ilTorinese

Grande esordio della Juventus in Champions League

Qui Juve: una grande Juve vince 2-0 a Kiev contro la Dinamo e comincia bene il suo percorso in Champions League.Mattatore della serata l’attaccante spagnolo Alvaro Morata, neo acquisto bianconero, che mette a segno una superba doppietta.Ma è tutta la compagine bianconera a disputare un ottimo incontro.Difesa attenta ed insuperabile, unico neo l’infortunio allo sfortunato difensore Chiellini al 19 esimo del primo tempo.Centrocampo attento ed un attacco giovane ed avvolgente con Chiesa e Kulusevsky larghi sulle fasce a supportare Morata.Mister Pirlo ha giocato con il 4-3-3 esaltando al massimo le caratteristiche dei suoi giocatori.Ronaldo e Dybala, assenti, possono recuperare con calma.

Qui Toro: prosegue in casa granata la preparazione per preparare al meglio il difficile match di venerdì sera,a Reggio Emilia ore20.45, contro la rivelazione Sassuolo secondo in classifica.Giampaolo non cambierà modulo ma probabilmente giocatori,con la mente più sgombra,l’organico di 28 atleti consente varie soluzioni.Il centrocampista Daniele Baselli prosegue la preparazione per poter rientrare al più presto.Al Toro servono punti per potersi sbloccare in breve tempo,soprattutto,dal punto di vista psicologico.Il tecnico granata lavora molto sui giocatori non solo dal punto di vista atletico e tecnico ma anche sulle loro teste.L’organico granata è valido per una posizione di  centroclassifica tranquillo,non da ultimo posto,men che meno da retrocessione.

Vincenzo Grassano

“Hotel Ghiffa” un albergo storico direttamente sul Lago Maggiore

Informazione promozionale / La storia dellAlbergo Ghiffa inizia così, su quel ramo del Lago Maggiore che si affaccia verso la Svizzera e offre uno scenario pittoresco per tutte le ville ed edifici che riflettono le loro bellezze nelle acque del Verbano. 

Il complesso originario è stato edificato nel 1875 quando, in seguito al completamento dei lavori per la costruzione della strada litoranea (già strada militare Massimo DAzeglio), il paese di Ghiffa si trova ad essere ben collegato con la Svizzera. 

La struttura in stile Liberty  dellalbergo, nonostante negli anni sia stata ampliata e ristrutturata più volte, mantiene tuttora la classe e leleganza del tempo in cui fu costruita. 

Quello che oggi ci appare come uno degli hotel più belli della zona, pone tra i suoi plus la sua stessa storia. Dove oggi troviamo la vicina passeggiata sul lago, un tempo sorgeva un giardino con una stalla, luogo dove i viaggiatori potevano far riposare i propri cavalli prima di raggiungere e varcare il confine elvetico. 

Negli anni della Belle Époque, lintero Lago Maggiore diventa meta turistica privilegiata di tutta quella parte di nobiltà europea e delle élite colte e raffinate che popolavano lItalia del tempo. Sono gli anni in cui anche lAlbergo Ghiffa vede il suo primo ampliamento, in linea con lestetica del tempo e adeguato alla raffinatezza della clientela, diventando uno degli alberghi più moderni dItalia. Immerso tra le bellissime ville che si affacciano sul lago, case immerse nella vegetazione o circondate da pittoreschi giardini, non tarda a saltare allattenzione delle cerchie di intellettuali e industriali più famosi del Novecento. Tra le sue mura infatti erano soliti incontrarsi personaggi come lo scultore Paolo Troubetzkoy, i pittori Daniele Ranzoni e Augusto Laforêt e i proprietari della casa automobilistica Isotta Fraschini.

Senza mai chiudere, nemmeno durante le due Guerre Mondiali, lalbergo rimane punto di riferimento turistico della zona da oltre un secolo. 

Nel 1954 viene acquistato dalla famiglia degli attuali proprietari che, mantenendo intatto il prestigio della struttura, hanno negli anni ristrutturato e ampliato ledifico rendendolo un hotel quattro stelle  perfettamente in armonia con gli standard attuali. Nel 1993 è stata costruita la piscina e sono stati ampliati il terzo e quarto piano mentre, il 2018, è stato lanno della costruzione di una nuova grande spiaggia che, risaputamene, è oggi definita una delle più belle del Lago.

Oggi allHotel Ghiffa è possibile raggiungere il ristorante con le sue terrazze sul lago, aperto anche ai clienti esterni, anche in motoscafo tramite lo storico pontile ristrutturato. Una nota di modernità è data dal fatto che presso la struttura sia possibile noleggiare vespe e motoscafi (senza patente) che permettono ai clienti di visitare in autonomia le Isole Borromee, Santa Caterina del Sasso e tutte le imparagonabili bellezze che il lago offre. 

Con il pontile cullato dalla corrente e la sua struttura raffinata e maestosa, lHotel Ghiffa rimane a oggi uno degli scorci più sublimi del Lago Maggiore.

Lisa Finetti

Informazione promozionale

In Piemonte quasi 1400 contagi nelle 24 ore. Sei nuove vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

 

29.442 PAZIENTI GUARITI E 786 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.442 (+ 63 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3589 (+5) Alessandria, 1668 (+0) Asti, 925 (+0) Biella, 2920 (+20) Cuneo, 2774 (+19) Novara, 14.906 (+17) Torino, 1406 (+1) Vercelli, 1050 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 786 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4209

Sei i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4209 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 690 Alessandria, 258 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 391 Novara, 1852 Torino, 228 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 46.319 (+ 1396 rispetto a ieri), di cui 786 (56%) sono asintomatici.

Dei 1396 casi: 472 screening, 578 contatti di caso, 346 con indagine in corso.

Ambito: 74 Rsa,190 scuola, 1132 tra la popolazione generale. Sono 5 su 1396 i casi importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5092 Alessandria, 2465 Asti, 1480 Biella, 5122 Cuneo, 4222 Novara, 23.823 Torino, 1951 Vercelli, 1428 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 366 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 370 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 62 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1037 (+154 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.783

I tamponi diagnostici finora processati sono 881.778 (+ 13.008),di cui 472.970 risultati negativi.

In memoria di Jole Santelli e Beppe Cerchio

Di lui vogliamo ricordare le qualità umane e politiche, che hanno caratterizzato la dedizione e l’impegno con cui ha ricoperto anche i suoi incarichi istituzionali nei momenti più rilevanti dell’attività in Regione”.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, ha usato queste parole per commemorare martedì 20 ottobre Giuseppe Cerchio, per tutti semplicemente Beppe, ex consigliere regionale, scomparso lo scorso mese di febbraio a 77 anni.

Nel suo intervento, Allasia ha ripercorso le tappe professionali e politiche di Cerchio.

Esponente della Democrazia Cristiana, fu consigliere regionale nella seconda, terza, quarta e quinta legislatura. Nel 1987 divenne assessore all’Industria, nella quinta legislatura, ancora una volta eletto nella circoscrizione di Torino, fu assessore al lavoro sino al 1994

È stato anche consigliere della Provincia di Torino e ha ricoperto altri importanti incarichi, fra i quali la presidenza della Commissione regionale per l’Impiego e membro del Consiglio generale degli italiani all’estero.

 

Jole Santelli

“Politico di lungo corso, appassionata e competente, era stata parlamentare per quasi vent’anni, lavorando sempre con  grande passione e lottando per ciò in cui credeva. Amava profondamente la sua terra, al servizio della quale ha rivolto buona parte della sua vita, dedicandosi sempre con generosità, attenzione e impegno”: è quanto ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, nel commemorare in Aula Jole Santelli, presidente della Regione Calabria scomparsa prematuramente il 15 ottobre a 51 anni.

“Era una donna forte e tenace, determinata nella sua lotta contro un brutto male che l’aveva colpita da tempo, come nella passione che ha sempre contraddistinto il suo impegno politico: caratteristiche che tutti, indipendentemente dallo schieramento e dai partiti di appartenenza, le riconoscevano” ha aggiunto Allasia.

Al termine del ricordo, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

Governo, Ruffino (Fi): “Ok sul fisco, ma tutto il resto?”

Dichiara l’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia:

Sei mesi di battaglie da parte del centrodestra, alla fine il governo ha capito che andavano sospese le cartelle esattoriali fino alla fine dell’anno. Stesso discorso vale per la decontribuzione sui nuovi assunti under 35 e 5,7 miliardi di decontribuzione per le imprese del Sud. Fin qui le buone notizie. Quanto al resto, il governo è rimasto prigioniero della sua indeterminatezza. La manovra annunciata è imponente nella sua dimensione, ma i soldi corrono attraverso mille canali e non sempre per raggiungere obiettivi validi. Un esempio: 4 miliardi aggiuntivi per la sanità per fronteggiare la pandemia. Una cifra largamente insufficiente per tamponi, assunzioni di personale sanitario, riorganizzazione degli ospedali. Quei 4 miliardi sarebbero stati preziosi per rafforzare la decontribuzione per le imprese mentre alla sanità avrebbero recato benefici notevoli i 36 miliardi del Mes. Le opposizioni torneranno a insistere su questo punto alla prima occasione parlamentare, perché prima o poi il presidente del Consiglio dovrà venire in Parlamento.

Georges Mikhael, parola d’ordine: locale e globale

Locale e globale. E’ la parola d’ordine delle nuove sfide di Georges Mikhael, l’imprenditore di origine libanese ma piemontese nel cuore che ha scelto Torino come capitale delle sue aziende.

 

Mikhael non è nuovo al gusto dell’avventura imprenditoriale. Anni fa ha strappato al fallimento la Defendini, marchio storico sotto la Mole, che ha rilanciato al punto di farne un protagonista della logistica e insieme ha firmato il progetto del grande e ipertecnologico elettrodotto tra Francia e Italia attraverso la ValSusa capace di contribuire a abbattere il rischio di black out a cavallo delle Alpi. Oggi è pronto per una nuova impresa.

Mikhael ci vuole spiegare il senso della sua nuova parola d’ordine <be local to be global>?

Dietro lo slogan si nasconde una grande ambizione: far diventare i prodotti del territorio protagonisti del mercato globale. E’ una filosofia che credo rivoluzionerà il mercato e per una volta non partirà dai grandi operatori ma dalle piccole realtà territoriali. Per dare corpo e anima al progetto utilizzereremo una società che si chiama Sum (servizi ultimo miglio) che ho fondato nel 2017 per fare delivery dei principali operatori di e commerce.

E come trasformerà Sum?

Dopo 4 anni di attività caratterizzata da una grande perfomance operativa che ci ha visto crescere fino a consegnare 250mila pacchi a settimana grazie a 500 dipendenti io e i miei manager ci siamo resi conto che dovevamo cambiare strada e liberarci gradualmente dell’abbraccio a volte soffocante dei grandi nomi dell’E commerce che sono per loro stessa natura poco o per nulla sensibili alla realtà socio-economica nella quale operano. La nostra riflessione ci ha portato ad allontanarci oggi in modo definitivo dalla gestione fisica delle nostre attività per concentrarci sulla gestione digitale di reti e uomini lanciando varie piattaforme dedicate ai prodotti piemontesi e di quartiere che avranno la caratteristica di rivolgersi a due tipi di cliente, quello che per comodità lessicale viene definito consumatore ed acquista varie tipologie di beni e un altro e non meno importante cliente che è produttore di beni.

Insomma avete deciso di cambiare mestiere?

Penso che non si tratti tanto di cambiare radicalmente mestiere come potrebbe accadere a chi ha sempre fatto il panettiere e poi diventa idraulico. Nel nostro caso direi che si tratta di un’importante evoluzione che ci permetterà di migliorare le prestazioni aziendali che si arricchiranno non solo dal punto di vista meramente economico ma anche sotto il profilo sociale, culturale e di valorizzazione del nostro patrimonio umano. E poi c’è una seconda e importantissima novità.

Di cosa si tratta?

I nostri clienti non saranno solo clienti, ma diventeranno anche nostri partner commerciali realizzando così una simbiosi aziendali dai significativi aspetti sociali che sarà la vera rivoluzione passando dal <anyting everywere> e cioè qualsiasi cosa ovunque , che la ragion d’essere dei grandi players del commercio on line, a <be local to be global> che è l’essenza della nostra filosofia.

Volete far conquistare il mondo alle piccole produzioni?

Esatto. Abbiato iniziato con l’enogastronomia, ormai il vero fiore all’occhiello del Piemonte, ma non intendiamo limitarci solo a quello. Il nostro obiettivo è di proporre ai nostri clienti anche servizi e comodities nel settore energetico e non solo puntando sulle energie alternative e rinnovabili per fare del nostro brand un grande amico dell’ambiente e della qualità di vita. Abbiamo l’ambizione di diventare non solo un grande marchio ma anche uno stile imprenditoriale fortemente impegnato nel sociale e nel favorire lo sviluppo delle comunità nelle quali operiamo. Un abisso ci separa dalle multinazionali dell’e commerce che agiscono nelle economie locali senza valorizzarle e non a caso sono paragonate agli scorpioni che ti usano per attraversare il fiume e quando non servi più ti uccidono>.

Non sparate su Icardi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il caso dell’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi e’ davvero indicativo dei tempi terribili che viviamo

Icardi – nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia – decide di fare il viaggio di nozze . Non si sa quando si sia sposato e non si sa se non gli sia stato possibile andare in luna di miele nel corso dell’estate,  visto che il Piemonte non ha lavorato in
modo particolarmente alacre a creare argini alla prevedibile nuova ondata del virus. Certo ha ragione Icardi quando dice che un sistema sanitario non può dipendere dall’assenza per cinque giorni dell’assessore. Lo stesso Icardi dice che è stato sempre in contatto con l’assessorato ed ha partecipato da remoto a tutte le riunioni. Dev’essere stato un viaggio di nozze infernale che i due sposi ricorderanno per sempre. In una intervista Icardi avrebbe anche detto che la moglie non era affatto contenta.
Bisogna rispettare l’intimità di Icardi che suscita persino un po’ di tenerezza.
Un breve viaggio di nozze zeppo di riunioni dal telefonino o dal tablet era cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Ed attaccare Icardi con violenza per questa sua trasgressione sentimentale non appare generoso .
Rappresenta icasticamente il senso di smarrimento di questi tempi in cui la politica non sa fare la politica e neppure l’intimita’ di una luna di miele viene considerata.
Passare cinque giorni d’ottobre in Sicilia con la donna che si ama , continuamente distratti da notizie tragiche sul virus dev’essere stata un’esperienza tremenda. Quindi non sparate su Icardi.  Sarebbe meglio sostituirlo alla Sanità, ma non per il viaggio di nozze, ma per gli scarsi risultati raggiunti di cui sono evidenti le tragiche conseguenze. Magari spostatelo al Turismo. Così potrà pensare ad altri viaggi piu piacevoli e distensivi per se’ , per i suoi congiunti e per gli altri piemontesi , sempre che il virus ci consenta ancora di viaggiare.
La vicenda di Icardi assessore alla Sanità che va in luna di miele invece di combattere in prima linea potrebbe essere la triste metafora di una certa Italietta che gli storici identificano con Caporetto e con l’8 settembre. Speriamo che non sia così. Disperatamente pensiamo e auguriamoci che il Piemonte di oggi non sia quello
che evoca la resa , ma la lotta. Come i “Bugia nen” del Generale Cacherano di Bricherasio alla battaglia dell’ Assietta dove pochi, rudi ed eroici piemontesi fermarono i francesi invasori.

In corso Galileo Ferraris l’hub urbano di Banca Sella

L’immobile di proprietà di Banca Sella di corso Galileo Ferraris 32 con il progetto dello studio Carlo Ratti associati si trasformerà in un hub urbano: un luogo di lavoro aperto alla città, con l’affiancamento di funzioni private a funzioni aperte al pubblico, sul modello dell’Open innovation center.

Il Consiglio comunale ha approvato (trenta voti favorevoli, quattro astenuti) la proposta di intervento di ristrutturazione dello stabile suddiviso in tre blocchi edilizi che prevede il recupero di quasi quattrocento mq con l’eliminazione di incongruenze formali (rimozione balconi e terrazze, ridefinizione di alcune finestre, ripristino di finiture esterne dei volumi esistenti).

L’attuale S.l.p. è di 2.400 mq e con la soluzione progettuale si prevede una nuova S.l.p. complessiva di circa 2.800 mq; l’intervento avviene in applicazione della Legge regionale 16/2018 e non costituisce una variante al P.R.G.

Il fabbricato in oggetto costruito nel 1950 ha cambiato nel corso del tempo molte destinazioni (è stato anche sede della Juventus fino a non molti anni fa) e si appresta a trasformarsi in un incubatore dell’istituto bancario aperto al coworking con una nuova caffetteria pubblica al piano terra.

L’ingresso all’edificio è rifinito in corrispondenza del corpo centrale ampliando il marciapiede e creando una gradonata di accesso che scende verso il piano un tempo seminterrato. Nascerà anche un nuovo spazio pubblico all’angolo tra corso Galileo Ferraris e corso Stati Uniti grazie alla rimozione della recinzione verso sud; si ricaverà una nuova area verde sinora privata.

Come hanno spiegato i responsabili di Banca Sella che hanno presentato il progetto in Commissione Urbanistica la scorsa settimana saranno chiusi i balconi e le terrazze a uso residenziale del blocco centrale e trasformati in vetrate; “stiamo immaginando uffici post Covid – hanno evidenziato – con un maggior ricambio d’aria garantito dalla presenza delle ampie vetrate”.

Alla fine arriva l’ansia

Provare ansia è una sensazione assolutamente normale, fa parte del nostro istinto di sopravvivenza, rappresenta un campanellino che indica uno stato alterato dell’umore in direzione di un’allerta.

L’ansia è un’emozione di base che attiva nell’individuo risorse mentali e fisiche e svolge delle funzioni importanti nella vita di ognuno. È importante avere la capacità di percepire ciò poiché permette a noi esseri umani di riconoscere situazioni, momenti epensieri poco gradevoli, e di saperli individuare. L’ansia può sorgere per fattori più svariati. Dipende dalla persona e dalle nostre priorità. Chiaramente diventa nociva quando è eccessivamente elevata rispetto alla realtà che stiamo vivendo o rispetto ad un definito problema che abbiamo o pensiamo di avere. In questo caso è fondamentale trovare il modo di spostarla  all’esterno con degli esercizi di “esternalizzazione emotiva” affinché il flusso interiore, generato dall’ansia, trovi una via di scarico all’esterno. Elemento importante di cui essere sempre coscienti è rappresentato dal fatto che tutti gli stati d’animo, come arrivano, così vanno via. L’umore non è una linea retta, ma è composto da variazioni continue di differente durata, poiché noi siamo esseri viventi dotati di umore volubile ed il corpo, in un meccanismo complesso fra fisico e mente, si muove per reazioni chimiche. Ciò è rilevante ed essenziale da tenere a mente per non essere mai preoccupati se abbiamo sali e scendi interiori. Il fattore determinante è saperli riconoscere, dandogli un nome ed esternalizzandoli verso l’esterno, così da non incorrere in una somatizzazione, che non ci rende padroni di noi stessi e toglie lucidità al nostro operato. In base alla distanza tra la realtà che accade e i nostri desideri che vorremmo accadessero si inserisce l’ansia, ma dobbiamo essere consapevoli nel riconoscerla e accettarla, poiché è normale che appaia tanto più desideriamo una cosa e tanto più numerose appaiono le variabili che possono mettere a rischio la realizzazione della cosa desiderata. Fondamentale è non vivere con l’esigenza del controllo né con l’esclusiva priorità del merito, poiché potrebbe accadere e accade che, per quanto massimo impegno sia possibile mettere in un obiettivo, questo non si realizzi. Ciò è l’anarchia del destino che non possiamo controllare, ma soltanto accettare, anche dopo aver fatto il nostro massimo. Questa capacità di accettazione del dato di realtà si chiama maturità e costruirla ogni giorno dentro di noi rappresenta la differenza fra chi vive costantemente in bilico fra nevrosi e psicosi e chi svolge una vita sana.

Dott. Davide Berardi – Psicologo/Psicoterapeuta Sistemico Relazionale

Contatti: davide_berardi_78@yahoo.it

“Paolo Pellegrin. Un’antologia”

Le guerre e i disastrosi sfregi alla Natura, ma anche scene famigliari “da lockdown” nelle fotografie di Paolo Pellegrin esposte alla Reggia di Venaria

Fino al 31 gennaio 2021

 

Cronache di famiglia dal lockdown. In un’isolata fattoria, nei boschi e nei prati ruvidi e deserti dellemontagne svizzere. Scatti inediti lunghi due mesi e pubblicati solo “on line” sul “New York Time Magazine”. C’è la piccola Emma che tende di slancio le braccia al cielo. Sola in un prato ancor timido che pare da poco essersi liberato dal gelo dell’inverno. Braccia e mani rivolte in su, forse un grido alto, gesto liberatorio, preghiera disperata. O felice.

Chissà? E poi Emma ancora che corre in un prato desolatamente solitario verso l’unico albero che pare vivere lì da secoli. E poi Luna. Dieci anni. Capelli ribelli che le coprono parte delviso. Gli occhi tristi, pare. Forse pensierosa. Forse indispettita dallo scatto fotografico inatteso. Luna sembra farsi strada d’improvviso, quasi per magia, dal groviglio di nuvole nebbiose che pesantementesoffocano il bosco alle sue spalle. Emma e Luna sono le figliole di Paolo Pellegrin, fotografo romano legato dal 2001 all’Agenzia Internazionale “Magnum Photos”, ricco palmarés (dalla “Robert Capa Medal” del 2006 agli undici “World Press Photo” dal 1995 al 2018) e oggi riconosciuto fra i più grandi fotoreporte di guerra al mondo. A lui la Reggia di Venaria dedica una suggestiva personale, in programma nella “Sala delle Arti” fino al 31 gennaio del 2021, nata da un progetto di Germano Celant (il celebre critico mancato nell’aprile scorso) organizzata in collaborazione con la stessa“Magnum” e curata da Annalisa D’Angelo.

Oltre 200 le immagini esposte, per lo più in bianco e nero. Selezionate dall’archivio personale di Pellegrin, vanno a formare (insieme a quattro video) il ricco corpus di una rassegna che – dopo essere stata presentata al “MAXXI” di Roma e alla “Deichtorhallen” di Amburgo – avrebbe dovuto inaugurarsi nella primavera scorsa alla Venaria, dove invece è approdata solo in autunno causa pandemia. E nell’ultima parte della mostra, finale di grande suggestione, troviamo proprio le foto di cui sopra. Quelle delle piccole Emma e Luna. Ma anche scatti che cristallizzano sul tavolo, teatro di “immutabili” desinari nature morte con forchette, bicchieri e coltelli. Tutt’intorno, fissato dall’obiettivo il silenzio dell’ignoto. Un po’ terrifico. Della natura. Dell’uomo. Del mondo. Sono i mesi del lockdown che il fotografo decide di vivere, partendo dall’Australia dove stava lavorando ad un progetto fotografico sulle conseguenze dei devastantiincendi, con la famiglia in una sperduta fattoria sulle montagne svizzere. Racconti poetici. Personali e intimi. “Queste foto sono molto diverse – precisa Pellegrin – dal mio abituale lavoro. Dopo decenni di un certo tipo di fotografia, molto cinetica e molto dinamica, mi sono ritrovato a cercare momenti di silenzio…Passare quel tempo insieme alla mia famiglia è stato molto speciale. Allo stesso tempo, non penso alle immagini come a un diario di una quarantena. Ovviamente quell’elemento c’è, ma ho voluto toccare qualcosa che fosse  più atemporale e universale. Qualcosa sulle ragazze, sul passare del tempo, sui cambiamenti. Qualcosa che fosse nel momento ma che anche lo trascendesse”. Scatti assaidiversi, in ogni senso, da quelli molto “cinetici” e “dinamici”, per l’appunto, in cui “tra il buio e la luce – come scrive Celant – le fotografie di Pellegrin ci portano dai conflitti armati che dilaniano il mondo, all’emergenza climatica che aggredisce e ferisce la Natura e lo stesso Uomo”. Alla Reggia è infatti il tema della guerra ad aprire la mostra con l’ampio collage della Battaglia di Mosul.

Con gli esodi, i morti, i rifugiati, i muri e i confini artificiali. Affiancati alle immagini che, nel bene e nel male, raccontano le formidabili forze della Natura: dal paesaggio australiano devastato dagli incendi boschivi agli imponenti ghiacciai in Antartide che continuano a sciogliersi, dalle acque ingrossate dallo tsunami al volo libero delle aquile di mare. In chiusura, a corollario della rassegna, una lunga parete composta di disegni, taccuini, appunti, maquette, diapositive e negativi che raccontano il “making of” dello studio di Pellegrin, realizzato “site specific” dall’autore insieme alla sorella artista, Chiara, e ideato per meglio consentire al visitatore di immergersi nella complessità del processo creativo del fotografo”.

Gianni Milani

“Paolo Pellegrin. Un’antologia”

Reggia di Venaria – Sala delle Arti, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 31 gennaio 2021

Orari: mart. – ven. 10/17, sab. e dom. 10/19

 

Nelle foto

– “Emma”, Svizzera, 2020: Photo Credit Paolo Pellegrin/Magnum Photos
– “Emma”, Svizzera, 2020: Photo Credit Paolo Pellegrin/Magnum Photos
– “Luna”, Svizzera, 2020: Photo Credit, Paolo Pellegrin/Magnum Photos
– “Mosul”, Iraq, 2016: Photo Credit Paolo Pellegrin/Magnum Photos
– “Mosul”, Iraq, 2016: Photo Credit Paolo Pellegrin/Magnum Photos