redazione il torinese

Partnership tra Mauriziano e Buenos Aires su clinica, ricerca e formazione

E’ stato sottoscritto un progetto di collaborazione internazionale tra l’ospedale Mauriziano di Torino e l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, uno dei Centri ospedalieri più prestigiosi del Sud America

L’occasione per la firma di questa cooperazione internazionale è la presenza a Torino del professor Eduardo de Santibanes, Direttore del Dipartimento Chirurgico e dei Trapianti dell’ospedale argentino, in visita alla struttura di Chirurgia Generale ed Oncologica del Mauriziano, diretta dal dottor Alessandro Ferrero. La partnership è finalizzata alla realizzazione di percorsi formativi che consentano di crescere attraverso il confronto tra due strutture sanitarie all’avanguardia nella chirurgia oncologica del fegato e delle vie biliari. Il piano di collaborazione prevederà, pertanto, lo svolgimento di stage e scambi di professionisti tra i due ospedali per la formazione medica, l’apprendimento di nuove tecniche e lo sviluppo di progetti di ricerca. La collaborazione tra le due istituzioni verrà ufficializzata e presentata giovedì 30 agosto, nell’Aula Carle dell’ospedale Mauriziano alle ore 17, al termine di una sessione straordinaria della Società Piemontese di Chirurgia, durante la quale il professor De Santibanes ed il dottor Ferrero si confronteranno e presenteranno le nuove tendenze nella chirurgia del fegato.

 

Pierpaolo Berra

 

(foto: il Torinese)

 

TorinoFilmLab presenta “Sunset” a Venezia

Dopo l’Orso e il Pardo d’Oro 2018 ora la Mostra del Cinema 

Il laboratorio creativo promosso dal Museo Nazionale del Cinema ha già conquistato quest’anno l’Orso d’Oro a Berlino con TOUCH ME NOT, il Grand Prix della Semaine de la Critique a Cannes con DIAMANTINO, e il Pardo d’Oro a Locarno con A LAND IMAGINED. Ora sbarca al Lido con 2 titoli, tra cui l’attesissima opera seconda di László Nemes 

Il TorinoFilmLab ha trionfato a Locarno con il secondo Pardo d’Oro in tre anni

Continua l’annata strabiliante del TorinoFilmLab, che si è aggiudicato per la seconda volta in tre anni il massimo riconoscimento alla 71a edizione del Locarno Festival (1-11 agosto) con il film A LAND IMAGINED, opera seconda del singaporiano YEO Siew Hua. Già nel 2016 GODLESS della regista bulgara Ralitza Petrova, anch’esso sostenuto dal TorinoFilmLab, aveva vinto il Pardo d’Oro. A LAND IMAGINED di YEO Siew Hua è stato supportato dal TorinoFilmLab attraverso il TFL Audience Design Fund, dedicato alle strategie innovative per la promozione e la distribuzione, ed era in gara per il Pardo d’Oro nel prestigiosoConcorso Internazionale del festival. Il film, una co-produzione tra Singapore, Francia e Olanda, ha ricevuto dal TorinoFilmLab un sostegno finanziario di €40.000 e consulenze specializzate per l’implementazione di strategie innovative di “audience engagement” che favoriscano il raggiungimento del pubblico. 

Un Premio Oscar in Concorso a Venezia

A tre anni dal trionfo mondiale del suo primo lungometraggio IL FIGLIO DI SAUL (Grand Prix della Giuria e Premio FIPRESCI al Festival di Cannes 2015; Premio Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera 2016), l’ungherese László Nemes è pronto a presentare in Concorso alla 75a Mostra del Cinema di Venezia l’attesissimo SUNSET, il suo secondo lungometraggio sviluppato all’interno del TorinoFilmLab. La pellicola avrà subito dopo la sua anteprima Nord Americana nella sezione Special Presentations del Toronto International Film FestivalSUNSET è ambientato nella Budapest del 1913, e racconta la storia una ragazza orfana alle prese con un misterioso passato familiare alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Il film è in gara per il Leone d’OroLászló Nemes ha completato la prima stesura della sceneggiatura attraverso il programma ScriptLab 2012 (ex Script&Pitch) prima di girare IL FIGLIO DI SAUL, e successivamente ha beneficiato di consulenze ad hoc da parte di esperti internazionali in diverse aree del filmmaking con il programma FeatureLab 2015 (ex FrameWork). SUNSET è stato sostenuto dal TorinoFilmLab con un TFL Production Award di € 50.000.

Scritto assieme a Clara Royer e Matthieu Taponier, il progetto di SUNSET è il risultato di una coproduzione tra Laokoon Filmgroup (Ungheria) e Playtime Productions (Francia), con il supporto dell’Hungarian National Film Fund. Per questo film, il regista ha collaborato nuovamente con il direttore della fotografia Mátyás Erdély.

TEL AVIV ON FIRE nella sezione Orizzonti

Selezionato nella sezione Orizzonti del festival – dedicata ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale, con un occhio di riguardo nei confronti degli esordienti – è invece TEL AVIV ON FIRE, commedia politica del palestinese Sameh Zoabi. Il progetto – anch’esso un’opera seconda – è stato supportato dal laboratorio attraverso il TFL Audience Design Fund.

Il TorinoFilmLab è promosso dal Museo Nazionale del Cinema con il supporto di MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del TurismoRegione PiemonteCittà di Torino e Creative Europe – MEDIA Sub-Programmedell’Unione Europea, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte. 

 

(cs)

Scontro auto – tir: due morti carbonizzati

DALL’UMBRIA Due morti carbonizzati a causa di un incidente avvenuto questa mattina sulla carreggiata nord dell’Autosole tra Orvieto e Fabro. Il  tratto è ora chiuso al traffico dalla polizia stradale. Le vittime erano su un’auto che si è scontrata per motivi ancora da accertare  con un grosso  camion che si è ribalto incendiandosi.  Il camion occupa  parte della carreggiata sud nella quale il traffico passa  solo sulla corsia di emergenza. Si sono formate lunghe code .

L’autunno tiepido della politica torinese

Politica e politici torinesi. Viene voglia di parafrasare il motto “ognuno per sè e Dio per Tutti”.  O più prosaicamente: si salvi chi può. Con tanta ma tanta confusione come sfondo a questo teatrino. Il Chiampa non mollando sicuramente porterà a casa qualcosa.  O una candidatura in Europa o addirittura una ricandidatura in Regione con un raggruppamento politico anomalo . La seconda opzione la vedo più dura, ma oramai tutto é possibile. Del resto solo sei mesi fa nessuno si immaginava che Salvini e Di Maio sarebbero stati alleati a Roma. Ma non tutti ci stanno nel non disturbare il manovratore. Cosi la senatrice Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, non rinuncia a far politica attiva e rilancia la candidatura di Salizzoni che, per natura della persona, ha un determinato orizzonte politico. In altre parole rimanere all’ interno della sinistra riformista.  Mimmo Caretta che non sa che pesci prendere. Ammetto che possa chiedere qualcosa. Dietro i nomi proposte che partendo da un punto comune vogliono percorrere strade che difficilmente si incontreranno. Penso di conoscere molto bene  (apprezzandone le qualità) Anna Rossomando. Ha intorno a sè sia a Roma che  a Torino ottimi collaboratori. Le ho chiesto se ” studiava da segretario del PD “. Lei mi ha opposto un garbato e gentile silenzio. Nel suo stile di riservatezza. Fino a farmi pensare che è l’ex Ministro Orlando  a essere diventato un Rossomandiano. Una partita a scacchi. Pochi sono i pezzi rimasti sulla scacchiera. Senza che bianchi o neri abbiano voglia veramente di fare scacco matto. E poi dove li mettiamo i renziani? Hanno distrutto il Pd. Hanno ripetutamente perso le elezioni. Ma sono sempre la maggioranza. Piaccia o non piaccia. Con Davide Ricca (presidente di quartiere per caso) che si fa beccare con Giordana ex capo di gabinetto della Chiara Appendino. Incontenibile nell’apostrofare i suoi ex compagni grillini come incapaci e dilettanti. Ritorno ai vecchi amori piddini? Se vogliono completare il suicidio politico facciano pure.
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Speriamo che la nostra Chiara si sia riposata un po’. Per Lei sicuramente e poi anche per la nostra città lasciata a se stessa. Non penso che si curi molto delle esternazioni di Giordana. Forse è maggiormente preoccupata della tenuta politica della sua maggioranza.  Non tanto perché dovrebbe dimettersi. In Fondo le farebbero una cortesia come via d’uscita . Ma direi come immagine di chi per altri due anni e mezzo non sa e non può fare nulla. No Tav per modo di dire. Olimpiadi, “dai, tentiamoci senza troppa convinzione”. E poi per tentare di salvare il salvabile il rientro da Messina di Giovanni Foti architetto sempre tecnico di area di sinistra, dal PCI al Pd. Insomma, lo sfondamento in avanti di fatto del nuovo  non c’ è stato. Anche questa rivoluzione  – sicuramente mignon  -ha esaurito la sua spinta propulsiva . Ed il  vecchio Bertola scuotendo la testa continua a dire: che vi dicevo? La quasi certezza è che la nostra Chiara mollerà. La politica non è cosa per lei. Ora che anche i grillini non si possono presentare  in Val di Susa, i  no Tav sono perentori: “Anche voi Pentastellati non state bloccando nulla”. Una cosa che andava come la logistica nell’Alessandrino  è stata messa in crisi dalla tragedia di Genova. Riccardo Molinari intransigente e forte dei sondaggi detta le sue condizioni a Forza Italia o quello che ne è rimasto . E qui la candidatura di Cirio sembra d’obbligo.  Sembra, ma non é scontata. Berlusca è ancora (a fasi alterne) pimpante. E Tajani prima della tragedia di Genova venendo in Val Susa ha confermato: la Tav non si tocca. Ve lo garantisco io . Anche perché non dipende da Toninelli ma da tutta l’ Europa.  E la vedo dura per il Governo italiano chiedere alle nazioni europee di “prendersi ” gli immigrati e poi sospendere la Tav non pagando il dazio. Con Di Maio ed i suoi accoliti locali che si stanno chiedendo coda sta succedendo.  Chi meglio della Porchietto può garantire che certi processi continuino. Porchietto competente in un Italia di incompetenti non è poco. Ed il nostro Chiampa  si accontenterebbe di uno scranno a Bruxelles. Lui che incompetente non è. Lui che a Bruxelles c’è già stato. Sa le lingue e soprattutto di economia. Conosce il bisogno di soldi che abbiamo per mettere sotto controllo il nostro precario sistema viario e che non si può vivere solo di propaganda che va bene solo in campagna elettorale. Giorgetti lo ricorda a Salvini. E Riccardo Molinari è un giovane molto attento, alessandrino, piemontese e capogruppo della Lega a Roma.  Magari dal caos nascerà qualcosa come l’Araba Fenice che dalle proprie ceneri risorgerà Staremo a vedere. Con una sola sicurezza: la politica non è per  incompetenti, soprattutto ora che L Italia sta crollano. E purtroppo non è un eufemismo.
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Patrizio Tosetto
(foto: il Torinese)

“La lumaca e il tamburo”, un viaggio lento tra Trieste e i Balcani

trieste-tamburo-3Trieste, molo Audace. Quello che al tempo dell’Impero si chiamava “San Carlo” e che prese il nome della prima nave italiana che attraccò lì, nel porto della città dalla “scontrosa grazia”, il 3 novembre del 1918. Da lì parte  ( e lì finisce) un viaggio a piedi di una donna incinta e di un uomo malato ( “confini estremi della vita”) che arriverà in Bosnia, passando per Slovenia e Croazia, varcando confini ufficiali e non, attraversando terre cattoliche, ortodosse e “meticce”, fino a quelle dell’islam europeo, laico e aperto, e in  quanto tale  ignorato e offeso. “La lumaca e il tamburo”  racconta l’ultimo viaggio di Paolo Vittone, giornalista della redazione esteri di Radio Popolare, morto di cancro a 46 anni, il 23 agosto 2009. Un itinerario, in auto e a piedi, da Trieste al “ventre” della Bosnia, in quei Balcani che conosceva come le sue tasche. Un libro postumo, prezioso, realizzato come una delle più testarde sfide alla morte che stava per strapparlo agli affetti e alle amicizie. Paolo Vittone amava profondamente le terre sulle sponde orientali dell’Adriatico e , dopo averci lavorato come inviatodurante la guerra nell’ex-Jugoslavia, decise di riattraversarle in tempo di pace, lentamente, con un passo da lumaca, accompagnato da Elisa Iussig, che – con  i suoi disegni –  ha arricchito il libro. trieste-tamburo-4Lei era incinta, lui malato terminale, sofferente:  quasi per un incredibile disegno della sorte, s’incrociarono le strade di una vita che iniziava e di una che andava verso la fine. Il sottotitolo del libro ( “favola di un viaggio alla riconquista del tempo”) descrive bene l’andare con lentezza di Paolo Vittone alla riconquista del tempo. Una straordinaria lezione che ci dice come non sia mai troppo tardi incamminarsi nella ricerca delle proprie emozioni, dei luoghi e delle storie che si sono amate come quelle della “terra degli slavi del sud”, etnicamente purificate o ancora meticcie, lungo il crinale che separa la cultura del mare e quella della terra. Gli ultimi mesi di vita, Paolo li trascorse a Trieste. Una scelta che motivò così, in una lettera all’amico Paolo Rumiz, giornalista come lui: “Sai bene che vengo a Trieste a vivere, ma con ogni probabilità a morire… Vengo a Trieste perché è al confine delle terre della mia e nostra anima ed essere più vicino mi fa pensare che tornerò almeno una volta a sentire la Neretva, ad ascoltare il muezzin dalla moschea del Beg e annusare i cevapi e la pita in Baščaršija, che forse vedrò persino ancora una volta il vecchio amico Hilmo. Vengo a Trieste perché per le sue strade i vocaboli si mescolano, perché solo a Trieste le scintille si chiamano falischee i gabbiani imperiali cocài”.

trieste-tamburo

E Rumiz, nell’introduzione a “La lumaca e il tamburo”, scrive: ”Avevamo condiviso il mito della Bosnia, della sua resistenza antinazista, dei suoi boschi, delle sue donne e dei suoi briganti, della leggenda nera che la pervadeva, di un islam capace di coesistere con cattolici, serbo-ortodossi ed ebrei. In Bosnia era stato per lui fatale tornare. Era bastata una mappa al 100.000 del territorio fra Trieste e Bihać perché tutto gli apparisse chiaro. Era su quel percorso che doveva partire la sua riconquista del tempo. La volle e la realizzò, travolgendo gli ostacoli come sempre. Dopo il viaggio conquistò calma e persuasione di sé… Sapeva di avere la Signora alle calcagna e non voleva trieste-tamburo2sfuggirle, ma semplicemente farsi trovare al posto giusto”. Ad ogni tappa del viaggio raccontato ne “La lumaca e il tamburo” s’incontrano persone, volti segnati dalla fatica e cotti dal sole, scoppi di gioia e incredibili malinconie, boschi, montagne e fiumi, delicati tramonti balcanici e musiche d’ottoni, suoni di campane e canti dei  muezzin nell’ora della  preghiera. Paolo Vittone appuntava tutto su un block notes ma non si limitava a questo: da buon giornalista radiofonico, portava sempre con sé il registratore. Imprimeva sul nastro le voci, i suoni e il fiato profondo delle terre che dal Carso e dall’Istria scendono fino alla foce della Neretva. Per non dimenticare nulla, portando tutto dentro di se e lasciando a noi un testamento prezioso, denso di emozioni e significati.

 

Marco Travaglini

Case-albergo, anche a Torino il nuovo investimento immobiliare

Un po’ casa, un po’ albergo: ci sono novità nel business immobiliare, che per esempio una città in espansione turistica come Torino può cogliere al volo. Da quest’anno è in vigore il nuovo regolamento che disciplina il “condhotel”: “Un’opportunità di investimento immobiliare, ma anche un nuovo modo di fare impresa nel campo dell’accoglienza turistica”, dichiara Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino, la Federazione degli agenti immobiliari professionali (da non confondersi con gli immobiliaristi). “La nostra associazione – aggiunge – è pronta per svolgere attività di consulenza in questo campo nei confronti di tutti i cittadini che abbiano intenzione di acquistare immobili per questa finalità o trasformare quelli già di proprietà al fine di perseguire tale interessante business”. Come spiega Paola Aglietta, dottore commercialista e revisore dei conti torinese, “i condhotel sono strutture miste: esercizi alberghieri che affiancano alla proposta delle camere anche unità abitative. Sono gestiti da un unico soggetto che mette a disposizione sia camere di albergo, sia appartamenti in locazione, con la condivisione di servizi comuni”. Il condhotel può nascere sia dalla trasformazione in appartamenti di una porzione di un albergo esistente (non più del 40% della superficie), sia dall’aggregazione di un certo numero di appartamenti ubicati nelle immediate vicinanze (200 metri lineari). Nel primo caso, le unità abitative risultanti dalla conversione da albergo a condhotel possono essere anche vendute ai privati: questa è una opportunità molto interessante per i privati che vogliano investire in immobili destinati ad attività ricettive (si pensi all’attuale grande interesse per le locazioni brevi e per le locazioni turistiche). Gli agenti immobiliari di Fiaip possono seguire i clienti passo passo, dall’acquisto dell’immobile alla trasformazione effettiva in condhotel. “Il regolamento che lo disciplina è arrivato a inizio 2018 – chiarisce Aglietta – le Regioni dovranno poi emanare la specifica disciplina locale. Elemento caratterizzante – aggiunge – è la compresenza di un contratto di trasferimento della proprietà verso un privato, da una parte, con un mandato di gestione dal privato all’impresa alberghiera, dall’altro, la quale conserva il diritto di affittare l’unità residenziale nei periodi di inutilizzo da parte del proprietario. Il contratto stabilisce le modalità di ripartizione degli oneri nonché dei ricavi”. “Per il privato – spiega Amerio – l’operazione rappresenta un investimento immobiliare su unità abitative che vengono “messe a reddito” nel settore ricettivo, con la gestione interamente delegata al condhotel. Una formula nuova e molto interessante. Dal lato dell’operatore alberghiero, sono previste semplificazioni per la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera e trasformazione in unità abitative. Inoltre – conclude il presidente di Fiaip Torino – le spese per l’intervento di conversione possono dare diritto al “bonus alberghi” del 65%”.

Antico “bonet” alle nocciole

E’ un dessert conosciuto soprattutto nella variante al cacao

bonet ciboTipico dolce al cucchiaio della pasticceria piemontese, il “bonet” e’ un dessert conosciuto soprattutto nella variante al cacao, ricoperto di caramello goloso, delicato, particolarmente energetico. La versione piu’ antica dell’alta Langa, prevede l’utilizzo delle nocciole .Questa e’ la mia proposta. Delizioso !

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Ingredienti:

 

½ litro di latte fresco intero

100 gr. di nocciole tostate

180 gr. di zucchero

1 cucchiaio di caffe’ ristretto

2 cucchiai di rum

50gr. di amaretti

4 uova e 2 tuorli

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In uno stampo in alluminio caramellare 100gr. di zucchero con ½ bicchiere di acqua. Ridurre a farina le nocciole con lo zucchero rimanente. Ridurre in polvere gli amaretti, bollire il latte. Nel frullatore sbattere le uova e i tuorli, aggiungere  il caffe’, il rum, le nocciole, gli amaretti, versare il latte caldo a filo. Trasferire il composto nello stampo, cuocere a bagnomaria sul gas a fuoco bassissimo (l’acqua non deve mai bollire) per circa 1 ora. In alternative cuocere in forno a 180 gradi per 50 minuti circa. Lasciar raffreddare e conservare in frigo sino al momento di servire.

 

Paperita Patty

SERVIZIO CIVILE? FALLO CON ENAIP

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Hai tra i 18 e i 28 anni e vuoi fare un’esperienza di SERVIZIO CIVILE? Vieni da noi. Ci sono 23 posti in 14 sedi EnAIP in tutto il Piemonte.

Puoi scegliere tra due progetti:  con il progetto GIOIA, che coinvolgerà le sedi EnAIP di Acqui Terme, Alessandria, Arona, Biella, Borgomanero, Borgosesia, Domodossola, Grugliasco, Nichelino, Novara, Rivoli, Settimo e Torino, potrai partecipare a laboratori creativi di sport, teatro, social media, arte ed educazione, rivolti ad adolescenti in obbligo formativo, italiani e stranieri, e giovani con disabilità intellettiva. Con il progetto 2 MANI,  attivo nelle sedi di Arona, Borgomanero, Domodossola, Torino (via del Ridotto 5), Novara, e nella sede regionale di EnAIP Piemonte (Piazza Statuto 12, Torino), potrai collaborare con i servizi finalizzati all’integrazione degli stranieri, attraverso laboratori informativi, educativi e di animazione culturale. La durata del servizio è di 12 mesi e ai volontari/e spetta un assegno mensile di 433,80 euro. A eccezione degli appartenenti ai corpi militari e alle forze di polizia, possono partecipare alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso, che alla data di presentazione della domanda abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età, in possesso di uno dei seguenti requisiti:

essere cittadini italiani;

essere cittadini degli altri Paesi dell’Unione europea;

essere cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia;

non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.

titolo di studio minimo richiesto: Attestato di Qualifica Professionale e conoscenza degli applicativi di base a livello informatico.

Per conoscere le modalità di presentazione della domanda, per scaricare il Bando e i documenti allegati e per approfondimenti sui progetti, è sufficiente collegarsi a www.enaip.piemonte.it.

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Per maggiori informazioni:

ENAIP PIEMONTE – SERVIZIO CIVILE

Piazza Statuto 12, 10122 Torino

E-mail: serviziocivile@enaip.piemonte.it

Tel. 011 2179850-9854

TOdays Festival, l’edizione dei sold out

Tre giorni, tutti sold out, trentamila volti. E di ogni singolo istante, ricorderemo soprattutto quando, all’improvviso, mani e cuori sotto palco hanno iniziato a battere tutti insieme

Da venerdì 24 a domenica 26 agosto oltre 30 mila persone, provenienti da tutta Italia e dall’Europa, hanno attraversato la  periferia di Torino per assistere alla quarta edizione di TOdays Festival, che sarà ricordata come l’edizione dei continui “sold out” ovunque, capace di trasformare Barriera di Milano per l’intero week end in un centro nevralgico di arte, innovazione, workshop unici e grandi concerti, nella certezza di non avere mai un live sotto un livello giudicato da ottimo a eccellente. Da sempre, capace di mescolare leggende internazionali e il meglio della nuova musica italiana, Todays si conferma per il quarto anno uno dei festival più ambiziosi della stagione estiva, appuntamento di richiamo internazionale con una line up ricercata e location per nulla ordinarie.

 

TODAYS FESTIVAL

 

Voluto dalla Città di Torino e segnalato da tante testate nazionali come il miglior festival d’ItaliaTOdays ha trasformato Torino in un palcoscenico urbano di spazi rigenerati, luoghi di condivisione e aggregazione culturale e sociale lungo l’asse nord della città: sPAZIO211, l’ex fabbrica INCET, la galleria d’arte Gagliardi e Domke, i Docks Dora, il futuro centro del design Plartwo e il Parco urbano Aurelio Peccei sono stati l’epicentro valorizzato e valorizzante di una modalità di fruizione partecipata e trasversale. TOdays è una fotografia schietta, sincera, viva e dinamica, di chi anziché rincorrere quello che è stato o anticipare ciò che verrà, vive semplicemente il presente, confermandosi uno degli appuntamenti estivi in Italia di richiamo davvero internazionale da non perdere, in una città, Torino, che da sempre dimostra una grande capacità di rinnovamento, volta verso la musica del futuro. E’ ulteriormente aumentata la percentuale di pubblico preveniente da fuori città e regione (44,6%) e pubblico proveniente dall’estero (Inghilterra, Belgio, Germania, Stati Uniti…) che ha segnalato l’alto gradimento degli spettacoli e dell’organizzazione definita dagli addetti ai lavori all’altezza dei festival europei consolidati.

(cs)

Chiamparino: “La Tav si farà. W la France”

Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino la Tav Torino-Lione è un’opera che si sta già realizzando. “Ha solo bisogno che nessuno metta il bastone fra le ruote. Se visitando il cantiere francese il ministro se ne convincerà W la France”, dice il governatore e “se non se ne convincerà, lo convinceremo noi”. Il presidente interviene in relazione all’annuncio dato dal comitato Transalpine secondo il quale il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli visiterà il cantiere francese della Tav. “I piemontesi – aggiunge Chiamparino -aspettano risposte anche sulle altre infrastrutture: il completamento della Asti-Cuneo, che è poi oggetto della mia lettera a Toninelli . Se il ministro non vuole incontrare il presidente della Regione è libero di farlo, ma i piemontesi hanno diritto di sapere se la soluzione raggiunta dal precedente governo – che può consentire di far partire subito i lavori sulla tratta mancante – va bene, oppure, in caso contrario, quale è la soluzione proposta dal governo“.