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Le iniziative a Torino per il Giorno del Ricordo

In occasione del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, si svolgeranno a Torino e a Fondotoce diverse manifestazioni (secondo un calendario che va dal 6 febbraio al 5 marzo), per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Una vicenda che ha toccato in modo significativo anche Torino e il Piemonte.

“Le Foibe sono state un’immane tragedia a lungo rimossa – dichiara il presidente del Consiglio, Stefano Allasia – ma ricordarla ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica. Le ideologie fondate sulla discriminazione e sulla negazione dell’altro, di qualunque colore politico o religioso esse siano, inevitabilmente conducono alla negazione dei valori dell’uomo. Le istituzioni e tutti coloro che ricoprono responsabilità pubbliche, hanno il dovere di promuovere ogni iniziativa utile alla memoria di quella tragica vicenda”.

Aggiunge il vicepresidente Mauro Salizzoni: “Le foibe e l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, costituiscono una pagina drammatica della storia italiana. Come ha ricordato il Presidente Mattarella, tanto sangue innocente bagnò quelle terre. Furono migliaia e migliaia i profughi in fuga dal confine orientale, moltissimi arrivarono in Piemonte. Da allora le associazioni degli esuli, in particolare l’Anvgd, hanno svolto un lavoro molto importante per fare verità su quelle vicende complesse e per troppo tempo rimosse. Il Giorno del Ricordo è una preziosa occasione per approfondire, commemorare e condividere una memoria comune, condizione indispensabile per affermare i valori della democrazia, della libertà, della pace. Non sprechiamola in polemiche o in provocazioni”.
Gli eventi sono sostenuti dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e promossi dal Comitato di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Si comincia domenica 6 febbraio alle ore 16.30 presso il circolo culturale Istriani Fiumani Dalmati di Torino (via Parenzo, 95/60 – angolo via Pirano) con l’inaugurazione della mostra documentaristica “Il grande esodo da Fiume”, a cura di Tiziano Bellini.
La mostra sarà visitabile da lunedì 07/02/2022 a domenica 20/02/2022 dalle ore 14.00 alle ore 17.30. Sabato chiuso, ingresso gratuito. A cura di Anvgd Torino.

Lunedì 7 febbraio apertura della mostra fotografica “Esodo istriano-dalmata” nelle vetrine dell’Urp del Consiglio regionale del Piemonte (via Arsenale 14, Torino), fino al 4 marzo.
Le immagini e i materiali esposti provengono dall’archivio della sezione torinese dell’Anvgd.
Ad arricchire l’esposizione un plastico, che riproduce il villaggio delle baracche di corso Polonia a Torino (attuale corso Unità d’Italia). Sorto nel 1947 sulle rive del Po per ospitare profughi e sfollati provenienti da diverse zone, venne smantellato in vista delle manifestazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia del 1961.

Mercoledì 9 febbraio, dalle 17 alle 19, il seminario online “Fonti, memorie, rappresentazioni di un esodo” intende favorire lo studio e la condivisione di strumenti atti ad accrescere la conoscenza dell’esodo giuliano dalmata nell’ambito dei più generali fenomeni di spostamenti forzati di popolazione, che connotano numerose regioni d’Europa al termine del secondo conflitto mondiale. Gli interventi in programma intendono illustrare tre differenti risorse di cui sarà data visione nel seminario: il Fondo Donora che riunisce fonti audiovisive familiari inedite; il costituendo museo virtuale del Circolo “Istria”; l’ampio e originale documentario Fertilia lstriana che racconta il reinsediamento di una cospicua comunità di esuli in Sardegna nel 1947.
Interventi di Francesca Angeleri, Enrico Miletto, Ezio Giuricin, Daniele Kovacic, Sergio Toffetti.
Coordina Riccardo Marchis.
A cura di Istoreto in collaborazione con Anvgd Torino, Archivio Nazionale Cinema Impresa, Polo del ‘900, Fondazione Vera Nocentini, Circolo di Cultura istro-veneta “Istria”, Anpi Torino, Ufficio Scolastico Regionale Piemonte.
L’incontro si terra sulla piattaforma Zoom, previa iscrizione (100 posti) al link https://docs.google.com/forms/d/1ZeZFWiFLB_mOSRV0OHV55RbxcIA-m4qsuNT30vHuAM0

Gli altri eventi in programma

Giovedì 10 febbraio 2022

ore 9.30 Duomo di Torino.
Santa Messa in suffragio celebrata dal parroco del Duomo don Carlo Franco e cantata dal coro C.a.r.p. di Torino.

Ore 11.00 Cimitero Monumentale di Torino
Cerimonia commemorativa presso il monumento dedicato alle Vittime delle Foibe e dell’Esodo degli Istriani Fiumani e Dalmati alla presenza delle autorità.

Ore 15.00 Sala del Consiglio comunale di Torino – Palazzo Civico
Cerimonia istituzionale alla presenza del sindaco della Città di Torino, del presidente del Consiglio comunale e delle autorità.
Intervento del presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Torino, Antonio Vatta.
Orazione ufficiale da parte di Nino Boeti, già presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

Giovedì 17 febbraio ore 10.30
corso Cincinnato angolo via Pirano – Torino
Cerimonia commemorativa con posa di una corona alla targa dedicata dal Comune di Torino agli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati.

Sabato 26 febbraio ore 20.30
Conservatorio “Giuseppe Verdi” (piazza Bodoni, Torino)
Concerto per il Giorno del Ricordo dell’orchestra mandolinistica della Città di Torino diretta dal maestro Pier Carlo Aimonee dal coro Cai Uget di Torino diretto dal maestro Andrea Giovando.

Sabato 5 marzo

Sala di Villa Giulia – Lungolago di Pallanza (Vco)
La Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce organizza un convegno con gli interventi del presidente Anvgd Torino Antonio Vatta e altri soci dove verrà raccontata la loro esperienza di profughi-esuli in Italia e, in particolare, in una grande città come Torino. Partecipa in collegamento da Trieste il giornalista di Telecapodistria Ezio Giuricin, presidente del circolo di cultura istro-veneta “Istria”.

La Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco” ha compiuto una selezione di titoli sul tema.
Per prenotare un appuntamento per il prestito è necessario contattare la Biblioteca al numero 011.5757371 o all’indirizzo email biblioteca@cr.piemonte.it

Anffas: “Contrari alla figura del disability manager”

“FOGLIA DI FICO PER EVITARE IL CONFRONTO CON LE ASSOCIAZIONI DELLE PERSONE CON DISABILITA’ E LE LORO FAMIGLIE”

La Città di Torino ha pubblicato il bando per la carica di Disability Manager. Un avviso che ha subito sollevato polemiche in quanto tale incarico sarà svolto a titolo gratuito, a riprova di quanto la pubblica amministrazione cittadina voglia investire per “nel campo delle politiche di pari opportunità ed in particolare di inclusione delle persone con disabilità e sulle diverse forme di disabilità”, come si legge sul bando stesso.

Il problema del compenso è però secondario perché, secondo Anffas Torino, il vero problema risiede proprio nella figura del Disability Manager. “È la foglia di fico – tuona il presidente Giancarlo D’Errico – dietro cui nascondersi per evitare di co-progettare e co-programmare con le associazioni di settore, unica vera rappresentanza delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Eravamo scettici di fronte alla scelta della precedente amministrazione e abbiamo avuto ragione, visti i risultati ottenuti, suo malgrado, dal precedente Disability Manager. Ora siamo assolutamente contrari”.

A tale proposito, le disposizioni di legge sono chiare. Regioni ed enti locali sono delegati ad attuare le politiche volte a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, secondo il modello, ribadito anche dalla riforma del terzo settore, della co-programmazione (rilevazione e definizione dei bisogni e dello stato delle cose) e della co-progettazione (definizione e organizzazione delle azioni per l’intervento su quanto co-programmato).

Si allarga sempre di più la forbice tra bisogni sociali, in continua crescita, e le risorse finanziarie da destinare ai servizi di welfare, che da tempo sono drammaticamente congelate. La pandemia non ha fatto che aggravare questa disparità. In questo contesto, le associazioni che rappresentano le persone con disabilità e le loro famiglie non possono rimanere semplici spettatori delle scelte che le coinvolgeranno direttamente. Occorre ripensare e riformare il sistema di erogazione dei servizi, con l’obiettivo di accrescere la qualità della risposta rispetto al bisogno espresso dal cittadino, adeguando le risorse al soddisfacimento dei bisogni che per l’80 per cento sono ricompresi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e per questo non differibili e non comprimibili.

La complessità delle risposte che il territorio richiede e l’aumento della domanda di accesso ai servizi evidenziano che i bisogni delle persone non possono essere interamente soddisfatti dal solo sistema dei servizi istituzionali. È indispensabile definire e adottare un modello di assunzione di corresponsabilità che coinvolga istituzioni, profit e non profit (enti del terzo settore). Bisogna superare la logica di gestione centrata sul procedimento amministrativo, per acquisire processi di gestione orientati al cittadino inteso come consumatore e cliente, valorizzando il capitale territoriale e migliorando gli strumenti di partecipazione diretta del cittadino ai processi pubblici.

“Tutto il contrario – conclude Giancarlo D’Errico – di quello che significa la figura del Disability Manager. Eppure in due incontri pubblici durante la campagna elettorale, il Sindaco Stefano Lo Russo aveva espresso interesse per l’istituzione di un tavolo cittadino permanente sulle disabilità, partecipato dalle associazioni maggiormente rappresentative e finalizzato alla definizione, realizzazione e monitoraggio del programma d’azione, con il coinvolgimento di tutti gli assessorati interessati. Lavoro, casa, trasporti, istruzione e formazione professionale, cultura, tutela della salute e politiche sociali: non c’è argomento di pubblica amministrazione che non riguardi le persone con disabilità. Nella stessa direzione si è espresso l’Assessore al Welfare Jacopo Rosatelli in un recente incontro e non abbiamo motivo per non credergli. Ma è atterrato a Torino il PNRR e di aprire il confronto con le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità non se ne parla. Non basta mettere una passerella per lavarsi la coscienza, perché la stragrande maggioranza delle disabilità non è fisica, ma intellettiva e relazionale. Non basta, ancora di più, mettere la foglia di fico del Disability Manager, per di più senza alcun potere rispetto le scelte da effettuare. Bisogna invece scegliere di avere un rapporto non paternalistico con le persone con disabilità, accettare il confronto con le loro associazioni di rappresentanza, rispettare le leggi che regolano tali rapporti e indicano come prioritari gli strumenti della co-programmazione e della co-progettazione”.

Anffas Torino APS

Reti Gigabit, 3,8 milioni di euro dall’Ue

Informativa on line sul sito della Fondazione (www.fondazionenazionalecommercialisti.it)


Pubblicata l’informativa “Attività Internazionale” del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti che analizza le misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale in risposta alla crisi pandemica

COMMERCIALISTI: LA COMMISSIONE UE APPROVA UN REGIME DA 3,8 MILIARDI DI EURO PER SOSTENERE LA DIFFUSIONE DI RETI GIGABIT AD ALTE PRESTAZIONI

La misura fa parte di una strategia globale che l’Italia ha voluto mettere in campo per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del paese e contribuirà inoltre al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Unione relativi alla transizione digitale

Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale”, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia.

Tra le priorità del semestre di Presidenza francese del Consiglio europeo l’approvazione in tempi rapidi della direttiva sulla minimum global tax. L’attuazione dell’accordo concluso durante il G20 dello scorso ottobre per imporre una tassa minima sui guadagni delle grandi multinazionali e limitarne così le operazioni di elusione fiscale consentirebbe infatti alla UE di rafforzare il proprio ruolo internazionale e la sua competitività, evitando la concorrenza sleale e stabilendo condizioni di parità per le imprese europee. 

Nell’ambito delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato un regime da 3,8 miliardi di euro che l’Italia ha messo a disposizione attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza per la diffusione di reti gigabit ad alte prestazioni in zone del paese scarsamente servite. La misura fa parte di una strategia globale che l’Italia ha voluto mettere in campo per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del paese e contribuirà inoltre al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Unione relativi alla transizione digitale. 

Nell’informativa si approfondiscono le stime sull’economia globale contenute nell’ultimo bollettino del Fondo Monetario Internazionale. In particolare indicano una crescita dell’economia globale più contenuta rispetto alle previsioni precedenti, accompagnata da un’inflazione più alta e duratura del previsto, revisione al ribasso anche per le stime del nostro paese la cui crescita per quest’anno si fermerà al 3,8%, mentre per il 2023 si prevede un +2,2%, con 0,6 punti in più rispetto alle stime dello scorso ottobre. 

Infine l’OCSE ha pubblicato l’edizione di gennaio 2022 del testo unico sul transfer pricing, le linee guida sui prezzi di trasferimento per le imprese multinazionali e le amministrazioni fiscali, che consolida in un testo unico le modifiche apportate nelle scorse edizioni e raccoglie diverse guide, tra queste una guida revisionata sull’applicazione del metodo della ripartizione dell’utile della transazione, la guida per le amministrazioni fiscali sull’applicazione dell’approccio ai beni immateriali il cui valore è difficile da quantificare e la nuova guida sul prezzo di trasferimento relativo alle operazioni finanziarie. 

Animali d’affezione e legge, un convegno in Regione

Il Consiglio Regionale del Piemonte e il Garante regionale per i Diritti degli Animali organizzano il Convegno online che si terrà Venerdì 11 febbraio alle ore 14

“trent’anni dalla legge 281 – Analisi e prospettive future”.

Il 14 agosto 1991 veniva emanata la legge quadro n. 281 in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, sicuramente una legge innovativa e all’avanguardia, ancora oggi molto importante in un mondo trasformato rispetto a trent’anni fa.
La Regione Piemonte è stata tra le prime a legiferare il recepimento della legge nazionale.
La sensibilità delle persone nei confronti degli animali nel tempo si è incrementata e il convegno vuole essere un motivo di confronto, di nuove proposte e progettualità future riguardo la legge n. 281/91, con particolare riferimento alle problematiche ancora presenti relativamente alla tutela degli animali di affezione.
Aprirà il Convegno:
Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte.
Interverranno:
Anna Maria Procacci, Consigliere nazionale ENPA Ente Nazionale Protezione Animali;
Ilaria Innocenti, Referente LAV Lega Anti Vivisezione;
Cristina Cellerino, Dirigente medico veterinario ASL Città di Torino;
Sara Turetta, Presidente e fondatrice Save the Dogs and others Animals;
Alessandro Ricciuti, Presidente Animal Law Italia;
Marco Francone, Responsabile LAV Lega Anti Vivisezione sede di Torino;
Enrico Moriconi, Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte.
Modera:
Rosalba Nattero, Giornalista, autrice e conduttrice televisiva, presidente SOS Gaia.
Il Convegno è online.
Per partecipare:
https://csipiemonte.webex.com/wbxmjs/joinservice/sites/csipiemonte-it/meeting/download/cffbe63d7ca840db9846c0e200bc4044?siteurl=csipiemonte-it&MTID=m91f8c5ffa15167ab4932fb3e4ac31491

Il Convegno si terrà Venerdì 11 febbraio 2022 alle ore 14.

Tel. 011.57.57.178 • garante.animali@cr.piemonte.it • www.cr.piemonte.it

In arrivo 3,5 milioni di euro per i Comuni alluvionati

Ammontano a più di 3,5 milioni di euro i contributi messi a disposizione dei Comuni torinesi colpiti dalle alluvioni nel 2019 per 47 interventi di ripristino di strade, ponti, edifici, infrastrutture e altre opere pubbliche danneggiate. Le somme fanno parte di un totale di 15.771.784 euro di contributi per 196 interventi in tutto il Piemonte.

«L’impegno della Regione Piemonte per i Comuni danneggiati dalle alluvioni del 2019 prosegue anche in questo nuovo anno – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Difesa del Suolo Marco Gabusi -. Consapevoli della difficoltà del momento e delle necessità dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, stiamo utilizzando tutti gli strumenti disponibili per far sì che i contributi ci siano e siano erogati al più presto. I territori hanno bisogno di mettere in sicurezza le opere senza indugiare oltre in modo da evitare che si deteriorino ulteriormente ed è nostra ferma volontà continuare a sollecitare Roma nel progressivo sblocco delle somme».

I beneficiari dei contribuiti sono direttamente i Sindaci dei comuni colpiti e il Sindaco della Città Metropolitana di Torino, che nei prossimi giorni riceveranno dagli uffici tecnici regionali la comunicazione con la richiesta della documentazione necessaria per ottenere l’erogazione del contributo.

Gli interventi previsti nel Torinese riguardano i Comuni di Agliè, Ala di Stura, Almese, Angrogna, Balangero, Bibiana, Borgiallo, Borgofranco d’Ivrea, Borgone Susa, Bricherasio, Brosso, Burolo, Canischio, Castelnuovo, Nigra, Castiglione Torinese, Ceres, Chivasso, Coassolo Torinese, Coazze, Corio, Issiglio, Loranzè, Mercenasco, Mezzenile, Montanaro, Perosa Canavese, Pianezza, Pinasca, Prarostino, Prascorsano, Quassolo, Rocca Canavese, San Giorgio Canavese, San Mauro Torinese, Settimo Vittone, Sparone, Trana, Traversella, Val Di Chy, Valchiusa, Valperga, Villar Perosa, Virle Piemonte, Viù, oltre alla Città Metropolitana di Torino.

Franco Marini, l’attualità del suo magistero

Un anno fa ci lasciava Franco Marini. Un grande sindacalista, un leader politico, un
uomo delle istituzioni. Una vita intera caratterizzata dall’impegno pubblico nelle sue
varie articolazioni ma sempre ispirata ad una cultura politica, ad un preciso fiocine
ideale e, soprattutto, ad uno “stile” che l’ha sempre contraddistinto.
Uno stile, cioè, sobrio e trasparente, ma sempre coerente e coraggioso. E questo filone ideale si
chiama semplicemente cattolicesimo sociale.
Ecco, Franco Marini – come prima di lui Carlo Donat-Cattin, il “suo maestro politico” – è
stato, sin dai primi passi nella Cisl, un interprete autorevole e significativo di questa
cultura che non tramonta con la scomparsa dei suoi leader ma continua a fermentare
e a lievitare l’intera politica italiana.
E il magistero politico, sociale, culturale ed istituzionale di Marini è destinato a lasciare
il segno nella concreta dialettica politica, in particolare nell’area cattolica italiana.
Anche se variegata e composita. Perchè i due caposaldi di fondo attorno ai quali si è
concentrata l’azione di Marini nella sua lunga esperienza pubblica sono sempre stati
quelli di porre la “questione sociale” al centro dell’iniziativa politica da un lato e la
difesa, la promozione e la tutela dei ceti popolari dall’altro. E quindi, una forte
attenzione alle ragioni, alle istanze, ai problemi che attraversano i ceti popolari nel
nostro paese. Non in chiave classista ma con l’obiettivo, parallelo, di favorire la
crescita, lo sviluppo e il progresso del nostro paese senza dimenticare però chi è più
difficoltà, chi vive ai margini e soprattutto chi rischia di uscire sconfitto o emarginato
dal divenire della storia. Il tutto senza cedere nulla alla retorica, alla propaganda o al
solo richiamo burocratico e protocollare della propria cultura. No, Franco Marini è
sempre stato esplicito su questo versante, ai limiti della ruvidezza. Non amava la sola
testimonianza, anche se la rispettava. La riteneva impotente e sterile. Perchè la sua
formazione è sempre stata ispirata ad un criterio ben definito. E cioè, la cultura
politica, un filone ideale – nel caso specifico il cattolicesimo sociale e popolare – hanno
un senso se sono accompagnati dall’azione. Dall’impegno sindacale a quello politico in
un partito, dalla presenza nelle sedi istituzionali al ruolo nei vari organi di governo.
Insomma, per Marini la difesa e la promozione dei ceti popolari richiede la conoscenza
e la condivisione di quelle domande e di quelle istanze e la capacità, al contempo, di
saper dare delle risposte concrete. E questo richiede alcuni elementi costitutivi del
modo d’essere in politica: radicamento territoriale, rappresentanza sociale, militanza
popolare, disponibilità all’ascolto e, infine, elaborazione politica e traduzione
legislativa. Elementi che portano ad una conclusione: la politica “popolare” è l’esatta
alternativa della deriva populista, demagogica, antiparlamentare e qualunquista.
Marini, come ovvio, non assecondava le mode che sono sempre fluide, passeggere ed
insignificanti. Perchè Marini è sempre stato l’interprete per eccellenza di una
tradizione che affondava la sua credibilità nella rete popolare della nostra società. Una
concezione che non è destinata a tramontare se non si vuol ridurre la politica alla sola
personalizzazione e spettacolarizzazione. Cioè, ad una dimensione che prescinde
radicalmente da ogni sorta di orizzonte ideale e da ogni radicamento sociale e
popolare.
Ecco perchè il magistero di Franco Marini resta attuale e contemporaneo. Innanzitutto
per tutti coloro che continuano a credere che il cattolicesimo sociale e popolare non
tramonta come una semplice moda. E, in secondo luogo, perchè la credibilità e la
nobiltà della politica ritornano solo se alcune categorie non vengono emarginate o
derise. E la lezione di Marini, come di altri leader e statisti che sono stati interpreti
eccellenti di quella tradizione, continua ad essere un faro che illumina l’azione
concreta di molti di noi che, con molta modestia e riconosciuta umiltà, cercano di non
far cadere quella fiaccola nei meandri dell’antipolitica e del qualunquismo anti
istituzionale.
Giorgio Merlo

Le Poste consegnano 43mila dosi di vaccino Moderna nel Torinese

Arriveranno a destinazione oggi i furgoni del corriere espresso di Poste Italiane, SDA, per la consegna di 43.000 dosi di vaccini Moderna presso le  Farmacie Ospedaliere a Cambiano, Rivoli, Ivrea , Magazzino Coes a Torino e Ospedale San Giovanni Bosco.

Il corriere SDA, grazie ai 40 mezzi speciali, in collaborazione con l’Esercito Italiano, consegnerà in Piemonte  71 mila dosi di vaccini portando a quasi 393 mila le dosi consegnate nella regione e a quasi 5,5 milioni le dosi consegnate in Italia dall’inizio del 2022.

Il totale delle dosi consegnate ad oggi in provincia di Torino, compresa l’attuale consegna è di 228.500.

Coinvolte nella fornitura anche le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Trentino Alto Adige, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto per un totale di 990mila dosi.

Solfrizzi come Ardante nel “Malato” di Molière La rivolta dell’individuo nei “Canti di Maldoror” messi in scena dai Marcido Marcidorjs

Spettacoli nelle sale teatrali torinesi

 

Siamo nella seconda metà del XVII secolo ma tutta la nevrosi che circola tra le pagine del “Malato immaginario” di Molière rimanda al secolo che abbiamo da poco lasciato, a quel Novecento che ha inventato – e vissuto – nuovi meccanismi drammaturgici, che ha prosciugato la scrittura e le azioni, che ha parlato più di altri di solitudine, di alienazione, di fuga dalla realtà. Quadro perfetto dell’ipocondriaco, il protagonista Argante, dice Guglielmo Ferro – regista di questa edizione prodotta dalla Compagnia Molière e La Contrada, Teatro Stabile di Trieste in collaborazione con il romano Teatro Quirino Vittorio Gassman in occasione dei quattrocento anni dalla morte del grande autore francese, in scena all’Alfieri da stasera sino a domenica 10 febbraio per la stagione di Torino Spettacoli – “ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti”. Quando i tempi di Freud erano ancora ben lontani, l’uomo Argante, cercando rifugio da ogni sua debolezza, si pone al riparo – all’interno della malattia, con l’aiuto cercato e la distruzione al tempo stesso dello stuolo di medici dai nomi e dalle virtù più assurdi – di quanto lo circonda, della vita di ogni giorno, di chi abita nella sua casa, delle vicende che come mostri gli piovono addosso. Non è certo una errata questione di anagrafe, non è questione di abbinare con troppa semplicità la malattia alla vecchiaia. È la rappresentazione della vita di mezzo, con le sue paure e le sue debolezze. Molière rappresenta quest’ultima sua opera quando da poco meno di un mese ha compiuto i 51 anni e Emilio Solfrizi, interprete oggi di Argante (dopo i vari Buazzelli, un grande Romolo Valli immerso nell’interno vermeeriano di Pier Luigi Pizzi, Bonacelli, Franco Parenti e Alberto Sordi sullo schermo), sta per raggiungere il mezzo secolo e si pone bene in linea con l’età, restituendo al “Malato” quell’aspetto che a volte è stato dimenticato. Oltre a rendere, con il cinismo e il disincanto con cui l’autore guarda alla sua epoca, il grande divertimento che sta nelle sue pagine e nei personaggi.

Le scene e i costumi sono firmati da Santuzza Calì e le musiche di Massimiliano Pace. Con Solfrizzi, Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia d’Amico e Rosario Coppolino.

Il resto, nella storia del teatro, prende i tratti della tragedia. Il 17 febbraio 1673, giunto alla quarta rappresentazione, Molière, seduto nella sua poltrona, sul palcoscenico del Palais-Royal, si sentì male e venne trasportato a casa, dove nella notte spirò. Una leggenda, cresciuta negli anni, raccontava del grande drammaturgo morto in palcoscenico sì, ma dalle sonore risate nel tentativo di recitare al pubblico le battute che lui aveva scritto.

 

La stagione dei Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa continua dall’11 al 13 febbraio, alle ore 20,45, al teatro Marcidofilm di corso Brescia 4bis (info.marcido@gmail.com/www.marcido.it) con il secondo appuntamento, la riprogrammazione di due allestimenti che non sono potuti andare in scena nelle scorse stagioni, a causa della chiusura dei teatri per l’emergenza sanitaria. Un primo tempo dedicato a “Vecchio oceano” da “I canti di Maldoror” di Lautréamont (pubblicati in Belgio nel 1869), interprete Paolo Oricco (nella foto), scenario di Daniela Dal Cin, con la direzione di Marco Isidori. Scrive quest’ultimo negli appunti di regia: “Il primo dei “Canti di Maldoror”ci permette (dopo un drastico adattamento drammaturgico) di sondare quel territorio che coi suoi incerti confini è patria dello sbilanciamento dell’uomo dal consueto asse di animale sociale, per metterne a nudo, sotto l’abito di una normalità relazionale, il sempre costante, decisivo empito verso quella dimensione “extra” dalla quale, paradossalmente ma realmente, esso uomo ricava la propria patente di umanità. L’interpretazione “infuocata” di Paolo Oricco riesce con sapienza attoriale a sciogliere in “comunicazione” ogni nodo di un dettato poetico complesso per stratificazione metaforica e spessore concettuale, trasformando, anzi “formando” con esso testo un momento di grande, emozionante teatro”. Sulla scena un’opera in prosa cara al surrealismo, l’uomo dell’Ottocento attraversato da mille tormenti, la sua ribellione al Creatore, l’uccisione dello stesso Dio nella speranza di una serenità che al contrario non può ritornare.

La seconda parte della serata vede la messinscena di “Hansel e Gretel” dai Fratelli Grimm (siete avvertiti, “alla Marcido”), con Ottavia Della Porta (narratrice), Paolo Oricco (Hansel), Valentina Battistone (Gretel), Maria Luisa Abate (la matrigna e la strega) e Alessio Arbustini (il padre). Una favola che può essere letta in modo cruento ma pure rassicurante: come spiega Pierre Laforgue, “…la strega, che esiste nei fantasmi del bambino angosciato, lo perseguiterà e gli farà paura. Una strega che egli può spingere in un forno e bruciare vive è più rassicurante: il bambino sa che è capace di sbarazzarsene. I piccoli hanno bisogno di sentire delle storie dove dei bambini, grazie alla loro ingegnosità, si sbarazzano di questi personaggi persecutori”.

 

Elio Rabbione

Inferno Training Camp Torino: nelle palestre outdoor per prepararsi alla diabolica corsa

Sabato 19 febbraio e domenica 6 marzo allenamenti presso i campi specializzati

a Collegno (strada comunale della Varda, h 10) e Brandizzo (via Prati Neivati 10, h 15)

Forza e resistenza per trasportare pesi, velocità nel risalire funi, destrezza nello scavalcare muri, equilibrioper attraversare assi basculanti e coordinazione per oscillare sospesi tra corde, pioli e anelli. Questol’esplosivo mix di abilità da mettere in gioco sabato 19 febbraio e domenica 6 marzo agli Inferno Training Camp Torino, i centri sportivi outdoor per l’obstacle racing guidati a Collegno dal coach Andrea Siccardi e a Brandizzo dal coach Marco Ferro.

Una passione sportiva in costante crescita, ad oggi praticata nell’intera penisola da oltre 50mila persone,e accessibile a tutti, dagli atleti pro ai neofiti più curiosi, in cerca di un’esperienza alternativaall’insegna della pura condivisione. Ognuno spinto dal proprio obiettivo, ma tutti uniti dal desiderio di mettersi in discussione attraverso prove ritenute impensabili eppure così sfidanti da strappare fuori dalla personale comfort zone.

L’OBSTACLE RACING: una disciplina per superare i propri limiti

In occasione dei due appuntamenti in tutti i campi Inferno in Italia, a Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma e Modica, sarà possibile scoprire questa disciplina emergente davvero completa anche attraverso divertenti challenge: una perfetta sinergia tra allenamento di tipo funzionale all’aperto, per potenziare resistenza aerobica e abilità innatenecessarie per il superamento di ostacoli naturali e artificiali, e preparazione podistica base su terreni misti. Gli adrenalinici training day tenuti dai coach della ASD Federazione Italiana OCR saranno inoltre propedeutici per affrontare il circuito nazionale in tre tappe, rivelandone ostacoli in anteprima: il 12 e 13 marzo start line in Trentino per Inferno Snow, il 14 e 15 maggio Inferno Park nel Veronese, mentre gran finale nel Chianti l’8 e 9 ottobre con Ia Mud edition.Su infernorun.it tutte le informazioni, mentre iscrizioni alla mail training@infernorun.it

INFERNO SNOW: sull’Alpe Cimbra il 12 e 13 marzo

Sarà l’Alpe Cimbra in Trentino a ospitare la winter edition sulla neve, Inferno Snow, il cui programma si arricchirà ulteriormente nel suggestivo scenario della stazione di fondo presso Malga Millegrobbe. I tracciati innevati, completamente off road ma senza eccessivi dislivelli, si districheranno tra gli altipiani e i rigogliosi boschi a cornice, puntellati da ostacoli dai nomi di ispirazione dantesca, come Lucifero, Caronte, Cerbero e Limbo. Ben tre differenti distanze troveranno spazio nel weekend: 8 km (200m D+) con 25 ostacoli nella gara individuale del sabato, mentre la domenica la Short individuale di 3 kmdisseminati di 12 ostacoli e, importante novità, la sfida a team (tre membri, composizione libera), sullo spesso percorso della standard in versione collaborativa. Per la prima volta, inoltre, la Short assegnerà le qualifiche agli OCR European Championships 2022, che si terranno a giugno in Val di Fiemme.

INFERNO PARK: nel Veronese il 14 e 15 maggio

La seconda tappa approderà in una nuova destinazione tra le colline Moreniche e il fiume Mincio, a due passi dal Lago di Garda. A Valeggio sul Mincio, nell’omonimo Parco Naturale, la due giorni infernale vedrà susseguirsi la corsa individuale su 8 km e 25 ostacoli e la team su analogo tracciato. La manifestazione sarà prova del Campionato Italianoriconosciuto dalla Federazione Italiana OCR e anche occasione per qualificarsi ai Campionati Europei2023.

INFERNO MUD: nel Chianti l’8 e il 9 ottobre

Per conoscere i successori del trentino Loris Pintarelli e della toscana Righerta Kadija, che proprio in questa location hanno conquistato il titolo italiano 2021, ci si troverà al Norcenni Girasole Village di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, con la fangosa Mud. Nel cuore del Chianti alla competizione individuale su 12 km con 30 ostacoli, finale del Campionato Italiano OCR, si aggiungerannoanche la team e Inferno Kids dedicata ai piccoli diavoli, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza.

Misure antismog, scatta il livello arancio: fermi i diesel Euro 5

Da giovedì 10 febbraio, le misure di limitazione del traffico passeranno al livello arancio. I dati previsionali forniti da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 verrà esteso alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.

Per i veicoli adibiti al trasporto merci si bloccheranno anche i diesel con omologazione Euro 3 ed Euro 4, tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19.

Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambie