redazione il torinese

Giovedì autopsia per Marisa, la donna rimasta tetraplegica dopo piazza San Carlo

Giovedì sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Marisa Amato, la donna di 65 anni diventata tetraplegica a seguito dei traumi dovuti alla calca del 3 giugno 2017 a Torino, vicino a piazza San Carlo, dove si scatenò il panico durante la proiezione su maxi schermo della partita della Juventus . La donna è morta venerdì scorso per un’infezione alle vie respiratorie. La procura della Repubblica di Torino intende  conoscere se ci sia stato un legame tra l’incidente del 2017 e il decesso. Sono due le inchieste, con ipotesi di reato di omicidio colposo per la morte della donna, sui presunti responsabili organizzativi e amministrativi della serata di Champions,  che vede interessati la sindaca Appendino, l’ex questore Sanna e altre 13 persone ora nella fase dell’udienza preliminare. E’ poi coinvolto il gruppo di quattro giovani rapinatori dello spray al peperoncino, che sono indagati per omicidio preterintenzionale.

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“Cara madamina, la politica non è mai una scelta superficiale”

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di Pier Franco Quaglieni

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Gentile signora Ghiazza,
Lei non è certo l’unica che forse approfitterà di un’effimera ed improvvisa notorietà per entrare in politica.
Io ricordo, giusto 50 anni fa, dei giovani che si opponevano alla contestazione studentesca che tentarono di sfruttare la situazione per mettersi in politica. Fu un esito deludente, anche se approfittarono persino del cadavere di Jan Palach, il giovane di Praga datosi fuoco come martire della libertà. Il loro esordio fu proprio un corteo al quale partecipai anch’io, in ricordo dello studente cecoslovacco. Poi, in anni successivi, fu il turno di chi cavalcò la protesta  contro l’eccessiva pressione fiscale, ma non riuscì ad approdare al successo elettorale a cui mirava. L’unico che divenne deputato fu Luigi  Arisio, promotore della marcia dei quarantamila alla Fiat, che ebbe dal partito repubblicano il seggio per intercessione dell’avvocato Agnelli. Fu un deputato piuttosto insignificante perché privo di qualsiasi esperienza e cultura politica. Fu eletto per una legislatura, poi Arisio scomparve nel nulla , così come era venuto. Tra il resto a far riuscire la famosa marcia non fu Arisio, ma la stessa Fiat, mobilitatasi nei suoi vertici più importanti, e i quadri che scesero in piazza  contro le intolleranze e le prepotenze  sindacali di quegli anni che stavano uccidendo l’azienda . Non credo che Lei, signora Ghiazza, conosca queste cose perché Lei appare una persona venuta dal nulla, vissuta nel tinello, come Lei stessa dichiara e non più disponibile a tornarvi, dopo un po’ di interviste e di fotografie sui giornali che hanno sollecitato le sue ambizioni. Ho letto le Sue  dichiarazioni, invero un po’superficiali, ai giornali in cui parla di Suo marito e del fine settimana sentimentale appena passato con lui. Lei dev’essere un’ottima “madamina”, forse è  anche piacevolmente  simpatica per le battute che caratterizzano il suo eloquio leggero come una piuma, ma è certo che non  Lei ha esperienza politica di sorta come, ad esempio, gran parte dei detestati grillini no Tav. Lei e’ potenzialmente, mi scusi la battuta paradossale, quasi  una grillina Si’ Tav. La politica richiede impegno e preparazione e non si improvvisa. Questo dovrebbe essere ancora più chiaro oggi che siamo governati da incompetenti. Giuseppe Saragat addirittura imputava a Giovanni Spadolini nato nel 1925,una certa superficialità perché non aveva “sofferto” durante il regime fascista. Eppure Spadolini di politica era esperto, essendo professore di storia contemporanea. Senza andare a quegli estremi, almeno un’aurea via di mezzo sarebbe necessaria .Anche qualche buon libro sarebbe molto utile insieme a qualche studio giuridico di cui molti consiglieri regionali sono del tutto digiuni.  Una scelta antigrillina  consapevole e credibile implica una adeguata preparazione che non si limiti alla  semplice ripetizione di slogan durante una manifestazione di piazza. Lei, registrando il logo senza l’adesione delle altre sei sue amiche, magari forse inconsapevolmente, ha mancato di correttezza verso le sue amiche, ma soprattutto verso i 30 mila torinesi che hanno riempito piazza Castello. Senza di loro, Cara Signora, Lei sarebbe rimasta una signora del tutto sconosciuta. E i torinesi hanno motivo di chiederle il perché del suo gesto che offende la buona fede riposta in Lei e nelle sue amiche.  Non si illuda  semplicisticamente del suo futuro politico. Chi le scrive ha passato la vita a studiare la storia e la politica. Magari creerà una listarella a sostegno di Chiamparino o di qualche altro, magari verrà anche eletta al Consiglio regionale, ma il modo che Lei ha seguito e seguirà,  resterà profondamente scorretto e non porterà nulla di utile alla causa del Tav. Noi ,semplici cittadini, abbiamo avuto fiducia in Lei senza conoscerla, oggi, conoscendola  dobbiamo purtroppo ricrederci. E ci auguriamo di non doverci ricredere anche delle altre sei promotrici. Il successo improvviso, a volte, dà alla testa quasi come l’insuccesso, come una volta mi disse Ennio Flaiano. Lei seguirà la sua strada e riterrà queste parole come lo sfogo di un moralista incapace di realismo. Invece la mia obiezione parte proprio da una cultura machiavelliana carica di realismo che vede nella politica un impegno non improvvisato. Se Lei avesse letto il “Principe”, capirebbe cosa e’  la politica che, a volte, gronda lacrime e sangue e non è mai una scelta superficiale, come oggi sembrerebbe che sia diventata. Essere pro o contro il Tav non giustifica comunque una opzione politica che necessita di scelte di più ampio respiro per riuscire a catalizzare un consenso. Solo Marco Pannella riusciva a raccogliere un consenso su temi specifici, ma Lei, cara Signora, non è neppure lontanamente paragonabile al leader radicale. Dopo la Sua scelta, gentile signora, l’entusiasmo  dei due incontri in piazza Castello e’ evaporato in modo irrimediabile e, nel caso ci fosse un terzo incontro, esso si rivelerebbe a priori un insuccesso. Certi passi falsi si pagano a carissimo prezzo, quando i cittadini si sentono strumentalizzati  e beffati . Spero che il Suo gesto – mi scusi se Le sembro scortese – non si traduca in un successo elettorale. Da quel poco che vedo, di consiglieri non proprio avveduti politicamente l’emicicIo di Palazzo Lascaris e’ già abbastanza ricco, direi persino sovrabbondante. Non c’è bisogno di aggiungere altre voci a quelle che già ci sono. Mi scusi per la franchezza, forse un po’ troppo rude , e gradisca i miei più cordiali saluti .

"Cara madamina, la politica non è mai una scelta superficiale"

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di Pier Franco Quaglieni
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Gentile signora Ghiazza,
Lei non è certo l’unica che forse approfitterà di un’effimera ed improvvisa notorietà per entrare in politica.
Io ricordo, giusto 50 anni fa, dei giovani che si opponevano alla contestazione studentesca che tentarono di sfruttare la situazione per mettersi in politica. Fu un esito deludente, anche se approfittarono persino del cadavere di Jan Palach, il giovane di Praga datosi fuoco come martire della libertà. Il loro esordio fu proprio un corteo al quale partecipai anch’io, in ricordo dello studente cecoslovacco. Poi, in anni successivi, fu il turno di chi cavalcò la protesta  contro l’eccessiva pressione fiscale, ma non riuscì ad approdare al successo elettorale a cui mirava. L’unico che divenne deputato fu Luigi  Arisio, promotore della marcia dei quarantamila alla Fiat, che ebbe dal partito repubblicano il seggio per intercessione dell’avvocato Agnelli. Fu un deputato piuttosto insignificante perché privo di qualsiasi esperienza e cultura politica. Fu eletto per una legislatura, poi Arisio scomparve nel nulla , così come era venuto. Tra il resto a far riuscire la famosa marcia non fu Arisio, ma la stessa Fiat, mobilitatasi nei suoi vertici più importanti, e i quadri che scesero in piazza  contro le intolleranze e le prepotenze  sindacali di quegli anni che stavano uccidendo l’azienda . Non credo che Lei, signora Ghiazza, conosca queste cose perché Lei appare una persona venuta dal nulla, vissuta nel tinello, come Lei stessa dichiara e non più disponibile a tornarvi, dopo un po’ di interviste e di fotografie sui giornali che hanno sollecitato le sue ambizioni. Ho letto le Sue  dichiarazioni, invero un po’superficiali, ai giornali in cui parla di Suo marito e del fine settimana sentimentale appena passato con lui. Lei dev’essere un’ottima “madamina”, forse è  anche piacevolmente  simpatica per le battute che caratterizzano il suo eloquio leggero come una piuma, ma è certo che non  Lei ha esperienza politica di sorta come, ad esempio, gran parte dei detestati grillini no Tav. Lei e’ potenzialmente, mi scusi la battuta paradossale, quasi  una grillina Si’ Tav. La politica richiede impegno e preparazione e non si improvvisa. Questo dovrebbe essere ancora più chiaro oggi che siamo governati da incompetenti. Giuseppe Saragat addirittura imputava a Giovanni Spadolini nato nel 1925,una certa superficialità perché non aveva “sofferto” durante il regime fascista. Eppure Spadolini di politica era esperto, essendo professore di storia contemporanea. Senza andare a quegli estremi, almeno un’aurea via di mezzo sarebbe necessaria .Anche qualche buon libro sarebbe molto utile insieme a qualche studio giuridico di cui molti consiglieri regionali sono del tutto digiuni.  Una scelta antigrillina  consapevole e credibile implica una adeguata preparazione che non si limiti alla  semplice ripetizione di slogan durante una manifestazione di piazza. Lei, registrando il logo senza l’adesione delle altre sei sue amiche, magari forse inconsapevolmente, ha mancato di correttezza verso le sue amiche, ma soprattutto verso i 30 mila torinesi che hanno riempito piazza Castello. Senza di loro, Cara Signora, Lei sarebbe rimasta una signora del tutto sconosciuta. E i torinesi hanno motivo di chiederle il perché del suo gesto che offende la buona fede riposta in Lei e nelle sue amiche.  Non si illuda  semplicisticamente del suo futuro politico. Chi le scrive ha passato la vita a studiare la storia e la politica. Magari creerà una listarella a sostegno di Chiamparino o di qualche altro, magari verrà anche eletta al Consiglio regionale, ma il modo che Lei ha seguito e seguirà,  resterà profondamente scorretto e non porterà nulla di utile alla causa del Tav. Noi ,semplici cittadini, abbiamo avuto fiducia in Lei senza conoscerla, oggi, conoscendola  dobbiamo purtroppo ricrederci. E ci auguriamo di non doverci ricredere anche delle altre sei promotrici. Il successo improvviso, a volte, dà alla testa quasi come l’insuccesso, come una volta mi disse Ennio Flaiano. Lei seguirà la sua strada e riterrà queste parole come lo sfogo di un moralista incapace di realismo. Invece la mia obiezione parte proprio da una cultura machiavelliana carica di realismo che vede nella politica un impegno non improvvisato. Se Lei avesse letto il “Principe”, capirebbe cosa e’  la politica che, a volte, gronda lacrime e sangue e non è mai una scelta superficiale, come oggi sembrerebbe che sia diventata. Essere pro o contro il Tav non giustifica comunque una opzione politica che necessita di scelte di più ampio respiro per riuscire a catalizzare un consenso. Solo Marco Pannella riusciva a raccogliere un consenso su temi specifici, ma Lei, cara Signora, non è neppure lontanamente paragonabile al leader radicale. Dopo la Sua scelta, gentile signora, l’entusiasmo  dei due incontri in piazza Castello e’ evaporato in modo irrimediabile e, nel caso ci fosse un terzo incontro, esso si rivelerebbe a priori un insuccesso. Certi passi falsi si pagano a carissimo prezzo, quando i cittadini si sentono strumentalizzati  e beffati . Spero che il Suo gesto – mi scusi se Le sembro scortese – non si traduca in un successo elettorale. Da quel poco che vedo, di consiglieri non proprio avveduti politicamente l’emicicIo di Palazzo Lascaris e’ già abbastanza ricco, direi persino sovrabbondante. Non c’è bisogno di aggiungere altre voci a quelle che già ci sono. Mi scusi per la franchezza, forse un po’ troppo rude , e gradisca i miei più cordiali saluti .

All’Arsenale della Pace: “Perché ieri? Ancora oggi?”

“Perché ieri? Ancora oggi? Ottant’anni dalle leggi razziali. Settant’anni di Costituzione” è il titolo del laboratorio di cittadinanza attiva per le scuole che si svolgerà Martedì 29 gennaio alle 10.00 al SERMIG – Arsenale della Pace di Piazza Borgo Dora, 61 a Torino

L’evento, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e dal Comitato Resistenza Colle del Lys in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino, in occasione del Giorno della Memoria, rappresenta un’occasione per riflettere su passato e presente. Dopo il saluto del presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti intervengono la presidente del Comitato Resistenza Colle del Lys Amalia Neirotti sul tema “Fare cittadinanza” e Claudio Vercellidell’Università Sacro Cuore di Milano su “Integrare e disintegrare: alcune considerazioni sui temi del progetto”. Per approfondire la parte riservata al passato – “Perché ieri?” – sono previsti una serie di spunti di riflessione da parte dei rappresentanti delle istituzioni regionali e cittadine e delle Comunità ebraiche. Tra essi, quelli della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, del presidente della Comunità ebraica di Torino e del Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah (Meis) Dario Disegni e del presidente dell’Ordine dei giornalisti del PiemonteAlberto SinigagliaLa parte riservata all’attualità – “Ancora oggi?” – prevede invece interventi, letture, immagini e considerazioni degli studenti che hanno partecipato ai laboratori coordinati da Elena Cattaneo del Comitato Resistenza Colle del Lys.

All'Arsenale della Pace: "Perché ieri? Ancora oggi?"

“Perché ieri? Ancora oggi? Ottant’anni dalle leggi razziali. Settant’anni di Costituzione” è il titolo del laboratorio di cittadinanza attiva per le scuole che si svolgerà Martedì 29 gennaio alle 10.00 al SERMIG – Arsenale della Pace di Piazza Borgo Dora, 61 a Torino

L’evento, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e dal Comitato Resistenza Colle del Lys in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino, in occasione del Giorno della Memoria, rappresenta un’occasione per riflettere su passato e presente. Dopo il saluto del presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti intervengono la presidente del Comitato Resistenza Colle del Lys Amalia Neirotti sul tema “Fare cittadinanza” e Claudio Vercellidell’Università Sacro Cuore di Milano su “Integrare e disintegrare: alcune considerazioni sui temi del progetto”. Per approfondire la parte riservata al passato – “Perché ieri?” – sono previsti una serie di spunti di riflessione da parte dei rappresentanti delle istituzioni regionali e cittadine e delle Comunità ebraiche. Tra essi, quelli della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, del presidente della Comunità ebraica di Torino e del Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah (Meis) Dario Disegni e del presidente dell’Ordine dei giornalisti del PiemonteAlberto SinigagliaLa parte riservata all’attualità – “Ancora oggi?” – prevede invece interventi, letture, immagini e considerazioni degli studenti che hanno partecipato ai laboratori coordinati da Elena Cattaneo del Comitato Resistenza Colle del Lys.

Nove milioni di euro per sostituire veicoli commerciali

DALL’UFFICIO STAMPA DI PALAZZO LASCARIS

I fondi sono  stanziati dalla Regione Piemonte a favore degli imprenditori commerciali che ne faranno richiesta e altri cinque milioni sono destinati agli edifici che devono fare l’adeguamento energetico dei propri impianti

Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia in quinta Commissione, presidente Silvana Accossato, nella seduta in cui si è dato parere consultivo favorevole al Bilancio di previsione finanziario 2019-2021 per le materie di competenza. Nel corso della seduta sono intervenuti, sui fondi da destinare alle singole materie, i commissari Gianpaolo AndrissiGiorgio BertolaFederico Valetti e Mauro Campo (M5s) e Gian Luca Vignale (Msn). Sono state illustrate da Valmaggia le modifiche normative e cartografiche apportate dal disegno di legge al testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità. È stato così possibile verificare prima della discussione del testo, le nuove distanze perimetrali di maggiore o minore dimensione, l’inserimento di nuove zone, l’istituzione di riserve naturali, di aree contigue e, ove presenti, insediamenti industriali. I lavori sono proseguiti con l’esame della proposta di legge che prevede modifiche alla normativa regionale numero 30/2008, primo firmatario Andrissi (M5s): “Norme per la tutela della salute, il risanamento dell’ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto”. Si è convenuto con l’assessore che la Regione – per ridurre i costi delle operazioni di bonifica – promuova, mediante la definizione di linee guida, l’impiego di siti estrattivi inattivi, prioritariamente in sotterraneo, per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti contenenti amianto. Verrà anche promossa una fattiva collaborazione con le strutture accademiche in raccordo con il Centro regionale per la ricerca, sorveglianza e prevenzione dei rischi da amianto con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), ma anche altre attività finalizzate alla valutazione dell’efficienza, applicabilità e sostenibilità ambientale ed economica di metodologie alternative allo smaltimento dell’amianto in discarica. È prevista l’istituzione presso l’Azienda sanitaria locale di Alessandria, con sede a Casale Monferrato, di un Centro regionale per la ricerca, sorveglianza e prevenzione dei rischi da amianto. Tra i compiti della Giunta quello di individuare i criteri ambientali per la localizzazione degli impianti di smaltimento; precisare i criteri per la definizione di compensazioni in favore dei territori che li ospitano; informare, indirizzare e coordinare l’attivazione di sportelli amianto presso i Comuni.

 

(foto: il Torinese)

Campionato Regionale Assolute e Junior, i risultati

Abbracci e sorrisi, musica, agonismo e diverse buone prestazioni. Si è svolto ieri pomeriggio alla piscina Galileo Ferraris di Torino il Campionato Regionale di nuoto sincronizzato, importante appuntamento per le atleta di Piemonte e Valle d’Aosta delle categorie Junior e Assolute

Si è gareggiato per le prime medaglie della stagione (le Manifestazioni Regionali disputate nelle scorse settimane non prevedevano premiazione) ma anche con un occhio rivolto al Campionato Italiano Invernale Assoluto, dall’8 al 10 febbraio a Riccione. Vi parteciperanno parecchie giovani piemontesi, qualificate grazie ai punteggi ottenuti nelle precedenti gare; tra loro ci sarà Federica Di Venere, che ieri pomeriggio ha conquistato i titoli regionali negli obbligatori, nel solo e nel duo – programma libero – di entrambe le categorie Assolute e Junior. Negli obbligatori Junior la 17enne dell’Aquatica Torino ha totalizzato 72,4528 punti e preceduto la compagna di squadra Angelica Paraluppi (65,0556) e Elsa Busca (Taurus Nuoto, 63,5473), mentre nella graduatoria Assolute il bronzo è andato a Giorgia Zaia (Aquatica Torino, 65,0388). Nel solo Junior Federica Di Venere è salita sul gradino più alto del podio con 72,4667 punti, davanti a Lucrezia Candiotto (Abundance Synchro, 57,9667) e Gaia Cutrera (UISP River Borgaro, 57,4000). Le prime due atlete si sono divise anche le medaglie Assolute, mentre Lucrezia Candiotto e Gaia Cutrera hanno vinto rispettivamente oro e argento nel solo Junior programma tecnico, con i punteggio di 58,7242 e 56,9901.

 

Nel duo programa libero Federica Di Venere e Bianca Salierno si sono aggiudicate sia la prova Junior sia quella Assolute con 69,2667 punti. Nella prima hanno superato la coppia della Taurus Nuoto composta da Elsa Busca e Carlotta Mosole (65,4667) e quella del River Borgaro formata da Carolina Brunetta e Aurora Pasero (61,9000). Tra le Assolute hanno invece messo dietro le compagne di squadra Ilaria Sacco e Cristina Sartore (58,5667) e il duo dell’Abundance Synchro con Elisa Princi e Giada Berti (54,9333). Quest’ultime hanno portato a casa il titolo regionale nel duo tecnico Junior (59,0291 punti), davanti a Brunetta-Pasero (58,1849).

 

Il pomeriggio di gare a Torino si è concluso con la prova a squadre (programma tecnico), vinta dall’Aquatica Torino con 62,7042 punti davanti all’Abundance Synchro (54,2721). In acqua per la formazione “padrona di casa” Ilaria Sacco, Beatrice Mulatero, Giorgia Zaia, Ilaria Toffanin, Elisa Mattio, Bianca Salierno, Cristina Sartore, Federica Di Venere e Angelica Paraluppi. Sul secondo gradino del podio Elisa Princi, Lucrezia Candiotto, Beatrice Tesauro, Giada Berti, Miriam Penella e Isabella Pochettino.

 

In concomitanza con il Campionato Regionale si è svolta una Manifestazione di obbligatori dedicata alla categoria Ragazze e ben 15 atlete hanno superato i 55 punti richiesti per la qualificazione al Campionato Italiano Invernale Ragazze, a Roma il prossimo 14 aprile. Si tratta di Elisa Mattio, Giulia Valentini, Beatrice Mulatero, Giulia Fischetti, Arianna Paraluppi, Cristina Sartore, Sofia Lampitelli, Sofia Astesano, Beatrice Di Capua e Bianca Salierno (Aquatica Torino), Ilaria Cavallini e Veronica Colombo (Libertas Nuoto Novara), Carolina Brunetta (River Borgaro), Camilla Mazzetta (Taurus Nuoto) e Liulai Giovine (Libertas Due Valli).

 

Risultati completi a questo link

PALAZZINE EX MOI, DIBATTITO IN AULA

Il Consiglio comunale ha dibattuto “le modalità e le tempistiche riguardo le palazzine ex MOI concordate dalla sindaca Appendino nel corso dell’incontro con il Ministro degli Interni” come chiesto dal capogruppo Francesco Tresso (Lista civica per Torino). In contemporanea è stata discussa un’interpellanza sullo stesso tema, sempre del consigliere Tresso
L’assessore alle Politiche sociali, Sonia Schellino, ha risposto in Aula a nome della Giunta affermando: “Il piano di recupero della disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati. Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Per quanto concerne l’accesso al locale sotterraneo sottostante alla palazzina arancione, si è provveduto, oltre allo sgombero totale dei rifiuti da parte di Amiat, a murare il portone di accesso, lato via Giordano Bruno, e l’accesso dalle scale interne delle varie palazzine. E’ stata salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici, accessibili esclusivamente agli operatori autorizzati.  La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da ricollocare.  Le prossime tappe saranno definite dal Tavolo istituzionalizzante; prevedono la liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti con l’obiettivo di trovare insieme soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto all’autonomia e all’inclusione socio-economica. Un approccio innovativo e umanitario nel quale siano presenti sicurezza e inclusione nel tentativo di mettere fine a un’emergenza sociale e sanitaria e al tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il quartiere.  Come espresso dall’Amministrazione comunale, in particolare dopo il tavolo interistituzionale di gennaio, si conferma l’intenzione di concludere la liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all’inclusione dei dimoranti entro la fine dell’anno.
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IL DIBATTITO IN SALA ROSSA
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): L’accordo della Sindaca con il Ministro Salvini è un deludente sintomo di allineamento alla linea politica della Lega, poco rispettoso dell’impegno costruttivo, dello sforzo e delle risorse messe in campo da Torino fino ad oggi per ottenere soluzioni incruente e dignitose per i profughi e i torinesi. Il precipitoso impegno che si è assunta la Sindaca Appendino mercoledì scorso, nello stesso giorno dello sgombero del Cara di Castelnuovo Porto a Roma, sembra volersi lasciare alla spalle, da un giorno all’altro, il metodo di concertazione usato fino ad oggi dal Comune di Torino. Sgombero forzato? Come, chiamando l’Esercito? La Sindaca avrebbe dovuto, invece, ricordarsi dell’Ordine del Giorno votato in Consiglio comunale il 13 ottobre contrario al Decreto Sicurezza, che la impegnava ad attivarsi per un’ampia consultazione sull’espulsione dei profughi dalla strutture di accoglienza. E’ vero che le palazzine di via Giordano Bruno non sono una struttura di accoglienza ed è corretto volerle restituire alla legalità. Ma questa Amministrazione non ha ancora chiarito cosa intenda farne e, in assenza di un progetto specifico di riqualificazione arriva oggi, improvvisa, una svolta di tipo muscolare. Per quale ragione?
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Possiamo dire che siamo vicini alla fine di un incubo per tutte le persone che vivono in quella zona. Un incubo cominciato tanti anni fa, fatto di spaccio e degrado. Un incubo figlio delle incapacità del Partito Democratico a livello cittadino e a livello nazionale di porre un freno e un rimedio a quella situazione. Oggi abbiamo la fortuna di avere un governo che si è attivato per permettere a quel luogo di tornare ad essere un posto normale, alle persone di sentirsi protette. E alle persone che hanno bisogno di un aiuto umanitario di poterlo ricevere senza essere soggiogati dalle dinamiche che governano un buco nero di illegalità all’interno della nostra città. I fatti parlano chiaro: da quando Matteo Salvini è ministro dell’interno c’è stato uno sgombero, e Torino può contare su mezzo milione di euro in più per portare a termine quell’operazione. Un investimento serio con un progetto chiaro in tempi certi. Grazie anche ad Appendino per essersi messa a disposizione del Governo con la volontà di risolvere questo problema il più in fretta possibile. Sono convinto che entro la fine del 2019 anche quella parte di Torino potrà tornare a vedere la luce
Maria Grazia Grippo (PD): Manca la materia del contendere e, come al solito, l’assessora sull’ex MOI non ha spiegato se, a seguito dell’incontro fra la Sindaca e il ministro dell’Interno, l’intervento diventerà uno sgombero, con tutto quello che ne consegue anche in materia di ordine pubblico. Nel caso, rabbrividisco al pensiero, anche perché uno sgombero non sarebbe di alcuna utilità per chi deve convivere con una situazione difficile. Ci avete costretto di nuovo a fare interventi in un dibattito dove manca il quid della richiesta di comunicazioni sull’argomento. Eppure la domanda formulata dal consigliere Tresso era piuttosto chiara. Mi chiedo perché tutte le volte ci costringete ad ascoltare una sorta di rendicontazione che manca però della sostanza di quelle che sono o dovrebbero essere le intenzioni in capo all’Amministrazione sul problema in questione.
Elide Tisi (PD): Spero in un ulteriore intervento per aggiungere elementi rispetto all’oggetto dell’interpellanza. Intanto la questione delle risorse messe a disposizione dal Ministero e dalla Compagnia di San Paolo per sapere quanto verrà a costare questo intervento. L’improvvisa accelerazione sui tempi per la soluzione del problema ex MOI è stata concordata con gli altri enti che partecipano al Tavolo interistituzionale? Altra questione riguarda il possibile trasferimento di una parte delle persone allontanate dalle palazzine di via Giordano Bruno verso Comuni dell’astigiano in alternativa a Settimo. In caso affermativo, sarebbe interessante capire come si intende sviluppare questa possibilità. Infine, i primi allontanati avevano una situazione di status di rifugiati, con il procedere degli interventi e l’applicazione della Legge Salvini, in molti avranno il permesso di soggiorno in scadenza. Quale progetto esiste per coloro che rischiano in pochi mesi di diventare irregolari?
Antonino Iaria (M5S): Il problema del Moi è molto complesso, più del Barattolo, ma l’interlocuzione con il Ministero ha permesso di portare avanti una linea con successo, affrontando una questione che va avanti da anni, senza particolari problemi.
 
Fabio Versaci (M5S): Mi congratulo con Sindaca e assessora per come stanno gestendo la situazione. Il modello che stiamo portando avanti dovrebbe essere portato come esempio in tutta Italia. Non abbiamo intenzione di intervenire con la forza, ma anzi siamo riusciti ad aprire un tavolo.
 
Deborah Montalbano (demA): È interesse di tutti fare rispettare i diritti di chi vive dentro il Moi. Ascoltiamo anche la voce degli occupanti e dei comitati in Commissione. E non parliamo di sgomberi “dolci”: c’è stato uno sgombero militarizzato.
L’assessore Schellino ha replicato al termine del dibattito: Dallo scorso settembre sta lavorando un’equipe multidisciplinare al quale dedico anche io diverse ore settimanali di tempo. Sono un po’ meno di 500 le persone presenti oggi nei locali dell’ex MOI (anche se i soggetti non possono essere obbligati ad essere censiti) e preciso che l’iter di liberazione degli spazi non è cambiato nel corso del tempo. 
Ricordo inoltre che abbiamo chiesto di usare degli spazi ’polmone’ per coloro che non hanno dato precise disponibilità sulle scelte future, trovando disponibilità a Castello di Annone. 
La sindaca Chiara Appendino ha concluso le comunicazioni: Il quartiere ha diritto di essere riqualificato e le persone che vivono in quelle palazzine devono poter vivere in condizioni dignitose. Ringrazio tutti i soggetti che si stanno impegnando in un progetto considerato all’unanimità prioritario, perseguito nelle logiche del modello che stiamo portando avanti. E in questa direzione stiamo lavorando e continueremo a lavorare.  
(Foto: il Torinese)

LA SALA ROSSA HA RICORDATO MARISA AMATO

In apertura di seduta, il Consiglio comunale si è raccolto in un minuto di silenzio in memoria di Marisa Amato, scomparsa venerdì 25 gennaio al CTO di Torino all’età di 65 anni. Il 3 giugno 2017 la donna fu travolta dalla folla in fuga quando in piazza San Carlo, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, si scatenò il panico; a seguito delle lesioni riportate la donna era rimasta tetraplegica.