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Carceri, Grimaldi (Verdi Sinistra): Troppi suicidi di giovanissimi

Perché alla detenzione non si preferiscono le misure alternative?

“Continuiamo ad assistere a suicidi (72 negli ultimi 10 mesi) di giovanissimi detenuti per reati di piccola entità. Per questi ragazzi, spesso incensurati, fragili, c’è bisogno di cura, di percorsi dedicati; la carcerazione dovrebbe essere una extrema ratio, perché una vita appena cominciata non può finire tra quelle mura per un passo falso” – dichiara il Deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, che insieme al collega Devis Dori ha depositato un’interrogazione sul caso del giovane gambiano, arrestato con l’accusa di furto e in attesa di convalida della carcerazione presso la Casa circondariale di Torino Lorusso Cutugno, che la mattina del 28 ottobre si è tolto la vita impiccandosi nella cella.

“Ci sono tanti perché: perché a Torino negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente gli arresti? Perché non si preferiscono le misure alternative alla detenzione, meno costose e più sicure rispetto al rischio della recidiva? Perché in Italia si ricorre a un uso della custodia cautelare che produce circa un terzo della popolazione detenuta? E perché un datore di lavoro che ha causato la morte di un dipendente con una scelta consapevole a scapito della sua sicurezza è condannato a 2 anni con la condizionale e mai trattenuto in carcere, mentre un ragazzo africano accusato del furto di una cuffietta bluetooth viene detenuto in attesa di giudizio?” – prosegue Grimaldi. – “Il Governo dovrebbe ritenere prioritario e urgente approvare il d.lgs. 150/2022 e promuovere pene sostitutive al regime carcerario; riformare e aggiornare il Regolamento penitenziario nel senso di una maggiore tutela dei diritti dei detenuti e delle detenute; investire in percorsi dedicati per le persone di giovane età che si trovano private della libertà”.

Quelli che inventarono la tv privata. L’avventura leggendaria di Antennatre

45 ANNI: 3/11/1977 – 3/11/2022

La storia della mitica emittente lombarda fondata da Renzo Villa ed Enzo Tortora si intreccia con  il Piemonte: dalle origini di Tele Biella a Grp che ripeteva a Torino il segnale di Antennatre, agli spot del mobilificio Aiazzone che cambiarono il mondo della pubblicità. E il conduttore della “Bustarella”, Ettore Andenna, è ormai da tempo cittadino piemontese

di Cristiano Bussola

Era il 1977, nella prospera Lombardia, terra di fabbriche e mobilifici. L’uomo che fece l’impresa si chiamava Renzo Villa. Da sempre appassionato di recitazione e cabaret, impegnato nell’Acli e nelle compagnie teatrali della sua Varese si licenziò da dipendente comunale per dare vita al proprio sogno. Un visionario tanto “folle” quanto lucido.

Villa, che in cuor suo coltivava il desiderio di fare teatro e presentare spettacoli  in pubblico fu affascinato dagli albori dell’emittenza privata. Nel 1974,  dopo aver letto delle peripezie di Peppo Sacchi, altro  “visionario”, lui biellese, che sfidò il monopolio Rai creando la tv libera via cavo Tele Biella (prima tv privata italiana in assoluto) venne qui in Piemonte a conoscere quel temerario che osava mettersi contro la tv di Stato.
E fu così che incontrò Enzo Tortora, già celebre presentatore, allora in rotta con la Rai, che  si fece paladino della libertà d’antenna. Villa a quel tempo non era nessuno, ma la sua personalità e il  suo entusiasmo convinsero Tortora a sostenerlo nel progetto che nacque di lì a poco: una nuova stazione televisiva via etere, Tam – Tele Alto Milanese, di Busto Arsizio, nel 1975, una delle prime TV con trasmissioni a colori.
Quando Tam venne chiusa dopo pochi mesi, perché ritenuta illegittima (le trasmissioni erano concesse esclusivamente via cavo per le TV libere), il combattivo duo “Enzo & Renzo”, sconfisse il monopolio nel 1976 grazie a una sentenza storica che diede il via libera all’apertura di nuove televisioni seppure solo a livello locale.
Una tappa epocale che aprì la strada alle emittenti private, che meriterebbe di essere sempre ricordata attribuendone a Villa e Tortora l’indiscutibile  paternità.
Renzo Villa con la figlia Roberta sulla copertina del disco “Caro papà”

È a questo punto che nel 1977,  Renzo Villa ed Enzo Tortora, ancora una volta insieme (il loro rapporto di amicizia fu intenso e Villa sostenne pubblicamente l’innocenza del presentatore fin dal giorno dell’arresto di Tortora per il noto e vergognoso errore giudiziario) dopo l’esperienza di TeleAltoMilanese pensarono in grande e fondarono Antennatre Lombardia. A loro supporto una grande iniziativa di azionariato popolare che raccolse 50 mila quote da diecimila lire ciascuna.

La nuova televisione trovò sede a Legnano, con  studi e attrezzature all’avanguardia per l’epoca. Le avveniristiche telecamere Ampex costavano cento milioni di lire e fecero la prima apparizione i radiomicrofoni, quelli senza filo.
Lo studio Uno di Antennatre: ospitava 1200 spettatori

 

Il glorioso  studio 1, noi ci siamo entrati, oggi purtroppo in stato di abbandono,  suscita ancora emozione pensando a quando – allora il più grande d’Europa – era gremito da 1200 persone che, tutte le sere, acclamavano i loro artisti e conduttori preferiti. Sembra ancora di vederli tutti lì, dove ora ci sono solo sedie vuote.
Stiamo parlando  di  Ric e Gian, Lucio Flauto, Walter Chiari, I Gufi, Gerry Bruno, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Rettore, Giorgio Faletti, Maurizio Costanzo, Zuzzurro e Gaspare, I Gatti di Vicolo Miracoli, Roberto Vecchioni, il regista Beppe Recchia.
E naturalmente il conduttore della Bustarella (in Rai presentava Giochi senza frontiere) Ettore Andenna, da anni piemontese acquisito, residente in Monferrato.
Senza scordarci dello stesso Renzo Villa che, coronando finalmente il suo sogno, oltre ad essere amministratore e direttore dell’emittente, si trasformava in conduttore ed interprete delle proprie canzoni (il brano “Caro papà”, autoprodotto, vendette oltre un milione di copie!) ogni martedì quando presentava  il “Bingooo”, tombolone a premi entrato nella storia della televisione.
Enzo Tortora, Lucio Flauto e Renzo Villa
Antennatre non era puro  intrattenimento. E’ rimasta negli annali televisivi la famosa asta in diretta dallo Studio Uno nel 1980, dopo il terremoto in Irpinia. La gente portava oggetti, quadri, abiti da mettere all’incanto. Villa e Tortora che condussero quella antesignana maratona televisiva raccolsero ben due miliardi di lire che permisero di costruire il “Villaggio Antennatre” per i terremotati di Sant’Angelo dei Lombardi.
Gerry Bruno
Con un accordo innovativo per quei tempi, l’emittente strinse un’intesa con il quotidiano “Il Giorno”, la cui redazione realizzava le edizioni del telegiornale.
La Bustarella con Ettore Andenna
Da citare anche le interviste di Enzo Tortora ai grandi della politica di allora, mentre un barbiere faceva loro pelo e contropelo in diretta, con tanto di schiuma e pennello.
Molti ricorderanno, inoltre, che a  metà anni 80 la tv privata piemontese Grp replicava a Torino e sul territorio “sabaudo” i programmi dell’antenna legnanese, compresi gli spot del mobilificio Aiazzone di Biella, che grazie ad Antennatre divenne un caso di marketing nazionale.

 

 

 

Per mantenere viva quella irripetibile avventura che fu fenomeno culturale, imprenditoriale e di costume, oggi è preziosissimo il lavoro di Wally Giambelli Villa, la moglie del fondatore,  che ha dato vita all’Associazione Amici di Renzo Villa. Siamo andati a trovarla a Legnano, in via per Busto 15, nella sede storica di Antennatre.

Da sinistra: Angelo Costanza, Wally Villa e Alessandro Di Milia
“Tra le nostre iniziative merita particolare attenzione il sito  https://viaperbusto15.it/Oltre all’interessantissimo docufilm di Marco Pugno “Via per Busto 15. La tv commerciale è nata qui” https://viaperbusto15.it/film/  il sito propone un’ampia selezione della immensa produzione di Antennatre: le sigle delle trasmissioni storiche, gli spot pubblicitari di allora, interviste, fotografie”, ci spiega Wally Villa. “Vogliamo poi mantenere viva quell’esperienza – conclude – promuovendo iniziative a favore dei giovani che vogliono cimentarsi nel mondo della tv e della comunicazione”.
Renzo Villa e Walter Chiari

 

Inoltre, una decina di anni fa, prima della sua scomparsa, Renzo Villa scrisse a quattro mani con la figlia Roberta il libro “Ti ricordi quella sera?”, ricco di aneddoti e splendide fotografie che testimoniano quell’appassionante stagione. L’associazione promuove anche una mostra itinerante dedicata alle origini e al percorso di Antennatre, ospitata già da diversi comuni e presso il Pirellone di Milano, sede del Consiglio regionale.

Se tutto fu straordinario, ancor più lo fu il ruolo della pubblicità. “Inventammo un nuovo modo di fare televisione commerciale – ci spiega il responsabile del marketing di allora, Angelo Costanza – Ric e Gian piuttosto che Andenna e tutti gli altri personaggi, improvvisavano battute, canzoni e sketch durante le trasmissioni citando lo sponsor che diventava così protagonista. Il boom fu immediato. Gli inserzionisti il giorno dopo la pubblicità vendevano immediatamente i loro prodotti. La “Bustarella” o il “Bingooo” fatturavano, e stiamo parlando della fine degli anni 70, 100 milioni di lire a puntata.”

Uno scaffale della nastroteca

Prosegue Costanza: “proponevamo spazi accessibili a tutte quelle piccole e medie aziende che non potevano permettersi la TV di Stato, e poi arrivarono anche aziende nazionali. Sono tanti gli aneddoti che potrei raccontare. Ad esempio i responsabili dell’azienda tedesca di elettrodomestici Braun, in visita agli studi di Antennatre mi dissero che avrebbero potuto tracciarmi una mappa precisa del territorio raggiunto dal segnale dell’emittente. Dissi: ma come è possibile? Semplice, mi risposero. Dove vendiamo il Minipimer (un frullatore, ndr) significa che Antennatre lì si vede, dove non lo vendiamo allora vuol dire che là, invece, il segnale non si riceve”.

Nella palazzina di via per Busto 15, che originariamente era una fabbrica metalmeccanica, incontriamo anche  l’unica persona che ancora vi lavora. E’ Alessandro Di Milia, amministratore del televideo della nuova Antennatre (che da anni si è trasferita a Milano ma nell’antica sede conserva ancora questa parte di attività). Di Milia è anche il “custode” del patrimonio di migliaia di videocassette conservate nella nastroteca dell’emittente, che poco per volta sta riversando in formato digitale. “Questa nastroteca – ci racconta- è probabilmente seconda solo a quella della Rai. Qui troviamo tutte le stagioni delle più note trasmissioni. Ci sono delle chicche come le parodie storiche del Quartetto Cetra. Una curiosità: le possiede anche la Rai, ma in bianco e nero. Le nostre sono a colori! Era un altro modo di fare televisione.

Ric & Gian

Poteva capitare che il conduttore facesse una introduzione di 20 minuti, impensabile per i tempi televisivi attuali.  Mentre duplico i video mi capita ancora di sorridere di gusto alle battute dei grandi protagonisti di quei programmi, segno che la comicità di allora era già molto moderna. Questa è storia. E per chi volesse ripercorrere le tappe dell’emittente, sul nostro televideo troverà una precisa cronologia dei personaggi e delle trasmissioni che hanno fatto epoca”.

Antennatre ebbe un successo strepitoso per un decennio. Rappresentò, senza dubbio, un fenomeno unico in Italia e non solo, come pure testimoniano le diverse tesi di laurea dedicate alla tv

Renzo Villa con il “Ciuffo”, mascotte del Bingooo creata da Maria Perego, l’ideatrice di Topo Gigio

 

 

 

lombarda. Poi, con l’avvento dei grandi network nazionali e con l’evoluzione dei gusti del pubblico, iniziò una lenta decadenza dell’emittente. Fino al fallimento del 1987, quando Villa si prodigò fino all’ultimo con fondi personali per ripianare il rosso e pagare i dipendenti.

La storia di Antennatre è  “solo”  la storia  della TV commerciale? No, è molto di più. E’ stata una avventura magnifica e leggendaria che va oltre il mezzo televisivo. Anche chi scrive appartiene a quella “generazione Antennatre”, cresciuta guardando trasmissioni e conduttori che parlavano linguaggi nuovi.  Le decine di migliaia di spettatori, molti dei quali piemontesi, ospitati negli anni sugli spalti dello Studio uno – così come i milioni e milioni succedutisi davanti al televisore – ricordano ancora con un sorriso e molta nostalgia quei giorni  belli e spensierati.

La potenza di una leggenda sta nella sua capacità di tramandarsi e di non morire mai. In particolare quando essa  solo leggenda non è ma trae origine da una storia realmente vissuta, anche se ormai conclusa e irripetibile. Una storia fatta di persone e di momenti che hanno lasciato traccia nella società e nel costume.

 

 

Derubato del cellulare e ferito con forbici. Preso il rapinatore

 

La Polizia di Stato, a seguito dell’intensificazione dei controlli effettuati dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico nelle aree interessate dalla “movida” e volti anche alla prevenzione e al contrasto dei reati predatori commessi, approfittando della confusione e della calca del week end, da bande giovanili nei confronti di coetanei, ha intercettato, alcune sere fa, la richiesta di aiuto di un giovane cittadino italiano. Lo stesso, ferito, stava inseguendo lungo corso San Maurizio un maghrebino urlandogli di fermarsi. Grazie all’immediato intervento degli agenti delle Volanti, che espletavano il servizio di controllo del territorio alla guida di motociclette, il fuggitivo, un ventiseienne di nazionalità marocchina, è stato bloccato. Gli operatori hanno prestato i primi soccorsi alla vittima, constatando che il giovane aveva la manica della felpa strappata all’altezza del tricipite sinistro ed una ferita superficiale da taglio lunga circa 5 cm: lo stesso dichiarava di aver appena subito, nella zona pedonale di via Guastalla angolo via Balbo, la rapina del proprio smartphone e di esser stato ferito al braccio sinistro con una forbicina nel tentativo di recuperarlo, ad opera di due soggetti, uno dei quali era riuscito a dileguarsi.

In considerazione dei gravi indizi di colpevolezza per rapina aggravata in concorso con persona rimasta ignota, i poliziotti hanno tratto in arresto il cittadino marocchino fermato.

Economia: come affrontare l’inatteso ed evitare di esserne travolti

Giovedì 3 novembre alle ore 18 al Museo del Risparmio (via San Francesco d’Assisi 87°), Luciano Canova, economista comportamentale e scrittore, presenta il suo nuovo libro «L’Elefante invisibile. Come affrontare l’inatteso ed evitare di esserne travolti», in cui si svelano i meccanismi mentali che ci impediscono di affrontare l’inatteso e le soluzioni per tornare ad avere fiducia nel futuro.

Alternando scienze comportamentali ed economia, psicologia e cultura pop, l’autore ci svela le fallacie mentali e i pregiudizi che ci costringono all’incertezza verso il futuro, aiutandoci a ribaltarne gli effetti.

Per informazioni: https://www.museodelrisparmio.it/lelefante-invisibile-30-minuti-con-luciano-canova/

 

Tavola rotonda “Diventiamo tutti foreste”

CineBarrito Ambiente 2022 + Crisi climatica: alberi e foreste

Gli eventi di Triciclo proseguono sabato 5 novembre con un talk, a ingresso libero e gratuito, con ospiti d’eccezione sul patrimonio arboreo del nostro pianeta, con riferimento a processi di informazione ed educativi.
Sabato 5 novembre, dalle 17:30 alle 19:30, si terrà la tavola rotonda “Diventiamo tutti foreste”. Alla tavola rotonda parteciperanno i seguenti relatori: Gaetano Capizzi, Roberto Cavallo, Franco Correggia e Mario Salomone.
Dialogheranno con loro, stimolando anche il pubblico al confronto, la vicepresidente di Triciclo Rosina Rondelli e la volontaria Marzia Baracchino. A condurre l’incontro sarà il giornalista Eugenio Giannetta.
I relatori dialogheranno a partire da come vengono trattate le aree delle foreste e dei boschi nei film. Si proseguirà trattando il problema legato all’uso degli scarti e al riciclo del legno e si parlerà di associazioni per la salvaguardia di aree arboree dalla distruzione. Infine, il filo rosso dell’incontro sarà il tema arboreo dal punto di vista dell’educazione e della didattica.
Di seguito alcune brevi note biografiche dei relatori:
Gaetano Capizzi – Critico cinematografico e organizzatore di eventi culturali e festival. Nel 1998 fonda l’Associazione e il Festival Cinemambiente, che tuttora dirige. Pluripremiato per la sua attività di educazione e comunicazione ambientale, ha al suo attivo numerose collaborazioni editoriali nel settore cinematografico.
Roberto Cavallo – Agronomo e saggista italiano. Autore di numerose pubblicazioni e libri su tematiche scientifico-ambientali. Amministratore Delegato di ERICA soc. coop. Fondatore e past president di AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale). Consulente, autore e conduttore di alcune trasmissioni radio televisive per la RAI, sui temi ambientali.
Franco Correggia – Naturalista, saggista ed esperto di dinamiche dei sistemi complessi, collabora attualmente a progetti di ricerca nei campi della biologia molecolare, dell’ecologia teorica e della conservazione della biodiversità. È autore di numerosi volumi e contributi scientifici. È presidente dell’Associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie, collaboratore della Scuola di Biodiversità del Polo Universitario Astigiano.
Mario Salomone – Docente universitario, sociologo ambientale, giornalista e scrittore. Fondatore nel 1989 della rivista italiana dell’educazione ambientale “.eco” e nel 2007 della rivista scientifica internazionale “Cultura della sostenibilità”. Nel 2022 è stato uno dei principali ispiratori del convegno internazionale “Nature in Mind. A new culture of nature for the protection of biodiversity”.
Rosina Rondelli – Attuale vicepresidente e co-fondatrice di Triciclo nel 1996, quando era presidente della ong torinese CISV. È stata docente di materie letterarie nella scuola media. Curatrice di numerosi testi, tra i quali “Come un albero”.

Marzia Baracchino – Volontaria dell’Associazione Triciclo da gennaio 2022. È stata dirigente della Regione Piemonte fino al 2021, ricoprendo vari incarichi di responsabilità in materia di comunicazione, turismo e cultura.
Eugenio Giannetta – Giornalista e autore tv, collabora con diverse testate, tra cui Avvenire, Linkiesta, Sole 24 Ore e Harper’s Bazaar.
Insieme agli ospiti si andrà a scoprire come sia possibile per tutti immedesimarsi nel destino del patrimonio arboreo del pianeta attraverso processi di informazione ed educativi, usando la potenza evocativa delle immagini e diventando consapevoli della preziosità di ogni pianta e della esigenza di non sprecare questo patrimonio e i suoi derivati.
Nel mese di novembre la manifestazione CineBarrito Ambiente 2022 + proseguirà con il trash challenge conclusivo.
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The Others 2022, al via la settimana dell’arte a Torino

La rassegna sulle nuove sperimentazioni artistiche e sulle contaminazioni tra artisti diversi per età e provenienza

 

Ritorna, nella settimana dell’arte torinese, la rassegna in cui sperimentazione e arte si integrano perfettamente, dal titolo “The Others Art Fair”, in programma dal 3 al 6 novembre prossimi nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni.

Lo scopo della rassegna è quello di portare a Torino un dibattito sempre più inclusivo nel variegato mondo dell’arte, stimolando e approfondendo il confronto tra artisti appartenenti a diversegenerazioni e di differenti provenienze, all’insegna di una coraggiosa contaminazione dei linguaggi.

The Others 2022 è espressione di un mondo in continuo cambiamento; si tratta di una fiera fondata da Roberto Casiraghi insieme a Paola Rampini, che conferisce una forma concreta attraverso la costruzione di un nuovo spazio espositivo molto originale, un display a forma di labirinto.

La manifestazione rappresenta anche un importante spunto di riflessione sulla relazione umana con le nuove tecnologie, sul potere del linguaggio e sulle nuove sperimentazioni artistiche.

Le realtà coinvolte in The Others sono oltre Sessanta tra spazi “no profit”, gallerie e “artist run space”. I lavori di artisti affermati si affiancheranno alle tendenze dei nuovi talenti.

MARA MARTELLOTTA

 

Orari

3-4 novembre dalle 16 alle 23

5 novembre dalle 11 alle 23

6 novembre dalle 11 alle 20.

Torino Esposizioni, Padiglione 3

Via Francesco Petrarca 39/b, Torino

Binario 1 OGR Torino. La personale di Arthur Jafa dal 4 novembre al 15 gennaio

Se siete appassionati di arte totale oppure semplicemente curiosi di contaminazioni artistiche questa può essere una ghiotta occasione.

Sarà presentata infatti a Torino, dal 4 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, alle OGR, “RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON”, la prima personale dedicata all’artista e regista statunitense Arthur Jafa.
La mostra è concepita dall’artista per gli spazi del Binario 1 come un’unica grande installazione e riunisce alcuni dei lavori più recenti dell’artista, mai esposti prima in Italia.
L’arte di Arthur Jafa rappresenta: film, manufatti ed happenings che sfidano ogni categorizzazione in una ricerca sulla Black culture negli Stati Uniti.
Un’intensità e complessità senza precedenti realizzata in oltre tre decenni di opere multidisciplinari.
In passato è stato presente alla 58^ Biennale di Venezia (2019), con l’opera “The White Album” ed è stato premiato con il Leone d’oro come miglior artista.
<<Una domanda ricorrente guida la sua pratica artistica: come possono i media, gli oggetti, le immagini statiche e quelle in movimento trasmettere la potenza, la bellezza e l’alienazione proprie della Black music statunitense? >>
Un’indagine alla quale allude anche il titolo della mostra, citando i nomi di tre chitarre elettriche: Arthur Rhames (1957–1989), Pete Cosey (1943–2012), Ronny Drayton (1953–2020).
Commissionato e prodotto da OGR Torino in collaborazione con Serpentine, curato da Claude Adjil e Judith Waldmann con Hans Ulrich Obrist, il progetto nasce da un’idea di Amira Gad ed è parte del tour della mostra di Jafa “A Series of Utterly Improbable, Yet Extraordinary Renditions”.
A evidenziare la relazione con la musica e la contaminazione tra differenti discipline e media proprie della pratica di Arthur Jafa, in occasione dell’inaugurazione, il 4 novembre alle ore 22.30, il pianista e compositore jazz Jason Moran, la violoncellista e compositrice Okkyung Lee e il bassista Melvin Gibbs si esibiranno insieme, nel Duomo di OGR Torino, per una serata ideata dall’artista.

Tommaso Lo Russo

OPENING: venerdì 4 novembre, ore 18 – 22
PERFORMANCE MUSICALE con Jason Moran, Melvin Gibbs e Okkyung Lee:
venerdì 4 novembre, ore 22.30 – 00.30 (ingresso libero, fino al raggiungimento della capienza massima)
4 novembre 2022 – 15 gennaio 2023
OGR Torino – Binario 1 – INGRESSO GRATUITO | giovedì e venerdì, ore 18 – 22, sabato e domenica, ore 10 – 20

Marin (Lega): “Con il nuovo contratto decennale Trenitalia in servizio 71 treni”

Si è tenuto  in Seconda commissione Trasporti, presieduta dal leghista Valter Marin, l’approfondimento sul nuovo contratto decennale di servizio ferroviario regionale stipulato con Trenitalia.

“Un cambio di passo fondamentale per il futuro prossimo del trasporto su ferro in Piemonte – ha commentato al termine della seduta il presidente Marin – perché senza questo contratto avremmo avuto treni fermi e quindi un taglio drammatico delle corse. Con questa firma la Regione fa fronte a un impegno di un miliardo di euro e 300 milioni circa spalmati sui prossimi dieci anni. Per fare un esempio concreto, oggi l’età media del parco rotabile circolante è di 26 anni ma, entro il 2026, si ridurrà a 14 anni grazie all’entrata in servizio di 71 nuovi convogli sui 120 attualmente operativi”.

Espulsioni, un convegno a Torino

Con l’obiettivo di evidenziare pregi e difetti del sistema di espulsione dal nostro Paese, la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino organizza, venerdì 4 novembre in Sala delle Colonne a Palazzo Civico, il convegno: “Tornare indietro – Evoluzioni e involuzioni del sistema espulsivo italiano”.

L’iniziativa sarà aperta alle ore 9,30 dai saluti istituzionali dell’assessore con delega alle persone straniere Jacopo Rosatelli, della presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo e del viceprefetto Brunella Favia. A seguire, la giornata sarà suddivisa in tre diversi incontri a cui parteciperanno, oltre alla Garante Monica Cristina Gallo, esperti e testimoni.

Nel dettaglio: il primo momento di confronto, alle ore 11,30, sarà dedicato ad approfondire il punto di vista degli operatori in merito al tema del monitoraggio dei rimpatri forzati; dopo una breve pausa avrà luogo il secondo incontro, alle ore 14,30, incentrato sulla tutela dei diritti delle persone trattenute nei Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) alla luce della nuova direttiva; mente il terzo e conclusivo dibattito, alle ore 16,30, tratterà la visione critica del meccanismo di espulsione e la criminalizzazione del migrante dal suo trattenimento al rimpatrio.

Giova ricordare che l’Ufficio della Garante partecipa dal 2017 alla rete territoriale del meccanismo di monitoraggio dei rimpatri forzati – FAMI – e opera quale organo di garanzia per la tutela dei diritti delle persone trattenute nel Centro di permanenza per i rimpatri di Torino.

Il programma completo è consultabile su internet, alla pagina:
http://www.comune.torino.it/garantedetenuti/wp-content/uploads/2022/10/tornare-indietro-locandina-e-programma-1.pdf

Flashback, l’arte nella quotidianità

La decima edizione di Flashback, con ‘he.art’, introduce nuovi modi di appassionare all’arte, riqualificando il Borgo Crimea

 

Flashback Art Fair è  giunta alla sua decima edizione e quest’anno,  intitolata “he.art”, si tiene per la prima volta negli spazi di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75, a Torino.

“he.art” nasce dall’elaborazione di “heart/cuore” e “art/Arte”. Come il cuore pulsa per inviare il sangue fino alla periferia del corpo, allo stesso modo da sempre l’arte in Flashback opera in modo capillare nelle periferie, sotto forma di opere, luoghi e persone. Proprio da questo concetto è nata l’immagine guida sulla base dell’opera di Alessandro Bulgini.

Identificando l’arte quale motore del cambiamento, il tema, scelto in “Opera viva”, ha rappresentato un’ispirazione naturale per individuare le direzioni di tutte le iniziative previste, a partire dalla scelta delle opere ai talk, dalle mostre fino ai laboratori didattici.

Con questa edizione prosegue la riflessione intrapresa nel 2021 sul “fare fiera” in modo differente, lontano dalle manifestazioni maggiori e tradizionali.

Gli espositori italiani e internazionali selezionati per rappresentare il cuore della Fiera sono affiancati da un importante programma che prende il via dalla sezione “Exhibition”, capace di offrire ai visitatori tre differenti mostre di artisti internazionali.

La prima si intitola “Barriera di Milano, il Manifesto”, a cura di Jòn Gnarr; la seconda “Cuba introspettiva”, curata da Giacomo Zaza e la terza intitolata “La natura e la sua gemella” a cura di Michela Casavola.

I tre progetti sono stati creati nell’ottica in cui l’arte rappresenti un dispositivo di pensiero, uno strumento sociale e uno stimolo di nutrimento per l’anima.

“Declinazioni” è, invece, il titolo di Talk, curati da Alessandro Stillo, che si tengono nella Lounge al terzo piano  e nascono dall’associazione  di un pronome personale abbinato a “art”, creando un legame con il tema proposto.

“Quest’anno  Flashback taglia un importante traguardo – spiega Stefania Porridge, direttrice della manifestazione insieme a Ginevra Pucci – Come ogni anno i nostri galleristi si sono impegnati presentando delle opere di grande qualità e il loro entusiasmo è  sempre più travolgente. Non vedo l’ora di aprire le porte della nostra nuova casa e accogliere il pubblico tra le tante opere e capolavori che presentiamo”.

“Dell’arte storicizzata sono affascinata dal tema della cura – spiega la direttrice Ginevra Pucci – che ritorna sempre rispetto a tutti i temi trattati da Flashback. Il fatto che un’opera sia arrivata fino a noi e che tante persone se ne siano prese cura rappresenta qualcosa di straordinario. Oltre al valore artistico in sé,  vi è  anche l’idea che qualcuno abbia pensato che potesse valerne la pena. Vuol dire che, per tanti secoli, quell’opera ha avuto un significato e continua ad averne”.

Sono duemila le opere presentate quest’anno dalle gallerie espositive, con tematiche che spaziano dalla natura, a volte onirica, a volte crudele, al sacro e al profano. Alla natura sono dedicati gli acquerelli  settecenteschi  di Giovanni Antonio Bottione, presentati dalla Galleria Alessandra Di Castro Antichità,  che riportano il pubblico dentro il Regio orto botanico di Torino. Tra sacro e profano figura l’opera “L’odalisca” di Francesco Hayez,  appartenente alla galleria Carlo Orsi, uno dei pochi quadri realizzati dall’artista, di carattere profano appartenente alla cosiddetta fase orientalistica, fino alla Madonna di Antonio Giolfino.

Sacro e profano, reale e simbolico si ritrovano anche  nelle opere di Hermann Nitsch, portate dalla Galleria Umberto Benappi.

Flashback propone anche al visitatore  un programma ricco di mostre, laboratori didattici e progetti ‘site-specific’, che si pongono come un ponte verso il futuro di Flashback Habitat.

I visitatori saranno, infatti, accolti dall’installazione olfattiva dal titolo ‘Roots pipeline” di Francesca Casale, che invita a connettersi attraverso nuovi e forti legami con il luogo circostante, attingendo alla storia che contraddistingue l’edificio.

Fino al 15 dicembre prossimo, all’interno degli spazi di Flashback, saranno aperte al pubblico tre mostre che coinvolgono artisti internazionali. “Opera viva Barriera di Milano, il Manifesto” rappresenta un progetto ideato da Alessandro Bulgini, che riprende il lavoro in città nel corso del 2022. Le scale che collegano i diversi piani del palazzo presentano le immagini di sette artisti islandesi selezionati dal curatore Jón Gnarr.

“Cuba introspettiva” rappresenta il progetto espositivo curato da Giacomo Zaza, che occupa le stanze del terzo piano e propone l’esplorazione delle pratiche intermediali da Cuba, stimolando un approfondimento sulla videoarte monocanale.

“La natura e la sua gemella. Davide Bertuccio- Camilla Migliani” è il titolo del percorso fotografico dei due artisti realizzato in Benin e Mozambico e curato da Michela Casavola. Il progetto vede il coinvolgimento di “WeWorld”, Ong impegnata a garantire i diritti di donne e bambini in ventisette paesi del mondo.

Altrettanto articolata è la proposta che Flashback ha ideato per gli studenti e le famiglie, dal titolo “Linfa vitale”, curato da Maria Chiara Guerra; dopo l’esplorazione del parco e la visita alle gallerie, ciascun partecipante dovrà immaginare e denominare una nuova forma di vita fatta di commistioni tra arte e natura.

Il progetto “Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee” dà anche il nome alla nuova sede delle attività dell’Associazione Flashback, per la direzione artistica di Alessandro Bulgini.

Scopo di questa Associazione è quello di fare entrare l’arte nella quotidianità e innescare un processo di riqualificazione urbana in Borgo Crimea, con l’obiettivo di rigenerare più di ventimila mq di spazio, attualmente in disuso, e dato in concessione all’Associazione, immerso in un’ampia area verde.

MARA MARTELLOTTA