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Un ballo in maschera, il Maestro Riccardo Muti torna al Teatro Regio per il capolavoro verdiano

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Atteso ritorno al teatro Regio di Torino di Riccardo Muti  per dirigere l’Orchestra e il Coro del teatro Regio e un cast di interpreti di eccezione in ‘Un ballo in maschera’ di Giuseppe Verdi.

Il nuovo allestimento andrà in scena per sei recite da mercoledì 21 febbraio prossimo fino a domenica 3 marzo ed è firmato da Andrea De Rosa, direttore del TPE teatro Astra di Torino

Saranno protagonisti del capolavoro verdiano Piero Pretti nei panni di Riccardo, Luca Micheletti, protagonista dell’ultimo don Giovanni, nel ruolo di Renato, e Lidia Fridman in quello di Amelia.

“Siamo emozionati e orgogliosi di accogliere nuovamente al teatro Regio il maestro Riccardo Muti – dichiara Mathieu Jouvin – insieme al direttore artistico Cristiano Sandri abbiamo programmato la stagione 2023/2024 intitolata ‘Amour toujours’intorno a due punti centrali, Giacomo Puccini, nell’anno delle celebrazioni del Centenario, e la presenza straordinaria del maestro Muti con una nuova produzione del capolavoro verdiano”.

Regista teatrale di prosa e opera lirica, Andrea De Rosa è statodirettore del Teatro Stabile di Napoli e ora è  alla direzione del TPE teatro Astra di Torino. Poche opere verdiane ebbero tanti problemi con la censura come “Un ballo in maschera “. Nel 1859, anno della sua prima messinscena, era scandalosa unadrammaturgia che prevedesse un regicidio, una scena di magia e un amore extraconiugale. Per Verdi fu una sfida irrinunciabile.

“La corte di Riccardo, governatore di Boston – afferma Andrea DeRosa  descrivendo un ‘Ballo in maschera’ – sarà costantemente immersa in un clima di festa. Sin dalla prima scena tratteggerò un’atmosfera di spossatezza, stanchezza, ubriacatura, come sefossimo alla fine di uno dei tanti balli in maschera che si svolgono in questa casa. Ho immaginato un Riccardo Giovine che, prima di essere governatore, è un uomo che sprigiona un’energia vitale simile, per certi versi, a  quella di don Giovanni. Per un uomo così l’amore impossibile per Amelia, la moglie del suo migliore amico, diventa il limite invalicabile che egli è tentato di scavalcare. Il lato oscuro di questo amore, che trascina i malcapitati verso la rovina e la morte, avrà il volto di Ulrica, maga e veggente che, come le streghe in Macbeth, darà la spinta definitiva a quello che stava già precipitando.

La maschera sarà il tema centrale di tutta l’opera, non soltanto nel Ballo finale, ma nella messa in scena di tutto lo spettacolo.

Il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Somma tratto dal dramma di Eugène Scribe, “Gustave III, out le bal masqué” debuttò al teatro Apollo a Roma il 17 febbraio 1859 e non a Napoli come previsto, dopo un’estenuante disputa con la censura borbonica che impose a Verdi di mascherare i messaggi potenzialmente antimonarchici al centro della vicenda. Riccardo, conte di Warwick e governatore di Boston, Renato, suo segretario, Amelia, moglie di Renato, questi i personaggi principali. Il conte ha organizzato un gran ballo in cui potrà rivedere Amelia, la donna di cui è innamorato segretamente, ma che è sposata con Renato. Questi lo avverte di una congiura ordita dai suoi nemici Samuel e Tom, mentre l’indovina Ulrica predice che la morte di Riccardo avverrà per mano di Renato,  profezia che nessuno ascolta. La scoperta dell’amore tra Riccardo e Amelia convince Renato a collaborare per uccidere il conte. Tutto accade durante la celeberrima scena del ballo in maschera quando Riccardo viene colpito a morte da Renato, accecato dalla gelosia.

Nell’opera, tratta da una storia vera, convivono in equilibrio magistrale il comico e il tragico, la frivolezza del paggio Oscar,  unico personaggio en travesti del teatro verdiano, e la passionalità del duetto d’amore del II atto e della grande aria di Renato “Eri tu che macchiavi quell’anima”.

La nuova produzione si avvale delle scene estremamente elegantie raffinate di Nicolas Bovey, premio Ubu 2021 per la miglior scenografia de “La casa di Bernarda alba” e “Le sedie”, premio Ubu 2022 per il miglior disegno e luci de “La signorina giulia” e “I due gemelli veneziani”.

I costumi sono firmati da Ilaria Ariemme, torinese, ma che vive e lavora a Milano. I movimenti coreografici sono di Alessio Maria Romani, le luci di Pasquale Mari. Il coro del teatro Regio è istruito  dal maestro Ulisse Trabacchin.

Muti sarà nuovamente sul podio del Teatro Regio dopo esservi stato in “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart, presentato in streaming nel marzo 2021, e dopo Don Giovanni, sempre di Mozart, nel novembre 2022.

L’Anteprima Giovani, riservata agli under 30, è in programma lunedì 19 febbraio alle 20.

MARA MARTELLOTTA

Carnevale al Centro Aief di Mirafiori

Nei giorni scorsi al Centro AIEF a Mirafiori si è festeggiato il Carnevale. Il Punto 13 di Via Farinelli si è riempito di bambine e bambini in festa. Il presidente di Fondazione AIEF per l’infanzia e l’adolescenza Tommaso Varaldo ringrazia tutti i volontari, le Parrocchie Santi Apostoli e San Barnaba, Borello Supermercati e Momenti Felici!

Emma Stone è Belle, un lungo percorso verso la conoscenza e la libertà

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Yorgos Lanthimos, ateniese d’origine e classe 1973, fa cinema ormai da più di vent’anni, ventitrè per l’esattezza, lasciando presto le sponde dell’Egeo per essere chiamato a Hollywood e trovarvi successi e candidature agli Oscar e opere controverse. Film che non possono esimere nessun critico o spettatore dalla discussione, anche la più accesa, film che sconquassano, che non ti lasciano certo indifferente. Capolavori, come qualcuno li definisce senza alcun freno? Interessanti, controversi, barocchi, discontinui, assurdi, violenti, eccessivi, insopportabili, ammirevoli. Si ammirano e/o si detestano. Esci e avverti che qualcosa ti hanno lasciato, altro ti hanno immesso a forza. Capolavori io definirei “Il sacrificio del cervo sacro” e “La favorita” per la loro interiore quanto diversa “bellezza”, su altri titoli dubito.

Oggi, dopo il Leone d’oro veneziano, dopo gli osanna arrivati dalla stragrande parte della critica, arriva sugli schermi “Povere creature!” – con tanto di punto esclamativo ben in vista rispetto all’originale “Poor Thinghs” – che il regista ha affidato in primo luogo alla sceneggiatura di Tony McNamara, scivolato a sua volta nelle pagine dell’omonimo romanzo dello scozzese Alasdair Grey, scomparso nel 2019. E ci ritroviamo nuovamente a decidere quanto e se l’ultima fatica possa godere del termine “capolavoro”. Due Globe alle spalle e undici candidature agli Oscar di marzo, e qui pare che abbia già parecchie certezze sui podi definitivi e più alti: pieni convincimenti? leggi del cinema d’oltreoceano? la finale quanto inevitabile lotta con il superfavorito (assai più robusto) “Oppenheimer” per cui qualcuno non dormirà la notte e che dal giorno dopo la premiazione farà versare gli antichi fiumi d’inchiostro?

In una Londra vittoriana spruzzata qua e là da tracce di una fantasiosa modernità (scenografie di Shona Heath e James Price, oscarizzabilissimi, come i costumi della collega Holly Waddington), una donna, elegante nel suo abito blu, si suicida gettandosi da un ponte. In una fotografia (di Robbie Ryan, altra candidatura altra statuetta?) in bianco e nero, che si aprirà poi a sinfonie di colori, chiuso al riparo del suo gabinetto scientifico, cultore del più freddo positivismo, con il solo aiuto di un dolcissimo quanto in seguito innamoratissimo assistente, agisce il professor Godwin Baxter (Willem Defoe) – un viso distrutto e vistosamente ricucito, larghe orribili fessure che lo attraversano, una sorta di Frankestein uscito dalla mente di Mary Shelley, lo si udrà chiamare semplicemente God, radice divina, come il Godot beckettiano – che riporta alla vita la povera donna innestandole il cervello del feto che aveva in grembo. Ha inizio una storia d’amore e di protezione, una storia che s’immerge nell’horror, un percorso di ribellione e di emancipazione, un attraversamento di gironi danteschi a far assaporare tutto il male della terra, un urlo contro la sopraffazione dell’uomo nei confronti dell’essere femminile? Bella, questo il nome della nuova creatura, poco a poco impara ad assumere la posizione eretta, a leggere e a scrivere, a mangiare senza sputare nel piatto o addosso a chi è a tavola con lei; impara e predilige alla scoperta il piacere sessuale, quotidiano, mai trattenibile, fuori di ogni norma e misura.

Per soddisfarlo maggiormente, seguirà un avvocato (l’istrionico, famelico Mark Ruffalo), un bellimbusto che le farà gustare piaceri e viaggi attraverso varie città europee e non solo, sino all’ultima tappa parigina, in cui l’amante è messo di fronte ad una brusca ribellione e abbandona l’impresa, mentre Bella può anche saggiare i peccati del bordello e la varietà di esseri che ci bazzicano in cerca di compagnia. Nel ritorno a casa, sarà Bella a uscire netta vincitrice al traguardo di quel lungo, estenuante, eroticissimo (intriso di filosofia nelle chiacchierate di una coppia con cui si ritrova ad attraversare il mare) cammino: annientando in ultimo anche un preteso consorte, avendo appreso appieno quella scienza che un tempo vedeva operare dal suo forse folle professor Godwin.

Surreale, felicemente fanciullesco (come non sorridere davanti a quegli pseudo animali usciti fuori da una favola e dagli esperimenti di God?), sghembo, furbo (figuriamoci se il cinema si lasciava scappare il soggetto di Grey), liberissimo e trasgressivo come forse di rado si è visto sullo schermo, ardito per quanto riguarda il corpo (spesso nudo) e la interpretazione della protagonista, nonché coproduttrice, Emma Stone (è da incubo vedere come Lanthimos sappia rigirarsela tra le mani qui, dopo i già alti livelli della “Favorita”, e guardare soprattutto nella parte iniziale – la più convincente – i movimenti, le giravolte, gli squilibri, i gorgoglii, i gesti inaspettati con cui l’attrice riempie la sua Belle), probabilmente prossima migliore attrice anche se (e direi che il doppiaggio italiano insiste su questo versante) con lo svilupparsi del personaggio nelle varie stazioni di quella che potremmo intendere come la sua “crescita” tenda ad appiattirsi, s’egualizzi in una fissità (forse imposta?) che sottrae qualcosa a Belle. Anche se “Povere creature!” esula dal cinema che sta nelle preferenze e negli amori di chi scrive queste note, è innegabile la visionarietà, la costruzione di perenni fuochi d’artificio, la folle e strampalata immaginazione, il desiderio di stupire, il talento, il piacere nello sbrigliare il cervello e la pancia, da parte del regista, in un susseguirsi senza freni, smodato, ineguagliabile, di invenzioni e di aridità di (umani?) sentimenti, di sensazioni venute su allo stato brado. Viene il desiderio di andarsi a leggere subito subito “Poor Things” per vedere, conoscendo come a volte siano più stretti i confini del cinema, quanto della pagina scritta sia stato trasportato con fedeltà – tutta? in parte? – sullo schermo, quanto le pulsioni, gli smodati appetiti, la sfrontatezza, i desideri irrefrenabili, le novità di prospettiva, la lotta forse non del tutto chiarita della protagonista nemmeno a se stessa siano state rese da Lanthimos.

A Torino il Treno del Ricordo

Dopo l’evento inaugurale del 10 febbraio a cui ha presenziato il Presidente del Consiglio il  Treno del Ricordo partito da Trieste il 12 febbraio ha raggiunto Venezia Santa Lucia, e  martedì 13 si è fermato a Milano Porta Garibaldi.
Oggi mercoledì 14 ore 10.30 sarà  la volta di Torino Porta Nuova, per  poi proseguire il viaggio giovedì 15 a Genova Piazza Principe, sabato 17 ad Ancona Centrale, domenica 18 a Bologna Centrale, lunedì 19 a Parma, martedì 20 a La Spezia Centrale, giovedì 22 a Firenze Santa Maria Novella, sabato 24 a Roma Ostiense, domenica 25 a Napoli Centrale ed in fine martedì 27 a Taranto.

Il progetto, promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani, è co-finanziato attraverso la Struttura di missione per gli anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali e  realizzato dal Gruppo FS e Fondazione FS Italiane, con la collaborazione dei Ministeri Istruzione e del merito, della cultura, della Difesa, Rai Teche, Istituto Luce, Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata (IRCI), Rai Cultura e Rai Storia.
Sarà possibile salire a bordo del
convoglio storico ,dove attraverso una mostra multimediale si potrà ripercorrere idealmente il viaggio compiuto dagli esuli giuliano dalmati. I quattro vagoni principali (a cui si aggiungono quelli di ingresso e uscita) faranno da cornice alle quattro sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: Italianità, Esodo, Viaggio del dolore e Ricordi di una vita. Lungo il percorso si potranno vedere filmati di repertorio provenienti dall’Archivio Istituto Luce e da Rai Teche, video originali, fotografie e masserizie fornite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata

GD

Cardiologie Aperte 2024 all’ospedale Molinette di Torino

La Cardiologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Gaetano De Ferrari) organizza: “Il segreto è nel cuore”, in occasione dell’evento Cardiologie Aperte 2024. Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Italia, con 240.000 morti ogni anno (circa il 40% di tutte le morti in Italia), e colpiscono il 51% degli uomini ed il 37% delle donne, nella fascia di età tra 35 e 75 anni.
Come ogni anno, l’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), in collaborazione con la Fondazione per il Tuo Cuore, organizza, nella settimana di San Valentino, una Campagna di Prevenzione Nazionale chiamata Cardiologie Aperte, quest’anno giunta alla 18° edizione.
Oltre 180 cardiologie su tutto il territorio nazionale realizzeranno dal 12 al 16 febbraio attività divulgative per la popolazione, tra cui momenti di incontro con specialisti cardiologi, visite e consulenze in prevenzione primaria e secondaria.
Sarà inoltre attivo un numero telefonico verde nazionale dedicato (800 05 22 33), da cui esperti del settore risponderanno ai cittadini dalle ore 14 alle ore 16 dal 12 al 16 febbraio.
La Cardiologia dell’ospedale Molinette di Torino organizzerà questo importante evento; in particolare mercoledì 14 FEBBRAIO 2024 DALLE ORE 15 ALLE ORE 18, presso l’Aula sita nel reparto di Cardiologia del piano terreno, si terrà un incontro divulgativo cardiologico, che sarà un’opportunità unica per approfondire la conoscenza e consapevolezza su tematiche cruciali per la salute del cuore.
Gli argomenti trattati saranno:
1. Prevenzione Cardiovascolare: la chiave per un Cuore sano
Si imparerà come le scelte quotidiane influenzano la salute del cuore. Si approfondiranno temi, quali l’alimentazione, l’esercizio fisico ed il controllo dei fattori di rischio, quali il fumo e l’ipertensione, mostrando come ognuno di noi può attivamente prevenire le malattie cardiovascolari.
2. Trattamento della Malattia coronarica: interventi ed innovazioni
Questo segmento sarà dedicato alla comprensione della malattia coronarica, spiegando come si sviluppa e quali sono le opzioni di trattamento disponibili. Dalle terapie farmacologiche ai più moderni interventi chirurgici, verrà fornito un quadro chiaro di come si combatte questa patologia.
3. Scompenso Cardiaco: definizione, sintomi e cure
Infine, si affronterà il tema dello scompenso cardiaco, una condizione spesso fraintesa, discutendo i suoi sintomi, come viene diagnosticato e quali sono le strategie terapeutiche attuali, incluse le innovazioni nella gestione e cura di questa condizione.
L’incontro sarà arricchito dalla presenza di esperti cardiologi e professionisti della salute, che saranno disponibili per rispondere alle domande e curiosità.
L’evento è pensato per essere accessibile a tutti, con un linguaggio chiaro e diretto, adatto anche a chi non possiede conoscenze mediche.

Catturati i cani randagi del parco dell’Arrivore

Saranno sterilizzati e messi in semi libertà nell’apposita area di via Germagnano

 

E’ stato completato l’intervento di cattura di alcuni cani randagi nella zona del parco Arrivore. Dopo essere stati visitati e sterilizzati, gli animali saranno mantenuti in stato di semi libertà all’interno di una grande area che la Città ha realizzato appositamente in via Germagnano.

“La situazione era attenzionata da tempo – ha commentato l’assessore alla Tutela animali Francesco Tresso – ed era già stato programmato un intervento per risolverla, realizzato grazie al lavoro congiunto effettuato dall’Assessorato, dagli uffici della Tutela Animali della Città, da Enpa e dai volontari, con il supporto scientifico dell’Università, agendo in modo tempestiva e nel pieno rispetto degli animali”.

Da una decina di giorni nei pressi di via Ramazzini (l’area che era il branco aveva scelto come proprio rifugio) era stato allestito un grande “recinto di cattura”; gli uffici della Tutela Animali avevano concordato con i volontari le modalità con cui alimentare progressivamente i cani all’interno della gabbia. Ieri, in tarda serata, la gabbia è stata chiusa e, sotto la guida dei veterinari di Enpa, sono stati catturati quattro animali: un esemplare maschio e tre femmine, la mamma con due figlie. In questo momento continua a rimanere libero un solo esemplare maschio, ma a breve si confida di prenderlo con le stesse modalità e con più facilità, perché è rimasto solo.

Enpa stanotte è intervenuta con le sue squadre per recuperare gli animali all’interno delle gabbie. I cani verranno ora visitati, sterilizzati, e quindi mantenuti in stato di semi libertà all’interno dell’area predisposta in via Germagnano. Si tratta di una sperimentazione di assoluta novità, concordata con l’Asl, perché questi cani inselvatichiti non possono essere adottati e neanche essere tenuti insieme agli altri nel canile di strada Courgnè. In questo modo gli animali sono mantenuti sotto controllo, alimentati e monitorati costantemente anche per la parte veterinaria.

Lo svolgimento dell’intera operazione è stata validata da un professore di veterinaria dell’Università a cui è stato chiesto un consulto, che ha fornito consigli utili alla cattura degli cani, che è avvenuta in modo non violento e nel pieno rispetto degli animali, grazie al lavoro di squadra messo in campo da tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni.

Ferrovie, Avetta (Pd): “Durante il carnevale servizio intollerabile”

 “CHE RICORDO AVRANNO I TURISTI DEI NOSTRI TRENI?”

«Si è soliti dire che nei giorni del Carnevale Ivrea diventa un “carnaio” per l’affollamento di cittadini e turisti. In realtà il “carnaio” oggi è iniziato ben prima rispetto ai tradizionali luoghi del centro storico, ed è iniziato sul treno R2765 delle 11.34 tra Torino PS e Ivrea. Ho viaggiato anch’io, insieme a tanti turisti stranieri, in vagoni stracolmi di gente, famiglie con bambini pigiate e costrette a viaggiare in piedi. È davvero impossibile adeguare il servizio ferroviario tra Torino e Ivrea nei giorni “caldi” del Carnevale, quando è noto il maggiore afflusso di persone? Si parla sempre dell’importanza del turismo per il Piemonte, della rilevanza delle nostre tradizioni, ma di fronte a uno spettacolo del genere quale ricordo avranno del viaggio in treno in Italia i tanti turisti stranieri venuti a vedere il Carnevale? E la Regione Piemonte non ha ritenuto di sollecitare Trenitalia in vista del Carnevale? Alla fine la morale è sempre la stessa: non solo i pendolari esasperati si vedono costretti a usare l’auto, ma anche i turisti devono sapere che il Piemonte non è una Regione per treni ed è meglio ricorrere al rent a car».

Alberto AVETTA

Consigliere regionale PD

Vice Presidente Commissione Trasporti

La storica collaborazione tra Politecnico di Torino e Iveco Group si amplia

Siglato un accordo di partnership per nuove ricerche nel settore della mobilità

 

Analisi dei dati e Intelligenza Artificiale alla base della nuova collaborazione tra l’Ateneo e il Gruppo per lo studio e la progettazione dei veicoli commerciali del futuro

 

Iveco Group sarà anche Sponsor ufficiale di Biennale Tecnologia 2024 “Utopie realiste”

 

Il Politecnico di Torino e Iveco Group (EXM: IVG) hanno firmato un accordo di collaborazione volto a sviluppare ricerche e programmi condivisi nel settore della mobilità, soprattutto per potenziare, nei prossimi tre anni, studi e ricerche all’avanguardia nel campo della progettazione dei veicoli commerciali, con lo sguardo rivolto all’innovazione sostenibile.

La cerimonia di firma si è svolta presso il Rettorato del Politecnico di Torino e ha visto la partecipazione di Guido Saracco Rettore del Politecnico di Torino, della Professoressa Giuliana Mattiazzo, Vicerettrice per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino, Francesco Tutino, Chief Human Resources & Information Technology Officer, Iveco Group, e Marco Liccardo, Chief Technology & Digital Officer, Iveco Group.

Gli studi sviluppati in collaborazione con l’Ateneo si focalizzeranno sul contributo della digitalizzazione, coadiuvata dagli algoritmi di Intelligenza Artificiale, alla progettazione di nuovi sistemi di propulsione innovativi, che supportino la transizione verso un futuro più sostenibile. In questo gli aspetti legati alla gestione energetica e alla riduzione dell’impatto sul territorio sono gli obiettivi che i partner intendono raggiungere nel corso della collaborazione, obiettivi perseguibili adottando, nelle ricerche congiunte, le metodologie di LCA – Life Cycle Assessment criteria & eco-design. Strumento fondamentale a supporto del Green Deal Europeo e della sostenibilità ambientale, la LCA è una metodologia di valutazione multi-criterio in grado di coprire un’ampia varietà d’impatti associati alla salute umana, a quella dell’ecosistema e alla disponibilità di risorse.

La storica collaborazione va però già oltre gli ambiti individuati dall’accordo: Iveco Group si conferma Sponsor ufficiale di Biennale Tecnologia 2024, l’evento organizzato dal Politecnico di Torino per riflettere sul rapporto tra la tecnologia e la società, promuovendo insieme cultura tecnica e divulgazione scientifica. Dal titolo “Utopie realiste”, l’edizione di quest’anno, che avrà luogo dal 17 aprile al 21 aprile 2024, si rivolge a un pubblico ampio e diversificato, a cui si richiede di coniugare immaginazione e progettazione, idee e realtà, concrete visioni e inedite prospettive, con il fine ultimo di pensare insieme nuovi possibili mondi.

Oltre alla ricerca, la collaborazione coinvolge anche attività sportiva: dal 2023 Iveco Group e IVECO, il suo marchio che progetta, produce e commercializza veicoli commerciali leggeri, medi e pesanti, sono i nuovi “Title Sponsor” della squadra di rugby del CUS Torino, il Centro Universitario Sportivo torinese che è la più grande polisportiva a livello nazionale.

Ha dichiarato il Rettore Guido Saracco: “Iveco Group è certamente uno dei partner storici del Politecnico, e sono moltissime le collaborazioni che negli anni hanno rappresentato storie di successo, non ultime la sponsorizzazione di Biennale Tecnologia e della squadra di rugby del CUS. Con questo accordo la collaborazione viene formalizzata consentendo nuovi ed importanti progetti nell’ambito della mobilità e dei veicoli commerciali del futuro, così come importanti opportunità professionali per i nostri studenti”.

Francesco Tutino, Chief Human Resources & Information Technology Officer, Iveco Group, ha commentato, “Questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti nella nostra storica collaborazione con il Politecnico di Torino. Questa partnership, che ha radici profonde, si arricchisce ora di una struttura ancora più efficiente, che sistematizza le numerose attività che da tempo legano Iveco Group all’Ateneo. L’importanza di un dialogo costante con il mondo della ricerca e con centri di eccellenza a livello internazionale come il Politecnico di Torino è fondamentale per un player come Iveco Group, soprattutto in un momento in cui il nostro settore sta evolvendo a un ritmo sempre più rapido. In Iveco Group crediamo fermamente nell’importanza della formazione continua, consci del fatto che la nostra capacità di innovare, adattarci ed eccellere è profondamente radicata nel nostro impegno a promuovere lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze”.

Il Bolero di Sarajevo nel giorno di San Valentino

ACCADDE OGGI

Quattordici febbraio 1984, giorno di San Valentino. Quarant’anni fa a Sarajevo si svolgevano le XIV Olimpiadi invernali, ultima grande occasione di festa e di pace prima che la città finisse sotto assedio nella prima parte della “decade malefica” dei conflitti balcanici nell’ultimo scorcio del Novecento, segnata dalla violenza e dalle atrocità della guerra. Attorno a Sarajevo le montagne innevate (il Trebevic, dalla vetta del quale si domina la città; l’Igman, severo e imponente; la Bjelašnica, immensa e bianca principessa delle nevi, e l’impettita Jahorina) ospitarono gran parte delle gare. Di fronte allo stadio Olimpico, nel quartiere di Koševosotto le volte del palaghiaccio Zetra, una coppia di pattinatori inglesi di Nottingham, Jayne Torvill e Christopher Dean, raccolsero un incredibile successo nella danza su ghiaccio in una gara contro i rappresentanti dell’allora Unione Sovietica, Natalja Bestemianova e Andreij Bukin. Una gara entrata nella storia del pattinaggio e che nessuno potrà mai dimenticare. La coppia dell’URSS presentò nella danza libera, ultima prova della disciplina, la Carmen di Bizet ma Torvill e Dean trionfarono sulle note del Bolero di Maurice Ravel con una interpretazione che fece venire i brividi agli spettatori. Fu qualcosa di straordinario, di irripetibile e i due pattinatori danzarono leggeri sul ghiaccio come creature appartenenti a un altro mondo. Il loro fu un programma perfetto che meritò l’oro olimpico e dodici sei, il massimo punteggio raggiungibile a quel tempo. Jayne Torvill e Christopher Dean entrarono a buon titolo nella leggenda delle olimpiadi e trent’anni dopo tornarono nel giorno della festa degli innamorati nello stadio Zetra ricostruito dopo la guerra, e pattinarono nuovamente accompagnati dal ritmo incalzante e sensuale del grande compositore francese. I fondi raccolti con l’esibizione vennero utilizzati per costruire una pista di pattinaggio permanente e il ricordo di quella giornata è rimasto impresso negli occhi di chi ama le evoluzioni artistiche sul ghiaccio e crede nello sport come mezzo di promozione di una cultura di pace e dialogo.

Marco Travaglini

Contro la violenza di genere le iniziative del Comune

Un documento approvato in aula consiliare, impegna l’Amministrazione comunale  (sollecitando al tempo stesso adeguate iniziative a livello governativo)  ad assumere alcuni provvedimenti per contribuire concretamente al contrasto delle violenze sulle donne.

In particolare, la mozione (prima firmataria, Alice Ravinale) invita in primo luogo ad avviare una campagna permanente di sensibilizzazione contro la violenza di genere, rivolta ad una platea, femminile e maschile, il più ampia possibile, utilizzando canali di comunicazione diversificati e ponendo attenzione all’accessibilità linguistica, coinvolgendo a tale scopo le società partecipate dalla città e le associazioni di categoria dei commercianti.

In questo senso, come indicato da un emendamento proposto da Lorenza Patriarca, si propone anche di valutare l’attivazione di un chatbot sul modello di #NONPOSSOPARLARE, sviluppato da Save the Women, per fornire alle vittime di violenza domestica una fonte di informazioni immediata e discreta, attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale.

Ancora, si segnala la necessità di promuovere percorsi di formazione rivolti alle categorie professionali che più frequentemente possono entrare in contatto con donne vittime di violenza, al fine di aumentare la consapevolezza circa la violenza di genere e facilitare l’attivazione degli strumenti a disposizione, a partire dai medici di famiglia e dai farmacisti (in primo luogo quelli delle Farmacie Comunali) nonché dalla Polizia Municipale.

Sempre a questo proposito, si dovranno avviare interlocuzioni con ASL e Regione Piemonte affinché venga previsto un apposito percorso di formazione obbligatoria per gli operatori e le operatrici delle strutture di pronto soccorso, al fine di renderli in grado di riconoscere e indirizzare le donne vittime di violenza.

Infine, la mozione stabilisce che andranno intraprese interlocuzioni con i gestori di locali, con gli organizzatori di eventi e con le associazioni attive contro la violenza di genere al fine di creare punti di aiuto e informazione per il contrasto alla violenza di genere nell’ambito dei luoghi di aggregazione giovanile, sul modello dei “Punti Viola” sperimentati in Spagna.