redazione il torinese

Il ritorno in patria del re soldato. La storia non è piangere o indignarsi ma cercare di capire

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Certo, il re commise degli errori, anche gravi, come la firma apposta alle leggi razziali, ma gli storici che vogliono ricercare la verità tendono sempre a contestualizzare i fatti, rifiutandosi crocianamente di essere “giustizieri”.  La vera storia è sempre giustificatrice,  non nel senso di assolvere, ma nel senso di comprendere

 

Le vicende legate alla sepoltura di Vittorio Emanuele III al santuario di Vicoforte (scelta infelicissima ,sotto ogni punto di vista, dettata da ragioni assai  poco nobili legate anche a beghe dinastiche ) hanno riaperto un confronto che sembrava sopito. I giovani delle Comunità ebraiche hanno gridato allo scandalo perché, a settant’anni dalla sua morte, il terzo re d’Italia rientra in Italia. Alcuni storici come Rosario Villari sono stati poco equanimi nel considerare un grave errore anche la Grande Guerra che significò per l’Italia la IV guerra per l’indipendenza nazionale. Un nipote di Benedetto Croce si è lasciato andare ad affermazioni che il filosofo e storico napoletano  nel suo equilibrio mai avrebbe condiviso,ignorando che quel re fu anche colui che volle Giovanni Giolitti al governo e favorì le grandi riforme del primo quindicennio del’900. Mario Missiroli parlo ‘ allora addirittura di una monarchia socialista. Il re che non retoricamente venne chiamato soldato-andrebbe ricordato a Villari- conobbe per tre anni  le solitudini gelate degli alpini,il Carso iniquo delle fanterie,il piano dove i bersaglieri andavano all’assalto e fu tra gli artefici Vittorio Veneto. Per contro,alcuni pseudo- storici e personaggi folcloristici di sentimenti monarchici hanno fatto affermazioni fantasiose e prive di qualsivoglia significato storico,compiacendosi per la sepoltura a Vicoforte e dimostrando ancora una volta una certa vacuità di fondo. Questo ritorno- che non è fantasioso  pensare all’insegna del peggiore complotto “massonico”- non è comunque una bella pagina degna di essere ricordata.

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Riportare il re e la regina  in Italia con una cerimonia riservata a pochi infreddoliti cuneesi che, intervistati dalla Tv,hanno infilato dichiarazioni  prive di senso, non è stato giusto. Forse determinerà  un incremento del numero dei visitatori del Santuario di Vicoforte, ma  certamente l’equilibrio storico non è apparso, neppure occasionalmente ,in tutta la vicenda di questi giorni. Giustamente Dino Cofrancesco ha ricordato che Napoleone, cui si addebita il sacrificio di un numero sterminato di vite umane sui campi di battaglia, per affermare  la sua volontà di dominio, sia sopravvissuto in Francia  a regni e repubbliche.Bonaparte, morto a San’Elena nel 1821 venne sepolto all’Hotel des Invalides di Parigi  nel 1840 con  un solenne funerale con tutti gli onori del suo rango imperiale.  Il presidente Putin ha reso omaggio allo zar Nicola II e alla sua famiglia in modo esemplare, malgrado l’attuale nuovo “zar” russo abbia un passato nel Kgb. Il fatto di relegare i due sovrani nel santuario voluto da Carlo Emanuele I ha significato retrocederli a duchi di Savoia,neppure a re di Sardegna a cui sarebbe spettata la basilica di Superga. E’ un particolare di una certa importanza, del tutto ignorato. E non vale sicuramente il discorso strampalato che Vicoforte non è distante da Pollenzo, da Valdieri  e da Racconigi dove Vittorio Emanuele ed Elena di Savoia amavano trascorrere lunghi periodi.Nasser nei confronti di re Farouk  morto nel 1965 nell’esilio dorato di Capri ,dimostrò più generosità che l’attuale governo italiano, concedendogli la sepoltura in una grande e ben nota moschea del Cairo. Nasser dimostrò una pietas islamica del tutto impensabile.

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La XIII norma transitoria della Costituzione che prevedeva l’esilio dei sovrani ,non contemplava affatto che i re morti subissero la stessa sorte dei vivi. Quindi la sepoltura in un santuario di campagna  non è affatto una concessione, ma è l’esercizio di un diritto famigliare legittimo , anche considerato il modo ovattato in cui il trasferimento è avvenuto. Giustamente “La Stampa” ha relegato la notizia dell’arrivo da Montpellier della salma della Regina Elena in una pagina dedicata alle “storie” curiose e non alla cronaca nazionale, dando un’idea precisa del come l’evento poteva essere interpretato. Poi è stato corretto il tiro, quando è apparsa ,all’improvviso, anche la sepoltura del terzo re d’Italia. Chi protesta lo fa per uno spirito fazioso che sempre Cofrancesco ha definito bobbianamente “ tersitismo” un “misto di insolenza e dileggio che la plebe riserva ai potenti caduti in disgrazia”. Il tersitismo il re lo visse sulla sua pelle dal 1943 in poi e non si ebbe  neppure rispetto verso il suo dolore di padre  per la morte della figlia Mafalda in un campo di concentramento tedesco. Oggi dopo settant’anni ci sono dei nuovi Tersite che si accaniscono contro il re, contestando il fatto di trovargli sepoltura persino nella  più periferica provincia cuneese. Tersite, appunto, l’anti-eroe omerico, che per la sua bruttezza e per la sua codardia, rappresenta l’opposto dell’eroe classico. I nuovi Tersite addebitano al solo Vittorio Emanuele la colpa di aver favorito il fascismo, mentre quella responsabilità fu di un’intera classe dirigente non all’altezza dei suoi compiti. Lo riconosceva Filippo Turati che scriveva ad Anna Kuliscioff  :”Abbiamo consegnato noi l’Italia al fascismo”. Lo riconoscono gli storici come Renzo de Felice che superò una concezione storiografica fondata sui miti per scandagliare con serietà la storia dell’Italia contemporanea. Gli “anni del consenso” verso il regime non nacquero dallo squadrismo, ma da una adesione entusiasta di milioni di italiani. La monarchia, ad un certo punto, fu essa stessa vittima della dittatura fascista.

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Certo, il re commise degli errori, anche gravi, come la firma apposta alle leggi razziali, ma gli storici che vogliono ricercare la verità tendono sempre a contestualizzare i fatti, rifiutandosi crocianamente di essere “giustizieri”.  La vera storia è sempre giustificatrice,  non nel senso di assolvere, ma nel senso di comprendere. Non si potrà tuttavia mai comprendere la storia italiana del XX secolo se non si porrà in una giusta dimensione anche il re che, in circostanze drammatiche, salvò due volte l’Italia : a Peschiera dove convinse gli alleati nel novembre 1917 sulla necessità di resistere sul Piave all’indomani di Caporetto e dopo l’8 settembre 1943, quando trasferì il governo in territorio non occupato da tedeschi ed alleati angloamericani, garantendo la continuità dello Stato. Ma ancor prima , il 25 luglio 1943 il ruolo del re fu determinante, anzi decisivo, per porre fine alla dittatura mussoliniana, un passo che consentì all’Italia di non finire totalmente distrutta nel massacro di  una guerra sbagliata di cui pure il re ebbe le sue responsabilità.  L’accusa verso di lui è quella di essere fuggito e certamente il modo in cui si trasferì a  Pescara non fu esemplare( e non consona con il re soldato che aveva condiviso il sacrificio delle trincee nella I Guerra mondiale), ma quella “fuga” consentì all’Italia di sopravvivere. Il comunista Antonello Trombadori lo riconobbe. Il re  compromise le sorti della dinastia, ma permise all’Italia di riprendersi con la costituzione del regno del Sud che consentì agli antifascisti di ritrovarsi dopo l’esilio all’estero e iniziare la loro battaglia per la repubblica.

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Vittorio Emanuele III divenne una sorta di capro espiatorio su cui scaricare la responsabilità di tutti. Francesco Carnelutti non esitò a parlare della dignità del re nell’affrontare la tragedia che stava vivendo. Dopo 70 anni è giunto il momento non di inveire, ma di capire, di valutare con una qualche serenità il passato. I primi, forse i peggiori insulti al re vennero dalla repubblica sociale di Mussolini
perché il re rappresentava un’altra Italia rispetto a quel disperato fanatismo fascista destinato alla catastrofe. Mio nonno mi disse che, alla notizia della morte del piccolo re , aveva pianto perché sentiva compiuto nel destino del re anche quello della sua generazione che aveva fatto la guerra. Anche l’allora giovane esule dalmata Lucio Thot ,il Mosè che guidò l’esodo forzato degli Italiani dell’Adriatico orientale, aveva pianto quando apprese della sua morte. Certo la storia non è piangere, ma non è neppure indignarsi, semmai è “intelligere”, come diceva Bacone. In questi giorni abbiamo invece colto che questo paese non è ancora maturo per comprendere la sua storia. A questo punto, si impone comunque anche  un altro passo avanti. Porre fine all’esilio, anche dopo la morte, dell’ultimo re, Umberto II, che visse con grande dignità e profonda sofferenza  la lontananza dall’Italia dal 1946 fino alla sua fine nel 1983.  Se vogliamo crescere come paese, andando oltre gli odi del passato, è opportuno pensare anche ad  Umberto che non ebbe le responsabilità di suo padre e che, come luogotenente del regno e quarto re d’Italia, seppe guardare ad un nuovo modello di monarchia: Luigi Barzini disse di lui che sarebbe stato un ottimo presidente della repubblica e gli stessi politici che decretarono la fine della monarchia nel giugno 1946   ebbero parole di rispetto per il nuovo re.

quaglieni@gmail.com

 

Cosa cambierà sotto la Mole con l’antenna 5G

 

TIM accende a Torino i motori del 5G e parte con la prova su strada della rete più veloce d’Italia. E’ stata infatti attivata presso il Politecnico di Torino la prima antenna 5G a onde millimetriche sull’intero territorio nazionale, grazie alla quale  si è raggiunta oggi la connessione record oltre i 20 Gigabit/s, il massimo dimostrato dalla nuova tecnologia in ambito urbano

Un nuovo primato TIM, realizzato in collaborazione con Ericsson, che ha consentito di far conoscere le potenzialità della rete 5G, utilizzando la banda di frequenza a 28 GHz su onde millimetriche, sui cui TIM sta sviluppando innovazione insieme a partner di livello mondiale, come Qualcomm. Inoltre per la prima volta in Italia su un sistema di rete sperimentale 5G è stato realizzato un servizio di visita virtuale in tempo reale. Dal Politecnico di Torino è stato possibile visitare Piazza Carlo Alberto pur trovandosi dall’altra parte della città. Una guida avatar ha accompagnato il visitatore – dotato di visore e sensori – nella storica piazza, dando così la possibilità di sperimentare le capacità della virtual reality.  Un’esperienza immersiva ottenuta attraverso l’alto livello di velocità della rete 5G che rende immediata – in millesimi di secondo – l’interazione tra guida, ambiente virtuale e visitatore. E questo è solo l’inizio: prossimamente i turisti appassionati della storia sabauda potranno entrare nei musei comodamente seduti sul divano di casa a New York o in qualsiasi altra città del pianeta.

 

Torino, forte delle eccellenze scientifiche come il Politecnico, si conferma così la capitale d’Italia del 5G e tra le prime città d’Europa ad avere una rete mobile di nuova generazione. La connessione record segue il protocollo d’intesa siglato lo scorso marzo tra TIM e il Comune di Torino, per la realizzazione del progetto “Torino 5G”, che prevede una progressiva copertura della città con la rete di nuova generazione entro il 2020. Con la partnership su Torino, TIM ed Ericsson rafforzano una collaborazione avviata lo scorso anno con il programma “5G for Italy”, che sta dando vita ad un ecosistema aperto per la realizzazione di progetti innovativi e servizi abilitati dalla rete di quinta generazione. In questo contesto si consolida la storica collaborazione tra TIM e Politecnico di Torino: nel corso del 2018 saranno realizzate attività di ricerca congiunte sul 5G per lo sviluppo di applicazioni di nuova generazione. La rete 5G, con una capacità trasmissiva 10 volte superiore a quella dell’attuale 4G, sarà in grado di connettere un numero molto grande di oggetti e persone per offrire servizi innovativi di elevata qualità, personalizzati e molto coinvolgenti.

Per Torino 5G TIM sta infatti sviluppando applicazioni dedicate alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico oltre che nuove soluzioni di smart city, monitoraggio ambientale, public safety, automotive, industry 4.0, sanità, education, mobilità e sicurezza stradale, logistica e smart agricolture. L’iniziativa conferma l’impegno di TIM nel processo di trasformazione digitale del Paese, basato su infrastrutture ed applicazioni che avranno un impatto positivo in tutti i settori del mercato e sullo stile di vita delle persone, per accompagnarle nella futura “Gigabit society”, in cui l’azienda intende giocare un ruolo da protagonista.

 

Export a gonfie vele nel 2017

Fine anno positivo per l’export piemontese: nei primi 9 mesi – secondo i dati elaborati da Unioncamere – sale a 35,6 miliardi di euro, in crescita dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2016, e al  +7,3% a livello nazionale.  I mezzi di trasporto, che generano circa un quarto delle esportazioni regionali e registrano un +8,9%, trainano la ripresa. Va bene anche l’ industria alimentare (+9,4%), metalli (+9%) e quella chimica (+14,4%). L’Ue ha attratto il 57,7% dell’export ed è la Francia il primo partner commerciale della regione (+9,1%). Il Piemonte è così la quarta regione esportatrice con una quota del 10. 8% delle esportazioni italiane e registra la performance migliore tra le principali regioni esportatrici. “E’ un risultato fatto di impegno e ‘saper fare’ dei nostri imprenditori, oltre che di capacità di adattamento e innovazione di qualità. Il nostro impegno è di continuare ad accompagnare le imprese all’estero”, afferma il presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello.

 

Luca Bono, l’illusionista

Già 2000 biglietti venduti per primo atteso one man show del giovane talento della magia internazionale diretto da Arturo Brachetti e con le musiche di Alex Britti che porta in scena un percorso spettacolare e tecnologico tra grandi illusioni, close up, manipolazione di oggetti e mentalismo. Luca Bono ripercorre alcune fasi del proprio percorso umano e professionale attraverso nuove performance e pezzi storici del proprio repertorio magico. Sold out già alcune repliche dello show in cartellone fino al 7 gennaio

 

Dal 26 dicembre al 7 gennaio 2018, la Casa del Teatro di Torino ospita Luca Bono con il suo primo one man show L’illusionista, diretto da Arturo Brachetti con le musiche originali di Alex Britti. Luca, oggi appena venticinquenne, già Campione Italiano di Magia all’età di soli 17 anni e successivamente laureato a Parigi con il Mandrake d’Oro, riconosciuto come l’Oscar della magia, è univocamente considerato il talento magico più interessante della sua generazione, interprete del nuovo illusionismo, coinvolgente e contemporaneo. Al suo attivo 450 date in Canada in due anni di tournée con oltre 400.000 spettatori e 13 puntate di VUUAALÀ! CHE MAGIA!,  attualmente in onda su Boing tutti i venerdì alle 20.00. Dimenticate il classico mago con cilindro, bacchetta e frac, perché Luca Bono è sì uno straordinario illusionista, ma soprattutto un ragazzo normale in grado di fare cose eccezionali. In scena assisteremo ad un percorso spettacolare e tecnologico tra illusioni di grande effetto scenico ed emotivo, manipolazione di oggetti, close up, mentalismo e apparizioni spettacolari. Per lo show risultano venduti già 2000 biglietti e le prime repliche sono già sold out. L’Illusionista propone la grande magia rivisitata da un giovane artista, ex corridore di go kart che a seguito di un incidente, e incuriosito dal fratello maggiore Davide, si avvicina al mondo magico scoprendo un universo artistico e culturale impensato. Quasi inconsapevolmente, in pochissimi anni, Luca Bono passa così dal sottoscala del circolo magico torinese alle grandi platee internazionali. “Sono davvero emozionato dall’idea di calcare questo palcoscenico da solo, dopo diversi anni in cui ho proposto i miei numeri al fianco di altri artisti. Sarà una vera e propria sfida che ho intrapreso con me stesso, vincendo le mie timidezze, ma con l’intenzione e la volontà di portare davanti al pubblico il meglio del mio repertorio: dai numeri più amati dal pubblico, come quello con le colombe che mi ha portato alla notorietà, ad altre performance nuove che proporrò per la prima volta esclusivamente per questa occasione”.  In scena, dunque andranno non solo l’Artista, ma anche il ragazzo, con tutte le sue debolezze, le sue paure e la sua proverbiale riservatezza in grado di sciogliersi davanti al pubblico con la stessa disinvoltura con cui l’insospettabile Clark Kent sapeva, in una frazione di secondo, trasformarsi in Superman; all’apertura del sipario le arti magiche trasformeranno la sua normalità in una grande dimostrazione di talento e in un caleidoscopio di sorprendenti effetti conditi con lo stile personale ed accattivante proprio di Luca Bono. Al suo fianco Sabrina Iannece, l’artista-assistente che da cinque anni lavora al fianco di Luca Bono e che in questo occasione è co-protagonista.

L’Illusionista è uno spettacolo unico che emozionerà gli adulti e allo stesso tempo coinvolgerà e divertirà i più giovani, che potranno così lasciarsi trasportare in un mondo di pura illusione, in cui sarà davvero difficile distinguere i confini tra realtà e apparenza. La regia de L’Illusionista è di Arturo Brachetti, il maestro internazionale del quickchange, che di Luca è direttore artistico. Le musiche sono state composte per l’occasione dal cantautore Alex Britti, che ha con Luca un rapporto d’amicizia e stima di lunga data. In alcuni momenti lo spettacolo si avvale di filmati e proiezioni su grandi schermi (gestiti in collaborazione con Acuson) attraverso i quali il pubblico, anche più lontano, potrà rendersi conto che davvero “non c’è trucco e non c’è inganno” e che il close up e la prestidigitazione, sono tecniche di pura maestria e non consentono di celare trucchi. La produzione è curata da Muvix Europa, realtà di produzione artistica capace di coniugare l’illusionismo con le più diverse discipline dello spettacolo, per realizzare soluzioni su misura.

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Prevendite presso la biglietteria della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, oppure sul sito www.casateatroragazzi.it www.lucabono.com

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LUCA BONO, L’ILLUSIONISTA

Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

Corso Galileo Ferraris, 266 Torino. Prenotazioni 011 19 74 02 80

Date e orari spettacolo:

Martedì 26 dicembre ore 17 e 21

Mercoledì 27, giovedì 28 dicembre ore 17

Venerdì 29, sabato 30 dicembre ore 17 e 21

Lunedì 1, martedì 2, mercoledì 3 gennaio 2018 ore 17

Giovedì 4, venerdì 5, sabato 6 gennaio 2018 ore 17 e ore 21

Domenica 7 gennaio 2018 ore 17                           

Biglietti:

Intero 18 €

Ridotto 12 € (under 12)

Over 65, Associazioni e Cral convenzionati 15 €

Adulti abbonati alla stagione 2017/2018 della Casa del Teatro e adulti Soci Cadm € 12

Ragazzi abbonati alla stagione 2017/2018 della Casa del Teatro (fino ai 12 anni) e ragazzi Soci Cadm (fino ai 12 anni) € 10

Per info e prenotazioni: www.casateatroragazzi.it – biglietteria@casateatroragazzi.it

www.lucabono.com

Tel. 011 19 74 02 80

Xmas Comics chiude con 17.500 visitatori

 

La quarta edizione di Xmas Comics&Games chiude con 17.500 visitatori, contro i 17.300 del 2016. Una grande festa che ha visto il Padiglione 3 di Lingotto Fiere animarsi con migliaia di cosplayer e stand con fumetti e manga, gadget, oggetti da collezione, accessori e costumi

 

Gli ospiti

Successo di pubblico per gli autori ospiti, che si sono esibiti nei classici sketch – disegni live personalizzati – e firmato albi per gli appassionati. Tra gli ospiti più apprezzati, Don Alemanno e Boban Pesov con il loro Naziveganheidi firmato a 4 mani; Paolo Barbieri, uno degli illustratori italiani di maggior successo;Riccardo Nunziati, fumettista toscano disegnatore di Diabolik; bene anche gliautori di Cronaca di Topolinia, casa editrice torinese che ha ospitato al suo stand Elena Ominetti, Lorenzo Balocco, Luciano Costarelli, Elena Nastasi “Selenike”, Gianluca Proto e Patrick Schiesaro.

In area games il pubblico è stato intrattenuto dagli ospiti Luigi “Bigio” Cecchi e Andrea Pisani – comico, cabarettista, cantante, componente del duo PanPers. Bigio e Pisani hanno sfidato i visitatori del Lingotto a emozionanti partite a Drizzit, il celebre gioco di carte, e ZIUQ, il quiz al contrario.

 

Sold out l’area youtuber

È stata letteralmente presa d’assalto dai giovanissimi l’area youtuber, dove per due giorni si sono alternati sul palco alcune delle più celebri star del web, come i Mates – St3pny, Anima, SurrealPower e Vegas – Lasabrigamer, i Kerency – ErenBlaze, KeNoiaChannel e Marcy.

Hanno fatto il loro debutto a Xmas Comics I 2 Bomber del Freestyle, nome d’arte dei due torinesi Davide Iannetti e Yuri Zappatore, due professionisti del calcio freestyle, diventati beniamini di molti ragazzi a colpi di trick su Youtube.

 

 

Oltre 160 partecipanti alla sfilate Cosplayer.

Grandi protagonisti della festa a Lingotto Fiere sono stati i cosplayer, che per due giorni si sono alternati sul palco con esibizioni, sfilate competitive, karaoke e momenti di animazione grazie all’attività incessante dei ragazzi della Cospa Family, di cui fa parte anche Massimo Barbera, campione mondiale di Cosplay nel 2013 in Giappone.

Sono stati oltre 160 i partecipanti della sfilata competitiva di domenica 17,che ha decretato il cosplay testimonial dell’edizione 2018 di Torino Comics, quando le competizioni saranno inserite all’interno di un prestigioso circuito internazionale.

 

Videogames: ecco i vincitori del Torneo ESL Italian Championship

Xmas Comics & Games è stato il teatro di scena delle finali di League of Legends e di Rainbow Six: Siege dell’ESL Italia Championship, il campionato italiano targato ESL organizzato da ProGaming Italia in collaborazione con Asus ed Intel, a chiusura della stagione invernale iniziata il 10 ottobre.

Sabato 16 le finali di League of Legends hanno visto sfidarsi il Team Forge e gli Outplayed. Come da pronostico, la vittoria è andata al Team Forge, che ha sconfitto gli avversari con un netto 3 a 0
Domenica 17 dicembre è stata la volta della finale di Rainbow Six: Siege, lo sparatutto tattico di Ubisoft. 
Il titolo di campione è stato vinto da EnD Gaming, che ha sconfitto in finale il team IGP – Chimera

E’ morta la nipote di Giacomo Puccini

DALLA TOSCANA

E’ morta Simonetta Puccini, nipote del maestro Giacomo, era ricoverata al Policlinico di Milano. Simonetta   si occupava del museo e della casa a Torre del Lago. Il funerale mercoledì 20 dicembre nella chiesa di Don Bosco a Viareggio (Lucca). La Fondazione Puccini dice di lei: “ha dedicato la sua vita con passione e devozione al ricordo, alla tutela e alla valorizzazione dell’immagine del nonno e dei luoghi da lui amati. Nel gennaio 2005  ha istituito la Fondazione che prende il suo nome per perseguire al meglio gli obiettivi prefissati come ad esempio i diversi restauri che hanno ridato alla villa l’aspetto di una casa ancora abitata”. Dal 1996 è  proprietaria dell’attuale Villa Museo Puccini,  a Torre del Lago, frazione di Viareggio in provincia di Lucca, sulle rive del Lago di Massaciuccoli.

Evade in bicicletta dai domiciliari: “troppa voglia di fumare”

DALLA TOSCANA

Evade dagli arresti domiciliari e viene sorpreso dai carabinieri in sella alla propria bicicletta nei pressi del centro  di Campi Bisenzio (Firenze) . Ha detto di essere uscito per comprare le sigarette. Si tratta di un cittadino cinese di 35 anni . Dopo le operazioni di rito il 35enne è stato trattenuto in camera di sicurezza in vista dell’udienza di convalida.

LA LAV CHIEDE A DECATHLON LA RICONVERSIONE DEL REPARTO DEDICATO ALLA CACCIA

VOLONTARI E ATTIVISTI DAVANTI AL NEGOZIO DI TORINO PER INVITARE I CITTADINI A SOSTENERE L’APPELLO

Si è tenuta oggi, di fronte al negozio Decathlon di TORINO, la mobilitazione organizzata dalla LAV per chiedere alla multinazionale francese di rimuovere abbigliamento e strumenti da caccia, dai propri scaffali e dal sito di e-commerce.

Oltre che a Torino, decine di volontari vestiti da calciatori, rugbisti, tennisti, sciatori, pallavolisti, hanno incontrato i clienti fuori dai negozi di Milano, Mantova, Padova, Catania, Bassano del Grappa (Vicenza), Bari, Venezia, Reggio Emilia, Firenze, Grosseto e Macerata, e hanno chiesto loro di farsi portavoce di quella stragrande maggioranza di cittadini italiani – circa l’80% – da sempre contraria alla caccia, facendo proprio l’invito della LAV a riconvertire il reparto dedicato alla caccia.

Il codice etico di Decathlon dichiara al pubblico l’obiettivo di voler “creare e rendere accessibile a tutti il piacere ed i benefici dello sport”. Ma la caccia non può certo essere assimilata allo sport. Quale attività sportiva prevede l’uccisione di un essere senziente? Nessuna! Per questo la caccia non può essere definita sport.

“E’ assurdo che un’azienda che vende attrezzature e abbigliamento per ogni sport, includa tra questi anche la caccia – commenta Gualtiero Crovesio, responsabile LAV di Torino – per questo ci siamo recati direttamente nei negozi Decathlon: per dire chiaro e forte che la caccia non è uno sport!”.

Sono ben 464 milioni gli animali che ogni anno possono essere uccisi dai cacciatori. Non bastassero le vittime animali, bisogna anche ricordare le vittime umane: nei soli primi due mesi e mezzo di caccia, quest’anno, ben 17 persone sono state uccise e 47 ferite durante l’attività venatoria. Oltre a procurare milioni di vittime, infine, la caccia comporta lo sversamento di circa 10.000 tonnellate di piombo l’anno sul territorio (dati ISPRA), con il conseguente grave avvelenamento dell’ambiente.

“Siamo convinti che Decathlon non abbia alcun interesse ad associare il proprio nome ad un’attività così violenta e inquinante come la caccia per questo abbiamo coinvolto i suoi clienti, per chiedere assieme a noi che il reparto all’interno dei negozi e del sito sia riconvertito ad altre attività realmente sportive”.

“Siamo molto fiduciosi che Decathlon possa raccogliere il nostro invito – conclude Gualtiero Crovesio – anche perché dal punto di vista economico la caccia rappresenta oramai un mercato residuale destinato ad azzerarsi nel giro di pochi anni, come indicano le stime relative alla popolazione venatoria. I veri sportivi non uccidono né inquinano l’ambiente”.

Rifondazione organizza l’assemblea

Martedì 19 dicembre, ore 20,30 assemblea provinciale a Torino, auditorium Cecchi Point, Via Antonio Cecchi, 17

Abbiamo accettato la sfida! Costruiamo una lista popolare per le prossime elezioni politiche

Niente e nessuno potrà più fermarci. Siamo giovani e meno giovani, studenti, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e, precari, pensionati, cittadini italiani e immigrati che ogni giorno sono costretti a scontrarsi con politiche che hanno impoverito e reso più ingiusto il nostro paese e con esso la nostra esistenza. Ma oltre a ciò siamo anche quelli che oltre a non cedere alla rassegnazione vogliono dare una risposta di democrazia reale, di lotta, di cambiamento. Lavoriamo per unire tutti coloro che vogliono resistere a questa avanzante barbarie, invisibili per i media, ma presenti nella resistenza sui luoghi di lavoro, nelle lotte sociali, nei movimenti contro il razzismo, per la democrazia, i beni comuni, la giustizia sociale, la solidarietà, la pace. Che si batte, dopo averla difesa, per l’attuazione della Costituzione nata dalla Resistenza. Che si batte contro il pensiero unico neoliberista e le politiche di austerità che hanno devastato la condizione di esistenza di milioni e milioni di persone. In previsione delle prossime elezioni politiche abbiamo deciso di costruire una lista popolare che lavori, per l’oggi e per il domani, per un’alternativa di società in netta discontinuità con politiche sostanzialmente indistinguibili, siano esse di centrodestra, centrosinistra o M5S. Nostro obiettivo ridare “potere al popolo” contro i rituali di palazzo che vedono le stesse persone che hanno affossato le classi popolari di questo paese candidarsi – un vero e proprio paradosso – a rappresentarci. Domenica 17 dicembre a Roma ci sarà una grande assemblea per lanciare la lista. Lo stesso faremo a Torino, martedì 19 dicembre, ore 20,30, al Cecchi Point, 17 dando seguito alla prima affollata assemblea – ben oltre 200 persone – che abbiamo già tenuto. Adesso si parte per davvero! Partecipiamo numerosi alla seconda assemblea di Torino.

Potere al Popolo – Torino

Un migliaio al parco Dora di corsa per l’UGI

Il clima gelido non ha intimorito i partecipanti della 6^ edizione della IX Miglia di Natale. Un migliaio tra podisti e camminatori si sono presentati alla partenza nell’area strippaggio del parco Dora questa mattina. Tutti accomunati dalla voglia di gareggiare prima  di Natale per una buona causa. 

L’organizzazione curata da Giannone Sport, devolverà 2000 euro all’UGI (Unione Genitori Italiani),  associazione che cerca di migliorare la qualità della vita dei bambini affetti da tumore. L’urban trekking si è articolato su tre distanze. I più piccoli accompagnati da tanti Babbo Natale si sono cimentati sulla distanza di 1000 metri. Due le distanze per gli adulti, un traguardo intermedio di 8,4 km, il più gettonato e 14,5 km la vera “IX Miglia” su due giri.  Sul percorso più breve ha partecipato anche il presidente della circoscrizione 4, Claudio Cerrato, che ha sottolineato come questo tipo di eventi, siano importanti per rivitalizzare l’area.   “E’ stato un bel percorso, pulito, senza pericolo di cadere” ha sottolineato Diego Naronte (Reale Mutua) il primo al traguardo in 50’06”. Una vittoria decisa soltanto al secondo giro, dopo aver fatto un testa a testa con Fabrizio Garetto (Vigonechecorre), seguito da Antonio Palumbo (Giannonerunning). Chiudono il podio Matteo Russo e Giuseppe Boasso. Competizione più combattuta in campo femminile. Laura Rao (Doratletica) è partita in sordina “ho pochi chilometri nelle gambe”, dietro a Elisabetta Ferrero(Alpini Trofarello). La vincitrice ha preso il comando al 10 km. e ha concluso in 58’42”, seguita da Elisabetta Ferrero e Michela Razza (Interforze), allenata da Bruno Santachiara. Per il quarto e quinto posto Claudia Guidotti e Maria Angioni. Un ricco ristoro natalizio ha accolto tutti i partecipanti.