ilTorinese

Gioia e nostalgia in quei capodanni torinesi tutti diversi… quante emozioni dagli Anni ‘70 ad oggi

COSA SUCCEDEVA IN CITTÀ

In fondo ogni anno è diverso dall’altro. Come i capodanni, del resto.

Hanno comunque punti in comune. Costanti che si ripetono come i paragoni tra un anno e l’altro ed un capodanno e l’altro. Valutando e riflettendo su ciò che è stato e quello che vorremmo che fosse. Oscillando su occasioni mancate e riflettendo. Sapendo che è meglio avere rimpianti e non rimorsi.
Sapendo che il ricordo ti aiuta nel vivere e nel superare le difficoltà. Sapendo che l’allegria delle feste si abbina a quella nostalgia che abbiamo per il tempo che passa.
Nel 1975 un capodanno passato a giocare a tombola in quel di Napoli. Per l’esattezza a Frattamaggiore, vicino a Napoli.  Con Patrizia Alfano e Franco Cardinali. Viaggio avventuroso con una 850 sport.
Era la spider dei poveri imprestata dal padre di Franco. Raggiungevamo  gli amici napoletani conosciuti l’estate prima in un campeggio in Calabria. Pensate, fino ad allora non conoscevo la pasta aglio olio e peperoncino e manco la mozzarella in carrozza. Ospiti della famiglia Foscini. Tre fratelli. Due maschi e la femmina, cancelliera alla procura di Torino. In quegli anni era in pieno centro in via Milano angolo via Tasso. A 100 metri dal municipio. 1975, anni radiosi e di assoluta fiducia. Anni di comunità. La tombolata come naturale epilogo e premessa per un futuro sicuramente più bello dell’allora presente. Realmente non fu così, ma tentare era già qualcosa. Nel 1983 c’era già il riflusso ma a me poco importava.
1983,  partimmo Antonella ed io per Genova.
Capodanno da coppietta. Sposi dal 1978 era ora di fare una figlia. Chissà perché non ho mai voluto un figlio? Ed il “destino” me ne ha regalate due. Alice e Sara. Mi è andata decisamente bene. Il 31 dicembre il ristorante era quasi vuoto. Sul mare, scelto grazie alla guida dei ristoranti di Veronelli. Che ricordi.
Poi Santa Margherita ligure. Con quel mare così bello e così triste in inverno. Fummo accontentati ed il 19 gennaio , ero ad un seminario di formazione, grazie telefonata alla moglie: che mi dici? Sono incinta. Il 27 luglio nacque Alice Tosetto. Forse stavo maturando,  entrando nel mondo degli adulti.
Ma non finisce qui. 2005, capodanno al Sermig. Capodanno del digiuno. Ed offerta per i poveri. Andammo in quattro: Sara Paola la mamma ed io. Era la prima volta. Un Capodanno profetico, incentrato sulla pace e convivenza tra i popoli. Tante sale piene. Piene di giovani. Veramente molto bello.
Con questa mia personale stima in chi crede.
Per allora e per oggi una isola serena e felice. Fuori un mondo che, sinceramente e francamente, a volte non capisco. Erano  17 anni fa e le cose sono decisamente cambiate in peggio. Poi fiaccolata fino al Duomo.
I bambini reggevano lo striscione inneggiante alla pace. Che emozione vedere Sara trionfante e raggiante tenere quello striscione.
Tutto è negli occhi e diciamo anche nel mio cuore , nella mente con ricordo nitido.
Nel 2023 faccio il giro di boa del decennio virando verso la meta dei 70. Tempo di riflessione e valutazioni. Dalla Tombola del 75 a Napoli ad oggi passando da Genova e tornando nella mia Torino, cercando pace per noi e per loro. Per tutti. Utopia sicuramente ma è bello sempre accarezzare l’Utopia.
Credere in altro. Credere di voler andare oltre.
Affinché la speranza non muoia mai. Si è affievolita  indubbiamente. Ma non sono perse tutte le speranze. Buon anno a Tutti. Stavolta veramente a Tutti. Magari nel 2023 qualche passo in avanti lo faremo.

PATRIZIO TOSETTO

Radicali: siccità richiede misure urgenti

NEL 2022 TORINO REGISTRA LA PEGGIORE SICCITÀ DELL’ULTIMO SECOLO
Boni: “Questa è urgenza da governare con riforme coraggiose e informazione”
Dichiarazione di Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani):”I dati diffusi dalla Società Meteorologica Italiana – Nimbus non lasciano dubbi sulla gravità della situazione. Nel 2022 sono piovuti a Torino 310mm, nel torinese tra 300 e 400 mm in un anno. 2/3 meno della media! La temperatura è stata di 1,6° più elevata della media. Siamo di fronte a una siccità senza precedenti e servirebbe una immediata presa di coscienza, promuovendo riforme sul risparmio idrico in agricoltura e sulla riduzione dei nostri consumi che può avvenire solo con campagne di informazione incisive. Non c’è infatti alcuna consapevolezza del problema e non sarà qualche pioggia o qualche mese più piovoso a cambiare la realtà: la risorsa idrica scarseggia e sarà un problema serissimo nel breve periodo.
È compito della politica aprire gli occhi e farli aprire a chi li tiene ostinatamente chiusi. Abbiamo chiesto provvedimenti di riforma e gestione a livello padano: nulla. Abbiamo chiesto alla regione e al comune di investire sull’informazione alla cittadinanza: nulla. Abbiamo chiesto innovazione nella gestione dell’acqua in agricoltura: di nuovo nulla. Un comportamento letteralmente irresponsabile”.

I dati pubblicati da Nimbus:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02K2YSpG8hnSF2HjhHcjp1migkKgNnbWEecWFMAgq9tXa9tQaEpncWTwc7871o5xtWl&id=100064662100857

Alla galleria La Telaccia by Malinpensa Paola Arrigoni: “I colori delle emozioni”

Informazione promozionale

Paola Arrigoni è protagonista della mostra personale in corso alla galleria d’arte Malinpensa by la Telaccia a Torino.

Autodidatta, i suoi quadri sono di impianto astrattistico, materico e sono realizzati con l’uso della resina e acrilico su tela o legno. Si dedica anche alle sculture e utilizza materiali riciclati per attenuare la sofferenza nell’osservare il degrado ambientale. La sua ricerca coinvolge lo spessore morale e risulta vissuta con profondo rispetto per la vita e l’ambiente, nella speranza di trasmettere sentimenti, pensieri, riflessioni, suscitando un’interazione con chi guarda le sue opere.

La ricerca nel recupero dei materiali riciclati e poi riutilizzati da parte dell’artista rivela un operare che sviluppa una dimensione altamente suggestiva di contemplazione. La fusione armonica dei colori e l’equilibrio materico si trasformano in un puro estro creativo, che mostra una carica di lirismo notevole, capace di sviluppare una dimensione di contemplazione.

La carica costruttiva, di pulsione onirico-fantastica, si avvia verso un’elaborazione della materia altamente scenografica e a contatto con il fruitore. L’arte di Paola Arrigoni rivela una particolare intensità coloristica di pura e autentica sensibilità, all’insegna di una ricca inventiva, di un linguaggio originale e di una realizzazione della materia di particolare aspetto, sia estetico sia contenutistico. Le doti di colorista sono evidenti nella sua attività artistica. Le emozioni, gestite dal colore vibrante, si vestono di libertà interiori e di spiritualità in cui l’artista Paola Arrigoni cerca di dare, attraverso le sue opere, il senso della vita, in piena  vigoria di accensioni cromatiche. Queste opere fanno riflettere perché stabiliscono legami, significati ambientali, umani e sociali intensi, ma anche metafore ironiche.

Diverse le opere in mostra, tra cui una scultura. Tra i titoli sono presenti “Settembre”, “Nascere non basta”, “Fluidità”, “La ballerina”, “L’opulenza”, “Loro siamo tutte noi”, “Amori tossici”, “Mordi la mela”, “Incantesimo”, “Il Dodo rivive”, “Aperta mente”.

È  stata già protagonista di una mostra collettiva presso la galleria d’arte Malinpensa by la Telaccia a Torino, dal 18 al 29 maggio del 2021.

“Si tratta di un’artista nel più profondo del cuore ed è lì che risiede il suo essere con la sua forza creatrice”.

MARA MARTELLOTTA

Malinpensa Galleria d’Arte by La Telaccia, Corso Inghilterra 51 Torino. In mostra fino al 25 febbraio 2023

31 dicembre 1988: Derby della Mole

Accadde oggi

Juventus-Torino 1-0
Altobelli J

L’unica volta che la Serie A scese in campo alla vigilia di capodanno fu il 31 dicembre del 1988: e si giocò proprio il derby di Torino!Venne disputato di pomeriggio ed i bianconeri batterono i granata e grazie alla rete messa a segno da ‘Spillo’ Altobelli al 62esimo minuto.
Al termine del campionato, i bianconeri allenati da Dino Zoff arrivarono quarti in campionato. Il Torino, invece, retrocesse assieme a Pescara, Pisa e Como. Una stagione non esaltante per entrambe le squadre torinesi, ma almeno i bianconeri riuscirono a chiudere il 1988 con un bel sorriso sulle labbra mentre i granata scesero,per la seconda volta della loro storia,nell’inferno della serie B.

Enzo Grassano

Il Papa che ci ha fatto capire i limiti del nostro tempo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Non accolsi bene la nomina di Benedetto XVI, ritenendo errata e contraddittoria la sua affermazione relativa alla “dittatura del relativismo“, in quanto il relativismo non può generare dittature. Successivamente mi sono ricreduto perché la prevalenza del pensiero unico ha generato un sempre più pesante conformismo e ha imposto linguaggi tutti eguali che sono diventati delle vere e proprie litanie sedicenti laiche. Certamente ha generato un nichilismo in cui la verità viene soffocata e la coscienza annullata. Il male e il bene si confondono e si mescolano, generando indifferenza etica se non cinismo. Il pensiero debole non ha aperto nuove vie alla libertà di pensiero, ma ha tentato di togliere di mezzo ogni visione etica della vita, quelle che Bobbio definiva le etiche laiche. Questo è il messaggio laico di questo Papa che proveniva dall’ex Santo Uffizio. Ho avuto modo di conoscere da vicino attraverso le sue opere Papa Benedetto e ho avuto modo di intermediario attraverso l’amicizia di Marcello Pera, il liberale che con lui scrisse un libro che andrebbe ripubblicato.

Molti sedicenti laici hanno irriso al suo pensiero, giungendo ad impedirgli di parlare all’Universita’  di Roma. Era stato un illustre accademico in Germania e a Roma, la città di cui era vescovo, gli impedirono di tenere una conferenza. Fu un episodio di squadrismo intellettuale vergognoso di cui furono responsabili dei professori e non i soliti facinorosi del movimento studentesco. Basterebbe questo episodio per capire il culturame laicista nostrano, intollerante verso chi non la pensa come lui e incapace di un confronto rispettoso. Il modo dignitoso e silenzioso con cui prese atto del divieto accademico romano dice molto di quest’uomo che ha dimostrato di riconoscere con umiltà i propri limiti , rinunciando alla Cattedra di Pietro. Non era una scelta semplice , ma sottintendeva anche la piena e lucida comprensione della crisi di una Chiesa che nel Concilio Vaticano II aveva in parte smarrito la forza della sua tradizione e necessitava di una guida più forte al timone della navicella di Pietro. In quella scelta che non fu di viltà, ma di amara consapevolezza di una situazione drammatica di cui il Papa era ben consapevole vi è una grande lezione di vita. Dirà la storia se Papa Francesco abbia posto anche solo parziale rimedio alla crisi della fede e della Chiesa, ma certo la rinuncia di papa Benedetto si rivelò più eloquente di una enciclica. Anche il suo discusso discorso di Ratisbona che toccava i temi cruciali dell.’Islam e dell’Occidente va riletto come un prezioso contributo per capire i tempi in cui viviamo e la incompatibilità di ogni fede religiosa con la violenza. Allora suscitò polemiche aspre e ingiuste. Oggi non è il momento di trarre bilanci,  ma è il momento di riconoscere il valore innanzi tutto umano di un protagonista del nostro tempo che scegliendo il silenzio e la preghiera ha continuato a indicarci senza imposizioni ed asprezze dogmatiche uno stile di vita in un mondo che ha smarrito quasi tutti i suoi valori etici per accogliere come modello il turpiloquio del politicamente corretto.

A capodanno un concerto per i diritti

Col desiderio di dare un contributo – che sappiamo piccolo – costante, tenace e appassionato ad una campagna per la pace e per i diritti umani (anche perchè profondamente convinti che l’una non possa sussistere senza gli altri, e viceversa) anche quest’anno ci siamo mobilitati per celebrare la “Giornata mondiale della pace” (istituita da Papa Paolo VI e successivamente condivisa da tutte le principali religioni mondiali).
Essa si svolgerà quindi il 1° gennaio 2023 al Sermig di Torino.
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Giampiero Leo 
Portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi”


PER LA PACE E PER I DIRITTI

Nella pace e nei diritti nessuno è straniero. Noi credenti non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo impegnarci per un’etica della responsabilità, dobbiamo pensare alla luce del bene comune, ovvero come un ‘noi per voi’ aperto alla fraternità universale.

E’ l’ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità; un tempo privilegiato, questo del Concerto di Capodanno per prepararsi al senso della Pace e dei Diritti. Le religioni possono essere la resistenza più forte alle follie della guerra e delle oppressioni e la strada maestra per riannodare i fili della pace e dei diritti: i diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri, i diritti della libertà di pensiero, di espressione, di religione, di autodeterminazione e di sicurezza dei popoli, diritti sempre più spesso trascurati o negati”.

Dopo la guerra di invasione contro la popolazione ucraina sprofondata nella morte, nella paura e nel gelo dell’inverno, emblematico quello che sta accadendo in Iran: ci sono voluti quarantatré anni di sofferenza per le donne iraniane perché il mondo intero si accorgesse delle loro priorità. In questo periodo leggi e interpretazioni ciniche della sharia hanno tentato di trasformarle in cittadine di secondo livello. Oggi questa situazione non sta più bene non solo alle donne, ma anche agli uomini. Ed è la prima volta che una richiesta legittima e fondamentale delle donne viene percepita dalla popolazione a prescindere dal genere. Tocca a noi credenti farla diventare patrimonio di tutti. Il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa, quei diritti derivano dal riconoscimento della dignità umana.

Crediamo nel Concerto di Capodanno perchè la musica ha il potere di “sincronizzare” menti e cuori, di unire, esercitando una funzione sociale, mettendo in comunicazione fra loro persone di lingue, culture e religioni differenti. Ascoltare musica, o crearla ha lo straordinario potere di rinfrancare il corpo e lo spirito. Per Platone, musica era “tutto ciò che soddisfi desideri e aspirazioni”, un’arte che congiunge il pensiero razionale con l’emozione. La musica quindi come costruttrice di ponti, come strumento di pace, capace di abbattere muri e indifferenze.

Noi del Coordinamento interconfessionale del Piemonte con il Concerto del Capodanno 2023 vogliamo percorrere insieme l’unica strada possibile per riannodare i fili della pace, facendo diventare i nostri maestri strumentisti veri e propri “donatori di musica”, per ritrovare quella capacità ostinata di amare, amare indiscriminatamente. Appuntamento allora per il 1° Gennaio a Torino alle 18.00 all’Arsenale della Pace del Sermig.

Addio a Papa Benedetto Venne in visita a Torino nel 2010

Joseph Ratzinger, il Papa Emerito Benedetto XVI aveva 95 anni, si è spento questa mattina verso le 9,30.  Venne eletto  il 19 aprile 2005 ed è passato alla storia per aver rinunciato al suo mandato il 28 febbraio 2013. Venne in visita a Torino il 2 maggio 2010. Celebrò la santa messa in piazza San Carlo e si raccolse in preghiera davanti alla Sindone. Fece anche visita al Cottolengo.

Turin Confidential Cosa succede a Torino: informazioni per chi arriva in città

What’s on in Turin: events and attractions for tourists, occasional visitors and expat

Are you spending your Christmas Holidays in Turin or have you decided to start with us a brand-new year?  You might have noticed that during this period, the city is dressed with colorful luminous installations. In this period, taking a stroll in the city center at night can be a really beath taking experience.

In addition to the usual Christmas lights, masterpieces from Renaissance to Futurism enlighten Piazza San Carlo. Until January 8, every day from 6 pm to 11 pm, paintings will be projected on facades of the buildings.

And in case you are still looking for something to do on December 31, here are some ideas.

Music

Turin will celebrate the arrival of 2023 with a concert in Piazza Castello. Tickets are required to access the square, but, unfortunately, they are already sold out. You can always take a walk in the nearby streets.  Or head to Maglio where there will be a Queen Tribute Band, to Jazz Club which will stage the Tiny Beat Orchestra, or to Cafè Muller where Federico Sirianni will pay homage to Gaber who was famous Italian songwriter.

Osteria Rabezzana will host the Smallable Ensamble, so the food of chef Giuseppe Zizzio will be paired with Rock’n’roll, beat, country and soul music. Info and booking via phone (011.543070) or email.

On December 31, on the stage of the Royal Theatre the worldwide famous dancer Roberto Bolle will entertain the public with the show entitled Bolle and friends. And if you are still in town, on January 8 and 9, the Orchestra and Chorus will perform the Requiem Mass, a masterpiece by Giuseppe Verdi. On the podium, there will be the young talent Andrea Battistoni.

Back to Maglio, more precisely at Sermig – Arsenale della Pace, there will be a concert for peace at 6 pm on January 1.

Looking for a dance floor?

There still might be tickets available at Pick up, the historical disco not far from the city center. The event at Hiroshima Mon Amour is sold out, but last minute tickets might be available here.

Other clubs organizing dinners and/or toasts with panettone are Mokai , The Beach, Off Topic, Supermarket, Bunker, LifeClub, Audiodrom and Senza Fronzoli.

Art

Rare and precious nativities are on display at Libreria Antiquaria Freddi as well as at Basilica Maria Ausiliatrice where it is possible to find the 23rd edition of Nativities.

How about an evening at Reggia di Venaria? Until January 8, it will be possible to visit this beautiful hunting lodge after sunset. Check here for all the extra opening hours. And, of course, for New Year’s Eve, there is a special Gospel Concert.

In addition to the permanent collections of the 20th century, GAM gives you the possibility to visit temporary exhibitions such as The face of the Poet, dedicated to Edoardo Sanguineti, Hic Sunt Dracones by Chiara Camoni, and that of Jannis Kounellis as well as the sound work by Riccardo Benassi entitled Poeticize the desert instead of knowing where it ends.

Wide choice also at MAO, where visitors, along with the four floors of the permanent exhibition, can visit the Buddha10 exhibition, the video installation Ah!, by the artist Charwei Tsai and finally in the t-space, until January 15, the installation Bandit Queen by Silvia Morin.

At Palazzo Madama you can visit, together with the permanent collections, the exhibition Margherita of Savoy, Queen of Italy, the new Fabric Room and The city door-A tale of 2,000 years in the space of the Medieval Court.

From 27 December to 5 January, Pinacoteca Albertina, the museum within Turin’s Fine Arts Academy, organizes artistic workshops for children.

Until February 26, the Historical Archive hosts an exhibition dedicated to David Bowie, Steve Shapiro, and Civil Rights. The entrance is from Piazzetta Mollino 1, and tickets are available here.

Until April 16, Galleria Sabauda, a part of the Royal Museums, hosts Rembrandt meets Rembrandt.

 

For children

A stop that cannot be missed is definitely Mufant,  the first Italian museum dedicated to Sci-Fi. Visit also its Park of Fantastic.

Another spot that children will absolutely love is the Medieval Village inside Valentino Park.

Both Mufant and Medieval Village have special openings during these holidays.

And for a moment of pure pleasure…

We cannot call it winter without a piece of Nuvola, Ghigo’s pandoro covered with a cream prepared with butter and vanilla sugar. This cake has become so famous that many pastry makers have tried to reproduce it. Try all the possible imitations but make sure you taste the original one too. Maybe paired with hot chocolate and whipped cream. Feeling guilty? Then go back to the beginning of this article and take a very long walk under the Christmas lights.

Lori Barozzino

Lori is an interpreter and translator who lives in Turin. If you want to read more, here’s her blog.

Emergenza clima, per Legambiente il 2022 “anno nero”

Pubblichiamo il bilancio dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente

In Italia nel 2022 aumentano del +55% gli eventi estremi rispetto allo scorso anno. Criticità anche in Piemonte.

Registrati 310 fenomeni climatici che hanno provocato danni e 29 morti. Siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni quelli con l’incremento maggiore

 

Il nord del Paese l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. Lombardia, Lazio e Sicilia le regioni più ferite. La provincia di Roma è la più coinvolta, seguita da quelle di Salerno e Trapani

 

Legambiente: “Al governo Meloni chiediamo cinque azioni urgenti: approvazione e risorse adeguate per il Piano di adattamento climatico; aggiornamento del PNIEC; nuove semplificazioni per le rinnovabili; linee guida aggiornate per le Sovrintendenze; potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni”

 

Il 2022 è stato un anno nero per il clima, segnato da un’accelerazione degli eventi meteo che hanno provocato tanti danni e vittime. Alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate non risparmiano ormai nessun Paese sul Pianeta. E a pagarne lo scotto è anche l’Italia, segnata quest’anno da più caldo e siccità, come ben raccontano i dati di bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol, e sintetizzati nella mappa del rischio climatico.
Nel 2022 la Penisola ha registrato un incremento del +55% di casi rispetto al 2021, parliamo di 310 fenomeni estremi che quest’anno hanno provocato impatti e danni da nord a sud e causato ben 29 morti. Nello specifico si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Nel 2022 sono aumentati, rispetto allo scorso anno, i danni da siccità, che passano da 6 nel 2021 a 28 nel 2022 (+367%), quelli provocati da grandinate da 14 nel 2021 a 29 nel 2022 (+107%), i danni da trombe d’aria e raffiche di vento, che passano da 46 nel 2021 a 81 nel 2022 (+76%), e allagamenti e alluvioni, da 88 nel 2021 a 104 nel 2022 (+19%).
A livello territoriale, quest’anno il nord della Penisola è stata l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. A livello regionale, la Lombardia è la regione che registra più casi, ben 37, seguita dal Lazio e dalla Sicilia, con rispettivamente 33 e 31. Rilevanti anche i casi registrati in Toscana, 25, Campania, 23, Emilia-Romagna, 22, e Piemonte, 20, Veneto, 19, Puglia, 18. Tra le province, quella di Roma risulta quella più colpita con 23 eventi meteo-idro, seguita da Salerno con 11, Trapani con 9, Trento, Venezia, Genova e Messina con 8 casi.  Tra le città, Roma (13) e Palermo (4). Per Legambiente i dati del bilancio dell’Osservatorio CittàClima indicano ancora una volta l’urgenza per l’Italia di un deciso cambio di passo nella lotta alla crisi climatica attraverso politiche climatiche più ambiziose e interventi concreti non più rimandabili. A tal riguardo l’associazione ambientalista, tra le azioni urgenti da mettere in campo, chiede l’approvazione in tempi rapidi del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici aggiornato e pubblicato nei giorni scorsi sul sito del Mase, e che ora dovrà essere oggetto di consultazione pubblica secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio CittàClima – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituisce un quadro preoccupante di un anno difficilissimo, concluso con le notizie sulle temperature primaverili di fine dicembre in Italia, sulla tempesta artica che ha colpito il Nord America, causando decine di morti, e sull’ ondata di freddo in Giappone. Nella lotta alla crisi climatica il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Al Governo Meloni, al posto di nuovi investimenti sul gas, chiediamo cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023 ad una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del Ministero della Cultura per le Sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle Regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti”.

Tutti i dati dell’Osservatorio Città Clima sono raccolti nella mappa online del rischio climatico, aggiornata nel layout e nella grafica e con un focus sul progetto europeo LIFE+ AGreeNet che ha l’obiettivo di rendere le città della costa del Medio Adriatico più resilienti al cambiamento climatico attraverso vari interventi.

Focus siccità: In questo 2022 “anno nero per il clima” l’Italia, soprattutto il centro nord, è stata colpita da un lungo periodo di siccità. Secondo i dati di Isac-Cnr, nei primi sette mesi dell’anno le piogge sono diminuite del 46% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Cruciale la prima parte dell’anno con cinque mesi consecutivi gravemente siccitosi, e un’anomalia, da gennaio a giugno, pari a – 44% di piogge, equivalente a circa 35 miliardi di metri cubi di acqua in meno del normale. In crescente difficoltà i fiumi, come il Po che al Ponte della Becca (PV) risultava con un livello idrometrico di -3 metri, e i grandi laghi con percentuali di riempimento dal 15% dell’Iseo, al 18% di quello di Como fino al 24% del Maggiore.
In autunno è peggiorata la situazione delle regioni del centro, soprattutto in Umbria e Lazio. Nel primo caso il deficit pluviometrico si è attestato sul 40%, il lago Trasimeno ha raggiunto un livello ben inferiore alla soglia critica, con -1,54 metri. Nel Lazio, il lago di Bracciano è sceso a -1,38 metri rispetto allo zero idrometrico. Gravi le conseguenze per l’agricoltura e per gli habitat naturali. L’11% delle aziende agricole si è ritrovata in una situazione talmente critica da portare alla cessazione dell’attività. In molte aree urbane si sono dovute imporre restrizioni all’uso dell’acqua. La siccità ha causato la perdita di produzione di energia, in particolare da idroelettrico. Nonostante i dati di Terna[1] relativi ad aprile abbiano evidenziato un record assoluto di energia prodotta da fonti rinnovabili, è mancato all’appello l’idroelettrico. La produzione di energia da questa fonte, infatti, segnava -41% per effetto delle scarse precipitazioni, che hanno portato per mesi i livelli di riempimento degli invasi prossimi ai valori minimi registrati negli ultimi 50 anni. A dicembre, il livello del Po è rimasto inferiore alla media degli ultimi 20 anni ed a preoccupare è soprattutto la situazione delle falde, con livelli tra il 35 ed il 50% in meno della media mensile.
Focus caldo e ondate di calore: nel 2022 in Italia si sono registrate temperature eccezionali già da maggio con punte di 36,1°C a Firenze, 35,6°C a Grosseto, 34°C a Pisa e 32,8°C a Genova. Ma anche a Ustica con 33,4°C e Torino con 29,2°C. Il mese di giugno ha visto un’anomalia della temperatura media di +3,3°C se consideriamo l’Italia nel suo insieme, con punte di 41,2°C a Guidonia Montecelio (RM), 40°C a Prato, Firenze, Viterbo e Roma. A luglio record per le città lombarde: a Brescia e Cremona si sono registrati 39,5°C, a Pavia 38,9°C e a Milano 38,5°C. Ad agosto i termometri hanno segnato tra i 40 e i 45°C a Palermo, Catania e Reggio Calabria, mentre a Bari si è arrivati a 39°C. Questi livelli di caldo eccezionale, prolungati per settimane e mesi in gran parte del Paese, hanno portato a gravi conseguenze sulla salute umana. L’ondata di calore che ha impattato più duramente è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto, stando ai dati di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del nord. Tra le città maggiormente colpite Torino che ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, a cui segue Campobasso (+69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%), Viterbo (+48%), Firenze (+43%), Catania (+42%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020[2].

I casi più rilevanti del 2022 – In questo bilancio “clima 2022” Legambiente ricorda alcuni casi rilevanti: il 3 luglio il distacco di una grossa porzione dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, 11 le vittime e 8 i feriti.  Tra il 27 e il 28 luglio in Val Camonica è caduta in poche ore la stessa quantità di pioggia caduta sulla provincia di Brescia nei sette mesi precedenti. Le intense piogge hanno provocato anche delle frane che hanno colpito la Val di Fassa, in Trentino, il 5 agosto. Ad agosto a Scilla (RC), il litorale è stato investito da un’imponente massa d’acqua che ha invaso le strade. Occorre, in questo caso, evidenziare il legame con la cementificazione avvenuta negli anni e al tombamento del torrente Liurni. Il 18 agosto raffiche di vento a oltre 110 km/h hanno colpito la provincia di Massa Carrara. Quattro persone sono rimaste ferite in un camping a Marina di Massa a causa della caduta di alberi e in tutto il territorio si sono contate fino a 7mila persone senza corrente. L’evento alluvionale che ha segnato il 2022 è quello che ha colpito il 15 e 16 settembre le Marche, 13 i morti. Tra fine settembre e inizio ottobre Trapani per tre volte è stata colpita da violenti temporali ed è finita sott’acqua. Tragedia a Ischia il 26 novembre, a Casamicciola Terme (NA) dove le piogge intense hanno provocato una frana ed un’alluvione, con 12 vittime registrate. Record di pioggia, con 126mm caduti in 6 ore. Il 22 novembre, una mareggiata di forte intensità ha colpito Jesolo (VE), mentre il 3 dicembre in provincia di Messina sono stati registrati diversi danni provocati da piogge intense e frane. 

[1] https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-aprile-2022

[2] https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3278_allegato.pdf

 

Una convincente trasposizione per una confessione e un tema sempre attuale

“Mine vaganti” di Ferzan Özpetek al Carignano sino all’8 gennaio

A distanza di una dozzina d’anni, trasportando l’azione dal Salento alla pianura campana, passando dallo schermo al palcoscenico, Ferzan Özpetek firma la sua prima teatrale. “Mine vaganti” fu nel 2010 un successone, divertimento e risate, premianti gli incassi, cinque Nastri d’Argento e due David di Donatello, riconoscimenti europei e nel mondo. Storia ormai senza sorprese, la prosperità di una famiglia del Sud e la conduzione di uno tra i più importanti pastifici della zona, la normalità delle tradizioni da salvaguardare, il ritorno da Roma, dove s’è trasferito per gli studi universitari, del giovane Tommaso Cantone per rivelare a tutta la famiglia la propria omosessualità, per mettersi la coscienza a posto, dopo un silenzio che dura da sempre. Una strada all’apparenza spianata, se non fosse il fratello Antonio a batterlo sul tempo, a fare pure la medesima dichiarazione, a dire della passione verso un operaio della fabbrica, ad essere cacciato di casa da un padre che ha costruito la propria esistenza ed il suo rapporto con la gente sull’altare di una sfacciata eterosessualità, di una caccia continua alle gonnelle. Al poveretto non resta che un infarto, mentre il resto della famiglia non può far altro che tamponare il futuro e salvare il salvabile. Continuando Tommaso a dissimulare le proprie scelte sessuali e a farsi carico di un’azienda di cui non saprebbe proprio che farsene, lui che ha animo di scrittore.

La versione per il palcoscenico arriva con ritardo al Carignano (in scena sino all’8 gennaio per la stagione dello Stabile), al terzo anno di repliche osannanti. Özpetek s’è chiesto, nel momento della trasposizione, come potesse far apparire con facile lucidità il mondo di sentimenti, di momenti malinconici, di risate che prima la macchina da presa aveva svelato e fatto suo. Non sempre è facile passare dai movimenti che vanno a indagare alla stabilità da osservare sera dopo sera. Ferzan c’è riuscito appieno, appieno ha conservato il messaggio di libertà che è alla base della storia, ma anche l’ironia, le ”macchiette” che sgomitano e che si sono costruite un più che apprezzabile spazio tutto loro, le risate e le schegge di un tempo perduto, il rammarico delle scelte doverose. Ha aggiunto piccole scene e altre ha sentito l’obbligo di cancellarle, per cui peccato che la figura della zia parecchio attaccata alla bottiglia ne resti un po’ schiacciata, peccato che la gita al mare degli amici di Tommaso, arrivati pur essi da Roma, non possa godere della luce del mare pugliese, peccato che la gioventù della nonna, vero esempio di modernità, la “mina vagante” per eccellenza, vero ponte tra presente e passato, l’unica ad aver compreso da sempre come stavano realmente le cose, non trovi visivamente spazio a ricordare ancora una volta quella parte di vita cui ha dovuto un tempo rinunciare. S’attiva da parte dell’autore e regista, sul versante delle novità, un “dentro” cui è necessario dare slancio e ritmo: quelle dieci luci in proscenio animano una sorta di opera buffa e di teatro antico, con lo scenografo Luigi Ferrigno – complici i cambi di luce di Pasquale Mari – s’è creato un gioco di tendaggi scorrevoli a chiudere scene e intimità per svelarne altre in cui gioca l’intera famiglia, s’è sfruttato con intelligenza quella platea/piazza di paese dove l’industriale e padre, prendendo a testimone e a prestito il pubblico, teme di essere guardato, deriso, messo al bando.

 

È il momento in cui meglio viene fuori il lato istrionico del Vincenzo Cantone di Francesco Pannofino, incredulo e burbero, chiuso nella propria mentalità antica, vero esempio di uomo del sud: un successo personale, sottolineato dalla partecipazione dell’intero pubblico. Non gli sono certo da meno le chiusure e i dubbi, “ma l’omosessualità un dottore la potrebbe curare?”, della Stefania di Iaia Forte, l’umanità e la rinuncia terminale della nonna Simona Marchini (con la bellezza dei monologhi), le significative e convincenti prove di Edoardo Purgatori (il narratore Tommaso) e Carmine Recano (Antonio, lui faccia ozpetekiana senza se e senza ma), la stralunata zia Luciana di Sarah Falanga, la fantesca di Mimma Lovoi, pronta a scivolare in danze sfrenate. Non si sono certamente risparmiati in gridolini e mossette Francesco Maggi e Jacopo Sorbini e i loro siparietti al culmine della sfacciataggine si sono rivelati i momenti che più hanno divertito il pubblico. Se non sbaglio, le musiche finali sono quelle che accompagnano le ultime scene del film: bel salto temporale (e un bel ricordo per quanti ammirano l’intera filmografia del regista) verso quella che rimane una delle opere più riuscite di Özpetek. Che stasera ha incrociato un eccellente esempio di reinvenzione.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Romolo Eucalitto