ilTorinese

Rifondazione: “Draghi a Torino? No grazie”

PER MANIFESTARE CONTRO IL GOVERNO DELLA  GUERRA! PER DIRE NO ALLA SPESA  MILITARE E CHIEDERE PIÙ RISORSE PER ISTRUZIONE, SANITÀ, SERVIZI SOCIALI, AMBIENTE

In occasione della presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che sarà in città martedì prossimo, il Partito della Rifondazione Comunista Torino assieme ad altre forze partitiche e associative organizzerà un’iniziativa di mobilitazione contro la guerra e il carovita.

Il Governo Draghi, afferma Fausto Cristofari segretario provinciale di Rifondazione Comunista, anziché adoperarsi per la cessazione immediata delle ostilità e per una soluzione diplomatica della crisi, propone come fondamentale l’aumento del sostegno militare all’Ucraina.

Ma davvero Draghi pensa che la pace si realizzi alimentando l’economia della guerra?

Aumentare di 13 miliardi di euro la spesa militare – continua Cristofari – significa comprimere ulteriormente una spesa sociale e sanitaria già largamente inadeguata.

Pensiamo come Rifondazione Comunista che sia necessario far  sentire al Presidente del Consiglio la voce di una città che ha bisogno di riconvertirsi a nuovi lavori, rispettosi dell’ambiente ed orientati verso la cura delle persone e del territorio, e che non vuole adattarsi alla prospettiva di diventare un polo per la produzione di armi, nascosto sotto il falso mantello della ricerca aerospaziale, con il marchio della Nato.

Rifondazione Comunista

“Cinemautismo 2022” Al Greenwich Village

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Ritorna in presenza la rassegna cinematografica dedicata allo “spettro autistico”

Sabato 2 aprile

Tre film. Tutti proiettati in una sola giornata, ad ingresso libero, al cinema “Greenwich Village”, in via Po 30, a Torino. L’appuntamento è per sabato 2 aprile, data in cui si celebra la “Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo 2022”. E data in cui ritorna “in presenza”, dopo due anni di proiezioni in streaming, “Cinemautismo”, la prima rassegna cinematografica italiana dedicata allo “spettro autistico” alla sua XIV edizione.

Curata da Marco Mastino e Ginevra Tomei e organizzata dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” ( con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana, Città di Torino, Fondazione “Paideia” e “Comitato Siblings Onlus”), l’iniziativa offre al pubblico non solo la possibilità di condividere le storie raccontate dai film in programma, ma anche momenti di dibattito e confronto, da sempre caratteristiche distintive della rassegna. “La possibilità di ritornare in un cinema dopo questi anni ‘virtuali’ – commentano i curatori – ci emoziona moltissimo. Finalmente potremo tornare ad avere uno spazio di condivisione e dibattito perché ‘Cinemautismo’ è anche questo: un’esperienza individuale, ma anche collettiva, in cui ci si parla e ci si confronta, sempre a partire ovviamente dai film, sull’autismo, ma anche su vari aspetti della vita. Quest’anno con ‘Cinemautismo’ attraverseremo continenti (abbiamo film da Argentina, Stati Uniti e Israele) e varie fasi della vita. Parleremo di infanzia, ma anche del divenire adulti e delle relazioni. Cercheremo di affrontare molteplici temi, come molteplici sono gli aspetti della vita delle persone autistiche e – in effetti – di ognuno di noi”. Tre i film in programma, si diceva. Tre film che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in alcuni dei più famosi festival cinematografici internazionali. Il tutto concentrato nella giornata di sabato 2 aprile.

 

Si inizia  con “Una escuela en Cerro Hueso” di Betania Cappato, delicato film argentino che racconta l’esperienza della piccola Ema e della sua famiglia in un nuovo villaggio e in una nuova scuola (ore 15.30 “Greenwich Village”). La regista, sorella di una persona autistica, ha ottenuto con questo suo primo lavoro autobiografico la menzione speciale della giuria al “Festival di Berlino” del 2021 nella Sezione “GenerationKPlus”.

La giornata prosegue con la proiezione di “Dina” di Dan Sickles e Antonio Santini, pluripremiato documentario americano – tra cui il Gran Premio della Giuria della sezioni documentari al “Sundance Film Festival” del 2017 – che racconta la storia d’amore tra Dina, eccentrica donna di periferia, e Scott, usciere dei magazzini “Walmart”, entrambi nello spettro autistico (ore 18.00 Greenwich Village).

La sera si conclude con “Here We Are” di Nir Bergman, pellicola israeliana selezionata in concorso ufficiale al “Festival di Cannes” del 2020, che racconta del rapporto tra un padre e il figlio autistico ormai divenuto adulto (ore 21Greenwich Village). Il film, distribuito da “Tucker Film”, uscirà il 5 maggio nelle sale italiane con il titolo “Noi due”.

g.m.

Per info: Cinema “Greenwich Village”, via Po 30, Torino; tel. 011/281823 o www.cinemautismo.it

Nelle foto:

–       “Una escuela en Cherro Hueso”

–       “Dina”

–       “Here We Are”

 

Dal Coordinamento AGiTe “No” alle spese militari

Riceviamo e pubblichiamo

Il Coordinamento AGiTe contro le armi atomiche, tutte le guerre e i terrorismi (https://www.agite-to.org/)  nato nel maggio 2017 per sostenere la partecipazione dell’Italia alle trattative all’ONU, prima e la ratifica dopo la sua approvazione del Trattato ONU che mette al bando le armi atomiche (TPNW) ha incontrato il Prefetto mercoledì 30 marzo 2022  e nel corso dell’incontro ha ribadito:

  • la propria posizione di contrarietà a tutte le guerre, senza “se” e senza “ma”;
  • la condanna sin dall’inizio e senza mezzi termini dell’aggressione ingiustificata ad un Paese libero e sovrano quale l’Ucraina da parte della Russia;
  • il sostegno a tutte le associazioni e le singole persone che con grande coraggio manifestano la loro contrarietà alla guerra in Russia e in Ucraina.

AGiTe ritiene ingiustificata la corsa al riarmo che si è scatenata in tutto l’Occidente, Italia compresa.

AGiTe concorda con le parole di Papa Francesco:

“ci vergogniamo che si proponga l’impegno ad aumentare sino al 2% del PIL della spesa militare e che anziché cambiare paradigma nelle relazioni internazionali si pongano le basi per numerose e pericolose guerre future”.

I Paesi NATO nel loro insieme hanno una spesa militare pari al 54% della spesa militare mondiale (dati SIPRI relativi al 2020).

Che bisogno c’è di aumentare ulteriormente una spesa per le armi già folle?

A questo proposito è stato presentato e consegnato al Prefetto l’appello dei 50 premi Nobel «Riduciamo la spesa militare del 2%, per affrontare i problemi del mondo» “…ciascun attore sarà in grado di beneficiare dalla riduzione degli arsenali del nemico, e così pure l’intera umanità. In questo momento, il genere umano si ritrova ad affrontare pericoli e minacce che sarà possibile scongiurare solo tramite la collaborazione. Cerchiamo di collaborare tutti insieme, anziché combatterci…”.

E’ stata espressa la forte preoccupazione per quel che riguarda la sede dell’Ufficio Regionale per l’Europa del progetto DIANA (Defence Innovation Accelerator for North Atlantic) ossia un “acceleratore di innovazione destinata alla Difesa”, progetto nato a Bruxelles nel giugno 2021, nell’ambito dell’”Agenda NATO 2030” il cui scopo dichiarato è quello di supportare la NATO nell’innovazione tecnologica in una sinergia fra Pubblico e Privato

Torino è stata candidata a sede del progetto – il 20 gennaio scorso, durante in un incontro a cui hanno partecipato, oltre alle autorità militari, il sindaco e il presidente della Giunta Regionale-.

Per una città in forte difficoltà economica e industriale come Torino si prospetterebbe quindi l’idea di uno sviluppo fortemente condizionato dalla produzione bellica (destinata quindi alla distruzione di vite umane e di beni materiali).

Non è certo di produzioni belliche, orientate a generare soltanto prospettive di morte e di distruzione che ha bisogno la nostra Città ma di politiche di riconversione produttiva orientate a produzioni compatibili con le risorse naturali e sostenibili dal punto di vista ambientale e umano.

Sono stati presentati dati sul livello di povertà in Italia e nella nostra Città e Regione – nella Città Metropolitana di Torino e soprattutto nel Comune di Torino. Secondo le stime preliminari ISTAT, nel 2021 le famiglie in povertà assoluta in Italia sono il 7,5% (7,7% nel 2020) per un numero di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4%, come lo scorso anno), confermando sostanzialmente le stime del 2020.

Nel corso dell’incontro sono state illustrate  tutte le criticità rilevate sulla Legge di Bilancio 2022-2024 ribadendo che le priorità del Paese, quelle verso le quali decidere aumenti % in base al PIL sono:

  • il lavoro buono e sicuro, in particolare dei giovani e delle donne;
  • il contrasto alla precarietà, non è accettabile che all’aumento del PIL aumenti il lavoro povero;
  • il rafforzamento ed adeguamento del SSN e del sistema pubblico di assistenza sociale territoriale;
  • gli investimenti legati al programma Next generation Eu;
  • un fisco più equo;
  • la riforma delle pensioni;
  • il welfare e inclusione sociale;
  • le nuove politiche industriali.

AGiTe ha chiesto al Prefetto di portare al Governo la richiesta di istituire il Ministero alla Pace, così come proporrà al Sindaco del Comune di Torino e al Presidente della Giunta Regionale di istituire l’Assessorato alla Pace per la programmazione e realizzazione di politiche vere e verificabili di pace e nonviolenza.

Sono state consegnate 237 firme a sostegno della contrarietà all’aumento della spesa militare, prime firme raccolte ai presidi di tutti i sabato mattina ore 11 in piazza Castello.

La raccolta firme che prosegue in forma cartacea e in rete

https://secure.avaaz.org/community_petitions/it/governo_italiano_e_parlamento_no_a_13_miliardi_in_piu_di_spese_militari/?cyArzbb&utm_source=sharetools&utm_medium=copy&utm_campaign=petition-1451362-no_a_13_miliardi_in_piu_di_spese_militari&utm_term=cyArzbb%2Bit

Il Coordinamento AGiTe

Spara alle gambe della ex compagna e fugge

Questa mattina in via Domodossola a Torino, un uomo ha sparato alle gambe della ex compagna ed è fuggito. Successivamente è stato fermato dalla polizia. Le indagini sono affidate agli investigatori della Squadra Mobile della Questura.
La donna, dalle prime informazioni non sarebbe italiana, è stata colpita  alle gambe e soccorsa  dal 118 che l’ha trasportata in ambulanza all’ospedale Giovanni Bosco. L’uomo che ha sparato si sarebbe consegnato spontaneamente alla polizia.

C’è Juve-Inter!

31esima giornata di serie A

Sabato 2 aprile ore 20.45
Salernitana-Torino

Domenica 3 aprile ore 20.45
Juventus-Inter

Torna la serie A dopo la mancata qualificazione ai Mondiali della nazionale Italiana.
Subito il big match Juve Inter con i bianconeri che intravedono, addirittura,la possibilità di un reinserimento,seppur tardivo, nella lotta per lo scudetto quando mancano 8 giornate all fine del campionato.
La Juve di Max Allegri è in forma e farà di tutto per conquistare i 3 punti contro i campioni d’Italia dell’Inter che nelle ultime giornate di campionato sono apparsi piuttosto stanchi ed appannati.
Le formazioni:

JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Danilo, De Ligt, Chiellini, De Sciglio; Cuadrado, Zakaria, Locatelli, Rabiot; Vlahovic, Morata. All. Allegri.

INTER (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro. All. Inzaghi.

Il Toro di Juric farà visita alla Salernitana dell’ex tecnico Nicola.
La squadra granata campana ha poche speranze di salvarsi ma dovendo recuperare 2 partite farà di tutto per conquistare i 3 punti contro i granata torinesi che non vincono da ben 8 partite e che vorranno di conseguenza
ottenere i 3 punti per agguantare la salvezza matematica e blindare l’undicesimo posto che vale un centroclassifica tranquilloAnche il Toro dovrà recuperare la gara contro l’Atalanta,stabilita come data mercoledì 11 maggio.Juric per quanto abbastanza tranquillo,vista la posizione in classifica,vuole il massimo dai suoi giocatori in modo da poter preparare già la squadra che dal prossimo campionato dovrà lottare per qualificarsi in Europa.
Ecco le formazioni

SALERNITANA (4-2-3-1): Sepe; Mazzocchi, Dragusin, Fazio, Ranieri; L. Coulibaly, Ederson; Kastanos, Bonazzoli, Verdi; Djuric. All. Nicola.

TORINO (3-4-2-1): Berisha; Izzo, Bremer, Ricardo Rodriguez; Singo, Ricci, Mandragora, Vojvoda; Lukic, Brekalo; Belotti. All. Juric.

Enzo Grassano

le marionette Grilli per “La Cenerentola”

Un’incredibile riduzione dell’opera di Gioacchino Rossini “La Cenerentola”, approda all’Alfa Teatro di Torino con le marionette della Compagnia Marionette GRILLI  

Tantissimi elementi della storia originale che erano stati trascurati sono stati reinseriti nella vicenda, grazie anche a una scenografia che muta in continuazione…
1-2 aprile alle ore 20.30 e il 3 aprile alle ore 17.00!!
INFO: +39 334 2617947
🎫PRENOTAZIONI E ACQUISTO BIGLIETTI
ONLINE: https://bit.ly/3iAEeSh
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Alimenti in cattivo stato: denunciato ristorante giapponese

Ieri pomeriggio, a seguito di segnalazione dei cittadini, gli agenti Reparto di Polizia Commerciale della Polizia Locale, hanno effettuato un controllo ispettivo in un ristorante giapponese in via Nizza.

All’interno della cella congelatore, gli agenti hanno rinvenuto tranci di manzo, di pancetta di maiale e petti di pollo che, acquistati freschi, erano stati congelati senza l’utilizzo dell’abbattitore di temperatura.

Altri alimenti, tra cui un preparato di gamberi e verdure in panetti, involtini primavera e spiedini di seppie, acquistati surgelati, venivano conservati dopo essere stati decongelati, lavorati e successivamente riposti nello stesso congelatore.

Sul pavimento di fianco all’uscita sul retro e nel cortile, gli agenti hanno poi trovato due ceste contenenti salmoni interi, prive di qualsiasi protezione e pertanto esposte a potenziali contaminazioni.

Sono in tutto 35 i chilogrammi di alimenti posti sequestro giudiziario in cattivo stato di conservazione per cui il titolare è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 5 lett. B lex 283/62.

Lo stesso sarà anche sanzionato per aver stoccato alcuni flaconi di candeggina in prossimità di alimenti e per aver riposto il cibo dei dipendenti all’interno dei frigoriferi della cucina. Il totale delle sanzioni ammonta a circa 1.000 euro

Guerra in Ucraina e rialzo dei prezzi nei supermercati: la situazione

INTERVISTA CON FIORENZO BORELLO / Lo scenario della guerra in Ucraina e le inevitabili conseguenze sul rialzo dei prezzi di alcuni prodotti, hanno provocato dei timori tra i consumatori , spesso infondati ma comprensibili, di non poter più ritrovare negli scaffali dei supermercati alcuni beni di prima necessità.

E l’aumento dei prezzi , senza dubbio, é un aspetto importante nella evidente ridotta capacità di spesa.  Per dare un’ informazione più chiara al pubblico sulla reale situazione nella grande distribuzione organizzata, abbiamo contattato Fiorenzo Borello (nella foto) amministratore della catena dei supermercati Borello, realtà che negli anni si é radicata con successo sul suolo torinese e che ha focalizzato  la proposta al pubblico con prodotti di prim’ordine nella categoria vini, gastronomia tipica e altri destinati alla cura e al benessere personale.
1. Durante questo tragico periodo di guerra e il  conseguente aumento dei prezzi generalizzato, la gdo come sta reagendo? 
Abbiamo reagito attingendo a quantitativi di scorte ancora presenti,  anche se – purtroppo – abbiamo dovuto aumentare il prezzo di alcuni prodotti a a causa dell’improvviso  ed imprevedibile incremento delle materie prime ( in particolare di grano e mais) e degli idrocarburi.
2. Quali sono i prodotti che hanno subito dei cali di vendita? 
Al momento quelli vinicoli di media – alta qualità,
3. Anche in questo periodo, come durante il lockdown, gli scaffali di farina e lievito sono stati presi d’assalto: cosa ci può dire a riguardo ?
La situazione è tornata alla normalità: fortunatamente il pubblico ha compreso che attualmente il problema maggiore è rappresentato dal caro prezzi. Andiamo incontro alle esigenze del cliente proponendo varie offerte giornaliere, ma ci rendiamo conto che purtroppo il carrello non è più pieno come tempo fa, alla luce anche dei rincari di tutto il resto. E vediamo che attualmente ” tagliare” su determinati prodotti, fa riflettere sulla reale preoccupazione e impossibilitá di fare diversamente
4. In periodo di crisi, in genere, quali sono i generi alimentari più “vendibili” di altri ? 
Farina, pasta, frutta e verdura , olio, alimenti in scatola
5. Come si adeguerà la gdo ai mutati approcci al consumo dei cibi correlato alle difficoltà economiche dei  consumatori? 
Si stanno elaborando nuove strategie di mercato rivolte alle forniture di prodotti succedanei ( per esempio a marchio privato) facendo attenzione alla lavorazione, alla qualità e alla loro provenienza
Chiara vannini

“Joaquin Sorolla pittore di luce”, virtuosismi sotto il sole del Mediterraneo

Nelle sale di Palazzo Reale, a Milano, sino al 26 giugno

 

La luce, sopra ogni altra cosa. La luce che abbaglia, che riempie le stanze e i giardini e le spiagge di gioia, accecante e avvolgente, in alcuni tratti impressa violentemente, che colpisce con tagli diversi gli oggetti che incontra, che inonda, che si espande. “Pittore della luce” è l’immagine che accompagna quel nome, Sorolla – Joaquin Sorolla y Bastida – nella mostra, a cura di Micol Forti e Consuelo Luca de Tena, che Milano, nella sede di Palazzo Reale (dopo una precedente occasione, nel marzo 2012, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara), ha voluto dedicare, sino al 26 giugno, ad un grande artista – magnifico, a noi poco noto nonostante i rapporti e le frequentazioni italiani, non certo perché chiuso entro i confini di quella penisola sotto il cui sole era nato – spagnolo (nacque ne 1863, morì nel 1923), coprodotta dal Comune di Milano-Cultura e da CMS Cultura, realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura e lo Sport della Spagna, il Museo Sorolla e la Fundaciòn Museo Sorolla madrileni e altre prestigiose istituzioni museali pubbliche e private. “È stato un maestro di luce – sottolinea il sindaco Giuseppe Sala, nella presentazione in catalogo -, che nei suoi quadri ha l’intensità e il calore che risplende sui mari e nei cieli spagnoli. Grazie al suo virtuosismo cromatico, emergono dalla sua opera lampi di modernità che hanno innovato la pittura spagnola, aprendola alle nuove temperie artistiche affermatesi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento”.

Una pittura di gioia e di forte violenza, che già aveva spinto lo stesso Monet a definire il circa trentenne pittore di Valencia “un gaudente della luce”. Un artista che presto s’impegna a provare per schizzi, a frequentare corsi serali e che nel 1878, quindicenne, mette piede tra mille sacrifici all’Accademia di Belle Arti, lui orfano a soli due anni di entrambi i genitori e allevato con la sorella Eugenia in casa di una zia materna. Poi le opere di Velasquez al Prado che lo affascinano, e i concorsi e i primi premi, una borsa di studio nell’’85 per un soggiorno a Roma di tre anni, i viaggi a Venezia, a Pisa, a Napoli e a Firenze, sempre ad ammirare e studiare le opere dei Maestri, nello stesso anno per la prima volta a Parigi. Parigi ricca di stimoli e di idee, di fermenti non soltanto artistici ma pure sociali, una Parigi che vede in quello stesso anno la grande retrospettiva dedicata a Delacroix e la pubblicazione di “Germinal” di Zola, una città lambita dalle diverse angolazioni della pittura impressionista che lo spinge, lui poco più che ventenne, a ricercare l’indirizzo e l’esattezza e il tono definitivo della propria arte. Ci ritornerà nel 1900, in occasione della Esposizione Universale, per esporre – dopo lunghi ripensamenti – “Triste eredità”, un successo inimmaginato che gli frutterà l’ambitissimo “Grand Prix” e che gli aprirà le porte delle prestigiose gallerie d’arte della capitale francese e di gran parte dell’Europa.

Una immagine forte e “sgradevole”, la comunione della bellezza del mare rappresentato en plein air secondo un imperativo che il pittore fece suo per tutta la vita e un “soggetto emotivamente e socialmente carico”, un folto gruppo di bambini, i piccoli corpi nudi colpiti dalla luce del sole, poliomielitici, rachitici, storpi, ciechi, rudimentali bastoni a reggerne alcuni, che un Fratello del vicino Ospedale dell’Ordine di San Giovanni di Dio ha accompagnato un giorno sulla spiaggia di Malvarrosa, vicino Valencia. Il titolo originale doveva essere “I figli del piacere” – all’epoca simili ragazzi erano ritenuti il frutto di esistenze rovinate da vizi e alcol -, dipinto l’anno precedente, titolo mutato su consiglio dell’amico Vicente Blasco Ibànez, repubblicano e socialista convinto, uomo d’intensa attività politica, che già aveva dato alle stampe vari romanzi nelle cui pagine aveva descritto le miserie dei pescatori e dei contadini valenciani, che spingeva l’artista a guardare con occhio sempre più critico e intenso ad una società malata e colpevole, povertà e prostituzione non ultimi peccati. Nasce “Giorno felice” (o “Ritorno dalla prima comunione”, 1892) per l’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Madrid, il miserevole ambiente di una baracca sulla spiaggia di Valencia, un nonno cieco e una nipotina che lo ossequia con un bacio sulla mano, appena tornata dalla prima comunione, l’abito bianco e la luce del sole che filtra tra le assi in cattivo stato senza toccare minimamente i personaggi in primo piano mentre forse un lembo di speranza è dato da quell’apertura sulla spiaggia carica di sole, il mare sullo sfondo. Nasce soprattutto “La tratta delle bianche” (1894), quattro povere prostitute, addormentate e chiuse nei loro scialli a riscaldarsi come possono, tutte in giovane età, pochi bagagli in primo piano, trasportate all’interno di un vagone ferroviario sotto l’occhio di una vecchia sorvegliante: il passaggio da un luogo di lavoro ad un altro, triste pratica diffusa all’epoca, un’opera di estremo realismo, le pareti del claustrofobico, soffocante vagone a far da confine con il mondo, la dolcezza triste dei visi, una tela dai colori cupi, dove il solo rosa di una gonna sembra portare con sé un sottile senso di leggerezza, una tela che racchiude un’intera narrazione, un passato e un futuro, l’esistenza delle vittime, una struggente emozione assai potente.

La luce torna a inondare “Cucendo la vela” (1896, con grande felicità degli organizzatori l’artista accetterà di presentarla alla Biennale veneziana del 1905), lo sguardo del pittore pronto a catturare nell’immediatezza le scene che gli cadono sotto gli occhi. Qui un gruppo di donne, i visi aperti al sorriso, due uomini in secondo piano, in un momento di pausa della pesca rammendano quelle parti che le tempeste possono aver rovinato. È un’allegria quella vela, i grumi di luce buttati qua e là e le brevi piccole quasi impercettibili ombre (qualcuno ha parlato di “latente luminosità delle ombre”), l’esplosione del tessuto, le pieghe e l’arruffarsi vaporoso; è un’allegria la tavolozza di colori e le pennellate vigorose, il sole che passa attraverso e i giochi cromatici impressi sulla tela, la gioia sincera del lavoro, è un’allegria quella distesa di piante e di fiori che occupano gran parte dell’interno, come nel “Giorno felice” ancora un pezzo di mare e di cieli azzurri sullo sfondo, anche ad aprire un varco al cambiamento. È un’allegria tutto quel bianco che riempie le spiagge nella quotidianità delle gite o dei soggiorni di Clotilde, la moglie di Sorolla, e dei loro figli (“Istantanea, Biarritz”, 1906, lei con una piccola Kodak tra le mani a riprendere gli attimi più preziosi, anche qui pennellate rapide e la materia del colore che s’imprime prezioso sulla tela, pennellate “sfrangiate” che stringono forte il personaggio e lo sfondo), l’incedere di Maria, la figlia maggiore, sulla spiaggia, mentre i raggi del sole colpiscono lo schiumeggiare della riva, gli abiti immacolati secondo le leggi della moda (“Antonio Garcia”, 1909). Il bianco, il dilagare del colore, di questo colore, diviene predominante, allontana la necessità, come era in passato, di dare tratti esatti ai volti. Ne nascono capolavori come “Sotto la tenda, la spiaggia di Zarauz” (1910), un tripudio di sole e di ombre, di vesti e di ombrellini e di cappelli di paglia, adagiati sull’aranciato della sabbia; o come “La siesta” (1911), dove l’artista ritrae la famiglia al completo nel riposo di un pomeriggio, solo l’abito di Clotilde spruzzato di un tenue rosato, immersi tutti nella forte, compatta macchia fatta di verde e di giallo che li circonda.

Anche l’interesse per la luce e i colori dei giardini colpisce inevitabilmente la pittura di Joaquin Sorolla, siano essi giardini privati o quelli dell’Alcazar di Siviglia o dell’Alhambra di Granada (sia quello della grande casa che il pittore s’era fatto costruire nel 1911 dall’architetto Enrique Marìa Repullés a Madrid, a racchiudere le aree di abitazione e di lavoro), un susseguirsi di archi e portali e distese di fiori che si riflettono in fresche vasche d’acqua. Mentre il successo europeo s’ingigantisce; mentre affida la propria arte ai ritratti (“l’anima di un ritratto è impalpabile e sfuggente e deve essere colta dal pittore con maggiore precisione e rapidità di quella che serve per rendere la tinta di una nube o il riflesso della luce su un’onda che si frange”, ebbe a sottolineare Sorolla), al chiuso di una sala o all’aperto, come quello newyorkese, esuberante, “grandioso”, di Louis Comfort Tiffany, ancora un signore in abito bianco, la tavolozza in mano e la tela davanti, inondato alle sue spalle di una quantità inverosimile di fiori, dai più svariati colori, ancora offerti con pennellate calde e ampie, robuste e concrete; mentre lega la propria arte allo studio del mondo greco (in Grecia non metterà mai piede ma subirà il completo fascino dei fregi del Partenone durante un suo soggiorno londinese, in occasione di una personale nel 1908 alle Grafton Gallieries) e romano (in passato, duranti gli anni del suo apprendistato, la possibilità di studiare l’antichità della capitale), ricavandone calde suggestioni nella composizione e nel gusto per le figure monumentali – basterebbe il solo esempio della “Veste rosa” (1916), “uno dei migliori che abbia mai realizzato”, due donne colte dopo il bagno, al riparo all’interno di una cabina dei raggi del sole che provengono dalla spiaggia attraverso i legni sconnessi, il corpo della ragazza bruna con indosso una veste rosata che aderisce con sensualità, a rappresentare in perfetto esempio statue antiche dal panneggio bagnato; in questo momento di nuovi lavori e di idee da sviluppare, fondamentale è l’incontro con il mecenate americano Archer Milton Huntington, appassionato di arte e scultura spagnole e fondatore nel 1904 dell’Hispanic Society of America di New York. L’uomo ha conosciuto l’arte di Sorolla a Londra, ne è rimasto entusiasta: la mostra nell’Upper Manhattan ottiene un successo senza precedenti e viene replicata con altrettanta affluenza di spettatori e di acquirenti a Boston e a Buffalo, due anni più tardi a Chicago e Saint Louis. Tra il 1910 e il 1911 Sorolla accetta una committenza straordinaria da parte di Huntington, un lavoro che assorbirà gran parte delle sue forze negli ultimi anni della vita: il ciclo “Visione della Spagna”, pannelli a olio di tre metri e mezzo d’altezza per una lunghezza complessiva di 70 metri, che lo vedrà impegnato sino al 1919 e per il quale l’artista si vedrà costretto a viaggiare e a documentare i costumi e l’umanità delle varie realtà del paese, i paesaggi e gli abiti tipici e i visi e il folklore.

L’ultima immagine di Joaquin Sorolla è quel giardino di casa sua, tanto desiderato, ancora un’occasione perché ogni colore trovi la propria esplosione, perché le luci e le ombre s’imprimano ancora una volta, perché ogni angolo prenda vita, i vasi di gerani, il roseto, i colonnati, lo stagno, le buganvillee che tutto invadono. Tra quelle visioni, le ultime, il pittore nel 1920 verrà colpito da quell’ictus che lo terrà lontano dal suo lavoro e che tre anni dopo, il 10 agosto 1923, lo porterà alla morte. Tra le ultime tele di Sorolla, “Giardino di casa Sorolla con sedia vuota”, le ombre e le luci che filtrano attraverso l’intricarsi delle foglie, i ricami sul terreno e sulla casa sullo sfondo. Consuelo Luca de Tena ricorda: “La poltrona di vimini su cui Sorolla siede in tante fotografie, mentre chiacchiera o dipinge, è vuota. Come un commiato.”

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, nell’ordine: “Istantanea, Biarritz”, 1906, olio su tela, Madrid Museo Sorolla; “Cucendo la tela”, 1896, olio su tela, Galleria Int. d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia; “Tratta delle bianche”, 1894, olio su tela, Madrid Casa Sorolla; “Triste eredità”, 1899, olio su tela, Colleciòn Fundaciòn Bancaja, Valencia; “Sotto alla tenda, la spiaggia di Zarauz”, 1910, olio su tela, Madrid Museo Sorolla; “Giardino di casa Sorolla”, 1918-1919, olio su tela, Madrid Museo Sorolla; “Ritratto di Louis Comfort Tiffany”, 1911, olio su tela, The Hispanic Society of America, New York.

Autostrade, uno spiraglio (temporaneo) nelle difficoltà di collegamento tra Piemonte e Liguria

Si apre uno spiraglio (temporaneo) nelle difficoltà di collegamento tra la Liguria ed il Piemonte, che molti problemi stanno avendo gli automobilisti che si accingono ad affrontare il viaggio nei due sensi per via dei diversi cantieri aperti.

Sono state accolte, infatti, le richieste della Regione Liguria per garantire dal pomeriggio di mercoledì 13 aprile e fino a domenica 8 maggio la rimozione dei cantieri su tutta la tratta di competenza di Aspi. Anche sulle altre tratte – da Sestri Levante fino alla Toscana, da Savona al confine francese e da Savona a Torino – il periodo pasquale sarà caratterizzato dalla rimozione della gran parte dei cantieri e, laddove non possibile, da un loro alleggerimento per favorire il flusso veicolare nelle direzioni di maggior traffico in arrivo e in uscita dalla Liguria. A fronte di questo piano condiviso con il ministero e Anci, dobbiamo però essere tutti consapevoli che le prossime settimane fino al 13 aprile saranno assolutamente complesse e difficili, con lavori e scambi di carreggiata anche molto impattanti sul traffico”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone, al termine della riunione odierna del tavolo tecnico di confronto con i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, di Anci insieme ad Anas e alle concessionarie autostradali.
“Rispetto all’ultima riunione della scorsa settimana – aggiunge Giampedrone – il quadro di alleggerimenti è ulteriormente migliorato, per andare incontro alle esigenze del territorio e alle sollecitazioni che avevamo posto come Regione. Concluso il periodo pasquale di stop, dal week end successivo inizierà il piano estivo con lo smontaggio dei cantieri dalle 14 del venerdì alle 12 del lunedì successivo, applicato in modo sostanzialmente omogeneo da tutti i concessionari ad eccezione di alcuni casi, marginali, di lavorazioni inamovibili”.
Tra i cantieri più impattanti, fino al 13 aprile sono previsti diversi scambi di carreggiata che impatteranno sul traffico sulla A26 e sulla A10 fino a Ventimiglia. Anche sulla A6 Savona Torino proseguiranno le lavorazioni in atto, in particolare tra Savona e Altare fino al periodo pasquale.
Il tavolo tecnico tornerà a riunirsi intorno a metà maggio.

Massimo Iaretti