redazione il torinese

La classicità moderna di Colonna

“Giorno e notte”, museo civico Moncalvo. A cura di ALERAMO ONLUS.Sino al 16 dicembre – Sabato e domenica 10-19. Altri giorni su appuntamento tel  3277841338

Gianni Colonna possiede ricchezza di formazione, approfondimento di esperienze e incontri sviluppati creativamente in cui si intrecciano passato e presente attraverso particolari sovrapposizioni.

Il rigoroso mestiere, a sostegno della propria poetica, lo fa approdare ad una intensità di risultati in cui l’idea si concretizza grazie alla figurazione; mai cede a lusinghe di mode effimere che imitano, banalizzandole, le geniali intuizioni delle avanguardie storiche che hanno valore solo se irrepetibili mentre il nichilismo attuale impoverisce l’arte e quindi la conoscenza del mondo. A Colonna non serve l’annullamento iconico per creare il Nuovo poiché lo trova appropriandosi degli artisti del passato “dipingendovi sopra”, come suole dire, con libertà stilistica. Si tratta di una moderna classicità non sottoposta a sterili mode del momento bensì è vocazione alla Bellezza delle immagini che durano nel tempo, è un ritorno all’ordine che recupera simboli, miti e l’alchimia dei contrari che si avvicendano perennemente come in un processo vichiano. Ad ogni opera, qualunque sia la tematica, dà lo stesso titolo “Giorno notte”, a cui non è estraneo il richiamo alla Tomba Medicea di Michelangelo, uno degli artisti che maggiormente ammira. Nel tema dei paesaggi, naturalistici, silenti e misteriosi, si attua un processo di semplificazione stilistica, di essenzialità spaziale di sublimata purezza che quasi si incammina verso l’astrazione; tutto è immobilizzato in una sorta di realismo magico che l’artista, torinese, ha assorbito dalla atmosfera della “città metafisica” di De Chirico, Nietzsche e Casorati, suo maestro, ma che risentono soprattutto il senso di calma e di cosmica fratellanza di Piero Della Francesca. La collina monferrina, pura e incontaminata, costantemente sotto la luna, diventa simbolo dell’eterno riconciliarsi degli opposti di alba e tramonto tra luci e colori. Se nel tema del paesaggio non compare figura umana, alla cui presenza allude la luce che esce dalla porta spalancata della casa, il tema sacro, poco trattato nell’arte moderna e contemporanea passata dal trascendente all’immanente, è al contrario umanizzato per l’esigenza di mantenere in vita la nostra cultura millenaria che rischia di disperdersi.

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Il crocifisso, simbolo irrinunciabile, sovrapposto a modelli del Cristo patiens col capo reclinato sulla spalla ma con gli occhi aperti, privo di ferite sanguinanti e di chiodi a mani e piedi, vivo nel preannunciare la resurrezione, è reso attuale inserendolo tra i vigneti del Monferrato.In alcuni quadri il luogo è immediatamente riconoscibile nell’” Angolo di giardino alla Colma” di Angelo Morbelli, il più osservante del Divisionismo, a cui Colonna rende omaggio rispettando la stesura a puntini e trattini della vegetazione in cui il Cristo è incluso.La Vergine, dipinta su opere di Simone Martini, di Van Eyck, Orazio Gentileschi con libertà stilistica, nella Pietà rivela un tacito tranquillo colloquio tra Madre e Figlio differenziandosi per l’essenzialità e per il sentimento di speranza che si distacca anche dalla dolorosa elegia di Giambellino e dalla tragedia cosmica di Sebastiano Del Piombo, spesso citati. La Madonna, dipinta su quella di De La Tour, umile nella stanzetta rischiarata dalla luce di una immaginaria candela, è attorniata da antichi libri che spesso Colonna immette nei quadri, per avvalorare l’importanza della cultura umanistica che sta alla base della propria pittura. La Vergine, sovrapposta alla” Annunciazione” del Beato Angelico è timida e timorosa all’apparire dell’angelo che le offre una rosa rossa al posto del candido giglio, mantenendo ricordi anche di Simone Martini e Lorenzo Lotto.Trattata con attenzione ai modelli di riferimento, la figura femminile sovrappone contenuti e invenzioni formali personalissimi: La Venere di Velasquez, privata dei particolari del letto, dello specchio e dell’angelo, giace nuda sul terreno avvolta in una atmosfera blu ad indicare il primigenio congiungimento di uomo e natura, terra e cielo. Riprendendo il “Riposo nella fuga in Egitto” di Caravaggio, l’angelo musicante si trasforma in figura femminile allo stesso modo in cui il Cristo della” Flagellazione” di Piero è sostituito da una donna alludendo al problema attuale del femminicidio.

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Essendo uomo del proprio tempo, Colonna è sensibile a quanto avviene intorno a lui come pure è aperto a movimenti artistici moderni e contemporanei che rispettino il passato pur nell’innovazione; ama quindi Picasso, Carrà, Balthus e altri grandi artisti delle avanguardie che non hanno annullato completamente la figurazione; alcune figure muliebri, svuotate del corpo avvolto in linee curve e col volto privo di lineamenti, fanno pensare a una affinità con Kostabi. Le nature morte abbinano particolari realistici come il pollo della” Cena in Emmaus” caravaggesca a enigmatici straniamenti dechirichiani, un autoritratto contiene la citazione della barca di Carrà come desiderio di avventurarsi in sperimentazioni e, ancora,” la foresta” di Max Ernst viene posta su una mentale isola bianca, levigata e lucida come la seta, sospesa in un cielo striato di blu, mentre “La notte” di Michelangelo è accostata ad un notturno di Magritte. Per la prima volta in assoluto, inoltre, è esposto, nella mostra in corso nel Museo di Moncalvo, un quadro giovanile di Colonna ispirato dal tema circense del periodo blu e rosa di Picasso. Sempre aleggia nei dipinti un senso di serenità, sono pochi i momenti in cui Colonna mostra pessimismo ed è quando medita sul rischio della perdita della bellezza e della tradizione tracciando sulle opere una riga simile ad una ferita per simboleggiare la morte dell’Arte che egli ritiene avvenga nei giorni nostri. La convinzione che la forza dell’Arte sia vincente gli fa però continuare il cammino intrapreso che, ponendolo in posizione isolata, paradossalmente lo rende un artista rivoluzionario.

 

Giuliana Romano Bussola

 

 

 

Ragazza muore dopo serata in discoteca, aperta inchiesta

Una ragazza di 24 anni, residente a Novara,  è morta in casa di amici dopo  un malore accusato  nella notte tra venerdì e sabato a Guastalla, in Emilia Romagna, al termine di una serata trascorsa in discoteca. Annunziata, questo il suo nome, era originaria di Napoli, ma residente nel Novarese, anche se si era appena trasferita nel Mantovano dove lavorava in un bar. La vicenda presenta circostanze poco chiare e la Procura di Reggio Emilia  ha aperto un’inchiesta per la quale è stata decisa l’autopsia al fine di accertare le cause della morte e capire se  la giovane abbia ingerito qualcosa di letale.

Cereseto, l’antico luogo dei ciliegi

Cereseto, a una decina di chilometri da Casale Monferrato e ad una distanza ancora minore da Moncalvo, pur non appartenendo propriamente alla Valcerrina, tuttavia ne è quasi un’appendice. Oltre tutto, sotto l’aspetto amministrativo il suo Comune è parte dell’Unione dei Comuni della Valcerrina

Il suo toponimo è in realtà un fitonimo: Ceresa è una della varianti di Cerasa, termine in vernacolo con cui viene indicato l’albero del ciliegio ed il suo frutto. Etum, invece, ha il valore di un semplice suffisso. Cereseto potrebbe quindi indicare un luogo ricco di ciliegi. Nel 1020 compare per la prima volta la forma Cerexetus, nel 1224 Ceresetus. Il paese appare tra le verdi colline del Monferrato come una gemma, dominato dall’imponente castello. E a due passi c’è il Santuario di Crea con il Sacro Monte, patrimonio dell’Umanità proclamato dall’Unesco nel 2004. Il borgo, sorto in vicinanza dell’antica abbazia di San Cassiano, viene infeudato dai seguaci di Arduino d’Ivrea, poi confiscato al cavaliere sassone Granseverto suo sostenitore. In seguito divenne un possedimento dei monasteri della Novalesa e di Breme, del marchesi del Monferrato, Aleramici e Paleologo. Alla fine del 1500 venne concesso da Vincenzo I Gonzaga a Germanico Savorgnan costruttore della Cittadella di Casale Monferrato, che verrà ricordata nei Promessi Sposi come “Quel maledetto Casale”.

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Dopo le devastazioni del 1600 il castello ridotto e restaurato dai conti De-Maistre Lovera di Maria, sino al 1910 quando venne fatto ricostruire sulle fondamenta secondo lo stile eclettico che scaturisce dagli studi di Viollet Le Duc e dagli architetti italiani D’Andrade e Nigra. Lo volle costruire il celebre finanziere Riccardo Gulaino che, in quel momento della vita condivideva questa ideologia e commissionò l’opera all’ingegnere casalese Vittorio Tornielli. Il complesso ha una dimensione monumentale: impegnò per un decennio un numero grandissimo di maestranze che portarono vita e sviluppo nel paese di Cereseto. Riccardo Gualino, scrivendo la sua autobiografia alcuni anni dopo, rinnegò il valore dell’opera che lui stesso aveva realizzato, profondendo vastissime risorse economiche. Il Castello, che non è accessibile al pubblico, in epoche più recenti è stato anche al centro di vicende di cronaca: nel maggio del 1980 un blitz della Guardia di finanza, dopo lunghe indagini, scoprì al suo interno una vera e propria raffineria di droga con tanto di chimici provenienti dalla Francia, che lavoravano alla raffinazione dell’eroina. Poi una serie infinita di aste per arrivare alla vendita dell’immobile che, comunque, domina il paese e la cui vista merita in ogni caso.  Ma non è questo l’unico elemento di interesse per il paese. Nella parte più alta di Cereseto, presso il Castello, c’è la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. L’abitato, in origine antica, doveva trovarsi più a Nord presso il luogo di culto, già elencato elevato nella pieve di San Cassiano dal 1299 al 1440 e divenuta parrocchiale forse successivamente a San Cassiano. Nel sedicesimo secolo il paese si era già spostato sul colle e, nel 1590, l’antica parrocchiale era diventata una chiesa campestre, distante e non comoda per il popolo. La chiesa attuale venne edificata dal 1719 al 1723, inaugurata il 19 luglio 1721 e consacrata il 24 giugno 1724 dal vescovo di Casale, monsignor Radicati. In paese ci sono anche le chiese di San Filippo e Giacomo, San Rocco Sn Defendente e da alcuni anni un Tempio Buddista Renkooji che accoglie fedeli da tutte le parti del mondo. Si ringrazia il sindaco Enzo Lavagno per la collaborazione e la documentazione prestata nella realizzazione di questo articolo

Massimo Iaretti

Volpiano, celebrazioni per i cento anni dalla fine della Grande Guerra

Il Comune di Volpiano organizza un ampio programma di eventi per celebrare i cento anni dalla fine della Prima guerra mondiale, con mostre, concerti e conferenze

Si comincia sabato 3 novembre, alle ore 9.30 nella Chiesa della Confraternita, con l’inaugurazione della mostra «Volpianesi nella Grande Guerra», curata dall’associazione Gruppo Donne e da Claudio GiovaleAldo Ferrero e Pierangelo Calvo; la mostra è aperta fino alle ore 12 e nel pomeriggio dalle ore 15 alle 19, domenica 4 novembre dalle ore 9.30 alle 18.30 e sabato 10 novembre dalle ore 9.30 alle 12, con visite guidate per le scuole dal 6 al 9 novembre.

Nella serata di sabato 3, alle ore 19 nel Parco della Rimembranza, la sezione locale dell’Associazione nazionale alpini posa una corona d’alloro al monumento ai caduti e alle ore 21, nella Sala Polivalente di via Trieste 1, la Filarmonica Volpianese e il coro «La Fonte» di Grugliasco propongono il concerto «La Grande Guerra».

Domenica 4 novembre, alle ore 9.30 in piazza Cavouralzabandiera a cura della sezione di Volpiano «Nino Vallino» dell’Associazione nazionale bersaglieri; alle ore 10 nella chiesa parrocchiale la Santa Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre e, al termine, il corteo fino al Parco della Rimembranza con posa di una corona d’alloro,commemorazione con la partecipazione del Consiglio comunale dei ragazzi e consegna dei fogli matricolari ai discendenti dei caduti volpianesi; alle ore 16, nellaChiesa della ConfraternitaAldo Ferrero presenta il libro «In memoria dei volpianesi caduti nella Grande Guerra».

Martedì 6 novembre alle ore 18 in Sala Polivalente, lo storico Gianni Oliva interviene alla conferenza «La Grande Guerra 100 anni dopo», con approfondimenti su vicende meno note della Prima guerra mondiale.

Domenica 11 novembre alle ore 18 nella Chiesa della Confraternita si tiene il concerto «È il cuore il paese più straziato» con il Coro Imago Vocis.

Domenica 25 novembre, celebrazione «Virgo Fidelis» a cura della sezione di Volpiano «Generale C.A. Dalla Chiesa» dell’Associazione nazionale carabinieri, con i comandanti della stazioni della tenenza di Chivasso e i sindaci dei comuni del territorio.

L’appuntamento di venerdì 30 novembre, a chiusura delle celebrazioni, è rivolto agli studenti dell’Istituto comprensivo Volpiano, con la rappresentazione dello spettacolo «Sacchi di sabbia», scritto da Piero Cognasso e interpretato dagli attori dell’Officina Culturale di Chivasso.

«A partire dal 2014 – commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne – il Comune ha organizzato molti eventi per ricordare le vicende della Grande Guerra, con presentazioni di libri, conferenze e mostre che hanno visto la partecipazione soprattutto di storici e appassionati. In questa occasione finale, invece, l’intenzione è coinvolgere un pubblico più numeroso, rilanciando alcuni appuntamenti e proponendone di nuovi».

Inclusione stranieri, Tronzano replica a Gallina

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Dario Gallina, presidente dell’Unione industriale di Torino, ha dichiarato alla Stampa: “Milano ha fatto dell’inclusione degli stranieri una bandiera: dobbiamo farlo anche noi anche per non rischiare di subire il calo demografico che ci sta colpendo”. Le sue parole hanno suscitato la reazione del vicepresidente del gruppo di Forza Italia a Palazzo Lascaris, Andrea Tronzano. “Ci spieghi meglio dottor Gallina: lei ritiene che gli stranieri debbano essere integrati o fatti arrivare in Italia perché contribuiscano al miglioramento della bassa natalità? Se fosse così sono fermamente contrario alla sua dichiarazione e la inserisco in un contesto elettorale (maggio 2019 pro Chiamparino o altre battaglie all’interno dell’associazione di cui lei è membro)”. “Includere con realismo e secondo le esigenze del nostro Paese, – conclude  Tronzano – ma mai e dico mai abdicare alle politiche a favore dei cittadini italiani, della famiglia e della natalità.  Il futuro è nei nostri giovani e non in politiche che surroghino o abdichino o appaltino ad altri il nostro avvenire!”

 

“Ogni partita insegna”, parola di Ronaldo

Dopo l’1-1 con il Genoa Cr7 scrive sui social: “Ogni partita insegna qualcosa. Ora concentrati sulla prossima”. Quello della Juventus con il Genoa è primo pareggio dopo  10 vittorie consecutive tra campionato e Champions. Commenta invece il ct Massimiliano Allegri: “E’ un pareggio che ci fa bene, ora  torniamo con i piedi per terra e capiamo che per vincere le partite servono sacrificio e fatica”. I bianconeri giocheranno martedì con il Manchester United.

 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

AVERE UN FIGLIO DOPO I 65 ANNI E’ ANCORA UN TABU’

Italiani perplessi anche davanti alla decisione degli anziani di fare investimenti finanziari a rischio (64%) e di scendere in politica (58%). Fiori d’arancio in età matura? Giudicati con occhio critico da 1 italiano su 3

 

Milano (MI), Ottobre 2018 – Gli italiani giudicherebbero piuttosto duramente una persona anziana che si prendesse la libertà di avere un figlio in età avanzata: il 91% degli intervistati resterebbe addirittura scioccato, una percentuale in linea con la media europea del 90%. Sono solo alcuni dei dati più interessanti emersi dall’edizione 2018 del sondaggio “I Senior di oggi in Europa. Sentirsi utili per invecchiare bene” condotto dalla società di ricerca Ipsos per la Fondazione Korian per l’invecchiamento di qualità (Institut du Bien Vieillir Korian). L’indagine, che ha messo a confronto i dati raccolti in Francia, Italia, Germania e Belgio attraverso le risposte di più di 8mila intervistati, ha coinvolto un ampio campione di rispondenti di sesso maschile e femminile e di età compresa fra i 15 ed i 64 anni e di età superiore ai 64 anni. E ancora: Il biasimo sociale per gli over 65 scatterebbe anche per investimenti finanziari a rischio (64%), per l’impegno elettorale e in politica (58%). Anche il rifiuto di andare in pensione verrebbe visto come ridicolo dal 53%dei rispondenti, così come la decisione di avviare un’impresa (48%), di riprendere gli studi per avviare una nuova attività (43%) e rifarsi una nuova vita e/o risposarsi (34%).

Irama da “Amici” a Mondojuve

Domenica 21 ottobre Mondojuve, lo Shopping Center situato presso Strada Debouché tra i Comuni di Vinovo e Nichelino , ospiterà Irama, vincitore di Amici 2018.

 

Dalle ore 16 l’artista incontrerà i suoi fan nella piazza della Food Court in Galleria Diana e sarà a disposizione per firmare le copie del suo nuovo album “Giovani”. L’evento è totalmente gratuito: per accedere è necessario presentare il cd e mostrare il pass, che potrà essere ritirato fino al 19 ottobre presso l’infopoint in Galleria Diana (dalle ore 15 alle 19).

 

Un fine settimana nel segno degli eventi allo Shopping Center Mondojuve, che venerdì 19 ottobre ha proposto il secondo appuntamento della stagione con il raduno automobilistico “Midnight Meeting”, organizzato da Hardcore Drivers per tutti i petrolhead, gli appassionati e i curiosi del mondo del tuning, che hanno ammirato  da vicino oltre 1500 auto sportive, tra cui il nuovo prototipo elettrico Spice-x.

 

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale www.mondojuve.it o la pagina FacebookMondojuve Shopping Center.

La Costituzione per tutti

Lunedì 22 ottobre alle  ore 11 presso  Eataly Lingotto, sala Punt&Mes si terrà la presentazione di ” La Costituzione per tutti”, il progetto didattico che Eataly e ANPI promuovono insieme: le scuole torinesi riceveranno 3.000 copie del volume “La Costituzione Italiana” tradotta in 11 lingue (albanese, arabo, cinese, francese, inglese, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, filippino e bengali).
Il volume contiene la presentazione di Oscar Farinetti e Cesare Beneventi, ANPI – Sez. “Leo Lanfranco” di Torino, l’intervento del costituzionalista Sabino Cassese e l’introduzione del professor e partigiano Carlo Smuraglia. È un’operazione di conoscenza e diffusione della nostra Costituzione, rivolta in particolar modo ai cittadini di provenienza storica e culturale diversa da quella italiana, per altro già richiesta da alcune scuole, che potrà portare ad una possibile condivisione dei valori in essa espressi.Interverranno per l’occasione:
Oscar Farinetti, Eataly 
Cesare Beneventi, ANPI – Sez. “Leo Lanfranco” di Torino 
Maria Grazia Sestero, ANPI 
Nino Boeti, Consiglio Regionale Piemonte 
Luisa Bernardini, Circoscrizione 2 di Torino 
Davide Ricca, Circoscrizione 8 di Torino 
Federica Patti, Comune di Torino
A seguire brindisi.
Evento aperto a tutti senza necessità di prenotazione