ilTorinese

Due serate in musica per ricordare l’11 settembre

Sabato 11 al al Teatro degli Scalpellini di San Maurizio d’Opaglio (Novara). Domenica 12 da Forme Canoniche a Pino d’Asti (Asti)

Due serate a 20 anni esatti dall’11 settembre  per scoprire insieme luci e ombre, miti e contraddizioni o, come direbbe Bruce Springsteen, uno dei principali cantori di una terra lacerata tanto oggi quanto 20 anni fa, «diavoli e polvere» dell’America. Si tratta di “C’era una volta a… Hollywood”  in programma sabato 11 settembre alle 21,15 al Teatro degli Scalpellini di San Maurizio d’Opaglio in provincia di Novara (12 euro, prenotazioni 339 3117032), in una serata organizzata in collaborazione con Piemonte Dal Vivo, e domenica 12 settembre da Forme canoniche a Pino d’Asti (spettacolo, aperitivo e pop corn a 20 euro, prenotazioni 339 2290951), nuovissimo spazio nato dalla volontà di sei donne di trasformare un ex canonica in uno spazio culturale di livello. Due province, due date per raccontare in musica il sogno con la maiuscola, quel Sogno americano che più ha saturato i nostri sensi e le nostre menti. Ma l’America, nel 2001, come oggi, come in passato, è sempre stata anche lacerazioni: le canzoni sono state spesso capaci di cantarne il lato (o)scuro, senza sconti e senza paura.

 

I torinesi Gigi Giancursi, Umberto Poli e Orlando Manfredi propongono così un viaggio in pieno stile americano, un’indagine in musica che – attraverso la riscoperta della voce di menestrelli e crooner – si dipana gradualmente in tutto il mondo (Italia compresa) arrivando, di decennio in decennio, epoca dopo epoca, fino ai giorni nostri. Il programma, anzi, l’itinerario dello spettacolo intesse una storia tra le storie, gettando un fascio di luce tra gli aneddoti, le leggende, gli omicidi, i fatti di cronaca, i disastri, le curiosità, le strade e le città di quei vagabondi e viaggiatori alla ricerca – come cantava Tom Waits – dei propri fantasmi del sabato sera… che altro non sono se non le piccole e grandi illusioni di tutti i giorni, tanto irresistibili quanto effimere.

 

Perché questo titolo? Quentin Tarantino e il suo cinema, da sempre, giocano sulla frequenza di brani e artisti leggendari. Anche per il suo ultimo capolavoro, “C’era una volta a… Hollywood” (2019), il regista ha allestito una soundtrack di tutto rispetto, un viaggio sonoro che sfreccia rombando a bordo di una Cadillac fiammante mentre alla radio passa la chitarra malinconica di José Feliciano. Ogni scena del film si adatta alla musica, come fosse un inno a quel caldo 1969. Roy Head, Chad & Jeremy oppure ancora – tra i tanti – Joe Cocker, Rolling Stones, Aretha Franklin, Deep Purple. Insomma, un cast stellare, a guidare storie, fatti, personaggi veri e inventati: un caleidoscopico universo, questo, che Gigi Giancursi, Umberto Poli e Orlando Manfredi si propongono di portare in scena in maniera originale, dinamica, a tratti adrenalinica.

Le sonorità sono quelle di una casa di bambola – ben lontane, dunque, dalla scena psichedelica o dai germi del nascente hard rock dell’epoca. La scaletta dello spettacolo conduce l’ascoltatore in una narrazione sul confine incerto tra Bene e Male, seguendo le tracce di uno dei più disturbanti e discussi massacri della storia: quello di Cielo Drive, ad opera della Manson Family. Una tragedia che, a pochi giorni dall’inizio del leggendario festival di Woodstock, sancisce, di fatto, la fine del sogno hippy e dei figli dei fiori.

Poesia: Premio “Rubiana – Dino Campana”

Terza edizione Cerimonia di Premiazione

Sabato 11 settembre 2021, ore 16

Salone parrocchiale di Rubiana (Piazza della Chiesa)

 

Sabato 11 settembre, presso il Salone parrocchiale di Rubiana (Torino), in piazza della Chiesa, a partire dalle ore 16, si svolgerà la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio di poesia “Rubiana – Dino Campana, organizzato dal Comune di Rubiana in collaborazione con Neos Edizioni per ricordare il poeta che nel 1917 qui soggiornò, conquistato dal fascino, dolce e severo insieme, del paesaggio.

La Giuria del Premio, presieduta dal poeta, saggista e traduttore Roberto Rossi Precerutti, e composta da Daniele Gorret (vincitore della prima edizione), Giovanna Ioli, Luciano Pollicini e Marco Vitale (vincitore della seconda edizione), ha scelto i vincitori della terza edizione fra più di cento autori di raccolte di poesia.

«Il Premio biennale “Rubiana – Dino Campana” giunge alla sua terza edizione, abbiamo ricevuto un centinaio di raccolte edite di poesie, tutte di notevole livello, il che ha reso complicata per la Giuria la scelta dei vincitori tra i nove finalisti – spiega Silvia RAMASSO, amministratore unico di Neos edizioni La manifestazione è cresciuta di edizione in edizione, ha consolidato la sua rilevanza nazionale, e siamo felici di aver contribuito a creare un premio di poesia in questo territorio montano della valle di Susa. Rubiana è un piccolo paese ma dall’intensa attività culturale, qui trascorreva le sue estati il pittore Tabusso e qui ha vissuto per un breve periodo Dino Campana».

 

Il Premio “Rubiana-Dino Campana” 2021, è stato conferito a Cristina SPARAGANA, per l’opera Le candele dei vivi (Passigli): poetessa e traduttrice, Cristina SPARAGANA (Roma, 1957), ha insegnato lingua e letteratura italiana all’Università cattolica di Valparaíso (Cile), ha fondato e diretto la rivista Appunti Italo-cileni e collaborato per diversi anni con la rivista milanese Poesia.

 

  • Il Premio alla carriera “Rubiana-Dino Campana” 2021, è stato conferito a Giorgio LUZZI (Rogolo, 1940), che ha partecipato con la silloge Non tutto è dei corpi (Marcos y Marcos).
  • Il Premio speciale della Giuria “Rubiana-Dino Campana” 2021, è stato assegnato a Laura CORRADUCCI (Pesaro, 1974), per la raccolta Il passo dell’obbedienza (Moretti & Vitali).
  • Il Premio “La Chimera”, pensato per personalità che si sono distinte nel promuovere e sostenere la conoscenza della Poesia, è stato eccezionalmente conferito a due persone: l’editore Nino ARAGNO e alla fotografa Daniela FORESTO.
  • Infine, il Premio “Per l’amor dei poeti”, destinato a un critico letterario o un saggista nell’ambito della Poesia, andrà alla professoressa Gianfranca LAVEZZI, docente all’Università degli Studi di Pavia.

 

Alle ore 10,30, alla Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso, sarà inaugurata la personale dell’artista Gian Carlo De Leo, autore delle opere che saranno offerte in premio ai vincitori.

Massimo Popolizio: “Con “Furore” di Steinbeck un epico affresco della Grande Depressione, tra povertà, crisi sociale e migrazione”

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Per la nuova stagione TPE, dal 13 al 15 settembre sul palcoscenico dell’Astra

 

Per recuperare il tempo perduto e favorire nuovamente l’incontro con il pubblico, la nuova Stagione TPE riparte con ampio anticipo rispetto alle precedenti e già lunedi 13 settembre affida l’apertura del proprio cartellone settembre-dicembre al talento di Massimo Popolizio con “Furore” tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. Lo spettacolo, una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è un one man show lirico ed epico, realista e visionario, in cui l’attore, partendo dalla rielaborazione drammaturgica di Emanuele Trevi – recente vincitore del Premio Strega 2021 con il romanzo “Due vite” – dà corpo e voce all’esodo dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione in cui crisi agricola, economica e sociale attanagliavano il paese. Popolizio, narratore d’eccezione, dispiega, solo in scena, un vitale e più che mai attuale racconto del fenomeno migratorio, amplificato dalle musiche e suggestioni sonore di Giovanni Lo Cascio.

La genesi di quello che diventerà un capolavoro della narrativa americana risale all’estate del 1936 quando il San Francisco News commissiona all’autore una serie di articoli sulla condizione del proletariato rurale immigrato in California. Sono americani del Midwest, provenienti soprattutto dall’Oklaoma e dall’Arkansas, colpiti dalla crisi e costretti a fuggire dalle tempeste di sabbia della Dust Bowl e dalla conseguente siccità che aveva reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Steinbeck sale su un furgone da panettiere e inizia il suo viaggio fra le vallate della California. Osserva le strade riempirsi di camioncini sgangherati, carichi di fantasmi vestiti di stracci e diretti alle piantagioni di uva, mele e cotone. Si imbatte in un’umanità prostrata, sfinita dal lavoro, umiliata. Riporta sui suoi taccuini gli scenari di una vita fragile e penosa trascorsa in baraccopoli di latta abitate da famiglie un tempo orgogliose ma scivolate nella povertà più amara e progressivamente pervase da un’apatia senza ritorno.

Lo scrittore traccia così un negativo fotografico del mito della frontiera, dove all’epopea del pioniere si sostituisce il destino tragico di un popolo, senza terra e in continuo viaggio verso la speranza, verso l’ambita e sognata California. Uno spaccato umano eternamente immortalato anche dalle fotografie di Dorothea Lange e Walker Evans. Il risultato di quell’indagine sfocerà nel romanzo Furore. L’opera conoscerà un immediato successo di pubblico tanto che, a un anno dalla pubblicazione, nel 1939, varrà a Steinbeck il Premio Pulitzer e concorrerà, insieme alla successiva produzione letteraria dell’autore, alla conquista del Premio Nobel nel 1962.

Osserva Emanuele Trevi: «Forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile “story-teller” un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Più che a una “riduzione”, riteniamo che un progetto drammaturgico su “Furore” debba tendere a esaltare le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci che durante la lettura. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità”.

Aggiunge Popolizio, aggiudicatosi due anni fa il Premio Ubu per lo spettacolo dell’anno con “Un nemico del popolo”: «Non è un monologo né teatro narrazione. È un racconto commovente di gente disperata che scappa dalla polvere e finisce per morire nelle alluvioni, esattamente come oggi migliaia di persone arrivano dal deserto e muoiono in un mare che non hanno mai visto prima. Non è per fare per forza l’attualità, ma è davvero la stessa storia di schiavi accolti nelle baracche finché devono raccogliere pesche, pere, o pomodori, poi allontanati, o ributtati in mare. “Furore”, col linguaggio di Steinbeck, epico, forte, omerico, ci mette di fronte a queste contraddizioni».

 

Foto di Federico Massimiliano Mozzano

“Progetto Borghi”, consolidare il boom di presenze turistiche nei piccoli comuni

Le ultime due stagioni estive hanno segnato la riscossa dell’Italia minore. Complice il covid, i viaggiatori hanno indirizzato le loro preferenze verso destinazioni meno note o del tutto sconosciute ai grandi flussi turistici.

 

Un vero e proprio boom in termini di presenze. Anche e soprattutto in realtà tutt’altro che attrezzate per accogliere un numero via via crescente di richieste di soggiorno.

 

Ora è arrivato il momento di consolidare questo trend. Cullarsi su successo che potrebbe rivelarsi effimero, lasciarsi sfuggire un’occasione del genere sarebbe un errore imperdonabile.

 

A maggior ragione se si considera che i centri al di sotto dei 5mila abitanti, autentica spina dorsale del Bel Paese, rappresentano poco meno del 70% del totale dei comuni italiani.

 

Il turismo può e deve riscattare i piccoli comuni da un presente fatto di spopolamento e impoverimento dei servizi essenziali.

 

Le ultime tendenze del segmento “Travel & Hospitality” dicono chiaramente che la strada da seguire è proprio questa.

 

Dal 2020 a oggi – è il caso di ribadire – si registra una forte affermazione del turismo esperienziale e del turismo di prossimità.

 

I viaggiatori vanno alla ricerca di mete distinte e distanti da quelle che attirano il turismo di massa.

 

Sì, ma cosa bisogna fare per intercettare nuovi flussi e per consolidare il buon numero di presenze del biennio 2020-2021? Una prima e importante risposta già c’è.

 

Prendendo spunto da questo nuovo scenario Host B2B – la più grande community del settore extralberghiero – ha lanciato il “Progetto Borghi”, il forum digitale dedicato alla rigenerazione dei paesi italiani.

 

L’evento è in programma il 6 e 7 ottobre 2021.

 

Parteciperanno importanti partner istituzionali. Tra questi: il Touring Club Italianol’Associazione Borghi Autentici d’ItaliaI Borghi più belli d’Italia, i Borghi Marinari d’Italia e l’Associazione Italiana Turismo Responsabile.

 

A queste realtà si aggiungono l’Università della Calabrial’Università degli Studi di Messina e l’Università degli Studi di Cagliari.

 

Un appuntamento di alta formazione che punta a trasformare i piccoli centri in prodotti turistici organizzati, in grado di affermarsi con successo sul mercato.

 

Un’iniziativa ambiziosa che può contare sull’autorevolezza di HOST B2B, un brand che sulla qualità dell’offerta formativa ha costruito il proprio biglietto da visita. Lo confermano i traguardi raggiunti da Younite, prima conferenza italiana dell’extralberghiero. O, ancora, da Extrasud, conferenza digitale dedicata alle aree del Mezzogiorno.

 

L’idea di “Progetto Borghi” è il frutto di un incontro tra Gianpaolo Vairo di Vacation RentalRocket -fondatore di Host B2B insieme a Francesco Mongiello di FormazioneTurismo.com – con Giancarlo Dell’Orco, destination manager e docente universitario.

 

Oltre che ideatore del piano di marketing turistico territoriale per borghi e centri storici denominato “Accoglienza Turistica Diffusa per un Turismo Esperienziale ad Approccio Partecipativo”.

 

Un modello, questo, già attivato e applicato in diverse realtà sul territorio nazionale.

 

L’obiettivo del percorso di rigenerazione e trasformazione è quello di mettere insieme tutte le risorse materiali e immateriali, organizzare un’accoglienza efficace – non più individuale, ma collettiva –  e sviluppare i servizi necessari per una buona fruizione turistica dei piccoli centri e del territorio circostante.

 

Alla base di questo sviluppo locale c’è la comunità dei residenti. Questi ultimi svolgono un ruolo strategico per il futuro del borgo, fungendo da attrattori e attivatori: non solo erogatori di servizi, ma generatori di relazioni e contenuti basati su etica, estetica e benessere.

 

Il momento per puntare sulla riscoperta dei paesi è finalmente arrivato.

Per poterlo cogliere e sfruttarlo appieno bisogna disporre degli strumenti operativi e delle competenze necessarie per trasformare questa opportunità in una possibilità concreta, misurabile in termini economici.

 

Tali competenze le mette a disposizione “Progetto Borghi”.

 

Partendo dalla mappatura dei comuni italiani e del territorio circostante offre gli strumenti e le figure professionali capaci di supportare lo sviluppo di nuove iniziative progettuali.

 

Al tempo stesso si pone come punto di raccordo tra tutte le parti che sono coinvolte, a vario titolo, nel processo di riqualificazione economico-sociale di queste realtà: aziende e imprese, operatori del settore, enti locali, istituzioni, associazioni.

 

Tra i 40 speaker – tutti nomi prestigiosi nel panorama italiano – ci saranno property manager, consulenti di marketing e comunicazione, docenti universitari, imprenditori, amministratori locali, consulenti commercialisti, esponenti delle associazioni territoriali.

 

I webinar sono organizzati in sei differenti aree tematiche:

  • Innovazione e Rigenerazione, incentrata sulle startup e sui progetti capaci di offrire nuove soluzioni;
  • Strategie e Strumenti, focalizzata sui temi dell’accessibilità, della sostenibilità e della formazione;
  • Fondi e Finanza, rivolta ad approfondimenti relativi ai fondi destinati alla stesura a alla realizzazione dei progetti;
  • Reti Territoriali, dedicata sulle associazioni, gli enti territoriali e Dmo;
  • Borghi e ospitalità, riferita ai modelli di ospitalità nei Borghi italiani;
  • Mercati turistici dei borghi, finalizzata ai percorsi tematici e ai flussi turistici.

Accanto all’analisi teorica, ampio spazio sarà dedicato alla presentazione di case history e start up che hanno costruito solide iniziative turistiche in zone poco conosciute dai viaggiatori.

 

La riqualificazione dei paesi, il recupero di un patrimonio unico tutto italiano, è una scommessa che per essere vinta ha bisogno dell’impegno di tutte le parti che compongono la comunità.

 

Proprio per questo il forum digitale di Host B2B è stato pensato come evento trasversale: apre le porte ai professionisti dell’extralberghiero, agli atenei Universitari, agli studenti, agli enti pubblici e privati, alle associazioni, alle istituzioni e soprattutto ai residenti, elementi imprescindibili del tessuto sociale.

 

Tutti sono chiamati a fare la propria parte: un nuovo Rinascimento per i borghi italiani oggi più che mai è davvero a portata di mano.

 

Per partecipare è necessario registrarsi al seguente link https://progettoborghi.host-b2b.com/

Douja d’Or è pronta ad accendere con il vino le serate di inizio autunno

Dall’11 settembre al 3 ottobre, per 4 weekend, dal venerdì alla domenica, la 55° edizione della Douja d’Or è pronta ad accendere le serate di inizio autunno nelle piazze, nelle strade e nelle più suggestive dimore storiche di Asti e tra le colline del Monferrato.

 

Quella del 2021 sarà una grande edizione diffusa nel tempo e nello spazio, organizzata da Camera di commercio di Alessandria-Asti attraverso l’Azienda speciale della Camera di commercio di Asti per la promozione e per la regolazione del mercato, da Piemonte Land of Wine e da Fondazione Asti Musei con il Patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Asti, Comune di Asti e con la partecipazione del Consorzio dell’Asti del Moscato d’Asti Docg, del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, dell’Associazione produttori di vino biologico, in collaborazione con l’Unione Industriale di Asti.

 

Il tema dell’edizione 2021 sarà “Il vino al centro” e protagonista della Douja d’Or sarà il vino, conosciuto e amato in tutto il mondo: la Barbera d’Asti e i vini del Monferrato, l’Asti spumante e il Moscato d’Asti, le etichette di tutte le denominazioni piemontesi rappresentate da Piemonte Land of Wine – il consorzio che riunisce i 14 consorzi piemontesi del vino ufficialmente riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura – i vini biologici, il vermouth, i vini aromatizzati in purezza e in miscelazione e le grappe.

Il vino, il suo futuro, l’importanza della diffusione della cultura e della conoscenza del vino saranno i temi che attraverseranno tutta la manifestazione, nata per valorizzare un prodotto d’eccellenza sempre più importante per la Regione Piemonte e sempre più amato e apprezzato in tutto il mondo. In quest’ottica la Douja d’Or rientra negli appuntamenti di avvicinamento alla Global Conference on Wine Tourism, il più importante forum mondiale dedicato al turismo enogastronomico che si terrà nel settembre 2022 nelle terre di Langhe Monferrato e Roero.

 

Il format della Douja d’Or, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid e per tutelare tutti i partecipanti, ricalcherà quello sperimentato con grande successo nel 2020: un’edizione diffusa ed itinerante che darà la possibilità al pubblico di conoscere il vino e le eccellenze gastronomiche del territorio.

Il programma sarà ricco di iniziative in tutta la provincia: degustazioni, live tasting, masterclass ma anche arte, incontri, spettacoli teatrali, mostre, visite guidate alla scoperta di Asti, del Monferrato e delle sue colline, patrimonio dell’UNESCO.

 

Sul sito www.doujador.it sarà possibile prenotare in anticipo gli appuntamenti.

Degustazione di tè guidata da Kunie Kajishima L’oro verde di Sayama

Domenica 12 settembre 2021 ore 15.30

Il , giunto dalla Cina in epoca medievale, ha conosciuto in Giappone una larghissima diffusione: nel paese del Sol Levante sono infatti state studiate tecniche di lavorazione originali, quale ad esempio la cottura a vapore, capaci di evidenziare le caratteristiche peculiari di ciascuna varietà.

Oggi in Giappone si coltivano numerose tipologie di tè, che variano a seconda della regione e delle condizioni climatiche e ambientali: una delle varietà più pregiate è sicuramente il tè di Sayama, che cresce nella zona di Tokyo, dove si producono ben dodici “single origin tea”!

 

Domenica 12 settembre il MAO ospiterà un appuntamento – condotto da Kunie Kajishima – dedicato proprio al racconto della storia e della geografia del tè Sayama e all’analisi del significato e del contesto della produzione dei tè monorigine.

Nella seconda parte dell’evento, gli ospiti si cimenteranno nel Tōcha, un gioco di degustazione con cinque single origin tea: alcuni partecipanti estratti a sorte fra i presenti assaggeranno 5 tipi di tè, che berranno una seconda volta in ordine diverso, e, al termine della degustazione, dovranno essere in grado di riconoscerli.

Il gioco è difficile anche per i giapponesi, ma concentrarsi nell’assaggio del tè è molto divertente. Al vincitore verrà anche consegnato un premio!

 

 

Kunie KAJISHIMA

Direttore Rappresentante del NPO Agriculture Support Team in Saitama. Professore Emerito della Saitama University, Dottore in Ingegneria e Pianificazione Urbanistica. Nell’aprile del 2017 ha fondato l’NPO Agriculture Support Team in Saitama per il supporto agricolo. Attualmente oltre al supporto dell’esportazione del tè Sayama, promuove la degustazione dei prodotti agricoli della Prefettura di Saitama nei loro luoghi originari di produzione.

 

 

 

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria alla mail tiziana.nosek@fondazionetorinomusei.it indicando nell’oggetto “DEGUSTAZIONE TE’ GIAPPONESE”.

In ottemperanza alle normative anti Covid19, gli ingressi sono contingentati e i posti disponibili limitati a 30 persone. All’ingresso è necessario esibire il green pass con documento di identità.

Via libera alla terza dose di vaccino per alcuni soggetti fragili. E il Piemonte resta in zona bianca

 PER IMMUNODEPRESSI, OVER80 E OSPITI DI RSA. LA REGIONE PIEMONTE PRONTA AD AVVIARE QUESTA NUOVA FASE DELLA CAMPAGNA VACCINALE.

In queste ore è arrivata da Aifa il via libera alla terza dose di vaccino per alcuni soggetti fragili. Le categorie coinvolte sono innanzitutto le persone immunodepresse (tra cui i trapiantati) alle quali Aifa suggerisce di somministrare un’ulteriore dose dopo almeno 28 giorni dall’ultima. Quindi, gli over80 e gli ospiti delle Rsa, la cui dose aggiuntiva potrà essere offerta dopo almeno 6 mesi dalla seconda. A essere utilizzati saranno solo i vaccini a mRna di Pfizer e Moderna.

Per dare attuazione alle indicazione di Aifa, si attende ora la circolare esplicativa in merito che il ministro della Salute ha annunciato verrà emanata a breve.

Il presidente della Regione e l’assessore alla Sanità spiegano che nelle scorse settimane l’Unità di crisi aveva già effettuato una ricognizione sulle platee che sarebbero probabilmente state individuate come destinatarie della terza dose. Anche dal punto di vista organizzativo e delle dosi di siero disponibili, sottolineano che la Regione è pronta ad avviare questa nuova fase della campagna vaccinale, secondo quanto verrà previsto a livello ministeriale e della struttura commissariale.

In particolare, ad aver completato il ciclo vaccinale sono circa 60.000 gli immunodepressi, 316.339 gli over 80 e 34.679 gli ospiti delle Rsa.

Sempre di ieri è la circolare del ministero della Salute che fornisce le indicazioni per quanto concerne le persone che abbiano contratto il Covid dopo la prima dose di vaccino. In caso di infezione contratta entro il 14° giorno dall’inoculazione, per completare il ciclo vaccinale occorre ricevere una seconda dose entro 6 mesi dal primo test molecolare positivo. In caso invece di malattia sviluppatasi dopo il 14° giorno, il ciclo vaccinale si ritiene completato, anche se una seconda dose non è sconsigliata.

Pre-Report settimanale Ministero Salute – Istituto superiore sanità

Nella settimana 30 agosto – 5 settembre, in Piemonte, il numero dei nuovi casi segnalati risulta in lieve calo rispetto alla settimana precedente.
La percentuale di positività dei tamponi resta al 2%, mentre l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi passa da 0.98 a 0.99.
Il tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva passa da 2% a 4% e quello dei posti letto ordinari resta 3%.
Aumentano lievemente i focolai attivi, mentre cala il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note.
Il valore dell’incidenza e il numero dei ricoveri ancora contenuti concorrono favorevolmente a mantenere la nostra regione in zona bianca.

Covid, venerdì 10 settembre: la situazione in Piemonte

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 238nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 23 dopo test antigenico), pari all’1,0% di 24.024tamponi eseguiti, di cui 19.412antigenici. Dei 238 nuovi casi, gli asintomatici sono 87 (36,6%).

I casi sono così ripartiti: 27 screening, 163 contatti di caso, 48 con indagine in corso; 8 quelli importati, tutti dall’estero.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 378.887,così suddivisi su base provinciale: 30.958 Alessandria, 17.924 Asti, 11.938 Biella, 54.700 Cuneo, 29.519 Novara, 201.916 Torino, 14.162 Vercelli, 13.541 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.557 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.672 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 23 (+2rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 189 (+8rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.575.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.642.300(+ 24.024rispetto a ieri), di cui 2.074.765risultati negativi.

I DECESSI SALGONO A 11.731

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19 comunicato oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, nessuno di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.731deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.571 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.457 Cuneo, 946 Novara, 5.607 Torino, 529 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

363.369 GUARITI

I pazienti guariti rimangono complessivamente 363.369(211 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.039 Alessandria, 17.037 Asti, 11.396 Biella, 52.545 Cuneo, 28.368 Novara, 194.502 Torino, 13.473 Vercelli, 13.062 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.468 extraregione e 2.479 in fase di definizione.

“Cartoline dal futuro”, la Divina commedia in forma digitale

Nascono a Torino per celebrare i venti anni dall’avvio della rivoluzione digitale

La Divina Commedia di Dante approda nel mondo digitale.

A venti anni dalla rivoluzione digitale, in occasione del settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, è  stata creata una Divina Commedia digitale in versione dantesca, dal titolo “Cartoline dal futuro “, su iniziativa dell’agenzia torinese Instant Love, dell’illustratore italiano di fama mondiale Emiliano Ponzi, autore di copertine per Le Monde e il New York Magazine.

Si tratta di un affresco interattivo che rappresenta un’opera d’arte contemporanea in grado di consentire un viaggio nel tempo e capace di rievocare la rivoluzione digitale avvenuta negli ultimi venti anni, a partire dal Duemila fino ai nostri giorni.

Il link del video dell’autore è https://web.tl/t-tZOtFHPLAm.

Si tratta di un viaggio unico che si può compiere collegandosi al link https://.www.eos-solutions.it/20anni/, attraverso il quale si può accedere al primo e al secondo affresco animato, dedicati al periodo 200-2005 e 2005-2010 con Eos-Virgilio, che invita gli spettatori a superare le difficoltà dettate dal deserto digitale dei primi anni del Millennio.

L’evento è sponsorizzato dalla Eos Solutions, multinazionale con sede a Cuneo, a S. Albano Stura, che ospita, in occasione dei suoi venti anni di vita, questa interessante iniziativa. È  stata notata anche da Microsoft l’esperienza davvero immersiva compiuta in questo caso nei primi venti anni del nuovo millennio,  tramite animazioni digitali, ambientazioni storiche correlate da video, canzoni in voga in quel periodo e le storie dell’azienda che è sponsor di questa iniziativa artistica.

Mara Martellotta 

Nuovi sapori per il pop senza tempo di Enrico Vanzina

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La mostra sino al 9 ottobre nella Galleria Biasutti & Biasutti

 

“Il Pop non è mai morto. È ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze”. Magari un Pop rivisitato, che con benefici scossoni ha attraversato le stagioni e le generazioni, che quasi obbligatoriamente porta con sé delle “variazioni”, un guardare indietro alle radici e ai primi sconvolgimenti, “il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale”. E allora vai con il Pop nelle trentadue stampe, tutte rigorosamente in bianco e nero (la presentazione in catalogo la si deve a Francesco Poli), “con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche”, ospitate da sabato 11 – inaugurazione alle ore 18 – nelle sale della Galleria Biasutti & Biasutti di via Bonafous 7/L  sino al 9 ottobre.

L’autore è Enrico Vanzina, pupillo d’oro del cinema italiano, classe 1949, primogenito del regista Steno, cresciuto tra quei profumi di pellicola e di immagini che gli invadevano casa, un baccalauréat al romano liceo Chateaubriand e una laurea nel ’70 in Scienze politiche alla Sapienza, un apprendistato all’ombra del padre, poi la sensazione sempre più concreta che la regia non fa per lui e che il mestiere di sceneggiatore è quello che gli occuperà la vita. A partire dal 1976 nascono progetti e soggetti che prendono forma nella pagina scritta, un lavoro continuo che arriva a superare il centinaio di titoli, affidati ancora al padre e al fratello Carlo – scomparso tre anni fa, al quale Enrico ha dedicato un affettuoso romanzo di ricordi, “Mio fratello Carlo” – come a tanti altri volti del nostro cinema da Lattuada a Flavio Mogherini, da Dino e Marco Risi a Cesare Ferrario, da Neri Parenti a Christian De Sica. Sarebbero sufficienti pochi titoli, a cominciare da “Febbre da cavallo” (1976), a “La patata bollente”, da “Sapore di mare” alle varie “Vacanze di Natale”, dal “Commissario Lo Gatto” a “Tre colonne in cronaca” a “Mai Stati Uniti”. Ha descritto i tanti decenni di vivere italiano, ha analizzato storia dopo storia il cambiamento di una società, le sue risate e i suoi turbamenti, le meschinità e le piccole grandezze, ha inventato facce e storie, ha dato corpo a filoni e a personaggi, magari all’epoca guardati con sufficienza dalla critica ma applauditi dal pubblico e oggi anche rivalutati,  ha divertito e nel divertimento ha rimescolato la nota profonda, il cenno di costume mai banale. L’anno scorso, sembra aver buttato all’aria la convinzione di una vita e s’è fatto regista, con “Lockdown all’italiana” è andato a mettere le mani – con qualche critica – nel periodo buio della pandemia e della necessità di forzate unione all’interno delle case con le tante “debolezze e miserie”.

All’attività di sceneggiatore, ha unito quella di scrittore con una dozzina di titoli, dalla metà degli anni Ottanta, e oggi lo scopriamo fotografo innamorato immancabilmente del pop e della cultura americani degli anni Sessanta e Settanta, che con l’occhio preciso del cineasta continua ad indagare sull’area di quel mondo artistico, sul cinema e sulla musica, sulla letteratura dei grandi nomi. Incastona nelle immagini i rimandi a Hopper e a Warhol, il sorriso di Marilyn e i Blues Brothers, i “Quarantanove racconti” di Hemingway e le pagine di Nabokov, gli eterni graffi di Truman Capote e i ricordi autobiografici di Woody Allen, senza dimenticare i tratti sulfurei del nostro Flaiano. Uomo abituato da sempre a catturare immagini, collega in un gioco raffinato differenti materiali iconici, in qualche modo legati “alla tradizione dei foto-collage d’avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali”.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Enrico Vanzina, “Variazione America”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 60 x 85

Enrico Vanzina, “Variazione Letteratura”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 55 x 75

Enrico Vanzina, “Variazione Phone”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 40 x 60

 

 

Galleria Biasutti & Biasutti, via Bonafous 7/L – Torino

Enrico Vanzina – Variazioni Pop

dall’11 settembre al 9 ottobre 2021

orario: 10 – 12,30 / 15,30 – 19,30. Chiuso domenica e lunedì