ilTorinese

Quell’angolo di Passy dove è nata la “Comédie humaine”

In un angolo dell’antico quartiere di Passy, un tempo Comune a sé, annesso il 1° gennaio 1860 a Parigi e oggi XVI arrondissement, sorge la casa di Honoré de Balzac, l’unica dimora parigina dello scrittore che si è conservata nel tempo.

Il 16 novembre 1840 Balzac annunciava a Madame Hanska: “A partire dal momento in cui riceverete questa lettera, scrivetemi al seguente indirizzo: M. de Breugnol, rue Basse n.19, Passy, vicino a Parigi. Sono là, nascosto per qualche tempo (…) Ho dovuto spostarmi molto rapidamente e devo restare là”. Per la sua casa di rue de Batailles, a Chaillot, dove aveva vissuto tra il 1835 e il 1838, aveva utilizzato uno pseudonimo femminile, “Veuve Durande”, “Vedova Durande”, mentre per Passy è diventato Monsieur de Breugnol.

La motivazione che si cela sotto i ripetuti cambi di residenza di Balzac e l’utilizzo di nomi falsi è quella di sfuggire ai creditori che lo incalzano per riavere il proprio denaro. La stessa casa di Passy possedeva un ingresso principale e uno secondario dal quale lo scrittore poteva uscire indisturbato: “Un appartamento situato in una casa (…) rue Basse n.19 e rue du Roc n.5 a Passy, con un ingresso sull’una e sull’altra strada…”.

Balzac trascorre nella casa di Passy sette anni, occupandola dal 1840 al 1847 e lavora incessantemente alla correzione delle sue opere che raggrupperà nel 1841 sotto il titolo di “Comédie humaine”. Questo libro monumentale che porta sulla scena vizi, virtù, drammi, dolori, solitudini, amori infelici, personaggi caricaturali che richiamano alla mente gli schizzi di Daumier, viene rivista e riordinata nello studio di questa casetta.

Il lavoro febbrile di Balzac riempie notti intere. Si racconta che l’autore riuscisse a scrivere molto rapidamente, di solito tra l’una e le otto di mattina, intervallando l’attività con moltissime tazze di caffè nero. Poteva lavorare anche per quindici ore continuative, senza pause, rivedendo e correggendo ogni pagina in modo quasi ossessivo tanto da ritardarne la pubblicazione e, di conseguenza, da aumentare le spese editoriali.

“La mia opera ha la sua geografia come ha la sua genealogia e le sue famiglie, i suoi luoghi e le sue cose, i suoi personaggi e i suoi fatti; come ha il suo stemma, i suoi nobili e i suoi borghesi, i suoi artigiani e i suoi popolani, i suoi politici e i suoi dandys, i suoi eserciti e infine tutto il suo mondo” scrive Balzac. La morte prematura, avvenuta a soli 51 anni, ha impedito a Balzac di unificare l’opera e, probabilmente, di effettuare altre revisioni, altre correzioni.

La “Comèdie Humaine”, che racchiude la parte più consistente della prolifica produzione dello scrittore, è composta da tante storie, eppure rappresenta, in realtà, un unico grande affresco: quello dell’umanità colta nei suoi particolari e, al tempo stesso, nella sua interezza. I personaggi che animano i diversi romanzi hanno una propria identità e un proprio spessore, tuttavia sono anche universali perché giungono a incarnare vizi, virtù, stati d’animo e caratteristiche dell’umanità intera.

Le singole vite si trasformano nelle vite degli altri, nelle vite di tutti, nelle nostre vite ed è facile per il lettore ritrovare un po’ di sé nei personaggi e nella complessità delle loro relazioni esattamente come in tutti loro è fortissima l’influenza dell’autore. Scriveva, infatti, Charles Baudelaire: “Insomma in Balzac ciascuno, anche le portinaie, ha del genio. Tutte le anime sono piene fino al collo di volontà…”.

In questa umanità dolente e controversa si percepisce la personalità del suo autore, con la sua tenacia e, soprattutto, con tutte le sue debolezze, i suoi drammi, le sue sconfitte e si colgono i mille conflitti che Balzac ha vissuto sulla propria pelle: quell’infinita lotta contro tutto e tutti per la scrittura e per l’arte, per continuare a raccontare, giorno dopo giorno, la triste commedia dell’umanità.

“Ahimè! Questo vigoroso lavoratore, mai stanco, questo filosofo, questo pensatore, questo poeta, questo genio, ha vissuto in mezzo a noi una vita tempestosa di lotte, di contese, di combattimenti, comune in tutte le epoche a tutti i grandi uomini. Oggi è in pace. Lascia le contestazioni e i livori. Entra, nel medesimo giorno, nella gloria e nella tomba. D’ora in poi brillerà… tra le stelle della patria”Queste sono alcune delle parole dell’orazione funebre per Balzac che Victor Hugo pronuncia al cimitière du Père Lachaise.

Honoré de Balzac si era spento il 18 agosto 1850 tra atroci dolori e, in quella triste circostanza, la realtà era stata mimesis della letteratura o forse la letteratura era semplicemente stata un presagio di quello che sarebbe accaduto perché la sua morte era stata incredibilmente simile a quella di papà Goriot.“Papà Goriot fu pietosamente ricomposto sul suo giaciglio e dal quel momento la sua fisionomia conservò la dolorosa impronta del conflitto che si svolgeva tra la morte e la vita in una macchina che ormai non possedeva più quella specie di coscienza cerebrale da cui scaturisce il sentimento del piacere e del dolore per l’essere umano. La distruzione non era più che una questione di tempo”.

Barbara Castellaro

 

Seimila giovani attesi a Torino per il Capodanno di Taizé

Dopo il rinvio di un anno causato della pandemia di Covid-19, la città è pronta a ospitare l’evento organizzato dalla comunità di Taizè, che ogni anno raduna giovani cristiani di diverse confessioni in momenti di preghiera, cultura, spiritualità. I giovani saranno accolti da famiglie e comunità pastorali; il programma prevede momenti di preghiera e laboratori su temi spirituali, sociali e culturali in vari luoghi della città. Per la serata del 31 dicembre è prevista una cena semplice nelle parrocchie, e una preghiera per la pace e la festa dei popoli negli spazi dell’Oval Lingotto. Tutti i partecipanti avranno anche la possibilità di vivere un momento di contemplazione della Sindone nei pomeriggi e nelle sere del 29 e 30 dicembre.

“Siamo onorati di ospitare nella nostra città il “Capodanno con Taizé” e gli oltre 6mila giovani che per questo evento giungeranno a Torino da ogni parte d’Europa – ha sottolineato il sindaco Stefano Lo Russo. “Si tratta di una iniziativa che ha anche un alto valore simbolico, anche perché reca con sé un forte messaggio di pace, unione, concordia, tolleranza e fratellanza tra le genti”. Concludendo il sindaco Lo Russo ha inoltre evidenziato che “questo evento, anche in considerazione del periodo difficile passato a causa della pandemia e dei suoi effetti negativi sulla vita sociale della nostra comunità, rappresenta per il futuro un forte segnale di speranza”.

“Ci fa molto piacere – ha dichiarato la vicesindaca Michela Favaro – essere il luogo di incontro per il “Capodanno con Taizè” e per i tantissimi giovani che, dopo molti mesi di restrizioni in cui hanno dovuto ridurre al minimo le relazioni interpersonali a causa dell’emergenza sanitaria, si ritroveranno qui in un clima di amicizia, fratellanza e comunione”. “L’Amministrazione comunale di Torino – ha inoltre sottolineato Favaro – ha assunto l’impegno di collaborare all’organizzazione, contribuendo a fornire il supporto logistico necessario alla buona riuscita dell’evento”.

Due sono i siti web a disposizione dei giovani per l’iscrizione e le informazioni: quello di Taizé (www.taize.fr) per tutti coloro che hanno necessità di un alloggio e il sito www.taizetorino.it per i partecipanti dalla zona metropolitana di Torino e di tutto il Piemonte, se non necessitano di ospitalità per la notte, gestito dalla Pastorale Giovanile di Torino.

12esima giornata di campionato per le squadre torinesi

Sabato 6-11-2021
Ore 15
Spezia-Torino
Ore 18
Juventus-Fiorentina

Dopo la sbornia di coppe europee ci tuffiamo nel campionato italiano che torna con 2 sfide impegnative per le  squadre torinesi,ponendole ad un crocevia importante per le rispettive ambizioni.
I bianconeri di Max Allegri debbono confermare che la Super Juve di Champions League esiste anche in campionato.Contro i viola di Vincenzo Italiano urgono i 3 punti per non perdere di vista almeno il quarto posto, l’ultimo utile per qualificarsi in Champions League.Intanto si parla e si scrive molto riguardo al rinnovo di contratto di Paulo Dybala. Il numero 10 della Juventus è sempre più al centro del progetto e la firma del contratto è poco più di una formalità.Ecco le cifre:8 milioni fissi, più due di bonus che, se raggiunti per due anni di seguito, saranno inseriti nella quota fissa.
In casa granata massima concentrazione nel preparare la sfida di sabato pomeriggio in terra ligure contro lo Spezia.Una vittoria consentirebbe si granata di Ivan Juric un salto in classifica con vista Europa e di trascorrere una pausa per le nazionali con l’intento pieno di recuperare i 4 titolari infortunati:Ansaldi,Mandragora,Brekalo e Pjaca.Intanto incombe il mercato,con il ds Vagnati che dovrà cedere i 6 esuberi fuori dal progetto tecnico granata: Izzo,Baselli,Rincon,Verdi,Zaza,Edera ed acquistare 2 giocatori funzionali al tecnico Juric, Walukiewicz e Miranchuk, rispettivamente difensore centrale e trequartista.

Vincenzo Grassano

Hub India esplora l’arte contemporanea del subcontinente indiano

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Maximum Minimum

Artissima – Oval Lingotto

5 – 7 novembre 2021

 

Classical Radical

Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina

5 novembre – 5 dicembre 2021

 

Hub India è una prolifica esplorazione degli innumerevoli registri che caratterizzano l’arte contemporanea del subcontinente indiano, una regione di estrema importanza nell’Asia meridionale e che sta svolgendo un ruolo sempre più rilevante nel mondo globale.  Con la presenza di oltre 65 artisti provenienti da dieci delle più importanti gallerie e musei indiani, il progetto si profila come il più ampio e significativo dialogo che l’arte contemporanea indiana abbia intrattenuto con il mondo occidentale in tempi recenti.

Hub India, a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio, nasce come progetto per Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino per poi espandersi in una mostra tripartita realizzata in collaborazione con Fondazione Torino Musei e con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Maximum Minimum @Artissima
Artissima 2021, in collaborazione con Emami Art, presenta Hub India – Maximum Minimum, un nuovo focus geografico che intende offrire una ricognizione sulle gallerie, le istituzioni e gli artisti attivi in un’area d’importanza capitale.

In uno spazio dedicato verranno presentati i lavori di gallerie e istituzioni indiane che offriranno una veduta d’insieme di una sorprendente cultura visiva che rispecchia le innumerevoli polarità, contraddizioni e dualità che compongono l’India. Dall’antico spiritualismo del paese al suo moderno materialismo, dal passato coloniale alla crescente centralità nell’economia globale e alla rapida urbanizzazione, dal dogma alla tecnologia, dal marginale al mainstream, dai monumenti storici all’architettura contemporanea, dal normativo al radicale, Hub India – Maximum Minimum presenterà una miriade di storie e rappresentazioni del subcontinente.

In collaborazione NATURE MORTE New Delhi – GALLERY ESPACE New Delhi – EMAMI ART Kolkata – AKAR PRAKAR Kolkata, New Delhi – ART ALIVE New Delhi – LATITUDE 28 New Delhi – SHRINE EMPIRE New Delhi.

 

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Ravinder Reddy, Portrait of Sankari, 2021, Dipinto su fibra di vetro resina poliestere, Courtesy Emami Art, Foto: Bharghav Dass

 

Classical Radical @Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina
Classical Radical è una mostra in tre sedi che si sviluppa nelle sedi di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, del MAO Museo d’Arte Orientale e dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.Classical Radical presenta opere indiane contemporanee e moderne che esplorano i lasciti del passato e l’antichità nel qui e ora sociologico. Come le opere d’arte contemporanee illuminano, complicano e si riappropriano dell’eredità? Come si pone l’arte contemporanea nel variegato panorama di religioni e storie, e quali residui di motivi, stili e idee sono sopravvissuti attraverso i millenni fino ai giorni nostri?
Le opere selezionate rappresentano uno spaccato di generi, medium e processi che vanno dai disegni e dipinti alle miniature e sculture, terrecotte e metalli, dipinti su carta e su tela, stampe, incisioni e opere digitali e virtuali, in un tentativo di analizzare le eredità classiche e tradizionali attraverso una nuova lente. Una ricerca a tutto campo che offusca le polarità di religione, casta o razza, Asia ed Europa, figurazione e astrazione per costruire uno spettro ampio di voci che vanno dai maestri moderni e contemporanei alle avanguardie, passando per gli artisti indipendenti appena scoperti. Più stratificato e complesso di una panoramica, questo percorso espositivo offre una lente caleidoscopica che sposta la percezione e sfida la stasi in modi elaborati, evocativi e mai riduttivi.

A Palazzo Madama e al MAO le opere presentate per Classical Radical sono messe in dialogo con le collezioni permanenti dei musei, in modo da creare piccoli cortocircuiti capaci di generare significati nuovi e nuove linee di interpretazione, lontane da ogni tentativo di semplificazione: ciascun visitatore potrà cercare il proprio percorso, creando connessioni fra opere antiche e contemporanee, colmando con il proprio vissuto e la propria sensibilità gli spazi di senso lasciati vuoti e decidendo in libertà dove soffermare il proprio sguardo.
All’Accademia Albertina di Belle Arti l’allestimento prende invece forma nei piani superiori dell’affascinante Rotonda di Talucchi, l’edificio neoclassico recentemente aperto al pubblico dopo un importante restauro.

In partenership con Kiran Nadar Museum of Art (KNMA).

In collaborazione LATITUDE 28 New Delhi – AKAR PRAKAR Kolkata, New Delhi – ART ALIVE New Delhi – EMAMI ART Kolkata – GALLERY ESPACE New Delhi – SHRINE EMPIRE New Delhi – NATURE MORTE New Delhi – SAKSHI ART Mumbai – JHAVERI CONTEMPORARY Mumbai – VADEHRA ART New Delhi – VOLTE Mumbai

 

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Manjunath Kamath, Pukchardara, 2018, Terracotta colorata, Courtesy dell’artista e Gallery Espace

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica | Disruptive Confluences (Confluenze perturbanti)
La mostra a Palazzo Madama esplora il sincretismo e l’ibridismo attraverso opere per la maggior parte tridimensionali che collegano e contrappongono la straordinaria collezione del museo con la storia del subcontinente indiano, suggerendo complicate storie di scambi commerciali e religiosi, dominazioni, residui imperialisti ed evoluzioni sincretiche. Dando vita a un immaginario ibrido, al tempo stesso velato e provocatorio, la mostra rivela narrazioni e rapporti da una prospettiva eurasiatica, ma capace di porsi in dialogo e creare riflessioni significative con i duemila anni di storia di un edificio, che concilia una porta romana con una corte medievale e una scalinata barocca. In questo evidenziandosi quale storico luogo di riflessione di contesti ed esperienze anche profondamente differenti, ma alla ricerca di matrici comuni per individuare nuovi assi di dialogo.Artisti: Jayashree Chakravarty, Ranbir Kaleka, Manjunath Kamath, Tayeba Begum Lipi, Benitha Perciyal, G Ravinder Reddy, Himmat Shah, Gulam Mohammed Sheikh, Prasanta Sahu, Ayesha Singh, LN Tallur.

 

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The Singh Twins, The Wedding Jange II, 1991, stampa a getto d’inchiostro, 89 x 113 cm, edizione 4 di 25, edizione da collezione firmata e numerata dell’artista, Courtesy dell’artista e Art Alive

 

MAO – Museo d’Arte Orientale | Residues & Resonance (Residui & Risonanze)
La mostra al MAO comprende opere del rinascimento contemporaneo che iconizzano e al tempo stesso obliterano lo stesso classicismo a cui fanno riferimento. I lavori sono radicati in un’eredità che esamina stili tradizionali, scuole e generi e si spinge oltre per stabilire con essi una relazione, un dialogo. Mentre gli interessi sono mutati con i capricci del tempo, le forme di queste opere hanno conservato ossessivamente pattern simili, risonanti di residui del passato. Come in un concerto di Philip Glass, dove ogni iterazione suona familiare ma l’accumulo delle iterazioni successive rende ognuna di esse un’esperienza unica e diversa.
Uno dei punti forti della mostra è una sezione radicale di neo-miniaturisti che prendono a prestito le decorazioni evocative, stilizzate e gemmate dei tradizionali stili miniaturistici e dei dipinti vasli, sovvertendole per esplorare modi in cui espandere e smantellare il vocabolario di uno stile apparentemente insulare.
Anche l’arte della Regione himalayana offrirà grandi suggestioni, grazie all’installazione di una serie di opere dell’artista Paula Sengupta dal titolo The plain of Aspiration, un progetto che parla della diaspora dei tibetani fuggiti dal loro paese in seguito alla partenza del Dalai Lama nel 1959 e del tentativo di conservare anche altrove, attraverso la memoria, il loro stile di vita e la loro cultura.
I lavori di Sengupta attingono fortemente alla tradizione dell’artigianato tessile e al simbolismo religioso tibetani e, nelle gallerie del MAO, vengono accostate alle opere della sezione dedicata alle copertine lignee intagliate.Artisti: Waseem Ahmad, Khadim Ali, Anindita Bhattacharya, Sakti Burman, Sudipta Das, Priyanka D’Souza, Baaraan Ijlal, Manjunath Kamath, Puneet Kaushik, Samanta Batra Mehta, Piyali Sadhukhan, Paula Sengupta, Yugal Kishore Sharma, Nilima Sheikh, The Singh Twins, Waswo X Waswo.

 

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Wardha Shabbir, As It Surrounds-1, 2, 2021, Gouache su carta senza acidi, 53 x 53 cm, Courtesy dell’artista e LATITUDE 28

 

Accademia Albertina di Belle Arti | Multitudes & Assemblages (Multitudini & Assemblaggi)
La traiettoria delle arti visive in India è caratterizzata da molteplici transizioni; abbraccia e interiorizza i discorsi più ampi del colonialismo, del nazionalismo e del modernismo internazionale. Si relaziona con le tradizioni visive alla luce del postmodernismo e cerca di legittimare la propria posizione nell’arena contemporanea della produzione d’arte. Narrazioni multiple si snodano simultaneamente, come elementi tattili che si rifiutano di perdere la loro realtà, presenza, velocità, calore o umidità, come incongrue testimonianze di un punto focale in un allestimento che mira a presentare una molteplicità di possibilità. Evocando più la nostalgia che la storia, queste voci si levano a volte all’unisono e a volte in una reciproca tensione, ai lati opposti del tempo, come uno specchio, ribaltando lo sguardo su un familiare ma radicale pastiche di liberazione, ecologia, urbanizzazione, migrazione, femminismo, genere, soggettività e sensazione.Artisti: Harshit Agrawal in collaboration with 64/1, Amina Ahmed, Chandra Bhattacharjee, Sakti Burman, Sheba Chhachhi, Jogen Chowdhury, Sudipta Das, Priyanka D’Souza, Tanya Goel, Laxma Goud, Ganesh Haloi, Manjunath Kamath, Puneet Kaushik, Bharti Kher, Martand Khosla, Neerja Kothari, Balbir Krishan, Rahul Kumar, Tayeba Begum Lipi, Shruti Mahajan + Ravindra G. Rao, Paresh Maity, Debasish Mukherjee, Dr.Uttam Pacharne, Manish Pushkale, Mona Rai, Vajay Raut, Rekha Rodwittiya, Debanjan Roy, Prasanta Sahu, Wardha Shabbir, Shailesh BR, Shambhavi, Gulam Mohammed Sheikh, Nilima Sheikh, LN Tallur, Gopa Trivedi.

Negli spazi dell’Accademia Albertina va in onda Sama: Symbols and gestures in contemporary art practices. Italy and India vol. 1., la prima parte di un documentario visionario e pionieristico che, attraverso una moltitudine di voci, esplora il mondo dell’arte contemporanea e dell’artigianato nel subcontinente indiano e in Italia. In questa prima “puntata”, un novero di artisti italiani contemporanei,  tra cui  Stefano Arienti, Alessandro Sciarroni, Sissi, Marzia Migliora tra gli altri, si alternano ad altrettanti artisti indiani, come Sheba Chhachhi, Taniya Goel, Rekha Rodwittiya e Ayesha Singh, offrendo al pubblico uno spaccato dell’estetica delle due regioni che mette in luce il rapporto tra tradizione e modernità, le pedagogie dell’Oriente e dell’Occidente, il genere, le archeologie e le politiche del tempo; i temi della migrazione, dell’esilio, del tempo e della memoria; la religiosità e il sincretismo e le specificità regionali nell’era della globalità.
Sama: Symbols and gestures in contemporary art practices. Italy and India è un progetto di Myna Mukherjee e Davide Quadrio, diretto in India da Onir e scritto da Alessandra Galletta.

Hub India è un progetto di Arthub & Engendered presentato in partnership con Indian Council for Cultural Relations (ICCR), Kiran Nadar Museum of Art, Fondazione Torino Musei, Artissima, Emami Art, Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina.
Con il sostegno di Ambasciata d’Italia a Nuova DelhiIstituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi (IIC), Consolato Generale dell’India a Milano, Città di Torino.
Supporto logistico di UAPL.

Il film è commissionato e prodotto da Arthub, Engendered, Ambasciata d’Italia a Nuova DelhiIstituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi (IIC) Indian Council for Cultural Relations (ICCR).

 

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Hub India – Maximum Minimum
Artissima |Oval Lingotto fiere | 5 – 7 novembre 2021Hub India – Classical Radical
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica | lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-18 – giovedì 13-21 (la biglietteria chiude un’ora prima). BIGLIETTI: INTERO € 10, RIDOTTO € 8, GRATUITO minori di 18 anni, possessori di Abbonamento Musei e Torino + Piemonte.
MAO Museo d’Arte Orientale | martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-18 – giovedì 13-21 (la biglietteria chiude un’ora prima). BIGLIETTI: INTERO € 10, RIDOTTO € 8, GRATUITO minori di 18 anni, possessori di Abbonamento Musei e Torino + Piemonte.
Accademia Albertina di Belle Arti di Torino |Rotonda di Talucchi | giovedì e venerdì 14–18, sabato e domenica 10-18 (ultimo ingresso 17.30). Biglietti: INTERO 5 euro, RIDOTTO 3 euro, gratis con l’Abbonamento Musei Torino Piemonte e con la Torino + Piemonte Card.

Piemonte fotovoltaico

Con Sicilia e Liguria regione con maggiore potenziale fotovoltaico nel primo semestre 2021

Attraverso i dati elaborati da Italia Solare relativi al primo semestre del 2021, Elmec Solar ha stilato la classifica delle regioni e delle province dove gli impianti fotovoltaici hanno il maggiore margine di installazione. Le province in top10 sono Verbano Cusio Ossola, Palermo, Genova, Napoli, Imperia seguite da Reggio Calabria, Isernia, Crotone, Enna e Sassari.

 

Elmec Solar, l’azienda di Brunello (VA) del gruppo Elmec che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali, presenta la terza edizione del Barometro del Fotovoltaico in Italia con la focalizzazione sulle aree della penisola ovvero delle province con maggiore potenziale in termini di numero di impianti fotovoltaici realizzabili, quelle in cui i benefici apportati dall’energia solare hanno ancora ampio margine di sviluppo.  La classifica vede nelle prime 5 posizioni Verbano Cusio Ossola, Palermo, Genova, Napoli, Imperia e a livello regionale Piemonte, Liguria, Campania, Calabria e Molise.

“Con questa terza edizione del Barometro del Fotovoltaico vogliamo far percepire a istituzioni e privati cittadini i margini di miglioramento che il nostro Paese può ancora avere nell’adozione di fonti di energia rinnovabili. A soli tre mesi di distanza dalla Seconda edizione, sono stati installati ben 18655 impianti fotovoltaici in più è ciò rappresenta un forte segnale di una sensibilità sempre più diffusa tra i cittadini e le imprese verso una modalità sostenibile ed efficiente di gestire il proprio approvvigionamento energetico. Tuttavia la nostra Penisola ha ancora un elevato potenziale inespresso: sono i territori chiamati ad accelerare la propria decisione verso il fotovoltaico” afferma Alessandro Villa, AD di Elmec Solar. 

Secondo la rielaborazione da parte di Elmec Solar dei dati pubblicati da Italia Solare, complessivamente, si è registrato un aumento del 3,6% nell’installazione di impianti solari in Italia, a giugno 2021 rispetto alla fine del 2020. Facendo un confronto con la precedente edizione del Barometro del Fotovoltaico, nel solo secondo trimestre in Italia c’è stato un incremento di oltre 18.655 impianti in più passando da un totale di 950.160 impianti installati a marzo 2021 ad un totale di 968.711 impianti installati a giugno 2021. 

L’analisi dei dati del secondo trimestre conferma la precedente top 10 delle province con la più alta adozione di fotovoltaico. La classifica vede quindi Roma come provincia più solare con Brescia e Treviso sul podio. La Top 5 è completata da Padova e Vicenza. Torino si posiziona al 6° posto, tallonata da Bergamo al 7° e Verona 8°. Seguono, come già accennato, Venezia al 9° posto e Milano al 10°.

Mentre il Nord Est risulta così protagonista nell’utilizzo del fotovoltaico, altre zone come ad esempio  Piemonte, Sicilia e Liguria presentano ancora ampi margini di miglioramento. Le aree a maggior potenziale (inespresso) di adozione del fotovoltaico sono state individuate analizzando la percentuale di edifici privi di impianti solari sul totale di quelli a 1,2,3 e 4 piani, ovvero di quelli che hanno facilmente l’ opportunità di installare un impianto fotovoltaico. I dati sono stati rilevati da un analisi puntuale degli immobili censiti al catasto urbano.

Oltre alle tre regioni già citate, la top 10 di quelle con più ampi margini di miglioramento include Campania, Molise, Calabria, Sardegna, Lazio, Abruzzo, Toscana e Puglia. Nonostante la palma di provincia più solare sia andata a Roma, la regione Lazio sconta infatti una limitata adozione nelle altre province, soprattutto, a Frosinone.

CLASSIFICA DELLE 10 PROVINCE ITALIANE CON MAGGIORE POTENZIALE FOTOVOLTAICO

CLASSIFICA
PROVINCIA
TASSO DI ADOZIONE POTENZIALE (edifici non dotati di impianti solari sul totale degli edifici disponibili)
1 Verbano Cusio Ossola 97,45%
2 Palermo 97,25%
3 Genova 97,10%
4 Napoli 97,05%
5 Imperia 96,85%
6 Reggio di Calabria 96,84%
7 Isernia 96,82%
8 Crotone 96,78%
9 Enna 96,67%
10 Sassari 96,51%

 

Di seguito è riportata una tabella completa contenente il numero di impianti totali installati in Italia a giugno 2021 e il tasso potenziale di tutte le province.

CLASSIFICA COMPLETA DELLE PROVINCE  

CLASSIFICA REGIONE PROVINCIA TOTALE IMPIANTI 2020 TOTALE IMPIANTI MARZO 2021 TOTALE IMPIANTI GIUGNO 2021 TASSO DI ADOZIONE POTENZIALE (edifici non dotati di impianti solari sul totale degli edifici utilizzati disponibili) POTENZA TOTALE 2021 (MegaWatt)
1 Lazio ROMA 37336 37975 38818 91,46% 490,05
2 Lombardia BRESCIA 30214 30739 31357 87,85% 516,88
3 Veneto TREVISO 30132 30666 31326 85,64% 378,92
4 Veneto PADOVA 27736 28343 29135 86,47% 378,84
5 Veneto VICENZA 24545 25002 25577 88,20% 334,77
6 Piemonte TORINO 23679 24048 24533 93,61% 464, 52
7 Lombardia BERGAMO 21074 21531 22132 89,06% 348,61
8 Veneto VERONA 21039 21495 22063 88,52% 412,76
9 Lombardia MILANO 20182 20629 21142 92,44% 371,53
10 Veneto VENEZIA 20161 20638 21315 88,19% 217,76
11 Friuli Venezia Giulia UDINE 19524 19737 20027 88,43% 317, 48
12 Trentino Alto Adige TRENTO 17923 18104 18348 86,90% 197,5
13 Emilia Romagna BOLOGNA 17813 18177 18501 87,00% 368,32
14 Puglia LECCE 17224 17354 17689 94,92% 705,06
15 Emilia Romagna MODENA 17151 17426 17782 86,95% 290,34
16 Umbria PERUGIA 16735 16958 17180 89,99% 365,64
17 Puglia BARI 15217 15566 15964 91,94% 516,98
18 Piemonte CUNEO 14930 15159 15410 92,30% 578,92
19 Lombardia VARESE 14871 15189 15626 91,62% 159,63
20 Emilia Romagna RAVENNA 11945 12123 12332 87,93% 400,02
21 Emilia Romagna REGGIO EMILIA 11740 11911 12188 88,88% 185,5
22 Sicilia CATANIA 11399 11557 11744 95,46% 235,32
23 Friuli Venezia Giulia PORDENONE 11091 11298 11498 88,22% 172,04
24 Sardegna SASSARI 10936 11056 11138 96,51% 243,41
25 Calabria COSENZA 10684 10795 10935 95,22% 257,94
26 Emilia Romagna FORLI’ 10446 10597 10833 88,70% 241,06
27 Marche ANCONA 9983 10108 10294 89,14% 307,33
28 Sardegna SUD SARDEGNA 9873 9955 10049 93,16% 201,53
29 Lombardia MANTOVA 9754 9923 10107 90,39% 240,95
30 Lombardia MONZA E DELLA BRIANZA 9371 9619 9909 92,00% 119,65
31 Campania NAPOLI 9347 9536 9746 97,05% 188,88
32 Lombardia COMO 9253 9476 9701 92,86% 105,95
33 Campania SALERNO 9248 9372 9578 95,89% 266,88
34 Lombardia CREMONA 9118 9294 9489 88,39% 254,96
35 Lazio LATINA 8935 9052 9237 93,30% 265, 53
36 Trentino Alto Adige BOLZANO 8862 8943 9030 90,07% 259,88
37 Campania CASERTA 8700 8811 8974 95,47% 265,51
38 Sicilia PALERMO 8352 8472 8629 97,25% 188
39 Lombardia PAVIA 8323 8456 8618 94,47% 198,12
40 Toscana FIRENZE 7776 7911 8065 94,98% 122,07
41 Emilia Romagna PARMA 7734 7887 8035 92,17% 209,59
42 Emilia Romagna FERRARA 7623 7728 7846 92,13% 205,55
43 Sardegna CAGLIARI 7492 7591 7732 90,86% 244,86
44 Toscana AREZZO 7241 7338 7436 91,53% 176,97
45 Marche PESARO E URBINO 7204 7282 7405 91,67% 259,14
46 Puglia TARANTO 7175 7285 7413 95,17% 383,39
47 Emilia Romagna RIMINI 7137 7268 7437 90,03% 100,78
48 Lazio VITERBO 7100 7167 7319 91,10% 464,27
49 Sicilia SIRACUSA 7057 7178 7308 94,51% 209,81
50 Abruzzo CHIETI 7024 7107 7197 93,85% 239,09
51 Marche MACERATA 7011 7105 7236 91,10% 317,62
52 Sardegna NUORO 6949 6996 7066 91,78% 139,25
53 Piemonte ALESSANDRIA 6811 6903 6989 95,19% 274,47
54 Toscana PISA 6767 6889 7047 92,56% 104,16
55 Piemonte NOVARA 6748 6866 7017 92,35% 107,99
56 Sicilia MESSINA 6656 6747 6868 96,82% 69,52
57 Sicilia AGRIGENTO 6634 6710 6818 96,17% 229,45
58 Sicilia TRAPANI 6616 6688 6801 96,28% 156,73
59 Sicilia RAGUSA 6532 6649 6790 94,95% 221,94
60 Toscana LUCCA 6280 6385 6548 95,64% 72,43
61 Lazio FROSINONE 6214 6304 6409 96,11% 185,82
62 Puglia BRINDISI 6098 6166 6277 95,64% 502,1
63 Abruzzo TERAMO 6094 6186 6301 92,01% 253,16
64 Calabria CATANZARO 6026 6093 6174 94,85% 141,95
65 Calabria REGGIO DI CALABRIA 5979 6055 6194 96,84% 77,43
66 Basilicata POTENZA 5957 6014 6070 95,19% 192,56
67 Emilia Romagna PIACENZA 5930 6017 6132 92,75% 194,06
68 Puglia FOGGIA 5783 5854 5938 95,59% 623,17
69 Campania AVELLINO 5556 5613 5721 95,84% 90,59
70 Abruzzo L’AQUILA 5246 5311 5396 95,83% 172,99
71 Veneto BELLUNO 5066 5134 5205 93,48% 52,35
72 Veneto ROVIGO 4932 5017 5100 93,52% 328,66
73 Piemonte ASTI 4862 4906 4973 93,53% 93,22
74 Lombardia LECCO 4803 4918 5024 92,82% 58,05
75 Sardegna ORISTANO 4429 4459 4510 94,17% 141,56
76 Friuli Venezia Giulia GORIZIA 4425 4480 4539 86,90% 43,51
77 Campania BENEVENTO 4344 4388 4453 95,11% 69,66
78 Lombardia LODI 4291 4389 4493 88,86% 131
79 Toscana LIVORNO 4260 4320 4383 92,54% 79,95
80 Lombardia SONDRIO 4170 4235 4294 94,40% 55,42
81 Abruzzo PESCARA 4134 4205 4282 93,70% 95,38
82 Sicilia CALTANISSETTA 4102 4148 4203 95,90% 98,32
83 Umbria TERNI 4061 4100 4161 92,61% 137,53
84 Toscana PISTOIA 3772 3816 3887 94,96% 45,14
85 Toscana GROSSETO 3736 3800 3862 93,39% 86,67
86 Marche ASCOLI PICENO 3610 3643 3721 91,52% 123,49
87 Toscana SIENA 3524 3577 3637 93,94% 77,83
88 Molise CAMPOBASSO 3263 3328 3359 95,83% 137,35
89 Piemonte BIELLA 3186 3220 3262 94,71% 95,21
90 Liguria GENOVA 3140 3174 3222 97,10% 30,68
91 Piemonte VERCELLI 3134 3169 3211 94,28% 92,35
92 Marche FERMO 3130 3178 3223 92,40% 111,4
93 Lazio RIETI 3114 3152 3192 95,56% 28,53
94 Basilicata MATERA 2929 2972 3032 93,89% 187,71
95 Toscana MASSA CARRARA 2908 2928 2957 95,58% 25,1
96 Puglia BARLETTA-ANDRIA-TRANI 2750 2800 2846 95,38% 176,8
97 Liguria SAVONA 2692 2730 2777 95,93% 33,94
98 Calabria VIBO VALENTIA 2664 2686 2724 96,18% 42,71
99 Valle d’Aosta AOSTA 2586 2615 2650 94,84% 25,43
100 Sicilia ENNA 2465 2491 2516 96,67% 77,07
101 Liguria LA SPEZIA 2347 2394 2440 95,51% 25,28
102 Toscana PRATO 2334 2355 2384 95,27% 82,3
103 Friuli Venezia Giulia TRIESTE 2105 2148 2200 93,86% 30,53
104 Calabria CROTONE 2021 2046 2097 96,78% 37,79
105 Liguria IMPERIA 1939 1974 2020 96,85% 29,75
106 Piemonte VERBANO-CUSIO-OSSOLA 1633 1671 1711 97,45% 18,99
107 Molise ISERNIA 1204 1211 1222 96,82% 41,33

Quartiere pulito, l’iniziativa in Borgo Vittoria

Continua l’iniziativa Quartiere Pulito coordinata da l’associazione Volontari di Protezione Civile della Comunità di Scientology PRO.CIVI.CO.S. OdV. Prendendo spunto dalla guida al buon senso scritta da L. Ron Hubbard, intitolata La Via della Felicità, il gruppo si ritrova ogni settimana.
Non ci sostituiamo agli operatori ecologici – spiega Beppe Tesio che coordina le attività – Siamo volontari. Cittadine e cittadini che cercano di contribuire attivamente perché vogliamo bene alla nostra città e alle persone che la abitano. Sempre più persone gettano i rifiuti negli appositi cestini e le vogliamo ringraziare togliendo da terra i mozziconi, le cartacce, le bottiglie di plastica e di vetro, le lattine e i sacchetti che ancora qualcuno, pochi, lascia cadere. “. Venerdì 5 novembre appuntamento alle 10:00 in via Villar, 2, per chiunque voglia unirsi all’iniziativa Quartiere Pulito. Info: 347 345 41 72.

I Cimbri dei sette comuni dell’Altopiano di Asiago

ISOLA GERMANOFONA NELLE ALPI. INTERVISTA CON GIANCARLO BORTOLI PRESIDENTE DELL’ISTITUTO DI CULTURA

 

Quando si parla di ‘cimbri’, soprattutto in chi ha fatto studi classici, la memoria rimanda a quella tribù di origine celtica o germanica che, assieme ai Teutoni ed agli Ambroni invase il territorio della Repubblica di Roma alla fine del II secolo a.C. ma venne annientato definitivamente nella battaglia di Vercelli, alla confluenza del Sesia con il Po nel 101 a.C. Ai giorni odierni, però, c’è un termine il ‘Cimbro’ che contraddistingue una lingua parlata  nei Sette Comuni Vicentini dell’Altopiano di Asiago, nei Tredici Comuni Veronesi e a Luserna in Provincia di Trento che vanno a contraddistinguere una realtà che nulla ha a che vedere con le popolazioni germaniche sterminate dalle legioni romane. I Cimbri sono una realtà di boscaioli e contadini che dopo l’anno Mille lasciarono il territorio dell’attuale Baviera per insediarsi nel Nord Est, popolazione germanofona che nel corso dei secoli si integrò con i vicini di lingua romanza pur preservando tradizioni e lingua. Durante il Novecento subì una serie di discriminazioni che portarono ad una drastica riduzione di coloro che la parlavano e solo negli anni Settanta è iniziato un processo di ricoperta dell’identità cimbra. Su quest’onda è stato fondato nel 1973 a Roana l’Istituto di Cultura Cimbra di Roana, fondato e fortemente voluto da Sergio Bonato, attuale vice presidente dopo esserne stato per anni il dinamico propulsore. Oggi è presieduto da Giancarlo Bortoli. Nato ad Asiago in Contrada Cuba il 16 febbraio 1951, alle ore 3.30, come si legge sul duo profilo in internet, già vice presidente della Provincia di Vicenza e presidente della Comunità Montana dei 7 Comuni, Bortoli è anche autore di diversi studi ed articoli sui Cimbri e sui Sette Comuni dell’Altipiano di cui è un profondo conoscitore. Lo abbiamo incontrato nella sua casa di Asiago in un pomeriggio di fine agosto ed è stato uno di quei colloqui che ti arricchiscono dalla prima all’ultima parola.

Cosa c’entrano i Cimbri dei 7 Comuni con quelli che vennero sterminati da Caio Mario ?

Non c’entrano nulla. Tutto è nato da un equivoco dei colti del Trecento che non si spiegavano che negli attuali 7 Comuni dell’Altipiano e nei 13 del Veronese si parlasse una lingua che somigliava al tedesco e che i tedeschi non capivano. Si era pensato che il nome dei cimbri si fosse radicato anche nella nostra popolazione, ma con alla base un equivoco sul significato di ‘Tzimbar’. A questa opinione se ne sono aggiunte altre sulla derivazione gotica. L’abate Agostino Dal Pozzo,, nato a Castelletto di Rotzo nel 1732 fece una lunga dissertazione nella sua opera fondamentale ‘Memorie storiche dei Sette Comuni vicentini’ e dice che i documenti più antichi risalivano agli Ezzelini.

Rimane il fatto che la lingua è un vernacolo germanico ….

Nell’Ottocento l’Altopiano venne visitato, per curiosità, dal filologo Andreas Schmiller, ricercatore e studioso delle antiche lingue tedesche. Egli ritenne che gli abitanti dell’Altipiano fossero popolazioni di origine bavarese, trovando un punto di collegamento con un documento del 1050 proveniente dal ‘Benediktbauer’ (monastero) benedettino, in Baviera, famoso perché sono raccolti i manoscritti dei ‘Carmina Burana’. La pergamena in questione dice che ‘in tempore famis’ molte famiglie fuggirono dal Monastero. La conclusione è che diverse famiglie incomente la carestia, fuggirono in Italia, dove le campagne erano state abbandonate.

La teoria fu che venne seguita la strada dei monasteri benedettini nelle aree del Veneto.

Lei su questo ha delle riserve ?

Non credo che il nostro popolo sia immigrato nello stesso anno. Ad esempio il capostipite dei Bortoli è ad Asiago nel 1437, essendo stato ricostruito l’albero genealogico. Non tutti poi sono arrivati dallo stesso luogo. La Baviera era all’epoca lo stato più grande della Germania. Importante è che tutto questo è avvenuto dopo l’anno Mille.

Poc’anzi ha citato gli Ezzelini, il più famoso dei quali fu Ezzelino Da Romano, fedele alleato dell’Imperatore Federico II di Svevia, perché ?

Gli Ezzelini in contrato con i padovani avevano una presenza forte sull’Atopiano, con Gastaldo e possedimenti a Rotzo, Gallio, Enego, Foza. Ezzelino era tedesco e aveva portato con se parte del suo esercito che si è insediato qui. Si diceva che considerasse la gente di montagna come i suoi scudieri più fedeli.

L’Altipiano è sempre stata una zona a forte connotazione religiosa, ma i 7 Comuni dipendono dal Vescovo di Padova come mai?

Va precisato che la religiosità cristiana era frammista a quella del paganesimo nordico 8così scrive l’Abate Dal Pozzo). Quanto alla Diocesi di Padova e non di Vicenza dipende dall’intenso rapporto che da sempre ha legato i 7 Comuni con Padova, in particolare per la transumanza delle pecore specie lungo l’asse fluviale (la via è conosciuta come L’Arzeron de la Regina) e della vendita di lana all’industria laniera di Padova, che in epoca romana era il più importante centro laniero dell’Impero, nonché dei formaggi cui poi si associò l’ultimo prodotto della filiera lattiero casearia: i salimi.

Certamente la connotazione religiosa è sempre stata forte. Per necessità linguistiche i sacerdoti venivano ricercati austriaci o tedeschi ed effettivamente Asiago e l’Altipiano dipendono dalla Diocesi di Padova e non da quella di Vicenza. Le chiese, poi, erano costruite dal popolo e in diritto canonico chi costruisce la chiesa nomina il rettore e lo deve pagare. Negli anni Quaranta/Cinquanta si è cercato di superare questa situazione ma ad Asiago sono ancora i capifamiglia che hanno il diritto di eleggere l’arciprete. Soltanto ad Asiago il rapporto comunità/parrocchia è oggetto di un contratto simile al concordato.

Cosa è rimasto della lingua e della cultura cimbra ?

Il Cimbro vive ancora nei toponomi, in qualche espressione e nella ripresa della cultura, della ricerca delle origini. L’Istituto di Cultura Cimbra di Roana organizza ogni anno corsi di lingua e cultura cimbra, ha curato la riedizione di diverse pubblicazioni, nonché di specifiche ricerche e traduzioni (come Schmeller), vocabolari, antiche favole e sponsorizzato studi storici e linguistici. Il Museo di Roana è, grazie all’apporto dei volontari, un eccellente punto di riferimento.

Ad Asiago e nell’Altipiano di parla dei ‘profugati’, una storia della Prima Guerra Mondiale spesso ignorata dai libri di storia …

Quando cade la prima bomba ad Asiago, tirata dagli Austriaci, le campane suonano a martello, la gente scappa prima verso Gallio poi verso la pianura e si incrociano con i soldati che stanno salendo. La scena è narrata con drammatica intensità nel libro di Emilio Lussu ‘Un anno sull’Altipiano’. Arrivati a Vicenza sono accolti con malfidenza perché parlano in tedesco, o almeno così pensa la gente. Mussolini sul Popolo d’Italia scrive, ‘quando li vedete sputategli addosso’. Eppure gli abitanti dell’Altipiano erano italiani a tutti gli effetti dalla cessione del Veneto all’Italia. Hanno partecipato alle guerre per l’Indipendenza, con nomi prestigiosi, ed alla spedizione dei Mille (il caso del generale Lobbia) furono valorosi combattenti nella Grande Guerra: molti i decorati ….

Iniziò lì la perdita della lingua ?

Se i bambini parlavano in cimbro si prendevano magari una sberletta . Con il fascismo, poi, non si è parlato più ed i nomi sono stati italianizzati come è avvenuto in Alto Adige.

Quando è iniziata la rinascita linguistica ?

Con il secondo dopoguerra sono ripresi l’orgoglio e l’idea di riproporre la lingua cimbra con l’ausilio di persone anziane che ancora lo parlavano. Alla fine degli anni Sessanta, poi, si è ripresa la voglia di identità che non era mai stata smarrita. Così nel 1973 è nato l’Istituto di Cultura Cimbra di Roana con primo presidente Sergio Bonato, mentre Umberto Matello Martalar ha portato a termine e pubblicato il ‘Dizionario della lingua Cimbra dei Sette Comuni vicentini’ a cura dell’Istituto di Ricerca ‘A. Dal Pozzo’ di Roana. A questo va aggiunto il rinato interesse anche da parte germanica da parte del ‘Curatorium Cimbricum Bavarensis’ e l’intervento dello studioso Hogo Resch. Tutto questo non è stato un fuoco di paglia ma ha visto anche il coinvolgimento di un Gruppo giovani che è un’importante risorsa.

Tra i 7 Comuni ed il Piemonte c’è un legame con Fra’ Dolcino ?

Ho scritto un racconto ‘Margareta e Fra’ Dolcino. Amore e Libertà. A.D. 1299’. Dolcino fu a Rotzo nel 1299 e, probabilmente, ha gettato il seme di quello spirito comunitario che è rimasto negli usi civici per boschi e pascoli di proprietà collettiva.

 

Con questo primo articolo abbiamo voluto aprire uno spiraglio su uno dei popoli germanofoni delle Alpi, eppure legati alla storia d’Italia sin da quando i 7 Comuni costituivano la Reggenza della Repubblica sotto la Repubblica di Venezia. Ma questa è un’altra storia, sui cui ritorneremo.

 

Massimo Iaretti

 

 

Reddito cittadinanza, Ruffino. “Le vittime delle storture sono i poveri”

“Anche oggi da Nord a Sud fioccano le denunce per i furbetti del reddito di cittadinanza. Solo ieri una maxi operazione dei Carabinieri, in cinque Regioni, ha scoperto 5mila irregolarità. Sono segnali, più che eloquenti, che sul reddito di cittadinanza occorre un’inversione di rotta e un più serrato controllo per evitare gli abusi ed individuare così chi soffre realmente un disagio sociale e ha bisogno di sostegno perché non può accedere al mondo del lavoro”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia. “Il rischio se si continua così è che gli unici a pagare le conseguenze di questa continua speculazione politica sul reddito di cittadinanza siano i poveri. Vanno corrette le storture che da tempo il reddito di cittadinanza si trascina dietro. Non è possibile soprattutto che a beneficiare dei soldi pubblici siano mafiosi e criminali. Per scongiurare le truffe di chi non avrebbe diritto a percepire il reddito a causa di condanne penali e appartenenza a organizzazioni criminali sarebbe sufficiente mettere in collegamento la banca dati dell’Inps con quelle dei Ministeri di Giustizia e Interno”.

Covid, il bollettino di venerdì 5 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 386 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 148dopo test antigenico), pari allo 0,7% di 56.351tamponi eseguiti, di cui 49.538antigenici. Dei 386 nuovi casi, gli asintomatici sono 193 (50,0%).

I casi sono così ripartiti: 183 screening, 146 contatti di caso, 57 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 390.266,così suddivisi su base provinciale: 32.165 Alessandria, 18.689 Asti, 12.301 Biella, 56.232 Cuneo, 30.184 Novara, 207.876 Torino, 14.520 Vercelli, 13.849 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.614 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.836 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 21 (nessuna variazione rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 206 (nessuna variazione rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 4.329

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.570.547(+ 56.351rispetto a ieri), di cui 2.387.885risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.824

Tre decessi di persone positive al test del Covid-19 (nessuno di oggi) sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi di 11.824deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.586 Alessandria, 724Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 950 Novara,5.647 Torino, 533 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 103 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

373.886GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 373.886(+ 265rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.217 Alessandria, 17.764 Asti, 11.756 Biella, 54.050 Cuneo, 29.077 Novara, 199.805 Torino, 13.808 Vercelli, 13.364 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.511 extraregione e 2.534 in fase di definizione.

A sostegno delle donne afghane

Caro direttore, da molte parti – e anche su autorevoli giornali nazionali e internazionali – continua ad arrivare un accorato appello a non lasciar cadere nel dimenticatoio la terribile situazione in cui versa il popolo afghano.

Ebbene, noi vi saremmo grati se poteste comunicare il fatto che a Torino e in Piemonte si è costituito, ed opera, un ampio movimento trasversale a favore dell’Afghanistan.
Ne è prova il convegno di informazione e il concerto d solidarietà che si svolgerà domani in Via Stampatori, 18, a partire dalle h 20.00.
In particolare il convegno sarà coordinato dal dr. Gianni Sartorio, presidente di International Help, vi saranno le relazioni dei due vice presidenti del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, Sara Zambaia e dal sottoscritto ( anche a nome del Coordinamento interconfessionale del Piemonte) e inoltre una straordinaria testimonianza in presenza. Ovvero quella della dr.ssa Farzana Amari medico ginecologa, che per molti anni ha operato presso la “Clinica dell’amicizia Italia Afghanistan” di Kabul.
Operando nel settore delle vaccinazioni e della contraccezione, dopo la vittoria dei Talebani è stata immediatamente a rischio di morte. Fortunatamente portata in salvo in Italia dalle nostre FF.AA. Sarà uno dei nostri principali punti di riferimento per un forte impegno a favore delle donne afghane. 
Al convegno parteciperanno rappresentanti della Consulta demminile regionale, di Amnesty International e dell donne medico ecc.
Giampiero Leo, a nome di tutte/i promotori dell’iniziativa.