ilTorinese

Scuole chiuse? Le studentesse anti-Dad tornano in piazza

Con il ritorno della didattica a distanza le studentesse torinesi contrarie alla Dad riprendono la  protesta che le ha rese note in tutta Italia.
Lunedì  prossimo, infatti, Anita, Lisa e Maia manifesteranno  in piazza Castello, davanti al Palazzo della  Regione Piemonte.
“A cosa è servito lasciarci a casa per trovare una soluzione, se ora ci ritroviamo punto a capo?”, dicono le ragazze. “La scuola è un posto sicuro”.

Juve: quanto può incidere Pirlo?

In attesa della grande sfida contro la Lazio in casa Juve ci s’interroga su quanto può incidere la mano di Andrea Pirlo sulla squadra.

Intendiamoci,il giovane tecnico bianconero ha già dimostrato d’aver le idee chiare,quello che gli manca,giocoforza, è l’esperienza.C’è da dire che gl’infortuni in casa Juve hanno avuto un peso determinante.A cominciare da Paulo Dybala
Attualmente l’infermeria della ‘Vecchia Signora’ ha 6 titolari all’interno. Nonostante non abbia reso per niente per tutto l’arco della stagione, Paulo Dybala è ancora indisponibile e toglie una risorsa importante al neotecnico bianconero. A seguire l’argentino ci sono addirittura quattro difensori molto importanti, ovvero Chiellini, de Ligt, Cuadrado e Bonucci. In particolare il colombiano è un giocatore fondamentale per questa nuova Juventus e, fino ad ora, probabilmente è il giocatore ad aver reso meglio. Un altro grande problema riguarda Arthur. Il centrocampista brasiliano ha avuto poco tempo per ottenere continuità sul campo da gioco, spesso non è stato schierato nemmeno da titolare nonostante le ottime nonostante tutto la vecchia Signora è in corsa per tutti i traguardi trascinata dal suo grande ed immenso fuoriclasse Ronaldo.

Vincenzo Grassano

La laurea di Sara vale il doppio

Roma, Università Roma Tre. Ore 12 del 4 marzo. Sara Tosetto proclamata Dottoressa in Scienze politiche relazioni internazionali

Tesi  di Laurea: Il reditto di cittadinanza e Bonus Renzi, come lo Stato interviene a sostegno delle Famiglie. Complimenti , figlia mia. Sono un uomo felice e realizzato. Grazie Sara e grazie alla tua mamma, che poi sarebbe mia moglie Paola Riceputi. Grazie per avermi sopportato da 29 anni e per essere madre irreprensibile e puntualmente presente. Non è da poco. Grazie cara Sara di esserti laureata in uno dei periodi più brutti della nostra Storia. Direi che vale il doppio, visto le enormi difficoltà del presente. Proprio cosi , almeno per me questa laurea vale il doppio. Un piccolo modo per restare e combattere il coronavirus. Roma, ora è un’altra città. Come è un’altra Italia. Queste “piccole cose” sono l’indispensabile premessa per quella ripresa necessaria come il pane per vivere. Ripresa non solo economica, ma direi morale. Ora più che mai ripresa morale equivale a fare il proprio dovere, per sé stessi e per gli altri. Grazie Sara di esserti laureata facendo il tuo dovere.
Dovere era una parola deserta. Ora una parola fondamentale. Riprenderci la nostra Vita. Ottimo arrivo per un futuro, possibile. Per un futuro che vogliamo.

Patrizio Tosetto

Covid, in Piemonte oltre duemila nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.167 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 271 dopo test antigenico), pari al 12,0 % dei 17.984 tamponi eseguiti, di cui 10.607 antigenici. Dei 2.167 nuovi casi, gli asintomatici sono 633 (29,2 % ).

I casi sono così ripartiti: 112 screening, 1264 contatti di caso, 791 con indagine in corso; per ambito: 33 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 241 scolastico, 1.893 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 257.630 così suddivisi su base provinciale: 22.289 Alessandria, 13.032 Asti, 8.708 Biella, 34.821 Cuneo, 19.909 Novara, 136.389 Torino, 9.607 Vercelli, 9.633 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.235 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.007 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 188 (+7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.171 (+ 31 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 16.785

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.075.182 (+17.984 rispetto a ieri), di cui 1.179.501 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.437

Sono 26 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.437 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.420 Alessandria, 602 Asti, 382 Biella, 1.111 Cuneo, 785 Novara, 4.311 Torino, 427 Vercelli, 314 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

229.049 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 229.049 (+ 915 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.857 Alessandria, 11.826 Asti,7.801 Biella, 31.335 Cuneo, 17.928 Novara, 120.610 Torino, 8.368 Vercelli, 8.409 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.125 extraregione e 1.790 in fase di definizione.

Digiuno

FRECCIATE  Anche  Zingaretti  si è innamorato del calciatore Marchisio. Anche lui spera di tornare a toccare palla. Marchisio che si dichiara digiuno di amministrazione, come Zingaretti si è rivelato digiuno di capacità  strategica. Povera Torino, povera Italia.

L’arciere

Reale Mutua Basket Torino – Tortona 75 -71. Una partita che apre ai dubbi una porta stretta

Il basket visto a distanza. 

La Reale Mutua Basket Torino vince la partita con Tortona in modo giusto anche se ha rischiato di buttarla al vento con le solite follie gestionali del nostro Carneade della panchina. Definirlo derby è una illusione per dare una motivazione in più ai tifosi, ma storicamente il Derby è una corsa di cavalli e successivamente si trasferisce nel concetto sportivo di due squadre che si confrontano della stessa città e ancora dopo nei riguardi di due rivalità che divengono “storiche” a tal punto da far definire Derby anche la contesa tra le due. Ma definire derby Torino – Tortona non me la sento, mancandone tutti i requisiti.

Detto ciò, e dimenticandolo, la partita di ieri ha offerto due concrete situazioni dubbie. La prima è composta dalle dichiarazioni aperte del “patron” Sardara che se si sale è un problema e se non si sale lui fa ancora un anno e smette (o almeno così sembra dalle parole interpretate dalla sua intervista), menzionando un freddo interesse della piazza di Torino defininendola bruciata dalle esperienze precedenti e che lui vorrebbe non dare all’estero. Vorrebbe degli appassionati della zona a tutela della squadra e che non la trasferiscano se ne hanno convenienza (?). E’ bella la preoccupazione, anche se è detta comunque da chi ha spostato la sede della sua squadra da Cagliari a Torino… .
L’altra parte è l’inquietante trasformazione che sempre avviene da partita vinta a “tentiamo di perderla” che il nostro psichedelico coach effettua togliendo dal campo pedine chiave sostituendole con altri che ormai di giocatore sono solo ombre per passare da più 13 a punteggio pari nel giro di poco. Il duo Clark Pinkins in panchina nel quarto quarto è qualcosa di inenarrabile, così come tenere Cappelletti in panchina nei momenti chiave. Diop dovrebbe giocare 40’ e non avere il timore che se schiaccia e si appende al ferro possa essere sostituito. Alibegovic gioca sempre con il suo ramo di “follia” che gli consente genio e sregolatezza in un ambito come il campionato di A2 e il resto finisce lì. Bisogna segnalare che Torino ha talvolta buoni minuti da Toscano e Campani e poi stop. Se bastassero impegno e voglia per essere professionisti del basket e non i risultati, io giocherei in NBA …, ma purtroppo contano anche i fatti.
Torino ha le potenzialità nette per andare in A, ma non saprei dire se avrà voglia di farlo. La “capolista” Derthona ha avuto momenti di raro “antibasket” con tiri lanciati direttamente sui tralicci del canestro da far inorridire anche “shaqtin ‘ a fool” e comunque un basket di una rara essenzialità e spettacolo inesistente. Questo è il Top, figuriamoci il resto.
Se Torino vuole, torino puote… ma non si sa se vuolsi così colà dove si vuole e puote, e più non dimandiamo…

Paolo Michieletto

asket, sport, reale mutua torino, torino

Israele riapre con vaccini e tasso Rt uguale a 1

Da domenica 7 marzo Israele riapre quasi tutto, comprese le scuole di ogni ordine e grado ( ricordo che la giornata festiva per Israele è il sabato). Tutti ora parlano di Israele come di un esempio per l’uscita dalla pandemia da Covid 19, ma si sente poco di veramente approfondito sul tema.

Per studio e lavoro leggo on line ogni giorno due quotidiani israeliani ( Haaretz e Jerusalem post ) e vorrei rendermi utile facendo circolare notizie un po’ più precise ,così da far sì il dibattito in Italia sia un po’ meno superficiale.

Allora vediamo: Un elenco parziale delle riaperture in Israele include ,oltre all’istruzione per tutti i gradi presso la maggior parte delle scuole, pranzi all’aperto in bar e ristoranti e per gli avventori con un “badge verde” ( i vaccinati o guariti hanno una app che lo certifica) anche al chiuso. Riaprono anche hotel, sale per eventi e centri congressi. Saranno consentite riunioni fino a 20 persone all’interno e 50 all’aperto, comprese esibizioni dal vivo per i partecipanti con il “badge verde”. Saranno anche consentite le manifestazioni elettorali ( Israele va verso le elezioni parlamentari il 23 marzo per eleggere i 120 membri della Knesset. )  con un massimo di 300 al chiuso e 500 persone all’aperto, per i pazienti COVID-19 vaccinati e guariti.
I tassi di test positivi sul totale non sono molto più bassi che in Italia , erano scesi al 5,2% il 1 ° marzo, dal 9,9% del mese precedente. L’indice RT resta attorno a 1.
Però Il governo ha buone ragioni per agire come ha fatto , spiegano gli esperti israeliani: Israele è il paese più vaccinato al mondo, con 4,8 milioni di vaccinati su una popolazione di 9 milioni. Delle persone di età pari o superiore a 50 anni, l’87% è stato vaccinato o ha avuto COVID-19. I ricoveri per Coronavirus sono in forte e costante calo. Chiunque abbia almeno 16 anni è in grado di ricevere il vaccino da diverse settimane.
L’efficacia dei vaccini è stata ripetutamente dimostrata nelle ricerche condotte da organizzazioni sanitarie israeliane e pubblicate sulle principali riviste mediche.
Dunque ,anche se i tassi di positività non sono bassissimi , in alcuni casi addirittura in lieve crescita , e la presenza di diversi ceppi di virus ha sollevato preoccupazioni, gli esperti sanitari affermano che la campagna di vaccinazione del Paese richiede un cambio di prospettiva: Il significato dell’aumento dell’infezione, soprattutto tra i bambini e i giovani, è molto diverso da un uguale aumento tra gli adulti e la popolazione a rischio: “il numero R ha un significato diverso quando si applica a una popolazione con un rischio ridotto di infezione o che si ammala gravemente del virus”, sottolinea Haaretz. E il quotidiano aggiunge :“Israele è a questo punto un pioniere globale in termini di vaccinazione e dei suoi effetti. I nostri alti tassi di inoculazione ci stanno rendendo un banco di prova per quanto e in che misura i paesi possono fare affidamento sulle vaccinazioni come strumento per riavviare l’economia, l’istruzione e la cultura” .
Insomma, l’esempio di Israele, citato da molti commentatori e politici in tanti talk show, mette ancor più in evidenza le nostre inefficienze , a partire dal pasticcio dei vaccini, dalle lentezze burocratiche europee : leggo da alcuni giorni che l’agenza europea del farmaco Ema si riunirà il 13marzo, con calma…Mentre solo ora si sta apprestando un piano per produrre vaccini in siti italiani. Non si poteva pensarlo 4 o 5 mesi fa? Ora saremmo quasi in grado di produrli.
Carenze che hanno portato alla crisi del governo Conte, accusato anche di non essere in grado di fare un adeguato Recovery plan e dare in tempi brevi i ristori. Su questi temi si dovrà valutare il nuovo governo.

Paolo Girola

Aprire ai privati per i vaccini

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni Nella situazione  sanitaria difficilissima in cui ci troviamo in particolare per l’aumento dei contagi e per  i gravi ritardi nella somministrazione dei vaccini, non si può più attendere nel coinvolgimento dei privati nell’affrontare il COVID con la vaccinazione di massa, andando oltre le chiacchiere 

Le ricette  metà stataliste  e metà regionaliste sono fallite. Come per i tamponi alla fine si è dovuti ricorrere ai centri privati e alla farmacie che sono un presidio diffuso sul territorio, così per il vaccino bisogna andar oltre il burocratismo inefficiente lasciato da Arcuri e bisogna coinvolgere i privati che, di norma, sono esempi di efficienza e di rapidità. I modelli statalisti hanno fallito e qui è in gioco la salute , anzi la vita degli Italiani. La proposta della Fondazione Einaudi per un accesso ai vaccini a pagamento ha una finalità positiva indiscutibile. Snellire le procedure , sollevare il sistema sanitario nazionale, consentire al cittadino che voglia vaccinarsi di farlo sono obiettivi che diventano raggiungibili . Occorre buon senso e pragmatismo.
Tutto ciò  non intacca il diritto alla sanità pubblica e al vaccino gratuito, ma da’ un aiuto al sistema pubblico e garantisce a chi può e vuole  (non bisogna essere ricchi per accedervi ) di vaccinarsi  rapidamente, contribuendo a sconfiggere o, almeno, contenere il virus. Nel Governo Draghi non ci sono solo forze stataliste e demagogiche, ma nel governo c’è la presenza di partiti che a questi discorsi dovrebbero essere sensibili e dovrebbero far sentire la propria voce in modo fermo. Ogni ulteriore ritardo nella somministrazione dei vaccini significa più infetti e più morti . Almeno durante questa immensa tragedia lo statalismo inefficiente va sospeso. Questo è l’interesse preminente della Italia . Vaccino libero in libero Stato. Questa e’ la parola d’ordine delle persone di buon senso.
scrivere  a quaglieni@gmail.com

Scuola: da lunedì 8 marzo dad per seconde, terze medie e superiori

Venerdì verranno introdotte misure più restrittive per i gradi inferiori nelle aree dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta

A partire da lunedì 8 marzo in Piemonte l’attività didattica di seconde e terze medie e delle scuole superiori si svolgerà in dad al 100%, per 15 giorni.

Venerdì 5 marzo, alla luce dei dati degli oltre 30 distretti sanitari del Piemonte, si procederà con misure più restrittive estendendo la didattica a distanza anche per gli ordini e gradi scolastici inferiori nelle aree dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta (250 casi ogni 100 mila abitanti) o sono presenti gli altri parametri in attuazione del nuovo DPCM (presenza certificata di casi da variante con azioni restrittive già attuate e incremento improvviso di contagi nell’ultima settimana).

Lo comunica il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che, insieme all’assessore all’Istruzione Elena Chiorino, in queste ore ha incontrato gli epidemiologi dell’Unità di crisi e i rappresentanti degli enti locali e del mondo scolastico.

“Il nuovo DPCM indica le situazioni in cui anche in zona gialla o arancione, come nel caso del Piemonte, è necessario intervenire sulle scuole per contenere il rischio di rapida diffusione del contagio – spiegano il presidente Cirio e l’assessore Chiorino -. Oltre alla soglia di 250 casi ogni 100 mila abitanti definita dal Governo, gli epidemiologi della nostra Unità di crisi ci segnalano una allerta dove la media dell’ultima settimana è almeno doppia rispetto alle tre settimane precedenti. Il contagio in questa terza fase pandemica ha colpito maggiormente la parte occidentale del Piemonte, mentre dati migliori si registrano nella parte orientale. Pertanto sono osservate speciali le aree del Torinese, Cuneese, Vercellese e Vco. Si aggiunge poi il tema della variante inglese presente in modo diffuso in tutto il Piemonte nella metà dei casi e che ha una elevatissima velocità di diffusione e che colpisce di più anche le fasce giovani della popolazione. Per questa ragione è necessario intervenire in modo rapido. Pur nella necessità di tutelare la salute, cercheremo di salvaguardare il più possibile la didattica in presenza nella fascia dagli 0 ai 6 anni, per gli studenti disabili e i laboratori. Sappiamo quanto sia difficile per le famiglie e lo sforzo che devono affrontare tutti i genitori. Abbiamo ricevuto garanzie dal Governo sull’attivazione immediata dei congedi parentali e dei bonus baby sitter”.

Grimaldi: “Doppia preferenza, dietrofront di Palazzo Lascaris”

Rimandata in commissione la proposta di LUV sulla doppia preferenza di genere. Grimaldi: Dovremmo vergognarci della nostra arretratezza culturale, su questa sfida vince ogni volta la logica della conservazione.

“Ma quale blitz, ma quale colpo di testa: questa legge è ferma da anni. Dal 2018 per l’esattezza, da quando con Silvana Accossato e tante colleghe e concittadine diciamo le stesse cose. Penso che dovremmo vergognarci del fatto che il Piemonte sia fra le sei Regioni d’Italia in cui non si consente la doppia preferenza di genere, né si prevedono quote di lista. Nell’attuale Consiglio regionale piemontese le Consigliere sono solo 8 su 51; questi numeri non solo segnalano una diseguaglianza nell’accesso, sono il simbolo di un’arretratezza culturale che per fortuna in gran parte d’Europa non è nemmeno più concepibile. Eppure, per la maggioranza dei miei colleghi, evidentemente tutto ciò non fa scandalo, la logica della conservazione del potere maschile continua a vincere” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, dopo il voto che rispedisce in soffitta la sua proposta di legge ‘Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del o della Presidente della Giunta’.

“Sono favorevole al superamento del premio di maggioranza attraverso il cd listino – prosegue Grimaldi – così come vogliamo a che noi rivedere i collegi elettorali ma questo non può essere un alibi per non cambiare mai niente. Resto convinto che introdurre un criterio di parità di genere sia infinitamente più urgente e più necessario di qualunque altra modifica della legge elettorale regionale – continua Grimaldi. Poteva e doveva essere fatto subito, come abbiamo proposto, in maniera molto semplice avremmo almeno cominciato col correggere una stortura discriminatoria del nostro sistema di selezione della rappresentanza. Non esistono scuse valide per avere messo in soffitta questo passo di civiltà e giustizia. Non ci perdiamo certo d’animo e non continueremo a restare isolati come successo in Aula”.