ilTorinese

SIAP: “Emergenza alloggi per la Polizia di Stato”

“RIATTIVARE LE COMMISSIONI PROVINCIALI”

La mobilità del personale della P. di S. comporta l’assegnazione al termine del corso di formazione professionale a sedi di servizio lontane da quelle di residenza o nascita, con conseguenti enormi difficoltà ad affrontare gli ingenti costi di affitto di un immobile.

Per la nostra provincia è emblematico il caso di Bardonecchia, privo di soluzioni abitative anche temporanee, in cui da anni il Dipartimento della P.S. non riesce ad inviare i vincitori del concorso interno da Vice Sovrintendente in quanto rinunciatari perché impossibilitati a sostenere i costi derivanti dal trasferimento.

E’ allora necessario affrontare politicamente la questione per sostenere donne e uomini in divisa impegnati a garantire la sicurezza della collettività.

Bisogna agire su più fronti possibili, ad esempio da un lato si deve ipotizzare l’utilizzo del patrimonio dell’INPS considerando il possesso, su tutto il territorio nazionale, di quasi 24mila unità immobiliari, di cui circa 16 mila, cioè il 62,7% inutilizzato con una perdita di quasi 60 mila euro annui.

Dall’altro, utilizzando gli strumenti già previsti dalla Legge ed è per quello che in data odierna abbiamo trasmesso formale comunicazione al Prefetto di Torino, finalizzata alla riattivazione delle Commissioni provinciali speciali per gli alloggi destinati alle Forze dell’Ordine, previste dal D.P.R. 1406/1954 e regolate dal D.M. 1° giugno 1984.

Commissioni che hanno il compito in trasparenza ed equità di fornire un quadro aggiornato della disponibilità e delle modalità di assegnazione degli alloggi in favore delle Forze dell’Ordine.

Continueremo a vigilare sul tema, promuovendo ogni iniziativa utile a tutelare il diritto a un alloggio dignitoso per il personale, soprattutto in territori come il nostro dove la pressione del mercato immobiliare rende ancora più critica la situazione.

Il Segretario Generale Provinciale Pietro Di Lorenzo – Siap Torino

Aumentano i casi di Hikikomori

NUMERI TRIPLICATI IN TRE ANNI
Hikikomori è un termine giapponese utilizzato per indicare l’isolamento e il ritiro sociale.
Il fenomeno, conosciuto in Giappone dagli anni ‘70, esordisce a causa delle restrittive regole sociali volte alla perfezione e all’imposizione di ruoli e carriere ben definiti.
Secondo le analisi del CNR-IRPPS (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali), i casi di Hikikomori in Italia sono triplicati nel giro di tre anni, complici la pandemia da Covid-19 e la transizione digitale.
I ragazzi coinvolti nel fenomeno manifestano un ritiro sociale evidente, spesso non frequentano nemmeno la scuola dell’obbligo e faticano a uscire dalla porta della loro stanza, sempre chini sui loro dispositivi digitali.
I sintomi più manifesti sono l’ansia e la depressione, in alcuni casi con rischio suicidario.
I ragazzi hikikomori manifestano disinteresse nella cura di se stessi e prediligono la consumazione dei pasti all’interno delle mura della loro stanza.
L’incontro con amici virtuali, che popolano la rete, consente loro di interagire con un mondo fittizio ma controllabile e di sopperire al bisogno di relazioni sociali reali, tipico della loro età.
All’origine di questo fenomeno possiamo trovare situazioni di fallimento scolastico e sociale, un basso livello di autostima, delle aspettative troppo elevate da parte degli adulti, un utilizzo eccessivo della tecnologia e la presenza di episodi di bullismo o cyberbullismo.
I genitori dei ragazzi hikikomori faticano a gestire il disturbo dei loro figli, molto spesso sono anche impreparati davanti al riconoscimento dei segnali di allarme e non sanno come intervenire.
La terapia, solitamente, prende in carico sia i ragazzi che le loro famiglie, offrendo un intervento che possa lavorare non solo sul paziente, ma anche sul contesto in cui vive.
Accanto all’intervento dei professionisti specializzati, risultano indispensabili anche le attività di sensibilizzazione sul fenomeno, coinvolgendo così famiglie, scuole e, in senso più ampio, la società.
Dott.ssa Irene Cane, psicologa

Ennesimo campionato deludente per il Toro. Ma sono fiducioso: Cairo venderà

 

Si è chiuso l’ennesimo campionato amaro per il Torino FC. L’ennesima stagione di promesse non mantenute, di ambizioni disattese e di risultati che non rendono giustizia alla storia granata. Un’altra volta fuori dall’Europa, un’altra volta spettatori del calcio che conta.

La squadra ha mostrato sprazzi di gioco, qualche buona prestazione, ma è mancata la continuità, la fame, l’identità. Colpa dei giocatori? Dell’allenatore? In parte, sì. Ma il problema principale è sempre lo stesso da quasi vent’anni: la proprietà.

Urbano Cairo, ormai da troppo tempo alla guida del club, ha dimostrato ancora una volta di non avere la visione né la volontà di costruire un Torino ambizioso. La gestione è stata improntata al risparmio, alla mediocrità, al “tiriamo a campare”. E i tifosi, quelli veri, non ne possono più.

Eppure, nonostante tutto, io sono fiducioso. Qualcosa si sta muovendo. Le contestazioni crescono, l’ambiente è saturo, e perfino il presidente sembra meno saldo sulla sua poltrona. Credo — voglio credere — che questo sia l’ultimo atto della sua gestione. Che presto si farà da parte. Che venderà.

Perché il Toro merita di più. Merita una proprietà che lo ami davvero, che investa con intelligenza e passione, che sogni in grande. Merita rispetto, progettualità, orgoglio.

Cairo venderà. E sarà l’alba di una nuova era granata.

ENZO GRASSANO

Edilizia sostenibile in Piemonte, interviene la Regione: come riqualificare edifici e limitare il consumo di suolo

“Si restituisce centralità ai Comuni e si riattiva uno strumento atteso da molti amministratori locali e professionisti del settore”: l’assessore all’Urbanistica Marco Gallo commenta così l’approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge che aggiorna e riattiva alcune disposizioni fondamentali per la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

Viene in questo modo colmato il vuoto normativo creatosi dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittime alcune parti della l.r. 7/2022 con la riformulazione della l.r. 16/2018 consentendo il recupero di edifici o gruppi di edifici esistenti “premiando” le operazioni di rigenerazione edilizia o riqualificazione in alternativa all’espansione urbana.

“La modifica della legge 16/2018 va verso una direzione chiara: favorire la rigenerazione urbana, contenere il consumo di nuovo suolo, agevolare il recupero di aree edificate degradate e incentivare pratiche edilizie più sostenibili – precisa Gallo – Si tratta di un passo importante, che affianca il lavoro già avviato con Cresci Piemonte e con la riforma complessiva della normativa urbanistica regionale, su cui stiamo lavorando per fornire strumenti efficaci, chiari e condivisi”.

L’assessore ci tiene anche a sottolineare che “con questa legge il Piemonte anticipa ancora una volta i tempi: in attesa che a livello nazionale venga approvata una riforma organica della rigenerazione urbana, si pone come esempio virtuoso per politiche urbanistiche attente all’ambiente e al futuro delle nostre comunità”.

Sono interessati dal provvedimento tutti gli edifici classificabili come vecchi od obsoleti, di scarsa qualità architettonica, non sicuri dal punto di vista sismico o energetico. Gli interventi dovranno favorire la sostenibilità ambientale, il miglioramento del tessuto urbano sotto il profilo sociale ed economico, la riduzione delle superfici impermeabilizzate, la demolizione selettiva dei manufatti edilizi, l’uso di manufatti o materiali da costruzione riciclati, e le azioni di bonifica ambientale. Inoltre, si rimette al centro l’autonomia dei Comuni, che potranno deliberare autonomamente per consentire il recupero delle strutture e diventare così uno strumento comunale sistematico dal concreto impatto sul tessuto urbano, specialmente nelle aree più periferiche.

cs

Giachino: “Una petizione per rilanciare Barriera di Milano”

Per rilanciare Torino occorre rilanciare le periferie dimenticate e impoverite come Barriera di Milano , Aurora, Mirafiori etc.etc. Mino GIACHINO che nel 2018 lanciò una petizione su change.org SITAV che secondo gli organi di polizia servì a portare in piazza Castello il  10 novembre 2018 decine di migliaia di persone , vuole ripetere in piccolo la stessa operazione per riportare la attenzione del Sindaco e delle Autorità politiche ed economiche su Barriera di Milano un quartiere che negli ultimi trent’anni è stato abbandonato dalle amministrazioni comunali e dove non passa giorno che vi siano liti, scontri, furti, rapine. Avvenimenti che non hanno risparmiato neanche le Parrocchie, ricordiamo quando a dicembre 2021 venne aggredito il Parroco della Madonna della Pace. GIACHINO però ed è il primo a farlo sostiene che Barriera non ha solo bisogno di più sicurezza ma ha bisogno che il Comune vi porti qualche iniziativa economica, come il nuovo Centro  per la Intelligenza Artificiale che il Governo Meloni ha attribuito a Torino con una dote economica. Il Centro per la IA darebbe immediatamente un’altra immagine a Barriera. Una immagine di futuro , di lavoro per giovani universitari , uno sbocco di lavoro importante, senza dimenticare le ricadute economiche nei bar, ristoranti e negozi della zona.
“La Petizione cui si può aderire facilmente sta già arrivando a cento firme me credo che se tutt’a Barriera la farà propria porterà il Comune a non fare solo promesse ma cose concrete”, commenta Giachino.

PETIZIONE su change.org

https://www.change.org/p/restituiamo-futuro-e-dignit%C3%A0-a-barriera-di-milano?recruiter=882862789&recruited_by_id=cb5e1b30-7198-11e8-85ff-79df81741f82&utm_source=share_petition&utm_campaign=starter_onboarding_share_personal&utm_medium=copylink&fbclid=IwQ0xDSwKhC1RleHRuA2FlbQIxMQABHqQjBmftY7Jg_9VdSZEW0eDhue9rC2fGMYw4LMzdzzcxeXg4gpacDTNM2YYx_aem_k9WHkZTqlyGJlQoqe1hMxw

Inviato da iPad di Bartolomeo

Campionato Italiano Assoluto Lifesaving, brilla Torino

Si conclude il Campionato Italiano Assoluto Lifesaving: tra le società in top 3 c’è la Sa-Fa 2000 Torino che è terza nella classifica dei team civili, quarta la posizione per i torinesi nella classifica generale!

Mattinata dedicata alle prove sprint, nei 50 Trasporto Manichino Pinne dall’acqua è terzo Davide Cremonini (GS Vigili del Fuoco – Salza) con il tempo di 25’’61.

Nei 50 Pinne è seconda Valentina Pasquino (RN Torino) con una prestazione da 18’’66, nel settore maschile c’è di nuovo Davide Cremonini (GS Vigili del Fuoco – Salza) sul podio conquistando il bronzo con una prova da 16’’46.

Chi fece scomparire le memorie di Costantino Nigra?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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La digitalizzazione delle lettere di Costantino Nigra sono un grande contributo all’opera assai meritoria di storicizzare una figura non secondaria del Risorgimento di cui fu un protagonista nel campo diplomatico, alle dipendenze dirette del Conte di Cavour. Nigra ad unità d’Italia compiuta fu ambasciatore a Parigi, San Pietroburgo e Vienna in momenti decisivi della storia del nuovo Regno. Le opere  storiche scritte su di lui appaiono invece  poco interessanti, anche se uno dei nostri migliori storici, Federico Chabod, ne scrisse nella sua storia della politica estera italiana che lessi e studiai per sostenere un esame con Ettore Passerin d’Entreves che nel corso dell’esame mi interrogò su di lui. Resta ancora aperta la questione mai risolta della scomparsa delle sue memorie, che secondo alcuni furono bruciate dallo stesso Nigra, secondo altri si perdettero con la morte del figlio nel 1908, ad un anno di distanza dalla sua morte. C’è stato chi ha fatto molte e anche fantasiose congetture che non meritano di essere prese in considerazione perché Nigra fu vittima di “storici” dilettanti.
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Di fatto fu studiato seriamente come poeta piemontese ed amante della storia subalpina. Di lui mi parlò spesso l’amico Umberto Levra,  ultimo docente  di Storia del Risorgimento a Torino e presidente per lunghi anni del Museo Nazionale del Risorgimento. Nel nostro ultimo colloquio alla gelateria Pepino di piazza Carignano (ormai era stato defenestrato dal suo ufficio al Museo), Levra mi parlò della sua intenzione di scrivere su Nigra dopo essere stato l’estensore della voce sul dizionario enciclopedico degli Italiani Treccani. Anzi, mi propose di fare il lavoro insieme. In quell’occasione mi disse di aver accertato che fu Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon ad aver avuto per le mani le memorie di Nigra in occasione del centenario della sua nascita nel 1928. Levra aggiunse qualcosa di più e fece l’ipotesi della distruzione o dell’occultamento delle memorie di Nigra perché scomode ai Savoia per le pagine dedicate a Vittorio Emanuele II, che improvvisò una sua politica estera personale parallela a quella del governo.
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Con Levra non fu più possibile continuare il discorso perché incredibilmente  morì poche ore dopo il nostro incontro del  7 ottobre 2021. Ho sempre tenuto per me la chiacchierata con Levra che mi consegnò anche un suo vecchio saggio sui diari di guerra di Marcello Soleri.  Ho avuto altro da fare in questi anni, ma la tesi di Levra sulle memorie di Nigra andrebbe approfondita e verificata.
Il gerarca fascista De Vecchi era un monarchico sfegatato, anche se cercò di fascistizzare il Museo del Risorgimento, traducendo in termini museali  la tesi di Giovanni Gentile che vedeva nel fascismo il coronamento del Risorgimento.

Mini – test elettorale nei 9 piccoli comuni piemontesi al voto

Sono 11.552 i piemontesi chiamati alle urne domenica 25 e lunedì 26 maggio in nove piccoli comuni della regione, per eleggere sindaci e consigli comunali. In alcuni paesi i candidati alla carica di primo cittadino sono sei o persino  nove, in altri l’unico nome è quello del sindaco uscente, o un candidato solo senza competitor.

Il caso più curioso è quello di Malvicino, in provincia di Alessandria:  un’ottantina di elettori, pochini, ma con ben sei candidati a sindaco. Cinque di loro arrivano da fuori regione – Genova, Napoli, L’Aquila, Caserta e Brindisi –  per sfidare il  primo cittadino scomparso lo scorso dicembre. Una situazione davvero particolare per la presenza di candidati “stranieri” che suscita dubbi e riflessioni.

Comuni al voto in Piemonte
Provincia di Alessandria
1 comune: Malvicino (79 ab.)
Provincia di Cuneo
3 comuni: Morozzo (2.000 ab.) – Saliceto (1.184 ab.) – Sanfront (2.289 ab.)
Provincia di Novara
1 comune: Orta San Giulio (1.131 ab.)
Città Metropolitana di Torino
3 comuni: Cafasse (3.310 ab.) – Cascinette d’Ivrea (1.524 ab.) – Ozegna (1.176 ab.)
Provincia di Vercelli
1 comune: San Giacomo Vercellese (277 ab.)

False polizze auto, più di 300 truffati

Alcuni se ne sono accorti dopo essere stati coinvolti in un incidente compilando  il modulo Cid. Ad oggi oltre trecento automobilisti sarebbero coinvolti nello schema fraudolento orchestrato da due broker attivi a Novara. La loro società aveva sede in un ufficio in via Cernaia.  Secondo le prime informazioni emerse, i due emettevano polizze assicurative false utilizzando il nome di due compagnie assicurative, che erano però  completamente all’oscuro dell’attività illecita.

Mandarano è il nuovo presidente Arci Torino

Daniele Mandarano, 37 anni, è il nuovo presidente del Comitato Arci Torino. È stato eletto nel corso dell’ottavo congresso Arci, andato in scena  alle Fonderie Limone di Moncalieri. Vi hanno preso parte 163 delegati in rappresentanza dei 184 circoli che aderiscono al Comitato torinese.

Per la prima volta, ci saranno due vicepresidenti, Luca Bosonetto e Anna Maria Bava. Il nuovo direttivo è a maggioranza femminile. È composto da Andrea Polacchi, il presidente uscente, Laura Aricò, Vito Buda, Rachele Bugatti, Roberta Calia, Vittorio Campanella, Eleonora Cappelluti, Francesco Carbonara, Marcella Cernicchiaro, Lucia Chessa, Luigi Cosi, Sofia Darino, Valentina Gallo, Valentina Garbolino, Tatjana Giorcelli, Giulia Gozzelino, Alice Eugenia Graziano, Antonia Fortunato, Maria Labate, Rudy Lazzarini, Alessandro Maioglio, Odilia Negro, Davide Tomatis, Lia Tomatis, Francesco Tordolo, Davide Toso, Valentina Sacchetto, Francesco Salinas, Alina Seiceanu, Pier Paolo Saroglia.

Mandarano, una laurea in Storia e Filosofia, ex libraio, succede ad Andrea Polacchi, che ha guidato l’Arci dal 2016, dopo un lungo commissariamento, ed è stato riconfermato nel 2021: durante i due precedenti mandati, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente.

La sua esperienza in Arci è iniziata in provincia. Nel 2010 è stato infatti tra i fondatori del Circolo Margot di Carmagnola, paese di cui è originario: è stato presidente del Margot tra il 2010 e il 2014. Negli ultimi anni, invece, si è occupato della tutela associativa e del coordinamento del Centro Servizi di via Verdi per Arci Torino.

«Raccolgo con entusiasmo e senso di responsabilità il testimone di un Comitato che, grazie all’impegno di Andrea Polacchi e di tutta la dirigenza, ha saputo crescere, innovare e costruire legami forti sul territorio. Porteremo avanti questo percorso, sostenendo i circoli e valorizzando la loro autonomia e capacità di iniziativa – dichiara – In un tempo segnato da complessità e cambiamenti, Arci Torino continuerà a essere uno spazio aperto, libero e accogliente: un luogo dove la partecipazione, la cultura, il mutualismo e i diritti non sono parole astratte, ma pratiche quotidiane. Al centro ci sono sempre le persone, i percorsi collettivi, le storie che danno vita ai circoli Arci, vere e proprie comunità in movimento».

Alle Fonderie sono intervenuti il presidente dell’Arci Nazionale, Walter Massa, il sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo, il Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, e i rappresentanti di Uisp Torino, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, CGIL Torino, ANPI Torino, ACLI Torino, LegaCoop, il Forum del Terzo Settore.

Mandarano è pronto a guidare una realtà in crescita su Torino. Oggi, Arci Torino vanta 81380 tesserati (erano 60383 nel 2016, con una crescita costante degli aderenti: si attesta al 33,4 per cento) e 184 circoli affiliati (erano 107 nel 2016: si è registrato pertanto un incremento del +71,9%), con una presenza sempre più radicata in quartieri e comuni della Città Metropolitana. È motore di più di 4mila iniziative culturali l’anno sul territorio: quasi il 40 per cento della musica dal vivo in città viene proposta in un circolo. Fanno parte di Arci Torino realtà attivissime, dal Magazzino sul Po al Circolo Sud, dal Bunker a Indiependence, da Casa Fools a La Cricca, da Seeyousound al Cap10100, dallo Ziggy Club al Cafè Neruda, dall’Associazione Babelica a Deina, da Xplosiva a Balon Mundial, dal Circolo Risorgimento al Da Giau. Parallelamente, insieme ai circoli sono nate iniziative di punta come Jazz Is Dead!.  Ma Arci in questi anni ha lavorato molto anche sul Centro Servizi di via Verdi, un punto di riferimento per i Circoli: proprio via Verdi ha subito un grande cambiamento. Se gli occupati, nel 2016, erano 5, ora vi lavorano 17 persone.