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Coronavirus, oltre 3000 contagi e 29 vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

34.675 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 34.675 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3950, Asti 1903, Biella 1122, Cuneo 3708, Novara 3147, Torino 17.859, Vercelli 1587, Verbano-Cusio-Ossola 1170, extraregione 229.

I DECESSI SONO 4444

Sono 29 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4444 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 719 Alessandria, 275 Asti, 230 Biella, 429 Cuneo, 430 Novara, 1946 Torino, 236 Vercelli, 136 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 77.832 (+ 3.169 rispetto a ieri) di cui 1303 (41%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 1132 screening, 994 contatti di caso, 1043 con indagine in corso; per ambito: 274 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 355 scolastico, 2540 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7300 Alessandria, 3775 Asti, 2500 Biella, 9572 Cuneo, 6094 Novara, 42.214 Torino, 2869 Vercelli, 2172 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 533 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 803 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 213 (+17 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3379 (+271 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 35.121

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.063.115 (+12.694 rispetto a ieri), di cui 586.921 risultati negativi.

Tamponi in tilt, Pd: “Disastro Piemonte”

La gestione dell’emergenza Coronavirus è inevitabilmente al centro del dibattito politico di ogni giorno. Oggi, in Consiglio regionale, si è tornati a parlare di tamponi: con un Question Time il Partito Democratico ha riportato il tema delle mancanze strutturali di organizzazione e gestione del tracciamento.

“L’informativa svolta durante la mattinata dall’Assessore alla Sanità Icardi non ha soddisfatto il Consiglio regionale: troppo vaga, nessuna assunzione di responsabilità, esposizione confusa. Per questo motivo, nel pomeriggio si discuterà e si voterà la mozione di sfiducia proprio all’Assessore presentata dalle opposizioni”.

“Drammaticamente siamo tenuti a constatare una totale inefficienza di questa amministrazione regionale, a livello organizzativo centrale e come gestione territoriale. La pandemia ha flagellato tutto il mondo, lo sappiamo, ma il Piemonte non ha saputo reagire nemmeno come altre Regioni italiane assimilabili come popolazione. Il dato dei tamponi è chiaro: 3 milioni in Lombardia, 2.35 milioni in Veneto, 1.6 milioni in Emilia, 1.48 in Lazio. Il Piemonte solo 1.05 milioni. Prima di noi anche la Toscana seppur con minor popolazione. Non possiamo girarci intorno: Cirio ed Icardi hanno fallito e devono assumersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini” commenta il Consigliere regionale Diego Sarno.

“Il sistema dei tamponi è in tilt da settimane” aggiunge il Capogruppo regionale Dem Raffaele Gallo “per la disorganizzazione della giunta Cirio rispetto al flusso previsto. Si intervenga subito: certe scene, a distanza di otto mesi dall’ inizio della pandemia, non sono più accettabili”.

Oltre alla catena di comando “centrale”, deficitaria è stata anche la gestione territoriale del sistema tamponi: pochi pit stop (non in tutte le ASL attivati), hot spot insufficienti, distribuzione dei punti di prelievo non omogenei. La conseguenza è stata un servizio estenuante ai cittadini che hanno dovuto passare dalle 6 alle 12 ore in macchina senza nessuna assistenza.

La risposta al Question Time dell’Assessore è incredibile: secondo la sua versione, le direttive regionali ci sarebbero e sarebbe responsabilità delle ASL se non vengono rispettate. Invece le responsabilità sicuramente restano in capo all’Assessore alla Sanità e al Presidente Cirio, che hanno il compito di gestire e monitorare ogni fase del tracciamento, senza scarichi di responsabilità.

“Nessuno vuole minimizzare la questione” commenta il Sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo “Ma noi Comuni stiamo facendo la nostra parte e ci aspettiamo che la Regione faccia la propria. Per la nostra ASL TO5 abbiamo messo a disposizione un’area, fatto i sopralluoghi, avuto la conferma da parte di Cirio che si sarebbe partiti. Cosa aspettiamo? Il tempo stringe, il centro tamponi di Nichelino deve partire ora”.

“L’energia che noi Sindaci stiamo investendo nella gestione della crisi sanitaria è totale” aggiunge il Sindaco di Moncalieri Paolo Montagna “I nostri sforzi di gestione, controllo e sostegno alle categorie più colpite vengono sterilizzati però se manca un coordinamento regionale. Ricordiamo che la Sanità è una competenza esclusiva delle Regioni, ci duole sottolineare che la gestione piemontese è stata insufficiente. E non è un discorso di parte politica, in altre Regioni governate sia dal Centrosinistra che dal Centrodestra si è fatto meglio: ad ognuno le proprie responsabilità”.

Gli infermieri: “grande adesione allo sciopero”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del sindacato Nursing Up: “in Piemonte grande adesione allo sciopero nazionale di 24 ore degli infermieri e dei professionisti della sanità iniziato lunedì 2 novembre”

 

Chiediamo RISPETTO: scioperiamo oggi per una sanità migliore da domani

Tutte le province del Piemonte hanno risposto con una altissima adesione di infermieri e professionisti della sanità allo sciopero indetto dal Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, durato 24 ore lunedì 2 novembre a partire alle ore 7 di mattina.

 

L’agitazione a carattere nazionale ha visto in contemporanea un flash mob di protesta nella centrale piazza Castello di Torino, davanti agli uffici della Prefettura, con il segretario regionale Nursing Up Claudio Delli Carri che è salito dal Prefetto per illustrare le regioni di infermieri e professionisti della sanità.

“Siamo stufi di essere chiamati eroi e poi sistematicamente dimenticati. Sono parole al vento perché la verità è che il Governo non ha fatto nulla per evitare che si arrivasse a questo gesto estremo” noi pretendiamo rispetto” uno degli slogan dei manifestanti.

 

Come detto, molto alta è stata l’adesione di tutte le province piemontesi con centinaia di colleghi infermieri e professionisti della sanità che hanno incrociato le braccia nelle loro aziende o che hanno raggiunto a Torino per protestare nel rispetto di tutte le regole di sicurezza e del distanziamento. Una protesta dignitosa che, inoltre, ha come sempre rispettato tutte le urgenze non interrompendo servizi essenziali.

 

Un successo che denota ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come la misura e la pazienza di infermieri e professionisti della sanità sia davvero al limite.

 

Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, esprime grande soddisfazione per la partecipazione di centinaia di infermieri alla giornata di agitazione: “Si è trattato di una giornata molto importante, nella quale abbiamo inviato un segnale chiaro sia al governo regionale che a quello nazionale. Per questo, non possiamo che ringraziare i tantissimi colleghi che hanno deciso responsabilmente di partecipare alla giornata di sciopero. Noi abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce in un contesto in cui, per troppo tempo, il nostro lavoro, il nostro ruolo e la nostra condizione contrattuale e retributiva è stata data per scontata.

Dobbiamo ancora una volta ripetere che abbiamo la necessità di provvedere a nuove assunzioni, subito, con contratti dignitosi, di almeno tre anni, e non per due o tre mesi. La nostra dignità non può essere costantemente irrisa da promesse, parole e rassicurazioni mai mantenute su contratti, su aumenti strutturali delle buste paga, e sul ruolo degli infermieri. Noi pretendiamo:

un maggiore coinvolgimento nelle scelte organizzative;

una contrattazione che porti una volta per tutte ad un adeguamento strutturale del nostro stipendio; pretendiamo maggiore sicurezza sul lavoro (che non si ripeta lo scandalo dei dispositivi di protezione); il riconoscimento della malattia professionale;

l’imprescindibile necessità di assunzioni con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per almeno tre anni in modo da creare turnazioni che siano gestibili.

 

La straordinaria partecipazione dei colleghi alla nostra giornata di agitazione dimostra come la necessità di una maggiore dignità sia sentita e diffusa. Incrociare le braccia non è stato un segno di resa, ma una ribellione responsabile verso chi irresponsabilmente non ha ascoltato le nostre giuste rivendicazioni.

Da oggi riprendiamo a testa alta il nostro lavoro, consci dell’importanza del nostro ruolo, ancora di più oggi che la lotta al contagio in questa seconda ondata in costante aumento pare impervia. Consapevoli però anche che con il nostro gesto, composto, responsabile e rispettoso di tutte le regole, abbiamo ancora una volta sottolineato quale sia la vera natura degli infermieri.

Perché le istituzioni inizino a considerarci come professionisti ed a rispettarci come tali”.

 

Il Segretario Regionale

Nursing Up Piemonte

Claudio Delli Carri

Le prossime sfide per Juve e Toro

A Budapest terzo turno di Champions League Ferencvaros-Juventus

Ore 17 a Genova recupero terza giornata di campionato Genoa-Torino

Qui Juve:
Seduta atletica e tattica molto intensa per i bianconeri sotto gli occhi attenti del tecnico Pirlo.
In grande stato di forma fisica e mentale l’attaccante juventino Morata.Arrivato quasi come terza scelta,durante lo scorso calciomercato,ha riconquistato il popolo e tutto l’ambiente bianconero a suon di gol e prestazioni.Eccellente lo stato psicofisico tecnico  del portierone Buffon,42 anni,autore di grandi orestazioni,.Solito trascinatore e motivatore il fuoriclasse Cristiano Ronaldo,con lui in campo si vince sempre o quasi.Tutti ne traggono vantaggio della sua presenza,grandi preoccupazioni e grattacapi per la squadra avversaria.
Domani una partita molto importante in Champions League: vincere contro gli ungheresi del Ferencvaros per provare già ad ipotecare il passaggio agli ottavi di finale.

Qui Toro:
Continua lo psicodramma in casa granata.Alla sfuriata del mister Giampaolo che accusa la squadra d’aver ancora “melma” nella testa e paura di perdere,come puntualmente avviene,s’aggiunge il continuo dolore al ginocchio del difensore Izzo(sarà vero?)e dei cali di concentrazione e prestazioni del portiere Sirigu e dell’altro difensore centrale N’Kolou,tutti desiderosi di cambiare aria già a gennaio.Purtroppo a rischio la presenza del bomber Belotti,trauma contusivo al ginocchio.
Ora 2 gare fondamentali per non affondare definitivamente
Domani pomeriggio Genoa-Torino
domenica Torino- Crotone
L’imperativo sono 2 vittorie da ottenere a tutti i costi.

Vincenzo Grassano

“Un’identità forte è l’unico rimedio contro l’orrore di Vienna e Nizza”

“All’indomani dell’ennesimo attacco all’Europa, torniamo a rivendicare a gran voce chi siamo e che le nostre radici sono cristiane: la nostra civiltà risponda alla follia del terrorismo con decisione e a una sola voce”

Torniamo ad affermare, senza mezze misure, la nostra identità. Torniamo a dichiarare, con orgoglio, le nostre radici cristiane. Ribadiamo ancora una volta che l’Europa è democratica e libera e che un’altra Europa non è pensabile, non è concepibile. Non c’è altra risposta alla follia del terrorismo che ha colpito, con Vienna e con Nizza, l’Europa intera, portando morte e dolore nelle nostre città. Ho chiesto in Consiglio Regionale di poter osservare un minuto di silenzio e raccoglimento in memoria delle vittime.

Questi attacchi coordinati rappresentano un unico attacco nei confronti dell’Europa nella sua interezza e nella sua civiltà. Di fronte all’orrore, la nostra risposta deve essere decisa e netta e la condanna nei confronti di qualsiasi fanatismo e terrorismo islamico deve arrivare, anzitutto, a livello istituzionale, da parte di un’Europa che non deve avere più timore di affermare con orgoglio le proprie radici, che sono cristiane. Non c’è più spazio per le timidezze, non è più il tempo delle sfumature.

Silvio Magliano – Capogruppo dei Moderati in Sala Rossa e a Palazzo Lascaris

Erano in trenta nel trilocale per una festa “smascherata”, ma è arrivata la polizia

Nella notte di domenica, intorno alle 2, gli agenti del Commissariato Barriera Nizza intervengono in uno stabile di via Sacchi per la segnalazione di una festa privata all’interno di un appartamento

Giunti sul posto, gli agenti odono schiamazzi e musica al alto volume provenire dal piano rialzato.  I poliziotti bussano alla porta, che non viene però aperta. Improvvisamente si abbassano i toni della voce, gli agenti insistono e quando fanno ingresso nell’alloggio, un trilocale, si trovano difronte una festa con una trentina di partecipanti, parte dei quali in condizioni psicofisiche alterate. Alcuni dei presenti tentano di nascondersi all’interno degli armadi, sul balcone, nel bagno, sotto i letti e persino nello sgabuzzino. Complessivamente, gli agenti riscontreranno poi la presenza 27 persone di età compresa tra i 21 e i 14 anni, 5 delle quali minori e altre provenienti da fuori provincia e dall’estero. Nell’alloggio, i poliziotti trovano numerose bottiglie di alcolici sparse per casa. Soprattutto, i poliziotti riscontrano che molti dei presenti non indossano la mascherina e non mantengono al distanza di sicurezza come previsto dalle norme anticovid.  

Successivamente, gli agenti appurano che uno dei presenti aveva affittato giorni prima l’appartamento, tramite una piattaforma online, per ospitare alcuni amici provenienti dall’estero. In seguito, il locatario e i suoi ospiti, attraverso una catena di messaggi, avevano organizzato la festa in questione.

Le persone presenti verranno sanzionate, ciascuna per le rispettive violazioni, per la mancanza dei dispositivi di protezione e per l’assembramento prodottosi.  

Emergenza sanitaria e prospettive economiche

Intervista al Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte Andrea Notari e a Carolina Tosetti VicePresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, con delega al Turismo e Cultura, sul settore della ristorazione e turistico

Il lockdown totale esteso a tutta la penisola  viene considerato ancora l’estrema ratio da parte del premier Conte per la risoluzione del problema dell’aumento esponenziale dei contagi; tuttavia si percepisce un notevole disorientamento da parte del governo nel prendere decisioni  adeguate, fatto che non facilita gli operatori nel settore privato, dai piccoli e medi imprenditori, agli esercenti della ristorazione, dai commercianti agli operatori turistici.

“Riscontriamo – spiega il Presidente Dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, l’architetto Andrea Notari  – un grande disorientamento all’interno delle istituzioni, e ciò fa sì che gli imprenditori di qualunque ambito non possano pianificare tanto il normale svolgimento delle loro attività, quanto i dovuti investimenti. Ricordo che le attività che non investono, nel medio lungo periodo, non riusciranno a rimanere competitive sul mercato, e poiché l’incertezza e la peggior nemica degli investimenti, chiediamo alle Istituzioni di prendere decisioni chiare ed univoche, non revocabili da una settimana all’altra con DPCM. A questo proposito vorrei menzionare gli investimenti svolti proprio dagli operatori nel settore della ristorazione per adeguarsi alle norme sanitarie vigenti, i quali purtroppo dopo aver investito, hanno visto dimezzare il loro orario di apertura al pubblico, rendendo insostenibile il loro esercizio.

La ristorazione appare, infatti, uno dei settori maggiormente penalizzati dal nuovo Dpcm, e non pare incidere molto sui trasporti pubblici la chiusura dei locali a partire dalle 18, con la scelta ulteriore della diminuzione del numero delle persone ai tavoli; in che modo e con quali strategie alternative,  secondo Lei, poteva essere alleggerito il carico economico a svantaggio del settore?

A mio parere spiega il Presidente Andrea Notari – per alleggerire il carico economico nei confronti del settore della ristorazione, si devono adottare strategie più organiche e intersettoriali, andando ad intervenire sapientemente sui settori dove è comprovata la maggiore trasmissione del virus, senza pesare inutilmente su quello dei servizi di ristorazione. Ad esempio si deve intervenire sul trasporto pubblico, attivando partnership con quello privato, garantire un sistema di vigilanza su chi applica realmente i protocolli e chi no: proprio su questo punto è importante battersi. Torno a ripetermi: non è ammissibile che chi abbia speso per adeguarsi non possa tenere aperto! Puntiamo sul sanzionare chi invece non lo ha fatto!

Secondo Lei potrebbe il settore della ristorazione recuperare con la modalità del pranzo e della promozione di un aperitivo anticipato ad un orario pre-serale, quale le 17?

Purtroppo – spiega Il Presidente Notarinon credo che ciò possa aiutare il settore della ristorazione a recuperare quanto negatogli con la chiusura serale, principalmente per due motivi. La modalità di lavoro agile adottata dall’ente pubblico e da molti privati toglie necessariamente ai bar e ristoranti la cosiddetta utenza da pausa pranzo, mentre trovo infattibile anticipare alle ore 17 l’orario dell’aperitivo, in quanto a quell’ora è pieno orario di lavoro. Si stima che la chiusura anticipata delle attività di ristorazione faccia perdere all’intera filiera del Food ben 10 miliardi al mese.

È per questo motivo che reputo sia doveroso intervenire repentinamente nella distribuzione dei ristori accennata dal governo, affinché non si verifichi nuovamente la situazione vista nei mesi di aprile e maggio, dove di aiuti si è parlato, ma nella realtà non si è mai agito. Non possiamo permetterci di mettere in ginocchio l’intero comporto dei servizi di ristorazione, e con esso l’intera filiera dell’alimentare, perché sarebbe insostenibile per l’intero sistema Paese.

Il Dpcm provoca anche perdite economiche nell’ambito di altri settori, quali quello dello spettacolo, il settore termale e del benessere e, ovviamente, quello turistico.

Assolutamente spiega la Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Carolina Tosetti I servizi sopracitati sono strettamente legati fra di loro. E’ ormai evidente e risaputo che il turismo sia stato tra i settori più fortemente colpiti dalla pandemia; il danno economico ha riguardato non solamente le strutture ricettive, costrette alla chiusura imposta dai decreti ministeriali o dalle infelici prospettive di occupazione, gli operatori turistici, le attività culturali ed i trasporti, ma anche tutte le attività e i settori che normalmente beneficiano dell’indotto generato dai turisti, quali il commercio e la ristorazione, solo per citarne un paio. 

Senza entrare nel merito ed esprimere giudizi sull’efficacia o meno dei provvedimenti che sono stati e che verranno adottati nei prossimi giorni al fine di salvaguardare la sicurezza nazionale, è evidente quanto questi influiscano sull’operatività di un settore che, dopo il timido accenno di ripresa del terzo trimestre, si ritrova nuovamente fortemente penalizzato e sull’orlo del collasso.

Un eventuale lockdown con divieto di spostamento interregionale verrebbe ad incidere ancora maggiormente sul settore turistico, compromettendo il turismo, per esempio, marino ed anche quello montano extraregionale. Secondo Lei potrebbero questi settori recuperare a partire dall’inizio del 2021?

Difficile prevedereaggiunge la Vicepresidente Tosetti –una ripresa già a partire dall’inizio del nuovo anno: il UNWTO (organizzazione mondiale del turismo) parla del terzo trimestre 2021 nell’ipotesi più favorevole. Fino a quando un vaccino non sarà messo a disposizione della popolazione e non si imparerà a convivere con il virus, fino a che non ci saranno protocolli coordinati ed armonizzati per regolare i flussi tra Stati, e fino a che le imprese non ricominceranno ad impiegare la forza lavoro e le persone non torneranno a portare a casa uno stipendio pieno, sarà difficile che la gente torni a viaggiare come prima. Ipotizziamo che il turismo di prossimità sarà il driver della ripresa nel 2021, così come è stato nel periodo estivo.

Alcuni alberghi in località marine avevano già deciso di chiudere a inizio ottobre, nonostante rimanessero gli anni passati aperti tutto l’anno, mentre alcuni hotel montani, aveva deciso di non riaprire per questa stagione invernale,  anche alla luce della difficoltà nella riapertura e gestione degli impianti sciistici in epoca Covid. Quanto queste chiusure “volontarie” peseranno sulla sopravvivenza di queste realtà?

Le chiusure “volontarie” – precisa la Vicepresidente Carolina Tosetti – sono di fatto obbligate dalle prospettive di occupazione, in molti casi vicine allo 0%, derivate dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. In queste condizioni il punto di pareggio per molti alberghi, caratterizzati da una struttura dei costi molto rigida, diventa irraggiungibile: è pertanto comprensibile che molti imprenditori scelgano di salvaguardare la propria impresa mitigando le perdite.  

Nel settore turistico, cosi come in altri settori, sopravviveranno coloro che, avendo alle spalle un’azienda solida, saranno stati capaci di gestire la crisi con prontezza e lungimiranza, che avranno saputo innovare, evolvendo ed adattando la propria offerta alle nuove esigenze del mercato e che saranno in grado di sfruttare le opportunità che, ci auguriamo, affioreranno nei prossimi mesi a favore del nostro comparto. A proposito di sussidi, se il Governo e le Regioni non si attiveranno per sostenere concretamente la ripartenza del turismo, ci troveremo di fronte  ad uno scenario indegno del potenziale attrattivo del nostro Belpaese.

Il decreto Ristori quando inizierà a concedere i primi indennizzi per i ristoranti ed i bar?  Si parla di un decreto Ristori organizzato a duplice modalità,  uno per le attività chiuse del tutto e uno per quelle a chiusura limitata. Se dovesse intervenire una chiusura ancora più restrittiva da parte del governo  il decreto Ristori rimarrebbe comunque in piedi o sarebbe sostituito da un altro decreto?

Reputo sia necessario – aggiunge Il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte,  Notari – intervenire non tanto sulle quantità dei ristori messi in campo, ma sulla celerità con cui essi arriveranno realmente alle attività obbligate alla chiusura. Purtroppo abbiamo ancora chiaro negli occhi l’enorme potenza di fuoco messa in campo ad aprile/maggio e che nessuno purtroppo ha visto scaricarsi a terra nelleconomia reale. A prescindere se si delineerà la necessità di un nuovo DPCM o se possa bastare quello ad oggi in vigore, l’importanza è che si faccia presto nei ristori, perché la velocità della messa a terra delle riforme farà la differenza sulla sopravvivenza o meno delle realtà produttive.  

Quali interventi imprenditoriali si potrebbero auspicare nel settore turistico e della ristorazione una volta terminato il Covid?

Tre parole chiave – precisa la Vicepresidente Tosetti – Formazione, Innovazione e Riqualificazione delle strutture. La gestione familiare caratterizza, ancora oggi, un gran numero di attività in ambito turistico. La mancanza di competenze strategiche, talvolta riscontrabile in queste piccole imprese, rappresenta una minaccia per l’evoluzione del settore che, nel nostro Paese, fatica ad innovare e adattarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori. Se fino a qualche anno fa il nostro patrimonio naturalistico e culturale era sufficiente per attrarre i turisti di tutto il mondo, oggi le aspettative di quei turisti, in termini di qualità dei servizi, delle strutture ricettive e delle infrastrutture, sono decisamente più elevate e spesso rimangono disattese. Gli operatori italiani devono necessariamente investire nella formazione di qualità, nell’innovazione e nella riqualificazione per riportare le destinazioni Italiane ai vertici delle mete più ambite

Sarebbe necessario riprendere anche con un rimodellamento degli spazi?

Adattare l’offerta alle esigenze del mercato – conclude la Vicepresidente – significa anche rimodellare gli spazi, non solo per garantire il distanziamento, ma anche per assecondare i nuovi bisogni della clientela. Alcuni dei trend che caratterizzeranno i flussi turistici nei prossimi anni e sui quali ragionare, in ottica di rimodellamento degli spazi e dell’offerta, sono legati alla sostenibilità, al benessere fisico e mentale, all’esigenza di vivere delle esperienze autentiche a contatto con la natura e le popolazioni locali.

Mara Martellotta

Popolo della Famiglia, Lucianella Presta Vice-coordinatore regionale

Riceviamo e pubblichiamo / “In Piemonte forte presenza di donne con cariche di responsabilità”

Dopo la prima assemblea nazionale del Popolo della Famiglia, tenutasi a Settembre a Pomezia, il 30 ottobre scorso il primo coordinamento regionale, in modalità telematica, ha visto la nomina in ruoli strategici di molte donne attiviste della prima ora.

Lucianella Presta, pianezzese, pdffina nel sangue già dal 2016, ha ricevuto l’incarico di vice coordinatore regionale, mentre emergono le quote rosa in diverse province con Marilena Fornelli per la provincia di Torino, Elisa Tacchelli per Novara, Cristina Zaccanti (anche Referente regionale per i rapporti con la Direzione Nazionale) per Biella, Elisa Viberti per Alessandria, per poi passare alla Segreteria regionale con Antonia Bassignana ed Antonella Bagno come responsabile dell’Ufficio stampa. Senza dimenticare, inoltre, Nicoletta Rossi, responsabile nazionale del Gruppo Giovani, nonché membro della Direzione Nazionale.

Il coordinatore Mario Nicola Campanella ha espresso tutta la sua stima e riconoscenza alle quote rosa che, pur essendo donne impegnate in famiglia come nel lavoro e nel volontariato, egli ha ritenuto opportuno onorare con queste responsabilità perché il Popolo della Famiglia in Piemonte possa crescere ed essere curato proprio come una donna sa fare.

“Ringrazio con riconoscenza per la fiducia dimostratami con questo importante incarico”, queste le prime parole di Lucianella Presta dopo la nomina a Vice coordinatore piemontese.

“Senza nulla togliere alle cariche tenute da maschi, ritengo che le donne in Piemonte non deluderanno le aspettative per una crescita ed un radicamento capillare del Popolo della Famiglia, in uno spirito di reciproca collaborazione ed intesa. Papa Paolo VI diceva che la politica è la più alta forma di servizio ai fratelli. È proprio con questo spirito che tutto il gruppo femminile del PDF affronterà le nuove sfide elettorali che ci attendono”, conclude Lucianella Presta a nome di tutte.

“Un lavoro di squadra condiviso, con varie attività svolte in questi 4 anni che ha ricevuto il giusto riconoscimento”, commenta il neo coordinatore Mario Nicola Campanella, “che ci vedrà presto impegnati tutti, nessuno escluso, per l’apertura di nuovi Circoli e tesseramenti, oltre a proposte concrete per le famiglie e le aziende piemontesi nelle sfide elettorali prossime in molte città della nostra Regione.

  

Crolla il fatturato di bar e ristoranti dopo la prima settimana di chiusura serale

La  prima settimana di chiusura alle 18 per bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie ha prodotto risultati pesanti sul fatturato, calato drasticamente

L’Epat ha monitorato la situazione di 350 operatori associati di Torino e provincia rilevando una perdita tra il 75% e il 100% dei ricavi rispetto alla settimana precedente. Le stime del 2020 a confronto con il 2019, indicano una perdita di 1 miliardo e 100 milioni di euro. Invece per tutto il Piemonte la perdita stimata è di un miliardo e 700 milioni. La  chiusura alle 18 sta a significare per il mese di novembre, un deficit aggiuntivo di 101 milioni di euro a Torino e 191 nella  regione. La perdita media per ogni azienda a novembre è stimata in 9mila euro.

La Regione promuove i vini piemontesi

In arrivo il bando regionale 2020/2021 attraverso la misura Ocm vino

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, ha deliberato  l’assegnazione di 9,7 milioni di euro a sostegno delle attività di promozione dei vini piemontesi di qualità a denominazione di origine sui mercati extra Unione europea. La dotazione finanziaria permette l’apertura del bando regionale per l’annualità 2020/2021 attraverso la misura di investimenti Ocm vino.

Per il bando, che sarà pubblicato tra pochi giorni e si avvale di 1 milione in più di finanziamenti rispetto all’anno precedente, si è stabilito che 8,8 milioni di euro siano destinati alla copertura degli anticipi che saranno richiesti con le domande di aiuto presentate sull’annualità 2020/2021,

“La chiusura delle frontiere, avvenuta a inizio anno a causa della pandemia da Covid, ha comportato per le imprese vitivinicole piemontesi maggiormente votate all’internazionalizzazione enormi danni- precisa l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa – determinati dall’annullamento degli ordini e dall’azzeramento dei pagamenti per i primi mesi del 2020. “Risulta pertanto essenziale proseguire e intensificare le attività di promozione – prosegue l’assessore Protopapa – con l’obiettivo di preservare la reputazione dei vini piemontesi sui mercati internazionali, nonché di contrastare la pressione sui prezzi a causa dei potenziali dazi USA”.

Nei primi sei mesi del 2020 si è registrato un notevole rallentamento della domanda dei tradizionali paesi di esportazione per le imprese vitivinicole italiane e piemontesi, come gli Usa, o i mercati europei, oltre all’incertezza dei mercati asiatici, soprattutto Cina, Corea del Sud, Giappone e Sud Est Asiatico, che sono stati i primi Paesi a chiudere le frontiere.