

 L’attività di CAMERA è realizzata grazie al sostegno di numerose e importanti realtà: Partner istituzionali Intesa SanpaoloEniLavazzaMagnum Photos; Partner Tecnici LeicaReale MutuaMitCws; Mecenati MpartnersSynergie ItaliaIrm; Mecenate e Partner didattica scuole Tosetti Value; Sponsor Tecnici ProtivitiCariocaDynamix ItaliaReala Mutua Agenzia Torino CastelloCsiaIstituto Vittoria TorinoLe Officine Poligrafiche MCL di Torino; la programmazione espositiva e culturale è, inoltre, sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo oltre a ricevere il patrocinio e il sostegno su specifiche iniziative di Regione Piemonte e Città di Torino.

 

Una parte importante è anche svolta dalla community degli Amici di CAMERA, privati cittadini, che sostengono, anno dopo anno, le attività dell’ente in qualità di Benefattori.

Coronavirus, una vittima e 110 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 18.00

28.072 PAZIENTI GUARITI E 368 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28.072(+52 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3451 (+0) Alessandria, 1639 (+2) Asti, 885 (+3) Biella, 2739 (+21) Cuneo, 2569 (+0) Novara, 14.257 (+20) Torino, 1313 (+2) Vercelli, 1023 (+4) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 368sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO 4165

1 decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione,nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è quindi di 4165 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 682 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401Cuneo, 379 Novara, 1840 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 35.512 (+110 casi rispetto a ieri, di cui 83 asintomatici. Dei 110 casi, 34 screening. 52 contatti di caso, 24 con indagine in corso. I casi importati sono 8 su 110) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4395 Alessandria, 1985 Asti, 1126 Biella, 3482 Cuneo, 3361 Novara, 17.744 Torino, 1675 Vercelli, 1219 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 299 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 226 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (invariato rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono203(+7 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 2692

I tamponi diagnostici finora processati sono 726.046 di cui 400.613 risultati negativi.

La sfida del fascino retrò, un’estetica senza tempo

Il vintage è per inguaribili romantici: tornare indietro nel tempo e immaginare la storia di un capo, di una borsa o di un oggetto ci riporta in un’altra epoca

Oggi questo modo di acquistare non solo rende più accessibili alcuni brand, con un ottimo rapporto qualità-prezzo, ma offre articoli originali, non legati alla moda corrente.

É questo il leitmotiv alla base di “Vivovintage”, una realtà che nasce, quasi come gioco, una decina di anni fa a Venafro, in Molise, dall’intuizione dello psicologo Angelo Cozzoni.

Con l’esperienza maturata, per anni, nella consulenza marketing, capisce che la vendita online di borse ha grandi potenzialità. Decide di coinvolgere anche mamma Cinzia e la moglie Anna, appassionata di moda.

Incantati dal mondo del vintage, comincia a farsi strada in loro l’idea di ritirare anche l’usato e nasce così, dall’unione dei tre talenti, “Vivovintage”, uno dei siti web più seguiti sui social.

In quest’epoca di moda globalizzata, in cui le stesse catene propongono gli stessi abiti in ogni angolo del mondo, avere un pezzo originale, spesso unico, come accade nel vintage, è un valore aggiunto non da poco.

Difficile creare linee nette tra gli stili delle diverse epoche che si sono succedute. Come dimenticare la disinvoltura degli anni Venti tra gonne corte, perline e piume; le spalline e i colletti della comodità degli anni Quaranta; i pois, la vita alta e i blu jeans degli insormontabili Cinquanta;  i mini abiti, le gambe alla riscossa degli anni ’60 insieme alla stravaganza degli Eighties?

Siamo sulle spalle dei giganti pur essendo dei nani, ma il nostro vero punto di forza è la ricerca, la cura dei modelli più esclusivi e apprezzati di borse – spiega Angelo. Il nostro customer care è ciò che ci distingue, siamo presenti, accanto al cliente, in ogni fase, dall’acquisto alla vendita. In questo c’è l’empatia dello psicologo: spesso chi desidera vendere una borsa vive un vero distacco da un oggetto che ha fatto parte della propria vita, dietro ogni borsa ci sono affetti, emozioni, ricordi e ciò che è uno scarto per qualcuno può diventare risorsa preziosa per un altro”.

Dopo il lockdown si è registrata una crescita delle vendite online, soprattutto per la comodità dell’acquisto senza dover uscire di casa. Lo staff di Vivovintage ogni giorno propone su Instagram e Facebook le novità e i pezzi forti, quelli dedicati a una nicchia che ricerca l’articolo particolare ma con un prezzo contenuto. Ogni borsa viene accuratamente sistemata e sanificata e le condizioni di questi accessori variano dall’ottimo all’eccellente.

Se è vero che la Storia è fatta di corsi e ricorsi possiamo proprio dire che amiamo il vintage perché in fondo non possiamo staccarci dal nostro passato, che è ciò che ci regala l’identità di oggi.

dierre

 

https://vivovintage.com/

A Torino il dipinto monumentale di Saype attraversa la Porta Palatina

Dal 1° ottobre Torino accoglie la nuova tappa di Beyond Walls – Oltre i muri, il progetto di Land Art dell’artista franco-svizzero Saype sostenuto dal Gruppo Lavazza in collaborazione con il Comune di Torino e i Musei Reali Torino

 

Due mani che si tendono l’una verso l’altra e si stringono, in una presa che trasmette fiducia e aiuto reciproco: è questa l’immagine al centro del progetto Beyond Walls – Oltre i muri firmato dall’artista franco-svizzero Saype.

 

Città di Torino con questo progetto, conferma il proprio impegno sui temi della sostenibilità e della condivisione, consolidandosi come metropoli internazionale dalla spiccata vocazione culturale. Un messaggio di solidarietà e di fratellanza per un’opera dipinta sull’erba, che connette idealmente la città di Torino al resto del mondo. Dopo essersi fatta portavoce dei messaggi di rinascita e solidarietà con la campagna #TheNewHumanity, ora Lavazza ha deciso di supportare Saype, artista con cui condivide visione e valori che faranno da filo conduttore per il Calendario Lavazza 2021.

In parallelo, i Musei Reali si fanno sostenitori del progetto grazie alla volontà di connettere il patrimonio delle arti classiche alle espressioni artistiche contemporanee, contribuendo a realizzare uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni. Nella cornice del Parco archeologico della Porta Palatina di Torino, uno dei luoghi storici della città, Beyond Walls diventa un ulteriore tassello della “più grande catena umana della storia”, coprendo cinque continenti per un totale di oltre venti città diverse. Settima tappa di un progetto globale inaugurato a Parigi nel 2019 e che ha già toccato luoghi come la Tour Eiffel di Parigi, il muro di Berlino e il memoriale di Ouagadougou in Burkina Faso.

La scelta di accogliere l’opera presso una delle porte di accesso della città, soglia che delimitava i confini dello spazio cittadino dal mondo esterno, sottolinea il desiderio dell’artista di superare i muri fisici e mentali, invitandoci a intraprendere uno sforzo collettivo per sentirci parte viva di un unico ecosistema, responsabili di un fragile equilibrio che richiede la nostra cura e il nostro impegno individuale.

Ogni singola mano appartenente al progetto Beyond Walls, con i suoi dettagli che rimandano a etnie, provenienze, culture differenti rappresenta il caleidoscopio di un’umanità in continua evoluzione, che non è disposta a farsi fermare da restrizioni e muri e che si fa portavoce di tolleranza e inclusione. Inserito dalla prestigiosa rivista Forbes nell’elenco delle 30 personalità sotto i trent’anni più influenti nel mondo dell’arte e della cultura, Saype ha sviluppato la propria personale ricerca fondendo l’immediatezza e l’impegno sociale della street art alla consapevolezza della land art, dando vita a una grammatica artistica del tutto personale. Tutta l’opera dell’artista, nato a Belfort nel 1989 e formatosi da autodidatta, è realizzata nel totale rispetto della natura ed è costituita da dipinti di dimensioni monumentali realizzati sull’erba grazie all’utilizzo di pigmenti biodegradabili, ideati dall’artista stesso. I dipinti, di natura effimera e di grande impatto visivo, sono nati dall’esperienza maturata da Saype attraverso l’arte di strada, trasformatasi poi verso il linguaggio della land art, un movimento d’avanguardia nato alla fine degli anni ‘70, focalizzato sul dialogo tra gli artisti e la natura.

La visione di Saype rispetto al presente e alla responsabilità dell’arte è molto chiara: «Ci troviamo a un punto della storia in cui il mondo si sta polarizzando, e in cui molte persone si stanno ripiegando su se stesse. Tuttavia credo profondamente che sia solo rimanendo insieme che l’umanità possa rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo.»

I suoi enormi dipinti, che hanno una durata media che varia tra i 15 e i 90 giorni, rappresentano un richiamo alla transitorietà dell’esistenza e alla relazione tra tutte le forme viventi e coniugano la trasversalità e la forza dell’arte urbana alla profondità e all’urgenza della land art, dando vita a una formula visiva del tutto originale.

La scelta di Saype – nome d’arte di Guillaume Legros, nato dalla contrazione di “say peace” – avviene in continuità con il percorso intrapreso da Lavazza. L’artista ha già collaborato con l’azienda in qualità di protagonista di uno scatto di Amy Vitale, curatrice del Calendario Lavazza 2019, che ha ritratto il suo dipinto Take Care for Future, realizzato in sinergia con il progetto “Colombia Breathes” della Fondazione Lavazza.

Con questa nuova opera, la Città di Torino e Lavazza si fanno portatrici di un messaggio di speranza, di ottimismo e di resilienza che parte dalla città di Torino e si apre a tutto il mondo. Hanno voluto che anche Torino fosse uno dei luoghi scelti da Saype per realizzare la propria opera, per sostenere e diffondere la ripartenza della città già rappresentante dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, dopo l’emergenza sanitaria.

Il progetto è un percorso che comprende anche la prima mostra personale dell’artista franco-svizzero presso le sale centrali della Galleria Sabauda dei Musei Reali. Beyond Walls. Torino 2020 ricostruisce poetica, carriera e tecnica dei “Foot Murales” che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo e sarà visibile fino al 17 gennaio 2021.

 

Francesca Lavazza – Board Member Lavazza Group

In Lavazza siamo da sempre convinti della necessità che pubblico e privato lavorino fianco a fianco a favore della comunità. Il concetto di sussidiarietà va per noi oltre il significato di collaborazione e complementarietà. Significa costruire insieme un percorso valoriale in grado di produrre un impatto tangibile sulla società. In questo percorso di sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità, il Comune ci è sempre stato vicino in un rapporto consolidato che non esiterei a definire estremamente proficuo”.

“Beyond Walls è un’opera di grande forza visiva e immediatezza. Siamo convinti che l’arte e la sostenibilità siano linguaggi in grado inspirare e modellare il nostro futuro, per questo collaboriamo con artisti che fanno propri i valori della condivisione, del rispetto per l’ambiente e la positività, contribuendo a diffondere e affermare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ormai parte integrante della visione e delle azioni del Gruppo Lavazza.» racconta ancora Francesca Lavazza.

 

Marco Giusta – Assessore dei Diritti, Creatività e Giovani Città di Torino

L’arte non solo accende un riflettore internazionale sul nostro territorio, raccontando la bellezza della nostra città, ma ci regala la possibilità di riflettere sui temi che accompagna. Saype è un giovane artista che ci ricorda che i giovani sono il futuro ma anche il presente, e la sua visione della società, più giusta, equa, sostenibile e senza confini ci restituisce la speranza di poterla immaginare, e quindi poterla realizzare. Un’opera d’arte quella di Saype che nella sua bellezza si fa portatrice di una visione del futuro, al di là dei muri, anche quelli invisibili, mani che si stringono e che uniscono al posto di dividere, ricordandoci che siamo tutte e tutti connessi e interdipendenti. Durante questo periodo straordinario e terribile abbiamo riscoperto il valore della comunità e della solidarietà. Da qui occorre ripartire per gettare le fondamenta per una società migliore. 

Ringrazio Lavazza per aver voluto nuovamente investire sull’arte e su Torino, i Musei Reali, la soprintendenza, il Duomo, gli uffici della città e tutti e tutte coloro che hanno collaborato all’iniziativa. E ovviamente ringrazio Saype per averci donato quest’opera potente e bellissima, che porta con sé la forza dell’idea di una società e di futuro più sostenibile, unito e giusto.

 

Enrica Pagella – Direttrice dei Musei Reali

I grandi dipinti sull’erba di Saype dimostrano quanto la pittura sia tutt’oggi un terreno di grande ricerca tecnica e visiva, le cui frontiere si ampliano traendo vantaggio dalle tecnologie aeree e dalle potenzialità di riverbero globale sui media, ma mantenendo sempre centrale il talento della mano e l’invenzione dell’artista.

I Musei Reali accolgono la sua opera torinese che porta con sé un importante messaggio di umanità e attenzione al rispetto dell’ambiente e che affronta con serietà la sostenibilità dello stesso intervento artistico.

 

Filippo Masino – Architetto e Curatore

Saype sviluppa con gioia e voglia di sognare il tema della connessione tra le persone, tra i luoghi e le culture, per veicolare attraverso l’immaginazione artistica una coscienza mondiale condivisa. Questo lo fa partendo dal concetto di monumento (dal latino moneo: ricordare, ammonire) e quindi di memoria del passato e raccomandazione per il futuro. Dalla Tour Eiffel al muro di Berlino, al memoriale degli Eroi di Ouagadougou e fino alla Porta Palatina, gli iconici monumenti dei padri diventano sorgenti di forza per un monumento nuovo dedicato alle generazioni di oggi – la grande catena umana dipinta – rappresentando così la loro consapevolezza della preziosa eredità, ma anche delle responsabilità che hanno di fronte alle sfide che le attendono.

 

Roberto Mastroianni – Filosofo e Curatore

Arte, impegno sociale ed eco-attivismo, sono queste le coordinate attraverso cui si muove l’azione di Saype.

L’artista è capace di dare forma a monumentali interventi pittorici, utilizzando i linguaggi della Street Art e

della Land Art, per dare vita a una forma innovativa di intervento artistico ecosostenibile completamente calato nella contemporaneità.

La figurazione che dialoga con gli spazi naturali, i codici dell’Urban Art, il rispetto per i cicli naturali danno forma a opere effimere dal grande impatto simbolico, che ricordano agli esseri umani quanto breve sia il loro passaggio su questa terra e quanto essi debbano essere rispettosi dei segni che lasciano dietro di sé.

La poetica minimale, l’impegno sociale, urgenza delle questioni poste dalla crisi climatica e ambientale fanno di Beyond Walls uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni.

 

Luisa Papotti – Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino

La Porta Palatina, riemersa isolata e silenziosa dalle grandi demolizioni del primo’900, ritrova grazie all’opera di Saype il suo ruolo originario di zona di confine, scambio e contatto. Opera d’arte ecologica ed effimera, ma non per questo meno eloquente, Beyond Walls riporta l’attenzione sul grande lacerto di mura romane, che ancora oggi divide e definisce i quartieri urbani, suggerendoci di farne il fulcro di una riflessione sul futuro della città. Ed aggiunge il proprio ai molti messaggi che i muri della città ci offrono, grazie anche all’iniziativa di Lavazza e Città di Torino.

 

Renato Boero – Presidente Iren

Il Gruppo Iren ritiene che l’arte, in tutte le sue molteplici espressioni, sia una straordinaria occasione di crescita culturale del territorio e, di conseguenza, un volano per lo sviluppo economico e sociale. Quando si presenta l’occasione di fornire un contributo, anche di natura tecnica, a forme espressive innovative e portatrici di valori in linea con l’identità aziendale, Iren risponde positivamente, nella consapevolezza che un lavoro sinergico fra aziende, enti e territorio possa produrre risultati di assoluto interesse.

 

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BEYOND WALLS. TORINO 2020 by Saype

A cura di Roberto Mastroianni e Filippo Masino

Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda

1 ottobre 2020 – 17 gennaio 2021

Dal martedì alla domenica, orario 9-19

 

Nell’occasione della sua prima tappa italiana, promossa dalla Città di Torino e da Lavazza Group, i Musei Reali ospitano la prima mostra personale in Italia dell’artista franco-svizzero Saype, incentrata sulla restituzione dell’opera realizzata a Torino all’interno del più ampio progetto Beyond Walls.

Attraverso un percorso espositivo foto-video e installativo che si snoda in tre sale del piano aulico della Galleria Sabauda, viene ricostruita poetica, carriera e tecnica dei famosi Foot Murales realizzati da Saype in tutto il mondo, rendendo ragione dell’innovativo approccio ai materiali e alla creazione pittorica di grandi figure che ibridano i linguaggi della Street Art con i linguaggi della Land Art.

Saype: Say Peace. Questo è il nome scelto da Guillaume Legros, artista autodidatta classe 1989, che dopo un’attività adolescenziale da graffiti-writer è divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi enormi dipinti sull’erba dedicati ai temi dell’umanità, della cittadinanza globale e della sostenibilità ambientale, realizzati con una tecnica pittorica da lui inventata che utilizza pigmenti biodegradabili.

Sicuramente uno degli artisti più conosciuti sulla scena globale con temporanea, nel 2019 è stato inserito dalla rivista Forbes tra le trenta persone più influenti al mondo sotto i trent’anni di età nel settore Arte e Cultura.

Il progetto Beyond Walls – Oltre i muri, iniziato a giugno 2019, ha l’obiettivo di realizzare simbolicamente la più grande catena umana del pianeta. I giganteschi dipinti realizzati sull’erba sono fatti di mani: mani che si intrecciano, che si stringono e si uniscono in uno sforzo comune, oltrepassando i muri che separano gli esseri umani e li racchiudono in spazi mentali o geografici.

Le pareti erette nella mente diventano partizioni fittizie, che vengono spazzate vie dal gesto artistico; e allo stesso modo si crea una breccia immaginaria nei muri reali, quelli di mattoni e cemento, costruiti dall’umanità dentro e contro sé stessa.

Le lunghissime catene non si dimenticano del valore della singolarità incarnata in ciascuna mano: attraverso specifici particolari dell’abbigliamento, gli accessori e il colore della pelle, ognuna di esse è portatrice di una sua individualità e di una storia da raccontare, e ci evoca una diversa provenienza sociale, geografica o etnica.

La mostra ospita la restituzione fotografica e descrittiva delle tappe del progetto sinora realizzate (Parigi, Andorra, Ginevra, Berlino, Ouagadougou, Yamoussoukro), in un ambiente immersivo affacciato sui Giardini Reali, la restituzione video del making of del progetto torinese e un’opera site specific di piccole dimensioni realizzata su materiale vegetale all’interno di una sala della Galleria Sabauda. Tutta la mostra dialoga con l’opera realizzata nel parco della Porta Palatina, visibile da uno spazio dedicato all’interno del Palazzo.

Oggi il progetto Beyond Walls approda a Torino, città che Saype definisce «una ville radieuse, una città cosmopolita con forti legami con l’Europa, che nell’apertura al futuro e nell’attenzione ai temi sociali e umani incarna una identità culturale vigorosa, e quindi una città ideale per aderire al progetto».

Per il suo messaggio universale ha scelto il parco della Porta Palatina, luogo di snodo tra il centro storico, il distretto delle Istituzioni e il brulicante quartiere di Porta Palazzo.

Sotto gli archi dell’antico monumento romano, in due millenni di storia sono passati milioni di persone di tutte le provenienze geografiche, economiche e sociali, portando con loro familiari, amici, merci e idee.

In questo luogo così ricco di storia e di segni, il progetto Beyond Walls assume quindi un particolare significato, in quanto si fa forte del loro valore simbolico di connessione tra Storia e storie, tra passato e presente, tra fuori e dentro la città, tra popoli stanziali e di passaggio, nonché di resilienza e mixité urbana: valori che trovano pieno riflesso nel progetto dell’artista franco-svizzero.

Il progetto espositivo è pensato per diventare elemento di un percorso che coinvolge Porta Palatina, Giardini Reali e Galleria Sabauda, creando un circuito virtuoso tra spazio urbano e spazio museale, e si presenta come un’altra ibridazione tra antico e contemporaneo presente all’interno dei Musei Reali, insieme all’installazione The Ballad of Forgotten Places di Botto&Bruno e la mostra TOward2030. What are you doing? allestite nello stesso piano della Galleria Sabauda.

Piazza San Carlo, al via il processo per le due vittime e i 1500 feriti

E’ iniziato oggi  a Torino, nell’aula bunker delle Vallette, il processo riguardante la drammatica sera del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo

Nel corso di una proiezione su maxischermo della finale di Champions le ondate di panico tra la folla causarono 1.500 feriti e, successivamente la morte di due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato. Il procedimento riguarda i nove imputati, tra i quali il viceprefetto Roberto Dosio e dirigenti del Comune e della Questura,  giudicati con il rito ordinario. Per chi ha scelto il rito abbreviato , come la sindaca Chiara Appendino, la causa inizierà a novembre. Il processo è celebrato dalla Corte di Assise.L’apertura della sessione è dedicata alla tracciatura dell’ elenco delle parti civili rimaste costituite.