ilTorinese

Innovativo intervento di cardiochirurgia: la storia di Renato

Affetto da endocardite e preso in carico da un team multidisciplinare

«Ero molto preoccupato, ma il dottor Casali e il suo team hanno saputo infondermi fiducia, standomi sempre vicino. Ora posso solo ringraziare tutti per l’attenzione che mi hanno rivolto e per la grande professionalità dimostrata».

Queste le parole di Renato, il paziente sottoposto a un delicato intervento di cardiochirurgia utilizzando una tecnica innovativa all’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara.

Renato era affetto da endocardite, una grave infezione che aveva compromesso l’elettrocatetere del defibrillatore impiantato anni prima a causa di una grave aritmia. La situazione si era ulteriormente aggravata con lo sviluppo di un’ischemia cerebrale. Troppo rischioso, a questo punto, sottoporre il paziente ad un intervento di cardiochirurgia tradizionale in circolazione extracorporea. E troppo elevato il rischio di emorragia cerebrale post-operatoria.

Di fronte al pericolo di complicanze, l’equipe della struttura di Cardiochirurgia diretta da Giovanni Casali ha valutato una strategia innovativa.

Con il supporto di un team multidisciplinare è stata progettata in tempi rapidi una procedura mai realizzata prima all’Aou di Novara: l’aspirazione transcatetere della vegetazione infetta, effettuata con una cannula brevettata specificamente per questo tipo di intervento.

Terminata l’aspirazione, è stato estratto l’elettrocatetere compromesso e il paziente è stato trasferito prima in terapia intensiva e poi nel reparto di degenza. In pochi giorni è stato possibile impiantare un nuovo device sottocutaneo e dimettere il paziente al domicilio, senza necessità di riabilitazione.

L’operazione, eseguita con successo, ha coinvolto diverse professionalità: due cardiochirurghi (Annalisa Francescato e Mario Commodo), un elettrofisiologo della struttura Cardiologia (Matteo Santagostino) diretta da Giuseppe Patti, due cardio-anestesisti (Barbara Giamundo e Teresa Esposito), una perfusionista, un tecnico radiologo e un’equipe di infermieri specializzati di sala operatoria di cardiochirurgia e cardiologia interventistica.

«Questo approccio – ha spiegato il direttore Casali –, non solo è minimamente invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale, ma anche in grado di ridurre la durata dell’intervento, le complicanze operatorie e postoperatorie e i tempi di recupero; quindi rappresenta un passo avanti nella gestione delle patologie complesse».

«La procedura realizzata all’Aou di Novara – ha sottolineato il direttore generale, Stefano Scarpetta – dimostra l’importanza di un lavoro di squadra tra specialisti di diverse discipline. L’Heart-Team è il fulcro nella gestione di casi complessi e l’Azienda ospedaliero-universitaria è all’avanguardia nell’adozione di tecnologie innovative a beneficio dei pazienti».

«Multidisciplinarietà, rapidità di intervento, innovazione – ha concluso l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi – questi gli elementi che hanno permesso a Renato di avere una risposta al suo complicato caso clinico. Ed è questo che i cittadini chiedono alla sanità pubblica piemontese e a cui stiamo lavorando, affinché le eccellenze diventino la prassi e i pazienti come Renato siano al centro delle cure e dell’assistenza. Grazie quindi ai professionisti dell’AOU che mettono le proprie capacità, ma anche la propria empatia, al servizio dei cittadini novaresi, e non solo».

Riparte La cultura dietro l’angolo, musica e spettacoli a poca distanza da casa

Riparte La cultura dietro l’angolo, il progetto di Città di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo che porta la cultura a poca distanza da casa, per creare nuove occasioni di relazione, condivisione e partecipazione. La nuova edizione, rinnovata e ampliata nel numero di appuntamenti e istituzioni culturali che propongono le attività nei presidi diffusi su tutto il territorio, è pensata con una valenza biennale anche a seguito del riscontro più che positivo registrato negli anni precedenti.

“Per un progetto che mira alla costruzione di relazioni e occasioni di socializzazione uno a uno attraverso la cultura– spiega l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia –, gli oltre 12 mila passaggi agli appuntamenti del programma 2024, più del doppio rispetto all’anno precedente, sono un risultato importante che testimonia il crescente interesse del pubblico per un’offerta culturale diffusa e accessibile, capace di avvicinare sempre più persone alla cultura. Nell’arco di questi tre anni, il progetto ha visto un significativo aumento del numero di tesserati e una crescente fidelizzazione del pubblico. Un successo tutt’altro che scontato, reso possibile dalla sinergia tra tutti i soggetti coinvolti, di cui siamo davvero orgogliosi.”

“La cultura ha un valore sociale inestimabile ed è un potente motore di cambiamento, che favorisce la coesione, l’inclusione e la cittadinanza attiva – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli -. Promuovere cultura significa anche aiutare a superare le disuguaglianze, abbattere le barriere sociali e combattere l’esclusione, rafforzando il senso di comunità. Ecco perché questa iniziativa, che si propone di rendere la cultura accessibile a tutte e tutti, è così importante e apprezzata sul territorio cittadino, dove rappresenta anche una preziosa occasione di incontro e partecipazione nelle Case del Quartiere, nelle biblioteche civiche, nelle sedi di enti culturali e nei numerosi spazi pubblici coinvolti”.

“Con La cultura dietro l’angolo la Compagnia di San Paolo ha promosso un modello di socializzazione attraverso la cultura, rendendola accessibile nei luoghi della quotidianità – ha affermato Elena Franco del Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo –. Stipulare una convenzione biennale insieme alla Città di Torino ha segnato un traguardo fondamentale: da una sperimentazione innovativa a un’azione strutturata, che potrà svilupparsi nel tempo e diventare sempre più parte integrante delle politiche culturali. Questo processo rispecchia pienamente la nostra missione: sostenere la sperimentazione, generare impatto e favorire la sistematizzazione di pratiche culturali inclusive e diffuse”.

I RISULTATI DEL 2024

Un questionario di soddisfazione, condotto telefonicamente su un campione rappresentativo di 314 partecipanti, ha rivelato un elevato gradimento per le attività proposte dell’edizione 2024 di La cultura dietro l’angolo, ottenendo un 98% di giudizi positivi, di cui il 61% “molto positivo”.

Oltre alla qualità dell’offerta culturale, il progetto ha rappresentato un’importante occasione di scoperta del territorio e di creazione di nuove relazioni sociali: il 43% dei partecipanti ha esplorato angoli della città che non conosceva, mentre il 77% ritiene che l’iniziativa abbia valorizzato il proprio tempo libero.

La cultura dietro l’angolo ha inoltre favorito nuove connessioni sociali: il 72% degli intervistati ha riscoperto il piacere dello stare in compagnia e il 57% ha mantenuto i contatti con le persone conosciute durante gli appuntamenti.

GLI ENTI COINVOLTI NEL BIENNIO 2025-2026

Per le edizioni 2025 e 2026 le istituzioni culturali e i presidi territoriali coinvolti nel progetto sono stati individuati lo scorso anno e comprendono 10 presidi territoriali, di cui 7 selezionati tramite bando pubblicato dalla Fondazione per la Cultura Torino, cui si aggiungono due biblioteche civiche e il Centro Interculturale della Città di Torino; 13 istituzioni culturali, di cui 8 selezionate tramite bando e 5 individuate da Fondazione Compagnia di San Paolo senza impegni economici a carico di Fondazione per la Cultura Torino.

I presidi territoriali coinvolti sono

  • Casa nel Parco;
  • Fabbrica delle E/Binaria;
  • Più SpazioQuattro;
  • Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette;
  • Beeozanam community hub;
  • Bagni Pubblici di via Agliè;
  • Casa del Quartiere di San Salvario
  • Biblioteche civiche A. Passerin d’Entrèves e Italo Calvino;
  • Centro Interculturale della Città di Torino.

Le istituzioni culturali sono:

  • Fondazione Unione Musicale
  • Associazione CentroScienza onlus
  • CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
  • Orchestra Filarmonica di Torino
  • Fondazione Circolo dei lettori
  • Fondazione TRG
  • Museo A come Ambiente
  • Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa
  • Museo Egizio di Torino
  • Gallerie d’Italia – Torino
  • Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
  • GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
  • Polo del ‘900

LA PROGRAMMAZIONE 2025

Nel 2025 ciascuna delle tredici istituzioni culturali porterà tre appuntamenti nei dieci presidi individuati, per un totale di ben 390 appuntamenti, 150 in più rispetto al 2024.

Le feste di marzo e settembre

La quarta edizione de La Cultura dietro l’angolo si aprirà con una grande festa di fine inverno diffusa nei presidi territoriali, da giovedì 6 a sabato 8 marzo, alla quale parteciperanno tutti i soggetti coinvolti nel progetto.

Ogni festa nasce dalla co-progettazione di un presidio territoriale e di uno o due istituzioni culturali (dato il numero superiore di enti culturali rispetto a quello dei presidi). Le Case del quartiere, le biblioteche civiche e i presidi del territorio si animano di concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, giochi e appuntamenti di divulgazione scientifica, coinvolgendo la cittadinanza, che così può scoprire le opportunità offerte dal progetto e tutto il calendario di eventi in programma.

La festa di fine estate si terrà invece dal 25 al 27 settembre.

Il programma principale

La programmazione ordinaria delle attività inizierà il 10 marzo 2025, con un appuntamento a settimana in ogni presidio, e proseguirà fino a gennaio 2026. Anche quest’anno il calendario è ricco di appuntamenti gratuiti di musica, teatro, scienza, arte, storia e fotografia, ideati e prodotti dalle 13 istituzioni culturali selezionate.

L’Associazione CentroScienza Onlus propone un percorso sul tema dell’informazione e dell’importanza dell’affidabilità delle fonti, partendo con il laboratorio “La bussola delle news”, per poi proseguire sul tema del cambiamento climatico “Che clima c’è?” e su quello delle energie rinnovabili e decarbonizzazione con “Da fossile a green“.

Fondazione TRG propone “TRAIETTORIE: Raccontare sé stessi attraverso il teatro”, un percorso di storytelling in tre appuntamenti incentrato sul raccontare sé stessi attraverso il linguaggio teatrale, di cui verrà creata una restituzione in formato audiovisivo.

Il Museo Egizio realizza un laboratorio all’incrocio tra saper fare, memoria e archeologia diviso in più momenti. “La memoria del fare” è una presentazione delle trasformazioni del museo e della nuova sezione “Materia. Forma del tempo”“Io so fare” invita i partecipanti a condividere un’abilità artigianale o la storia di un oggetto significativo. Nell’ultima fase, “Mani in pasta nell’archeologia“, i partecipanti imparano le tecniche di lavorazione dell’argilla e realizzano un oggetto ispirato ai reperti egizi.

Gallerie d’Italia – Torino propone un percorso dedicato alla fotografia articolato in tre momenti. In “Ritratti di luce” i partecipanti si calano nei panni del fotografo, del modello e del tecnico delle luci, in un vero set fotografico. In “Tracce di Blu” fotografie d’autore vengono trasformati in segnalibri personalizzati. In “Tela Versus Pixel”, sperimentando con l’uso dell’intelligenza artificiale, alcune opere della collezione pittorica delle Gallerie vengono trasformate in una raccolta fotografica contemporanea.

La proposta del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale si articola in una serie di laboratori incentrati sulla funzione del linguaggio e sul suo valore all’interno di un nucleo di cittadini, piccolo o grande che sia. A partire da alcuni testi letterari, due attori fanno emergere le storie e i significati che si celano dietro alcune delle parole su cui si fonda l’idea di cittadinanza. I partecipanti avranno la possibilità di confrontarsi e di inventare nuove espressioni e un nuovo vocabolario, come strumento indiretto per rinsaldare i legami e le relazioni.

La Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa propone tre laboratori teatrali intitolati “Relazioni in movimento”. Sulla percezione del corpo nelle sue dinamiche e nel suo linguaggio si incentra il laboratorio “Relazione me e me” dà spazio alla percezione del corpo, alle sue dinamiche e al suo linguaggio. “Relazione me e l’altro” esplora il rapporto con l’altro. “Relazione me e lo spazio” si focalizza sul rapporto tra geografia dei corpi e geografia dei luoghi che i corpi abitano.

Unione Musicale propone tre momenti dedicati alla condivisione della musica dal vivo. “Tutti in coro” è un concerto corale interattivo in cui i partecipanti assaporano la bellezza del cantare insieme. “Ascolta che musica” e “Ottoni per aria” sono occasioni di avvicinamento alla musica classica, per conoscerne segreti e curiosità attraverso l’ascolto di celebri brani di grandi autori e la scoperta degli strumenti della famiglia degli archi e degli ottoni.

GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta tre appuntamenti ispirati alla programmazione primaverile e autunnale del museo. In dialogo con la mostra “Lasciatemi divertire!”, dedicata a Fausto Melotti, l’attività “In leggerezza”, propone ai partecipanti di creare piccole sculture con fili di metallo. “Elementi differenti” prende spunto dall’esposizione dell’artista contemporanea Alice Cattaneo, suggerendo attività di composizione che interagiscono con l’ambiente. “Come d’incanto” è un’attività ispirata al nuovo allestimento del museo, che indaga il tema della notte come spazio di trasformazione.

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia propone “Click! Impara a fotografare con lo smartphone”, un percorso in tre tappe che insegna a usare la fotocamera del telefono per raccontare storie personali mediante le immagini. Attraverso la pratica i partecipanti imparano a comporre una fotografia, a scegliere il punto di vista e a usare la luce. Il percorso concluderà con la creazione di un diario visivo personale che ogni partecipante stamperà sotto forma di fanzine.

La Fondazione Circolo dei lettori propone “Leggere insieme”, un percorso di lettura condivisa in tre tappe, con particolare attenzione alla lettura ad alta voce. Il primo incontro si concentra su metodi e tecniche per imparare questa modalità partecipata di lettura e sulla scelta del racconto da leggere nei successivi due appuntamenti. Guidati da esperti, i partecipanti condividono momenti di lettura, ma anche di dialogo, confronto e scoperta.

Il Museo A come Ambiente propone laboratori dedicati al riuso e al clima. “PlayDecide! Riuso, riutilizzo e upcycling” affronta il problema dei rifiuti e della scarsità di risorse, proponendo il riutilizzo e l’upcycling come possibili soluzioni. “La Fabbrica delle Idee Circolari” stimola la creatività, costruendo nuovi oggetti con materiali di recupero. “Calore a colori” invita a riflettere sui diversi sistemi di riscaldamento e il loro impatto ambientale. La versione che verrà proposta porrà un’attenzione particolare per le persone ipovedenti.

Il Polo del ‘900 propone un percorso laboratoriale in tre parti sul colonialismo italiano. “Storie” ripercorre le tappe e le violenze del colonialismo ed esplora le ragioni della sua rimozione dal dibattito pubblico. “Memorie” analizza come la memoria collettiva abbia spesso occultato le responsabilità coloniali italiane, riportando alla luce testimonianze e racconti sommersi. “Presente” fa emergere le tracce del colonialismo nella società contemporanea.

L’Orchestra Filarmonica di Torino propone “Ascolta il colore”, un percorso laboratoriale in tre incontri che unisce musica e pittura. Di volta in volta i partecipanti imparano come la musica influenzi le emozioni e come esprimerle attraverso il disegno e la pittura, creano un’opera individuale che riflette le emozioni suscitate dalla musica e collaborano alla realizzazione di una tela collettiva che rimane in ogni presidio a ricordo dell’esperienza.

Il palinsesto OFF e le collaborazioni

All’interno del progetto trovano spazio i Gruppi di Proposta, un’opportunità di volontariato per i cittadini che desiderano mettere a disposizione della collettività passioni e competenze e un’occasione per rafforzare e allargare le relazioni con persone del territorio. I Gruppi di Proposta, uno per presidio, sono veri e propri laboratori di idee innovative che rispondono ai bisogni della comunità in modi creativi ed efficaci Si incontrano a cadenza regolare per confrontarsi e costruire un calendario di attività OFF, che si aggiungono alla programmazione ordinaria, contribuendo a mantenere attivi i legami tra i partecipanti e favorire l’integrazione e l’inclusione sociale di persone di diverse età, etnie, formazione.

Anche quest’anno, inoltre, La cultura dietro l’angolo rinnova le collaborazioni con diverse iniziative culturali della Città, come Biennale Democrazia, Torino Jazz Festival, MITO per la Città, il Programma Culturale Estate 2024/2025 e il Centro di Formazione Musicale per un’offerta ancora più ampia di esperienze artistiche e culturali.

Una sperimentazione sarà inoltre avviata alla biblioteca civica Don Lorenzo Milani, che negli scorsi anni ha visto una notevole partecipazione da parte dei cittadini del quartiere. Il programma di iniziative, costruito grazie alla sinergia di enti e realtà attive sul territorio, avrà inizio il prossimo 6 marzo con la festa di fine inverno e si protrarrà fino a gennaio 2026. Le evidenze che emergeranno da questa sperimentazione potranno essere utili a implementare il modello de La cultura dietro l’angolo per gli anni a venire.

COME SI PARTECIPA ALLA CULTURA DIETRO L’ANGOLO

Gli appuntamenti de La cultura dietro l’angolo sono gratuiti e aperti a tutte/i dietro presentazione della tessera omonima. Tesserarsi e partecipare agli eventi è semplice, basta recarsi in un presidio territoriale a scelta, iscriversi al progetto, ritirare la tessera e prendere parte alle attività. Il calendario dettagliato degli appuntamenti è consultabile sul sito www.laculturadietrolangolo.it.

I PARTNER

La cultura dietro l’angolo è un progetto di Città di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con Fondazione per la Cultura Torino. L’iniziativa è sviluppata con Fondazione Ufficio Pio, Arci Torino, Rete Case del Quartiere, Rete di Torino Solidale e Associazione Abbonamento Musei e realizzata grazie alla sinergia, all’impegno collettivo e allo scambio di competenze tra queste realtà e tutti i soggetti coinvolti nella co-programmazione e nella co-progettazione, che quest’anno sono: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Unione Musicale, Fondazione TRG, Associazione CentroScienza onlus, Museo Egizio, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Gallerie d’Italia – Torino, Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Museo A come Ambiente, Orchestra Filarmonica di Torino, Fondazione Circolo dei lettori, Polo del ‘900, Casa nel Parco e Biblioteca civica “A. Passerin d’Entrèves” nella Circoscrizione 2; Fabbrica delle E/Binaria nella Circoscrizione 3; Più SpazioQuattro nella Circoscrizione 4; Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette e Beeozanam nella Circoscrizione 5; Bagni Pubblici di via Agliè, Biblioteca civica “Don Lorenzo Milani” e Centro Interculturale della Città di Torino nella Circoscrizione 6; Biblioteca civica “Italo Calvino” nella Circoscrizione 7; Casa del Quartiere di San Salvario nella Circoscrizione 8.

I vincitori della Coppa Italia giovani di tiro con l’arco a Palazzo Lascaris

Il presidente Davide Nicco e il vicepresidente Francesco Graglia hanno ricevuto a Palazzo Lascaris i giovani atleti della Asd Arclub Fossano (Cn), vincitori della Coppa Italia centri giovanili 2024 di tiro con l’arco.

“Ho una figlia della vostra età – ha detto il presidente Nicco – e come genitore vi dico che lo sport, come la vita, è fatto di successi e sconfitte. Bisogna non montarsi la testa quando si trionfa e sapersi risollevare quando si perde. Ragazzi come voi dimostrano quanto lo sport sia una importante scuola di vita”.

“È bellissimo – ha rilevato il vicepresidente Graglia – vedere dei ragazzi come voi che con il loro impegno evidenziano l’importanza dei valori nei quali crediamo, come quelli cristiani e della famiglia”.

I giovani campioni, che hanno ricevuto una pergamena in ricordo dell’incontro a Palazzo Lascaris, sono: Domenico FrutteroGiovanni Streri, Beatrice StreriFederico VigliettaRebecca MannoChiara Conte e Lorenzo Bertero.

Ad accompagnarli il presidente di Fitarco Paolo Ferrero e l’allenatore Michele Giordana.

Lavoro al femminile, storia e prospettive. Il convegno del Consiglio regionale

8 marzo:  un convegno, un film e uno spettacolo teatrale

Il 7 marzo viene organizzato un convegno dal Consiglio Regionale, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione , la Consulta delle Elette e la Consulta femminile regionale sul tema “ Lavoro al femminile, dal Quarto Stato a oggi. Fra diritto acquisiti e prospettive future”. Questo il titolo dell’incontro che si terrà al Museo del Risorgimento a partire dalle 9.30.

Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali del presidente del Consiglio Regionale, Davide Nicco, del vicepresidente Domenico Ravetti, della consigliera segretaria Valentina Cera e della presidente della Consulta femminile regionale Ornella Toselli. Seguiranno le relazioni della storica dell’arte Aurora Scotti, già ordinaria di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, di Valeria Marcenò, ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Torino e di Sonia Bertolini, ordinaria di Sociologia del Lavoro nel medesimo ateneo. A moderare il convegno sarà la giornalista Maria Teresa Martinengo.

Un convegno, un film e uno spettacolo teatrale per riflettere sul ruolo della donna oggi e sul modo in cui sia cambiata la partecipazione femminile al mondo del lavoro nell’ultimo secolo, a fronte del peso crescente dei suoi molteplici ruoli familiari, professionali e sociali. Dalle prime rivendicazioni di lavoratori e lavoratrici espresse magistralmente dal celebre dipinto del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, fino ad oggi, il convegno si chiede quali passi avanti siano stati compiuti nell’ambito del welfare lavorativo e quali siano le sfide all’orizzonte.

Sempre in occasione della Giornata internazionale della donna, che ricorre l’8 marzo, il Consiglio regionale, in collaborazione con Agis, il 5 e 6 marzo promuove la proiezione gratuita rivolta alle scuole secondarie di secondo grado del Piemonte del film dal titolo “C’è ancora domani” diretto e interpretato da Paola Cortellesi.

Infine l’8 marzo la Consulta femminile regionale promuove “Storie di donne di fuoco e di luce”, un one woman show che vedrà in scena l’artista Sara D’Amario e il musicista François Xavier Frantz. Lo spettacolo sarà allestito alle 18 presso il Polo Artistico Culturale Le Rosine di Torino, con ingresso da via Plana 8/C. Vuole essere un viaggio epico e divertente alla scoperta di quanto siano cambiati i modi di pensare, guardare e definire le donne nel corso del tempo. Un inno alla luce dell’intelligenza umana, capace di superare tutte le barriere di genere e le barriere di tutti i generi.

Ingresso gratuito, prenotazione a eventi@lerosine.it

 

Mara Martellotta

Padre e figlio carabinieri in vacanza a Torino arrestano scippatrice

Padre e e figlio, in vacanza Torino, entrambi Carabinieri della Campania liberi dal servizio, hanno arrestato in via Cernaia, una borseggiatrice. Mentre viaggiavano in auto vicino alla caserma Cernaia hanno visto che una donna, 38 anni di origini marocchine, già conosciuta alle forze dell’ordine, stava scippando un’anziana del  telefono cellulare. I due militari sono scesi  dall’auto e hanno arrestato la donna per furto aggravato

Ricercato riconosciuto al ristorante e arrestato

Era ricercato dopo la condanna del tribunale ed è stato riconosciuto e arrestato in un ristorante di Novara. Il 69enne dovrà scontare 4 anni e 5 mesi di reclusione. Aveva sparato in aria, durante una lite con alcuni  giovani, due colpi con un’arma da fuoco non regolarmente detenuta. Nei giorni scorsi un agente di polizia fuori servizio che si trovava con la famiglia nello stesso ristorante lo ha riconosciuto e ha chiamato i colleghi della volante che sono intervenuti per arrestarlo.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

AVS: “non un passo indietro sul diritto allo studio”

Riceviamo e pubblichiamo 
“Le avvisaglie c’erano tutte, ma oggi la destra getta la maschera: con un ordine del giorno di cui è stata richiesta la discussione nel Consiglio Regionale dell’11 marzo, la Lega chiede di limitare il riconoscimento delle borse di studio a quanto consentito dagli “equilibri di bilancio”, riservando a sanità e trasporti le risorse “risparmiate”, e di introdurre un criterio di premialità per gli studenti piemontesi – dichiara Alice Ravinale, capogruppo di AVS in Consiglio Regionale del Piemonte e segretaria regionale di Sinistra Italiana – “Quanto a quest’ultima previsione, ogni commento è superfluo: evidentemente, la destra piemontese ci tiene a collezionare sentenze di incostituzionalità, come già avvenuto in riferimento all’accesso alle case popolari. È gravissimo invece che la maggioranza proponga di tornare indietro di dieci anni, all’epoca in cui ogni anno vi erano migliaia “idonei non beneficiari”, riducendo la platea degli aventi diritto nonostante la crescente vocazione di polo universitario di Torino e l’aumento complessivo del costo della vita per gli studenti, e soprattutto introducendo una insopportabile gara tra diritti, mettendo in contrasto quello allo studio con la sanità e i trasporti, che peraltro scontano i tagli fatti proprio dal Governo Meloni. La Lega aveva già tentato un colpo simile in autunno chiedendo di “risparmiare” sulle borse di studio per introdurre un’esenzione del bollo auto, per fortuna archiviato tra l’imbarazzo della stessa maggioranza. Sono mesi che diciamo che la destra piemontese non prende sul serio il diritto allo studio: prima la scellerata gestione delle Universiadi, che ha lasciato senza posto letto oltre 800 studenti, poi i clamorosi ritardi nel pagamento delle borse di studio del 2024. Ancora oggi, a bilancio approvato e nonostante le rassicurazioni degli assessori Tronzano e Chiorino, oltre 4.000 studenti idonei aspettano di ricevere la borsa, che non è stata ancora riconosciuta agli aventi diritto per una cattiva programmazione delle risorse regionali.  Colpire il diritto allo studio significa colpire il nostro futuro, e impedire a chi non può permetterselo l’accesso ai gradi superiori di istruzione. Su questo non transigeremo e siamo pronte a fare dura opposizione”.
“La Lega piemontese, come una cartina tornasole, chiarisce ulteriormente cosa vuole e fa la destra in tutta Italia: tagliare i fondi agli studenti con meno soldi, che vogliono frequentare le Università pubbliche e spingerli verso le università telematiche private; negano un diritto e lo trasformano in un affare privato. – dichiara Giuseppe Buondonno, Responsabile scuola della segreteria nazionale di Sinistra Italiana – Università di serie A per i ricchi, scelta di serie B per i poveri; in un Paese che, tra l’altro, è un fanalino di coda per numero di laureati. Lo ribadiamo: l’accesso all’ Università è un diritto, e la Repubblica (in ogni sua articolazione) deve “rimuovere gli ostacoli” alla “realizzazione della persona umana”. Accentueremo la nostra battaglia per la gratuità degli studi; le risorse vanno trovate attraverso una patrimoniale sulle grandi e grandissime ricchezze. Da subito vanno garantite le borse di studio agli aventi diritto; le università telematiche devono diventare enti senza fini di lucro e avere gli stessi criteri di qualità delle università pubbliche, come abbiamo scritto nel nostro disegno di legge.”

Galleria Malinpensa by La Telaccia, in mostra le opere di Bedini e Sanna

Informazione promozionale

Si apre giovedì 6 marzo, alle ore 18, presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, la mostra dedicata a due artisti, Riccardo Bedini e Mauro Sanna, rispettivamente con le esposizioni intitolate “Pittura e scultura a confronto” e “Un vitale dialogo tra luce e forma”. La mostra rimarrà aperta fino al 19 marzo prossimo.

L’itinerario evolutivo che si vive osservando il percorso scultoreo dell’artista Riccardo Bedini è ricco di notevole studio, di ricerca dei materiali e di resa simbolica. La trasformazione di oggetti comuni, efficacemente sintetizzati nella scultura, dimostra capacità di tecnica, conoscenza della materia e impegnata elaborazione. La funzione del movimento, l’uso di vari materiali validamente assemblati fra loro e la dinamica dei volumi regalano all’opera una costante modalità espressiva. Sono opere che si liberano in uno spazio infinito e che esprimono ricorrenti messaggi densi di profondi contenuti concettuali.

L’artista Riccardo Bedini definisce ogni sua creazione con una propria modalità scultorea, fonte di ispirazione anche la conoscenza della vita con le sue fragilità umane, che egli simboleggia nell’opera con un forte impatto emotivo e con un potente strumento comunicativo.

Il legno, il ferro, la plastica uniti alla resina e agli acrilici, valorizzano l’opera di un processo formale rigoroso che unisce la tradizione con l’innovazione, capace di stimolare il fruitore sia per la notevole manualità che per l’energia espressiva non comune. Materia e anima si fondono insieme in un percorso artistico, spirituale e umano di forte valenza e di continue riflessioni emotive. L’essenza del fare arte acquista una formula scultorea emozionante, che va al di là della realtà materica, per approdare a un processo creativo assolutamente unico sostenuto da una evidente sintesi interpretativa. È una ricerca quella di Riccardo Bedini non solo visuale ma fortemente contenutistica, in cui la fervida fantasia, l’impulso creativo e lo stile personale manifestano chiaramente il suo talento e la sua sensibilità caratterizzata da ricchezza interiore e da sentimento.

Riccardo Bedini, nato a Fano nel 1968, è scultore e pittore dalla tradizione innovativa. Attraverso l’arte che si fa linguaggio di stati d’animo e di sensazioni, Bedini trasforma materiali comuni in opere capaci di trasmettere messaggi profondi, che interpretano la tradizione in un contesto di magia. Il suo tocco e i suoi pensieri, tradotti in materia, attribuiscono una dimensione unica a ogni sua creazione, portando alla luce la bellezza che si irradia dai dettagli più semplici.

Bedini, da bambino, ha dovuto superare problemi uditivi, tanto che l’arte è diventata il suo primo mezzo di comunicazione. Le sue opere non sono solo la manifestazione di rare capacità artistiche, ma anche testimonianze della forza con cui la creatività diventa strumento per affrontare le sfide della vita, e trasmettere messaggi rivolti a tutti, ad ogni generazione alle prese con le difficoltà del suo momento storico.

L’artista Mauro Sanna, in maniera del tutto personale, realizza opere pittoriche di notevole validità tecnica, costantemente elaborate sempre con equilibrio del tratto e un’armonia strutturale significativa. L’interpretazione del suo linguaggio astratto, che si impone di forza propria e di valori tecnici, è caratterizzata da una singolare stesura estetica e da una ricerca unica di effetti originali. Volume, spazio, luce e colore vengono espressi dall’artista con pienezza di tecnica e una resa prospettica magistrale. Si tratta di creazioni che ci introducono in una dimensione ricca di fervida fantasia e affascinante scenografia, in cui la luce stessa del colore, le atmosfere chiaroscurali e le linee vigorose e ampie, scaturiscono da una sintesi significativa. L’artista Mauro Sanna segue una linea di pittura astratta, sempre intrisa di coerenza e salda autonomia espressiva, e raggiunge un risultato di esecuzione notevole, dove ogni rapporto tra segno e materia rappresenta un’interessante dialettica ricca di elementi stilistici. Le molteplici vibrazioni e sensazioni, che si percepiscono pienamente osservando le sue opere, risvegliano lo spettatore nella vista e nell’animo regalandogli emozioni continue. La dinamicità gestuale del modo creativo di dipingere rivelano un temperamento artistico tangibile che sviluppa una resa formale ben riconoscibile. L’evolversi della visione astrattistica nell’iter dell’artista Sanna è evidente e definisce una lettura moderna, caratterizzata da una capacità tecnica in cui risulta molto forte il dialogo tra luce e forma. L’uso dell’olio su tela, steso con abilità e fluidità materica, permette all’artista di comunicare una forte carica espressiva che si traduce in accenti originali in una ricerca dominante di precisa compositiva. All’interno di ogni sua opera vivono l’impulso creativo, il ritmo segnico e il tessuto cromatico di precisa scansione descrittiva, che ci svelano un impianto costruttivo incisivo, capace di acquistare un forte valore contenutistico.

Mauro Sanna, classe 1966, di Sassari, è un pluripremiato pittore, disegnatore e scultore le cui opere sono state esposte a livello nazionale. Ispirati all’espressionismo astratto, dall’astrattismo e dall’informale, i suoi pezzi cercano un equilibrio tra questi generi. Ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Sassari, fin dalla tenera età ha dimostrato una spiccata propensione verso l’arte in tutte le sue forme, in particolar modo il disegno e la pittura. Alla fine degli anni Settanta, vari artisti di fama regionale lo notarono e gli diedero una spinta motivazionale per la prosecuzione degli studi artistici, portandolo a conseguire il diploma di Maestro d’Arte applicata.

Iniziò sin da subito a lavorare presso aziende locali che si occupavano di serigrafia e pubblicità, permettendogli di liberare la propria creatività in lavori stimolanti e appaganti, nonché apprendendo e sperimentando le tecniche della serigrafia. Nel frattempo disegna e dipinge per privati, partecipando a piccole competizioni locali. Nel 1996 apre la propria azienda che si occupa di serigrafia e pubblicità, diventando una delle attività del settore della Sardegna settentrionale, specializzandosi nella creazione di marchi e loghi a fini pubblicitari. Nel 2000 apre una piccola bottega di ceramiche, creando opere e sculture così da sperimentare nuovi medium per i suoi lavori.

Nel 2002 ha insegnato per un anno serigrafia presso una scuola di formazione  professionale cercando di trasmettere le tecniche di serigrafia. Dopo anni di lavoro nel campo della pubblicità e della serigrafia, l’amore per la pittura lo ha riportato a dipingere, traducendo in immagini quelli che sono gli elementi quotidiani della luce e del movimento, portandolo così a creare una lunga serie di opere.

Galleria Malinpensa by La Telaccia
Corso Inghilterra 51, Torino
Ingresso libero
Orari: 10.30 – 12.30 / 16 – 19
Chiusura lunedì e festivi

Mara Martellotta

I misteri del borgo storico di Rosazza

A cura di Piemonteitalia.eu

In Valle Cervo, vicino a Biella, in mezzo a una natura selvaggia, si trova il piccolo borgo di Rosazza, ritenuto il paese più misterioso d’Italia.

Il borgo prende il nome di Federico Rosazza che, verso la fine dell’800, portò l’intera comunità a un grande sviluppo economico.

Durante la sua lunga vita, Federico subì due avvenimenti negativi, la morte prematura della moglie e della sua unica figlia.

 

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https://www.piemonteitalia.eu/it/curiosita/rosazza-la-citt%C3%A1-disegnata-dagli-spiriti

Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento

Breve storia di Torino


1 Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum
2 Torino tra i barbari
3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia
4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento
5 Breve storia dei Savoia, signori torinesi
6 Torino Capitale
7 La Torino di Napoleone
8 Torino al tempo del Risorgimento
9 Le guerre, il Fascismo, la crisi di una ex capitale
10 Torino oggi? Riflessioni su una capitale industriale tra successo e crisi

 

4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento

 

Si è parlato finora dei Taurini, dei Romani, di Carlo Magno e dei Barbari, e ancora si sono citati Arduino e la contessa Adelaide, oggi invece ci occupiamo della Torino del Duecento, a cavallo delle lotte tra Imperatore, Papato e comuni e limminente arrivo dei Savoia, famiglia a cui lurbe si lega indissolubilmente.
I fatti risultano nuovamente intricati, sullo sfondo nuovi assetti scombussolano il territorio europeo e la nostra bella città si trova a galleggiare tra guerre e poteri che la vedono comunque coinvolta, anche se non proprio in prima linea.
È il 1155, Federico I di Hohenstaufen, meglio noto con lappellativo Barbarossa, viene eletto imperatore. Egli è convinto di poter risollevare le sorti del potere imperiale del Regno Italico, così nel 1158 indice unassemblea durante la quale presenta il suo puntiglioso programma, sostenendo di voler governare direttamente i territori italiani, di voler nominare personalmente i funzionari amministrativi, e infine di essere deciso a ripristinare limposizione fiscale.
Il piano tuttavia è tuttaltro che apprezzato, soprattutto dal papa e da molte città del nord, in primis Milano.
Tale malcontento porterà poi alla costituzione della Lega Lombarda (1167), voluta dal papa Alessandro III e dalla maggior parte dei comuni nordici, ormai abituati ad una indipendenza de facto.
Allinizio la Fortuna appoggia Barbarossa, tant’è che egli, dopo aver clamorosamente messo a ferro e fuoco Milano, entra trionfale a Torino il giorno di Ferragosto, insieme alla moglie, e qui, proprio nella cattedrale piemontese, viene incoronato.
Ma la Dea è cieca e volubile, e finisce per voltare le spalle allImperatore, che nel 1168 è costretto alla fuga attraverso Susa.

Negli anni seguenti accadono altri scontri tra il Barbarossa, che tenta una riconquista dei territori, e la Lega lombarda: le vicende non sostengono lImperatore, che, infine, nel 1183, dopo la sconfitta di Legnano (1174), sigla un trattato di pace con cui riconosce lautonomia alla città del nord Italia.
È bene ricordare tuttavia che Torino rimane sempre fedele allImperatore, non aderisce alla Lega e si ritrova ad essere nelle mani dei vescovi di turno o degli effimeri alleati del Barbarossa: dapprima infatti è il vescovo Carlo ad essere figura di riferimento per la cittadinanza, in seguito tale incarico è affidato a Milone e poi a Umberto III di Savoia. Federico I resta interessato a governare su Torino, a causa della strategica posizione geografica: a testimonianza  di ciò si sa che egli aveva una residenza, allinterno delle mura cittadine, in un vero e proprio palazzo imperiale. Nel tentativo di controllare lurbe e non solo- il Barbarossa istituisce dei nuovi funzionari: i podestà. Si tratta di amministratori e giudici che dovevano mantenere la pace e riscuotere pedaggi e tasse per conto dellImpero; queste figure rendono il sistema governativo più efficace e sottile, inoltre vantano una formazione legale nonché una schiera di collaboratori personali e possiedono una scorta armata. I podestàesercitano un incarico itinerante, dopo circa sei mesi essi devono spostarsi altrove, aspetto che li rende più imparziali nel giudizio, a confronto dei pubblici ufficiali o dei consoli locali.
Alla fine del XII secolo il comune di Torino si presenta tutto sommato tranquillo ed ordinato: consoli e podestà si susseguono ordinatamente, lassemblea cittadina si riunisce periodicamente e le decisioni che vengono prese durante tali incontri sono trascritte in un corpus che si affianca alle indicazioni designate affinchè si attui un buon governo.

 

Tuttavia la Storia ci insegna che gli eventi sono in continuo mutamento, è infatti proprio durante questo tempo tranquillo che alcune famiglie particolarmente agiate si apprestano ad assumere il controllo della città. Spiccano tra l’élite urbana alcuni protagonisti, tra cui Pietro Porcello, i cui interessi si espandono dalla città al contado. Egli è funzionario amministrativo e vassallo del vescovo, per conto del quale gestisce addirittura un castello, inoltre è menzionato come console assai conosciuto e membro di alto rango nell’élite cittadina.
I cittadini più abbienti erano soliti autodefinirsi nobiles e facevano riferimento alle proprie famiglie come dinastie patrilineari, copiando le abitudini della nobiltà fondiaria.
Alla fine del XII secolo tali gruppi sono quasi una quindicina, tra questi è bene annoverare i Della Rovere, i Borgesio, i Calcagno, i Beccuti e gli Zucca, questi ultimi particolarmente legati alla realtàtorinese.
I nobiles fanno ovviamente coalizione compatta tra loro, grazie a legami matrimoniali intenti a mantenere questo status privilegiato. È possibile avere unidea di come tali famiglie vivessero e accumulassero terre e averi grazie ad uno specifico documento, il testamento di Enrico Maltraverso, redatto intorno al 1214.
Egli dispone che, dopo la sua dipartita, la ricchezza posseduta venga suddivisa tra le quattro figlie e alcune istituzioni ecclesiastiche; la fortuna della famiglia deriva dai possedimenti fondiari, costituiti da molti territori circoscritti a Torino e dintorni: ville, giardini, una macelleria, un vigneto e diversi appezzamenti di terreni agricoli. Tale Maltraverso, come altri elitari, possiede inoltre diversi beni sparsi tra città e campagna e ha il diritto di riscossione dei pedaggi a Rivoli.
Altri dettagli che si possono leggere nel testamento sono prima di tutto che una cospicua parte delleredità spetta alla figlia badessa del convento di San Pietro, ma poi che la parte più ingente di tutto il lascito è devoluta al monastero di San Solutore, dove lo stesso Maltraverso fa edificare una cappella in suo onore. Non è difficile comprendere il motivo di tale attenzione nei confronti della Santissima Chiesa: il pio Enrico tenta di placare linevitabile castigo divino che lo attende per aver praticato lusura durante buona parte della sua vita; il tentativo fa sorridere, ancora di più perché nemmeno dopo la morte Maltraverso mostra carità nei confronti dei creditori, al punto che incarica il collega usuraio Giovanni Cane di riscuotere i crediti precedenti.
Abbiamo alcune informazioni anche su questultimo losco figuro, il Signor Cane diventa presto uno degli uomini più facoltosi della città, ma anchegli pare avesse la coda di paglia: nel suo testamento, redatto nel 1244,  si legge di ingenti donazioni rivolte alla chiesa di San Francesco, con specifiche di ammenda per i propri peccati legati alla vita terrena.
Attraverso tali personaggi si evince che le ricchezze di certa élite torinese è spesso derivata da denaro ottenuto per mezzo di scambi, pagamenti di pedaggi o prestiti e non da attività commerciali o di qualsivoglia produzione. È poi chiaro il legame tra questi nobilesusurai e la Chiesa, che non disdegna di ricevere donazioni per finanziare enti ecclesiastici, ospedali o altre istituzioni religiose; nésono da dimenticare i rapporti più interpersonali tra le due categorie, come dimostrano i canonicati delle cattedrali o le posizioni allinterno dei monasteri più prestigiosi, affidate proprio a figli o figlie di questi ricchi nobiluomini, in modo da assicurare alle varie famiglie un avanzamento sociale e una stabile rete di appoggio costituita da politici e finanziatori: favori che garantiscono a questa esecrabile élite dominante una salda posizione di rilievo allinterno della gerarchia amministrativa comunale o ecclesiastica. É per via di questi spregiudicati che pian piano la figura del vescovo viene surclassata, fino al definitivo colpo di grazia dovuto allinsorgere delle insidie dei signori vicino a Torino, altri aspiranti al potere che si fanno forti della situazione problematica causata dalla contesa tra i comuni della Lega, lImperatore e il Papa.
Il vento sta cambiando ancora, questa volta sussurra il nome dei Savoia.

ALESSIA CAGNOTTO