


Settant’anni fa usciva in formato a strisce nelle edicole il primo numero di Tex, il più longevo protagonista del fumetto italiano. Era giovedì 30 settembre 1948 e con “Il totem misterioso” iniziava la leggenda del personaggio ideato da Gianluigi Bonelli e disegnato da Aurelio Galleppini, in arte Galep
Da allora e nel corso di tutto questo tempo le gesta di Tex Willer hanno conquistato intere generazioni, entrando a far parte delle nostre abituali letture. Tex è sempre stato un eroe atipico, un fenomeno di costume che ha saputo anticipare i tempi nel genere western. Amico e protettore degli indiani d’America, deciso nel combattere le ingiustizie da qualunque parte vengano, non fa sconti e non guarda il colore della pelle. Per gli indiani Navajos è Aquila della Notte che, dopo aver sposato Lilith, figlia del sakem della tribù Freccia Rossa, è diventato il loro capo. Rispetta e difende i pellerossa dai trafficanti d’armi o d’alcol, avventurieri e militari senza scrupoli che pensano che “l’unico indiano buono è un indiano morto“.Per i bianchi è un ranger dalla mira infallibile mentre per i fuorilegge che hanno la
sventura di incrociare la sua pista tra le immense praterie, i deserti dell’Arizona e le foreste del Grande Nord rappresenta il peggiore degli incubi. E’ un uomo di legge che, pur usando dei metodi sbrigativi nel combattere fuorilegge, proprietari terrieri senza scrupoli, politicanti corrotti, indiani in rivolta, riesce a distinguere ciò che è giusto e se proprio deve uccidere lo fa solo per legittima difesa. Il suo profilo di difensore dei deboli e degli oppressi, marcatamente antirazzista, ha dello straordinario se si pensa all’epoca in cui è nato. Ed è anche per questo che Tex è un personaggio decisamente umano. La sua immagine, precisa e forte, lo presenta quasi sempre con gli stessi capi d’abbigliamento: un cappello tipoStetson, camicia gialla e fazzoletto nero annodato al collo, pantaloni stile jeans, un paio di stivali con speroni e, alla vita, l’immancabile cinturone con le pistole. Sul suo
personaggio si sono scritti fiumi di parole, a testimonianza dell’interesse e dell’originalità di questo “raddrizzatore di torti”. Nelle sue imprese non è mai solo e può contare sull’aiuto dei suoi “pards”: il non più giovane e burbero Kit Carson , il navajo Tiger Jack e il figlio Kit, in tutto e per tutto simile al padre. E può contare anche sui fedeli lettori che di mese in mese attendono con ansia le sue nuove avventure.
Sergio Bonelli Editore lo celebrerà con una grande mostra intitolata “Tex. 70 anni di un mito” al Museo della Permanente di Milano che sarà aperta dal prossimo 2 ottobre fino al 27 gennaio 2019. Tra i tanti appuntamenti con Tex va segnalata anche la mostra itinerante gratuita, omonima di quella che si tiene a Milano, che toccherà le principali librerie Feltrinelli della penisola. Partita il 7 settembre dalla Galleria Alberto Sordi di Roma, l’esposizione si compone di venti pannelli che presentano alcune delle pagine storiche della vita editoriale del celebre ranger, permettendo così agli appassionati di approfondire alcune delle sue avventure più celebri. E tra le città che l’ospiterà ci sarà in dicembre anche Torino, alla “Feltrinelli” della stazione di Porta Nuova.
Marco Travaglini
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO “Nonostante il Tar, lo scorso 13 settembre, abbia sospeso la delibera con cui la Giunta regionale concedeva la possibilità ai medici del privato accreditato di poter prescrivere visite ed esami con la ricetta elettronica, Saitta si ostina a non voler cambiare il provvedimento dello scorso giugno, in attesa della sentenza del 5 dicembre. E’ chiaro che la Regione sta prendendo tempo e si ostina a voler favorire la sanità privata accreditata, scegliendo di depotenziare la propria funzione di controllo della spesa pubblica. E questo è davvero inaccettabile”. Lo afferma la consigliera del Movimento Libero Indipendente, Stefania Batzella, che oggi in Commissione Sanità ha espresso le sue perplessità sulla decisione della Giunta, annunciata dallo stesso Saitta. “Sono contraria a questa delibera (la numero 40 del 22 giugno) fin dall’inizio – prosegue Batzella – e sono francamente sorpresa dalla testardaggine con cui la Giunta non intende fare un passo indietro, nemmeno di fronte ai dubbi del Tribunale amministrativo regionale. Il privato accreditato, legittimato dalla normativa nazionale, ha l’obiettivo del profitto e in questo modo non facciamo che favorirlo”.
“Questa delibera – aggiunge la consigliera – è l’ennesimo flop della Giunta che non ha tenuto conto delle preoccupazioni denunciate dai sindacati dei medici del Piemonte, Smi e Anaao Assomed, i quali hanno presentato il ricorso al Tar. Il timore è che con questa delibera ci sia un aumento del numero delle prescrizioni e conseguentemente delle prestazioni a favore della struttura privata accreditata con il rischio di inappropriatezza e un aumento della spesa pubblica”.
“A sorprendermi ancora di più – prosegue Batzella – sono state le parole del neo direttore dell’assessorato alla Sanità, Danilo Bono. Di fronte alle mie perplessità sulla difficoltà di controllo della spesa pubblica da parte della Regione con l’applicazione della delibera, mi è stato risposto che ‘non dovrebbero esserci problemi’. Non dovrebbero? Servono certezze, non ipotesi”.
“Mi auguro davvero – conclude Batzella – che il Tar bocci la delibera e si apra così un serio tavolo di confronto tra la Regione e i professionisti che ogni giorno, seppur tra mille difficoltà, lavorano per la tenuta e il buon funzionamento del servizio sanitario pubblico che si trova da anni in carenza di personale”.
FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re
Pare che Imran Khan non sia affatto interessato alle minoranze religiose del suo Paese. Ha promesso di difendere la legge sulla blasfemia che penalizza i cristiani e di cancellare tutto ciò che concerne la laicità dello Stato. Eppure Imran Khan, 65 anni, leader politico del Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), partito vincitore delle elezioni del 25 luglio in Pakistan, ha annunciato pubblicamente di voler seguire l’eredità di Mohammad Ali Jinnah, il fondatore del Pakistan, il 14 agosto 1947, secondo il quale l’obiettivo prioritario è quello di creare uno stato sociale in cui il governo è responsabile per l’istruzione, la salute e l’occupazione dei suoi cittadini. Il “Movimento per la Giustizia” di Khan, partito vicino ai militari e ai gruppi radicali islamisti, ha ottenuto il maggior numero di seggi (151) ma non la maggioranza assoluta, scavalcando nettamente la “Lega musulmana” (64 seggi) dell’ex premier Nawaz Sharif finito in prigione per corruzione. Nonostante le accuse di brogli elettorali sollevate dalla Chiesa pakistana, gli osservatori dell’Unione Europea hanno riferito che le condizioni del voto sono state “soddisfacenti”. Il nuovo esecutivo, auspicano i vescovi pakistani, è chiamato a promuovere la libertà di pensiero, l’abolizione della corruzione, a contenere la discriminazione religiosa e a difendere le minoranze perseguitate dalla legge sulla blasfemia. Se Imran Khan sarà in grado di farlo vi sarà un grande cambiamento nella storia del Pakistan ma le perplessità sono molte. Ex campione di cricket, il nuovo premier, che ha studiato nelle università inglesi, è sempre stato ambiguo sui Talebani nei suoi discorsi e intollerante con le minoranze. Il suo partito ha già amministrato diverse città pakistane lasciando ai margini proprio i non musulmani. Dopo la sua vittoria che fine faranno i cristiani?
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Quale sarà la sorte di Asia Bibi, la donna cristiana in carcere da nove anni, condannata a morte per blasfemia perchè giudicata colpevole da un tribunale pakistano di aver offeso Maometto durante un banale litigio con la moglie dell’imam della sua città e tuttora in attesa di una sentenza di appello della Corte Suprema? Che ne sarà della famigerata e controversa legge anti-blasfemia? Finora chi ha tentato di riformarla è finito molto male come l’ex ministro cattolico delle Minoranze, Shahbaz Bhatti e l’ex governatore del Punjab, Salman Taseer, uccisi entrambi nel 2011. A partire dal 1990, settanta persone sono state linciate a morte in Pakistan per presunte accuse di blasfemia mentre altre quaranta sono morte o stanno scontando l’ergastolo. Ora vedremo come vorrà agire il nuovo governo e come Khan contrasterà gli estremisti religiosi che perseguitano le donne cristiane spesso costrette a matrimoni forzati. Il primo caso nella sua nuova era politica è già divampato e riguarda uno studente, Quatab Rind, falsamente accusato di blasfemia, e per questo ucciso ad agosto da altri studenti del college per risolvere una volta per tutte questioni personali. Imran Khan è talmente ben visto dai militari e dai servizi segreti, il potente Isi, che sarebbe stato aiutato a vincere le elezioni proprio dai gruppi estremisti e dalle fazioni radicali dell’esercito. Non solo, ma le accuse di corruzione all’ex primo ministro Sharif che lo hanno eliminato dalla scena politica e condotto in prigione sono molto deboli. Secondo i sostenitori di Sharif, dietro la sentenza che ha cacciato in carcere l’ex premier, ci sarebbero proprio i militari e lo stesso Khan. Molto ambigui sono sempre stati i suoi rapporti con i Talebani. Alcuni anni fa Imran Khan dichiarò che la guerra santa degli studenti coranici in Afghanistan era giustificata dalla legge islamica e quando Bin Laden fu ucciso dagli americani si scagliò aspramente contro il blitz segreto dei corpi speciali statunitensi avvenuto sulla sua terra. Washington accusa da sempre il Pakistan di sostenere i Talebani e ha cancellato i finanziamenti all’esercito mentre Khan ha chiesto il ritiro parziale delle truppe americane (circa 15.000 militari) dal Paese asiatico. Dopo decenni di estremismo religioso sono scarse le speranze di migliorare la situazione delle minoranze, cristiani, ahmadi, indù e sikh. Ne sono convinti i leader cristiani e gli attivisti dei movimenti per i diritti umani. I cristiani in Pakistan sono circa quattro milioni (due milioni i cattolici) su 200 milioni di abitanti e costituiscono il 2% della popolazione del Paese.
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La maggior parte dei cristiani pakistani vive nella provincia del Punjab, pochi hanno un lavoro, sono privi di coperture assicurative e sanitarie e sono discriminati dalle organizzazioni sindacali. Anche se siamo un piccolo gregge, osserva mons. Joseph Arshad, presidente della Conferenza episcopale pakistana, il servizio che offre la Chiesa è riconosciuto e apprezzato da tutta la popolazione e dal governo. “Il nostro contributo è benvoluto in particolare nel settore dell’educazione, delle cure sanitarie e dei servizi sociali. Le nostre istituzioni offrono un gran sostegno alla gente e alla nazione pakistana”. Le prospettive per la libertà religiosa rimangono però negative e sono strettamente legate alla situazione politica del Pakistan. Nel suo ultimo Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, l’Acs (l’Associazione Aiuto alla Chiesa che soffre) scrive: “negli ultimi anni il tentativo dei diversi governi che si sono succeduti ad Islamabad di combattere la violenza settaria e la discriminazione nei confronti delle minoranze ha riscosso modesti successi mentre la società pachistana ha subito una sempre maggiore islamizzazione. La Costituzione del 1993 afferma nel preambolo e agli articoli 20, 21 e 22 che tutti i cittadini godono della libertà di praticare e professare la propria fede. Tuttavia tale diritto è limitato in modo considerevole dalle strutture politiche, giuridiche e costituzionali del Pakistan che favoriscono un diverso trattamento dei musulmani rispetto alle minoranze”. I sacerdoti, aggiunge mons. Arshad, hanno la libertà di spostarsi per celebrare la messa nelle chiese nel Paese. “Tra i nostri fedeli possiamo professare liberamente gli insegnamenti di Cristo. Ma dappertutto esiste un problema di sicurezza. E tengo a sottolineare che il problema è per tutti, non solo per i cristiani. Anche le moschee e le scuole musulmane vengono attaccate dai fondamentalisti”. Nel suo comizio dopo la vittoria Imran Khan ha promesso che i principi fondamentali della Costituzione saranno rispettati ma è rimasto silenzioso quando i suoi più stretti consiglieri hanno definito i cristiani “kaafir” (infedeli) e di casta inferiore. Alcuni mesi fa è spuntato un nuovo problema poiché l’Alta Corte di Islamabad ha confermato l’obbligo per tutti i pakistani di denunciare la religione sulla carta d’identità. Per gli attivisti dei diritti umani si tratta di un duro colpo per le minoranze che rischiano di essere ulteriormente discriminate nel lavoro. La quota di posti di lavoro riservati per legge alle minoranze è pari al 5 % ma in diverse aree del Paese raggiunge solo il 2-3%.
(dal settimanale “La Voce e il Tempo”)
Uno sfruttamento radicato nella storia
Nella serata di approfondimento, organizzata dalla sede LAV Lega Anti Vivisezione di Torino, intervengono NADIA ZURLO, Responsabile nazionale area equidi della LAV, e FRANCESCO DE GIORGIO, biologo etologo. Appuntamento il 28 settembre alle ore 20,45 presso la CASA DEL QUARTIERE di San Salvario in via Morgari 14 a Torino.
INFORMAZIONI
lav.torino@lav.it – www.facebook.com/lavtorino
D’ora in poi i prelievi e i versamenti bancari per importi pari o superiori a 10mila euro saranno segnalati mensilmente a Bankitalia. Non si tratta di una comunicazione in base alla quale scattano controlli o indagini, ma un’informazione che va a far parte del patrimonio di dati utilizzato in chiave antiriciclaggio o di lotta a terrorismo e fenomeni di criminalità internazionale. La soglia dei 10mila euro riferita alle transazioni è stata fissata da Bankitalia e inserita in un documento con le “Istruzioni in materia di comunicazioni oggettive”, pubblicato sul sito dell’istituto centrale e sottoposto a consultazione pubblica. Le indicazioni sono rivolte alle banche, alle poste, agli istituti di moneta elettronica e a quelli di pagamento. L’obbligo di comunicazione riguarda banche, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento e Poste Italiane. Tali comunicazioni confluiscono in una banca dati che viene utilizzati per individuare, eventualmente, clienti sospetti. L’operazione non viene considerata sospetta se non presenta collegamenti con altre operazioni di tipologia sospetta o non è effettuata da clienti con profilo a rischio. Con cadenza mensile banche, uffici postali, istituti di moneta elettronica sono tenuti a inviare all’Uif (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia) una comunicazione contenente ogni operazione, anche occasionale, di movimentazione di denaro contante di importo pari o superiore a 10 mila euro eseguita nel corso del mese solare, anche se realizzata attraverso più operazioni singolarmente pari o superiori a 1.000 euro da parte dello stesso cliente o esecutore. Ciò fa sì che siano prese in considerazione anche eventuali operazioni cumulative sommatesi nel medesimo periodo, singolarmente pari o superiori a 1.000 euro effettuate da parte dello stesso cliente o esecutore.
*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.
DALL’UFFICIO STAMPA DI PALAZZO CIVICO
La Giunta valuti una riduzione pari all’80% del pagamento della tassa del suolo pubblico, in occasione di feste di via, organizzate in zone interessate da un cantiere, per tutte quelle attività commerciali che, in sede fissa, vivono situazioni di disagio. Il documento illustrato dal consigliere Silvio Magliano, è stato approvato questo pomeriggio dalla Sala Rossa, con un testo coordinato con un emendamento di maggioranza. La mozione sottolinea come questo strumento sia particolarmente prezioso per quelle attività momentaneamente in crisi proprio per il protrarsi a tempo indeterminato dei lavori di un cantiere.
Il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne ha partecipato nel fine settimana a due momenti per ricordare Piero Cerutti a un anno dalla scomparsa. Nella sede della Filarmonica Volpianese sabato 22 settembre, alle ore 15, è stata intitolata la Scuola di musica al “Cav. Piero Cerutti“, con la posa di due targhe e l’esibizione degli alunni della scuola con la formazione Junior Winds, mentredomenica 23 settembre si è tenuto il concerto della Filarmonica Volpianese al Sacro Monte di Belmonte, il luogo dove il presidente provinciale di Anbima (Associazione nazionale bande musicali) venne stroncato da un malore, il 17 agosto 2017, durante uno dei suoi tanti impegni sul territorio.«Sono certo – ha commentato il sindaco De Zuanne – che l’intitolazione della Scuola di musica della Filarmonica Volpianese avrebbe fatto molto piacere a Pierino, che si è speso così tanto per promuovere la musica, soprattutto nei confronti dei più giovani. Il suo grande impegno era stato riconosciuto con la nomina a Cavaliere della Repubblica per meriti nel campo delle arti, e sono davvero tante le persone che lo hanno ricordato in questi giorni, a testimonianza di quanto preziosa sia stata la sua opera».