ilTorinese

Granata in “bolla Covid” al Filadelfia

Accertati i quattro casi di Covid  nel gruppo squadra, due giocatori  e due membri dello staff, al Torino scatta la  ‘bolla’.

Belotti e gli altri calciatori possono continuare gli allenamenti e le partite, ma senza contatti con l’esterno. Fino  a domenica, se non vi saranno altre indicazioni, i giocatori si alleneranno al Filadelfia e alloggeranno in un hotel  cittadino, senza tornare a casa. Inoltre si sottoporranno a nuovi tamponi, in vista della partita di venerdì contro il Sassuolo.

Infermieri verso lo sciopero generale

Riceviamo e pubblichiamo l’Intervento del sindacato degli infermieri Nursing Up

Anche in Piemonte centinaia di professionisti incroceranno le braccia

“Chiediamo l’adeguamento degli organici, degli stipendi e il riconoscimento della nostra competenza“

 

Il 2 novembre a partire dalle 7 di mattina e per 24 ore, gli infermieri entreranno in sciopero per l’agitazione nazionale indetta dal Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, e annunciata da tempo, il cui riassunto è lo slogan #MaiPiùComePrima.

 

Anche in Piemonte centinaia di infermieri e professionisti della sanità incroceranno le braccia, puntando il dito al continuo e ormai non più sostenibile “gioco dello scarica barile” tra le varie istituzioni, Regione e Governo, le quali alle tante, troppe, promesse di nuove assunzioni, di adeguamento degli stipendi, di revisione del numero di persone disponibili per affrontare in modo adeguato i turni in situazioni di emergenza come quella con cui ci troviamo di nuovo a fare i conti, non hanno mai fatto seguire atti concreti alle parole.

 

“Governo e Regione non nascondetevi dietro un dito! – attacca Claudio Delli Carri, segretario Regionale Piemonte del Nursing Up, spiegando le ragioni di questa protesta -. Nel contesto di nuova pre-emergenza Covid in cui ci troviamo, abbiamo il dovere morale e civico di sottolineare, al governo regionale e a quello centrale, che ci vuole più coraggio nelle scelte da mettere subito in pratica, quello stesso coraggio che gli infermieri e i professionisti della salute impiegano tutti i giorni con grande senso di responsabilità e abnegazione, al fianco dei pazienti e di chi ha necessità di cure. I professionisti sanitari dimostrano concretezza ogni giorno, quando timbrano il cartellino, alla mattina, al pomeriggio, nelle notti, nei festivi, non si tirano mai indietro e vanno avanti. Consci dell’importanza di ciò che fanno. Il Governo e la Regione possono dire di avere la stessa consapevolezza dell’importanza del nostro ruolo?

 

Il Governo regionale, a causa di vincoli di bilancio, dei piani di rientro e dell’annunciato efficientamento, non può avanzare richieste ulteriori rispetto ai limiti imposti dal Governo centrale. Quei limiti vanno sospesi o addirittura cancellati per fare nuove assunzioni. Siamo all’assurdo in cui lo Stato investe diversi milioni di euro per la riduzione delle liste d’attesa (che si sono allungate a causa del Covid tra marzo e giugno) ma poi non investe in maniera strategica per assumere personale”.

 

Prosegue Delli Carri: “Oggi, a parte un paio di graduatorie in via di esaurimento, non ci sono più graduatorie di infermieri in tutta la regione Piemonte. Se vi saranno dei concorsi li vedremo nei primi mesi del nuovo anno, ciò vuole dire che vedremo le prime assunzioni a fine primavera. E nel frattempo? Ci rendiamo conto, poi, che non esiste solo il Covid, ma ci sono ancora e sempre anche tutte le altre patologie e necessità dei pazienti che vanno seguite?

Le agenzie interinali fanno fatica a fornire personale alle aziende sanitarie, poche le chiamate di lavoratori a tempo determinato. Non ci va molto a capire che così il sistema non reggerà e ricominceranno a chiudere ed accorpare i reparti per aprire i reparti Covid. Ma le altre patologie non vanno in ferie”.

 

“E come se tutto ciò non bastasse – continua Delli Carri – continuiamo ad avere migliaia di professionisti che vanno a lavorare all’estero dove vengono meglio pagati e dove i contratti vengono fatti subito. In pratica, noi formiamo le eccellenze egli altri stati ce le rubano!! Perché non si pensa ad allineare stipendi degli infermieri italiani a quelli degli infermieri altri stati europei, visto che un infermiere nel nostro percepisce un salario tra i più bassi in Europa?”.

 

Delli Carri, inoltre, sottolinea la necessità di agire anche sulle indennità, ma anche e soprattutto sulla parte strutturale dello stipendio: “le indennità sono ferme al palo da ben 25 anni – spiega – un esempio? L’indennità di malattie infettive che all’epoca della lira era di 10 mila lire, con la conversione in euro è di euro 5,16 euro! L’indennità turno è di euro 4,49 euro, l’indennità terapia intensiva è di euro 4,13, l’indennità notturna oraria arriva a 2,74 euro l’ora, la pronta disponibilità di 12 ore a 20,66. Cifre troppo basse. La verità però è che bisogna agire sulla parte strutturale dello stipendio, perché parliamo di una professione che oggi sforna laureati con responsabilità elevate, con competenze e specializzazioni che vanno riconosciute e premiate. Non è più possibile tenere gli stipendi base fermi al palo da 20 anni. Invece in Italia continuiamo con una politica che danneggia i lavoratori, si pensi ad esempio alle attuali leggi sulla pensione: non considerare il lavoro degli infermieri come usurante è folle. E i primi risultati si stanno palesando. Con l’aumento dell’età aumentano le prescrizioni e limitazioni del personale che incidono sui turni. Ci vuole invece un ricambio di personale in tempi molto più ravvicinati visto che ci sono interi settori sanitari dove i lavoratori superano di gran lunga l’età media dei 50 anni!”.

 

Conclude Delli Carri: “Lo Stato, tramite le Regioni, deve mettere a disposizione risorse economiche per l’adeguamento degli organici, l’adeguamento degli stipendi e il riconoscimento della nostra competenza e specializzazione. Ora, non domani o fra un anno. Siamo solo all’inizio della protesta e non arretreremo di un passo finché non otterremo il giusto riconoscimento e la giusta valorizzazione.

 

+Europa: “commissione Covid, dire no grave errore”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di Igor Boni (presidente Radicali italiani) e Marco Cavaletto (coordinatore gruppo +Europa Torino):

“Avevamo chiesto esplicitamente l’apertura di una commissione d’inchiesta regionale, non per additare al pubblico ludibrio responsabili del fallimento nella gestione della prima ondata, ma per individuare gli errori da non ripetere. La maggioranza ha rifiutato di aprire la commissione, arroccata in difesa e sperando non vi fosse una seconda ondata. Oggi il sistema delle asl è al collasso e la sanità nel suo complesso versa in gravissima difficoltà,  non solo per il covid ma per mesi persi nell’inerzia più totale. Oggi quel rifiuto sdegnoso ha un costo politico perché si è trattato di un errore imperdonabile di cui Cirio e Icardi in primis devono assumersi piena responsabilità”.

Covid, Pd: “numeri e dati non possono nascondere le falle”

“Finalmente, dopo numerosi solleciti, si è tenuta l’informativa della Giunta regionale su come la Regione Piemonte si è preparata a affrontare la seconda ondata della pandemia da Covid-19.

 

E’ intervenuto il Presidente Cirio che ha toccato tutti i temi compreso quello sanitario, commissariando di fatto l’Assessore alla Sanità Icardi, dettagliando con tabelle i numeri delle terapie intensive, dei DPI, delle contrattualizzazioni di personale. Tuttavia, nonostante la capacità comunicativa del Presidente della Giunta regionale, dobbiamo sottolineare che i numeri e i dati non possono nascondere le falle di un servizio che non funziona” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La Giunta Cirio – prosegue Gallo – ha dimostrato nell’affrontare la seconda fase della pandemia chiari problemi organizzativi, a partire dai tamponi processati la cui media quotidiana continua a essere decisamente bassa e di difficile accessibilità. A pagare le spese della disorganizzazione sono i bambini, sono i cittadini in coda per riuscire a sottoporsi a tampone o in attesa di essere chiamati”.

“Sul tema dei tamponi” commenta il Vice Presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi (Pd) “Anche in questo caso, infatti, Cirio dimostra di non aver colto quale sia il vero problema piemontese, confermando che il numero al ribasso di test operati in Piemonte non sia dettato da un problema di capacità laboratoriale, ma di (in)capacità organizzativa: i laboratori ci sono e sono operativi, ma non li facciamo lavorare a pieno regime, non perché non riusciamo a processare  abbastanza tamponi, ma perché, non riusciamo a farne abbastanza”.

“Inoltre – aggiunge Rossi – non è stato fornito nessun dato sui tempi, sempre più lunghi che intercorrono tra la segnalazione di un soggetto presumibilmente contagiato, la somministrazione del tampone, il suo risultato e l’indagine epidemiologica dei contatti. Ma se non analizziamo il problema come facciamo ad affrontarlo? Unica risposta fornita oggi è quella relativa all’accordo, da concludere, con MMG e PLS per inserire direttamente la richiesta di tampone sul sistema e per erogare quelli antigenici veloci direttamente nei loro ambulatori o nelle farmacie. Nessun accenno al potenziamento di una piattaforma digitale ancora “operatore-dipendente”, gestita solo dagli operatori delle ASL, che, però, a causa dell’aumento dei contagi, sono in tilt. In Corea del Sud hanno assunto migliaia di operatori telefonici per gestire le chiamate: siamo sicuri che non si possa fare anche da noi, fornendo una formazione specifica e sotto la supervisione di un operatore sanitario? Eppure sia al CUP sia quando chiamiamo il 118 non risponde un operatore sanitario, ma un “laico” adeguatamente formato. Perché non fare lo stesso anche per l’indagine epidemiologica Covid-19?”.

“Senza considerare – aggiungono i consiglieri – che ancora una volta nulla ci è stato comunicato sul potenziamento degli spazi drive in e degli hotspot ad accesso libero in cui recarsi per sottoporsi al tampone”

“Dopo otto mesi – concludono gli esponenti Dem  – finalmente abbiamo ricevuto delle informazioni, ma siamo molto in ritardo per le soluzioni necessarie a superare i problemi in campo”.

Commercio: quando arrivano le risorse?

«Il governo chiarisca come e in quale forma ma soprattutto quando, metterà in campo misure di sostegno economiche per gli operatori economici su area pubblica, i quali stante le misure di contenimento del Covid-19 rischiano di chiudere nei prossimi mesi».

Così in un appello al Premier Giuseppe Conte e al Ministro delle Attività Produttive Stefano Patuanelli, l’Assessore al Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio chiede una nota di accompagnamento al Decreto sulle nuove limitazioni che chiariscano i tempi e le modalità di erogazione di fondi destinati al settore del Commercio.

«La Regione – sottolinea l’Assessore – nei mesi scorsi ha stanziato più di 131 milioni a fondo perduto per migliaia di imprese piemontesi limitate nelle loro attività. Abbiamo fatto la nostra parte, ma adesso chiediamo che il Governo faccia la propria specificando quando e in quali modalità sarà sostenuto il comparto che ha patito più di altri le conseguenze provocate dalla pandemia».

Caccia: “lo sterminio continua nell’illegalità”

Riceviamo e pubblichiamo/ “La Regione Piemonte contravviene alle sue stesse norme per accontentare i cacciatori“

Come denunciato a gran voce dal “Tavolo Animali e Ambiente”, composto da numerose associazioni animaliste ed ambientaliste, in Piemonte l’eccessiva pressione venatoria prosegue senza sosta a causa delle politiche portate avanti dalla giunta Cirio. La Regione Piemonte, per accontentare poche migliaia di cacciatori, sta infatti contravvenendo alle sue stesse norme, recentemente approvate. Ad essere posta sotto attacco è in particolare la Tipica Fauna Alpina. Ma più in generale, la Regione, con provvedimenti di inaudita gravità, ha dato il via alla possibilità di cacciare un numero di specie ben superiore al recente passato e con carnieri molto più abbondanti. Allodole, fischioni, canapiglie, codoni, marzaiole, folaghe sono specie a rischio di estinzione, quanto meno su scala locale, e comunque presenti in Piemonte in numeri estremamente ridotti. Eppure non si è esitato un momento a sacrificarli per compiacere le associazioni venatorie.

Eravamo inoltre convinti che la Regione quest’anno avrebbe fortemente limitato i prelievi venatori, per ovvi motivi prudenziali legati alla pandemia in corso ed invece no. Totale asservimento alle richieste dei cacciatori ! 

Si è dunque superato ogni limite, contravvenendo più volte a quelle stesse norme che pure sono state emanate dalla medesima Regione Piemonte. Crediamo che sia giunta l’ora di dire “basta” allo strapotere dei cacciatori ed alle politiche sfacciatamente mirate a favorire questa categoria. Diciamo basta anche all’immissione nel territorio di fagiani di allevamento nel territorio in piena stagione venatoria. Non è accettabile che la caccia alla tipica fauna alpina sia stata aperta senza che siano stati fatti i censimenti primaverili.

Pertanto il “Tavolo Animali e Ambiente” ha invitato tutti coloro che sono contrari a questa azione di sterminio a scrivere alla Giunta e ai Consiglieri della Regione Piemonte per manifestare la loro contrarietà. Allo scopo di far sentire anche la voce della stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi che sono contrari alla caccia e chiedere con forza che si protegga in modo adeguato la fauna selvatica o, quantomeno, che si rispettino le leggi esistenti in tale direzione e che si decida anche per uno stop anticipato alla caccia.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:

Marco Francone

LAV PIEMONTE

Mondojuve per l’ambiente con il progetto Spegni Sostenibile


Per la raccolta e il riciclo dei mozziconi di sigaretta

Mondojuve Shopping Village presenta “Spegni Sostenibile”, la prima campagna di raccolta differenziata e riciclo dei mozziconi di sigaretta concepita, con metodologie industriali, per essere realizzata in simultanea in centri commerciali e retail park in tutta Italia. I mozziconi, quotidianamente raccolti, saranno stoccati in appositi fusti sigillati e trasferiti a un innovativo impianto di trasformazione per essere purificati e trasformati in un polimero plastico, utilizzabile in diversi settori nella produzione di oggetti di uso comune.

 

I mozziconi di sigaretta rappresentano uno dei rifiuti più diffusi e di difficile gestione poiché hanno un tempo di degradazione di diversi anni; oltre ai residui della combustione e della nicotina, sono le microplastiche del filtro a costituire uno dei maggiori fattori inquinanti, in mare come nel suolo. La ricaduta su tutti gli ecosistemi è devastante, se si considera che sono oltre 15 miliardi le sigarette fumate quotidianamente nel mondo. L’impegno di Mondojuve Shopping Village è quindi duplice, non solo ridurre l’impatto ambientale, ma sensibilizzare il pubblico sul tema e promuovere un consumo responsabile, per la salvaguardia dell’ambiente e il decoro degli spazi comuni.

 

Le colonnine collocate agli ingressi del centro sono il punto di arrivo di un percorso iniziato alcuni mesi fa e scaturito dalla volontà di realizzare un progetto che potesse portare un beneficio concreto al territorio e alla comunità. Se diverse realtà, infatti si stanno attivando per la raccolta dei mozziconi, il Centro ha voluto spingersi oltre per consentire il riciclo e la trasformazione di sostanze altrimenti inquinanti. Dopo un’analisi preliminare, finalizzata a definire fattibilità e aspetti logistici, l’operazione può ora partire grazie alla collaborazione di due specialisti: Publievent, che ha curato la parte creativa e di comunicazione, e Re-Cig, una start-up innovativa che opera nel mondo dell’economia circolare, dalla produzione propria degli smoker point, alla raccolta, purificazione e trasformazione in materiale plastico per la produzione di piccola oggettistica. Ideazione e coordinamento dell’iniziativa sono di Cushman & Wakefield, società che gestisce oltre 50 centri commerciali e retail park in tutta Italia, incluso Mondojuve.

17enne tenta di violentare e strangolare donna

Un 17enne ha tentato  di violentare una cinquantenne, e dopo la reazione della donna, ha cercato di strangolarla con la corda di un portachiavi.

Il giovane  è stato arrestato a Orbassano dai carabinieri di Moncalieri, accusato di tentato omicidio e tentata violenza sessuale. L’aggressione è avvenuta nei garage di un palazzo. La vittima è riuscita a difendersi e ha riportati solo lievi escoriazioni al collo.

Coronavirus, cinque morti e 933 contagi in più

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

29.379 PAZIENTI GUARITI E 734 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.379 (+71 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3584 (+7) Alessandria, 1668 (+2) Asti, 925 (+2) Biella, 2900 (+15) Cuneo, 2755 (+9) Novara, 14.889 (+30) Torino, 1405 (+3) Vercelli, 1049 (+3) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 734 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4203

Cinque i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4203 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 689 Alessandria, 257 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 389 Novara, 1851 Torino, 227 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 44.923, +933rispetto a ieri di cui 532 (57%) asintomatici. Di questi 933 casi: il motivo del tampone riguarda 257 screening, 376 contatti di caso, 300 con indagine in corso; la distinzione per ambiti ne riporta 72 in Rsa, 162 nella scuola, 699 tra la popolazione generale; 3 gli importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5023 Alessandria, 2414 Asti, 1459 Biella, 4959 Cuneo, 4156 Novara, 22.865 Torino, 1928 Vercelli, 1399 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 360 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 360 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 61 (+6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 883 (+103 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.663

I tamponi diagnostici finora processati sono 868.770 (+9.564),di cui 466.505 risultati negativi.

Covid, Appendino: “Non spetta ai sindaci chiudere strade e piazze”

Non può essere onere dei sindaci chiudere al pubblico strade e piazze ma  “deve essere concertato da tutte le Istituzioni territoriali, con ampie competenze in termini di sicurezza e controllo.

Non può in alcun modo essere in capo alle singole Amministrazioni”. Così  la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che intende confrontarsi domani stesso col governo. “La Polizia Municipale non sarebbe in grado di aggiungere ai già numerosissimi compiti anche un controllo tanto capillare degli spazi pubblici, proprio in un momento delicato come quello che stiamo vivendo”.