ilTorinese

La polizia salva 45enne che tenta di lanciarsi da ponte della tangenziale

Un uomo  di 45 anni avrebbe tentato di togliersi la vita lanciandosi dal ponte della Tangenziale di Biella. L’allarme è stato dato da alcuni automobilisti che hanno  chiamato la polizia. Gli agenti lo hanno fino all’arrivo del 118 che lo ha portato in ospedale. L’uomo è apparso in stato confusionale. Avrebbe lasciato anche un biglietto per spiegare le ragioni del suo gesto.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Raccolta rifiuti: il calendario dei servizi nelle Festività Natalizie

In concomitanza con le Festività Natalizie, AMIAT Gruppo Iren effettuerà il servizio di raccolta rifiuti con il seguente calendario: mercoledì 25 dicembre la raccolta non verrà effettuata per tutte le frazioni, in particolare non recuperabile. La carta viene posticipata a sabato 28 dicembre e l’organico a giovedì 26 dicembre. Per Santo Stefano il passaggio sarà regolare per tutte le frazioni; mercoledì 1 gennaio la raccolta non verrà effettuata per tutte le frazioni, in particolare non recuperabile, vetro e plastica verranno anticipate a domenica 29 dicembre. La carta viene posticipata a sabato 4 gennaio, l’organico al 2 gennaio. Lunedì 6 gennaio passaggio regolare per tutte le frazioni. Tutti i giorni verrà garantito un presidio, in particolare in presenza delle utenze più critiche, come per il servizio di nettezza urbana. Il servizio di customer care ambientale sarà attivi dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17, ad eccezione dei giorni festivi. Per le utenze commerciali fino al 5 gennaio 2025 sarà attivo il servizio Carta Cinesca per la raccolta di imballaggi di carta e cartone che interesserà le principali vie ad elevata concentrazione di utenze non domestiche.

Maggiori informazioni su www.amiat.it

 

Mara Martellotta

Il senso di Ferzan per le donne

“Diamanti” sugli schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

George Cukor le aveva chiamate semplicemente “Donne”, Ferzan Özpetek le definisce “Diamanti”, che sullo schermo è la sua opera numero quindici, da quel “Bagno turco” del ’97, volutamente tralasciando spot e piattaforme e prove teatrali “ricavate da” e serie di questi ultimi anni. Uno sguardo tutto al femminile oggi, diciotto attrici chiamate a raccolta tra quante già hanno lavorato con lui e reclutandone altre colte tra le più convincenti, a vario titolo, nel panorama delle ultimissime stagioni. Donne/attrici con le loro felicità e le insicurezze, i drammi e la coralità necessaria ad andare avanti, a superare le asprezze di una vita che ti ha legato ad un uomo o che non ha mai fatto a tempo a legarti, gli sguardi e gli atteggiamenti aspri che nascondono verità inconfessate. Con un espediente che finirà con lo sbilanciare la linearità del racconto, intralciandolo in sovrapposizioni fin troppo chiare dentro un linguaggio cinematografico, Özpetek le raccoglie in un grande terrazzo – di casa sua? la cucina accogliente l’avevamo già conosciuta con i personaggi perfetti di “Saturno contro”, esempio di quel cinema ozpetekiano che con “Le fate ignorante” e “La finestra di fronte” abbiamo preferito e ha incontrato stagioni ben più profonde -, inizia a spiegare per brevi parole, di mano in mano passano sinossi che diverranno sceneggiature vere e proprie, i personaggi prendono forma a poco a poco. Al centro di “Diamanti”, in un passaggio del tempo che dall’oggi riporta a metà degli anni Settanta dove basta accendere una sera un vecchio televisore per rivedere “Milleluci”, stanno Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella (Jasmine Trinca) Canova, due sorelle che hanno dato vita a una delle sartorie della capitale più prestigiose (angelo del focolare che nella cucina a tutto sovrintende la Giuseppina di Mara Venier, un passato di ballerina), in cui prendono vita con incanto e fatica i costumi che andranno a inorgoglire questo o quel film – nel ricordo del regista la sartoria Tirelli, dove lui arrivato fresco fresco a Roma cominciò a muovere cinematograficamente i primi passi: memorie, s’intravedono l’abito della Mangano in “Morte a Venezia” o della Schneider per “Ludwig” -, l’una tirannica, dura e scostante, una sorta di Miranda Priestly che annienta con comandi e sferzanti battute (“vuoi fare la costumista e non sai chi è Piero Tosi?”, silurerà una giovanissima piombata nel suo regno con velleità del posto più alto del podio, rimandandola su due piedi a mettere ordine nelle stoffe, tra cui si passano giornate interminabili, scampoli e bottoni e nastri, dove si cerca il colore esatto di questa o quella stoffa), un amore non vissuto alle spalle e una “protezione” nei confronti della sorella, per anni a rifiutare un rapporto pieno di contrasti, velato e taciuto fatto di azioni mai buttate alle spalle. Meglio scritto il personaggio di quest’ultima, con Trinca in stato di grazia, mentre tende a fossilizzarsi nella propria durezza in più scene l’Alberta di Ranieri, dove la corsa all’indipendenza si sarebbe dovuta costruire dando minor spazio a certI dialoghi e a certi comportamenti che sanno di luoghi comuni. Quando si tratterà di preparare i costumi di un film importante (“Diamanti” è necessariamente un film di scene e costumi, di Deniz Göktürk Kobanbay e Stefano Cammitti, bellissimi per quanto sanno di vita e di lavoro), di cui il regista Stefano Accorsi non si mostrerà mai soddisfatto salvo il risultato finale che è una splendida sorpresa, ecco l’irruzione della costumista Bianca Vega – una Vanessa Scalera che se volessimo estrarre la palma della vittoria andrebbe sicuramente a lei, i giurati di David e Donatello prossimi se ne dovranno ricordare -, forte e sicura in un primo momento nel suo modo d’avvicinarsi a quelle sue costruzioni che prendono vita anche con particolari insignificanti (le carte rosse che avvolgono le caramelle), avvilita quando il regista gliele negherà e pronta a mettere in discussione una ricerca e un’intelligenza. Le sarte in un simile universo debbono avere il loro giusto spazio soprattutto, all’insegna della certezza secondo cui “ognuna di noi non è niente ma insieme siamo una forza”: c’è Milena Mancini che deve subire le violenze di un marito (Vinicio Marchioni) che pare il gemello di Mastandrea nel “C’è ancora domani” targato Cortellesi, c’è la sempre più brava Paola Minaccioni con problemi in casa per un figlio che s’è rinchiuso nella sua stanza e non vuol più uscirne, c’è Anna Ferzetti con problemi di soldi a tirar su da sola il suo ragazzino, c’è Geppi Cucciari con qualche massima messa in bocca a forza e di troppo comodo, con qualche approccio un po’ più dappresso con i giovanotti che dentro o da fuori frequentano la sartoria, ma che non riesce a ritagliarsi nella sceneggiatura (che il regista ha scritto con Elisa Casseri e Carlotta Corradi) una storia tutta sua che meriti qualche respiro in più, ci sono Carla Signoris e Kasia Smutniak che giocano a fare le attrici di teatro e di cinema, impareggiabile nella polvere del palcoscenico la prima a preparare un Cechov per la prossima stagione. Un film che sa di mélo, carezzato da un mare di musiche con le gemme di Mina e di Giorgia, d’attrici soprattutto è “Diamanti”, e di una recitazione di gran valore da gustare guardando lo schermo, tanti ritratti che Özpeteck ha inventato, sempre con innegabile sentimento e la conferma di gran reggitore di marionette, glielo dobbiamo riconoscere, a cui regala un’anima, e spazi e tempi più o meno precisi (anche Sara Bosi o Nicole Grimaudo sono “troppo comparse”), forse non sempre definendo appieno le tele ma lasciando – forse l’occasione per una prossima serie? – alcuni contorni imprecisati, sfocati, là dove vengono a mancare certe luci che aiuterebbero a comprendere e a ispessire esistenze. Forse siamo troppo severi nel rimpiangere le storie di un tempo ma la prima sensazione è quella, anche se siamo più che disposti, costretti, a riconoscere quanto lo sguardo al Femminile da parte del regista rimanga unico. Non soltanto i sentimenti, ma la forza, la decisione a combattere, lo sguardo protettivo, tutta la partecipazione. È la sua visione, il suo modo di fare il cinema, di costruirlo con l’occhio dell’altra metà del cielo: nelle parole finali di Elena Sofia Ricci stanno momenti di riflessione che abbracciano un’arte e una storia questa volta dedicate “a Mariangela Melato, a Virna Lisi e a Monica Vitti, tre donne straordinarie con cui avrei voluto lavorare”.

Quest’anno sono stati 76.234 partecipanti a Una Notte al Museo

Fine anno, tempo di bilanci per i musei del Piemonte e con loro anche di Club Silencio, Associazione culturale impegnata nel coinvolgimento dei giovani nella vita sociale e culturale del territorio che nel 2024 ha portato 76.234 persone nei musei del Piemonte in occasione dei 52 appuntamenti di Una Notte al Museo, il format che apre le porte dei musei e dei luoghi della cultura in orario serale con un programma di visite e attività collaterali.

 

In particolare 73,77% del pubblico è under 35 e, nello specifico, il 25,26% sono ragazzi tra i 18 e i 24 anni.

Inoltre secondo le indagini svolte durante l’anno, Una notte al Museo conferma la sua vocazione di engagement, raggiugendo nuovi visitatori: il 55,7% del pubblico non ha mai visitato prima il Museo che è andato a scoprire quella sera, mentre il 19,5% lo ha visitato almeno una volta negli ultimi 24 mesi.

 

“Una Notte al Museo è un progetto consolidato che permette ai Musei di coinvolgere un pubblico difficile da raggiungere attraverso i canali tradizionali – commenta Alberto Ferrari, presidente dell’Associazione culturale Club Silencio. – Il programma del 2025 vedrà un ampliamento della proposta, con nuovi Musei ma sempre con lo stesso obiettivo: rendere i giovani partecipi della vita culturale e sociale del loro territorio”.

 

www.clubsilencio.it

“New Color Lights”. Insieme l’“Accademia Albertina di Belle Arti” e la “Fondazione Chierese per il Tessile”

Un progetto – moda sostenibile, per “vestire il futuro”

Dal 19 dicembre al 19 gennaio 2025 e dal 1° al 15 febbraio 2025

Obiettivo “nobile” e non da poco: mettere in atto una sperimentazione di ricerca nell’universo moda che possa guardare ad una più equa e sostenibile visione del futuro. Il progetto didattico ed espositivo vede da tempo la collaborazione fra due realtà torinesi di assoluto prestigio nel campo del design e del “tessile”: l’“Accademia Albertina di Belle Arti” di Torino e la “Fondazione Chierese per il Tessile”. Ideata da Vincenzo Caruso, direttore del Corso di “Fashion Design” dell’“Ateneo” (presieduto da Paola Gribaudo e diretto da Salvo Bitonti), in collaborazione con i docenti Valentina Rotundo e Melanie Zefferino, l’iniziativa ha visto attivamente coinvolti oltre 40 studenti, allievi del Corso biennale di “Progettazione Artistica per l’Impresa” (con indirizzo, per l’appunto, di “Fashion Design”) che si sono attivamente dedicati allo studio e all’impiego del cosiddetto “tessuto bandera”– realizzato con fibre naturali , cotone o lino – di antica tradizione a Torino e dintorni, nei colori limitati ancora oggi ai bianchi ed écru, per  realizzare una “capsule collection” di “abiti a trapezio”, icona del guardaroba anni ’60 ideato dallo stilista Yves Saint Laurent, moderno e versatile diventato un eterno evergreen. Sul bianco ottico di questo tessuto in puro cotone, prodotto dalla “Pertile srl” con certificazione “GOTS – Global Organic Textile Standard” (il più importante stan-dard internazionale per la certificazione dei prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica), si innestano gli inserti della stessa stoffa tinta con coloranti naturali nei sette colori dell’arcobaleno, usando tecniche che gli studenti hanno sperimentato nel corso di un workshop condotto al “Museo del Tessile di Chieri”.

Gli abiti protagonisti, dalla caratteristica forma ad “A”, si trasfigurano “nell’affascinante materia del prisma – spiegano i docenti responsabili – mentre cenni di colore sapientemente studiati emergono dal bianco di ognuno dei capi, dando vita ad una totale immersione nel mondo vibrante e potente dei cromatismi. Il trapezio veste il corpo della donna, come dell’uomo, in un atto di rivelazione che, dalla sua purezza e versatilità, parla di luce e rinascita culturale. I colori dell’arcobaleno, simbolo di bellezza e diversità, ci ricordano l’importanza dell’inclusione all’interno della società”.

Gli allievi, inoltre, della scuola di “Cinema, Fotografia e Audiovisivo” diretti da Fabio Amerio, hanno documentato il work-in-progress del progetto e curato lo “shooting” fotografico, al quale hanno collaborato anche gli studenti del corso di “Trucco e maschera teatrale” di Arminda Falcione. L’iniziativa risponde concretamente alle istanze per il raggiungimento di “obiettivi chiave” (“SDG – Sustainable Development Goals”) dell’“Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” in termini di “sostenibilità dei processi, rispetto dell’ambiente, educazione di qualità, lavoro dignitoso e creativo”.

Gli esiti di questa progettazione artistica “multanime”, ovvero gli abiti e gli elaborati visivi, saranno protagonisti di un’esposizione che ha ricevuto il patrocinio della “Città Metropolitana di Torino” e della “Città di Chieri” e che si inaugurerà all’“Accademia Albertina di Belle Arti” di Torino (via Accademia Albertina 6), nell’ipogeo della “Rotonda del Talucchi”, giovedì 19 dicembre (ore 18), per protrarsi fino a mercoledì 19 febbraio 2025 (sab. dom. e festivi 10/18) e per approdare successivamente al “Museo del Tessile” di Chieri sabato 1° febbraio 2025 (via Santa Clara 6 – 10), dove resterà visibile fino a sabato 15 febbraio ( merc. e sab. 15/18, mart. 10/12).

Per info: siti web di riferimento www.albertina.academy e www.fmtessilchieri.org

G.m.

Nelle foto: “New Color Lights” immagini shooting fotografico

La Regione Piemonte e Nova Coop con le donne vittime di violenza

La Regione Piemonte e Nova Coop si stringono attorno alle donne vittime di violenza mettendo nel carrello dei centri antiviolenza un assegno di 3.000 euro per fare la spesa. L’iniziativa mira a tenere alta l’attenzione sul fenomeno dei maltrattamenti contro le donne. Le Case Alloggio ospitano ogni anno nella nostra regione decine di persone che subiscono aggressioni da partner maltrattanti. La consegna, pomeriggio in galleria San Federico presso il punto vendita Fiorfood è stata l’occasione per accendere un faro su questo problema che ha assunto le dimensioni di una vera e propria emergenza sociale. La Regione, tramite l’assessore alle Pari Opportunità, Marina Chiarelli, e soprattutto grazie alla generosità di Nova Coop, ha potuto destinare 40.000 euro alle Case Rifugio con fondi aggiuntivi ottenuti attraverso un’iniziativa solidale.

«Nel corso degli ultimi anni – dichiara Carlo Ghisoni, Direttore Politiche Sociali di Nova Coop –abbiamo proposto ai nostri Soci di devolvere i punti accumulati facendo la spesa a favore dei progetti di contrasto alla violenza sulle donne sostenuti dalla Regione Piemonte. Già a marzo avevamo comunicato l’importo della raccolta, oggi in prossimità del Natale questi fondi vengono destinati, come da indicazioni dell’Assessore Chiarelli, a tredici Case Alloggio. Penso che queste iniziative, realizzate grazie alla collaborazione dei nostri Soci, incarnino appieno i valori di Nova Coop e il nostro impegno verso le comunità che ci ospitano».

«Grazie alla generosità di Nova Coop – ha sottolineato l’assessore alle Pari Opportunità, Marina Chiarelliabbiamo raggiunto un obiettivo che non è soltanto economico ma è simbolicamente un segnale che vogliamo dare per far sentire la vicinanza e il sostegno della Regione e della comunità a queste donne che hanno bisogno di calore umano, assistenza e riscatto. Molte di loro hanno figli e storie di maltrattamenti alle spalle. Vogliamo che questi maltrattamenti non si ripetano. C’è una nuova possibilità per tutti e le case alloggio sono le nostre ancore di salvezza. Non le lasceremo mai sole».

All’interno del cestino natalizio del valore di circa 300 euro contenente generi alimentari non deperibili, le 13 case rifugio distribuite su tutto il territorio regionale troveranno un assegno di 3.000 euro in buoni da spendere nel corso del 2025. Attualmente queste strutture accolgono 47 donne e 37 bambini. Per garantire un sistema di protezione efficace, tra fondi propri e statali la Regione ha stanziato 3.340.000 euro per il 2024 , di cui 1,95 milioni destinati al sostegno di centri antiviolenza e case rifugio, inclusi i servizi di accoglienza d’emergenza e di secondo livello; 1,09 milioni per progetti specifici quali percorsi di reinserimento lavorativo, sostegno abitativo, sensibilizzazione e formazione nelle scuole, educazione finanziaria; 293.400 euro per finanziare i Centri per Uomini Autori di Violenza, con l’obiettivo di prevenire comportamenti violenti e lavorare sul cambiamento culturale. Sono stati attivati anche 15 corsi di educazione affettiva che coinvolgono 1.500 ragazzi e oltre 70 classi in tutto il Piemonte.

 

 

FdI saluta il nuovo anno

Sabato 28 dicembre ore 10.30 via Nizza 43 p.1 scala destra FDI
Riceviamo e pubblichiamo

Si chiude un 2024 complicato con luci e ombre e ci si prospetta dicono gli esperti un 2025 di transizione. Malgrado i grandi eventi che sono molto più semplici da organizzare rispetto alle grandi realizzazioni ma che danno meno ricadute economiche, a causa della crisi del settore auto penalizzato dalla decisione europea voluta da PD e appoggiata da Lo Russo, l’economia torinese continua a crescere meno della media nazionale, Torino scende al 58* posto della qualità della vita.

Che anno sarà il 2025?
Con l’on. Fabrizio Comba e Mino Giachino
Sabato prossimo alle 10.30 in via Nizza 43 (scala destra primo piano suonare FDI).
Alle 12  un Brindisi all’anno nuovo.

Arrivano i fondi per l’innovazione e la ricerca in agricoltura

Uno stanziamento di 7,5 milioni di euro della Regione renderà possibile sviluppare in Piemonte l’innovazione tecnologica e la ricerca in agricoltura.

Costituirà la dotazione finanziaria di un bando pluriennale, che verrà pubblicato entro fine 2024, di cui potranno beneficiare i Gruppi Operativi Pei-Agri attivi sul territorio, ossia quei soggetti previsti dalla Politica agricola comune e dal Complemento di Sviluppo rurale che riuniscono imprese e soggetti pubblici e privati già attivi o costituiti per l’occasione. Ci saranno orientativamente tre mesi per presentare i progetti.

«La ricerca e l’innovazione in agricoltura sono oggi più che mai imprescindibili per connettere in modo sempre più efficace competitività, qualità del prodotto, uso intelligente delle risorse, sostenibilità economica e ambientale – sostiene l’assessore all’Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni – Basti pensare al lavoro che sta svolgendo in questo campo la Fondazione regionale Agrion, o al ruolo riconosciuto all’attività di ricerca dei Distretti del Cibo nel bando nazionale emanato dal ministro Lollobrigida. Con queste risorse andremo a finanziare al 100% i migliori progetti proposti da soggetti che dimostrano di saper unire le proprie rispettive competenze per portare l’agricoltura piemontese nel futuro».

I progetti dovranno avere un importo economico fra i 100mila e i 400mila euro. Non verrà finanziata l’innovazione intesa come acquisto di macchinari, sistemi o applicativi da parte della singola azienda agricola (la Regione prevede per questo settore altri bandi) ma lo sviluppo sperimentale di innovazioni tecnologiche non ancora presenti sul mercato e innovazioni nell’ambito organizzativo e sociale del lavoro agricolo.

Quelli finanziati dal precedente bando 2014-22 sono stati 22. Fra questi, poi diventati realtà, prototipi di macchinari per la distribuzione di fitosanitari premiati all’Eima di Bologna e il sito web di una cooperativa di maiscultori che, grazie a rilevazioni satellitari, offre ai soci indicazioni pratiche sugli interventi in campo.

Mike Bongiorno, una mostra in occasione del centenario della nascita

Anche Torino, e non solo Milano, ha la sua mostra su Mike Bongiorno, in occasione del centenario della nascita del mitico “Re del quiz”, di quello della Radio e dei 70 anni della televisione, celebrazioni che stanno per concludersi con il 2024. Alla Biblioteca civica Centrale di Torino, in via della Cittadella 5, sono esposte, sino al 4 gennaio 2025, venti fotografie in bianco e nero scattate con una Leica M9 ed un obiettivo solo, un 35 mm, del set della fiction “Mike”, girata in città, dal fotografo di scena Alfredo Betrò, ma anche tante riproduzioni inedite da vedere di materiali utilizzati nelle due puntate che hanno fatto il massimo degli ascolti nel mese di  ottobre su Rai1.

Dalle cartelline usate per i suoi quiz, ai bozzetti delle cabine di “Rischiatutto”, alle brochure dell’Hotel Savoy dove nel corso del Festival di Sanremo 1967, presentato da Mike Bongiorno con Renata Mauro, morì tragicamente Luigi Tenco.

La vita di Bongiorno ha sempre camminato di pari passo con quella del nostro Paese ed è stata raccontata in questa fiction del regista Giuseppe Bonito con un Mike da giovane interpretato dalla rivelazione Elia Nuzzolo e da Claudio Gioè da adulto.

Alfredo Betrò con le sue fotografie racconta l’allestimento del set della fiction “Mike” che a sua volta racconta l’allestimento del set di alcuni programmi televisivi del passato diventati mitici come “Lascia o raddoppia” e “Rischiatutto”.

 

Igino Macagno

L’Abbazia di Novalesa entra nel Sentiero dei Franchi

La Città metropolitana di Torino ha firmato, insieme all’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, all’Unione montana Alta Val Susa, all’Unione montana Valle Susa e al CAI Piemonte, il rinnovo del protocollo d’intesa per la registrazione nel patrimonio escursionistico regionale e per la valorizzazione del Sentiero dei Franchi. “Tra le novità sancite da questo rinnovato accordo è presente l’inclusione nel Sentiero dei Franchi di una nuova tappa Novalesa-Susa-Meana di Susa che parte dall’Abbazia di Novalesa” spiega il vicesindaco della Città metropolitana Jacopo Suppo. “Un’integrazione molto significativa anche in vista del 2026, quando si celebreranno i 1300 anni dalla fondazione del complesso abbaziale che nel 1972 fu acquistato dalla Provincia di Torino, oggi Città metropolitana”. L’inserimento della nuova tappa ha una giustificazione storica, avendo a che fare con l’evento della Battaglia delle Chiuse, che nel 773 contrappose Carlo Magno e il principe longobardo Adelchi, figlio del re Desiderio.

Un’altra novità è rappresentata dallo stralcio dal Sentiero dei Franchi della tappa 3A, che ora è registrato separatamente nel Catasto regionale del patrimonio escursionistico come Sentiero del marrone e della pietra.
Il nuovo protocollo d’intesa, inoltre, rilancia e rafforza il partenariato che la Regione Piemonte richiede per mantenere il riconoscimento degli itinerari e la conseguente ammissibilità ai finanziamenti. L’accordo appena sottoscritto ha una validità di cinque anni, con possibilità di rinnovo tacito annuale. Oltre alla gestione degli itinerari, i firmatari definiranno congiuntamente i progetti utili ad accedere ai finanziamenti necessari alla realizzazione degli interventi concordati di manutenzione straordinaria, potenziamento e valorizzazione turistica dell’itinerario.
Il Sentiero dei Franchi è un itinerario che parte da Oulx e, attraversando l’intera Valle di Susa, raggiunge la Sacra di San Michele. Nella sua totalità il tracciato è lungo oltre 60 km e attraversa i parchi del Gran Bosco di Salbertrand e dell’Orsiera-Rocciavrè.