ilTorinese

Nuove vie intitolate a Ezio Bosso e Cardetti

Toponomastica, a Torino intitolazioni per Ezio Bosso, Adriano Olivetti, Leo Chiosso e Giorgio Cardetti

La Città di Torino dedicherà a Ezio Bosso, direttore d’orchestra, pianista e compositore, il giardino in piazza Statuto 18 (Circoscrizione 1). Lo ha deciso all’unanimità la CommissioneToponomastica, presieduta da FrancescoSicari, nella seduta del 20 ottobre 2020. La richiesta di intitolazione è stata promossa dal cittadino OscarGiammarinaro, detto “Oskar”, che ha raccolto oltre 8mila firme per sostenere l’iniziativa. I familiari del maestro, come ha spiegato il presidente Sicari, hannocondiviso la scelta del luogo, che Bosso era solito frequentare. Non essendo trascorsi dieci anni dalla morte, sarà perònecessaria un’autorizzazione prefettiziaprima di procedere all’effettiva intitolazione.

Su proposta della Circoscrizione 1, sarà intitolata ad Adriano Olivetti l’area giochi “Crocetta”, collocata tra corso Duca degli Abruzzi e piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Su richiesta di Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino, un altro luogo della città – ancora da individuare – sarà dedicato a Moshe Bejski, figura di riferimento per la comunità ebraica che salvò molti cittadini ebrei dallo sterminio durante la seconda guerra mondiale.

Così come chiesto dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario dalla nascita di Bianca Guidetti Serra, presieduto da Maria Chiara Acciarini, sarà apposta una targa sul palazzo dove abitò ed ebbe lo studio Bianca Guidetti Serra, protagonista della Resistenza, avvocato, consigliera comunale a Torino e deputata, a cui la Città di Torino ha già intitolato una biblioteca in Piazzetta Università dei Mastri Minusieri 2.

Il giardino di Largo Montebello sarà dedicato a Leo Chiosso, autore e drammaturgo che collaborò anche con Fred Buscaglione, molto legato al quartiere Vanchiglia, dove abitò da piccolo. La proposta è arrivata dall’associazione Leo Chiosso, da vari comitati e dai familiari ed è stata sollecitata dalla Circoscrizione 7,che ha collaborato per individuare lo spazio cittadino da intitolare.

Sempre nella Circoscrizione 7, un altro giardino, tra corso Novara e via Bologna,sarà intitolato a Giorgio Cardetti, già sindaco, assessore e consigliere comunale a Torino. La proposta, condivisa dai familiari, è stata formulata dal presidente dell’associazione dei consiglieri emeriti del Comune di Torino, Giancarlo Quagliotti.

Su iniziativa del Cai, in prossimità del Museo nazionale della Montagna, nel piazzale Monte dei Cappuccini (Circoscrizione 8), sarà apposta una targa in memoria di Giusto Gervasutti, alpinista italiano che scalò molte montagne, anche delle Alpi, e insegnò arrampicata sul territorio piemontese.

Un’altra targa sarà collocata all’interno del giardino Augusto Daolio in piazza Villari (Circoscrizione 5) per ricordare Dante Pergreffi, bassista italiano, componente del gruppo musicale dei Nomadi. L’intitolazione è stata promossa dal fan club torinese dei Nomadi “I vagabondi della Mole”, presieduto da Sandrina Gioia.

Infine, su proposta del Collegio San Giuseppe, che ha sede in via San Francesco da Paola 23, sulla facciata dell’edificio sarà apposta una targa per ricordare Fratel Enrico Trisoglio, studioso, insegnante, protagonista della vita culturale torinese, autore di oltre 130 pubblicazioni su padri della Chiesa e autori classici greci e latini.

Tutte le intitolazioni sono state votate dalla Commissione Toponomastica all’unanimità.

La Cina urbana, “grandeur” e palesi contrasti in mostra al MAO

“China Goes Urban. La nuova epoca della città”

Fino al 14 febbraio 2021


La città che verrà. Spazi urbani declinati al futuro. O meglio, in equilibrio (più o meno precario) fra passato, presente e futuro. Con tutte le conseguenti implicazioni e contraddizioni – sul piano sociale, economico, non meno che estetico – che inevitatibilmente possono derivarne, così come ci raccontano gli imponenti grattacieli affacciati alla campagna dove vediamo donne curve al lavoro dei campi o i moderni edifici residenziali e gli avveniristici centri del “business” affiancati a mercatini e botteghe che resistono all’implacabile ondata del “nuovo” che avanza: contrasti stonati e perfino sfrontati, ma inevitabili – si diceva – e che ben si amplificano in un Paese come la Cina, dove ogni anno oltre 16milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane (quando, a fine anni ’70, solo il 18 per cento della popolazione cinese abitava nelle città), dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Giustificati dunque i riflettori puntati sulla “nuova” Cina urbana presentataci, attraverso fotografie, video, mappe e pannelli, nell’originale mostra “China Goes Urban.

La nuova epoca della città” ospitata, fino al 14 febbraio, al MAO-Museo d’Arte Orientale di Torino. Curata dal Politecnico di Torino e da “Prospekt Photographers” con la “Tsinghua University” di Pechino, in collaborazione con Intesa San Paolo, la rassegna, partendo dal “caso Cina”, vuole essere “un’occasione – precisano gli organizzatori – per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta, indagando su alcune new town cinesi e sulle contraddizioni innescate dai loro frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana”.

Quattro sono le “new town” su cui, fra ricerca e immaginazione, il visitatore viene condotto a riflettere sulla nuova urbanizzazione cinese e sul (nostro) comune futuro urbano: Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing, e Lanzhou. Due le sequenze logiche attraverso cui si snoda il percorso della mostra progettata per smontare via via il rassicurante concetto di “eccezionalità” cinese. La prima ci porta in una “exhibition hall”, luogo tipico delle “new town” dove le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città promuovendone sul mercato lo stile di vita e i successi ottenuti; la seconda si muove invece partendo da spazi vuoti per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti “situati” dentro i nuovi insediamenti.

 

Ecco così smontarsi il castello delle ipotesi e delle presunte certezze. In un gioco di immagini riflesse in cui le nuove megalopoli cinesi non ci appaiono più come “altro da noi”, ma luoghi dove “la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita ad ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche d’ogni giorno e nei desideri”.

Altro aspetto interessante della mostra è il suo presentarsi come acuta occasione per sperimentare nuovi modelli di accesso alla cultura e, in tal senso, come “caso pilota”, in tempi di Covid-19. Attraverso un’apposita segnaletica i visitatori sono infatti indotti a spostarsi temporaneamente o a muoversi a velocità diverse, evitando in tal modo assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso espositivo, sono stati anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni “QR code”, al fine di portare il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali.

Gianni Milani

“China Goes Urban. La nuova epoca della città”
MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436919 o www.maotorino.it
Fino al 14 febbraio 2021
Orari: giov. e ven. 12/19 e sab. e dom. 10/19

Nelle foto

– Nuovi edifici con aeroplano, Tongzhou New Town, Pechino, 2019
– Contadine al lavoro a Zhongmu, Zhengzhou, provincia dello Henan, 2019
– Belvedere sulla collina, Lanzhou, 2019
– Parcheggio di bike sharing, Tongzhou New Town, Pechino, 2019
– Viadotto della ferrovia, Zhaoqing New Town, provincia del Guangdong, 2017

 

Se un grande Museo apre le porte al rap

Succede a Torino negli spazi del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano


Nel Museo di storia patria più importante d’Italia risuonano le note della musica “rap”. Nulla di strano. Anche i Musei più carichi di storia possono e devono vivere le suggestioni, il fascino e le emozioni dettate dai tempi. Attraverso la cultura e l’arte in tutte le sue epoche. E in tutte le sue forme. Compresa la musica che oggi batte le note più amate dalle nuove generazioni. Parte di qui l’insolita (ma non dunque così strana) “alleanza” fra il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino e il noto rapper italiano (fra gli emergenti di maggior talento) Ghali. Al secolo Ghali Amdouni, milanese di nascita (ma origini tunisine), classe ’93, il giovane Ghali ha infatti girato proprio qui (grazie alla collaborazione fra il Museo e la “Film Commission Torino Piemonte”) le prime sequenze del videoclip di “Barcellona”, uscito nei giorni scorsi e terzo brano del suo secondo album, dalle sonorità hip hop, dal titolo “DNA”. Fascinosi set del “film” (il videoclip ha infatti un sapore decisamente cinematografico), girato sotto la regia di Giulio Rosati, sono dunque la facciata ottocentesca con le ampie balconate che affacciano su piazza Carlo Alberto, i Saloni del Museo, la meravigliosa Camera dei deputati del Parlamento Subalpino e la monumentale Aula del primo Parlamento Italiano. Lo stesso Ghali compare nelle scene girate all’interno del Museo, in “Sala Codici”, nelle vesti del narratore intento a scrivere su una pergamena una storia d’amore atipica e travolgente con al centro due giovani. E come i due protagonisti indossa delle grandi ali che sembrano contrastare con lo sfondo, ma che invece rappresentano la magia di sentirsi unici e speciali in mezzo a tutti e tutto. Proprio come angeli. Le riprese sono state realizzate lo scorso 15 settembre e sono durate un’intera giornata. Vi ha partecipato anche una squadra di stuntman per girare la scena dell’angelo che si affaccia dalla balaustra di Palazzo Carignano. Una scena che ha lasciato senza fiato le tante persone che transitavano dalla piazza. “Ci fa davvero piacere – ha dichiarato il direttore Ferruccio Martinotti– che il nostro Museo particolarmente attento al pubblico giovanile abbia accolto un artista sensibile e impegnato come Ghali . Un incontro che può solo arricchire chi si lascerà incuriosire e attrarre dal messaggio che ne deriva: non esiste la separazione tra cultura alta e cultura bassa. Esistono diverse forme di espressione che possono e devono dialogare fra loro”.
Il nuovo video di “Barcellona” è disponibile sul canale You Tube dell’artista:

https://www.youtube.com/c/TroupeChannelGhali/featured

g. m.

 

Covid, hotspot scolastici La Regione prolunga l’orario

In caso di forte accesso agli hotspot scolastici, ho chiesto che se ne aprano immediatamente di nuovi e che comunque ci sia un prolungamento dell’orario di servizio”.

Così l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha risposto a Marco Grimaldi (Luv) che nel corso del question time in Consiglio regionale lo ha interrogato su “Ritardi e problemi hotpost scolastici nella città di Torino”.

Grimaldi ha domandato se sia vero che in alcuni casi “una volta terminati i tamponi a diposizione nell’hotspot, si mandino a casa persone che hanno fatto ore e ore di coda, senza eseguire le analisi. Peraltro – ha detto – al momento ci vuole più di una settimana per ottenere i risultati, poi si chiede di prenotare, ma è proprio il contrario di quello che un hotspot dovrebbe essere. All’Amedeo di Savoia, per esempio, dichiarano di riuscirne a fare la metà del necessario”.

L’assessore ha ribattuto che non ritiene verosimile il caso di mancanza di tamponi ma che in effetti l’accesso agli hotspot scolastici, con l’arrivo della stagione fredda, è aumentato sensibilmente. “La Regione Piemonte per ridurre i tempi d’attesa ha previsto appunto l’accesso libero, oltre la prenotazione, ed è possibile che proprio per questo si verifichino dei disservizi. Il caso che lei ha presentato, è stato sottoposto all’assessorato e ho chiesto una relazione. Ho chiesto che quando si verifichino situazioni del genere, come successo anche a Settimo, si aprano immediatamente nuovi hotspot e si proceda con il prolungamento dell’orario degli stessi”.

Sono state anche discusse le interrogazioni di Daniele Valle (Pd) sulla riapertura poliambulatorio di via Gorizia, di Silvio Magliano (Moderati) sui tamponi gratuiti per i volontari anti-Covid, di Domenico Rossi (Pd) sulle Conseguenze relative alla scelta dell’Ospedale di Borgosesia come ospedale Covid di quadrante, di Francesca Frediani(M5s) sul Potenziamento del servizio Tpl per le scuole.

Di Mauro Salizzoni, infine, (Pd9) l’interrogazione “Erogazioni liberali per sostenere il Sistema Sanitario durante l’emergenza Coronavirus. Perché in Piemonte non sono stati impiegati circa 7 milioni di euro di donazioni?”. A questa interrogazione Icardi ha risposto che non si tratta di un’informazione corretta. Sinora sono stati introitati circa 20 milioni di euro di donazioni. La Regione ha stabilito le modalità per distribuire alla Sanità questi fondi. Sei milioni per le mascherine, 8 per attrezzature  e materiali alle Asl. 1,5 milioni è in corso la distribuzione alle Asl e per 5,8 è stata avviata una ricognizione per acquistare ventilatori polmonari e attrezzature necessarie alla terapia anti Covid.

La Fondazione Collegio Carlo Alberto inaugura l’Anno Accademico

Mercoledì 21 ottobre, ore 18.00 Evento online

 

Mercoledì 21 ottobre alle ore 18.00, si tiene l’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2020-2021 della Fondazione Collegio Carlo Alberto, che quest’anno si svolgerà online su Zoom previa registrazione al link: https://2020inauguralceremony.eventbrite.it.

 

L’incontro sarà aperto dai saluti del Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna e del Presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo. A seguire Giorgio Barba Navaretti, Presidente della Fondazione, illustrerà le attività del Collegio Carlo Alberto nel nuovo anno accademico.

 

La lezione inaugurale “Attitudes, Aptitudes, and the Emergence of the Modern Economy” sarà tenuta dal Prof. Joel Mokyr, Northwestern University, storico dell’economia di fama mondiale.

 

Il Prof. Mokyr è Robert H. Strotz Professor of Arts and Sciences e professore di Economia e Storia alla Northwestern University. Si occupa soprattutto di storia dei cambiamenti tecnologici e dell’industrializzazione, con un focus sulle radici economiche e intellettuali del progresso tecnologico e della crescita economica; è autore di libri pluripremiati, dei quali il più recente è “A Culture of Growth” (2016).

 

Nella sua lezione si soffermerà sulle origini dello sviluppo economico europeo che ha seguito la Rivoluzione Industriale, analizzando soprattutto il ruolo dei cambiamenti culturali che hanno permesso alle élite europee di farsi propulsori del progresso economico e tecnologico.

 

La lezione sarà introdotta da Aldo Geuna, Carlo Alberto Fellow e professore di Economia all’Università di Torino.

Grande esordio della Juventus in Champions League

Qui Juve: una grande Juve vince 2-0 a Kiev contro la Dinamo e comincia bene il suo percorso in Champions League.Mattatore della serata l’attaccante spagnolo Alvaro Morata, neo acquisto bianconero, che mette a segno una superba doppietta.Ma è tutta la compagine bianconera a disputare un ottimo incontro.Difesa attenta ed insuperabile, unico neo l’infortunio allo sfortunato difensore Chiellini al 19 esimo del primo tempo.Centrocampo attento ed un attacco giovane ed avvolgente con Chiesa e Kulusevsky larghi sulle fasce a supportare Morata.Mister Pirlo ha giocato con il 4-3-3 esaltando al massimo le caratteristiche dei suoi giocatori.Ronaldo e Dybala, assenti, possono recuperare con calma.

Qui Toro: prosegue in casa granata la preparazione per preparare al meglio il difficile match di venerdì sera,a Reggio Emilia ore20.45, contro la rivelazione Sassuolo secondo in classifica.Giampaolo non cambierà modulo ma probabilmente giocatori,con la mente più sgombra,l’organico di 28 atleti consente varie soluzioni.Il centrocampista Daniele Baselli prosegue la preparazione per poter rientrare al più presto.Al Toro servono punti per potersi sbloccare in breve tempo,soprattutto,dal punto di vista psicologico.Il tecnico granata lavora molto sui giocatori non solo dal punto di vista atletico e tecnico ma anche sulle loro teste.L’organico granata è valido per una posizione di  centroclassifica tranquillo,non da ultimo posto,men che meno da retrocessione.

Vincenzo Grassano

“Hotel Ghiffa” un albergo storico direttamente sul Lago Maggiore

Informazione promozionale / La storia dellAlbergo Ghiffa inizia così, su quel ramo del Lago Maggiore che si affaccia verso la Svizzera e offre uno scenario pittoresco per tutte le ville ed edifici che riflettono le loro bellezze nelle acque del Verbano. 

Il complesso originario è stato edificato nel 1875 quando, in seguito al completamento dei lavori per la costruzione della strada litoranea (già strada militare Massimo DAzeglio), il paese di Ghiffa si trova ad essere ben collegato con la Svizzera. 

La struttura in stile Liberty  dellalbergo, nonostante negli anni sia stata ampliata e ristrutturata più volte, mantiene tuttora la classe e leleganza del tempo in cui fu costruita. 

Quello che oggi ci appare come uno degli hotel più belli della zona, pone tra i suoi plus la sua stessa storia. Dove oggi troviamo la vicina passeggiata sul lago, un tempo sorgeva un giardino con una stalla, luogo dove i viaggiatori potevano far riposare i propri cavalli prima di raggiungere e varcare il confine elvetico. 

Negli anni della Belle Époque, lintero Lago Maggiore diventa meta turistica privilegiata di tutta quella parte di nobiltà europea e delle élite colte e raffinate che popolavano lItalia del tempo. Sono gli anni in cui anche lAlbergo Ghiffa vede il suo primo ampliamento, in linea con lestetica del tempo e adeguato alla raffinatezza della clientela, diventando uno degli alberghi più moderni dItalia. Immerso tra le bellissime ville che si affacciano sul lago, case immerse nella vegetazione o circondate da pittoreschi giardini, non tarda a saltare allattenzione delle cerchie di intellettuali e industriali più famosi del Novecento. Tra le sue mura infatti erano soliti incontrarsi personaggi come lo scultore Paolo Troubetzkoy, i pittori Daniele Ranzoni e Augusto Laforêt e i proprietari della casa automobilistica Isotta Fraschini.

Senza mai chiudere, nemmeno durante le due Guerre Mondiali, lalbergo rimane punto di riferimento turistico della zona da oltre un secolo. 

Nel 1954 viene acquistato dalla famiglia degli attuali proprietari che, mantenendo intatto il prestigio della struttura, hanno negli anni ristrutturato e ampliato ledifico rendendolo un hotel quattro stelle  perfettamente in armonia con gli standard attuali. Nel 1993 è stata costruita la piscina e sono stati ampliati il terzo e quarto piano mentre, il 2018, è stato lanno della costruzione di una nuova grande spiaggia che, risaputamene, è oggi definita una delle più belle del Lago.

Oggi allHotel Ghiffa è possibile raggiungere il ristorante con le sue terrazze sul lago, aperto anche ai clienti esterni, anche in motoscafo tramite lo storico pontile ristrutturato. Una nota di modernità è data dal fatto che presso la struttura sia possibile noleggiare vespe e motoscafi (senza patente) che permettono ai clienti di visitare in autonomia le Isole Borromee, Santa Caterina del Sasso e tutte le imparagonabili bellezze che il lago offre. 

Con il pontile cullato dalla corrente e la sua struttura raffinata e maestosa, lHotel Ghiffa rimane a oggi uno degli scorci più sublimi del Lago Maggiore.

Lisa Finetti

Informazione promozionale

In Piemonte quasi 1400 contagi nelle 24 ore. Sei nuove vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

 

29.442 PAZIENTI GUARITI E 786 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.442 (+ 63 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3589 (+5) Alessandria, 1668 (+0) Asti, 925 (+0) Biella, 2920 (+20) Cuneo, 2774 (+19) Novara, 14.906 (+17) Torino, 1406 (+1) Vercelli, 1050 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 786 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4209

Sei i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4209 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 690 Alessandria, 258 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 391 Novara, 1852 Torino, 228 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 46.319 (+ 1396 rispetto a ieri), di cui 786 (56%) sono asintomatici.

Dei 1396 casi: 472 screening, 578 contatti di caso, 346 con indagine in corso.

Ambito: 74 Rsa,190 scuola, 1132 tra la popolazione generale. Sono 5 su 1396 i casi importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5092 Alessandria, 2465 Asti, 1480 Biella, 5122 Cuneo, 4222 Novara, 23.823 Torino, 1951 Vercelli, 1428 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 366 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 370 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 62 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1037 (+154 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.783

I tamponi diagnostici finora processati sono 881.778 (+ 13.008),di cui 472.970 risultati negativi.

In memoria di Jole Santelli e Beppe Cerchio

Di lui vogliamo ricordare le qualità umane e politiche, che hanno caratterizzato la dedizione e l’impegno con cui ha ricoperto anche i suoi incarichi istituzionali nei momenti più rilevanti dell’attività in Regione”.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, ha usato queste parole per commemorare martedì 20 ottobre Giuseppe Cerchio, per tutti semplicemente Beppe, ex consigliere regionale, scomparso lo scorso mese di febbraio a 77 anni.

Nel suo intervento, Allasia ha ripercorso le tappe professionali e politiche di Cerchio.

Esponente della Democrazia Cristiana, fu consigliere regionale nella seconda, terza, quarta e quinta legislatura. Nel 1987 divenne assessore all’Industria, nella quinta legislatura, ancora una volta eletto nella circoscrizione di Torino, fu assessore al lavoro sino al 1994

È stato anche consigliere della Provincia di Torino e ha ricoperto altri importanti incarichi, fra i quali la presidenza della Commissione regionale per l’Impiego e membro del Consiglio generale degli italiani all’estero.

 

Jole Santelli

“Politico di lungo corso, appassionata e competente, era stata parlamentare per quasi vent’anni, lavorando sempre con  grande passione e lottando per ciò in cui credeva. Amava profondamente la sua terra, al servizio della quale ha rivolto buona parte della sua vita, dedicandosi sempre con generosità, attenzione e impegno”: è quanto ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, nel commemorare in Aula Jole Santelli, presidente della Regione Calabria scomparsa prematuramente il 15 ottobre a 51 anni.

“Era una donna forte e tenace, determinata nella sua lotta contro un brutto male che l’aveva colpita da tempo, come nella passione che ha sempre contraddistinto il suo impegno politico: caratteristiche che tutti, indipendentemente dallo schieramento e dai partiti di appartenenza, le riconoscevano” ha aggiunto Allasia.

Al termine del ricordo, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

Governo, Ruffino (Fi): “Ok sul fisco, ma tutto il resto?”

Dichiara l’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia:

Sei mesi di battaglie da parte del centrodestra, alla fine il governo ha capito che andavano sospese le cartelle esattoriali fino alla fine dell’anno. Stesso discorso vale per la decontribuzione sui nuovi assunti under 35 e 5,7 miliardi di decontribuzione per le imprese del Sud. Fin qui le buone notizie. Quanto al resto, il governo è rimasto prigioniero della sua indeterminatezza. La manovra annunciata è imponente nella sua dimensione, ma i soldi corrono attraverso mille canali e non sempre per raggiungere obiettivi validi. Un esempio: 4 miliardi aggiuntivi per la sanità per fronteggiare la pandemia. Una cifra largamente insufficiente per tamponi, assunzioni di personale sanitario, riorganizzazione degli ospedali. Quei 4 miliardi sarebbero stati preziosi per rafforzare la decontribuzione per le imprese mentre alla sanità avrebbero recato benefici notevoli i 36 miliardi del Mes. Le opposizioni torneranno a insistere su questo punto alla prima occasione parlamentare, perché prima o poi il presidente del Consiglio dovrà venire in Parlamento.