redazione il torinese

Otto colonnine IrenGo al Lingotto

Le colonnine elettriche di IrenGo, la nuova linea di business del Gruppo Iren dedicata alla e-mobility, arrivano al Lingotto di Torino.Grazie all’accordo raggiunto fra Iren Mercato società del Gruppo Iren, Lingotto Parking e Lingotto Hotels, società del Gruppo immobiliare IPI, otto colonnine a ricarica veloce con potenza erogata di 22 kW sono state installate presso l’area Lingotto.In particolare quattro colonnine accessibili al pubblico, sono posizionate nelle aree parcheggio della Lingotto Parking lato Via Giacomo Mattè Trucco, rispettivamente due nel parcheggio interrato settore B1 e altre due nel parcheggio a raso settore E.Le restanti quattro sono in servizio, nel numero di due per ogni struttura, presso gli hotel NH Lingotto Congress e Double Tree by Hilton, a disposizione dei soli clienti delle due strutture alberghiere.La geolocalizzazione delle colonnine sui navigatori delle principali case automobilistiche, la visibilità dell’infrastruttura sulla mappa elettrica gestita da un app gratuita e la semplicità nell’accedere alle modalità di pagamento del servizio, renderà agevole l’utilizzo della tecnologia da parte degli utenti. Grazie all’app fornita da Evway, partner di IrenGo nell’iniziativa, sarà possibile procedere ad azioni di integrazioni con strumenti di promozione dedicate alle attività commerciali, che potranno proporre i propri servizi agli utenti che si ricaricheranno. Tale opzione è stata già attivata per l’NH Lingotto Congress e il Double Tree by Hilton.Le colonnine erogheranno energia elettrica 100% certificata green a totale produzione da energia rinnovabile derivante dalle centrali idroelettriche del Gruppo Iren. Aspetto di particolare valore per il Gruppo IPI, da sempre attento alla sostenibilità ambientale nei suoi progetti immobiliari.

Olimpiadi, Appendino: “Torino era unica scelta credibile”

In Sala Rossa acceso dibattito sulla vicenda Olimpiadi invernali 2026. “La Città ha tentato in tutti i modi di portare avanti la candidatura all’evento olimpico secondo un modello nel quale si credeva e non siamo mai stati a favore di un modello a tre per il quale non erano chiari i costi/benefici”. Così la sindaca Chiara Appendino, in risposta a due interpellanze generali legate al percorso svolto dalla Città per la candidatura ai Giochi. La prima cittadina ha ripercorso tutte le tappe legate all’iter di costruzione della candidatura, dalla manifestazione di interesse, alla presentazione del dossier, fino alla proposta del Coni di sostenere un’unica candidatura per l’Italia. “A questa proposta, ha aggiunto, risposi con la disponibilità a comprendere lo spirito di una candidatura che prevedesse le tre località ma non ho mai capito i costi di un dossier a tre, che non prevedeva finanziamenti dallo Stato. Un’Amministrazione seria, ha affermato, non può intraprendere un’avventura senza elementi di certezza. Torino, dal nostro punto di vista, sarebbe stato l’unico modello credibile, coerente con la policy del Cio, con la possibilità di utilizzare impianti già esistenti, di riqualificarne altri, di riqualificare alcune porzioni di città opportunità che, con la candidatura a tre, non ci sarebbero state.Comprendo e rispetto la posizione di chi era favorevole ad un’impostazione diversa dalla nostra, ha ribadito, ma noi non l’abbiamo condivisa. E’ un peccato la mancata candidatura ma noi abbiamo giocato la partita fino in fondo come potevamo”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Stefano Lo Russo (Pd): Molti passaggi nella gestione della candidatura olimpica torinese non hanno convinto; una serie di atti e comportamenti che hanno reso chiaro fin da subito il risultato finale estremamente negativo per la nostra città. Sindaca, oggi aveva l’occasione di dire che ha sbagliato valutazione; il Partito Democratico ha offerto la sua disponibilità a votare la candidatura, collaborando alla sinergia con le altre località. E la responsabilità politica di quello che è accaduto è tutta sua; ha detto di no agli altri gruppi in Consiglio comunale privilegiando esclusivamente la tenuta della sua maggioranza. Ma nel suo intervento non ha ammesso niente, non si è assunta alcuna responsabilità, non si è attribuita nessuna colpa.E’ di questo fiasco tremendo, con tutto l’interesse che c’era a Torino attorno alle Olimpiadi, lei è l’unica responsabile. Noi quindi non la ringraziamo; se la città oggi non ha nulla è colpa della sua palese inadeguatezza nella gestione politica della candidatura olimpica.

Osvaldo Napoli (Forza Italia): L’esultanza di alcuni Consiglieri comunali manifestata per il fallimento della triplice candidatura olimpica è la conferma della negatività con la quale la giunta Appendino aveva predisposto il dossier. Quell’esultanza è stato uno schiaffo per Torino e i torinesi.Il ministro Toninelli ha detto che Torino era la sede migliore, in palese contraddizione della candidatura a tre. Chiedere l’esclusiva di Torino ha fatto venire il sospetto; Toninelli ci è o ci fa? Appendino era in difficoltà ed è tuttora in difficoltà, e ha parlato debolmente di doppio gioco della Lega e del Pd.  Ma in realtà la vittoria è della Sindaca, ha salvato la Giunta e la sua maggioranza. Una maggioranza che non ci ha mai creduto fin dagli inizi, creando un caso che non ci sarebbe mai dovuto essere.  Ma è stata una scelta contro lo sviluppo economico della città, e per Torino è una sconfitta bruciante; ingenti risorse economiche private e pubbliche si sposteranno su Milano e Cortina.  Era una buona idea il tentativo di recupero delle gare nelle vallate piemontesi, e invece non è accaduto niente neanche su questa azione. Ma la verità politica è cha a livello politico nazionale il Comune di Torino non conta nulla; dovreste avere la forza di rompere con il Governo centrale che non vi ha aiutato in nessun modo.E’ stata una grande occasione persa, ora assumetevi le vostre responsabilità.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Su tutto, mi auguro si possano portare in Italia le Olimpiadi. In parte mi complimento con il sindaco; nonostante tutto in questa candidatura ‘siamo rimasti in partita’ per il 70 per cento e la Lega ha offerto tutto il contributo possibile per portare le Olimpiadi a Torino.Poi Appendino in 48 ore, per questioni politiche interne alla sua maggioranza, ha deviato dalla direzione iniziale; pagano la sconfitta i torinesi, le valli olimpiche, l’indotto turistico.I Governatori Fontana e Zaia si sono spesi al 100 per cento e hanno messo davanti a tutto gli interessi della loro Regione, ponendosi nelle migliori condizioni per chiedere al Governo la candidatura olimpica. Invece il presidente della Regione Piemonte Chiamparino non lo ha fatto, non si è preso le stesse responsabilità dei colleghi della Lombardia e del Veneto e oggi ha colpe politiche sull’esito della candidatura pari a chi ha elaborato la strategia.Il problema dei fondi è inesistente, la volontà politica era chiara fini dagli inizi. E mi fa sorridere che alla festa per la ‘mancata candidatura’ erano presenti quindici persone, senza rendersi conto di rovinare le prospettive di una Regione.

Francesco Tresso (Lista civica per Torino): È la cronaca di un’esclusione annunciata, che ha messo in luce tutti i limiti della Sindaca e di una Giunta che non sa governare e non ha una visione. La Sindaca è stata supponente e non ha voluto ascoltare le altre forze politiche e le realtà del territorio. Non sono bastati gli appelli a Di Maio e Grillo e ora, in nome di una decrescita infelice, non ci rimane altro che stare a guardare… La città è triste, ferma, incapace di gestire anche problemi più semplici, come le code alle anagrafi e agli sportelli Gtt. Rischiamo un triste isolamento, alla periferia di Milano e dell’Europa. Torino diventa sempre più piccola.

Silvio Magliano (Moderati): Mi auguro che la scelta del Governo di assegnare le Olimpiadi ad altre città non sia paradigmatico di ciò che ci aspetterà nei prossimi anni. Accadrà così anche per i fondi per periferie, migranti e infrastrutture? Torino oggi è lontana dalle aspettative di parti sociali e corpi intermedi, ma temo sia lontana anche dal Governo.

Antonino Iaria (M5S): Credevo molto nel progetto olimpico di Torino, ma bisogna dire che ci sono ancora oggi problemi legati all’eredità delle Olimpiadi 2006 e che forse Malagò ha sempre voluto portare le Olimpiadi a Milano… Due o tre gare sul nostro territorio avrebbero poi portato una grande ricaduta?

Eleonora Artesio – Torino in Comune: Quando ne abbiamo discusso, la posizione tenuta dal gruppo Torino in Comune è stata sempre quella di subordinare le valutazioni economiche sulle olimpiadi ad una consultazione cittadina attraverso un referendum. Questa Amministrazione che ad ogni piè sospinto parla di strumenti di democrazia diretta, come DecidiTorino, avrebbe dovuto orientarsi a questa relazione con la popolazione. Sapevo che c’era molta attesa dei torinesi in relazione ad una possibilità di trasformazioni future, e mettersi in sintonia con la popolazione avrebbe significato accettare il fatto di essere in una stagione storica in cui la città si sente priva di prospettive e in cui olimpiadi potevano rappresentare una prospettiva. Questa è la critica che muovo alla sindaca e non il non aver governato la propria maggioranza. Il risultato di cui stiamo discutendo non è solo la mancata realizzazione delle olimpiadi a Torino, ma anche il non aver fatto un passo in avanti nella creazione di una prospettiva per torino, aspettativa inevasa della città.

Deborah Montalbano – Uscita di sicurezza: Cara sindaca c’è un peccato originale. Una sfida che andava contro i valori per i quali una realtà politica si era sempre battuta creando così una divisione interna. Le ricordo che lei è arrivata a minacciare le dimissioni imponendosi alle diverse sensibilità interne della sua maggioranza invece di provare a valorizzare quelle sensibilità e accettando magari una verifica cittadina.  In questo modo si è creata una minoranza interna ed una esterna. E queste minoranze hanno utilizzato questa opportunità per creare un disturbo pubblico. Se lei avesse usato la sua forza per le periferie, per riforme strutturali, oggi queste non si sentirebbero così distaccate dall’amministrazione che avevano votato per un cambiamento che oggi non è in vista, e avrebbe anche evitato l’attuale figuraccia e perdita di credibilità.

Alberto Morano – Lista Civica Morano: Questo dibattito è sempre molto surreale. La vicenda Asproni non le ha insegnato, sindaca, che le bugie hanno le gambe corte? Quel che è successo è stato un grande inganno: lei non aveva i poteri per impegnare Torino ad un evento a tre. Perché non l’ha detto subito al governo? Non avendolo doveva nel caso venire in Consiglio a chiedere di votare una nuova e diversa delibera da quella del luglio scorso. Ha ingannato i Torinesi e i giornali facendo credere di voler correre una gara che non poteva correre. Vorrei sapere cosa pensa l’assessore Finardi di tutto questo.

 

Valentina Sganga (M5S): Durante la campagna elettorale del 2016 avevamo criticato, in chi ci aveva preceduto, la mancanza di un progetto di sviluppo per Torino che non fosse basato solo sui grandi eventi. Ho sentito dire che noi avremmo accontentato 15 persone, con i paletti sul percorso olimpico, ma in realtà abbiamo accontentato chi aveva scelto la nostra proposta, votando per noi. Secondo voi, questa città sarebbe piccola e triste solo dal 2016?  Chi amministrava prima ha perso perché non aveva capito che il problema vero di Torino era la gente povera, erano i giovani disoccupati, A questa minoranza interessano solo gli eventi, mentre le persone non contano. Noi abbiamo dato voce ad esigenze che erano chiaramente indicate nel nostro programma, sulle quali abbiamo vinto le elezioni. E sulla “corsa a tre”, ricordo che per Torino era poco più che una gara di hockey.

Piero Fassino (PD): Una candidatura risulta forte se ci si davvero. E parte della maggioranza non ci ha creduto, ragion per cui siamo apparsi una città poco convinta, rispetto a Milano e Cortina. La sindaca non ha solo perso la candidatura, questa è la metafora della mancanza di un progetto per la città. Mi chiedo che fine abbiano fatto la linea 2 della metropolitana, i progetti per la Cavallerizza e via Asti, che fine abbia fatto il progetto per Torino Esposizioni. E le periferie che avevate promesso di rigenerare? Mi sembra che manchi l’idea stessa di un futuro per Torino, e la mancata candidatura lo dimostra. In questa città, parlando con le varie categorie, si sente dire che questa amministrazione si limita, nella migliore delle ipotesi, a gestire l’ordinaria amministrazione, senza progettualità. Non si fanno le scelte e questa città, conseguentemente, rischia. Io vorrei che Torino fosse forte e innovativa: ma questo non avviene, perché chi oggi governa la città non può indicarle una prospettiva.

Massimo Giovara (M5S): Qui si tratta di due modelli opposti, quello dello “spendi e spera” e quello del “fai un’analisi accurata prima di spendere”. Io scelgo il secondo, quando si tratta di soldi dei cittadini. Nel 2016 abbiamo ereditato una città in declino, insieme ai debiti del 2006 ancora da pagare. Spero che in questo Paese e in questa città si capisca finalmente che non si può spendere se non si hanno risorse. Se eredito un rudere divenuto tale per mancanza di manutenzione, penso all’ex MOI o alla pista di bob, devo farmene carico, nel momento in cui si tratta di denaro dei cittadini. Nel campo della cultura, abbiamo visto come sono finiti il Virtual Park o il Salone del Libro, ecco gli esiti del vostro modello.

Monica Canalis (PD): Sono allibita nel sentire dire che a Torino non ci si poteva indebitare per fare le Olimpiadi, mentre a Roma ora ci si indebita per il DEF: non certo un’operazione di sviluppo. Le Olimpiadi 2026 erano un’occasione di rilancio economico e sviluppo: non solo un debito! Le infrastrutture e l’immagine di Torino e delle nostre valli beneficiano ancora oggi delle Olimpiadi 2006. Ora il Governo considera il nostro territorio marginale. Nessuno a Roma ci ha difeso e siamo diventati la Cenerentola d’Italia!

Vicesindaco Guido Montanari: Il nostro progetto di Olimpiadi sostenibili, senza debiti, con forti ricadute sul territorio sarebbe stata una grande opportunità! Continuiamo però a lavorare su grandi progetti non ancora completati: caserma di via Asti, Manifattura Tabacchi, grandi aree militari dimesse (ad esempio, in piazza Rivoli), Cavallerizza Reale, ecc. Anche AxTO ha portato sul territorio molti benefici. Lavoriamo su grandi cantieri che siano utili alla città.In conclusione del dibattito, la replica della sindaca Chiara Appendino che oltre a ribadire come la candidatura a tre località non sarebbe stata un’opportunità per Torino, ha invitato i consiglieri a non utilizzare il dibattito in modo strumentale per affermare “che Torino non va avanti” e, riferendosi, a tale proposito, al progetto della metro 2, ha ribadito come i tempi nei quali ci si sta muovendo, siano quelli programmati.

 

(Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico) foto: il Torinese

Scontro con furgone, muore ciclista

Cronache italiane

DALL’EMILIA ROMAGNA Un ciclista sessantenne, rimasto gravemente ferito, è successivamente deceduto dopo  un incidente stradale avvenuto nei pressi di Ravenna.  L’uomo, che era un appassionato cicloturista, questa mattina era in  bicicletta quando in un incrocio si è scontrato, per cause da accertare, con un furgone guidato da un 50enne. Il ciclista è stato scagliato a terra a diversi metri dal punto dell’impatto. Nonostante l’intervento dell’elisoccorso non è stato possibile salvarlo.

La Gendarmerie molla i migranti in Italia

Venerdì – ma la notizia è stata diffusa oggi – la polizia italiana ha avvistato a Claviere un  furgone della Gendarmerie francese, alla frontiera , mentre faceva scendere due  uomini, probabilmente migranti di origine africana. Il veicolo è poi tornato oltreconfine. Gli agenti italiani hanno segnato la targa e sono state avviate indagini. La Digos della questura di Torino ha anche realizzato un filmato e  trasmesso la documentazione alla Procura torinese.

IO NON RISCHIO: UN SUCCESSO CONSOLIDATO DA OTTO EDIZIONI

Campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civileL’ottava edizione della campagna nazionale ideata da Anpas: 440 volontari Anpas in 90 piazze.  Giunta all’ottava edizione, la campagna 2018, si è svolta il 13 e 14 ottobre 2018 in 300 piazze d’Italia e con 3.500 volontari di protezione civile

Terremoto, maremoto e alluvione le tre tematiche affrontate dalla campagna per un grande obiettivo: diffondere buone pratiche di protezione civile e sensibilizzare i cittadini sul tema della prevenzione. Un’idea concepita e proposta da Anpas e subito sposata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Ingv e da ReLuis, e poi progressivamente allargata ad altre associazioni di protezione civile. Come nella precedente edizione, la campagna si è arricchita di eventi legati alla conoscenza dei luoghi e dei rischi realmente presenti sul territorio, attraverso passeggiate urbane sulle tracce dei rischi, caccia al tesoro, eventi sportivi. In Piemonte la Pubblica Assistenza Anpas Croce Verde Ovadese, ha allestito, sabato 13 ottobre, in piazza San Francesco un punto informativo sui rischi del terremoto e maremoto, riproposto a Castelletto d’Orba, presso il Palazzetto dello Sport in località Castelvero, domenica 14 ottobre. Inoltre in piazza San Carlo a Torino la Pubblica Assistenza Anpas Croce Verde Torino, il Circolo Legambiente Protezione civile Piemonte e l’Unione Nazionale Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, hanno illustrato nei due giorni della campagna il rischio alluvione. “Io non rischio” è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica. Partner scientifici sono, inoltre, Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica.

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L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 79 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

“CASE POPOLARI PRIMA AGLI ITALIANI”, FDI PRESENTA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE

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MODIFICA REGOLAMENTO EMERGENZA ABITATIVA CON LIMITE DI DIECI ANNI DI RESIDENZA PER EXTRACOMUNITARI
Oggi presso l’URP del Comune di Torino gli esponenti torinesi di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone (dirigente nazionale FDI) e Augusta Montaruli (parlamentare FDI) hanno presentato una proposta di delibera di iniziativa popolare per modificare il Regolamento comunale di emergenza abitativa, con una importante novità a tutela dei cittadini italiani nell’assegnazione delle case popolari: il limite di accesso di dieci anni di residenza regolare e continuativa per gli stranieri extracomunitari.  “È ingiusto che oltre metà delle concessioni di case Atc con il canale preferenziale dell’emergenza abitativa vada a stranieri, una percentuale assolutamente sproporzionata rispetto alla quota di residenti: si tratta di case che non vengono assegnate a famiglie italiane, lasciate invece per strada in attesa dei bandi lumaca. Un vera e propria discriminazione al contrario” afferma Maurizio Marrone, che precisa “La nostra proposta è identica a quella annunciata da Di Maio come limite di accesso al futuro reddito di cittadinanza, che è un semplice sussidio, decisamente meno oneroso e definitivo di un alloggio assegnato per la vita e trasferibile pure ai figli. Vogliamo proprio vedere come si pronunceranno i grillini torinesi in Consiglio Comunale: auspichiamo che non la boccino sconfessando il loro leader”.  Augusta Montaruli aggiunge “Appena gli uffici comunali omologheranno il nostro testo, partiremo con la raccolta delle 1500 firme necessarie con gazebo in tutte le piazze e i mercati rionali, partendo dalle periferie a contatto con la gente. È un primo passo in vista della vittoria alla Regione, dove cambieremo la legge sulla casa: con Fratelli d’Italia al governo del Piemonte mai più case popolari agli ultimi arrivati con Italiani lasciati invece senza un tetto sulla testa”.  Tra i primi firmatari presentatori della delibera di iniziativa popolare ci sono i Capigruppo FDI nelle Circoscrizioni torinesi Patrizia Alessi (7), Valerio Lomanto (6), Massimo Dimiscio (3), insieme a comuni cittadini in emergenza abitativa.

La Sala Rossa condanna gli atti di piazza Castello

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Così come concordato in Conferenza dei Capigruppo, in apertura della seduta odierna del Consiglio Comunale di Torino, in riferimento ai fatti accaduti durante la manifestazione dello scorso venerdì 12 ottobre in piazza Castello, in cui alcuni giovani hanno bruciato i simulacri dei vice premier Di Maio e Salvini, il presidente Fabio Versaci – a nome della Sala Rossa – ha ribadito la “ferma condanna di ogni atto ispiratore di violenza”. Versaci ha altresì confermato l’interesse del Consiglio Comunale nei confronti delle tematiche che hanno spinto studenti e studentesse a scendere in piazza e ha quindi invitato i rappresentanti degli studenti in audizione in un’apposita seduta della Conferenza dei Capigruppo, per ascoltare le loro ragioni, nella convinzione che “il dialogo è l’unica vera modalità per superare i contrasti”.

La lingua nell’era digitale

Incontro promosso da Reale Mutua Torino Castello in collaborazione con la Società Dante Alighieri il 16 ottobre

Il mondo digitale e la realtà linguistica. L’introduzione delle nuove tecnologie, dei social media ha radicalmente modificato il modo di rappresentare la realtà e, di conseguenza, anche quello di esprimersi. I social network hanno trasformato l’uso della grammatica e del linguaggio, che è spesso si e conformato a quello della rete ed alle abbreviazioni in uso su Messanger e Whatsapp. Nulla tornerà più, molto probabilmente, come prima. Nel suo volume dal titolo “#Hashtag” l’antropologo Marino Niola ha spiegato che “i grandi passaggi epocali hanno sempre prodotto un sobbalzare nella lingua, un cambio di regime e di destinazione delle parole, nonché del loro rapporto con la realtà”. In occasione della diciottesima edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, organizzata in collaborazione con l’Accademia della Crusca, la Società Dante Alighieri, la Confederazione Elvetica e il MIBAC, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale propongono il titolo “L’Italiano e la Rete, le Reti per l’Italiano”. https://www.esteri.it/mae/it/politica_estera/cultura/promozionelinguaitaliana/settimanalinguaitaliana. Lo scopo del tema di quest’anno è quello di indagare i legami e le influenze esistenti tra la lingua italiana, il mondo della rete Internet, le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, incluse le piattaforme social. Il Comitato di Torino della Società Dante Alighieri lo spiegherà nel corso di un incontro dal titolo “Le nuove parole nel mondo digitale come veicolo di cambiamento culturale, sociale, economico e professionale”. “La password è pericolosa?” “Chi è il signor Giga?” “Quanto sono grandi i bitcoin?” “Sui social media si può scrivere quello che si vuole?”. Queste alcune delle domande, apparentemente assurde, realmente poste da persone che, pur conoscendo bene l’italiano, sono state investite dalla rivoluzione digitale, che ha introdotto nella nostra lingua parole sconosciute. Il linguaggio dei computer e dei social media, infatti, utilizza parole mutuate dall’inglese e neologismi inventati per dare un’etichetta a fenomeni ed invenzioni finora sconosciuti. Come reagisce la lingua italiana in presenza di questo fenomeno? Quali raccomandazioni si possono dare per assorbire con equilibrio questi neologismi preservando la chiarezza e l’armonia della nostra lingua? Peraltro la rete Internet collega tutti i luoghi del mondo e può servire per costruire ponti tra i cittadini italiani e coloro che vogliano conoscere la nostra cultura, diventando, al tempo stesso, uno strumento efficace per mantenere viva la nostra lingua e la nostra memoria. Quali risorse culturali diventano fruibili attraverso il web in maniera protetta e tesa alla conservazione dei valori, anziché all’uso consumistico dei dati? Quali sono i cambiamenti in ambito sociale, professionale e culturale?

 

Nella tavola rotonda ne discuteranno:

 

Giovanni Saccani Presidente Comitato Torino Società Dante Alighieri http://www.ladante-torino.it/ con Inserimento dei neologismi nel soggettario delle Biblioteche italiane nell’ambito di SBN Web: un excursus sul cambiamento della ricerca semantica

Antonio De Carolis Direttore Commerciale Reale Mutua Assicurazioni Agenzia Principale Torino Castello http://www.torinocastello.it/ e Presidente CDVM UI – Club Dirigenti Vendite e Marketing Unione Industriale di Torino http://www.cdvm.it con La comunicazione WEB in chiave di marketing

Alessandro Crosetti Professore Ordinario di Diritto amministrativo. Giurisprudenza – Università di Torino https://www.unito.it con Insulti, Social Networks e Istituzioni. Alcune brevi riflessioni in chiave giuridica

 

Giovanna Giordano titolare Escamotages – la tua guida nel mondo dell’informatica http://escamotages.com – autrice del glossario Le parolacce del computer consultabile liberamente online sul sito

Pietro Jarre Presidente eMemory – Emotional Memories la tua casa digitale in totale privacy https://www.ememory.it – e Vicepresidente Sloweb – Associazione non profit fondata per promuovere l’uso responsabile degli strumenti informatici http://www.sloweb.orgcon Da informatica a “informetica”.

 

Coordinerà l’incontro Antonio De Carolis. Porterà i saluti del Comitato della Società Dante Alighieri torinese Loretta Del Ponte Segretario organizzativo e Responsabile Comunicazione, Stampa e Media. L’incontro è organizzato da Società Dante Alighieri Comitato di Torino in collaborazione con Reale Mutua Torino Castello e si svolgerà il 16 ottobre p.v. dalle ore 17.30 presso la Reale Mutua Torino Castello, Tower Center – Sala Universo, in Piazza Castello 113 a Torino. Ingresso libero fino a disponibilità dei posti.

 

Mara Martellotta

 

Muore in montagna a 26 anni

Stava facendo un’escursione sulle montagne di Bardonecchia ed è morto a 26 anni.  Fabio Carnemolla, appassionato di montagna, era di Bellinzago, nel Novaresa. Ieri era solo, a quota 1.600 metri, quando e’ scivolato e caduto tra le rocce. I familiari hanno dato l’allarme e i soccorritori hanno trovato il corpo del giovane ormai privo di vita in territorio francese. (Foto archivio)

LA VITTORIA DEI VERDI IN GERMANIA

I Verdi di Grugliasco esultano per l’ottimo risultato conquistato in Germania diventando così il secondo partito.  Spiegano  i co- portavoce Tiziana Mossa e Verdicchio Vincenzo che” il sogno dei Verdi diventa realtà in Germania”.  Nell’aria c’è qualcosa di diverso e in tutto il Nord Europa si sta apprezzando una politica Verde capace di canalizzare l’attenzione sulle tematiche ambientaliste, sulla vita quotidiana, sulla salute, lavoro, benessere, trasporti e tutela della famiglia.  In Italia dobbiamo far tesoro di quello che è successo in Germania e riportare i Verdi come una forza politica capace di coltivare una visione positiva della vita e della convivenza.  I Verdi di Grugliasco promuovono il cambiamento ecologista come forza trainante per i verdi in Italia. 

 

I Verdi di Grugliasco 
Il Responsabile Comunicazione Esterna 
Pepe Giuseppe