Gioia e nostalgia in quei capodanni torinesi tutti diversi… quante emozioni dagli Anni ‘70 ad oggi

COSA SUCCEDEVA IN CITTÀ

In fondo ogni anno è diverso dall’altro. Come i capodanni, del resto.

Hanno comunque punti in comune. Costanti che si ripetono come i paragoni tra un anno e l’altro ed un capodanno e l’altro. Valutando e riflettendo su ciò che è stato e quello che vorremmo che fosse. Oscillando su occasioni mancate e riflettendo. Sapendo che è meglio avere rimpianti e non rimorsi.
Sapendo che il ricordo ti aiuta nel vivere e nel superare le difficoltà. Sapendo che l’allegria delle feste si abbina a quella nostalgia che abbiamo per il tempo che passa.
Nel 1975 un capodanno passato a giocare a tombola in quel di Napoli. Per l’esattezza a Frattamaggiore, vicino a Napoli.  Con Patrizia Alfano e Franco Cardinali. Viaggio avventuroso con una 850 sport.
Era la spider dei poveri imprestata dal padre di Franco. Raggiungevamo  gli amici napoletani conosciuti l’estate prima in un campeggio in Calabria. Pensate, fino ad allora non conoscevo la pasta aglio olio e peperoncino e manco la mozzarella in carrozza. Ospiti della famiglia Foscini. Tre fratelli. Due maschi e la femmina, cancelliera alla procura di Torino. In quegli anni era in pieno centro in via Milano angolo via Tasso. A 100 metri dal municipio. 1975, anni radiosi e di assoluta fiducia. Anni di comunità. La tombolata come naturale epilogo e premessa per un futuro sicuramente più bello dell’allora presente. Realmente non fu così, ma tentare era già qualcosa. Nel 1983 c’era già il riflusso ma a me poco importava.
1983,  partimmo Antonella ed io per Genova.
Capodanno da coppietta. Sposi dal 1978 era ora di fare una figlia. Chissà perché non ho mai voluto un figlio? Ed il “destino” me ne ha regalate due. Alice e Sara. Mi è andata decisamente bene. Il 31 dicembre il ristorante era quasi vuoto. Sul mare, scelto grazie alla guida dei ristoranti di Veronelli. Che ricordi.
Poi Santa Margherita ligure. Con quel mare così bello e così triste in inverno. Fummo accontentati ed il 19 gennaio , ero ad un seminario di formazione, grazie telefonata alla moglie: che mi dici? Sono incinta. Il 27 luglio nacque Alice Tosetto. Forse stavo maturando,  entrando nel mondo degli adulti.
Ma non finisce qui. 2005, capodanno al Sermig. Capodanno del digiuno. Ed offerta per i poveri. Andammo in quattro: Sara Paola la mamma ed io. Era la prima volta. Un Capodanno profetico, incentrato sulla pace e convivenza tra i popoli. Tante sale piene. Piene di giovani. Veramente molto bello.
Con questa mia personale stima in chi crede.
Per allora e per oggi una isola serena e felice. Fuori un mondo che, sinceramente e francamente, a volte non capisco. Erano  17 anni fa e le cose sono decisamente cambiate in peggio. Poi fiaccolata fino al Duomo.
I bambini reggevano lo striscione inneggiante alla pace. Che emozione vedere Sara trionfante e raggiante tenere quello striscione.
Tutto è negli occhi e diciamo anche nel mio cuore , nella mente con ricordo nitido.
Nel 2023 faccio il giro di boa del decennio virando verso la meta dei 70. Tempo di riflessione e valutazioni. Dalla Tombola del 75 a Napoli ad oggi passando da Genova e tornando nella mia Torino, cercando pace per noi e per loro. Per tutti. Utopia sicuramente ma è bello sempre accarezzare l’Utopia.
Credere in altro. Credere di voler andare oltre.
Affinché la speranza non muoia mai. Si è affievolita  indubbiamente. Ma non sono perse tutte le speranze. Buon anno a Tutti. Stavolta veramente a Tutti. Magari nel 2023 qualche passo in avanti lo faremo.

PATRIZIO TOSETTO

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Radicali: siccità richiede misure urgenti

Articolo Successivo

Uncem, legge bilancio: non c’è il registro crediti carbonio

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta