redazione il torinese

Crisi Gtt, Appendino ai sindacati: “Garantiti stipendi di dicembre e tredicesime ai dipendenti”

Gli stipendi di dicembre e le tredicesime arriveranno regolarmente ai quasi 5 mila dipendenti di Gtt, l’azienda del trasporto pubblico  torinese. a rassicurarli la sindaca di Torino, Chiara Appendino, nell’incontro  con i sindacati sul futuro del Gruppo, che rischia di fallire a causa dei mancati pagamenti dei contributi pubblici ai servizi di trasporto. Le organizzazioni sindacali avevano dato vita a un corteo funebre con la bara di Gtt, vie del centro di Torino, fino al Municipio. Sulla bara dell’azienda una scritta che annunciava la morte dell’azienda: “Inesorabilmente e in lenta agonia è mancato, visto la totale assenza della proprietà, Gtt, il trasporto pubblico locale di 110 anni. Ne danno il triste annuncio Cgil, Cisl e Uil, tutti uniti i suoi dipendenti che l’hanno amato e la clientela tutta che da sempre l’hanno sospirato alle fermate”  Sul caso Gtt interviene la Giunta regionale: “Noi siamo disponibili a trovare una transazione tombale per i disallineamenti che riguardano la Regione, il cui importo finale è allo studio dei tecnici che stanno facendo le valutazioni del caso. In nessun modo i 40 milioni di fondi di coesione che arrivano dal governo possono essere utilizzati per coprire la transazione e daremo il nostro contributo finanziario solo di fronte alla garanzia di una copertura completa del piano”, ha affermato il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna, che giovedì 13 dicembre in Consiglio regionale ha fatto il punto sulla crisi dell’azienda trasporti torinese

Siccità, al Piemonte danni per 185 milioni di euro. Quasi 600 i Comuni colpiti

L’assessore regionale Giorgio Ferrero, ha chiesto  al Ministero delle politiche agricole il riconoscimento della eccezionalità della siccità che ha colpito il Piemonte nella passata stagione primavera-estate.Si calcola che i danni ammontino a oltre 185,4 milioni di euro e riguardano il territorio di 592 Comuni: 178 comuni dell’alessandrino, 118 dell’astigiano, 34 del biellese, 146 del cuneese, 34 in provincia di Novara, 60 nel torinese, 2 nel vercellese e 20 nel VCO. “E’ stata una siccità eccezionale, se confrontata con i dati storici della climatologia disponibile” spiega  Giorgio Ferrero. “Attendiamo una risposta dal governo coerente sul piano finanziario con la gravità della situazione”.

Telt – Poli: partnership per l’innovazione

Un accordo per progetti di ricerca, master, dottorati e video-lezioni sul campo

 

La sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, e in particolare il tunnel di base, diventano oggetto di una partnership tecnico-scientifica tra Politecnico di Torino e TELT (Tunnel Euralpin Lyon-Turin) con progetti di ricerca, consulenze tecniche, master, dottorati e tesi di laurea in tutti i campi di attività relativi alla realizzazione dell’opera. L’accordo, sottoscritto dal rettore del Politecnico, Marco Gilli, e dal direttore generale di TELT, Mario Virano, è stato presentato questa mattina in Rettorato insieme al referente del progetto, il vice rettore Bernardino Chiaia, al direttore del Master in Tunnelling e Tunnel Boring Machine, Daniele Peila e al direttore ingegneria di TELT, Lorenzo Brino. L’obiettivo è sfruttare le opportunità di studio e innovazione di una delle più grandi opere che si stanno realizzando in Europa: il tunnel di base del Moncenisio infatti è l’ultimo in ordine di tempo (dopo il Loetschberg, il Gottardo e il Brennero) ed è quindi in grado di capitalizzare tutte le innovazioni e le buone pratiche dell’esperienza internazionale. Per questo il cantiere può essere un formidabile laboratorio formativo e applicativo di innovazione per l’ingegneria in ottica internazionale. “La futura galleria ferroviaria più lunga del mondo – si legge nell’intesa – avrà un peso rilevante nel campo della tecnica delle costruzioni, in particolare in sotterraneo, della scienza dei materiali, della sicurezza e dell’impiantistica ferroviaria, oltre che sulla normativa specifica di settore”. Sono coinvolti tutti i settori dell’ingegneria: strutturale, geotecnica, ambientale, energetica, di cantiere, urbanistica e gestionale.

***

La società e l’ateneo vogliono inoltre individuare azioni comuni per costituire un network di rapporti internazionali, in primo luogo con le omologhe realtà francesi, che promuova la cultura tecnico-scientifica e imprenditoriale, guardando al mondo ma con un’attenzione particolare ai territori alpini. Sono previste collaborazioni su specifici progetti di ricerca e la partecipazione congiunta a bandi e programmi, in particolare europei. L’intesa ha una durata di 5 anni, rinnovabile, con la predisposizione di accordi attuativi specifici su ogni progetto. Già organizzata la prima lezione in cantiere per i 12 studenti del Master in Tunnelling and Tunnel Boring Machine del Politecnico che partirà a gennaio. Gli studenti provenienti da 7 Paesi (Colombia, Corea del Sud, Grecia, India, Italia, Malesia e Romania) parteciperanno a una lezione sul campo al cantiere francese della Torino-Lione dove potranno seguire il ciclo di vita di un “concio”, la struttura in calcestruzzo che riveste i tunnel: dalla produzione in fabbrica alla loro sistemazione ad opera della TBM Federica, che li posa avanzando nella galleria geognostica di Saint-Martin-La-Porte. In quella giornata il cantiere diventerà anche il set per la registrazione di una video-lezione che resterà nel patrimonio di conoscenze del Politecnico e potrà essere riproposta in altri corsi. Il master prevede 500 ore di lezione tenute da 42 docenti, esperti del settore provenienti da tutto il mondo, tra cui anche uno degli ingegneri di TELT. L’ateneo e la società portano avanti collaborazioni su diversi fronti, facendo rete per progetti a livello internazionale e per concorrere insieme ad altre università, istituti di ricerca e aziende a bandi di ricerca europei con l’obiettivo di formare una nuova generazione di professionisti che raccolgano il know-how e le nuove soluzioni tecniche nella costruzione delle opere in sotterraneo.

***

 “Il Politecnico di Torino – sottolinea il Rettore, prof. Marco Gilli – con le proprie capacità di ricerca e trasferimento tecnologico si colloca tra gli atenei leader in Italia ed Europa nel campo dell’ingegneria delle infrastrutture e in tal senso la sinergia con TELT rappresenta un’importante occasione di formazione per i nostri studenti. Siamo certi che questa collaborazione, che guarda a settori molto ampi dell’ingegneria, porterà a una crescita reciproca di conoscenze e di opportunità, coinvolgendo i nostri docenti, ricercatori e studenti in un caso studio estremamente interessante e multidisciplinare, caratteristica, quest’ultima, ormai imprescindibile per la ricerca e la formazione nei settori tecnologicamente più avanzati”.

—-

“TELT sente fino in fondo la responsabilità di gestire al meglio la realizzazione di quest’opera storica e per farlo vuole ispirarsi alle migliori best practiceinternazionali e ai più aggiornati saperi tecnici di cui il mondo universitario è portatore. È la sfida dell’eccellenza – evidenzia Virano – in tutti i campi di attività: nei progetti, nei lavori, nella sicurezza e nella tutela dell’ambiente. Mentre attingiamo alle conoscenze e alle innovazioni presenti al Politecnico, offriamo i nostri cantieri come laboratori di attività formative e palestre di esperienza sul campo per ingegneri e architetti che guardano al mondo. La nostra ambizione è però anche che quest’opera possa generare valore aggiunto per il territori al di qua e al di là delle Alpi”.

 

Il fantasma di Tom Joad, tra John Steinbeck e Bruce Springsteen 

Tom Joad è il protagonista del romanzo più famoso di John Steinbeck, “The Grapes of Wrath”, uscito negli Stati Uniti nel 1939 e conosciuto in Italia con il titolo  Furore. Un bel libro senza età dal quale John Ford trasse uno storico film (con Henry Fonda nel ruolo di Tom Joad). Woody Guthrie scrisse una grande ballata su Tom Joad quasi dieci anni prima che Bruce Springsteen  venisse al mondo. La storia narrata da John Steinbeck  racconta l´epopea della biblica trasmigrazione della famiglia Joad, assieme ad altre centinaia di poveri, dall´Oklahoma attraverso il Texas, il New Mexico e l´Arizona, lungo le famosa Route 66 ( che conoscerà altre storie letterarie, da Kerouac a tanti altri), fino alla California, “il paese del latte e del miele”, in cerca di una vita nuova e un po’ di fortuna. Vi troveranno però  amarezze e stenti, al limite della sopravvivenza: paghe da fame, padroni duri e cinici, lavori da schiavi. Erano gli anni della Grande Depressione, dell’America dura e disperata, della lotta di classe più aspra, dei sogni che s’infrangevano a contatto con la  realtà. Ma non è quella la storia che Springsteen scelse di raccontare nella sua straordinaria canzone dedicata al fantasma di  Tom Joad. O, almeno, non è “solo” quella poichè quel fantasma è ben presente nell’America di oggi, come se quasi ottant’anni dopo ben poco fosse cambiato. “The Ghost of Tom Joad ” è stato l’undicesimo album in studio di Springsteen, pubblicato nel 1995 dalla CBS Records. Presidente degli “states” era il democratico Bill Clinton che, di lì a poco, sarebbe stato rieletto alla guida della nazzione a stelle e strisce. Un anno dopo, nel 1996,  Springsteen, ne parlava così:”La maggior parte delle cose che ho scritto riguardano l’America di oggi, anche se trovano le loro origini nel passato. Anche la canzone di Tom Joad non è storica, ma è sull’America degli anni ’90“. E, possiamo aggiungere, su quella odierna al tempo di Donald Trump. Nella canzone si parla dell’autostrada, luogo simbolo del sogno americano, esaltato dalla generazione beat. Un immaginario ancora ben vivo ma popolato da gente senza speranza, il cui destino è un fuoco acceso sotto un ponte per scaldarsi. I Tom Joad di oggi sono i nuovi poveri, le vittime della grande recessione e della crisi economica  che prese avvio negli Stati Uniti d’America nel 2007 in seguito allo scoppio della bolla immobiliare dei subprime, i messicani e gli homeless, le principali vittime di un nuovo ordine mondiale ancora affollato di gente senza lavoro e con poche libertà.

Marco Travaglini

 APERTURA SPECIALE DELLA MOSTRA “TORINO E I SUOI FIUMI”

La mostra (aperta fino al 30 marzo 2018) espone oltre 200 pezzi tra documenti, rare incisioni, disegni d’epoca e fotografie, che raccontano il rapporto tra Torino e i suoi corsi d’acqua (fiumi, torrenti e canali) dal Medioevo ai giorni nostri. I temi sono le origini della città, la pesca, gli antichi mestieri (le lavandaie, i sabbiatori, il mercato del ghiaccio), dighe, canali e forza motrice, i mulini, gli opifici e le industrie, quando la natura si ribella (le inondazioni, le secche, l’inquinamento), fiumi e loisir (le Esposizioni, sport e divertimenti, gli scrittori raccontano…) un secolo di curiosità.

 

Per il progetto Racconta il tuo fiume anche i visitatori possono partecipare all’allestimento della mostra ricercando immagini e parole in cui il fiume è il soggetto o lo scenario di una storia, di un ricordo o di un ritratto.

Il progetto si articola in due sezioni:

1.   Le foto raccontano: raccolta di fotografie del fiume (antecedenti all’era del digitale). Le fotografie saranno scansionate e subito restituite.

2.   Gli scrittori raccontano: segnalazione di passi e citazioni di autori, oltre a quelli già indicate in mostra, che descrivano Torino e i suoi fiumi.

 

Le riproduzioni delle foto e i testi degli scrittori saranno esposti in mostra con il nome e cognome dei possessori che le hanno segnalate.

Per ulteriori informazioni e per le modalità di partecipazione, contattare Salvatore Venezia (tel. 011.011.31975, salvatore.venezia@comune.torino.it) oppure la reception dell’Archivio (tel. 011.011.31811).

Successivamente la mostra sarà visitabile dalle 8.30 alle 16.30 dal lunedì al venerdì.www.comune.torino.it/archiviostorico.

Addio alla presidente del Museo Fico

Fondazione e Museo Ettore Fico comunicano “con grande rammarico la scomparsa, avvenuta ieri dopo una breve malattia, della Presidente Ines Sacco Fico. Verrà ricordata per la dedizione totale all’opera del marito Ettore Fico che l’ha accompagnata durante gli ultimi anni della sua vita e per lo straordinario impegno profuso nella realizzazione dell’omonimo museo che oggi lascia alla comunità come grande esempio di altruismo e lungimiranza culturale”. La cerimonia funebre avrò luogo sabato 16 dicembre alle ore 14 presso la Parrocchia Santi Angeli Custodi, via San Quintino 37, Torino

Riccioli cobalto

Le poesie di Alessia Savoini
***
Timida sotto il derma lunare
Boccoli del colore della notte
Si muove la polvere di un vecchio capanno
Nel mentre in cui il suono si sostituisce al battito.
Lo mnemonico spirito si confonde a causa di Bacco
Nel quartiere dove il mondo collide in una piazza
E poi gli incontri senza dirsi troppo
Dove illegale è l’ascesa verso il chimico io.
Talvolta traspare il disapprovato gesto
Di canti e chitarra nel tuo silente cosmo
Così borbotti, ma non disdegni
Perché ami senza nessuna pretesa.

NO ZOO A TORINO, MOVIMENTO ANIMALISTA: “MERITO DELLA NOSTRA MOBILITAZIONE, NON CERTO DELLA GIUNTA 5S”

“Evviva, lo zoo nel parco Michelotti di Torino non si fa più. Ma attenzione: non si fa solo perché la società Zoom, “spaventata” dalla resistenza degli animalisti, ha deciso in autonomia di non insistere. Fosse stato per la giunta dei 5s, animalisti di facciata, saremmo ancora qui a parlarne”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, commenta la notizia, riportata dalla “Stampa” di oggi, della retromarcia di Zoom. “Hanno avuto un forte peso – sottolinea Ivan Radice, coordinatore del Movimento animalista Piemonte – la mobilitazione delle associazioni animaliste e quella del Movimento, che ha dato vita a numerose manifestazioni contro lo zoo anche di portata nazionale, la raccolta di firme organizzata tra i cittadini e in generale la vera e propria “rivolta” del territorio contro un progetto che avrebbe stravolto il tessuto urbano e, ancora una volta, trasformato gli animali in attrazioni da sfruttare. Gli animalisti ringrazino se stessi, la giunta 5s ringrazi Zoom che la leva d’impaccio”.

Sgozzato e sciolto nell’acido: fermati madre e figlio

Oltre la Mole / Cronache italiane

DALLA LOMBARDIA

.

Andrea La Rosa aveva fatto loro un prestito in denaro che non volevano restituire. Per questa ragione per questo lo avrebbero sgozzato nella cantina di casa, e poi avrebbero cercato  di sciogliere il cadavere  nell’acido, senza però  riuscirci. Gli accusati sono Raffaele Rullo e sua madre Antonietta Biancaniello, fermati dai carabinieri di Milano  per l’omicidio e la soppressione del corpo del 35 enne ex calciatore di serie C, nuovo direttore sportivo del Brugherio calcio (Monza). L’uomo era scomparso il 14 novembre scorso. Ad ucciderlo sarebbe stato Rullo, con la complicità della madre. Il cadavere di La Rosa era stato trovato all’interno di un’auto, notata dai carabinieri ungo la Milano-Meda, nel territorio di Varedo, proprio mentre la donna stava tentando di liberarsi del corpo.

UN VIAGGIO INDEFINITO NELLE PROFONDITA’ DELL’ANIMA

“La mia mente – spiega l’artista Alberto Mussi – nasce da una ricerca introspettiva nelle più remote e profonde ambiguità della nostra anima. Inizialmente, spinto da un forte desiderio di creare, mi diletto nello scrivere poesie ed aforismi, ma il mio cuore ancora vergine, non era appagato e chiedeva qualcosa di più”

 

Alberto Mussi nasce a Pisa il 13 marzo 1981, da Massimo Mussi e Clarissa Gherarducci, e vive a Collesalvetti, residenza della famiglia. Il padre, nativo di Livorno, trasmette al figlio l’amore e l’attaccamento alla città labronica. Vive in un ambiente familiare permeato da cultura, musica e arte. Forte e intenso è il rapporto con il nonno materno, Vito Gherarducci, medico, scrittore, amante dell’arte e appassionato di fotografia. Introdotto dal padre, maestro d’arte in arti grafiche, ma soprattutto adottato come l’allievo prediletto dallo zio paterno, Ernesto Mussi, famoso pittore, ceramista, musicista e poeta, cresce nella sensibilità di un mondo per lui ancora sconosciuto. Situazioni familiari e soprattutto la morte del nonno e la morte del caro zio, provocano ad Alberto, un forte e lungo stato depressivo difficile e tormentato. Da qui la rinascita, l’incredibile, la necessità di esprimere sentimenti, tormenti e passioni, attraverso tutto quel bagaglio intellettuale ricevuto, e come l’eruzione di un vulcano si concretizza in quella vena artistica prigioniera finalmente liberata.

***

“La mia mente – spiega Alberto Mussi – nasce da una ricerca introspettiva nelle più remote e profonde ambiguità della nostra anima. Inizialmente, spinto da un forte desiderio di creare, mi diletto nello scrivere poesie ed aforismi, ma il mio cuore ancora vergine, non era appagato e chiedeva qualcosa di più”.

            “La mia mente è nata in un giorno opaco, tra sogno e raziocinio dove la notte incontra il mattino.”

“Ed è proprio in un giorno opaco, – prosegue Mussi – che decido di riprendere il mio percorso artistico, abbandonato anni prima, e come svegliato da un sogno profondo, inizio a far volare la mente in un vortice di sogni ed emozioni.

(Figure Danzanti. Olio su tela 50×100)

 

 

L’astrattismo, il surrealismo, sono le correnti artistiche in cui più mi contraddistinguo, ma la mia pittura è in una continua ricerca, cambia, prova e ricambia, fino a trovare qualcosa di mio con l’uso delle spatole. Con le spatole riesco ad esprimermi, a tirare fuori la mia passione, la mia forza, la mia profondità.

(Universi Sovrapposti. Olio su tela 80×80)

.

Così la ricerca continua, le profondità sono sempre più infinite, l’anima non ha confini, e le emozioni prendono forma nella mia mente, le vedo, le immagino, le amo e le tele sono parti di esse. I materiali da usare sono sempre più innovativi, come spugne, solventi, oli e le mie mani stesse”.

(La Rabbia e L’odio. Olio su tela 60×70)

 

 

 

 

 

 

.

Informazione commerciale