ilTorinese

Iren, Cerutti e Cannati (Lega): “Acquisizione quote ente gravissima”

 

“Sinistra sceglie ancora una volta di stare lontana dai territori”

Torino, 5 Mar – “La decisione della Città Metropolitana di Torino di acquisire 83 milioni di euro di azioni di Iren è gravissima e porta la firma di una sinistra che pensa agli affari propri anziché ai cittadini. Mentre la città avrebbe bisogno di investimenti sul fronte dell’edilizia scolastica, della viabilità e delle infrastrutture provinciali, Lo Russo e i suoi pensano bene di impiegare le risorse proprie per acquisire una posizione di forza all’interno dell’ente.
Crediamo che per la Provincia di Torino le priorità siano ben altre”. Così Andrea Cerutti, consigliere regionale della Lega, e Daniel Cannati, consigliere della Città Metropolitana di Torino.

Il cardinale Repole in visita a Mirafiori: “bene il rilancio avviato da Stellantis”

Il presidente di Stellantis John Elkann stamattina ha accompagnato il cardinale arcivescovo di Torino Roberto Repole in una visita nel complesso industriale di Mirafiori che ha riguardato quattro aree: le linee di montaggio della Fiat 500 elettrica, lo stabilimento delle trasmissioni elettrificate, il Battery Technology Center e i nuovi uffici dell’Hub per l’Enlarged Europe. “Apprezzo molto lo sforzo di riavviare il rilancio di Stellantis, ha dichiarato il cardinale Repole, ho constatato che la fabbrica si sta attrezzando, ho incontrato lavoratori e dirigenti che mi paiono lavorare tutti per questo obiettivo. Dietro ci sono migliaia di famiglie: alla fine, ciò che conta davvero è la loro vita e il loro futuro. Ho fiducia che ciò che si sta facendo a Mirafiori, anche sfidando le difficoltà che vengono dai mercati internazionali, tenga al centro il bene delle persone e della nostra città”.
(dal settimanale diocesano La Voce e il Tempo)

In arrivo nei Comuni del Piemonte 42 nuovi agenti di Polizia Locale 

Alla formazione hanno partecipato 42 operatori provenienti da diverse province del Piemonte: 10 da Torino

Questa mattina, ad Alessandria, si è tenuta la cerimonia di chiusura del 96° Corso di Formazione Regionale per Allievi Operatori di Polizia Locale neoassunti, durante la quale è stata consegnata la Placca di servizio a ciascun partecipante. Questo riconoscimento simboleggia l’impegno e la responsabilità che contraddistingueranno il loro ruolo a tutela delle comunità locali.

Il percorso formativo, promosso dall’assessorato alla Sicurezza e Polizia Locale della Regione Piemonte e organizzato dal Corpo di Polizia Locale di Alessandria, ha previsto un totale di 360 ore di formazione, articolate in 236 ore di materie teoriche e 124 ore di esercitazioni pratiche. Tra i principali temi affrontati figurano le tecniche operative, la difesa personale e l’utilizzo delle armi da fuoco. Particolare attenzione è stata riservata alla formazione in primo soccorso, grazie alla collaborazione con la Croce Rossa Italiana, per garantire agli operatori la capacità di intervenire tempestivamente in situazioni di emergenza.

“Gli agenti di Polizia Locale rappresentano un punto di riferimento essenziale per i cittadini e costituiscono un presidio quotidiano per la sicurezza e la vivibilità delle nostre comunità – ha dichiarato l’assessore regionale alla Polizia Locale e agli Enti Locali, Enrico Bussalino, durante la cerimonia –. La Polizia Locale svolge un ruolo strategico nella gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico, operando in sinergia con le Amministrazioni comunali e le altre forze dell’ordine. Proprio per questo, attraverso nuovi bandi regionali, intendiamo incentivare le funzioni strategiche come la Protezione Civile e la Polizia Locale, fondamentali per il buon funzionamento delle amministrazioni locali”.

Il corso si è avvalso del contributo di professionisti altamente qualificati, tra cui docenti iscritti all’Albo della Regione Piemonte, istruttori della Scuola Allievi della Polizia di Stato di Alessandria, personale della Polizia Stradale, magistrati della Procura locale e altri esperti del settore. Questa pluralità di competenze ha garantito un percorso formativo d’eccellenza, fornendo agli allievi strumenti e conoscenze indispensabili per affrontare con competenza e professionalità le sfide del loro incarico.

Alla formazione hanno partecipato 42 operatori provenienti da diverse province del Piemonte: 10 da Torino, 9 da Alessandria, 6 da Asti, 6 da Vercelli, 4 da Novara, 3 dal Verbano-Cusio-Ossola, 2 da Biella e 2 da Cuneo.

cs

 

Paolo Mascherpa, “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare”

Informazione promozionale

Un  percorso di consapevolezza e speranza raccontato in prima persona per farci sapere che anche dal buio nascono i colori.

L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare è una testimonianza che vuole dare speranza. In questa autobiografia l’autore si mette a nudo e racconta, in maniera profonda, coinvolgente e sofferta, la sindrome maniaco-depressiva. Nel farlo Mascherpa non si risparmia e descrive anche i momenti più difficili, regalando al lettore la possibilità di comprendere quanto sia complesso e delicato il nostro cervello.

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IL DISTURBO BIPOLARE

Il disturbo bipolare fa parte dei disturbi dell’umore ed è caratterizzato da gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. L’umore può essere definito come una tonalità emotiva che prevale sulle altre influenzando la vita psichica dell’individuo. Nonostante gli stati d’animo continuino ad alternarsi e a susseguirsi gli uni agli altri, nell’individuo sano l’umore tende a rimanere stabile e in equilibrio.

Nell’individuo bipolare è proprio questo equilibrio a venir meno, dando vita a svariati sintomi che influenzano le relazioni sociali e il normale svolgimento della vita. Inoltre, spesso chi soffre del disturbo, durante le crisi, non ne è consapevole in quanto le fasi maniacali e depressive sono considerate normali.

Tuttavia esistono segnali evidenti che permettono a chi gli sta vicino di riconoscerlo.

Il disturbo bipolare è infatti caratterizzato dall’alternanza di due fasi principali: depressione e mania/ipomania.

La fase depressiva è caratterizzata da umore depresso, diminuzione di interesse, aumento/perdita di peso, ansia, disturbi del sonno … e altri. Nei casi più gravi vi è il rischio di suicidio.

La fase maniacale è caratterizzata da euforia, maggiore loquacità, attività mentale accelerata, perdita di contatto con la realtà, esposizione a comportamenti rischiosi, eccessiva energia e conseguente sensazione di minor bisogno di dormire e altri.

Il suo manifestarsi invece è singolare: se il disturbo può essere latente e poco visibile, momenti di stress fisico ed emotivo o accadimenti inaspettati possono accendere la miccia, rendendo il comportamento più estremo.

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TRAMA

Ne “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” Mascherpa ci narra come vive e come pensa chi soffre di bipolarismo. Lo fa in prima persona, senza sconti, libero da pudori o convenzioni: “Il mio (episodio maniacale) durò più di qualche settimana e i sintomi erano più di tre. L’autostima ipertrofica o grandiosità era presente. […] Il diminuito bisogno di sonno […], la loquacità e la spinta a parlare […], la fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente […], la distraibilità era presente. Anche il punto sei era presente: aumento dell’attività finalizzata oppure l’agitazione psicomotoria. […]

Fino a ribaltare la prospettiva. Nonostante la complessità del percorso di cure, Paolo Mascherpa nel suo libro ci mostra la via che lo ha portato a vivere una vita serena. Il messaggio che vuole dare l’autore è che la guarigione è possibile e non si tratta solo di una vaga speranza, ma di una possibilità concreta.

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RECENSIONE

Piacevole e intenso, il libro si mostra scorrevole e appassionante. Grazie alla precisione dell’autore e al lavoro di ricerca svolto (nel libro l’autore riporta un estratto del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM-5), “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” si rivela uno strumento utile ai professionisti e ai familiari per comprendere a fondo il punto di vista dei pazienti bipolari nelle diverse fasi del loro disagio.

L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare” è disponibile

– in formato cartaceo e Kindle: https://amzn.to/3Dbwvb8

– in versione audible su Storytel: https://www.storytel.com/it/books/l-arcobaleno-nel-deserto-diario-di-un-bipolare-9539318

 

L’AUTORE

Paolo Mascherpa nasce a Pavia il 10 aprile 1970. Lavora in banca ma scrive da sempre con passione.

Oltre a “L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare”, ha pubblicato la serie di fiabe per bambini “Le incredibili avventure del Cavalier Cotoletta”, i romanzi “Scripta” e “Utopika”, la raccolta di racconti “Riflessi” e il racconto “Il commissario Minotti”.

Ama plasmare personaggi, renderli vivi e creare mondi e avventure. La curiosità e l’interesse per la scrittura lo hanno portato a frequentare un master in copywriting presso l’Istituto europeo di design e i corsi di I e II livello di scrittura creativa alla scuola “Alexander Dumas” di Milano.

Sogna di fermare il tempo per non smettere mai di scrivere.

Per conoscere l’autore e tutte le sue opere vi invitiamo a visitare il sito: https://paolomascherpa.it/

Per seguirne i pensieri e restare aggiornati: https://www.facebook.com/p/Paolo-Mascherpa-scrittore-100076292577402/?_rdr

Il Teatro Regio entra in carcere e va in scena con il Rigoletto

Per la prima volta all’interno della casa circondariale “Lorusso e Cutugno” lunedì 10 marzo, per l’adattamento di Vittorio Sabadin

Per la prima volta il Teatro Regio va in scena all’interno di un penitenziario, la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, lunedì 10 marzoalle ore 16.30, con una rappresentazione speciale di Rigoletto in una versione curata da Vittorio Sabadin. Un’iniziativa che mira a promuovere la partecipazione e il dialogo tra dentro e fuori, attraverso la cultura. Il teatro si fa ponte tra la del comunità penitenziaria e la società civile, dimostrando come la bellezza e l’arte possano migliorare la qualità della vita anche nei contesti più difficili. Questo progetto rappresenta un primo passo, un progetto pilota che il Regio auspica possa ampliarsi nel tempo. Si realizza in sinergia con la Fondazione Compagnia di San Paolo, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e con la casa circondariale torinese nel solco del più ampio progetto nazionale “Per aspera ad astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”.

“Assisterò a questa prima del Regio con particolare piacere – dichiara il Sindaco e Presidente della Fondazione Teatro Regio Stefano Lo Russo – perché credo davvero che rappresenti un’idea di città che come amministrazione abbiamo in mente. Una città in cui la cultura deve svolgere un ruolo di primo piano e accessibile a tutti e a tutte. Questa iniziativa ha un valore davvero speciale perché è l’occasione per ribadire che il carcere deve avere un ruolo di educazione e riabilitazione, oltre che di semplice punizione, mettendo al primo piano l’importanza e il rispetto per le persone che non devono mai essere persi di vista. Un ringraziamento va alla Fondazione Compagnia di San Paolo e a tutte le persone del Teatro Regio e Teatro Stabile e quelle detenute che hanno lavorato alla rappresentazione, che è già un successo prim’ancora che si apra il sipario”.

Rigoletto andrà in scena lunedì 10 marzo, alle ore 16.30, presso il teatro della casa circondariale “Lorusso e Cutugno” contestualmente alle recite in teatro, che hanno fatto registrare il tutto esaurito, e al termine delle recite dedicate al pubblico delle scuole del 6 e 7 marzo. Questa nuova produzione del Regio, tratta dal melodramma Rigoletto di Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, basata sul dramma “Le Roi s’amuse” di Victor Hugo, va in scena in una versione a cura di Vittorio Sabadin. Gli interpreti sono tutti artisti del Regio Ensemble: Janusz Nosek, nei panni di Rigoletto, Albina Tonkikh, nei panni di Gilda, Daniel Umbelino, nelle vesti del Duca di Mantova, Sipho Kazi Molteno, nei panni di Maddalena e Tyler Zimmerman che interpreta Sparafucile e il Conte di Monterone. Nel cast anche l’attrice Chiara Buratti. La direzione musicale è l’accompagnamento al pianoforte sono affidate al maestro Giulio Laguzzi, la regia a Riccardo Fracchia, le scene a Susi Ricauda Aimonino e i costumi a Laura Viglione.

Oltre alla rappresentazione, il progetto assume una forte valenza sociale grazie al coinvolgimento diretto della comunità carceraria. I detenuti hanno costruito le scenografie realizzando praticabili, sgabelli, pedane e oggetti in scena in legno e dipingendo i periacti. Uno spettacolo che diventa anche esperienza capace di unire formazione e partecipazione attiva.

Mara Martellotta

Confidi, stock di garanzie per 7,7 miliardi di euro

Nella sede di Unioncamere il Comitato Torino Finanza ha presentato il Rapporto 2025. Emerge la solidità patrimoniale di questi enti, che consentirebbe loro di raddoppiare le garanzie emesse. Intanto si attende la riforma prevista dal DDL PMI approvato dal governo.

 I Confidi, i consorzi che agevolano l’accesso al credito alle PMI attraverso il rilascio di garanzie a favore delle banche, si confrontano con le sfide della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale per continuare a svolgere il ruolo indispensabile a sostegno di un settore che è la spina dorsale dell’economia italiana. Lo stato di salute di questi enti viene valutato nel Rapporto 2025 sui “Confidi in Italia”, che il Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino ha presentato oggi nella sede di Unioncamere a Roma. I lavori sono stati aperti da Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere, Guido Bolatto, Segretario Generale Camera di commercio di Torino, Mario Cavarero, Vicepresidente Comitato Torino Finanza.

E’ dal 2005 che il Comitato Torino Finanza realizza questa ricerca con cui analizza il mercato italiano delle garanzie fidi, seguendone l’andamento anche alla luce dell’evoluzione normativa e proponendo alcuni spunti di discussione sulle politiche pubbliche di cui questi enti intermediari sono destinatari e attuatori. “Dal Rapporto 2025 – afferma Mario Cavavero – emergono due aspetti: la solidità patrimoniale dei Confidi italiani, grandi e piccoli, e quindi una raggiunta maturità dopo che in passato c’erano stati casi critici; il trend in calo ormai da qualche anno degli stock di garanzie detenute. E’ dunque auspicabile, vista la buona salute di cui gode questo “pianeta”, che si inverta la tendenza del core business. Questo perché i Confidi continuano a svolgere un ruolo essenziale: quello di garantire l’accesso al credito da parte delle piccole e piccolissime imprese, proprio in un momento in cui il loro rapporto con le banche non è facile. D’altro canto quello dei Confidi è un sistema in evoluzione, che ha fatto un importante sforzo di aggiornamento, come nel campo del rispetto dei principi ESG. Gran parte degli imprenditori che rientrano nel target dei Confidi non ha ancora ben chiaro che la sostenibilità andrà a incidere in maniera significativa non solo sui rapporti commerciali, ma anche e forse ancor più sull’accesso al credito e alla finanza. I Confidi possono giocare ancora una volta una partita importante nell’affiancamento e nell’accompagnamento di queste aziende, per evitare che siano colte impreparate”.

179 Confidi con stock di garanzie per 7,7 miliardi di euro

Alla fine del 2024 i confidi in Italia erano 179, di cui 32 Confidi maggiori (soggetti alla vigilanza della Banca d’Italia, possono erogare anche credito diretto e svolgere una serie di attività complementari a supporto delle aziende associate) e 147 Confidi minori. (iscritti all’elenco OCM, soggetti alla vigilanza dell’organismo Confidi Minori, detengono attività finanziarie inferiori a 150 milioni di euro). Il numero di questi ultimi è in diminuzione di 13 unità rispetto al 31 dicembre 2023. Il numero dei Confidi maggiori è invece rimasto stabile. I Confidi maggiori sono concentrati soprattutto al Nord (63% del totale), la maggior parte dei confidi minori è invece localizzata nelle regioni del Mezzogiorno (57%). Al 31/12/2023 i Confidi italiani detenevano complessivamente 7,7 miliardi di euro di stock di garanzie, in calo dell’8% rispetto al 2022. Più dei tre quarti dello stock di garanzie cumulato è detenuto dai confidi maggiori (6 miliardi, 78%). Nel corso del 2023 le garanzie emesse sono state pari circa 2,7 miliardi. L’84% del flusso è generato dall’operatività dei Confidi maggiori, che nel 2023 hanno visto una flessione dell’ammontare dei flussi di garanzie emesse (-2,7%). I confidi minori hanno mantenuto invece sostanzialmente stabili le erogazioni (-0,1% rispetto al 2022) pur essendo diminuiti in numero. La tenuta dei flussi dei confidi minori è determinata soprattutto dal consistente aumento fatto registrare da un ristretto numero di confidi minori di grandi dimensioni.

La solidità patrimoniale consentirebbe di raddoppiare lo stock di garanzie emesse

La solidità patrimoniale dei confidi sia maggiori che minori è adeguata in relazione ai rischi assunti. Tutti i 32 Confidi maggiori presentano una dotazione patrimoniale superiore (o molto superiore) al 10% dei rischi assunti e detengono quindi un surplus di dotazione patrimoniale. A livello di sistema tale surplus potrebbe permettere l’emissione di poco meno di 9 miliardi di euro di nuove garanzie (andando a raddoppiare le dimensioni attuali del mercato) o – in alternativa – quasi un miliardo di credito diretto alle PMI.

La sola erogazione di garanzie insufficiente a coprire i costi di gestione

Se il patrimonio è solido, la quasi totalità dei confidi fa registrare un rapporto fra costi e ricavi operativi della gestione caratteristica (cioè l’erogazione delle garanzie) non sufficiente (97% dei confidi maggiori e l’84% del campione dei confidi minori). Negli ultimi 4 esercizi (2020-2023) i confidi maggiori e i confidi minori del campione esaminato dalla ricerca hanno cumulato un margine operativo negativo (-129 milioni i confidi maggiori, -43 milioni i confidi minori). Tale situazione per i confidi maggiori è compensata dagli aspetti “non core” della gestione. La situazione è invece più delicata per i confidi minori per i quali sono vietate le attività diverse dall’emissione di garanzie sul credito.

Il Ddl PMI: una svolta significativa

L’art. 5 del “DDL PMI”, approvato dal governo nel gennaio scorso, segna una svolta significativa dei Confidi, proponendo un nuovo assetto regolamentare che punta a risolvere le criticità del passato e a favorire una maggiore competitività delle imprese italiane. L’obiettivo è semplificare e riorganizzare le regole che disciplinano questi enti attraverso la revisione dei requisiti di iscrizione all’albo, l’ampliamento delle attività consentite, la promozione di processi di aggregazione tramite agevolazioni normative e l’estensione delle possibilità operative per i Confidi iscritti. Sono, inoltre, previste misure per ridurre i costi di istruttoria nella valutazione del merito creditizio delle imprese e interventi volti a favorire l’integrazione tra consorzi, consentendo loro di partecipare ad altri enti senza modificare il proprio oggetto sociale.

Addio a Bruno Pizzul, cronista di razza e tifoso granata

A 86 anni è morto all’ospedale di Gorizia il celebre telecronista sportivo Bruno Pizzul, in Rai dal 1969.  La sua inconfondibile  voce resta legata ai  Mondiali  del 1990.  Non tutti sanno che lo storico giornalista era un grande tifoso granata. il sito Cuore Toro riporta le parole con le quali Pizzul ne spiega la ragione:

“Da queste parti, era facile ammirare il Grande Toro. Ma io e i miei coetanei diventammo tifosi del Torino per un altro motivo. Nell’immediato dopoguerra, qui la situazione era durissima: non si sapeva se saremmo rimasti con l’Italia o se saremmo finiti con la Jugoslavia. Non avevamo nulla. Miracolosamente, però, il prete del paese riuscì a trovare un pallone, che usava per chiamarci a raccolta in parrocchia. Solo che ne lasciava la gestione a noi ragazzi. Quelli più grandi di noi se ne impadronivano, non ce lo facevano mai toccare. Erano tutti tifosi della Juventus. Per reazione, ci mettemmo a tifare Torino…”.

PD: “La Lega vuole affondare il diritto allo studio

PENTENERO – PAONESSA: “NOI NON CI STIAMO!”

5 marzo 2025 – “Siamo esterrefatte di fronte alla proposta della Lega di destinare meno risorse alle borse di studio universitarie. Purtroppo, considerata la mancanza di visione nel futuro e di politiche per i giovani di questa Giunta non ci dovrebbe stupire la decisione leghista, sostenuta, a quanto pare, anche dall’apertura di FdI, di presentare un ordine del giorno che mette in discussione il futuro di migliaia di studenti piemontesi. Peraltro, precisiamo che si tratta di una proposta strumentale in quando le borse di studio vengono pagate utilizzando risorse statali che sono vincolate e risorse FSE e che non possono essere destinate ad altro” dichiarano la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero e la Consigliera regionale Pd Simona Paonessa.

“È inaccettabile che la Lega proponga di ridurre le risorse destinate alle borse di studio per destinarle a altri settori, come se la formazione e il diritto allo studio fossero mere voci di bilancio da sacrificare sull’altare di scelte politiche miopi. Gli studenti universitari non sono una spesa superflua, ma rappresentano il nostro domani, un domani che deve essere garantito. Diciamo, quindi, “No” ai tagli e anche all’inasprimento della premialità, già peraltro presente. Invece di garantire equità e accesso per tutti, si propongono misure che creano divisioni e discriminazioni tra studenti. Inoltre, assicurare le borse di studio è fondamentale per attrarre studenti internazionali” proseguono le esponenti dem.

“Le risorse esistenti devono essere gestite in modo efficiente, non ridotte in modo da danneggiare il diritto all’istruzione. In un momento in cui la formazione è fondamentale per affrontare le sfide del futuro, non possiamo permettere che il nostro sistema universitario venga messo in discussione da scelte politiche che mirano a risparmiare a scapito del diritto allo studio. Il Partito Democratico continuerà a difendere strenuamente i diritti degli studenti, a opporsi a qualsiasi tentativo di ridurre le borse di studio e a combattere la battaglia per garantire un’istruzione di qualità e accessibile a tutti” concludono Pentenero Paonessa

Torna il Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria

Dal 10 al 17 aprile presso il Cinema Massimo avrà luogo il Lovers Film Festival, lo storico festival italiano  che indaga i temi LGBTQI+ ( lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai.

L’immagine dell’edizione 2025 sarà dedicata alla capacità del cinema di essere specchio di tanti modi di vivere, e di vedere il presente e alla omogenitorialità, e sarà firmata da Andrea Maresca, in arte Spif, artista napoletano che dipinge i luoghi dimenticati e che, con I suoindisegni, prende posizione sull’identità e le sue tante declinazioni. Un’immagine, quella scelta, poetica ma anche dalla forte valenza politica e sociale.

“Sirene, sireni e tritoni sono l’emblema della mia città e della mia identità – commenta Spif – le ho disegnate da sempre, fin da bambino, e una parte di me è convinta che esistano. Napoli, racconta la leggenda, sia stata fondata sulla tomba di Partenope morta per amore e l’amore universale, senza gabbie, barriere e pregiudizi”.

A Lovers verrà proiettato “Prima di tutto” di Marco Simon Puccioni (Italia, 2012), il documentario che racconta la storia di una coppia di gay italiani divenuti padri di due gemelli grazie all’aiuto di due donne americane, che li hanno accompagnati nel percorso di gestazione per altri, o surrogacy. Il loro viaggio è raccontato in prima persona dal regista, che decide di affrontare questa esperienza di vita così particolare come narratore protagonista e compagno di un altro uomo, Gianpietro Preziosa, con cui ha deciso di intraprendere il lungo ed emozionante percorso che li ha portati a diventare padri in California e poi a vivere in Italia come famiglia omogenitoriale. Oltre al regista e al suo compagno, sarà eccezionalmente a Torino la “gestante per altri” Cynthia Kruk, grazie alla quale Marco e Gianpietro hanno potuto diventare genitori. Ancora oggi le famiglie omogenitoriali, in Italia, non sono riconosciute, e non hanno gli stessi diritti civili di altre famiglie, e la presenza di Cynthia Kruk, insieme al marito che condivide le sue scelte, consentirà di dare voce a coloro che quasi mai vengono ascoltate e che quasi mai hanno modo di offrire la propria testimonianza, le gestanti per altri.

“’To emerge’ non è solo l’infinito del verbo emergere, ma anche Torino emerge – commenta la direttrice artistica Vladimir Luxuria – i quarant’anni del festival e la storia del nostro movimento, sono stati caratterizzati dalla necessita di emergere: dal buio dell’ignoranza, da ogni forma di discriminazione, dall’omobitransfobia, dalla violenza fisica e verbale, dalla solitudine. L’immagine 2025 raffigura due sireni con una sirenetta in braccio tra onde di celluloide per affrontare tra gli altri il tema della omogenitorialità. Così come il cinema ha il pregio di farci conoscere le storie degli altri, anche noi vogliamo farvi conoscere, invitandola al festival, la storia di Cynthia Kruk, una donna californiana che anni fa ha deciso di essere gestante per una coppia italiana, che ne ha fatto un bellissimo documentario. Si parla molto di gestazione per altri, ma alle gestanti per altri raramente si è chiesto di parlare: noi lo faremo senza censure. Torino, città dei diritti, anche del diritto di parola”.

Il Lovers Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MIC, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

Mara Martellotta