ilTorinese

Allontanamento zero, Canalis (Pd): il no della Città Metropolitana

Ora la Giunta Cirio dia ascolto ai territori e ritiri questa proposta divisiva che mette a rischio la tutela dei minori.

Il Consiglio della Città Metropolitana di Torino nella seduta del 30 marzo ha approvato a maggioranza (12 voti su 18) un Ordine del Giorno a prima firma Schillaci di contrarietà al Disegno di Legge regionale “Allontanamento zero”.

La presa di posizione contraria di questo ente che rappresenta 2,2 milioni di abitanti, più di metà del Piemonte, si aggiunge a quella di molti Comuni: Torino, Cuneo, Verbania, Moncalieri, Collegno, Settimo, Grugliasco, Pinerolo, Chieri, Savigliano, Bra, Saluzzo, Rivalta, Piossasco, San Mauro, Alpignano, Rivarolo, Santena, Druento, Bruino, Cumiana, None, Strambino, Sant’Antonino, Airasca, Piobesi, Nomaglio, Massello, Rueglio, Lauriano, Baveno, Castelletto Ticino, Vigliano Biellese, Valdilana, Calamandrana. Molti altri comuni hanno depositato un ordine del giorno di contrarietà e lo approveranno al primo Consiglio utile.

Come può il Presidente Cirio ignorare questo appello dei territori, che ha carattere civico e non solo politico?

Oltre alla voce preoccupata delle istituzioni, si sta levando quella della società civile: le associazioni di famiglie affidatarie, quasi 100 docenti universitari, i sindacati, gli ordini professionali, i magistrati e le camere minorili, molti esponenti ecclesiastici. Non lasciamoli inascoltati come è accaduto per la legge regionale sul Gioco d’Azzardo Patologico.

Ogni bambino ucciso o maltrattato è un fallimento della società. Ecco perché in Piemonte è sbagliato parlare di “allontanamento zero”. Tante piccole vittime di infanticidio sarebbero vive e tanti bambini e ragazzi sarebbero cresciuti in un contesto sereno, se i servizi fossero stati messi in condizione di intervenire in tempo. Potenziamo i progetti e i servizi, per garantire un maggior accompagnamento alle famiglie fragili, ma anche per garantire, come extrema ratio, gli allontanamenti dei minori dalla famiglia, laddove sia necessario.

Sulla tutela dei minori dovremmo unirci e non dividerci, per questo chiediamo di ritirare un testo così divisivo e di avviare un tavolo di lavoro bipartisan per redigere invece un Piano per l’Infanzia e l’Adolescenza in Piemonte, che metta nuove risorse e investa sui servizi.

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

Travolto da palo della luce, è grave in ospedale

DAL PIEMONTE / Un vecchio palo in legno della luce a Ovada è crollato e ha travolto un uomo di 77 anni. Il pensionato è stato trasferito  all’ospedale di Alessandria in codice rosso, per trauma da schiacciamento. L’uomo stava spostando alcuni tronchi d’albero, nell’ambito dell’intervento di pulizia della fascia di rispetto tra l’ autostrada e ferrovia. Un tronco ha urtato il palo ormai malandato che cadendo ha travolto il pensionato.

La Rocca di Arignano, cena di beneficenza per l’Ucraina con Women in Coffee

Giovedì 7 aprile alle ore 20, nella Locanda della Rocca di Arignano, si terrà una cena benefica per l’Ucraina a tema caffè, curata dall’executive chef Fabio Sgrò e organizzata in collaborazione con Caffè Vergnano e l’azienda vitivinicola Tenuta Tamburnin.

Parte del ricavato della serata andrà nelle casse della Croce Rossa e tutti i commensali riceveranno, come omaggio simbolico, una confezione contenente una tazzina da caffè della Linea Women in Coffee, progetto di sostenibilità sociale di Caffè Vergnano, e una lattina di caffè della linea Pink Collection.
“Dopo aver collaborato in occasione della mostra Arte è donna di inizio marzo, nella quale Caffè Vergnano aveva illustrato il proprio progetto Women in Coffee, siamo molto felici di poter collaborare nuovamente con l’azienda, per un progetto di questo genere” ha dichiarato la direttrice della Scuola di Cucina e proprietaria insieme al marito Luca Veronelli, della Rocca di Arignano, Elsa Panini, che poi aggiunge “nello specifico la serata e l’iniziativa nascono dal desiderio di fare qualcosa di concreto per aiutare chi è meno fortunato di noi, chi, suo malgrado, è finito all’interno di un conflitto al quale nessuno mai avrebbe voluto assistere”.
“Women in Coffee nasce da un sogno, il mio sogno, quello di supportare le donne coltivatrici di caffè in tutto il mondo” ha dichiarato la CEO di Caffè Vergnano, Carolina Vergnano. “Oltre a questo obiettivo virtuoso, Women in Coffee è diventato un contenitore più ampio che porta avanti messaggi legati all’empowerment, all’inclusione e alla comunione che oggi più che mai sono drammaticamente attuali. Women in Coffee, nel suo piccolo, si schiera al fianco delle donne ucraine per aiutarle a vivere e superare un momento buio del nostro tempo affinché tutto questo cessi il prima possibile e dalla storia si impari a fare meglio”.

I quattro piatti pensati per la cena – dall’antipasto al dolce – sono stati tutti costruiti dallo chef Fabio Sgrò intorno al caffè dell’azienda chierese. Si parte dalla Quaglia scottata, insalatina di erbe spontanee e sedano e perle di caffè, “in cui il caffè che va ad aromatizzare il fondo di quaglia contrasta la dolcezza delle erbe e della carne”, si continua con gli Gnocchi arrostiti croccanti con fave crude e mousseline di cipolla e caffè, “in cui quest’ultimo va ad aromatizzare una zuppa di cipolle, insieme all’aceto”, si prosegue con il Petto d’anatra, radici e salsa al pane profumata al caffè, “dove la salsa viene realizzata con pane raffermo prodotto con lievito madre e fondo aromatizzato al caffè”, e si termina con un Parfait alla liquirizia e tuile croccante al caffè, “piatto nel quale il caffè è presente nella sottilissima tuile, quasi dello spessore di un’ostia, assieme all’alga nori”.
Tutti i piatti saranno abbinati ai vini di Tenuta Tamburnin, azienda vitivinicola situata a Castelnuovo Don Bosco, nell’astigiano, che possiede 9 ettari di terreno a un’altitudine di circa 300 m.s.l.m., dove vengono coltivati i vitigni locali Freisa, Malvasia, Bonarda, Barbera e Nebbiolo e gli internazionali Chardonnay, Sauvignon Blanc e Merlot. La cena avrà un prezzo di 70 € e parte del ricavato sarà devoluto alla causa dell’Ucraina, attraverso l’importante e fondamentale contributo di Women in Coffee e della Croce Rossa.
Due sono le modalità di prenotazione possibili per la cena: telefonare al +39 011 4031511 o inviare una mail all’indirizzo info@roccadiarignano.it.

La meraviglia del “Camelieto” al Castello di Miradolo

La “Fondazione Cosso” presenta il progetto di recupero e salvaguardia di oltre cento esemplari di una pianta fra le più raffinate, riscoperta in Italia solo alla metà del Novecento

Sabato 2 aprile, ore 14,30

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Della famiglia delle “Theaceae”, la camelia è originaria delle zone tropicali dell’Asia e il nome, scelto nel ‘700 dal medico e botanico svedese Linneo, deriva dal nome latinizzato del missionario gesuita Georg Joseph Kamel (1661 -1706) che, per primo, importò la pianta dal Giappone. Assurta agli onori letterari e resa celebre dal romanzo di Alexandre Dumas figlio “La signora delle camelie” (1848), il fiore è da allora simbolo di costanza in amore, di grazia, di bellezza e devozione. Se bianca, significa “stima” e “ammirazione”. Se rosa, “amore” e “speranza”. A metterla in scena come merita (ricordiamo che, rigorosamente bianca, divenne anche il simbolo di Coco Chanel e della sua celebre “Maison”) sarà, sabato 2 aprile (ore 14,30) la “Fondazione Cosso” che al “Castello di Miradolo” presenterà ufficialmente il piano di recupero, tutela e valorizzazione del suo “Camelieto”, realizzato in collaborazione con “Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA)” e “Società Italiana della Camelia” di Verbania, con il contributo di “Fondazione Compagnia di San Paolo”.  “Nell’ambiente protetto del Parco del Castello – spiegano Maria Luisa Cosso e Paola Eynard, presidente e vicepresidente della Fondazione – si trovano oltre 130 giovani esemplari di camelie propagate da piante vetuste appartenenti a due tra le collezioni più antiche e pregevoli d’Italia, provenienti dal giardino dell’ex ‘Albergo Eden’ di Verbania Pallanza e dal Parco di ‘Villa Durazzo Pallavicini’ di Genova Pegli. Alle camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano così le nuove ‘cultivar’, recuperate e salvate dall’abbandono”. Il progetto di piantamento diffuso ha preso il via nel 2019 con l’obiettivo di mantenere e far sopravvivere un ingente patrimonio botanico formato per il 50% da esemplari unici in Italia. Nel 2020 è stato avviato lo studio e la caratterizzazione dei giovani esemplari introdotti nel Parco del Castello e di quelli già esistenti, da parte di un gruppo di esperti dell’ “Università degli Studi” di Torino guidati da Valentina Scariot, con la collaborazione dell’agronomo Andrea Corneo, presidente della “Società Italiana della Camelia”. Strano destino però quello del prezioso fiore orientale. Portato in Europa grazie agli Inglesi, che sul finire del Seicento esplorarono le “Indie Orientali” alla ricerca di territori da conquistare, conobbe negli anni un enorme successo. Anche in Italia, dove una vera e propria esplosione di “cameliomania” si ebbe solo nell’Ottocento, quando il fiore assunse anche segreti significati politici ( “fiore del Risorgimento” ) e, più apertamente, letterari (“La Dama delle Camelie” e “La Traviata”). Sennonché, dopo anni gloriosi in cui in ogni giardino dell’Ottocento la presenza di piante di camelia era d’obbligo, sul finire del secolo l’interesse per questo fiore si è affievolito fino quasi a scomparire. “Molti vivai sono stati chiusi, la nomenclatura si è persa, anche nelle collezioni e nei giardini botanici. L’assenza di profumo, che accomuna quasi tutte le camelie, fu additata come la causa principale della perdita di interesse verso questa specie. Solo a metà degli anni ’60 del Novecento, grazie ad alcuni studiosi ed esperti floricoltori della ‘Società Italiana della Camelia’, l’attenzione per questa pianta rinasce in un’ottica di tutela della biodiversità”. E fu alla fine degli anni ’90 che l’“Assessorato alla Cultura” della Regione Piemonte, con il sostegno del “Ministero per le Politiche Agricole e Forestali”, avviò un articolato programma per il recupero del “germoplasma” locale sul cui solco si inserisce per l’appunto il progetto sviluppato a Miradolo e presentato ufficialmente sabato 2 aprile, in un incontro (a tema “La camelia nella storia tra Oriente e Occidente”) che darà il via ad un mese di iniziative e di incontri che si concluderanno sabato 30 aprile.

Per info e programma: Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com

g.m.

Nella foto di copertina Maria Luisa Cosso e Paola Eynard

Michela Sebastiano: “Pillole di un risveglio”

Informazione promozionale

L’AUTRICE SI PRESENTA

Sono Michela, una donna di 41 anni, nata a Roma, mamma di 4 splendide figlie, moglie, studentessa universitaria, frequento un Masterclass e Angel in Devamia per diventare coach per cuore mente e anima, ballerina di pole dance, attrice allo sbaraglio nel gruppo della chiesa e creatrice del progetto WonderMamy 2.0. Come faccio a fare tutto questo? Volere è potere, questo è il mio motto. Il dare voce al mio sentire mi ha fatto affacciare al mondo della scrittura.
Pillole di un risveglio è un libro che racchiude una serie di racconti, che descrivono i miei primi passi verso il risveglio. Troverete riflessioni sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sull’amore e sulla magia. Un risveglio che muove i suoi passi prendendo consapevolezza che noi siamo acqua, vibrazioni, emozioni, frequenza, pensieri, noi siamo LUCE .
C’è la volontà di trasmettere la necessità di dare voce ai propri pensieri, pensieri puri e liberi da ogni giudizio, trasmettendo valori come fede e amore. Aprendosi a questi valori, aprendosi al proprio cuore si può cambiare. Trovando l’equilibrio con noi stessi accendiamo la luce che è in noi, luce che ci illumina il nostro cammino. Possiamo arrivare a capire che siamo perfetti nella nostra imperfezione.
Questo è quello che ha scritto mio marito, proprio perché in questo momento sentivo un blocco……non riuscivo a scrivere e non riuscivo a scrivere di me…..
Poi  il  25 febbraio 2022 ho fatto la presentazione del mio dono a due donne speciali, nel percorso di crescita e di risveglio in cui sono Angel e sono tornata a fluire e a raccontare la mia storia e le mie emozioni.
Tutta la storia del libro è una storia fantastica, tutta la mia vita è fantastica per essere raccontata…..per presentare il futuro che è già qui!
Racconta di me, di come la mia anima attraverso la scrittura ha cominciato a spingere per venire al mondo, per nascere nella Luce e per accompagnarmi verso la mia realizzazione nella consapevolezza che noi siamo molto di più di quel  che pensiamo. In questo libro io seguo il mio sentiero, il mio filo rosso per raggiungere nuovi orizzonti, sono storie di vita quotidiana di un’ ordinaria vita straordinaria. 
Mi è stato chiesto: “A chi consiglieresti questo libro?”
 Questo libro è per te che senti che la vita è molto di più, per te che senti che qualcosa ti sfugge, per te che quando ti guardi allo specchio vedi solo i tuoi difetti ma senti che tu sei molto di più! Per te che senti che la  luce ha vinto, a te che vuoi trovare la tua via e la tua verità, a te dico buona lettura e buona riflessione, hai tutto dentro te per costruirti un mondo migliore in linea con la tua anima❤️
Questo libro racchiude delle mie riflessioni personali ed offre spunti per riflettere e trovare tutte le risposte dentro di noi, ti permette di cambiare lenti e vedere il mondo da un altro punto di vista. Racconta delle mie prime esperienze di dialogo con Dio e di le mie prime esperienze con i chakra e con il reiki, è un libro che secondo me può scardinare il vecchio e rigido sistema di credenze, per costruirne uno nuovo, più flessibile e in linea con la nostra essenza. Come dico la chiave per la rinascita è l’occhio, vigile e attento.  Essere, trovare, realizzare. Volere è potere e l’@more rende liberi.
Sento davvero che questo piccolo libro racchiude tutto il mio amore e la mia voglia di un mondo nuovo dove regnano la Pace e l’Amore a partire da noi.
Nella coerenza del cuore
Michela Sebastiano

La guerra del gas

A cura di lineaitaliapiemonte.it

La scelta di spostare i nostri approvvigionamenti di gas dalla Russia agli Stati Uniti non sarà a costo zero sia dal punto di vista economico che da quello ambientale. Facciamo due conti e chiediamoci se dell’ ambiente importa ancora a qualcuno
Continua a leggere:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/03/30/mobile/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/la-guerra-del-gas-di-marco-corrini.html

Emergenza climatica, alla Cavallerizza la proiezione del documentario Legacy 

/

Il Glasgow Climate Pact e gli aggiornamenti scientifici dal VI Assessment Report dell’IPCC

 

Università di Torino, Aula Magna della Cavallerizza Reale Venerdì 1° aprile 2022, ore 16:00-19:45

INCONTRO E PROIEZIONE DEL FILM LEGACY
ALL’INTERNO DELLA ‘NOTTE DELLA GEOGRAFIA’

 

Il Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Torino – Corso di Laurea Magistrale in Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio e il Green Office di Ateneo UniToGO, in collaborazione con il Festival CinemAmbiente, organizzano, venerdì 1° aprile, dalle 16 alle 19.45, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale, un incontro di discussione interdisciplinare sull’emergenza climatica, che si concluderà con la proiezione del documentario Legacy di Yann Arthus-Bertrand, proiettato a Glasgow in apertura della 26° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. …

Finisce lo stato d’emergenza. Cirio: “Occorre tenere alta l’attenzione, il Covid non finisce per decreto”

“Continueremo a monitorare e coordinare le azioni per fronteggiare la pandemia

“È un momento che viviamo tutti con grande partecipazione emotiva, attendevamo questa giornata da tempo e vogliamo viverla nel senso più corretto del suo significato: da una parte gioire per la fine dell’emergenza, dall’altra non pensare che il Covid sia stato cancellato dalla nostra vita per decreto. In Piemonte abbiamo attualmente l’incidenza più bassa d’Italia, ma non dobbiamo abbassare la guardia. I dati ci dicono che la situazione è buona, ma il virus c’è e dobbiamo continuare a stare attenti e insistere con la campagna vaccinale”: è il messaggio che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha voluto lanciare aprendo la conferenza stampa convocata in occasione della fine dello stato di emergenza nazionale per la pandemia, alla quale erano presenti gli assessori alla Sanità Luigi Genesio Icardi, all’Innovazione e Ricerca Covid Matteo Marnati, ai Trasporti e alla Protezione civile Marco Gabusi, all’Istruzione Elena Chiorino, al Bilancio e Attività produttive Andrea Tronzano e ai Bambini Chiara Caucino, che durante la pandemia ha seguito le Politiche sociali.

“Sono stati due anni complicati per tutta l’umanità – ha proseguito – Oggi diciamo grazie a tutti coloro che hanno condiviso con noi questo percorso negli ultimi due anni. Se oggi l’Italia è considerata un esempio nella gestione del Covid, non va dimenticato che questo esempio si regge sull’attività delle Regioni”.

Ripercorrendo i momenti anche difficili e drammatici che hanno caratterizzato questi due anni, il presidente Cirio ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono spesi in ogni modo possibile per combattere la diffusione del virus e curare e sostenere la popolazione: tutti gli operatori della sanità pubblica e privata e, accanto alla Regione, le Prefetture, i sindaci e gli enti locali, il personale dell’Unità di Crisi e del Dirmei, l’Esercito e le forze dell’ordine, i volontari della Protezione civile, le fondazioni bancarie, il mondo imprenditoriale, il CSI e gli organi di informazione insieme a tutti i cittadini.

“L’emergenza è finita – ha osservato l’assessore Icardi -, ma il Covid-19 rimane una minaccia da non sottovalutare. Bisogna fare tesoro delle buone pratiche apprese in questi due anni di pandemia, per evitare che il contagio torni a creare problemi sanitari e sociali. Per questo abbiamo chiesto al Governo che non ripristini le norme restrittive sulla privacy in vigore prima della pandemia e che non torni indietro sulle modalità di trasmissione delle ricette dematerializzate e sull’accesso al fascicolo sanitario. I grafici delle quattro ondate dimostrano chiaramente come le misure anti-Covid in Piemonte abbiano progressivamente ridotto gli effetti della malattia in modo drastico, dall’inizio ad oggi. Il Piemonte ha saputo fare sistema, grazie ai suoi sanitari, ai vaccini e al ruolo attivo e collaborativo della stragrande maggioranza della popolazione. Il senso di responsabilità di tutti, anche fuori dall’emergenza, sarà fondamentale perché la pandemia non possa più rialzare la testa”.

In videocollegamento Claudio Palomba, oggi prefetto di Napoli e prefetto di Torino durante il periodo principale della pandemia, ha ricordato che “in quei momenti ogni decisione è stata condivisa, e chi rappresenta lo Stato a tutti i livelli non può che vedere in queste situazioni la necessità di camminare insieme”. Ha poi evidenziato l’attenzione che il Piemonte ha riservato ai più anziani e ai più fragili, a cominciare dalle Rsa.

Dall’Unità di Crisi al Dirmei

La fine dello stato di emergenza comporta la formale chiusura dell’attività dell’Unità di Crisi istituita all’inizio della pandemia e il passaggio delle sue competenze di monitoraggio e coordinamento al Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive costituito nel giugno 2020 per diventare il cuore della battaglia contro il Covid. La struttura sarà diretta da Emilpaolo Manno e suddivisa in 27 settori.

La situazione epidemiologica

Da tre settimane i valori del Piemonte sono tra i più bassi in Italia: un’incidenza di 450 casi ogni 100.000 abitanti (il valore nazionale è 839), l’occupazione dei posti letto ordinari è all’8.8% (unica Regione con Veneto e Lombardia sotto il 10%) e quella delle terapie intensive è al 3,5% a fronte di un valore nazionale del 4,8%. L’Rt è 1,32, la positività dei tamponi il 17%.

La popolazione vaccinata

L’84,3% dei cittadini piemontesi oltre i 5 anni di età ha concluso il ciclo primario con monodose o doppia dose (il 96,2% di coloro che hanno aderito, ovvero 3,6 milioni su 4,2).

La somministrazione di oltre 2,8 milioni di terze dosi pone il Piemonte in testa alla classifica delle Regioni italiane più grandi, come risulta dai dati della Fondazione Gimbe aggiornati al 30 marzo.

Gli immunizzati naturalmente, cioè le persone che non hanno aderito ma hanno avuto il Covid negli ultimi sei mesi, sono 165.000, tra cui 47.000 tra i 5 e gli 11 anni e 39.000 over50.

I non aderenti sono al momento 358.000, tra i quali 109.000 5-11enni e 106.000 over50. Una categoria che, come ha annunciato il presidente Cirio, “continuiamo a sensibilizzare, abbiamo fatto di tutto e continueremo a farlo. E a chi non si è presentato per la terza dose scriveremo una lettera per spiegare che rinviarla rischia di vanificare l’immunità raggiunta”.

La stabilizzazione del personale a tempo determinato

A partire da luglio la Regione Piemonte stabilizzerà tutti i 1.137 operatori in servizio durante l’emergenza Covid che hanno i requisiti previsti dalla legge nazionale.

La normativa statale consente di assumere a tempo indeterminato gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che abbiano maturato entro giugno di quest’anno almeno 18 mesi di servizio, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.

“Risintonizza il Piemonte” ad Alessandria

Grimaldi (LUV): Il tour arriva nella provincia più colpita dalla pandemia, dove i tanti errori della Giunta sono stati pagati cari.

“Ci siamo riproposti di fare un tour del Piemonte e, come in un bilancio di metà mandato, raccontare e analizzare i primi due anni e mezzo di legislatura Cirio. Mercoledì sarà la volta di Alessandria, la provincia piemontese più colpita dalla pandemia e che forse più di tutte ha subito gli errori e i ritardi della Giunta. Ricordiamoci che il dramma delle Rsa è cominciato proprio a Tortona, che a lungo è stata anche l’approdo di tanti malati perfino da Torino” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, da una settimana impegnato in “Risintonizza il Piemonte”: un “tour” attraverso il territorio con tappe in tutte le città che stanno per andare al voto, che mercoledì 6 aprile arriverà ad Alessandria con un incontro alle 20,30 alla Casa del Quartiere. Saranno presenti tantissime voci ad arricchire questo bilancio politico, ambientale e sociale: attivisti, professionisti, studenti e lavoratori del mondo sindacale, associativo e dei movimenti, ma anche rappresentanti politici della sinistra ecologista, dell’area del centrosinistra, in particolare il candidato sindaco Giorgio Abondante, l’onorevole Federico Fornaro (LEU) ed esponenti locali di Sinistra Italiana, Articolo Uno, Europa Verde-Verdi, che avevan dato vita a Liberi Uguali Verdi.

“Sono stati proprio quelli i mesi della nascita di ‘Tele Cirio’” – prosegue Grimaldi – “il Presidente che, nonostante la lunga catena di comando, la moltiplicazione di task force esperti e commissari speciali, ha compiuto numerosi passi falsi e solo con estremo ritardo è arrivato a operare a pieno regime su misure di sicurezza e piano vaccinale”.

“Dopo 110 giorni è arrivata la prima pioggia del 2022, lo stato d’emergenza per l’acqua si avvicina, con la secca dei fiumi è a rischio il 33% dell’industria alimentare. Siccità, incendi, temperature alte, grandinate e alluvioni: non è un film di fantascienza, ma la nuova normalità della crisi climatica. Eppure c’è chi – come Lega e Fdi – preferisce vestire i panni del nemico del clima” – conclude Grimaldi. – “Parleremo di questo e di tanto altro perché in due anni e mezzo ci siamo opposti con centinaia di migliaia di emendamenti, ordini del giorno, interventi, mobilitazioni sui temi ambientali, sociali, del lavoro, dei diritti – che dire per esempio dei continui attacchi alla salute riproduttiva delle donne, alla loro autodeterminazione? Sappiamo che per invertire la rotta serve fare ancora di più. Ecco perché è il momento di risintonizzarci, organizzarci e cambiare tutto”.

Stazioni sicure con i controlli della polizia

692 persone controllate, 73 bagagli ispezionati e 6 sanzioni elevate: questo il bilancio dell’operazione “Stazioni Sicure,, promossa dal Servizi Polizia Ferroviaria a livello nazionale, che ieri ha visto impegnati 72 operatori della Polizia Ferroviaria nelle stazioni ferroviarie del Piemonte e Valle d’Aosta.

Gli operatori Polfer hanno effettuato mirati servizi di vigilanza al fine di incrementare i livelli di sicurezza nelle aree ferroviarie di competenza sia a tutela dei viaggiatori che degli utenti delle stazioni. I controlli sono stati estesi ai bagagli al seguito negli scali ferroviari, a bordo treno e ai depositi bagagli con l’uso di metal detector.

24 le stazioni interessate dai controlli straordinari nelle province di entrambe le regioni, con particolare attenzione ai convogli internazionali che giungono nel territorio nazionale provenienti da Svizzera e Francia e alle stazioni non presidiate da personale Polfer.

A Torino, nella stazione di Porta Nuova, i servizi sono stati effettuati congiuntamente al personale del Reparto Prevenzione Crimine e delle Unità Cinofile.

A Torino gli agenti Polfer hanno denunciato in stato di libertà due cittadini, uno italiano e uno somalo, per aver violato il provvedimento ai sensi della normativa in materia di “Daspo Urbano”. I due uomini, controllati l’uno all’interno della stazione ferroviaria e l’altro nel parcheggio esterno, sono risultati essere sottoposti al provvedimento di divieto di accesso alle aree interne della stazione di Porta Nuova e relative pertinenze, a cui non hanno ottemperato. Denunciati in stato di libertà, l’italiano è stato anche sanzionato amministrativamente al regolamento di Polizia ferroviaria per aver effettuato una raccolta fondi abusiva in stazione.