redazione il torinese

Vuoi il mio posto? PRENDI il mio handicap

DISABILICANI

Ovviamente l’auspicio è che tali messaggi, ben mirati e ben veicolati, abbiano una ricaduta positiva in termini di civiltà che, a volta, ai padroni dei migliori amici dell’uomo ed a taluni automobilisti manca. A Celle come a Torino, come ovunque

 

Una comunicazione visiva fatta di poche parole e di immagini efficaci è sicuramente più incisiva di mille discorsi o lunghi documenti. Questo assunto, almeno in due occasioni, lo ha messo in pratica il Comune di Celle Ligure, come molti torinesi (e non solo) presenti nella cittadina ligure in occasione delle festività natalizie hanno potuto costatare. Il primo è un cartello posto sul lungo mare per ricordare che la raccolta delle deiezioni dei cani non è un gesto facoltativo ma obbligatorio e la scritta sotto il simpatico quattro zampe scodinzolante “padrone civile, città pulita” dice tutto. Ancora più forte è il messaggio posto sotto i cartelli che indicano i posti auto riservati ai diversamente abili, realizzato in collaborazione con il Lions Club Varazze Celle Ligure. Anche in questo caso la scritta è diretta ed assolutamente eloquente: Vuoi il mio posto? PRENDI il mio handicap”. Ovviamente l’auspicio è che tali messaggi, ben mirati e ben veicolati, abbiano una ricaduta positiva in termini di civiltà che, a volta, ai padroni dei migliori amici dell’uomo ed a taluni automobilisti manca. A Celle come a Torino, come ovunque.

 

(Foto: Iarman / Il Torinese)

 

Massimo Iaretti

Bimbo cerca canti natalizi sul pc della scuola e finisce su sito porno

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L’insegnante, che se ne è accorta ha bloccato i computer e ha avvisato il municipio, che gestisce la rete internet delle scuole cittadine

 

Il bambino di quarta elementare era alla ricerca di canti natalizi sul pcdella scuola, ma nevigando in internet finisce su un sito porno. L’episodio è accaduto presso la scuola elementare Grosa di Borgaro Torinese durante l’ora di informatica. L’insegnante, che se ne è accorta ha bloccato i computer e ha avvisato il municipio, che gestisce la rete internet delle scuole cittadine. Il sindaco, Claudio Gambino, ha così deciso di incontare i genitori. D’ora in poi sarà adottato un livello di sicurezza dei filtri superiore.

Nomadi e rifugiati, la Lega Nord propone: "Schediamoli tutti"

moiCOTA SALVINI

L’urgenza della proposta, spiega Ricca, è dovuta al fatto che ultimamente sotto la Mole si sono registrati “numerosi episodi di criminalità, dal furto allo spaccio, direttamente riconducibili a nomadi o a presunti rifugiati”

 

Chissà la reazione scandalizzata dei benpensanti collinari torinesi alla proposta di  Fabrizio Ricca, il capogruppo della Lega Nord a palazzo Civico: “un censimento dei nomadi e dei presunti ‘rifugiati’ che vivono in città”. L’idea del consigliere padano sarà trasformata in una mozione da presentare in Sala Rossa dove – immaginiamo – il dibattito sarà infuocato. L’urgenza della proposta, spiega Ricca, è dovuta al fatto che ultimamente sotto la Mole si sono registrati “numerosi episodi di criminalità, dal furto allo spaccio, direttamente riconducibili a nomadi o a presunti rifugiati”.

 

Già sette anni fa la Lega, su iniziativa di Roberto Maroni, allora titolare del Viminale, aveva lanciato una analoga proposta a livello nazionale.  Tale ipotesi di schedatura venne però impedita dall’Unione Europea, poichè vagamente in odore di discriminazione etnica. Oltre ai movimenti progressisti di tutta Europa, anche Amnesty International aveva  parlato di azione discriminatoria e del tutto  ingiustificata.

 

L’idea di Ricca è stata appoggiata dall’ex governatore Roberto Cota e dallo stato maggiore leghista. Si attendono le prese di posizione (si suppone per la maggior parte contrarie) delle varie forze politiche a Palazzo di Città.

Visioni al femminile a Palazzo Madama

La location nella Corte Medievale è unica. L’allestimento pure. Il senso simbolico della mostra è già all’entrata: nella foto di gruppo di queste 11 formidabili donne e nei pannelli che introducono i lavori di ognuna, in cui sono ritratti solo i loro occhi, e capite subito che vi attende il loro impareggiabile sguardo sulla vita

 

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Il mondo visto e raccontato da 11 grandi fotografe del National Geographic. E’ “Women of vision”, 99 scatti al femminile e i reportage più emblematici degli ultimi anni, in mostra a Palazzo Madama, da oggi all’11 gennaio 2015, grazie alla prestigiosa partnership tra Fondazione Torino Musei e National Geographic Italia.

 

La location nella Corte Medievale è unica. L’allestimento pure. Il senso simbolico della mostra è già all’entrata: nella foto di gruppo di queste 11 formidabili donne e nei pannelli che introducono i lavori di ognuna, in cui sono ritratti solo i loro occhi, e capite subito che vi attende il loro impareggiabile sguardo sulla vita. Intelligenza, sensibilità e cuore stanno dietro ai loro obiettivi puntati ad ogni latitudine per descrivere  popoli, tradizioni, guerre e natura ai 4 angoli del mondo. Ma con una marcia in più, perché ci sono storie che solo le donne possono raccontare: le loro macchine fotografiche sono le uniche ammesse nei privatissimi mondi femminili di alcune culture (off  limits invece per i colleghi reporter). L’ha capito benissimo (anche se all’inizio le fotografe non hanno avuto vita facile) il National Geographic; l’organizzazione scientifico-pedagogica che da 125 anni mette a fuoco i grandi cambiamenti e le sorti del pianeta, diventata un grande canale mondiale di comunicazione, capace di raggiungere  450 milioni di  persone (attraverso riviste, televisione, documentari, radio, libri, ecc.) e finanziatrice di oltre 10mila ricerche scientifiche.

 

“Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento….e si fanno, non solo con la macchina fotografica, ma soprattutto con gli occhi, il cuore e la testa” . Lo diceva il grande Henri Cartier-Bresson ed è esattamente ciò che hanno realizzato queste 11 donne. 

 

-Amy Toensing, vedere col cuore. Collabora col National  Geographic da 15 anni ma è affezionata soprattutto al suo primo reportage da Monhegan Island: piccola comunità di pittori e pescatori di aragoste, al largo della costa del Maine, di cui ha saputo cogliere lo spirito e svelare le consuetudini. Da allora ha attraversato il mondo, dall’Australia alla Papuasia, dalla Nuova Guinea al New Jersey, sempre con il suo infallibile metodo: prima legge e si documenta, poi trascorre del tempo con le persone che immortala, è così che ne afferra l’essenza.

 

-Stephanie Sinclair, testimoniare tematiche controverse: dalle spose bambine Yemenite alla poligamia in Texas, ad altri temi legati ai diritti umani. Laureata in giornalismo è stata fotografa free lance nelle zone turbolente del Medio Oriente e ha documentato la guerra irachena. Il suo principio base è: registrare ciò che vede, ma giudicare il meno possibile. Eppure, di fronte all’immagine della bimba di 6 anni sposata ad un uomo di 25, proiettata nel 2012 su mega-schermo a Times Square (per la Giornata mondiale della bambina, istituita dalle Nazioni Unite) qualche sanzione a noi viene in mente.

 

-Diana Cook, illuminare un paesaggio. E’quello che fa da anni, in tutto il mondo, insieme al marito  fotografo. Che siano rigogliosi giardini in cima ai grattacieli di New York e Chicago, o una grotta e un arcobaleno alle Haway, preferisce questi soggetti agli uomini; ma in fondo ne racconta ugualmente (e indirettamente) habitat e vita, basti guardare le barriere sulla spiaggia di Tijuana al confine messicano.

 

-Maggie Steber, la passione per la vita. Fotogiornalista di fama mondiale ha immortalato i travagli di Haiti, fin dal suo primo scatto nel 1985; da allora è sempre stata cronista fedele di rivolte sociali e disastri  naturali (compreso il devastante terremoto del 2010). In tanto orrore lei sa cogliere anche sprazzi di autentica bellezza dell’isola e della sua gente. Negli ultimi anni la tragedia della madre colpita dall’Alzeheimer l’ha portata a focalizzare l’attenzione sul senso della memoria e lascia senza parole l’immagine emblematica di una sezione di cervello letteralmente mangiato dal morbo.

 

-Jodi Cobb, abbracciare la bellezza. E’ una delle 4donne entrate nello staff del National Geographic, e il suo lavoro è leggenda: dalle prime foto ai concerti hippie dei suoi amici, poi diventati famosi e nientemeno che Springstein, Crosby, Stills e Nash. Decisa a fare tutto quello che facevano i colleghi maschi, nel 1980 fu tra i primi occidentali a varcare i confini della Cina, dopo la rivoluzione del 1949. Poi tanti  reportage per documentare il mondo delle geishe o il traffico di esseri umani, sempre inseguendo immagini che parlassero alla gente.

 

-Erika Larsen, trovare il momento umano. E’ la sua cifra stilistica: ha iniziato con le immagini intime dei suoi familiari, poi è entrata nelle case di chi affronta cancro e suicidio. E’famosa per aver documentato la vita del popolo Sami, gli allevatori di renne nell’impervio nord scandinavo e russo. Ha imparato la loro lingua e fatto la governante in una famiglia per 2 anni: una full immersion che le ha permesso di capire cosa rende unico questo popolo.

 

-Beverly Joubert, catturare il lato selvaggio della savana e mettere la salvaguardia della natura alla base di ogni foto. Leoni, leopardi, elefanti e altre specie animali a rischio di estinzione sono i protagonisti del lavoro fatto col marito, in Botswana, dove ha vissuto 30 anni. Insieme hanno prodotto 22 film, dozzine di libri e numerosi articoli per il National: un’imponente mole di lavoro per sensibilizzare chi di dovere e contribuire a ricreare zone di  wilderness.

 

-Lynn Johnson, ispirare il cambiamento. Foto che spingano ad agire e migliorare le cose. Straordinari i suoi reportage dall’infernale mondo dei svantaggiati: che sia per l’aviaria, il vaiolo contratto dalle scimmie o gli abusi sessuali subiti, lei da un trentennio dà volto e voce alle sofferenze. Quando ha iniziato, a metà anni 70, le donne fotografe erano mosche bianche e la strada tutta in salita. Ma ha dimostrato la sua tempra, si è specializzata nella fotografia documentaristica e le sue immagini compaiono sulle riviste più importanti del mondo.

 

-Lynsey Addario, sulla linea del fronte; come fotografa di guerra in Medio Oriente e Africa, con un occhio particolare ai civili “dilaniati”, in particolare le donne. Per qualcuno “una pazza furiosa” che non teme nulla: è stata rapita due volte (l’ultima nel 2011), tenuta in ostaggio dalle truppe di Gheddafi e la morte l’ha vista in faccia. Ma è in simbiosi col suo lavoro e neanche la recente maternità riesce a tenerla lontana dalla prima linea.

 

-Carolyn Drake, la sfida alle etichette e un altro punto di vista sul mondo. A Istanbul e nell’Asia Centrale ha trascorso 6 anni per documentare trasformazioni fisiche e sociali dell’area intorno ai  due fiumi che simboleggiano il paradiso nella tradizione islamica. In Cina ha fotografato il popolo Uiguro dei villaggi agricoli (al limite del deserto del Taklamakan) il cui stile di vita sta rapidamente cambiando sotto il pugno di ferro militare-economico del governo centrale. Cerimonie, credenze sciamaniche e culti di spiriti invisibili sono al centro delle sue immagini più famose e premiate.

 

-Kitra Cahana, immaginando il futuro e puntando sul senso di responsabilità sociale. Nata a Miami, cresciuta tra Svezia e Canada, vissuta in Italia e Israele, è cittadina del mondo, sempre pronta a nuove sfide con zaino in spalla. E’ fotografa di documentari e artista multimediale con una passione per esperienze nuove, il mondo degli adolescenti, ma anche i riti di guarigione e purificazione venezuelani che è riuscita ad immortalare in foto uniche.

 

Laura Goria

 

 

 

Juve brillante a metà pareggia con l'Inter. Prezioso 0-0 per i Granata con il Chievo

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La Juventus è in vetta alla classifica ma attenzione alla Roma: è a -1. Juventus e Inter terminano con un pareggio per 1-1 lo stimolante incontro giocato con grinta da entrambe le squadre.  Nel primo tempo segna Tevez al quale  replica nel secondo  Icardi. La Juventus prevale nella prima parte dell’incontro ma cede il passo ai nerazzurri successivamente. Grande prestazione di Pogba. Fallo di Kovacic (espulso) su Lichtsteiner.

 

Il risultato di 0-0 dei Granata contro il Chievo è importante per la squadra di Ventura. Tanti infortuni e malanni per il Toro che è sceso in campo privo di Gillet e Amauri  e senza Moretti, squalificato. Soltanto 6 giocatori in panchina per il mister. Il Torino è a 18 punti, stessa quota di Verona e Empoli, davanti a Chievo con 17 punti e Atalanta con 16.

 

(Foto: il Torinese)

Emergenza abitativa, Fassino: "Serve una proroga temporanea al blocco degli sfratti"

casa

fassino2Torna alla ribalta il tema spinoso degli sfratti. Alle preoccupazioni espresse dai sindacati degli inquilini si sono aggiunte quelle del presidente Anci e delle città a maggiore densità abitativa: Roma, Milano e Napoli

 

Si sitima siano tra le 30 e le 50mila famiglie, in  Italia, quelle a rischio di sfratto esecutivo per la mancata proroga degli sfratti di fine locazione. Proprio mentre l’arcivescovo Nosiglia chiede attenzione nei confronti dei poveri, dal governo viene attuata una linea dura rispetto all’emergenza abitativa. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi sostiene che il governo “non è stato a guardare e ha imboccato una strada nuova, cosciente che l’emergenza deve essere affrontata in modo più radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga gli sfratti: non è drammatizzando un problema che lo si risolve”.

 

Sul tema interviene il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino: “L’emergenza abitativa, che è particolarmente acuta nelle grandi città richiede una valutazione sulla opportunità di una proroga, almeno temporanea, del blocco degli sfratti”: Tema che sarà affrontato nell’incontro dei sindaci delle città metropolitane in cui verranno definite le proposte da avanzare al governo. Torna così alla ribalta il tema spinoso degli sfratti.

 

Alle preoccupazioni espresse dai sindacati degli inquilini si sono aggiunte quelle di Fassino e delle città a maggiore densità abitativa: Roma, Milano e Napoli. Francesca Danese, Daniela Benelli e Alessandro Fucito, assessori alle politiche abitative delle tre metropoli hanno inviato una lettera al governo per chiedere almeno una proroga provvisoria per tamponare una situazione altrimenti ingestibile da un punto di vista sociale e da quello dell’ordine pubblico”.

Ciclista piemontese di 51 anni muore investito in Liguria

POLIZIA CROCETTA

E’ stato investito e ucciso da un’auto sull’Aurelia nel tratto tra Borgio Verezzi e Finale

 

Un ciclista 51enne di Fossano, si chiamava Rudy Giatti, è stato investito e ucciso da un’auto sull’Aurelia nel tratto tra Borgio Verezzi e Finale, in provincia di Savona. Sono prontamente intervenuti la polizia, i militi della Croce Bianca di Borgio Verezzi e  i soccorritori  del 118. L’uomo è stato trasferito in codice rosso all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure ma purtroppo è morto per i traumi riportati. Sta indagando la magistratura torinese. Pare che la vettura, che viaggiava a velocità moderata, non sia riuscito a scansarlo.

Torino più piccola e più vecchia: 31% di over 60

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Calano gli immigrati e crescono gli over 60 sotto la Mole

 

Le statistiche del Comune  indicano che gli abitatnti della città, dopo oltre un decennio, sono scesi sotto le 900mila unità. Ad oggi i torinesi sono 899.087, di cui 284.037 anziani over 60, vale a dire il 31% della popolazione. Del resto l’invecchiamento degli abitanti fa del Piemonte (e del suo capoluogo) una delle realtà  più colpite dal fenomeno. Sono invece in calo gli immigrati: 138.093.L’ultimo aumento del numero di abitanti è stato quello del 2012, quando sotto la Mole vivevano 911.823 persone. Poi il declino costante.

 

(Foto: il Torinese)

Cresce amianto ai piedi del grattacielo regionale

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Guariniello avvia gli accertamenti

 

Sono macerie contenenti amianto, quelle scoperte nell’ area del cantiere del nuovo grattacielo regionale al Lingotto, la torre Unica di Fuksas che ospiterà tutti i dipendenti regionali oggi sparsi tra 12 sedi in città. Il pm Raffaele Guariniello ha avviato gli accertamenti e l’Asl sta verificando i  piani di smaltimento. Potrebbe trattarsi dello scarto di lavorazioni precedenti all’acquisto del terreno da parte della Regione.

 

(Foto: il Torinese)

Il Papa "torinese" non nomina Nosiglia cardinale

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Ancora una volta la città resta senza berretta cardinalizia

 

Il papa che ha Torino nel cuore (e familiari che vivono qui in città) e che sarà sotto la Mole il 21 giugno per l’ostensione della Sindone non nominerà’ cardinale l’arcivescovo Cesare Nosiglia. L’alto prelato torinese cederà il posto per la terza volta ad altri. Nell’elenco delle nuove berrette il Myanmar, la Thailandia, le Isole Tonga, Capoverde, Agrigento e Ancona. I rispettivi vescovi  il prossimo 14 febbraio entreranno nel Collegio Cardinalizio. E Torino  – ancora una volta – sarà priva di cardinale. Chissà che delusione in Curia. 

 

(Foto. www.comune.torino.it – ScattTo)