redazione il torinese

Referendum sull’autonomia: il federalismo è il futuro

“Torino ed il Piemonte sono rimasti indietro, pur avendo tutte le possibilità e le potenzialità per sfruttare, insieme all’opportunità dell’autonomia (vantaggi dal punto di vista delle competenze e dal punto di vista fiscale), anche una opportunità strategica più ampia. Parlo della creazione di una grande area urbana ed industriale…”

I dati relativi al referendum sull’autonomia sono chiari: c’è voglia di autonomia, non di centralismo. Il federalismo, dunque, non è qualcosa  fuori moda, ma è il futuro. Gli effetti della sbornia qualunquistica fatta da lotte di potere travestite da rottamazione del vecchio sono destinate ad essere riassorbiti, rimettendo la politica vera al centro dell’agenda. Detto questo, il Piemonte sta vivendo una obiettiva situazione di stallo. Chiamparino non ha proposto il referendum sull’autonomia, resta a guardare. Per lui , probabilmente, è sufficiente vivere di quella rendita di posizione creata attraverso la costruzione del falso mito del buon amministratore. La pacca sulla spalla, l’articoletto ogni tanto, sempre positivo, scritto con una certa compiacenza. Insomma la costruzione di un’immagine del tutto slegata dall’amministrazione che presiede e persino dal partito che lo sostiene. Il fatto è che Torino ed il Piemonte sono rimasti indietro , pur avendo tutte le possibilità e le potenzialità per sfruttare, insieme all’opportunità dell’autonomia (vantaggi dal punto di vista delle competenze e dal punto di vista fiscale), anche una opportunità strategica più ampia. Parlo della creazione di una grande area urbana ed industriale che può diventare un vero punto di riferimento in Europa. Per fare questo, non bisogna chiudersi, ma aprirsi e smetterla con questa sistema Torino, capace di conservare il potere, ma non di guardare avanti.

 

Roberto Cota

Giornata Mondiale Osteoporosi, visite gratuite alle Molinette

Martedì 24 ottobre 2017, in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, dalle ore 14 alle ore 17, il reparto di Geriatria e Malattie metaboliche dell’osso dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Giancarlo Isaia) organizza, in collaborazione con la Fondazione per l’Osteoporosi, la manifestazione “Ospedale a porte aperte”, al fine di sensibilizzare la popolazione verso l’osteoporosi, malattia assai diffusa e spesso sottostimata che colpisce soprattutto le donne, ma che non risparmia certamente gli uomini: in Italia ne sono affette 4.500.000 persone (il 7,5% della popolazione) di cui 1.000.000 di uomini. La malattia, se trascurata, provoca importanti conseguenze sulla deambulazione e sulla qualità della vita dei pazienti che ne sono colpiti, in quanto può determinare, senza alcun segno premonitore e senza traumi rilevanti, fratture talvolta molto invalidanti.

I medici del reparto valuteranno gratuitamente il rischio fratturativo, utilizzando appositi algoritmi validati a livello internazionale, in tutte le persone che si presenteranno (ingresso da corso Bramante 88 – Ambulatori centrali – piano terreno) con una densitometria ossea eseguita con tecnica DXA, anche non recentissima. In tal modo le pazienti potranno conoscere la probabilità teorica di andare incontro a fratture e quindi rivolgersi al medico di fiducia per ulteriori provvedimenti diagnostici e terapeutici. Contestualmente sarà anche possibile rivolgere ai medici ed alla Fondazione domande su corretti stili di vita da adottare, sulle più opportune strategie di prevenzione primaria, sulle iniziative di comunicazione e di sensibilizzazione della malattia.

La Sicilia a Torino

La Sicilia è stata protagonista nel tempo di importanti avvenimenti storici, di popoli e di civiltà che si sono avvicendati come i Greci, i Romani, i Bizantini, gli Arabi, gli Spagnoli ma anche di periodi di indipendenza e di splendore propri come il Regno di Sicilia dopo la conquista degli Altavilla

Questo susseguirsi di circostanze e alternanze di popoli l’hanno resa un luogo privilegiato ricco di arte, cultura, tradizioni e abitudini, tramandate nei secoli e arrivate sino ai giorni nostri. Anche la cucina siciliana è il risultato di questa mescolanza di popoli e culture, il prodotto di un complesso e ricco assortimento di sapori, ricette, ingredienti che la rendono unica, lussureggiante, sontuosa e che la contraddistinguono fortemente rendendola una tra le più conosciute e apprezzate al mondo. Migrazioni e spostamenti hanno fatto conoscere ancora meglio le prelibatezze culinarie della Trinacria, specialità come la Cassata, le Arancine, il Cannolo, la pasta alla Norma, le Panelle, lo Sfincione, la Granita alla Mandorla e molte altre sono approdate in giro per il mondo, a volte con tentativi di imitazione un po’ goffi.

A Torino i locali che propongono la cucina e i prodotti siciliani sono svariati e molto apprezzati, affollati a tutte le ore del giorno considerata la varietà dell’offerta e la loro prelibatezza ovviamente: una Iris alla ricotta per colazione, un panino con le Panelle a pranzo e una bella Norma per cena seguita da una deliziosa granita per terminare la giornata. Alcuni tra i più noti sono: Sicily per una gustosissima colazione ma anche per un pranzo o una cena veloce – Via Gramsci 3. Fratò, un raffinato ristorante che offre tutto il sapore della tradizione Via Andrea Doria 21. Siculo, una gelateria d’altri tempi dove anche le granite sono eccellenti Via S. Quintino 31. Sicily on the StreEAT, uno spuntino ricco e goloso con arancine e cannoli Via Carlo Alberto 7. Il Sole di Sicilia, dove si può assaggiare il famoso panino con le panelle Via Livorno 6. Peccati Siciliani, la squisita gastronomia da portare anche casa Via Pollenzo 10 e ancora Eat Sicily, Il Banco di Sicilia, A Vucciria dedicato allo storico e caratteristico mercato di Palermo.Se ci viene voglia di sapori siciliani a Torino abbiamo solamente l’imbarazzo della scelta, possiamo assicurarci una esperienza di gusto sublime che ci porta in un posto magico, meraviglioso crocevia di esperienze millenarie, arte culinaria e storia.

 

Maria La Barbera

Anabolizzanti, maxiblitz delle fiamme gialle

Venivano venduti come integratori alimentari, ma le compresse contenevano  principi attivi pericolosi. La guardia di Finanza, su ordine della Procura di Torino ha sequestrato dai banconi di Decathlon centinaia di confezioni e ha contestato ad alcune società estere  i reati di Commercio di sostanze alimentari nocive, frode commerciale, falsa indicazione di origine, ricettazione, produzione e commercio di sostanze dopanti e steroidee. Sono coinvolte  aziende  in Spagna e Germania. A sua insaputa è rimasta coinvolta la nota catena commerciale Decathlon che vendeva i prodotti senza sapere della presenza degli anabolizzanti. Le analisi hanno confermato la potenziale pericolosità degli integratori sequestrati, importati per la maggior parte da Spagna ma prodotti in Germania.

Trio d’Archi Rai all’Accademia di Pinerolo

Prosegue con il Trio d’Archi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, protagonista di numerosi concerti presso le più importanti istituzioni concertistiche italiane e estere, la Stagione concertistica 2017/18 dell’Accademia di Musica di Pinerolo. L’appuntamento è per martedì 24 ottobre alle 21:00 con un concerto dal sapore classico e ingredienti barocchi, che sarà preceduto alle 20:30 da una guida all’ascolto condotta da Simone Ivaldi. Giovedì 26 ottobre alle 18:00 presso la Libreria Volare si terrà Quale musica per la bellezza di Ernesto Napolitanoil primo dei tre incontri dedicati alla bellezza e alla musicaLa Stagione concertistica è stata realizzata con il contributo di Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), Regione Piemonte, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il contributo e il patrocinio di Città di Pinerolo. Il nostro grazie va anche alla sempre preziosa sponsorizzazione di Galup e a quella tecnica di Piatino Pianoforti, Yamaha Musica Italia e Albergian.

Cannabis terapeutica, Radicali: montagna ha partorito topolino. Salviamo almeno il topolino.

Le dichiarazioni di Igor Boni (Direzione Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta)

Gli undici striminziti articoli che compongono il progetto di legge sulla cannabis terapeutica approvato ieri dalla Camera dei Deputati sono quanto resta di ben diciassette proposte di legge parlamentari + la pdl di iniziativa popolare promossa da Radicali Italiani (che, però, a differenza delle pdl parlamentari, non decade a fine legislatura ma passa automaticamente a quella successiva).

 

E’ lecito affermare che la montagna ha partorito il topolino. Ciò detto, vediamo quali sono gli aspetti positivi del provvedimento: per la prima volta, l’utilizzo dei farmaci contenenti cannabis è regolato a livello nazionale. Basta con un’Italia vestita da Arlecchino, con venti situazioni diverse a seconda della regione in cui il cittadino risiede, con un’evidente violazione degli art. 3 (uguaglianza dei cittadini davanti alla legge) e 33 (diritto alla salute) della Costituzione.

 

Per la prima volta in Italia, la proposta di legge dispone che il Ministero della salute pubblichi sul proprio sito web i contributi scientifici e le informazioni sull’uso medico della cannabis (art. 7). Per la prima volta in Italia, si dispone l’aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e sociosanitario sulle potenzialità terapeutiche delle preparazioni a base di cannabis (art. 8). Per la prima volta in Italia, si promuove la ricerca scientifica in materia da parte di università e società medico-sceintifiche (art. 9).

 

Fra le note dolenti c’è la fissazione in un testo legislativo del “monopolio fiorentino”, che prima era statuito solamente dal “decreto Lorenzin” (decreto Ministro salute 9 novembre 2015): lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze è deputato alla coltivazione e alla trasformazione della cannabis in preparazioni vegetali per la successiva distribuzione alle farmacie (art. 6, comma 1). Se non bastasse la produzione di Firenze, in prima battuta il Ministero della Salute “puo’ autorizzare l’importazione di quote di cannabis” dall’estero (art. 6, comma 2). Solo in seconda battuta, è prevista la possibilità di individuare altri soggetti autorizzati alla coltivazione e trasformazione della cannabis, “in base alle procedure indicate dallo stesso Stabilimento” di Firenze. Il “monopolio fiorentino” è del tutto irragionevole, visto che in tutta Italia ci sono vari soggetti in grado di assicurare quei livelli di produzione che Firenze non puo’ garantire da sola. Inoltre, vi è un’evidente contrasto fra le disposizioni della proposta di legge e il vigente art. 17 del DPR 309/1990 (testo unico sugli stupefacenti), che consente a “chiunque”, debitamente autorizzato, di coltivare e produrre cannabis a fini terapeutici.

Il progetto di legge si rifà per la casistica delle prescrizioni di farmaci cannabinoidi all’allegato tecnico del “decreto Lorenzin”, ma lascia poi una finestra aperta al medico, con il riferimento all’art. 5 del Decreto legge 17 febbraio 1998, n. 23 “Disposizioni urgenti in materia di sperimentazioni cliniche in campo oncologico e altre misure in materia sanitaria”

In conclusione, tirando le somme, meglio un piccolo passo in avanti che buttare al macero tutto il lavoro fatto in Parlamento e nel Paese, anche se per la legalizzazione della cannabis, dopo aver convinto la stragrande maggioranza dei cittadini, occorrerà riuscire a convincere quei partiti che, ancora oggi, preferiscono lasciare il monopolio dello spaccio alla criminalità organizzata.

 

Link a testo approvato dalla Camera dei Deputati

http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0054650&back_to=http://www.camera.it/leg17/126?tab=2-e-leg=17-e-idDocumento=76-e-sede=-e-tipo=#PD

7a TAPPA SLAM DI PADEL A TORINO: DOMINIO DELLE DONNE TORINESI

Per la prima volta, tre giocatrici torinesi sono arrivate a disputarsi in finale l’ambito torneo del circuito federale nazionale.

 di Manuela Savini

Francesca Campigotto, originaria di Aosta ma torinese d’adozione e Benny Sobrero, tesserate per il Royal Club di Torino, la prima, e il Monviso Sporting Club di Grugliasco, la seconda, sono giunte in finale dopo aver sconfitto, prima, l’inedita coppia milanese-romana Maria Maderna/Francesca Zacchini e, poi contro ogni pronostico, in semifinale la forte coppia, fresca di convocazione in nazionale, Giulia Sussarello/Martina Camorani. In finale se la sono giocata contro l’altrettanto inedita coppia torinese-romagnola, Cristina Dolce/Sara D’Ambrogio, quest’ultima fresca campionessa d’Italia nei campionati assoluti estivi di agosto. Dolce e D’Ambrogio, rispettivamente Tc Ciriè e Tc Misano, da parte loro, sono partite come testa di serie n. 5 nel tabellone Open e sono riuscite a conquistare la vittoria del torneo, dopo aver sconfitto la solida coppia Annalisa Bona (ex giocatrice n. 235 WTA di tennis) e Sabina Da Ponte (64 36 63), per, poi, imporsi in altri tre durissimi set sulla testa di serie n. 1, Valentina Tommasi/Sara Celata, romane ed esperte giocatrici della nazionale femminile.

La finale femminile ha riservato spettacolo e lotta su ogni punto. Ad aggiudicarsela sono state le giocatrici che alla fine hanno alle spalle una maggiore esperienza. Campigotto/Sobrero erano alla loro prima apparizione in un torneo slam e giungere in finale è stato sicuramente il coronamento di un bel sogno. 64 75 il punteggio finale, ma Dolce/D’Ambrogio hanno dovuto dare il massimo e reagire con grinta nel secondo set quando, sul punteggio di 4 0 per Sobrero/Campigotto, il match sembrava essere destinato ad andare al terzo set. Bella prova di carattere, dunque, per le vincitrici che, oltre ad aver conquistato un’altra tappa dello Slam (la seconda per entrambe), hanno, forse anche voluto lanciare un messaggio ben chiaro al Ct della nazionale femminile, Roberto Agnini, che ha preferito scegliere giocatrici diverse e forse con maggiore esperienza, ma non sarà questa la sede per commentare queste valutazioni.

Se in ambito femminile abbiamo assistito a tanto fair play e sano spirito agonistico, purtroppo, il torneo Open maschile ha visto un epilogo triste e segnato, forse, da un eccesso di burocrazia o di superficialità o, forse, da una inopportuna malizia. Sta di fatto che la finale maschile non è stata disputata ed è stata conquistata a tavolino dalla coppia romana, testa di serie n. 1 del tabellone, Lorenzo Rossi /Gustavo Sarmiento. Polemiche a parte la finale avrebbe riservato tanto spettacolo dato che l’altra coppia italo-argentina, Marcelo Capitani/Matias Baez, aveva concesso agli avversari appena quattro games in tutto il torneo, uno dei quali in semifinale contro la fortissima coppia italo-messicana Denny Cattaneo/Mauricio Lopez.

I vincitori ufficiali sono Sarmiento/Rossi, ma è ipotizzabile che per il livello stratosferico del tandem italo/argentino i vincitori immaginari sarebbero potuti essere Capitani/Baez e soltanto il campo avrebbe potuto emettere il verdetto finale. Epilogo triste a parte, che ha deluso i numerosi appassionati accorsi al Monviso Sporting Club per assistere ad un bella ed entusiasmante finale, il torneo maschile ha comunque soddisfatto le aspettative degli organizzatori sia in termini di partecipazione che di pubblico. Oltre settanta le coppie iscritte in tutto il torneo, suddivise nei cinque tabelloni di diversa categoria: 3a e 4a categoria maschile e 3a categoria femminile, oltre ai due tabelloni open, maschile e femminile.

Il padel torinese è in crescita ed i risultati che le giovani e promettenti coppie torinesi stanno ottenendo ne è una prova. In ambito femminile, oltre alle già citate Sobrero, Campigotto, Dolce, ci sono le meno esperte Scimone, Ligotti e Ponteprino giusto per citarne alcune e senza nulla togliere alle buone giocatrice meno giovani. Mentre in ambito maschile i giovanissimi torinesi Marco Cassetta (Tc Cafasse) e Alessandro Ferrero (Monviso Sporting Club) si sono già messi in evidenza al punto di aver conquistato un posto nella nazionale under. La stessa nazionale, che pochi giorni fa, ha esordito sotto la guida di Marcelo Capitani ai Mondiali Juniores di Malaga, ottenendo un buon undicesimo posto.

La prima edizione delle Olimpiadi dei Diritti Umani

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in vista della giornata internazionale dei Diritti Umani, che si celebra ogni anno il 10 dicembre per la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, propone, insieme all’ISI Pertini di Lucca e all’Associazione Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus, la prima edizione delle Olimpiadi dei Diritti Umani, che si svolgeranno il 07 dicembre e prevedranno l’uso della piattaforma Kahoot.   I quesiti saranno articolati in lingua inglese, in modo da poter estendere, eventualmente, la partecipazione alle scuole del contingente estero. Ogni istituto potrà contraddistinguersi, indossando una maglietta in tema con i Diritti Umani e che costituirà la divisa della scuola. Le squadre saranno formate da sei studenti scelti tra gli allievi del secondo biennio (istituti scolastici di secondo grado). Le scuole interessate potranno contattarci per informazioni presso l’email: coordinamentodirittiumani@gmail.com. Si auspica che il MIUR, nella persona del ministro Valeria Fedeli, apprezzi i contenuti dell’iniziativa in quanto didatticamente innovativa e funzionale all’acquisizione delle competenze di cittadinanza attiva e responsabile.

 

prof. Romano Pesavento

presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

Ruffino: “Anche la Regione Piemonte si apra alle fabbriche”

“L’iniziativa Fabbriche Aperte è senza alcun dubbio positiva per far conoscere alla cittadinanza l’immenso patrimonio di lavoro, cultura industriale e qualità produttiva di cui il Piemonte dispone. Analoga apertura l’istituzione Regione dovrebbe a sua volta però dimostrare nei confronti delle imprese piemontesi, molte delle quali in crisi o comunque in affanno”. Così Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, commenta l’iniziativa che il 27 e 28 ottobre apre al pubblico numerosi stabilimenti industriali. “È’ vero che i dati più recenti, relativi al secondo semestre 2017, indicano una crescita delle esportazioni a due cifre in tutti i distretti del Piemonte. Ma la vicinanza delle istituzioni al mondo delle imprese non deve esserci solo nei momenti di successo e nemmeno solo quando ormai i licenziamenti sono una minaccia seria”, aggiunge Ruffino. “La Regione si apra dunque alle fabbriche, nel senso di non intervenire solamente in casi di emergenza ma elaborando un piano strutturale che rilanci davvero le imprese del territorio. Al momento – conclude Ruffino – manca una visione strategica che renda competitivo il Piemonte con le altre regioni europee”

Il Centro Studi Piemontesi su You Tube

Il Centro Studi Piemontesi ha aperto un suo canale You Tube dove saranno disponibili le registrazioni delle conferenze; iniziative, interviste e altri materiali interessanti. Gli “Incontri del Lunedì” saranno visibili a partire dal mercoledì successivo alle ore 18.

“Vi invitiamo a iscrivervi al canale (https://www.youtube.com/channel/UCc0EHygplPedHZUjJ7n__-Q) per essere aggiornati sui nuovi inserimenti e per far conoscere meglio la nostra realtà anche su Youtube”, dice Albina Malerba, direttore del Centro. Il prossimo appuntamento nella sede di via Ottavio revel 15 a Torino,  sarà la presentazione, Lunedì 23 ottobre alle ore 18, di Lettere sulle Valli di Lanzo, di Luigi Francesetti di Mezzenile, a cura di Piero Gribaudi  e Bruno Guglielmotto-Ravet per le edizioni della Società Storica delle Valli di Lanzo, con letture di Valentina Duretto Le Lettres sur les Vallées de Lanzo, il più noto e ricercato libro sulle Valli – edito nel 1823 – è una delle prime opere letterario-turistiche che descrivono un singolo piccolo territorio alpino. Le missive, indirizzate alla contessina Marina Nomis di Pollone (poi Cristiani di Ravarano), sono una fresca e puntuale descrizione del territorio così come si trovava all’inizio dell’Ottocento, offrendone un ritratto in sontuosa semplicità e naturale purezza. L’opera è illustrata da 12 incisioni, veri incunaboli dell’arte litografica introdotta da Felice Festa a Torino nel 1817. La Società Storica delle Valli di Lanzo presenta ora la prima traduzione in italiano, curata da Piero Gribaudi, raffinato scrittore, editore, bibliofilo. Nella sua nota introduttiva, egli rileva che le lettere del Francesetti «sono quasi la personificazione delle Valli, in quanto ne hanno i pregi essenziali. In anni in cui tanto la montagna quanto il nascente alpinismo cominciavano ad ammantarsi di romanticismo, sono scritte con un realismo, una semplicità, una onestà, una chiarezza, un senso del limite e insieme un’affettività casalinga tali da renderle esse stesse un piccolo capolavoro di quotidianità donata».

Info:Tel. 011/537486 – info@studipiemontesi.it – www.studipiemontesi.it

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 Mercoledì 25 ottobre alle ore 17,30, alla Galleria Sabauda (terzo piano), Musei Reali – Piazzetta Reale 1 – Torino, si terrà la prima delle conferenze “Riccardo Gualino sul palcoscenico dell’esistenza”, organizzate dall’Associazione Amici della Galleria Sabauda e dal Centro Studi Piemontesi: Giovanni Tesio, Università del Piemonte Orientale, La polifonia di Riccardo Gualino,  ovvero il genio e i chiaroscuri di un grande imprenditore. Seguirà programma e invito.