Arturo Diaconale liberale duro e puro

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni        Arturo Diaconale, con la sua coerenza liberale, ha dimostrato cosa significhi credere in una Idea politica senza mai manifestare ambizioni personali . E’ mancato a 75 anni dopo una lunga malattia. In novembre avrebbe dovuto, insieme ad altri amici, presentare il mio ultimo libro su Pannunzio a Roma su invito di Enrico Morbelli, ma la pandemia ci ha impedito di rivederci.

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Un Paese che non ha saputo dare un seggio parlamentare ad Arturo Diaconale è un Paese indegno. Una cosa simile a quella accaduta al prof. Vittorio Mathieu , non eletto nel Polo della libertà .Due volte candidato, venne bocciato perché i collegi a lui assegnati era già perduti in partenza.  Con tutti gli sprovveduti ed i voltagabbana nominati deputati e senatori da Berlusconi , balza ancora più forte il trattamento iniquo riservato al giornalista Diaconale che tenne viva la testata liberale per eccellenza “ L’ Opinione”su cui ho scritto volentieri in passato .Tanto su “Il Giornale” mi venivano rifiutati articoli dalla responsabile della cultura Caterina Soffici ( che non aveva nulla della cultura liberale che avrebbe dovuto esprimere ), tanto ho avuto ospitalità dall’” Opinione”. Negli ultimi tempi mi è capitato che” Il Giornale”, per bocca di Alessandro Gnocchi, sia giunto a chiedermi un articolo per poi non pubblicarlo. Così va il mondo, liberale solo in apparenza, ma  in effetti profondamente illiberale nella realtà delle cose. Diaconale ,che veniva dal” Giornale” di Montanelli, era uomo di tutt’altra pasta umana e professionale. Lo nominarono presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo e poi per due anni nel consiglio della Rai dove condusse molti anni prima  la trasmissione “Ad armi pari “ che durò pochissimo, forse perché troppo libera ed obiettiva . Io quando penso a lui penso anche a Pia Luisa Bianco, una affascinante  giornalista di alto livello, relegata a Bruxelles. Un altro esempio di incapacità a valorizzare il meglio, premiando i mediocri.

Il giornalismo italiano perde un grande professionista , i liberali perdono uno dei loro  più coerenti leader, la politica un suo protagonista autentico ,duro e puro ,  anche se scandalosamente  privato del seggio parlamentare che gli sarebbe spettato di diritto. Se il partito di Berlusconi si è afflosciato, una delle cause è quella di non aver dato spazio a gente preparata come Diaconale, preferendogli la prima “fanciulla” di passaggio. Il giornale “L’Opinione” e’ uscito per tanti anni e continua ad uscire on line, dimostrando l’ indipendenza ed il coraggio del suo direttore, uno dei pochi uomini che abbiano sentito e vissuto il liberalismo con sincerità e dedizione rispetto ai tanti che in passato si sono detti liberali, senza neppure  sapere cosa significasse quella parola ,rifiutando  anche solo la frequenza di   un corsetto  al Cepu in materia di liberalismo di cui continuano ad essere digiuni.

Insieme al giornalista Enrico Morbelli, che con le sue “Scuole di liberalismo“ ha formato in tutta Italia  tanti giovani  al liberalismo, alcuni dei quali diventati famosi come Nicola Porro, Diaconale ha testimoniato il suo liberalismo  inteso come scelta di  vita, pur mantenendo il distacco critico proprio dell’intellettuale libero. Per dirla con Benedetto Croce, le sue opere oggi  parlano per lui e chiunque volesse tracciare la storia travagliatissima dei liberali dopo la fine traumatica della Prima Repubblica e la svendita  del Partito liberale per ottenere la riconferma in Parlamento di certi personaggi minori, non potrà fare a meno di scrivere di Diaconale, un uomo davvero fuori ordinanza. Un liberale ottocentesco, nato per nostra fortuna  nel secolo sbagliato.

Ho un solo grande rammarico, quello di non avere più intensamente collaborato con lui.

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Scrivere a quaglieni@gmail.com

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