ilTorinese

I commercianti schierati contro la manifestazione No Vax

La manifestazione No Vax, a livello nazionale promossa a Torino per sabato 18

“rischia di mettere in pericolo, proprio sotto le feste, non solo il lavoro di tantissimi commercianti, ma anche la salute dei cittadini: il cospicuo numero di partecipanti annunciato provocherà assembramenti da stadio”. Così il presidente di Confesercenti di Torino, Giancarlo Banchieri, che chiede al sindaco e al prefetto del di annullare la manifestazione no Green pass di sabato pomeriggio, unitamente ad altri colleghi commercianti.

Come Fulvio Griffa, presidente dell’associazione esercenti del centro: “Ok il diritto a esprimere le proprie opinioni, ma lo possono fare anche altrove. L’ultimo sabato prima di Natale per i commercianti è cruciale”.

Aggiunge Banchieri: “la minoranza urlante per evidente mancanza di idee mette in pericolo tutto questo, in un momento di recrudescenza della pandemia I No Vax sulle piazze e sui media sono la minoranza non soltanto più rumorosa, ma anche la più sovrarappresentata di sempre: la libertà di pensiero e di manifestazione qui non c’entra nulla”.

I maestri di sci, snowboard e fondo tornano sulle piste: “Vivere la montagna in sicurezza”

È un’intera categoria professionale che lancia oggi il proprio messaggio, a supporto del comparto montano italiano: i maestri di sci, snowboard e fondo tornano ad operare su tutto il territorio nazionale e ad avvicinare i tanti appassionati agli sport all’aria aperta e alla bellezza delle Alpi e degli Appennini.

Con la collaborazione della FISI, Federazione Italiana Sport Invernali, gli oltre 15.000 Professionisti della neve, insieme alle 400 Scuole Italiane Sci e Snowboard guidati dal Collegio Nazionale dei maestri di sci italiani e dall’Associazione Maestri di sci italiani, (organi di governo della categoria) alla testa di un settore che genera un volume d’affari di 150 milioni di euro annui – mai come oggi si sentono responsabilmente coinvolti per quella che rappresenta la stagione invernale della “ripartenza”, con il ritorno in pista di sciatori, fondisti e snowboarder amatoriali, delle famiglie, dei bambini che rappresentano il futuro degli sport invernali.

Dopo l’importante firma apposta a fine settembre sul Protocollo da parte di FISI, Col.Naz.,
AMSI, ANEF e Federfuni Italia per la riapertura delle aree sciistiche e utilizzo degli impianti
di risalita, da oggi e per tutta la stagione invernale 2021-2022 la Scuola Italiana Sci parlerà al
pubblico della neve attraverso il claim “Con Noi è Facile!”.

Si tratterà di una campagna promozionale multicanale, come mai prima d’ora i professionisti
dell’insegnamento degli sport di montagna avevano messo in campo. Attraverso tutti i media:

stampa, radio, tv e social network, la Scuola Italiana Sci intende contribuire a trasmettere al
pubblico più vasto l’importanza di tornare in montagna e tornare a praticare gli sport di
montagna, naturalmente nella massima sicurezza e nel pieno rispetto delle normative
nazionali, ma con la consapevolezza che dopo una stagione di black-out, finalmente tutto è
pronto per la riapertura. Che è essenziale, perché dall’attività sportiva deriva l’indotto che
coinvolge: impiantisti, ristoratori, albergatori, e tutto il resto di un comparto economico che vale
circa 12 miliardi di euro e garantisce lavoro a 120.000 persone.

E una volta di più, è indispensabile ribadire che il lavoro di base, effettuato dai maestri con i
più piccoli, rappresenta il primo approccio allo sport di montagna, che spesso si trasforma
in una passione, che cresce con il passare degli anni, fino a diventare un lavoro: sia per i
maestri che operano nelle Scuole, come per i maestri allenatori di vario livello, fino ad arrivare
agli atleti e ai campioni più blasonati. Tutti hanno mosso i primi passi grazie a un
maestro di sci e a una scuola, perché possiamo dire che le Scuole di sci italiane sono
la culla dei Nostri grandi campioni.

La Guardia di Finanza scopre fabbrica del falso: centinaia di abiti di marca contraffatti

GUARDIA DI FINANZA TORINO, SCOPERTO UN LABORATORIO ABUSIVO  DEL FALSO. VETRINE ON LINE E DIRETTE SOCIAL DOVE VENIVANO VENDUTI CENTINAIA DI ABITI DI LUSSO CONTRAFFATTI. QUATTRO LE PERSONE DENUNCIATE

La Guardia di Finanza di Torino, nel corso di una vasta operazione finalizzata al contrasto degli illeciti in materia di contraffazione e falso made in Italy, ha scoperto un laboratorio abusivo ed eseguito un ingente sequestro di capi di abbigliamento contraffatti in tre abitazioni, due ubicate in provincia ed una nel capoluogo piemontese.

Le indagini dei Finanzieri del Gruppo Orbassano, hanno tratto origine da una mirata attività di intelligence attuata attraverso l’incrocio delle investigazioni  emerse nel corso dei controlli del territorio con quelle scaturite dal monitoraggio del commercio illegale praticato on-line, che ha consentito di individuare tre soggetti i quali, in concorso tra loro, vendevano capi di abbigliamento fallaci, utilizzando come canale pubblicitario le “dirette facebook”, seguite sempre da centinaia di utenti.

A seguito dell’intervento delle Fiamme gialle, eseguito nelle abitazioni delle persone sottoposte ad indagine, veniva interrotto l’ultimo video promozionale in corso e posto sotto sequestro ingente materiale contraffatto costituito da capi e accessori di abbigliamento su cui erano stati illecitamente riprodotti noti brand di famose case di moda.

Il successivo sviluppo delle indagini ha consentito di individuare, nella zona nord di Torino, un appartamento, all’interno del quale venivano assemblati giubbotti, pantaloni e felpe recanti loghi di marchi contraffatti.

Le perquisizioni effettuate hanno fatto emergere una vera e propria “fabbrica del falso”, attrezzata con cliché, macchine da cucire e termopresse, atte all’apposizione dei marchi, utilizzata anche come deposito abusivo di capi semilavorati e già confezionati illegalmente, pronti per la vendita, gestita da una cittadina di origini extra-comunitarie. Nel corso delle operazioni, sono stati sequestrati circa 19.000 euro quali proventi illeciti derivanti dalle vendite, abilmente occultati e rinvenuti solo a seguito di accurate perquisizioni, oltre 10.000 loghi contraffatti delle più note griffe, pronti per essere applicati su altrettanti capi d’abbigliamento che avrebbero “invaso” il circuito cittadino nelle imminenti festività natalizie.

Ecco il panettone Galup con cioccolato al latte e crema al caffè Costadoro

INCONTRO TRA ECCELLENZE 

 

Dalla continua ricerca sul territorio di realtà di eccellenza che collaborando possano dare vita a nuove opportunità di business, nasce un prodotto unico e dal gusto inconfondibile: il panettone Galup con gocce di cioccolato al latte e crema al caffè Costadoro.

Prosegue dunque il percorso “Le eccellenze si incontrano”, intrapreso dalla storica torrefazione piemontese Costadoro produttrice di caffè d’alta gamma, e segna una tappa fondamentale. È così che oggi prende il via la collaborazione tra Galup e Costadoro per la creazione di un prodotto di eccellenza assoluta: il Panettone Galup al caffè Costadoro. Un prodotto in limited edition dove la tradizionale ricetta del panettone Galup incontra l’aroma della miscela di caffè 100% Arabica Costadoro.

Raggiungere il risultato finale non è stato semplice: ottenere un sapore delicato e bilanciato ha impegnato non poco gli esperti delle due Aziende, che hanno condotto innumerevoli esperimenti e prove fino a che non è stata trovata la ricetta perfetta.

Un risultato di eccellenza che nasce da una condivisione di alcuni valori imprescindibili come ad esempio la ricerca della qualità senza compromessi, il forte legame con il proprio territorio, il rispetto della tradizione e la volontà di crescere e migliorarsi sempre in un’ottica di innovazione continua.

• Caratteristiche prodotto: Panettone Milano con caffè Costadoro e gocce di cioccolato da 900g incartato in confezione speciale – Limited Edition.

• Prezzo consigliato al pubblico: 23,50 €

• In vendita a partire da Novembre.

• Dove si può acquistare: presso i Costadoro Social Coffee Factory di Torino in Via Lagrange angolo Via Teofilo Rossi o via Mortara 24 e di Genova in Piazzetta Banchero 2, nei migliori Bar Costadoro e su https://shop.costadoro.it/ e su https://www.galup.it/ e presso gli store Galup in Via Andrea Doria 7 a Torino e in Via Fenestrelle 34 a Pinerolo (To).

‘Ndrangheta, chiesti 11 anni per l’ex assessore Rosso

La richiesta della Procura di Torino è di 11 anni di carcere per Roberto Rosso, ex assessore regionale imputato di voto di scambio con esponenti della ‘ndrangheta. Il processo si svolge al Tribunale di Asti e coinvolge  quaranta persone per la presenza della criminalità organizzata nel Torinese.

Lo Russo annuncia: “Torino sostiene la Tav”

“La Città di Torino e la Città metropolitana sostengono la Torino-Lione e tutto il processo di progettazione e costruzione della tratta nazionale”.

Lo ha detto  il sindaco cittadino e metropolitano Stefano Lo Russo alla riunione della Cig, la Conferenza intergovernativa italo francese istituita dai Governi per il collegamento ferroviario Torino Lione. Lo Russo ha anche annunciato il rientro della città nell’Osservatorio Tav, dopo l’uscita che era stata decisa dalla sindaca Appendino.

Incendio di Beinasco, proseguono i controlli ambientali. A Torino situazione sotto controllo

La Città di Torino continua a monitorare con attenzione l’evoluzione della situazione ambientale che si è generata a seguito dell’incendio che ha interessato domenica un capannone in cui venivano riciclate materie plastiche nel comune di Beinasco.

Francesco Tresso, assessore della Città con delega alla Protezione Civile, insieme a funzionari del settore Ambiente e della Protezione Civile comunale, hanno partecipato a un tavolo tecnico di coordinamento con Arpa Piemonte e Asl Torino, per fare il punto della situazione a tre giorni dal rogo. Ieri la Città di Torino ha partecipato alla riunione operativa del COC (Centro Operativo della Protezione Civile) attivato dal Comune di Beinasco per gestire l’emergenza.

Proseguono i controlli degli inquinanti aeriformi a cura di Arpa Piemonte in diverse zone della città di Torino, che per un cambio della direzione dei venti è stata esclusa dalla situazione di criticità già dalla prime ore di lunedì, e nel territorio di Beinasco, sul quale continuano a concentrarsi le ricadute delle sostanze di combustione.

Dai controlli effettuati a Torino il quadro restituisce una situazione con valori di COV – composti organici volatili – non critici e coerenti con il periodo invernale e la situazione meteorologica attuale, caratterizzata da alta pressione e inversione termica nelle ore più fredde della giornata. Condizioni che possono portare alla stagnazione degli inquinanti negli strati inferiori dell’atmosfera nelle zone più prossime all’incendio, inducendo comunque a mantenere elevato il livello di attenzione.

L’attività di controllo e di monitoraggio continuerà anche nei prossimi giorni, con analisi sul campo e in laboratorio. In caso di variazione del quadro attuale verrà data tempestivamente comunicazione alla cittadinanza.

Per essere aggiornati sugli ultimi monitoraggi e sull’evoluzione invitiamo a consultare il sito Arpa Piemonte (www.arpa.piemonte.it).

“Luci d’artista”: il messaggio sociale dietro le luminarie natalizie

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Avete notato anche voi quanto brillano le stelle in questo periodo?

Ieri sera, mentre ero fuori, mi è capitato di sbirciare la luna oltre le case, mi è parsa quasi fluorescente, luccicava come un pezzo di “stagnola” sotto una lampadina. Un bianco freddo e brillante, come quello degli astri che spuntano con lei, appena il sole tiepido dell’inverno si accascia oltre l’orizzonte.

Sarà forse complice la neve caduta pochi giorni fa, quando i lattei fiocchi ghiacciati hanno ricoperto strade e marciapiedi, parchi e fontane, regalandoci un 8 dicembre di stereotipata felicità e rendendo l’atmosfera pulita e apparentemente priva di smog. Ma non è solo la natura circostante a brillare di luce propria nelle notti torinesi: le installazioni artistiche, tipiche di questo periodo festivo, stanno illuminando, ormai da più di un mese, il centro e alcune zone limitrofe. È ormai tradizione che diversi artisti, italiani e stranieri, si cimentino nel realizzare creazioni luminose, atte ad abbellire la città, rischiarando le vie del capoluogo durante le festose sere natalizie. Tuttavia, è bene precisare che esse non sono solo puri oggetti estetici, agghindi preziosi da mettere e togliere a seconda della moda della stagione, al contrario si tratta di opere d’arte, la cui funzione principale rimane quella di far riflettere l’osservatore, di porre questioni e pungolare costantemente la cittadinanza, anche su tematiche scomode e complesse. “Luci d’artista” è una manifestazione nata nel 1998, a seguito del successo, ottenuto l’anno precedente, dell’esposizione del “Presepe” di Emanuele Luzzati. L’opera del celebre scenografo, illustratore, animatore e ceramista genovese, scomparso nel 2007, è composta da novanta sagome in legno dipinte, raffiguranti i personaggi sacri della tradizione cristiana e i celebri protagonisti delle favole più conosciute. L’inaspettato connubio delle figure riconducibili ad emisferi differenti comporta il costituirsi di un’atmosfera magica e ludica, un mondo incantato dedicato ai più piccoli e a tutti coloro che ancora amano l’impattante innocenza del gioco.

Nel 1997 il “Presepe” viene esposto in piazza Carlo Felice, negli anni successivi invece è ospitato dapprima in piazza Castello, in seguito all’interno dei Laboratori di scenografia dell’Ente Lirico torinese e poi, a partire dal 2008, si colloca presso il Borgo Medievale. Un presepe – seppur unico nel suo genere – ha dunque dato vita ad una delle più attese ed apprezzate manifestazioni artistiche e culturali della città. Un presepe, simbolo per antonomasia della tradizione cattolico-cristiana, dimostra, attraverso un’abile rivisitazione artistica, che cosa sia in effetti la tanto chiacchierata “inclusione”: la tradizione si apre ad altri luoghi, si mostra per quel che è, ospita al suo interno i protagonisti dell’immaginario fiabesco, il sacro e il profano si mescolano, mentre le sagome religiose si accostano alle figure fantastiche. Luzzati, con il suo tocco geniale e fanciullesco, realizza un’opera che ci insegna la convivenza, attraverso il rispetto reciproco, che si può ottenere solo grazie alla conoscenza dell’altro, con l’accettazione di sé e con lo studio dei mondi stranieri con cui noi tutti condividiamo la medesima Terra.
Sono dunque più di vent’anni che Torino ospita questo percorso espositivo notturno, evento che coniuga arte e paesaggio urbano e promuove l’incontro tra il grande pubblico e l’affascinante ambito dell’arte contemporanea. La rassegna è comunque in costante mutamento, accanto ai grandi nomi che hanno fatto la Storia dell’Arte si esibiscono nascenti creativi, inoltre l’esposizione stessa è in continua evoluzione e ogni anno regala al capoluogo piemontese uno spettacolo scenografico nuovo e sorprendente.

Nella città sabauda quest’anno si collocano ben venticinque opere, tra cui le conosciute “Il volo dei numeri” di Mario Merz, visibile sulla Mole Antonelliana, “Amare le differenze”, eseguita da Pistoletto ed esposta in Piazza della Repubblica e “Tappeto Volante” di Daniel Buren in Piazza Palazzo di Città. Le installazioni vengono così distribuite: quattordici nel centro città e le restanti undici nelle altre circoscrizioni. Arte travestita da vacua estetica, ma in realtà ambasciatrice di messaggi di giustizia, uguaglianza e convivenza sociale.
In un momento storico in cui il “politically correct” sta sconquassando il passato, in nome di un futuro ricolmo di etichette, a favore di una tecnologia invasiva e di un’inclusione che si limita a distorcere la forma scritta, vorrei provare a rifarmi ad un altro linguaggio, quello dell’arte, per riflettere insieme, se vi sono altre vie, perché, a mio parere, non stiamo andando nella direzione più giusta. Avrei piacere, a questo punto, di approfondire con voi alcune di queste luminarie, riflettere sul significato che nascondono dietro l’aspetto luminoso e scintillante, in modo da poterne godere appieno la prossima volta che ci capiterà di visionarle da vicino, mentre il respiro forma nuvolette di fumo e il naso si fa rosso e freddo, appena al di sopra di sciarpe e sciarponi.
Partiamo da Porta Palazzo, zona cosmopolita per eccellenza, dove, quando c’è il mercato, il dialetto piemontese si perde tra le altre lingue parlate -e urlate – per richiamare l’attenzione dei compratori. Pistoletto esegue nel 2005 “Amare le differenze”, opera realizzata con luci al neon colorate che compongono la medesima frase in trentanove lingue differenti, dall’arabo all’inglese, dal cinese all’ebraico fino allo spagnolo. Un messaggio di pace significativo, evidente, chiaro ed esplicito, esposto nel cuore multietnico di Torino, sulla facciata del mercato di Piazza della Repubblica. Tale lavoro trae origine dal contributo che l’artista biellese aveva preparato per la Biennale di Venezia del 2003, quando era stato invitato a partecipare alla sezione “Stazione Utopia”, orientata sul rapporto arte-socialità. Pistoletto aveva proposto per l’occasione uno slogan “Love difference”: una frase semplice e diretta, fortemente significativa alla luce dei drammatici contrasti religiosi che ancora caratterizzano l’attuale fase storica. Quelle stesse parole continuano a gridare un messaggio di auspicio di coesistenza fra culture diverse, nello stesso tempo però, attraverso le tinte sgargianti dei neon, i termini richiamano alla memoria i molteplici e violenti contrasti a cui ancora assistiamo.

In via Monferrato, è invece visibile “Ancora una volta” di Valerio Berruti, altro lavoro che inneggia ad una Torino multietnica; si tratta di raffigurazioni di bambini che giocano con qualcosa che scorre sotto di loro, ossia la gente, i passanti, noi stessi, che li osserviamo dal basso verso l’alto. L’artista vuole che il pubblico si fermi a guardare “ancora una volta” quegli infanti che si accendono progressivamente e che, con la loro intermittenza, finalmente riescono a farsi notare da un mondo adulto, non sempre memore dei loro diritti. L’installazione volontariamente ricorda “Udaka – fango in zulu-”, videoanimazione proveniente dalla Fondazione Nirox e proiettata sul lago Nirox Sculpture Park (Johannesburg).
Ad illuminare via Po c’è Giulio Paolini, con la sua “Palomar”. Si tratta di una complessa struttura composta dal susseguirsi di sagome raffiguranti pianeti, orbite, corpi celesti, al cui termine vi è un funambolo in equilibrio su un cerchio. Siamo davanti ad un atlante cosmico che ci costringe a riflettere sull’ignoto e sul sapere e, soprattutto, ci invita a meditare sull’importanza dell’osservazione come momento di conoscenza. Il titolo stesso ci deve richiamare alla memoria l’omonimo romanzo di Italo Calvino, autore determinante per la storia della letteratura e della stessa Torino, in cui il protagonista “è come un palombaro che s’immerge nella superficie”. Ancora una volta un omaggio alle stelle, il “Planetario” di Carmelo Giammello, quest’anno esposto lungo via Roma, intrappola le costellazioni in reti metalliche, le trasforma in forme leggibili costituite da tubi luminescenti e sottili e le dona ai passanti. L’opera rende il pubblico astronauti improvvisati, inaspettatamente li fa fluttuare in una nebulosa metropolitana.

Siamo ora in piazza San Carlo, con l’installazione di Nicola De Maria “Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime”. Il titolo già di per sé esplicativo descrive l’intervento che ha tramutato i lampioni della piazza in un fantastico giardino d’inverno. I neon sono sintesi astratta di tratti spontanei, linee di matite colorate in mano a bambini: quello che ne viene fuori sono immagini semplici e sincere, la fantasia si concretizza in un avvolgente gioco di luci. Ancora una volta ci appigliamo all’intonso immaginario infantile.
In via Di Nanni Francesco Casorati ci invita a spiccare il volo, con la sua “Volo su…”, un “fil rouge” che si srotola sulla nostra Torino infreddolita, un invito a seguire uno dei tanti itinerari possibili che si prospettano davanti a noi. Degli uccelli geometrici con le ali spiegate ci incitano a unirci ai loro stormi, a farci leggeri e coraggiosi, con i loro becchi meccanici ci sfidano a essere felici, a dialogare tra noi, seguendo il filo rosso che simbolicamente unisce la condizione umana.Altri volatili, più seriosi stavolta, ci ammoniscono, nell’opera “Migrazione (Climate Change)” di Piero Gilardi, adibita presso la Galleria San Federico. Qui dodici sagome di pellicano, applicate ad una rete sospesa verticalmente, esortano i passanti a riflettere attivamente sulla questione climatica. Il riscaldamento globale costringe lo stormo di pellicani a migrare verso climi migliori, mentre il flusso consumistico dello shopping natalizio persiste a seguire la corrente della società, sordo al grido d’aiuto della Terra che ci ospita.

Lungo il ponte Vittorio Emanuele I è esposta l’opera permanente di Joseph Kosuth, titolata “Doppio passaggio (Torino)”, probabilmente la mia preferita rispetto a questa rassegna artistica.
L’installazione risale al 2001, ed è formata da due scritte luminose che riportano due frasi, di uguale estensione, una di Friedrich Nietzsche e l’altra di Italo Calvino. Le citazioni sono disposte simmetricamente e si specchiano a vicenda una sull’altra, complice l’acqua del fiume cittadino. “Doppio passaggio (Torino)” riporta tutte le caratteristiche della ricerca artistica di Kosuth, incentrata sull’utilizzo del testo scritto come veicolo concettuale, nonché sui giochi di specularità e simmetria ottenuti attraverso un abile utilizzo di riflessi e specchiamenti. In questo caso, l’artista cita volutamente due personaggi di estrema importanza per la letteratura torinese, inoltre, in questo lavoro, Kosuth accomuna lo scrittore ed il filosofo nell’uso della metafora del ponte come mezzo di comunicazione, trasmissione e osmosi tra spiriti e culture diverse. Non a caso l’installazione scorre lungo il Po, seguendo i Murazzi, dove l’anima sociale di Torino giace forzatamente addormentata. Inoltre l’opera si pone in relazione con la quotidianità dei cittadini, la costante azione di “attraversamento” del ponte come elemento architettonico, richiama i più alti concetti espressi nelle citazioni letterarie e filosofiche.

Come terminare questo breve giro panoramico senza soffermarci, seppur brevemente, sul lavoro di Merz? Sul monumento simbolo del capoluogo piemontese spicca il rosso intervento dell’artista milanese. “Il volo dei numeri” è un’installazione luminosa permanente, realizzata nel 1998; si tratta della raffigurazione in neon colorati, della sequenza di Fibonacci, celebre matematico vissuto in epoca medievale, a cui si deve l’introduzione dei numeri arabi in Italia; egli studiò la progressione che in natura determina la crescita e la proliferazione delle forme: nella progressione matematica ciascun numero è la somma dei due precedenti. Merz cita più volte nelle sue opere le scoperte del matematico toscano, così come ricorre quasi sempre all’uso del neon come metafora dell’energia; in questa specifica creazione la serie numerica è anche connessa alla curvatura della cupola dell’architettura e al monumento in quanto emblema della città subalpina.
“Luci d’artista” è una manifestazione sfavillante, illumina il buio della notte e sorregge i passi di chi si attarda nel ritorno a casa. L’arte ci sprona all’accettazione reciproca, invoca la bellezza della conoscenza, della scoperta, decanta il fascino dell’ignoto e, soprattutto, ci costringe a vedere, ad osservare e a ragionare.
“Non possiamo andare in giro a misurare la nostra bontà in base a ciò che non facciamo, in base a ciò che neghiamo a noi stessi, a ciò a cui rinunciamo e a chi respingiamo. Credo, forse, che dobbiamo misurare la bontà in base a chi abbracciamo, a ciò che creiamo e a chi accogliamo.” (“Chocolat”).

Alessia Cagnotto

 

Next gen: le richieste dei giovani per migliorare la qualità della vita

Attenzione all’ambiente, alla sanità, alle famiglie e alla formazione

Investimenti mirati a migliorare la vita dei piemontesi partendo dalla qualità dell’aria e dall’assistenza sociale e sanitaria, più servizi per i giovani e le famiglie, una formazione di alta qualità sono le richieste che hanno rivolto i 400 giovani che  hanno partecipato a “Next Gen per la sostenibilità”, brainstorming collettivo aperto a tutti gli under35 che vivono, lavorano o studiano in Piemonte con il quale la Regione ha inteso condividere e migliorare le linee guida della Strategia per lo sviluppo sostenibile.

A conclusione dei lavori, il presidente della Regione Alberto Cirio ha affermato che “oggi più che mai è fondamentale ascoltare la voce dei giovani, i veri protagonisti del mondo di domani. Sarebbe paradossale non tenere conto delle loro sensibilità in una stagione importantissima come quella attuale, che comprende la ripresa post pandemia e gli investimenti derivanti dal PNRR e dagli altri fondi europei. Abbiamo davanti mesi storici, perché i tempi delle scelte sono molto brevi, e garantisco che le richieste dei giovani piemontesi saranno prese in considerazione nei programmi che stiamo predisponendo”.

Ad aprire la mattinata è stato l’assessore all’Ambiente, Innovazione e Ricerca Matteo Marnati: “Stiamo costruendo le linee di indirizzo della nostra Strategia per lo sviluppo sostenibile, cerando di unire l’aspetto economico con quello sociale e ambientale, e insieme a voi possiamo integrarle. I problemi di siccità degli ultimi tempi e quelli causati dalla bombe d’acqua che in poco tempo creano danni notevoli sono la dimostrazione che i cambiamenti climatici sono già in atto. Per fronteggiarli occorre un cambio culturale. La Regione è al lavoro per raggiungere obiettivi come il miglioramento della qualità dell’aria, la tutela delle acque, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, la sostituzione delle caldaie obsolete, la rottamazione dei veicoli inquinanti. Tanti aspetti che messi insieme produrranno dei cambiamenti positivi”.

Quattro le sessioni che hanno caratterizzato la mattinata: sviluppo responsabile, formazione e nuovi lavori, integrazione delle marginalità, benessere-nuova vivibilità. Per ciascuna sessione tematica si sono formati gruppi di lavoro che hanno dibattuto sul tema proposto da un esperto.

Questo evento ha fatto seguito a quello sull’apporto alle scelte regionali della consultazione sul Documento strategico unitario per l’utilizzo dei fondi europei della programmazione 2021-27, svoltosi il 20 marzo scorso.

Una seconda Venaria: parte il rilancio di Stupinigi e del suo borgo

Il presidente della Regione Piemonte Cirio e gli assessori Poggio e Tronzano: «Sarà una seconda Venaria.

Creeremo un sistema in grado di superare i Castelli della Loira»

 

Prende il via concretamente il progetto di rilancio della Palazzina di Caccia di Stupinigi, presentato nei mesi scorsi da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Ordine Mauriziano: ieri durante un incontro presso la Presidenza della Regione Piemonte è stata definita la costituzione dell’Unità di missione “Stupinigi 2030” che avrà il compito di attuare una delle più grandi sfide internazionali di riqualificazione architettonica e culturale, dopo quella che ha coinvolto in passato la Reggia di Venaria.

L’investimento previsto è di 25 milioni di euro, 20 nell’ambito del Pnrr e 5 nell’ambito della programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale: sarà proposto al Ministero della Cultura con l’obiettivo di non frammentare le energie di queste risorse, concentrandole in un grande intervento dalle ricadute storiche per l’intero territorio piemontese e italiano.

«Stupinigi 2030 mira alla creazione di una seconda Venaria capace di attrarre milioni di visitatori e di un sistema in grado non solo di competere, ma anche di superare per qualità e attrattività i Castelli della Loira – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con l’assessore alla Cultura e Turismo Vittoria Poggio e l’assessore al Patrimonio Andrea Tronzano -. Mentre per la Reggia di Venaria la vocazione è principalmente culturale e artistica, per la Palazzina di Caccia di Stupinigi immaginiamo una mission storica e architettonica, ma allo stesso tempo rurale ed esperienziale. Per questo il progetto di recupero non coinvolgerà solo la Residenza reale, ma anche le sue cascine e le antiche botteghe. Daremo nuovamente vita ad un borgo, dove il visitatore potrà immergersi in una esperienza unica».

Per non generare nuove strutture, l’ipotesi è di insediare l’Unità di missione “Stupinigi 2030” all’interno del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, punto di riferimento nel panorama nazionale per il recupero di opere e beni artistici. Nata nel 2005 nell’ambito dei grandi interventi di riqualificazione della Reggia di Venaria, la Fondazione vede già tra i suoi fondatori il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune di Torino, Comune di Venaria Reale, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Compagnia di San Paolo e Università degli Studi di Torino.