ilTorinese

I vincitori della Coppa Italia giovani di tiro con l’arco a Palazzo Lascaris

Il presidente Davide Nicco e il vicepresidente Francesco Graglia hanno ricevuto a Palazzo Lascaris i giovani atleti della Asd Arclub Fossano (Cn), vincitori della Coppa Italia centri giovanili 2024 di tiro con l’arco.

“Ho una figlia della vostra età – ha detto il presidente Nicco – e come genitore vi dico che lo sport, come la vita, è fatto di successi e sconfitte. Bisogna non montarsi la testa quando si trionfa e sapersi risollevare quando si perde. Ragazzi come voi dimostrano quanto lo sport sia una importante scuola di vita”.

“È bellissimo – ha rilevato il vicepresidente Graglia – vedere dei ragazzi come voi che con il loro impegno evidenziano l’importanza dei valori nei quali crediamo, come quelli cristiani e della famiglia”.

I giovani campioni, che hanno ricevuto una pergamena in ricordo dell’incontro a Palazzo Lascaris, sono: Domenico FrutteroGiovanni Streri, Beatrice StreriFederico VigliettaRebecca MannoChiara Conte e Lorenzo Bertero.

Ad accompagnarli il presidente di Fitarco Paolo Ferrero e l’allenatore Michele Giordana.

Lavoro al femminile, storia e prospettive. Il convegno del Consiglio regionale

8 marzo:  un convegno, un film e uno spettacolo teatrale

Il 7 marzo viene organizzato un convegno dal Consiglio Regionale, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione , la Consulta delle Elette e la Consulta femminile regionale sul tema “ Lavoro al femminile, dal Quarto Stato a oggi. Fra diritto acquisiti e prospettive future”. Questo il titolo dell’incontro che si terrà al Museo del Risorgimento a partire dalle 9.30.

Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali del presidente del Consiglio Regionale, Davide Nicco, del vicepresidente Domenico Ravetti, della consigliera segretaria Valentina Cera e della presidente della Consulta femminile regionale Ornella Toselli. Seguiranno le relazioni della storica dell’arte Aurora Scotti, già ordinaria di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, di Valeria Marcenò, ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Torino e di Sonia Bertolini, ordinaria di Sociologia del Lavoro nel medesimo ateneo. A moderare il convegno sarà la giornalista Maria Teresa Martinengo.

Un convegno, un film e uno spettacolo teatrale per riflettere sul ruolo della donna oggi e sul modo in cui sia cambiata la partecipazione femminile al mondo del lavoro nell’ultimo secolo, a fronte del peso crescente dei suoi molteplici ruoli familiari, professionali e sociali. Dalle prime rivendicazioni di lavoratori e lavoratrici espresse magistralmente dal celebre dipinto del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, fino ad oggi, il convegno si chiede quali passi avanti siano stati compiuti nell’ambito del welfare lavorativo e quali siano le sfide all’orizzonte.

Sempre in occasione della Giornata internazionale della donna, che ricorre l’8 marzo, il Consiglio regionale, in collaborazione con Agis, il 5 e 6 marzo promuove la proiezione gratuita rivolta alle scuole secondarie di secondo grado del Piemonte del film dal titolo “C’è ancora domani” diretto e interpretato da Paola Cortellesi.

Infine l’8 marzo la Consulta femminile regionale promuove “Storie di donne di fuoco e di luce”, un one woman show che vedrà in scena l’artista Sara D’Amario e il musicista François Xavier Frantz. Lo spettacolo sarà allestito alle 18 presso il Polo Artistico Culturale Le Rosine di Torino, con ingresso da via Plana 8/C. Vuole essere un viaggio epico e divertente alla scoperta di quanto siano cambiati i modi di pensare, guardare e definire le donne nel corso del tempo. Un inno alla luce dell’intelligenza umana, capace di superare tutte le barriere di genere e le barriere di tutti i generi.

Ingresso gratuito, prenotazione a eventi@lerosine.it

 

Mara Martellotta

Padre e figlio carabinieri in vacanza a Torino arrestano scippatrice

Padre e e figlio, in vacanza Torino, entrambi Carabinieri della Campania liberi dal servizio, hanno arrestato in via Cernaia, una borseggiatrice. Mentre viaggiavano in auto vicino alla caserma Cernaia hanno visto che una donna, 38 anni di origini marocchine, già conosciuta alle forze dell’ordine, stava scippando un’anziana del  telefono cellulare. I due militari sono scesi  dall’auto e hanno arrestato la donna per furto aggravato

Ricercato riconosciuto al ristorante e arrestato

Era ricercato dopo la condanna del tribunale ed è stato riconosciuto e arrestato in un ristorante di Novara. Il 69enne dovrà scontare 4 anni e 5 mesi di reclusione. Aveva sparato in aria, durante una lite con alcuni  giovani, due colpi con un’arma da fuoco non regolarmente detenuta. Nei giorni scorsi un agente di polizia fuori servizio che si trovava con la famiglia nello stesso ristorante lo ha riconosciuto e ha chiamato i colleghi della volante che sono intervenuti per arrestarlo.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

AVS: “non un passo indietro sul diritto allo studio”

Riceviamo e pubblichiamo 
“Le avvisaglie c’erano tutte, ma oggi la destra getta la maschera: con un ordine del giorno di cui è stata richiesta la discussione nel Consiglio Regionale dell’11 marzo, la Lega chiede di limitare il riconoscimento delle borse di studio a quanto consentito dagli “equilibri di bilancio”, riservando a sanità e trasporti le risorse “risparmiate”, e di introdurre un criterio di premialità per gli studenti piemontesi – dichiara Alice Ravinale, capogruppo di AVS in Consiglio Regionale del Piemonte e segretaria regionale di Sinistra Italiana – “Quanto a quest’ultima previsione, ogni commento è superfluo: evidentemente, la destra piemontese ci tiene a collezionare sentenze di incostituzionalità, come già avvenuto in riferimento all’accesso alle case popolari. È gravissimo invece che la maggioranza proponga di tornare indietro di dieci anni, all’epoca in cui ogni anno vi erano migliaia “idonei non beneficiari”, riducendo la platea degli aventi diritto nonostante la crescente vocazione di polo universitario di Torino e l’aumento complessivo del costo della vita per gli studenti, e soprattutto introducendo una insopportabile gara tra diritti, mettendo in contrasto quello allo studio con la sanità e i trasporti, che peraltro scontano i tagli fatti proprio dal Governo Meloni. La Lega aveva già tentato un colpo simile in autunno chiedendo di “risparmiare” sulle borse di studio per introdurre un’esenzione del bollo auto, per fortuna archiviato tra l’imbarazzo della stessa maggioranza. Sono mesi che diciamo che la destra piemontese non prende sul serio il diritto allo studio: prima la scellerata gestione delle Universiadi, che ha lasciato senza posto letto oltre 800 studenti, poi i clamorosi ritardi nel pagamento delle borse di studio del 2024. Ancora oggi, a bilancio approvato e nonostante le rassicurazioni degli assessori Tronzano e Chiorino, oltre 4.000 studenti idonei aspettano di ricevere la borsa, che non è stata ancora riconosciuta agli aventi diritto per una cattiva programmazione delle risorse regionali.  Colpire il diritto allo studio significa colpire il nostro futuro, e impedire a chi non può permetterselo l’accesso ai gradi superiori di istruzione. Su questo non transigeremo e siamo pronte a fare dura opposizione”.
“La Lega piemontese, come una cartina tornasole, chiarisce ulteriormente cosa vuole e fa la destra in tutta Italia: tagliare i fondi agli studenti con meno soldi, che vogliono frequentare le Università pubbliche e spingerli verso le università telematiche private; negano un diritto e lo trasformano in un affare privato. – dichiara Giuseppe Buondonno, Responsabile scuola della segreteria nazionale di Sinistra Italiana – Università di serie A per i ricchi, scelta di serie B per i poveri; in un Paese che, tra l’altro, è un fanalino di coda per numero di laureati. Lo ribadiamo: l’accesso all’ Università è un diritto, e la Repubblica (in ogni sua articolazione) deve “rimuovere gli ostacoli” alla “realizzazione della persona umana”. Accentueremo la nostra battaglia per la gratuità degli studi; le risorse vanno trovate attraverso una patrimoniale sulle grandi e grandissime ricchezze. Da subito vanno garantite le borse di studio agli aventi diritto; le università telematiche devono diventare enti senza fini di lucro e avere gli stessi criteri di qualità delle università pubbliche, come abbiamo scritto nel nostro disegno di legge.”

Galleria Malinpensa by La Telaccia, in mostra le opere di Bedini e Sanna

Informazione promozionale

Si apre giovedì 6 marzo, alle ore 18, presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, la mostra dedicata a due artisti, Riccardo Bedini e Mauro Sanna, rispettivamente con le esposizioni intitolate “Pittura e scultura a confronto” e “Un vitale dialogo tra luce e forma”. La mostra rimarrà aperta fino al 19 marzo prossimo.

L’itinerario evolutivo che si vive osservando il percorso scultoreo dell’artista Riccardo Bedini è ricco di notevole studio, di ricerca dei materiali e di resa simbolica. La trasformazione di oggetti comuni, efficacemente sintetizzati nella scultura, dimostra capacità di tecnica, conoscenza della materia e impegnata elaborazione. La funzione del movimento, l’uso di vari materiali validamente assemblati fra loro e la dinamica dei volumi regalano all’opera una costante modalità espressiva. Sono opere che si liberano in uno spazio infinito e che esprimono ricorrenti messaggi densi di profondi contenuti concettuali.

L’artista Riccardo Bedini definisce ogni sua creazione con una propria modalità scultorea, fonte di ispirazione anche la conoscenza della vita con le sue fragilità umane, che egli simboleggia nell’opera con un forte impatto emotivo e con un potente strumento comunicativo.

Il legno, il ferro, la plastica uniti alla resina e agli acrilici, valorizzano l’opera di un processo formale rigoroso che unisce la tradizione con l’innovazione, capace di stimolare il fruitore sia per la notevole manualità che per l’energia espressiva non comune. Materia e anima si fondono insieme in un percorso artistico, spirituale e umano di forte valenza e di continue riflessioni emotive. L’essenza del fare arte acquista una formula scultorea emozionante, che va al di là della realtà materica, per approdare a un processo creativo assolutamente unico sostenuto da una evidente sintesi interpretativa. È una ricerca quella di Riccardo Bedini non solo visuale ma fortemente contenutistica, in cui la fervida fantasia, l’impulso creativo e lo stile personale manifestano chiaramente il suo talento e la sua sensibilità caratterizzata da ricchezza interiore e da sentimento.

Riccardo Bedini, nato a Fano nel 1968, è scultore e pittore dalla tradizione innovativa. Attraverso l’arte che si fa linguaggio di stati d’animo e di sensazioni, Bedini trasforma materiali comuni in opere capaci di trasmettere messaggi profondi, che interpretano la tradizione in un contesto di magia. Il suo tocco e i suoi pensieri, tradotti in materia, attribuiscono una dimensione unica a ogni sua creazione, portando alla luce la bellezza che si irradia dai dettagli più semplici.

Bedini, da bambino, ha dovuto superare problemi uditivi, tanto che l’arte è diventata il suo primo mezzo di comunicazione. Le sue opere non sono solo la manifestazione di rare capacità artistiche, ma anche testimonianze della forza con cui la creatività diventa strumento per affrontare le sfide della vita, e trasmettere messaggi rivolti a tutti, ad ogni generazione alle prese con le difficoltà del suo momento storico.

L’artista Mauro Sanna, in maniera del tutto personale, realizza opere pittoriche di notevole validità tecnica, costantemente elaborate sempre con equilibrio del tratto e un’armonia strutturale significativa. L’interpretazione del suo linguaggio astratto, che si impone di forza propria e di valori tecnici, è caratterizzata da una singolare stesura estetica e da una ricerca unica di effetti originali. Volume, spazio, luce e colore vengono espressi dall’artista con pienezza di tecnica e una resa prospettica magistrale. Si tratta di creazioni che ci introducono in una dimensione ricca di fervida fantasia e affascinante scenografia, in cui la luce stessa del colore, le atmosfere chiaroscurali e le linee vigorose e ampie, scaturiscono da una sintesi significativa. L’artista Mauro Sanna segue una linea di pittura astratta, sempre intrisa di coerenza e salda autonomia espressiva, e raggiunge un risultato di esecuzione notevole, dove ogni rapporto tra segno e materia rappresenta un’interessante dialettica ricca di elementi stilistici. Le molteplici vibrazioni e sensazioni, che si percepiscono pienamente osservando le sue opere, risvegliano lo spettatore nella vista e nell’animo regalandogli emozioni continue. La dinamicità gestuale del modo creativo di dipingere rivelano un temperamento artistico tangibile che sviluppa una resa formale ben riconoscibile. L’evolversi della visione astrattistica nell’iter dell’artista Sanna è evidente e definisce una lettura moderna, caratterizzata da una capacità tecnica in cui risulta molto forte il dialogo tra luce e forma. L’uso dell’olio su tela, steso con abilità e fluidità materica, permette all’artista di comunicare una forte carica espressiva che si traduce in accenti originali in una ricerca dominante di precisa compositiva. All’interno di ogni sua opera vivono l’impulso creativo, il ritmo segnico e il tessuto cromatico di precisa scansione descrittiva, che ci svelano un impianto costruttivo incisivo, capace di acquistare un forte valore contenutistico.

Mauro Sanna, classe 1966, di Sassari, è un pluripremiato pittore, disegnatore e scultore le cui opere sono state esposte a livello nazionale. Ispirati all’espressionismo astratto, dall’astrattismo e dall’informale, i suoi pezzi cercano un equilibrio tra questi generi. Ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Sassari, fin dalla tenera età ha dimostrato una spiccata propensione verso l’arte in tutte le sue forme, in particolar modo il disegno e la pittura. Alla fine degli anni Settanta, vari artisti di fama regionale lo notarono e gli diedero una spinta motivazionale per la prosecuzione degli studi artistici, portandolo a conseguire il diploma di Maestro d’Arte applicata.

Iniziò sin da subito a lavorare presso aziende locali che si occupavano di serigrafia e pubblicità, permettendogli di liberare la propria creatività in lavori stimolanti e appaganti, nonché apprendendo e sperimentando le tecniche della serigrafia. Nel frattempo disegna e dipinge per privati, partecipando a piccole competizioni locali. Nel 1996 apre la propria azienda che si occupa di serigrafia e pubblicità, diventando una delle attività del settore della Sardegna settentrionale, specializzandosi nella creazione di marchi e loghi a fini pubblicitari. Nel 2000 apre una piccola bottega di ceramiche, creando opere e sculture così da sperimentare nuovi medium per i suoi lavori.

Nel 2002 ha insegnato per un anno serigrafia presso una scuola di formazione  professionale cercando di trasmettere le tecniche di serigrafia. Dopo anni di lavoro nel campo della pubblicità e della serigrafia, l’amore per la pittura lo ha riportato a dipingere, traducendo in immagini quelli che sono gli elementi quotidiani della luce e del movimento, portandolo così a creare una lunga serie di opere.

Galleria Malinpensa by La Telaccia
Corso Inghilterra 51, Torino
Ingresso libero
Orari: 10.30 – 12.30 / 16 – 19
Chiusura lunedì e festivi

Mara Martellotta

I misteri del borgo storico di Rosazza

A cura di Piemonteitalia.eu

In Valle Cervo, vicino a Biella, in mezzo a una natura selvaggia, si trova il piccolo borgo di Rosazza, ritenuto il paese più misterioso d’Italia.

Il borgo prende il nome di Federico Rosazza che, verso la fine dell’800, portò l’intera comunità a un grande sviluppo economico.

Durante la sua lunga vita, Federico subì due avvenimenti negativi, la morte prematura della moglie e della sua unica figlia.

 

Leggi l’articolo:

https://www.piemonteitalia.eu/it/curiosita/rosazza-la-citt%C3%A1-disegnata-dagli-spiriti

Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento

Breve storia di Torino


1 Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum
2 Torino tra i barbari
3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia
4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento
5 Breve storia dei Savoia, signori torinesi
6 Torino Capitale
7 La Torino di Napoleone
8 Torino al tempo del Risorgimento
9 Le guerre, il Fascismo, la crisi di una ex capitale
10 Torino oggi? Riflessioni su una capitale industriale tra successo e crisi

 

4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento

 

Si è parlato finora dei Taurini, dei Romani, di Carlo Magno e dei Barbari, e ancora si sono citati Arduino e la contessa Adelaide, oggi invece ci occupiamo della Torino del Duecento, a cavallo delle lotte tra Imperatore, Papato e comuni e limminente arrivo dei Savoia, famiglia a cui lurbe si lega indissolubilmente.
I fatti risultano nuovamente intricati, sullo sfondo nuovi assetti scombussolano il territorio europeo e la nostra bella città si trova a galleggiare tra guerre e poteri che la vedono comunque coinvolta, anche se non proprio in prima linea.
È il 1155, Federico I di Hohenstaufen, meglio noto con lappellativo Barbarossa, viene eletto imperatore. Egli è convinto di poter risollevare le sorti del potere imperiale del Regno Italico, così nel 1158 indice unassemblea durante la quale presenta il suo puntiglioso programma, sostenendo di voler governare direttamente i territori italiani, di voler nominare personalmente i funzionari amministrativi, e infine di essere deciso a ripristinare limposizione fiscale.
Il piano tuttavia è tuttaltro che apprezzato, soprattutto dal papa e da molte città del nord, in primis Milano.
Tale malcontento porterà poi alla costituzione della Lega Lombarda (1167), voluta dal papa Alessandro III e dalla maggior parte dei comuni nordici, ormai abituati ad una indipendenza de facto.
Allinizio la Fortuna appoggia Barbarossa, tant’è che egli, dopo aver clamorosamente messo a ferro e fuoco Milano, entra trionfale a Torino il giorno di Ferragosto, insieme alla moglie, e qui, proprio nella cattedrale piemontese, viene incoronato.
Ma la Dea è cieca e volubile, e finisce per voltare le spalle allImperatore, che nel 1168 è costretto alla fuga attraverso Susa.

Negli anni seguenti accadono altri scontri tra il Barbarossa, che tenta una riconquista dei territori, e la Lega lombarda: le vicende non sostengono lImperatore, che, infine, nel 1183, dopo la sconfitta di Legnano (1174), sigla un trattato di pace con cui riconosce lautonomia alla città del nord Italia.
È bene ricordare tuttavia che Torino rimane sempre fedele allImperatore, non aderisce alla Lega e si ritrova ad essere nelle mani dei vescovi di turno o degli effimeri alleati del Barbarossa: dapprima infatti è il vescovo Carlo ad essere figura di riferimento per la cittadinanza, in seguito tale incarico è affidato a Milone e poi a Umberto III di Savoia. Federico I resta interessato a governare su Torino, a causa della strategica posizione geografica: a testimonianza  di ciò si sa che egli aveva una residenza, allinterno delle mura cittadine, in un vero e proprio palazzo imperiale. Nel tentativo di controllare lurbe e non solo- il Barbarossa istituisce dei nuovi funzionari: i podestà. Si tratta di amministratori e giudici che dovevano mantenere la pace e riscuotere pedaggi e tasse per conto dellImpero; queste figure rendono il sistema governativo più efficace e sottile, inoltre vantano una formazione legale nonché una schiera di collaboratori personali e possiedono una scorta armata. I podestàesercitano un incarico itinerante, dopo circa sei mesi essi devono spostarsi altrove, aspetto che li rende più imparziali nel giudizio, a confronto dei pubblici ufficiali o dei consoli locali.
Alla fine del XII secolo il comune di Torino si presenta tutto sommato tranquillo ed ordinato: consoli e podestà si susseguono ordinatamente, lassemblea cittadina si riunisce periodicamente e le decisioni che vengono prese durante tali incontri sono trascritte in un corpus che si affianca alle indicazioni designate affinchè si attui un buon governo.

 

Tuttavia la Storia ci insegna che gli eventi sono in continuo mutamento, è infatti proprio durante questo tempo tranquillo che alcune famiglie particolarmente agiate si apprestano ad assumere il controllo della città. Spiccano tra l’élite urbana alcuni protagonisti, tra cui Pietro Porcello, i cui interessi si espandono dalla città al contado. Egli è funzionario amministrativo e vassallo del vescovo, per conto del quale gestisce addirittura un castello, inoltre è menzionato come console assai conosciuto e membro di alto rango nell’élite cittadina.
I cittadini più abbienti erano soliti autodefinirsi nobiles e facevano riferimento alle proprie famiglie come dinastie patrilineari, copiando le abitudini della nobiltà fondiaria.
Alla fine del XII secolo tali gruppi sono quasi una quindicina, tra questi è bene annoverare i Della Rovere, i Borgesio, i Calcagno, i Beccuti e gli Zucca, questi ultimi particolarmente legati alla realtàtorinese.
I nobiles fanno ovviamente coalizione compatta tra loro, grazie a legami matrimoniali intenti a mantenere questo status privilegiato. È possibile avere unidea di come tali famiglie vivessero e accumulassero terre e averi grazie ad uno specifico documento, il testamento di Enrico Maltraverso, redatto intorno al 1214.
Egli dispone che, dopo la sua dipartita, la ricchezza posseduta venga suddivisa tra le quattro figlie e alcune istituzioni ecclesiastiche; la fortuna della famiglia deriva dai possedimenti fondiari, costituiti da molti territori circoscritti a Torino e dintorni: ville, giardini, una macelleria, un vigneto e diversi appezzamenti di terreni agricoli. Tale Maltraverso, come altri elitari, possiede inoltre diversi beni sparsi tra città e campagna e ha il diritto di riscossione dei pedaggi a Rivoli.
Altri dettagli che si possono leggere nel testamento sono prima di tutto che una cospicua parte delleredità spetta alla figlia badessa del convento di San Pietro, ma poi che la parte più ingente di tutto il lascito è devoluta al monastero di San Solutore, dove lo stesso Maltraverso fa edificare una cappella in suo onore. Non è difficile comprendere il motivo di tale attenzione nei confronti della Santissima Chiesa: il pio Enrico tenta di placare linevitabile castigo divino che lo attende per aver praticato lusura durante buona parte della sua vita; il tentativo fa sorridere, ancora di più perché nemmeno dopo la morte Maltraverso mostra carità nei confronti dei creditori, al punto che incarica il collega usuraio Giovanni Cane di riscuotere i crediti precedenti.
Abbiamo alcune informazioni anche su questultimo losco figuro, il Signor Cane diventa presto uno degli uomini più facoltosi della città, ma anchegli pare avesse la coda di paglia: nel suo testamento, redatto nel 1244,  si legge di ingenti donazioni rivolte alla chiesa di San Francesco, con specifiche di ammenda per i propri peccati legati alla vita terrena.
Attraverso tali personaggi si evince che le ricchezze di certa élite torinese è spesso derivata da denaro ottenuto per mezzo di scambi, pagamenti di pedaggi o prestiti e non da attività commerciali o di qualsivoglia produzione. È poi chiaro il legame tra questi nobilesusurai e la Chiesa, che non disdegna di ricevere donazioni per finanziare enti ecclesiastici, ospedali o altre istituzioni religiose; nésono da dimenticare i rapporti più interpersonali tra le due categorie, come dimostrano i canonicati delle cattedrali o le posizioni allinterno dei monasteri più prestigiosi, affidate proprio a figli o figlie di questi ricchi nobiluomini, in modo da assicurare alle varie famiglie un avanzamento sociale e una stabile rete di appoggio costituita da politici e finanziatori: favori che garantiscono a questa esecrabile élite dominante una salda posizione di rilievo allinterno della gerarchia amministrativa comunale o ecclesiastica. É per via di questi spregiudicati che pian piano la figura del vescovo viene surclassata, fino al definitivo colpo di grazia dovuto allinsorgere delle insidie dei signori vicino a Torino, altri aspiranti al potere che si fanno forti della situazione problematica causata dalla contesa tra i comuni della Lega, lImperatore e il Papa.
Il vento sta cambiando ancora, questa volta sussurra il nome dei Savoia.

ALESSIA CAGNOTTO

Berthe Morisot, alla Gam aperture serali

Alla Gam in occasione del finissage, degli ultimi giorni della mostra su Berthe Morisot oggi e domenica 9 marzo la mostra resterà aperta fino alle 21 (stasera tre momenti musicali gratuiti a cura del Conservatorio di Torino accompagneranno il percorso) e sabato 8 marzo per le donne ci saranno tariffe speciali.

GP

Fondazione Mus-e Italia ETS per l’inclusione dei più piccoli

Il 6 marzo, a Torino, si terrà una serata di musica e solidarietà promossa dal comitato di Torino

Giovedì 6 marzo prossimo sarà una serata all’insegna della musica e della solidarietà, quella organizzata dal comitato di Torino di Fondazione Mus-e Italia ETS, alle ore 19 presso il teatro di Piazza dei Mestieri, in via Durandi 13. Si tratta di un’importante occasione per sostenere l’attività della Fondazione, da tempo impegnata a contrastare la povertà educativa attraverso percorsi artistici d’eccellenza nelle scuole dei quartieri più complessi della città. Al centro della serata ci sarà l’omaggio a Fabrizio De André, artista e poeta che ha dato voce ai più fragili, valori condivisi da Mus-e Italia nella sua missione educativa. A interpretare la sua musica sarà la band Le storie sbagliate, che da anni celebra il grande Faber con spettacoli intensi e coinvolgenti. L’evento si aprirà con un’apericena preparata dai ragazzi di Piazza dei Mestieri, un momento di convivialità che precederà le attività di Mus-e Italia.

“Attraverso l’arte possiamo fornire ai bambini strumenti per esprimersi, crescere e costruire il proprio futuro – spiega Maria Garrone, Presidente di Fondazione Mus-e Italia ETS – questo evento è un’opportunità per rafforzare il nostro impegno e coinvolgere sempre più persone in questa missione”.

“Siamo felici di portare avanti questa iniziativa a Torino, città in cui Mus-e opera con passione per garantire ai bambini un’educazione che valorizzi creatività e inclusione – aggiunge Marco Rossi, Presidente del comitato Mus-e Torino”.

Il programma Mus-e attivo a Torino dal 2001. Ad oggi questa è la città in cui Mus-e è maggiormente presente, coinvolgendo 4mila 500 bambini di oltre 220 classi, con progetti speciali che spaziano dal coro alla lettura, da “Mus-e in corsia” ai progetti internazionali. Per partecipare alla serata di giovedì 6 marzo, è necessaria una prenotazione alla mail info.torino@mus-e.it. È richiesta una donazione minima di 40 euro a sostegno dell’attività della Fondazione, da versare anticipatamente tramite bonifico all’iban IT39D0333201000000001615691.

 

Mara Martellotta