ilTorinese

Il grande spettacolo dei fuochi

E il “farò” è caduto dalla parte giusta: segno di buon auspicio per Torino

Dopo alcuni anni di pausa ieri, in occasione della Festa di San Giovanni sono tornati i fuochi d’artificio. Lo spettacolo pirotecnico lungo il Po ha tenuto con il naso all’insù migliaia di torinesi. Un San Giovanni che dovrebbe portare giorni fortunati alla città secondo la tradizione del “farò” che è caduto verso Porta Nuova, segno di buon auspicio. La foto di copertina è di Stefano Zanarello, quelle sotto di Filippo Lacetera.

“I racconti della Caffettiera”, un’emozione corale

Giovanni Mattia presenta 8 narratori incontrati a Torino e con lui autori dei “I racconti della Caffettiera”

Il giorno 20 Giugno è uscita l’antologia “I racconti della caffettiera” ed è stata per noi un’immensa soddisfazione, una grande emozione. Un’emozione, oserei dire, corale e condivisa. Quello che vogliamo raccontare e trasmettere è l’amore per la scrittura con uno scenario meraviglioso come la città di Torino dove tutto è nato.

Sono arrivato a Torino a fine 2018. Lavoravo a Grugliasco, zona industriale. Le mie giornate piene e stancanti. Ma Torino è magica. Ogni volta che uscivo scoprivo posti. Ma la più scoperta la feci verso ottobre 2019. Ho voluto farmi un regalo. Scelsi un corso di scrittura creativa con l’Operarinata. Fu un successo. Conobbi un gruppo, dove io siciliano, mi amalgamavo alla perfezione. Ci conoscemmo e frequentammo fuori. Poi arrivò l’idea. Ci guardammo e al parco del Valentino, uno dei luoghi per me più magici della città (in realtà tutto il lungo Po’ torinese), nacque l’idea. E poi la caffettiera, il filo conduttore. E iniziammo a scrivere. Si sta bene tra chi parla la stessa lingua. Ed eccoci qua, insieme per una nuova avventura nata a Torino. E ora Torino chi se la scorda? Mi ha fatto scrivere e conoscere. Ho già avuto la fortuna di pubblicare due libri, una raccolta di poesie racconto nel 2012 dal titolo “Il girotondo del millantatore” e un romanzo Western, “Fragile Reverendo nel west”. La mia “caffettiera rubata” presenta nell’antologia è un ritorno da amante del West. Da buon siciliano amo i ritorno. Ritorno a Torino, ritorno in Sicilia, ritorno nel vecchio West. Chapeau!

Luca Navone, autore de “Il malloppo”

Una via secondaria della Crocetta, uno dei famosi palazzi signorili di una Torino che non c’è più, trasformato in un luogo speciale, dove si imparano danza, teatro, yoga e… scrittura. In questo centro culturale, custodito da una burbera, ma gentile, signora, un gruppo variegato di donne e uomini (tra i quali un geologo appassionato di storie) hanno iniziato il loro viaggio tra i segreti della parola scritta. Mostrare e non raccontare, virgole al posto giusto; le regole da imparare sono tante. Dopo tutto questo lavoro, quel gruppo di donne e uomini, ora amici, ha deciso di rilassarsi con un buon caffè.

Il Malloppo ci mostra un piccolo noir, dolce amaro, all’italiana, dove la speranza di cambiare vita si scontra con un destino beffardo, o semplicemente con la iella.

Egle De Mitri, autrice di “Agenzia Reperio”

Durante il corso di scrittura si era creato fra noi un forte affiatamento, non volevamo che quell’esperienza andasse perduta, volevamo darle una continuità, una prospettiva. Così sono nati i racconti della caffetteria. Per Agenzia Reperito è stata fonte di ispirazione una certa atmosfera nebbiosa e un po’ inquietante vissuta al Valentino, ai bordi del Po.

Monica Ferrari, autrice de “La caffettiera”

A volte accadono fatti imprevisti.

E così, andando a un corso di scrittura, si incontrano persone senza alcun denominatore comune eccetto la voglia di raccontare, di lasciare segni indelebili con le parole scritte.

E così, sul prato del Valentino, ci si trova per il saluto di fine anno e si concepisce l’idea di fare qualcosa insieme per inventare una ricetta con ingredienti mai accostati tra loro.

Degustate questi caffè, assaggiate questi racconti.

Ne varrà la pena.

Maria Rosa Arena, autrice de “La caffettiera di Mrs Jeanny”

D. È il Primo racconto pubblicato?

R. No, sono uscite 3 antologie con la pubblicazione di miei racconti. E tutti diversi da questo che ha un contesto, diciamo “magico”.

D. Come mai la magia?

R. Perché lavoro nella zona più affascinante e magica di Torino: Porta Palazzo. Non potevo non esserne contagiata…

D. Come ha conosciuto i suoi compagni di avventura?

R. A un corso di scrittura creativa. Poi è nata un’amicizia, e da lì, l’idea di cimentarsi in un progetto dove ciascun racconto avrebbe dovuto avere la presenza d’una caffettiera. Una specie di staffetta, che ci siamo passati l’ una con l’ altro, per arrivare al finale di questo bella sfida.

Patrizia Zaccara, autrice di “Pausa Caffè”

D. Questo è stato il suo primo libro pubblicato? Com’è stato iniziare lavorando con altri?

R. Sì il primo; è stato stimolante, divertente e incoraggiante. E’ stato bello avere dei compagni di viaggio che mi hanno trascinata in questa avventura e mi hanno fatto germogliare delle idee.

 

D. Ha avuto difficoltà a inserire il proprio racconto nel tema della caffettiera?

R. L’idea della caffettiera come filo conduttore è nata davanti a un caffè. Fra uno scherzo e una battuta ci siamo detti: “ma se scrivessimo dei racconti con una caffettiera?” E poi, diversi come siamo, ognuno ha dato libero sfogo alla fantasia e sono saltati fuori racconti molto diversi.

 

D. Nel suo racconto c’è molto del mondo della scuola; è tutta fantasia o ci sono anche vicende personali?

R. Io non so mentire quindi è tutto vero, camuffato e mescolato, ma vero.

 

D. Nel suo racconto a un certo punto, in un sogno, compaiono le valli di Lanzo. Sono un suo luogo del cuore?

R. Si, come tanti torinesi io e mia sorella trascorrevamo il mese d’agosto ad Ala di Stura e si viveva di corse sui prati, lucciole, caccia alle farfalle, lamponi, capanne traballanti e fuochi proibiti, castighi e reclusioni; era una parentesi di natura e di libertà dagli inverni e dalle case cittadine, sempre troppo chiuse, sempre troppo grigie. Sono certa che la mia voglia di natura è nata lì.

Emanuela Di Novo, autrice di “Anna sulla collina”

Agosto 2019: “Non sto andando da nessuna parte, devo cambiare la mia vita, devo afre qualcosa di nuovo”. Dopo un mese passato ad arrovellarmi su cosa fare per riprendere in mano la mia vita, ecco che mi ricordo della mia maestra delle elementari, Marisa Bossa, che mi diceva sempre che, da grande, avrei dovuto scrivere un libro. Fin da bambina, la penna è stata la mia migliore amica e così, armata di mille penne colorate, mi iscrivo a un corso di scrittura creativa. La scrittura mi ha fatto conoscere otto compagni di viaggio che sono rimasti in questo tempo della vita, ci siamo emozionati per i nostri racconti, per le nostre storie e per i nostri personaggi. E poi, per gioco, l’idea di un’antologia: al Parco del Valentino, dopo mesi di lockdown, con due bottiglie di vino per festeggiare, decidiamo di scrivere nove racconti su una caffettiera che viaggia con noi e dentro di noi. Insieme ci sentiamo vivi e la scrittura che ci accomuna cresce e ci fa crescere. Io ho trovato una strada che mi ha anche un po’ salvato: scrivere, leggere, insegnare scrittura, editare sono diventate azioni quotidiane che mi fanno stare bene, mi rendono felice e soddisfatta. E, come concludo sempre le mie lezioni di scrittura, non mi resta che dire: “Scrivete, scrivete sempre e siate folli!”

Francesco Delfino, autore di “Cafè Noir”

Sono Francesco, 44 enne, capello sul grigio e barba ormai bianca. Sono nato a Torino con genetica del Sud. Sono un naturopata con la passione per la medicina complementare, praticante e insegnante di arti marziali e sport di contatto.

Un sogno ricorrente da sempre? Il viaggio a Cuba. E così è stato, in un caldo marzo di qualche anno fa. Il Malecon Habanero, quella musica, i colori di un’isola dove la vita scorre potente. La malinconia del tramonto sul mare, mi fa pensare a Torino, da qualche parte sul Po’. Un noir, il mio, che racconta una storia di passione e mistero, di appartenenza e di nostalgia. Un racconto che parla di uomini e donne, di conflitti e paure. Un altro viaggio di sola nel delicato animo umano cullato dal sole cubano.

Giovanni Fedele, detto “Cortés”, autore di Moka Express

Signor Cortés, esiste qualche analogia tra la borgata alpina dove lei vive, alle pendici del monte Freidour, in provincia di Torino e il villaggio andino, location suggestiva dei protagonisti del suo racconto?

Beh, non direi. Loro del diavolo grattano solo il naso, la parte più carnosa per far transitare la Cafetera; noi invece sfruttiamo anche il rognone, le frattaglie e le interiora, per farne un bollito nella olla. Paese che vai, usanze che trovi. GAUTE DA SÜTA, diablo!

L’Aeroporto di Torino riconosciuto migliore scalo europeo della sua categoria

AGLI ACI EUROPE BEST AIRPORT AWARDS 2022

dall’Associazione che riunisce oltre 500 scali di 55 paesi

 

 Torino Airport vince il primo premio come Best European Airport nella sua categoria in occasione della 32esima Assemblea e Congresso Annuale di ACI Europe, in corso a Roma.

I Best Airport Awards, giunti alla 18esima edizione, premiano l’eccellenza e i risultati eccezionali raggiunti dagli scali nell’intero portafoglio di attività aeroportuali, e quest’anno hanno voluto premiare sia i molti modi in cui gli aeroporti si stanno riprendendo dopo la pandemia da Covid-19, sia la crescente attenzione alle iniziative legate alla sostenibilità.

L’Aeroporto di Torino è stato giudicato da una giuria indipendente formata da esperti di aviazione civile della Commissione Europea, di Eurocontrol, di SESAR Joint Undertaking, di International Forum e di ECAC-European Civil Aviation Conference.

Primo nella categoria fino a 5 milioni di passeggeri, l’Aeroporto di Torino si è distinto per la significativa capacità di ripresa messa in atto nonostante la pandemia, ampliando come mai prima il proprio network voli e contribuendo così alla connettività del territorio. Particolare rilevanza è poi stata attribuita all’intenso lavoro dedicato all’innovazione e alla sostenibilità.

Parlando durante la cerimonia, l’Amministratore Delegato di Torino Airport Andrea Andorno ha dichiarato: “Sono orgoglioso e onorato che l’Aeroporto di Torino sia stato premiato come miglior scalo europeo del 2022 nella sua categoria. Ringrazio ACI Europe e la giuria, che hanno riconosciuto il valore del nostro impegno. Il mio ringraziamento va in particolare a tutti i dipendenti del Gruppo SAGAT che hanno reso possibile questo importante risultato, frutto del lavoro di una grande squadra. Grazie, naturalmente, anche ai nostri Azionisti che da sempre pongono grande attenzione e supportano lo sviluppo del nostro aeroporto in un’ottica innovativa e sostenibile. Ampliare in maniera così significativa il network delle destinazioni è stato molto impegnativo, ma i risultati di traffico che stiamo registrando ci confermano che siamo sulla strada giusta per contribuire ancora di più alla crescita del nostro territorio, anche come meta da tanti paesi in precedenza non serviti”.

Il futuro del Piemonte passerà da start up e accordi di innovazione

L’assessore regionale all’Innovazione  Matteo Marnati a Rimini a “We Make Future”, il più grande festival dell’innovazione

L’assessore all’Innovazione di Regione Piemonte a “We Make Future”, il più grande Festival dell’Innovazione digitale svoltosi  nello spazio della Fiera di Rimini, per parlare dell’esperienza piemontese e delle azioni messe in campo dalla Regione per avviare e sostenere processi di sostenibilità nell’ottica di supporto al mondo imprenditoriale.

Sostenibilità e digitalizzazione, ha esordito l’assessore, sono i due perni sui quali si deve costruire il futuro. Si deve lavorare non solo per costruire ma anche per sviluppare tecnologie che possano permetterci di raggiungere, il più possibile, l’autonomia, soprattutto in campo energetico ma anche in altri campi. E gli accordi di innovazione vanno in questa direzione.  Oggi, grazie a un cambio di passo culturale e alle risorse a disposizione, possiamo raggiungere gli obiettivi.  Negli ultimi anni Regione Piemonte, ha fortemente puntato sulle start up per uscire dalla crisi socioeconomica che ha interessato, e fortemente segnato, un territorio regionale a vocazione essenzialmente manifatturiera, mettendo a punto, negli ultimi due anni, il bando “SC-UP”, una misura sperimentale dedicata proprio alle start up innovative, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) nella consapevolezza e convinzione che, nel sostegno all’innovazione, l’aiuto pubblico si debba innestare nel sistema di supporto degli investitori privati.

Tutto, prosegue l’assessore, è nato dalla constatazione che buona parte delle start up che nascono sul territorio, pur con un grande potenziale, rimangono di piccole dimensioni. E il fatto di non riuscire a compiere quel salto che potrebbe accelerare la loro crescita e il loro consolidamento, comporta il rischio di dispersione di vere e proprie eccellenze innovative.

Nel corso dei due anni segnati dalla pandemia la risposta delle start up è stata significativa: alcune aziende hanno mostrato prontezza nell’adeguarsi ai nuovi scenari e alle nuove richieste, di materiali e strumenti, imposte dalla crisi sanitaria come, ad esempio, la produzione di ventilatori polmonari. Altre start up finanziate dalla Regione Piemonte operano nel campo delle tecnologie digitali avanzate applicate al campo della mobilità, del tracciamento delle merci, del marketing, della cybersecurity e della gestione aziendale. Il bando ha visto la partecipazione di 87 start up innovative, 43 sono state ammesse al finanziamento per uno stanziamento complessivo di oltre 14 milioni di euro da parte di Regione Piemonte.

Scusi, ma lei chi è? Cosa ci fa in casa mia?

Quando non ci si riconosce di fronte allo specchio e non si sa più chi sono i propri famigliari
Siamo talmente abituati a passare di fronte ad uno specchio e riconoscerci, che non ci facciamo più
caso, ma cosa succederebbe se un giorno ci svegliassimo e non fossimo in grado di identificare la
nostra figura, ponendoci di fronte alla superficie riflettente in cui ci guardiamo fin da bambini?
Esiste una condizione patologica, nota come sindrome di Capgras che contempla tale situazione.
La sindrome prende il nome dal medico che la identificò in un paziente ormai quasi 100 anni fa; la
malattia è nota anche come “sindrome dell’impostore”.
Poiché la sindrome di Capgras è rara è, di conseguenza, difficile da studiare. La maggior parte di
ciò che sappiamo proviene dai resoconti dei medici sui singoli pazienti e sappiamo anche da alcune
recenti ricerche che è più facilmente riscontrabile tra le persone affette da patologie
neurodegenerative come la demenza: fino al 16% delle persone affette da demenza a corpi di Lewy,
un particolare tipo di inclusioni cellulari, o da Alzheimer presentano anche la sindrome di Capgras.
Si verifica facilmente anche in persone che presentano differenti patologie cerebrali, come la
schizofrenia, il Parkinson o l’epilessia; può manifestarsi anche in esiti di ictus o nel caso di una
lesione cerebrale traumatica, o in persone sofferenti di schizofrenia.
Una ricerca stima che le persone con schizofrenia e demenza costituiscano l’81% di tutti i casi. Uno
studio sulla sindrome di Capgras ha utilizzato un database sanitario di 250.000 persone nel Regno
Unito, trovando solo 84 casi in quell’ampio gruppo. Un filo conduttore era che molte persone con la
sindrome di Capgras avevano anche altri tipi di deliri. Le persone affette da questa patologia
tendono inoltre a essere di mezza età, ad avere avuto in passato altri problemi di salute mentale. Le
donne sono più colpite degli uomini, con frequenza quasi doppia.
Il riconoscimento del volto di un’altra persona è un processo complicato, che coinvolge un notevole
flusso di stimoli neurologici e cognitivi deputati a valutare, elaborare e determinare chi sia la
persona di fronte alla quale ci troviamo. Avviene in aree cerebrali situate nell’area temporale e
occipitale e in parte del sistema limbico ed è opinione comune che possa esservi una mancanza di
connessione tra il riconoscimento facciale e le emozioni provocate dal vedersi comparire di fronte
un volto familiare.
Quando si vede un volto noto, nel cervello entrano in azione due sistemi. Il sistema nervoso
periferico trasmette le informazioni somatiche ed emotive relative a quel volto al sistema nervoso
centrale, il quale è deputato ad analizzare le caratteristiche di quel volto con un processo che in
tempi infinitamente piccoli giunge a riconoscerlo, o a identificarlo come non conosciuto. I medici
non sanno ancora esattamente quali siano le cause della sindrome di Capgras, ma numerosi indizi
portano a credere che l’interruzione della connessione fra il sistema nervoso centrale ed il
periferico, sia una delle cause principali della malattia.
Molti pazienti con la sindrome di Capgras presentano una o più alterazioni nel tessuto encefalico;
non è necessario che le alterazioni riguardino esattamente le parti del cervello responsabili del
riconoscimento, possono semplicemente trovarsi in aree ad esse collegate.
Si ritiene che le emozioni siano controllate dall’amigdala, un ammasso cellulare a forma di
mandorla situata in profondità all’interno dei lobi temporali del cervello; vi sono due amigdale, una
situata in ciascun emisfero cerebrale. Si tratta di una struttura del sistema limbico coinvolta in
molte delle nostre emozioni e motivazioni, in particolare quelle legate alla sopravvivenza. E
coinvolta nell’elaborazione di emozioni come paura, rabbia e piacere. L’amigdala a anche
responsabile della determinazione di quali ricordi sono archiviati e dove sono archiviati i ricordi nel
cervello. Si pensa che questa determinazione sia basata sull’enorme risposta emotiva che un evento
evoca, in particolare l’incontro e il riconoscimento di un volto amico. In pratica si tratta di una
sentinella delle nostre emozioni.
Se il tessuto cerebrale di sua pertinenza viene ad essere alterato da malattie degenerative o
neoplastiche, il paziente può riconoscere il volto di qualcuno, ma non associa alcuna emozione alla
vista di un volto familiare, cioè lo riconosce coscientemente come volto, ma non riesce a collegarlo
a ad una persona da cui sia legato emotivamente.
Ed ecco che allora la sindrome di Capgras è anche definita “sindrome dell’impostore”, perché le
persone affette da questo disturbo sono fermamente convinti che alcuni impostori abbiano
sostituito i loro cari e nessun ragionamento può far cambiare loro idea.
Tale delirio riguarda non solo le persone, ma anche gli animali domestici, o addirittura alcuni
oggetti possono non essere più riconosciuti.
In casi particolarmente accentuati, nel paziente il delirio del mancato riconoscimento, può associarsi
alla idea che un luogo in cui vive abitualmente sia stato riprodotto fedelmente, ma non sia quello
“originale”, e che addirittura esistano due versioni identiche dello stesso luogo e che lui si trovi
costretto a vivere in quello clonato. Questa patologia, che prende il nome di paramnesia duplicativa,
è collegata a lesioni cerebrali localizzate nel lobo frontale
Alcuni esperti suggeriscono una terapia per aiutare il paziente e i suoi cari a gestire la malattia. Con
le terapie di riabilitazione, le persone care devono cercare di mettersi al posto del paziente per
capire al meglio quali siano le emozioni che sta provando. Questo approccio alla malattia offre al
paziente un senso di sicurezza, in particolare se teme che l’impostore sia lì per fargli del male.
Anche la consulenza familiare si rivela molto utile. Cercare di persuadere una persona affetta da
sindrome di Capgras che si sta sbagliando non risolve la situazione, ma può causare maggiore
sofferenza per tutti. Le persone care dovrebbero sempre cercare di mostrare compassione.
E’ fondamentale tenere sempre presente che è una condizione patologica a causare la falsa
credenza. Si deve provare a distrarre il malato, facendogli svolgere una delle sue attività preferite.
Una voce rilassante e un tocco delicato dimostreranno il vostro sostegno e li aiuteranno ad
affrontare la realtà.
La diagnosi si basa essenzialmente sul riconoscimento dell’ideazione delirante da parte del paziente.
È necessario effettuare un esame neurologico corretto ed escludere l’eventuale consumo di sostanze
tossiche come la ketamina e ricercare, mediante una approfondita anamnesi possibili antecedenti
psichiatrici, oltre alla ricerca di pregressi traumi cranici. La valutazione del paziente comprenderà
uno studio di imaging cerebrale tramite tomografia assiale computerizzata (TAC) e risonanza
magnetica (RM). A queste indagini potrà essere associata l’esecuzione di un elettroencefalogramma
(EEG) per escludere possibili focolai di coinvolgimento del cervello.
È importante coinvolgere i familiari o chi si prende cura del paziente per sapere quando sono
iniziate le allucinazioni e per ottenere quanti più dettagli possibile.
Oggi, oltre alla funzionalità e alle patologie ben conosciute in ambito Accademico, alcune correnti
di pensiero ipotizzano anche la teoria che l’amigdala sia responsabile della nostra capacità di
trascendere quanto vi è di conosciuto, mantenendo la percezione dell’ordinaria realtà attraverso
l’inibizione della maggior parte dei segnali sensoriali che bombardano il cervello e il corpo
filtrandoli, permettendoci così di vivere l’ordinaria realtà che percepiamo come “normale”.
L’iperattivazione dell’amigdala rimuove i filtri sensoriali, come dimostrato da alcuni pazienti che a
seguito di interventi neurochirurgici sull’amigdala hanno riferito di aver sperimentato la sensazione
di aver avuto accesso ad una dimensione “altra” potendo comunicare con gli “spiriti” o di aver
ricevuto particolari indicazioni, provenienti direttamente dall’Aldilà.
Indicazione questa assai intrigante e, forse, conosciuta da antichi popoli che hanno lasciato
rappresentazioni delle loro divinità dipinte all’interno di una “mandorla mistica”, un involucro che
ricorda la forma dell’amigdala, la cui stimolazione, come detto, potrebbe, forse, aprire le porte ad
una dimensione ancora sconosciuta ai nostri sensi, ma ben conosciuta da tutti quelli che credono ad
una dimensione spirituale a cui, in occasioni particolari ci sarebbe data la possibilità di accedere.
Rodolfo Alessandro Neri

Merlo: Centro, ora basta con i pregiudizi. Via all’unità di quest’area politica

“Al di là del rinnegamento totale e radicale di tutto ciò che ha detto per oltre 10 anni, è indubbio
che la recente scelta politica di Di Maio e la crisi irreversibile del populismo anti politico e
demagogico dei 5 stelle, rafforza ulteriormente il progetto e l’iniziativa politica di un Centro
politico, riformista, plurale e di governo. Un luogo politico necessario ed indispensabile non solo
per recuperare la qualità della nostra democrazia ma, soprattutto, per l’efficacia dell’azione di
governo. E lo stesso progetto di Di Maio, almeno così pare, va in questa direzione e non può che
essere condiviso.
Ma, per raggiungere questo obiettivo e rafforzare questa scommessa politica, è indispensabile e
prioritario costruire una forte unità di tutti i leader e i soggetti politici che non si riconoscono più
nel ‘bipolarismo selvaggio’ che ha caratterizzato la geografia politica italiana in questi ultimi anni.
E quindi, basta con i pregiudizi personali, con ridicole e grottesche pregiudiziali. E, inoltre, basta
distribuire patenti di moralità, di competenza e di finto nuovismo a destra e a manca. E, di
conseguenza, anche al Centro. Chi persegue questa linea, come ad esempio Calenda, lavora più
per indebolire e poi distruggere il progetto che non per costruirlo e consolidarlo.
Ecco perchè, adesso, è necessario mettere in campo umiltà e generosità da parte di tutti gli
esponenti di quest’area politica e culturale. Esiste, al Centro, un grande spazio politico ed
elettorale. Va coltivato e rafforzato senza puerili pregiudiziali e singolari blocchi ai nastri di
partenza”.
Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro-Mastella’

Il 25 e il 26 giugno a Torino il villaggio di Sport e Salute

Eventi e divertimento con Massimiliano Rosolino,
per promuovere il territorio, l’attività motoria e stili di vita sani
Sabato 25/6 al Parco del Valentino (Monumento Amedeo di Savoia) alle 16:30
incontro con i media per presentare la prima delle 40 tappe, che porteranno in tutta
Italia il villaggio sportivo itinerante di Sport e Salute, con eventi, dimostrazioni
sportive e con le leggende dello sport italiano.

Prende ufficialmente il via il Road Show di Sport e Salute S.p.A., un evento itinerante di 40 tappe che porterà nelle città italiane il Villaggio dello Sport. Obiettivo è dare rilievo e supporto al mondo sportivo territoriale, fondamentale per avviare i giovani verso l’attività motoria e sensibilizzare i cittadini a rendere la pratica sportiva una costanza della propria esistenza.
Il tutto per fare informazione e promuovere la cultura del movimento e dei corretti stili di vita.
Il primo appuntamento è a Torino, il 25 e il 26 giugno, all’interno del Parco del Valentino, nei pressi
del Monumento Amedeo di Savoia.

Sabato 25 dalle 16:30 alle 17:30 si terrà l’incontro con i media, per raccontare questo ambizioso
progetto che mira a sconfiggere la sedentarietà, promuovendo stili di vita più attivi.
Eventi e tanto divertimento, con la partecipazione di Massimiliano Rosolino, noto ed amato dal
pubblico non solo per le sue imprese sportive, ma anche per il suo sorriso. Rosolino si è distinto nelle
Olimpiadi di Sydney 2000 dove è salito su tutti i gradini del podio, in tre diverse specialità.
Per l’occasione, il truck di Sport & Salute arriverà nel capoluogo piemontese, “aprendosi” per
trasformarsi in uno spazio pensato per raccontare a Istituzioni e Stampa l’importanza dello sport, la
mission ed i progetti di Sport e Salute destinati a sostenere il settore e le sue componenti territoriali.
Sempre nel truck si terranno incontri formativi, informativi, di ascolto e di confronto tra i
rappresentanti dello sport locale e nazionale.

All’esterno sarà allestito un vero e proprio villaggio sportivo di oltre 1.000 metri quadrati, aperto a
tutti gratuitamente dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00, con eventi, giochi e la possibilità
di provare numerose discipline sportive. Un’attività organizzata in sinergia con le Associazioni
Sportive Dilettantistiche locali, gli organismi sportivi del territorio e con i partner del progetto,
Renault, Telepass e Decathlon. Perché lo sport è prima di tutto inclusione, cooperazione,
socializzazione e, ovviamente, divertimento.

“Siamo orgogliosi di veder prendere il via a questo importante progetto, che vuole incentivare stili di
vita più attivi, contrastando la sedentarietà che colpisce la popolazione del nostro paese, di ogni
fascia di età. L’attività motoria, a qualsiasi livello venga praticata, ci aiuta a sentirci meglio, a credere
in noi stessi, a confrontarci con l’altro e a seguire le regole del fair play, nello sport, ma anche nella
vita. – Commenta Vito Cozzoli, Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute – Il nostro
obiettivo è aiutare le persone a stare bene, raggiungere la popolazione in modo capillare e fornire
loro gli strumenti per capire come modificare in meglio il proprio stile di vita”.
Per partecipare alla conferenza stampa è necessario l’accredito.
RSVP a piemonte@sportesalute.eu

SPORT E SALUTE S.P.A. è un’azienda pubblica in-house del Ministero dell’economia e delle finanze,
il cui obiettivo è promuovere la cultura del movimento e dei corretti stili di vita.
Si occupa anche della gestione dei fondi europei erogati tramite il PNRR, in relazione alle attività
connesse allo sport di base. Nata nel 2018,sono già molti i progetti che ha realizzato, come le attività
sportive nei parchi, per incentivare nuovi modelli di pratica sportiva all’aperto e l’utilizzo del verde
urbano. Grande apprezzamento è stato riservato anche ai programmi didattici nelle scuole primarie
e secondarie di I grado, realizzati con il Ministero dell’Istruzione d’intesa con l’Autorità di governo
in materia di sport e con le Federazioni Sportive Nazionali, affinché 1,5 milioni di bambini possano
praticare sport. L’azienda si occupa, inoltre, della realizzazione di nuovi impianti sportivi e della
rigenerazione di strutture già esistenti.

Occupazione dell’ex Astanteria Martini, Fdi: che dice il Pd?

“L’occupazione dell’ex Astanteria Martini di Via Cigna è un’atto inaccettabile che va fermato immediatamente e senza attendere un minuto di più. Le forze dell’ordine intervengano” a chiederlo sono la Capogruppo di Fdi in circoscrizione 7 Patrizia Alessi e l’assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, che proseguono: “Quella struttura è stata individuata dalla Regione Piemonte per diventare uno dei futuri Ospedali di Comunità, un luogo, quindi, che apparterrà a tutti i torinesi e si occuperà dei loro bisogni di assistenza socio sanitaria. I soliti noti dei centri sociali invece hanno pensato bene di forzare le porte ed occuparlo come sfregio. Ci auguriamo che anche la Città di Torino possa prendere posizione immediata e chiedere insieme a noi un intervento che impedisca agli occupanti di danneggiare l’interno della struttura. Guarda caso gli stessi antagonisti che hanno protestato per mesi al fianco della sinistra istituzionale per individuare l’ex Maria Adelaide come ospedale di comunità ora occupano illegalmente e vandalizzano la struttura scelta dalla Regione. Il Pd torinese ha niente da dire in proposito?”

Una collezione senza confini. Incroci alla Gam

INCROCI =||= CROSSROADS

PUBLIC PROGRAM per la mostra Una collezione senza confini

Sabato 25 giugno ore 15:30 durata 2 ore

LA MAGIA DEI CRISTALLI, MEMORIA E VIBRAZIONI

INCONTRO CON ELISA TESTACRISTALLOTERAPEUTA

The Communicator di Marina Abramović, 2012, cera con lapislazzuli, malachite, aragonite, cristalli, quarzo, ossidiana, vetro. Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

 

                     

 

La GAM di Torino organizza un ciclo di incontri legato alla mostra Una collezione senza confini. Arte Contemporanea Internazionale dal 1990 dedicato all’inclusione sociale e al coinvolgimento di nuovi pubblici. INCROCI nasce nell’ambito del programma “La democratizzazione della cultura” ideato e promosso dalla Phillips Collection di Washington DC e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia, iniziato lo scorso maggio con due giornate che hanno visto protagonista l’artista Marcos Lutyens.

Il progetto prevede un focus sulle opere di quattro artisti: William Kentridge, Marina Abramović , Antony GormleyChen Zhen scelte tra le 57 esposte in mostra.

Questo ciclo di appuntamenti permette a culture e idee differenti di incontrarsi. L’arte è una pratica terapeutica, ha effetti sulla salute e sul benessere della psiche, dello spirito e del corpo. Le opere scelte per il Public Program contengono il racconto di un’esperienza personale dell’artista che rimanda ad altri insegnamenti per un confronto intellettuale, emotivo e fisico. Tutti gli appuntamenti prevedono una presentazione dell’opera da parte del curatore della mostra, un approfondimento a cura dello specialista di altra disciplina e una attività pratica. I temi includono il disegno e l’intessitura, la cristalloterapia, la meditazione la pratica yoga e l’uso delle erbe per la cura del corpo.

Il programma nasce da un’idea di Antonella Angeloro, Arianna Bona con Roberta Lo Grasso, il Dipartimento Educazione GAM e Angela Benotto – Ufficio Relazioni Internazionali di Fondazione Torino Musei.

 

Sabato 25 giugno ore 15:30

LA MAGIA DEI CRISTALLI, MEMORIA E VIBRAZIONI

INCONTRO CON ELISA TESTA, CRISTALLOTERAPEUTA

Dialogo con l’opera di Marina AbramovićThe Communicator, 2012

 

Elisa Testa si occupa di cure naturali e in particolare di trattamenti energetici. Ha conseguito il diploma di abilitazione in Pranopratica con approfondimenti in altre tecniche, che utilizza in modo complementare alla cura energetica, quali la cristalloterapia, l’oligoterapia e l’erboristeria. Nel 2015 ha conseguito l’attestato di terzo livello nel metodo “La via dei Cristalli – livello 3 Pratictioner”, percorso di formazione teorico-pratica di tre livelli sulla Cristalloterapia. Ha seguito numerosi corsi di formazione sulle tradizioni sciamaniche, formandosi con Sciamani del centro e sud America e con Medicine Men nativi americani. Come docente conduce corsi di cristalloterapia presso l’Università Popolare “A.E.ME.TRA”. Oltre a numerose conferenze sui temi delle sue specializzazioni, conduce corsi di base e seminari sullo sciamanesimo, cultura celtica, equilibrio energetico ed altre tematiche affini. Nel mese di febbraio è uscito il suo nuovo libro “Guarire il Karma” (Decima Musa Edizioni).

Con l’aiuto di Elisa Testa si esploreranno tutte le proprietà curative e le caratteristiche energetiche dei cristalli e delle pietre che fanno parte dell’opera The Communicator di Marina Abramović, oltre all’utilizzo per il benessere personale. Seguirà una meditazione guidata con i cristalli.

 

Camminando per 2.500 km lungo la Grande Muraglia, Marina Abramović riflette sul terreno che calpesta: argilla, terra, minerali e rocce svelano una connessione con energie fisiche e mentali. In seguito a questa esperienza, nel 1989 giunge in Brasile dove si concentra su nuovi lavori con i cristalli, i Transitory Objects creati nelle miniere di Maraba. Queste opere includono cristalli che, come connettori, ci riportano alla Terra, alla natura, trasmettono energie, generano percorsi mentali; sono come computer che contengono la storia del pianeta e le nostre memorie. Così descrive The Communicator: «ho deciso di creare una replica del corpo umano, associando i minerali agli organi vitali» e ancora, «penso ai cristalli come a un’agopuntura alla testa, puoi tenere la scultura sul comodino e mentre dormi, avviene la cura. L’idea è di usarli come un voodoo benefico.» Durante l’incontro scopriremo che ogni minerale possiede caratteristiche specifiche e proprietà terapeutiche particolari.  I cristalli hanno una valenza importante, in quanto vengono attraversati dalla luce che assorbono e in parte rilasciano, di conseguenza hanno la possibilità di immagazzinare energia e trasmetterla lentamente ai nostri corpi sottili. Tale caratteristica, unita alle proprietà tipiche di un determinato cristallo, permette di intervenire sulle cause energetiche che danno origine a quegli stati di disagio emotivo che in ciascuno di noi si possono manifestare in modo differente.

 

Costo: 15 € compresa visita al museo

Posti limitati prenotazione obbligatoria infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

I prossimi appuntamenti:

 

Sabato 2 luglio ore 15:30

CORPI IMMAGINATI E CORPI PERCEPITI: LE DIVINITÀ DEI SENSI

INCONTRO CON DEVIDATTA (DAVIDE BERTARELLO), INSEGNANTE DI YOGA

Dialogo con Here and There di Antony Gormley, 2002GhisaAcquisto da White Cube, London, 2002

 

Sabato 9 luglio ore 15:30

I TÈ E LE ERBE MEDICINALI CINESI: TRADIZIONE E CURA DEL CORPO

INCONTRO CON ZHEN ZHEN ZHU, ESPERTA DI MISCELE DI ERBE E TÈ PREGIATI

Dialogo con Diagnostic Room di Chen Zhen, 2000

6 disegni: inchiostro di china su carta, legno, vasi da notte, metallo, vetro, paglia, cenere di giornali, 378 erbe medicinali cinesi, zucche. Acquisto da privato, 2000

 

Sonic Park, riparte l’estate dei grandi concerti dal vivo

Finalmente riparte l’estate dei grandi concerti di musica dal vivo in Piemonte.
Dopo la limited edition della scorsa estate Sonic Park Stupinigi torna per la sua quarta edizione nel prestigioso Parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi a Nichelino, alle porte di Torino. La dimensione visiva, culturale e paesaggistica dello straordinario capolavoro barocco e Patrimonio dell’Umanità Unesco si abbina nuovamente alla musica migliore nelle sue varie declinazioni per un intenso viaggio emozionale che porterà in Piemonte undici straordinari concerti di alcuni fra i più interessanti artisti italiani e internazionali.

Tra gli alberi secolari e i giardini dalla perfetta e scenografica geometria disegnata nella prima metà del 1700 dall’architetto Filippo Juvarra e da Michael Bernard, Reverse Agency, con la produzione di Fabio e Alessio Boasi, firma in collaborazione con le migliori agenzie italiane un cartellone ricchissimo che spazia nei generi e promette di far rivivere l’estate come il momento più bello dell’anno, finalmente senza limitazioni e in libertà.

Il programma si apre con il concerto che doveva essere l’opening dell’edizione 2020 e sarà finalmente quello dell’edizione 2022: Nick Mason, mitico batterista dei Pink Floyd, sarà sul palco della Palazzina di Caccia di Stupinigi domenica 26 giugno con una superband insieme a Dom Beckem, Gary Kemp, Guy Pratt, Lee HarrisUn appuntamento che si rinnova a distanza di due anni per festeggiare con il concerto di una vera leggenda della musica internazionale la quarta edizione del festival.

Un messaggio per l’ambiente: ecco quello che sarà portato alla Palazzina di Caccia da Elisa per il secondo concerto di Sonic Park Stupinigi martedì 30 giugno. Il sito piemontese è stato scelto per lo straordinario valore storico, naturale e paesaggistico e il concerto sarà ideato e realizzato su un rigido protocollo di basso impatto ambientale nel quadro della nomina attribuita alla cantautrice friulana dall’ONU come alleata della Campagna SDG Action sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. La campagna d’azione SDG delle Nazioni Unite chiede alle persone di tutto il mondo di trasformare l’apatia in azione, la paura in speranza, la divisione in unione (#FlipTheScript). Il “Back to the Future Live Tour” non sarà solo un tour ma un festival nel festival, con tanti contenuti creati in collaborazione con Music Innovation Hub e altri compagni di viaggio per sensibilizzare il pubblico sull’argomento green.

A questo link tutte le informazioni utili per vivere al meglio Sonic Park Stupinigi 2022.
https://docs.google.com/document/d/1c9ZfrEraDYeIN8pcxH21u0YbPQG8IWUx-CHgV4dHatY/edit?usp=sharing

Sonic Park Stupinigi 2022
Nick Mason – 26 giugno, Elisa – 30 giugno, Zucchero – 2 luglio, Achille Lauro – 3 luglio, Litfiba – 9 luglio, Marracash – 12 luglio, Irama – 16 luglio, Lp – 17 luglio, Ben Harper – 19 luglio, Carl Brave + Mara Sattei – 20 luglio.