ilTorinese

Pioggia, vento e grandine sul Piemonte

Ondata di maltempo

A Biella e in diverse aree del Piemonte del nord, come la Valsesia  il maltempo sta causando disagi, come testimoniano le numerose immagini circolate sui social. Grandinate e folate di vento fino a 70/80 km a Varallo e nel Biellese. Nelle prossime ore si prevede un peggioramento su Cuneese e Alessandrino. In serata un forte vento sta interessando il capoluogo regionale e il Torinese, dove sono possibili piogge. Domani è previsto il ritorno del caldo a Torino e su tutta la regione

Ho 50 anni e allora? Carlo Griseri contro l’age shaming nel cinema

Ieri pomeriggio nell’elegante e raccolta cornice della sala Musica del Circolo dei Lettori, si è tenuta la presentazione del nuovo libro del critico cinematografico Carlo GriseriHo 50 anni e allora? 5 dive contro l’age shaming, edito da Bietti Edizioni. A dialogare con l’autore, il critico del Corriere della Sera Fabrizio Dividi, per un incontro che è andato ben oltre la classica presentazione editoriale: è stato un vero momento di confronto sul ruolo dell’età e delle donne nel cinema.

Griseri non è nuovo all’indagine sul ruolo delle donne nel mondo del cinema. Con il volume precedente Ritratte. Storie di donne che hanno scelto il cinema, aveva già tracciato una galleria di 10 registe che hanno saputo ritagliarsi un posto in un mondo prevalentemente maschile. Ho 50 anni e allora? è il naturale proseguimento di quel lavoro: se nel primo libro erano le donne dietro la macchina da presa a essere protagoniste, ora lo sono cinque attrici internazionali che, giunte alla soglia dei cinquant’anni e ben oltre, rifiutano di scomparire o di farsi pilotare dalle regole della società e dell’industria dello spettacoloche per anni hanno imposto alle donne una data di scadenza sullo schermo.

Griseri è partito condividendo una riflessione personale che ha accompagnato il suo percorso nella stesura di questi due libri: «nel mio lavoro di giornalista di cinema cerco di dare il mio contributo nel tenere viva l’attenzione sulle discriminazioni di genere in questo campo. Cerco di adottare una prospettiva femminista, pur consapevole che, quando un uomo si definisce tale, può essere guardato con sospetto: da un lato rischia di sembrare un tentativo di captatio benevolentiae, per cercare il facile consenso dalle donne, dall’altro alcune femministe potrebbero obiettare che non spetta a un uomo attribuirsi questa etichetta, ma piuttosto dimostrarlo nei fatti e lasciare che siano le donne a riconoscerlo.» È con questi presupposti che nasce il libro e dall’esigenza di rispondere a una domanda tanto semplice quanto urgente: “perché la durata della carriera delle attrici tende a essere più breve di quella dei colleghi uomini?

Griseri ha raccontato come per anni il mondo del cinema abbia imposto alle attrici una narrazione rigida: bellezza, giovinezza, seduzione tutto il resto – gravidanze, il passare del tempo, le rughe – andava rimosso, perché considerati “difetti” da dissimulare. Passata una certa età le attrici venivano spesso relegate a ruoli marginali, o scomparivano dal set.

Una cultura, quella dell’age shaming, che ha colpito in modo sistemico le donne, in un’industria che invece ha sempre concesso agli uomini di “invecchiare bene” sullo schermo. Basti pensare, ha ricordato Griseri, a star come Ava Gardner che confessava di invidiare Greta Garbo per essersi ritirata prima di perdere la bellezza, o Gloria Swanson che, a cinquant’anni, veniva già chiamata “nonna” a Hollywood. E senza andare troppo lontano nel tempo Meryl Streep, a Cannes 2024, ha rivelato che all’inizio della carriera credeva che, una volta madre e trentacinquenne, avrebbe dovuto dire addio ai ruoli importanti. Una paura che molte colleghe hanno vissuto.

Griseri ha sottolineato come oggi qualcosa stia cambiando: il pubblico è più consapevole, i ruoli iniziano ad ampliarsi, e le attrici mature non sono più invisibili. A dimostrazione di questo al centro del libro ci sono cinque attrici esemplari per aver rotto questo anacronistico modello e che rappresentano alcune risposte possibili allo stereotipo dell’“attrice bella e basta”: Julia Roberts, Jennifer Connelly, Nicole Kidman, Penélope Cruz e Cate Blanchett. Donne che, superati i 50 anni, hanno scelto ruoli complessi, insoliti e a volte anche scomodi e controversi.

Griseri non si limita a celebrarle, ma per ognuna individua un filmchiave in cui la loro interpretazione riesce a spezzare il cliché della donna decorativa, mettendo in luce maturità, profondità e talento oltre l’estetica. Tra tutte, forse è proprio Cate Blanchett a incarnare con maggiore evidenza il superamento dello stereotipo della “bella attrice”: non solo per la potenza di un ruolo come quello di TÁR, ma per la sua capacità trasformista che l’ha sempre portata a esplorare ogni angolo dell’identità umana, ben oltre l’apparenza.

Un esempio perfetto arriva già nel 2003, quando interpreta un doppio ruolo in Coffee and Cigarettes di Jim Jarmusch. Appare sia nei panni di sé stessa sia in quelli di una cugina rockettara, sfacciata e vagamente invidiosa. Fu lei stessa a inventarsi quel secondo personaggio – “con un seno più abbondante, voce più roca, tacchi e atteggiamento da outsider”, raccontò Jarmusch. Quando Bill Murray vide il film, chiese: «Cate è brava, ma l’altra chi è?». Era sempre lei, ma talmente immersa nel ruolo da diventare irriconoscibile.

La stessa versatilità emerge con forza in Manifesto (2015), video-installazione poi trasformata in film, dove interpreta tredici personaggi diversi che recitano altrettanti manifesti artistici. Un esercizio estremo di identità fluida: è sempre Cate, ma ogni volta è “altra”.

E come dimenticare il suo Bob Dylan in Io non sono qui di Todd Haynes (2007)? Scelta tra cinque uomini, è l’unica donna chiamata a incarnare il mito musicale. Alta, androgina, magnetica: “Era una richiesta così folle che non potevo dire di no”, raccontò Blanchett, che già ai tempi della scuola si era abituata a interpretare ruoli maschili, frequentando un liceo femminile.

Al centro di tutto, per lei, resta la dedizione assoluta alla recitazione, vissuta come un mezzo per indagare l’essere umano, non un’occasione per esibire fascino o perfezione. “Di che sesso sia il personaggio, non mi è mai importato. Mi interessa raccontare l’essere umano”, ha dichiarato.

In sala si è respirata la sensazione di un dibattito aperto con un pubblico partecipe e curioso che non ha esitato a porre domande, condividere riflessioni. Griseri, non solo ha sviscerato le ambiguità e le resistenze del sistema grazie alla sapienza delle domande poste da Dividi, ma ha offerto storie emblematiche di donne che hanno cambiato le regole dimostrando che il cambiamento è già in corso ed è necessario spianarne la strada. Ho 50 anni e allora? non è solo un libro sulle attrici mature: è un manifesto contro la cultura dell’età come limite, una richiesta di pari dignità narrativa e visiva per le donne dentro e fuori dal grande schermo. Un incontro intenso, partecipato, che ha messo a fuoco un messaggio chiaro: non è l’età a decidere il valore di un’attrice. È il talento.

GIULIANA PRESTIPINO 

In copertina foto di Elisabeth Armand

I giovani granata brillano: trionfi per l’Under 18 e l’Under 17 del Torino FC

Le giovanili del Torino FC regalano grandi soddisfazioni al popolo granata. In un momento storico in cui il vivaio torna al centro del progetto sportivo, arrivano due successi prestigiosi: l’Under 18 e l’Under 17 si laureano campioni, rispettivamente nei loro campionati nazionali di categoria.

Due scudetti che riportano entusiasmo e speranza tra i tifosi: il futuro del Toro sembra davvero in buone mani. E chissà che qualcuno di questi ragazzi, presto, non possa calcare anche il prato del Grande Torino.

Enzo Grassano

Lega, nel week end  in tutto il Piemonte gazebo sul ddl Sicurezza

Riceviamo e pubblichiamo

Nel week end importante appuntamento con i gazebo della Lega dedicati al ddl Sicurezza in tutto il Piemonte, come nel resto del Paese. Gli amministratori locali e i militanti del Carroccio illustreranno i contenuti del decreto Sicurezza, fortemente voluto dalla Lega e recentemente tramutato in Legge.

Sgombero lampo per le occupazioni abusive, pene più severe per chi aggredisce agenti di pubblica sicurezza e anziani, e per le borseggiatrici recidive sono alcuni dei punti qualificanti del provvedimento. Per un’Italia più sicura, e per consentire alle forze dell’ Ordine di svolgere al meglio il proprio lavoro.

Di seguito l’elenco completo dei gazebo nelle diverse province del Piemonte.

PROVINCIA DI ALESSANDRIA

SABATO 21 GIUGNO 2025
Acqui Terme – corso Italia c/o p.zzetta Ex-Pretura 09.30/12.00
Acqui Terme – corso Italia c/o p.zzetta Ex-Pretura 17.30/19.00
Alessandria – corso Roma 09.30/12.30
Casale Monferrato – via Saffi Sotto Torre Civica 09.30/12.30
Casale Monferrato – via Saffi Sotto Torre Civica 16.00/19.00
Castelnuovo Scrivia – via Solferino 37/39 (sede Lega) 10.00/12.30
Fubine Monferrato – c.so Aldo Porro (festa Lega) 18.00/23.30
Novi Ligure – viale Saffi 09.30/12.00
Novi Ligure – viale Saffi 15.00/18.00
Tortona – p.zza Galluzzi (zona mercato) 09.00/12.30
Tortona – via Emilia Sud c/o ang. via Fracchia 16.00/19.00

DOMENICA 22 GIUGNO 2025
Fubine Monferrato – c.so Aldo Porro (festa Lega) 18.00/23.30

Trova il gazebo più vicino a te su www.legaonline.it/gazebo

PROVINCIA DI ASTI

SABATO 21 GIUGNO 2025
Asti –  p.zza Alfieri (lato Bar Cocchi) 09.00/12.30
Canelli – p.zza Cavour 09.30/12.30

PROVINCIA DI BIELLA

SABATO 21 GIUGNO 2025
Biella – p.zza Falcone ang. c.so  53° Fanteria  09:30/12:30
Biella – p.zza Santa Marta via Italia fronte Banca San Paolo 15/18
Viverone – via Tarello (lungo lago Porticciolo) 15.00/18.30

DOMENICA 22 GIUGNO 2025
Candelo – via Iside Viana 38 c/o vicino Conad 09.00/12.30

CANAVESE

SABATO 21 GIUGNO 2025
Castellamonte – via Educ, 33 (sede Lega) 14.00/16.00
Chivasso – p.zza D’Armi fronte Palazzo Einaudi 08.30/12.30
Ivrea – corso Botta ang. via Palestro 09.30/13.00

DOMENICA 22 GIUGNO 2025
Borgaro Torinese – via Lanzo ang. via Svizzera 09.00/13.00
Castellamonte – p.zza Nenni fronte ospedale 09.00/12.30
Cuorgnè – via Arduino 7 (sede Lega) 09.00/12.00
Ingria – via Capoluogo 3, 12.00/16.00
Ivrea – via Aosta, 6 (sede Lega) 10.00/13.00
Rivarolo C.se – corso Torino ang. via Ivrea 15.00/18.00

PROVINCIA DI CUNEO

SABATO 21 GIUGNO 2025
Cuneo – p.zza Galimberti ang. corso Nizza 15.30/17.30
Fossano – viale Alpi 09.00/13.00
Mondovì – corso Statuto ang. via Marconi 09.00/13.00
Saluzzo – p.zza Cavour 09.00/13.00
Savigliano – p.zza Santarosa 09.30/12.30

DOMENICA 22 GIUGNO 2025
Alba – via Maestra 15.00/18.00
Borgo San Dalmazzo – p.zza Martiri della Libertà 10.30/12.30
Bra – via Cavour,28 09.30/12.00
Busca – p.zza Savoia 09.00/13.00
Ceva – via Marenco 09.00/13.00

PROVINCIA DI NOVARA

SABATO 21 GIUGNO 2025
Arona – viale Repubblica fronte Unicredit 09.30/12.00
Borgomanero – piazza Martiri 10.00/12.00
Borgomanero – piazza Martiri 15.30/18.30
Novara – largo Leonardi (zona mercato coperto) 09.00/13.00

DOMENICA 22 GIUGNO 2025
Borgomanero – piazza Martiri 10.00/12.00

PROVINCIA DI TORINO

SABATO 21 GIUGNO 2025
Alpignano – p.zza Marzo 09.00/12.00
Bruino – p.zza Municipio 09.00/13.00
Carmagnola – piazza IV Martiri (mercato) 09.00/13.00
Castiglione Torinese – viale Bollino 09.00/13.00
Grugliasco – viale Echirolles (mercato) 09.00/13.00
Pinerolo – p.zza Facta 09.00/12.30
Poirino – p.zza Italia c/o Fontana della Giovinezza 09.00/13.00
Rivoli – p.zza Fratelli Cervi 09.00/12.00
Rivoli – via Fratelli Piol 15.00/18.00
Torino – p.zza Dante Livio Bianco 09.30/12.30
Torino – corso Racconigi ang. p.zza Robilant 09.30/12.30
Torino – piazza Barcellona 09.30/12.30
Torino – corso Toscana ang. c.so Cincinnato 09.30/12.30
Torino – p.zzetta Cerignola via Monterosa 09.30/12.30
Torino – p.zza Borromini 09.30/12.30
Venaria Reale – piazza De Gasperi 09.30/12.30

DOMENICA 22 GIUGNO 2025
Pinerolo – p.zza San Donato 09.00/12.30

MARTEDI’ 24 GIUGNO 2025
Susa – p.zza Repubblica 10.00/13.00
Villafranca Piemonte – p.zza Vittorio Veneto 09.00/12.30

GIOVEDI’ 26 GIUGNO 2025
Santena – p.zza Roma (mercato) 09.00/13.00

DOMENICA 29 GIUGNO 2025
Chieri – via Vittorio Emanuele II 09.30/12.30

PROVINCIA DEL VCO

SABATO 21 GIUGNO 2025
Domodossola – p.zza Cavour 09.00/13.00
Verbania – p.zza Ranzoni 09.00/13.00
Verbania – p.zza Ranzoni 13.30/17.00

PROVINCIA DI VERCELLI

SABATO 21 GIUGNO 2025
Borgosesia – via Settembre ang. p.zza Mazzini 09.00/13.00

MARTEDI’ 24 GIUGNO 2025
Varallo – via Caduti per La Libertà 09.00/12.00

Metropolitana Porta Nuova – Bengasi ferma domenica fino alle 14,30

Domenica 22 giugno 2025 dalle ore 7.00 alle ore 14.30 circa a causa lavori di manutenzione della metropolitana che determineranno la temporanea interruzione della tratta tra Porta Nuova e piazza Bengasi, sarà istituita la linea M1S bus sostitutivo nel tratto Porta Nuova corso Maroncelli.

Nuovo look per la Gran Madre, facciata coperta per un anno

La Chiesa della Gran Madre di Dio, che la posizione strategica all’inizio del ponte Vittorio Emanuele I, con una vista che abbraccia il cuore storico della città e l’imponenza architettonica hanno reso un simbolo di Torino, sarà oggetto di un nuovo corposo intervento conservativo. La Giunta Comunale, su proposta della vicesindaca titolare della delega al Patrimonio Michela Favaro e dell’assessore alla Cura della Città Francesco Tresso ha approvato il progetto di restauro e ripristino delle facciate del monumento.

Già dalla fine del mese di giugno si procederà alla posa dei ponteggi sui quali troverà posto un telo destinato a ospitare messaggi pubblicitari per tutta la durata dell’intervento, stimata in 12 mesi.

I lavori, per un valore poco superiore al milione di euro, saranno infatti interamente sponsorizzati dalla società One Srl, che sfrutterà per terzi i diritti pubblicitari e vedrà al lavoro lo stesso team tecnico, integrato con alcune competenze torinesi, che si è occupato del restauro delle facciate di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. Complessivamente, il restauro riguarderà 1.072 metri quadrati di elementi lapidei (compresi i gruppi scultorei), 183 metri quadrati di intonaci e 318 metri quadrati di stucchi. Oltre a questi verranno interessati dal restauro anche la pavimentazione lapidea in prossimità dell’ingresso, la bussola in legno, le gronde e discendenti relativi al protiro e la copertura stessa del protiro.

“Il restauro monumenti rappresenta uno degli esempi virtuosi di collaborazione tra pubblico e privato ed è un modello sempre più utilizzato in Italia per la gestione e la fruizione del patrimonio culturale – commenta la vicesindaca Michela Favaro -. Questa sinergia che coinvolge Comuni, sponsor e ditte di restauro è di grande importanza per la comunità, laddove gli interventi che si realizzano contribuiscono a salvaguardare un bene storico artistico che fa parte della nostra identità e concorrono al decoro ed alla vivibilità della nostra città. Grazie ad una positiva interlocuzione con lo sponsor e la Soprintendenza siamo riusciti ad ottenere un ridimensionamento della superficie che ospiterà i messaggi pubblicitari, pur mantenendo l’ammontare complessivo della sponsorizzazione”. 

“Con questo intervento – aggiunge l’assessore Francesco Tresso – sarà possibile riportare un monumento identificativo come la Chiesa della Gran Madre al suo splendore, migliorando la sicurezza e l’accessibilità, e al tempo stesso valorizzare ancor più il territorio urbano e la storia della città sempre più meta di turisti”.

Obiettivo del restauro è porre rimedio ai danni subiti soprattutto dalle superfici lapidee e dalle decorazioni marmoree il cui processo di degrado è stato progressivamente accelerato dall’esposizione costante degli agenti atmosferici e dall’inquinamento.

L’intervento si propone di arrestare questo processo in atto, preservando il più possibile i materiali originali e garantendo la stabilità e la fruibilità del monumento per le generazioni future.

Il progetto prevede un intervento specifico e mirato su diverse aree della chiesa, considerando sia la parte strutturale che le parti decorative. La priorità è mantenere un equilibrio tra la conservazione del materiale storico e l’introduzione di tecniche e materiali moderni, selezionati con criteri di compatibilità e reversibilità. Il restauro si articolerà in diverse fasi, ognuna delle quali è stata studiata e pianificata per affrontare i vari tipi di degrado rilevati. Per questo è prevista un’attenta analisi preliminare del materiale costitutivo del monumento, allo scopo di individuare le soluzioni più adatte per la conservazione e il restauro.

“Come One siamo orgogliosi di portare avanti un progetto di restauro su un bene così iconico per la Città di Torino insieme ad un team di eccellenza” dichiara Emanuele Anselmi, amministratore di One Srl.

Dall’esposizione sui ponteggi che per 12 mesi nasconderanno alla vista la facciata della Chiesa della Gran Madre saranno escluse le pubblicità dalle quali possa derivare un conflitto di interessi tra l’attività pubblica e quella privata, quelli in cui si ravvisa un messaggio pregiudiziale a danno dell’immagine o delle attività del comune e quelli inaccettabili per motivi di opportunità generale, ovvero quelli che prevedono pubblicità diretta o indiretta alla produzione o distribuzione di tabacco, alcool, materiale pornografico o comunque a sfondo sessuale come tutti i progetti che contengono messaggi offensivi, incluse espressioni di discriminazione, di fanatismo, razzismo, xenofobia, omotransfobia. Non saranno accettati anche progetti di propaganda politica, sindacale, filosofica o religiosa.

TORINO CLICK

Torna a Rivoli “Innamòrati di Te”

Martedì 24 giugno torna a Rivoli “Innamorati di Te”, l’evento itinerante ideato e promosso da Codere Italia sul tema della violenza di genere.

La diciottesima edizione ha ottenuto il patrocinio della Città di Rivoli, degli Stati Generali delle Donne e della FERPI-Federazione Relazioni Pubbliche Italiana ed è ospitato nella

Sala Polivalente – Centro Congressi Comune di Rivoli, Via Dora Riparia, 2.

Dopo i saluti istituzionali – affidati a Dorotea GribaldoAssessora con deleghe per politiche giovanili, pace e cooperazione internazionale, pari opportunità, benessere degli animali, gemellaggio, legalità e tutela dei diritti, Comune di Rivoli – si confronteranno al tavolo dei relatori, per presentare dati aggiornati del fenomeno e strategie di azione:

  • Donatella Bertolone – Vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici FIPE/Confcommercio
  • Maria Teresa Cerutti – Sostituto Commissario della Polizia di Stato Commissariato di Rivoli
  • Ugo Mercurio – Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Rivoli
  • Isa Maggi – Coordinatrice nazionale degli Stati Generali delle Donne – Fondazione Villa Gaia
  • Imma Romano  Direttrice Relazioni Istituzionali Codere Italia

 

L’evento è gratuito e aperto al pubblico.

50 anni fa, quando il PCI era davvero una “gioiosa macchina da guerra”

Accidenti…mi stavo dimenticando. Sono arrivato in zona Cesarini. 15 giugno 1975,  per la prima volta ho votato. Che emozione e non solo perché votavo. Prima ed unica volta che ho fatto lo scrutatore. Scuola Gabelli. Sabato , domenica e lunedì. Chiusura seggi alle 14 e poi scrutini. Si potevano dare 5 preferenze in comune, tre preferenze in Regione e uninominale in provincia. Ed allora votava oltre il 90% degli elettori. Ore di punta con code disciplinate. Il Pci superava in Barriera abbondantemente il 50 % dei voti e sempre nel Pci erano vietate le campagne personali.
Ci pensa il partito con la stampa dei fac simili  e le relative preferenze. Diego Novelli capolista in tutta la città e poi a ” degradare ” fino alle zone. Ed anche lì noi giovani comunisti potevano derogare a un solo nome. Piero Fassino allora segretario provinciale della Federazione giovani comunisti. Divento’ consigliere comunale confermandosi uno dei cavalli di razza della scuderia Berlingueriana.
Per verità storica fu scelto e proposto da Ugo Pecchioli capo partigiano ed amico e compagno del padre di Pietro Fassino. Amici dai tempi della resistenza. Magari ci illudevamo ma eravamo convinti di fare la Storia. Grande vittoria! Tutte le grandi città d m’Italia furono governate dalla sinistra. Da Napoli e Roma, da Torino a Venezia Passando per Milano. Felicità all’ennesima potenza. Ma anche un’occasione di dimostrare le nostre capacità organizzative e una forma di auto finanziamento. Come? Semplice. In ogni seggio c’erano almeno 2 scrutatori  comunisti con l’indicazione di non farsi riconoscere e vigilare contro i sempre possibili brogli. Percepivamo  una indennità che era interamente versata al partito. Anzi,  quando avuta la designazione firmavamo la delega al responsabile amministrativo provinciale che passava all’incasso.
Poi , in ogni seggio c’era il rappresentante di lista che finito lo scrutinio telefonava in sezione per dare il dato dei voti di lista. La sezione telefonava alla zona di partito e la zona telefonava alla federazione, la federazione a Botteghe Oscure che sapeva i dati un giorno prima del ministero dell’interno .
Il paradosso era che gli altri partiti per sapere in tempo reale i dati telefonavano, appunto a pci. Ovviamente internet non si sapeva cosa era. Telefonini non erano minimamente ipotizzabili. Sono passati 50 anni giusti giusti.
Eppure, almeno una volta mi sembra ieri.
Una sola volta ho fatto lo scrutatore.
Poi o il rappresentante di lista o il ” raccoglitore di dati”. Probabilmente fu l’unica vera vittoria elettorale del Pci. Nel 76 la Dc recupero’ terreno , di fatto quasi azzerando i partiti centristi. Vero che 8 anni dopo con la morte di Berlinguer, alle elezioni europee il PCI divenne il primo partito. Ma c’era già aria di crisi che portò Occhetto nel voler cambiare nome e dunque linea politica. Il discorso della Bolognina è del 1991. In meno di vent’anni tutto era cambiato. Si è persa anche quella allegria mista a felicità. Si è persa ma non dimenticata. Ed alla fine non siamo tantissimi nel ricordare , oramai per una questione di età. Una ultima considerazione: comunque 50 anni non passati invano.

PATRIZIO TOSETTO

Tradizione e fede, la processione della Consolata

Ieri sera a Torino, nelle vie del centro si è svolta la tradizionale processione della Consolata, guidata dall’arcivescovo Repole. Nel corso della giornata si sono tenute diverse celebrazioni liturgiche nello storico santuario.
Foto Igino Macagno

 

Da Torino a Perugia un grande capolavoro di Modigliani

Nella Galleria Nazionale dell’Umbria, dal 3 luglio

La scorsa estate il successo è andato a “Le tre età” di Gustav Klimt, opera che nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria ha raccolto oltre 600.000 visitatori. Tra il 3 luglio e il 15 settembre prossimo, per la serie “Un capolavoro a Perugia”, arriverà dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino “Nu couché”, opera di Amedeo Modigliani datata tra il 1917 e il ’18 – confrontabile con “Il grande nudo” newyorkese e con il “Nudo sdraiato a braccia aperte” della collezione Mattioli di Milano, quegli stessi nudi che nella Parigi colpita dalla tragedia del primo conflitto fecero gridare allo scandalo, ovvero quando, nel giorno stesso dell’inaugurazione della mostra organizzata dal fedelissimo Léopold Zborowski, amico e mercante, e presente per tutto il mese di dicembre presso la galleria di Berthe Weill in rue Taitbout, nono arrondissement (Berthe, di origini alsaziane, raccoglieva i nomi illustri dell’arte di inizio secolo, Picasso e Matisse, Derain e Utrillo e Dufy, Diego Rivera e George Braque, Suzanne Valadon non ultima tra le pittrici ospitate,  e morirà pressoché in miseria, dal momento che s’accontentava di guadagni di poco conto: lei che, immergendosi in un mondo tutto maschile, all’apertura nel 1901 della sua prima galleria d’arte in rue Massé 25, per nascondere la propria identità femminile, si era vista costretta a camuffare l’insegna della galleria come la carta intestata e gli inviti con l’acronimo puntato del proprio nome seguito dal cognome. In un’esplosione d’interesse certo ritardataria, in questi giorni il Montréal Museum of Fine Arts, in Canada, a lei “appassionata, schietta, visionaria”, rende omaggio con una grande mostra, mentre la parigina Orangerie lo seguirà a partire dall’8 ottobre), il commissariato di polizia del quartiere posto di fronte minacciò il sequestro delle opere – “offensive al pubblico pudore” –  se non fossero state immediatamente ritirate. Parigi non nuova a censure simili, se si pensa, solo pochi decenni prima, all’ostracismo nei confronti dell’”Olympia” di Manet o altresì alle “Demoiselles au bord de la Seine” di Courbet, al Salon del 1857, scandalo e critiche negative perfettamente orchestrate. Oggi, un’occasione per avvicinarsi alla vita, alle relazioni e alla ricerca continua del maestro di origini livornesi, raccontate a partire da uno dei suoi più celebri capolavori.

L’opera di Modigliani, realizzata nell’appartamento parigino di rue Joseph Bara 3 che lo stesso Zborowski aveva affittato nel ’16 per venire incontro alle ristrettezze dell’artista e per far sì che potesse concentrarsi sul suo lavoro, ricorda altresì il periodo in cui, dopo gli esempi della sua formazione a Firenze e Venezia, non appena giunto nella capitale francese “accantonò” il nudo che gli ambienti dell’avanguardia e delle nuove correnti artistiche consideravano troppo “accademico”: lo riprenderà soltanto a seguito della serie delle “Cariatidi” e darà vita alla mostra di rue Taitbout, unica personale lui vivente. “In ‘Nu couché’ – illustra la scheda della Pinacoteca Agnelli – l’artista ritrae una modella semisdraiata su un sofà a mani giunte con le sue morbide linee definite da un segna scuro che separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante. Il nudo è rappresentato da Modigliani nella sua purezza attraverso una sensualità femminile che suggerisce anche controllo e sfida.”

La complessa esistenza del pittore (la salute malferma dell’infanzia che segnerà per sempre la sua esistenza, la ricerca di ambienti più salubri, la morte a trentasei anni all’ospedale della Carità, “peintre maudit” facile derivazione dal cognome per i francesi, amici e detrattori), “i grandi rifiuti e gli altrettanti successi, sarà raccontata attraverso un prezioso nucleo di otto opere, messe a confronto con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di comprendere come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.”

Elio Rabbione

Nell’immagine, “Nu couché” di Amedeo Modigliani (1917/1918), Coll. Permanente della Pinacoteca Agnelli, Torino.