redazione il torinese

Cresce amianto ai piedi del grattacielo regionale

palazzo regione

Guariniello avvia gli accertamenti

 

Sono macerie contenenti amianto, quelle scoperte nell’ area del cantiere del nuovo grattacielo regionale al Lingotto, la torre Unica di Fuksas che ospiterà tutti i dipendenti regionali oggi sparsi tra 12 sedi in città. Il pm Raffaele Guariniello ha avviato gli accertamenti e l’Asl sta verificando i  piani di smaltimento. Potrebbe trattarsi dello scarto di lavorazioni precedenti all’acquisto del terreno da parte della Regione.

 

(Foto: il Torinese)

Il Papa "torinese" non nomina Nosiglia cardinale

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Ancora una volta la città resta senza berretta cardinalizia

 

Il papa che ha Torino nel cuore (e familiari che vivono qui in città) e che sarà sotto la Mole il 21 giugno per l’ostensione della Sindone non nominerà’ cardinale l’arcivescovo Cesare Nosiglia. L’alto prelato torinese cederà il posto per la terza volta ad altri. Nell’elenco delle nuove berrette il Myanmar, la Thailandia, le Isole Tonga, Capoverde, Agrigento e Ancona. I rispettivi vescovi  il prossimo 14 febbraio entreranno nel Collegio Cardinalizio. E Torino  – ancora una volta – sarà priva di cardinale. Chissà che delusione in Curia. 

 

(Foto. www.comune.torino.it – ScattTo)

Caselli: "I No tav violenti sono fuori dalla democrazia, mettono a rischio lavoratori e poliziotti"

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Il giudice: “Sono troppi coloro che, per miopia o peggio, dimenticano queste verità elementari”. Intanto i No Tav pubblicano sul loro sito web gli auguri per un 2015 all’inesgna della lotta contro la Torino-Lione: “Dicevamo che fermarci è impossibile, e lo crediamo sempre di più”

 

In una intervista sul quotidiano online AffariItaliani.it, l’ex procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli dopo tracciato una panoramica sulla situazione politica e della giustizia in Italia, risponde anche ad una domanda sulle vicende giudiziarie legate alla Tav.

 

AFFARI ITALIANI: Nella vicenda No Tav i giudici di Torino hanno cancellato agli imputati l’accusa di “terrorismo”. Che cosa ne pensa?

 

 

CASELLI: Sull’accusa di terrorismo, sostenuta dalla procura di cui io ero capo ma poi anche dalla procura diretta dal mio successore e soprattutto avallata dal gip nel primo e nel secondo caso, quindi da un magistrato giudicante, non è stata confermata da altri magistrati giudicanti. Non si può che prenderne atto nel senso che nel nostro ordinamento l’ultima sentenza è quella che ha ragione anche se magari non sempre è quella giusta. Ma esaurito il discorso tecnico giuridico credo che non si possa dimenticare neanche per un momento che pretendere con la violenza di impedire la realizzazione di un’opera deliberata rispettando tutte le procedure in ogni sede competente, europea e italiana, significa mettersi contro e fuori dalla democrazia (ovviamente mi riferisco solo ai violenti tra i No Tav). Soprattutto quando si aggredisce un cantiere, come quello di Chiomonte, mettendo a rischio la sicurezza di onesti lavoratori, che sono lì per guadagnarsi la pagnotta, e dei poliziotti costretti a vivere asserragliati in quel cantiere per difendere il diritto di lavorare. Sono troppi coloro che, per miopia o peggio, dimenticano queste verità elementari.

 

Gesto goliardico da parte di una decina di no tav nei confronti dell’ex procuratore capo. Gli hanno augurato una “buona Befana”, laciando un sacco pieno di carbone davanti all’ingresso della sua abitazione. E’ stato Caselli ad informare dell’episodio lla Digos. Intanto il sito Notav.info pubblica gli auguri di buon anno rivolti al popolo No tav:

 

“Inizia un nuovo anno e come tutti ci auguriamo che sia migliore di quello passato. Essendo degli inguaribili ottimisti e dei montanari testardi, pensiamo al 2015 come ad un anno di nuove lotte, nuove sfide e speriamo nuove soddisfazioni. Ci lasciamo alle spalle un anno difficile del quale ci consoliamo in parte sapendo che Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono nelle proprie abitazioni attorniati non da sbarre ma dall’affatto di chi vuol bene loro. Non ci consola invece sapere di Lucio, Graziano e Francesco ancora in carcere, ma sappiamo che tenere duro è l’imperativo per i notav. Ci siamo tolti di dosso quel reato di terrorismo calato sul movimento con tanto ardore dai pm con l’elmetto e ci consoliamo pensando al loro brucior di stomaco mentre mangiano le lenticchie, visto che il fiore all’occhiello della loro crociata è stato bocciato ben bene.

 

E’ stato un anno dove ancora una volta abbiamo saputo mettere in difficoltà il “sistema tav” svelandone gli intrecci, i conti gonfiati e la marea di balle che raccontano, ma sappiamo che non basta. Si sa riciclare bene, modificando leggi e normative per sopravvivere ed è per questo che continueremo ad ostacolarlo con tutti i mezzi di cui disponiamo.

 

Dicevamo che fermarci è impossibile, e lo crediamo sempre di più. Generazioni di notav si alternano in questo movimento, e non si limitano a sperare ad un anno migliore del precedente, s’impegnano con gioia e determinazione perchè questo avvenga”.

 

 

Torino a due velocità, saldi col botto in centro città : +5%. Ma in periferia si registra un calo

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Dall’indagine effettuata da Confesercenti che ha sentito i commercianti  nella prima giornata emerge che il merito è soprattutto dei turisti, stranieri e non

 

Inizio scoppiettante per i saldi a Torino. Nel  centro (dove era impossibile per la calca sedersi ad un tavolino dei bar di piazza San Carlo) sì è verificato un ottimo incremento della spesa pari al 5%, in certi negozi addirittura tra l’8 e il 10% rispetto al 2014. Dall’indagine effettuata da Confesercenti che ha sentito i commercianti  nella prima giornata di saldi, emerge che il merito è soprattutto dei turisti, stranieri e non. Nelle periferie della metropoli alcuni esercenti lamentano invece un calo. A dire il vero le vendite promozionali sono cominciate molto prima di Natale ma le attività commerciali continuano a soffrire la diminuzione continua dei consumi

 

Sabato 3 gennnaio hanno dunque avuto inizio a Torino e in Piemonte  i saldi, le vendite di fine stagione invernale del 2015, che proseguiranno fino a sabato 28 febbraio. La scadenza è stata anticipata di un paio di giorni per consentire a commercianti e acquirenti di usufruire di un weekend in più. Se la ripresina degli acquisti natalizi (150 euro di spesa media nei negozi del centro) sarà confermata, gli affari dovrebbero incominciare a girare, nonostante la crisi.  I commercianti ipotizzano una spesa compresa tra i 180 e i 220 euro per ogni  famiglia, con un incremento medio delle vendite tra il 2 e il 5%, con picchi pari al 10% nel centro storico.

 

A dire il vero le vendite promozionali, con sconti già molto consistenti, sono cominciate molto prima di Natale e le attività commerciali continuano a soffrire la diminuzione continua dei consumi.  Alcuni settori merceologici reggono meglio di altri, ad esempio elettronica e telefonia, ma all’interno dei singoli comparti c’è una considerevole disparità tra negozi che hanno investito e che si sono riconvertiti in questi anni difficili e altri che invece hanno soltanto gestito l’esistente, facendo i conti con tasse e difficoltà sempre più significative.

 

TUTTO SUI SALDI (www.comune.torino.it)

– Ecco il testo dell’ordinanza comunale 4832 (in formato .pdf) del 19/12/2014 che definisce il calendario dei saldi 2015 a Torino.

 

– Ricordate che lo sconto o ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che deve essere comunque esposto.

 

– I saldi estivi 2015 a Torino sono invece previsti nel periodo da sabato 4 luglio a sabato 29 agosto 2015.

 

– A Torino, nei negozi che effettuano i saldi, deve essere esposta copia dell’informativa per i consumatori con le principali regole osservate per i saldi di fine stagione. In caso di violazione di tali disposizioni il consumatore potrà rivolgersi alla Polizia Municipale.

 

– Per saperne di più sui saldi può essere utile consultare il vademecum per i saldi di Altroconsumo.

 

(www.comune.torino.it) Foto: il Torinese

 

 

A Torino il campionato mondiale dei romanzi

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L’Unione Culturale Franco Antonicelli lancia il MundiaLibro

 

Potrebbero essere definiti a tutti gli effetti i “campionati del mondo dei libri”. Si tratta dell’otiginale iniziativa promossa a Torino per favorire il piacere della lettura e riavvicinare il pubblico alle grandi opere letterarie. I primi Campionati mondiali del romanzo del Novecento sono stati ideati dall’Unione Culturale Franco Antonicelli  che lancia il MundiaLibro. La “selezione italiana dei campionati”  vedrà in campo grandi scrittori del ‘900: Pavese, Fenoglio, Levi che saranno difesi da scrittori e critici contemporanei come Perissinotto, Oggero, Bajani. Il Mundialibro sarà presentato giovedì 8 gennaio.

 

(Foto: il Torinese)

In memoria di Gioberti, "l'illustre trapassato"

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Alla notizia della sua morte il Sindaco di Torino invitò, nella seduta di Giunta del 30 ottobre 1852, a provvedere al trasporto della salma in patria a spese del Municipio e ad aprire una pubblica sottoscrizione per “erigere un monumento alla memoria dell’illustre trapassato”. La salma giunse nel cimitero di Torino il 23 novembre 1852, mentre la commissione per il monumento a Gioberti si riunì per la prima volta il 3 gennaio 1853

 

Cari amici lettori, dopo divertenti serate in piazza e freddolose giornate sulla neve (purtroppo poca nonostante le speranzose previsioni meteo) eccoci finalmente giunti a quello che spero sarà il primo dei nostri numerosi appuntamenti nel nuovo anno. Quindi, tolti gli abiti scintillanti del veglione di Capodanno e in attesa di appendere la calza per l’arrivo della Befana, siamo pronti per la nostra consueta passeggiata “con il naso all’insù”alla scoperta delle meraviglie torinesi. (Essepiesse)

 

Gli altri articoli sui monumenti sono visibili nell’archivio della rubrica ARTE

 

Oggi vi parlerò del monumento dedicato a Vincenzo Gioberti situato nella piazza che ospita l’altro lato del Museo del Risorgimento, piazza Carignano. Collocato nel centro della piazza, proprio di fronte a Palazzo Carignano, Vincenzo Gioberti si erge retto in piedi su un alto basamento, indossando un cappotto sciancrato e mentre con la mano sinistra stringe un libro, tiene la destra in parte infilata nel corpetto. E’ accostato ad un trespolo coperto da un pesante drappo sul quale sono appoggiati altri due tomi.

 

Sul fronte del basamento c’è un bassorilievo in bronzo adorno di tre esili figure femminili in abito lungo, delle quali una (quella al centro) indossa una sorta di corona e trasporta una croce. Ai piedi della statua, vi è una targa sempre in bronzo, decorata con nastri e rami di alloro. Nato a Torino il 5 aprile 1801, Vincenzo Gioberti oltre ad essere il Primo Presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna (ruolo che lo rese una tra le principali figure del Risorgimento italiano), fu anche un presbitero, politico e filosofo italiano.

 

Si laureò in teologia a soli 22 anni e ordinato sacerdote, insegnò alla Facoltà di teologia dove venne nominato cappellano dal Re Carlo Alberto in persona. Parzialmente influenzato da Mazzini, nel 1833 fu improvvisamente arrestato con l’accusa di complotto e, dopo quattro mesi di carcere, venne bandito dal Regno Sabaudo ed esiliato in Francia. Prima a Parigi e poi a Bruxelles (dove vi restò fino al 1845 ad insegnare filosofia), Gioberti trovò il tempo di scrivere diverse opere di importanza filosofica che lo fecero conoscere in tutta Europa come teorico del liberalismo, con una visione democratica dello Stato.

 

Allo scoppiare dei moti del 1848 fece ritorno a Torino dove, accolto da Carlo Alberto, venne nominato per acclamazione Presidente del Consiglio; in seguito ricoprì il ruolo di Ministro della Pubblica Istruzione e di Ministro degli Affari Esteri. Si allontanò nuovamente da Torino per una missione diplomatica a Parigi da cui però non fece più ritorno. Rifiutò la pensione che gli era stata offerta e ogni promozione ecclesiastica, visse invece in povertà e passò il resto dei suoi giorni a Bruxelles dove si trasferì per dedicarsi agli studi letterali. Morì improvvisamente mentre si trovava a Parigi, il 26 ottobre 1852.

 

Alla notizia della sua morte il Sindaco di Torino invitò, nella seduta di Giunta del 30 ottobre 1852, a provvedere al trasporto della salma in patria a spese del Municipio e ad aprire una pubblica sottoscrizione per “erigere un monumento alla memoria dell’illustre trapassato”. La salma giunse nel cimitero di Torino il 23 novembre 1852, mentre la commissione per il monumento a Gioberti si riunì per la prima volta il 3 gennaio 1853, decretando che in pochi mesi si potesse ottenere una somma sufficiente e adatta per celebrare degnamente il personaggio. Fu però solo nel dicembre del 1856 che le sottoscrizioni raggiunsero la quota “degna” di £ 29.000.

 

Per quanto riguardò la scelta dell’artista non si procedette per pubblico concorso, ma i membri della commissione proposero e votarono segretamente diversi artisti tra cui Vela, Buti, Simonetta, Dini e Albertoni; quest’ultimo ottenne più votazioni e nel 1857 venne direttamente incaricato per erigere il monumento a Vincenzo Gioberti. Dalle descrizioni dell’opera, l’artista propose una statua dell’altezza di 3 metri che ritraeva Gioberti in uno dei suoi atteggiamenti consueti, ovvero, “quello di tenere il vestito abbottonato, la mano destra poggiata sopra il primo bottone”. Il piedistallo su cui poggiava la statua sarebbe dovuto essere di 4 metri e adorno di 3 bassorilievi rappresentanti l’Italia, il Genio della filosofia e la Storia, ma per economia di spesa venne realizzato un solo bassorilievo che rappresentava 3 esili figure femminili con abiti lunghi.

 

Inizialmente restio ad accettare la proposta della commissione di collocare agli angoli degli scalini, 4 colonnine “per un maggiore ornamento” e a protezione del basamento, Albertoni, ad opera ultimata, dovette ricredersi e suggerì addirittura di collocare ben 8 pilastrini al fine di nascondere visivamente un errore di progetto dovuto, secondo lui, alle ridotte pedate degli scalini. A decoro dei pilastrini propose, inoltre, una catena in ferro che girava tutto intorno. Scoperto senza alcuna solennità il 13 agosto 1859, il monumento venne consegnato ufficialmente alla città, da parte della commissione, il 1°aprile 1860, giorno che precedette quello dell’apertura del Parlamento.

 

Una nota curiosa riguarda lo scultore Angelo Bruneri, che nel novembre 1853 fece omaggio alla città di un busto di Vincenzo Gioberti. Venuto poi a conoscenza dell’incarico ad Albertoni e convinto spettasse a lui una qualche riconoscenza per l’omaggio offerto, Bruneri scrisse al Sindaco lamentandosi di come le scelte dell’amministrazione ricadevano sempre su personaggi con già tanto lavoro, mentre artisti più modesti, come lui, vivevano in miseria e non riuscivano a mantenere la famiglia. La Giunta, dopo la lettera, decise di offrire in dono al povero scultore un anello d’oro del valore di £ 300.

 

Per quanto riguarda la collocazione del monumento, piazza Carignano, sulla quale si affaccia il palazzo omonimo, sede del primo Parlamento italiano, non poteva essere luogo più adatto per accogliere la statua del suo primo Presidente del Consiglio. La prima proposta avanzata dalla Commissione al Municipio fu di collocare la statua in un sito pubblico; successivamente si individuò piazza Carignano e la scelta non venne più messa in discussione. Piazza Carignano, a partire dagli anni Novanta, è stata inserita nel progetto di riqualificazione dello spazio pubblico “I luoghi ritrovati” che, razionalizzando il traffico, ha consentito di “liberare spazi” e restituirli come luoghi di passeggio in cui potersi vivere la città. Prima di questa trasformazione la piazza era un parcheggio ed il monumento era quasi soffocato dalle auto; con il tempo è diventata uno spazio vivo in cui è stato possibile realizzare numerose iniziative e allestimenti tra cui Luci d’Artista.

 

E anche per oggi la nostra passeggiata tra le vie di Torino termina qui. L’appuntamento è sempre per la prossima settimana alla scoperta delle meraviglie della nostra città. Per ora non mi resta che augurarvi una “buona Befana” e una felice (anche se tanto felice non è mai) conclusione delle vacanze natalizie.

 

Simona Pili Stella

"Santander Mezza Maratona Città di Torino", corri per la ricerca

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Sabato 28 e Domenica 29 Marzo sport e solidarietà insieme: manifestazione benefica che rientra nel programma di Torino Capitale Europea dello Sport 2015. Una parte del ricavato a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro

 


La prossima primavera, sabato 28 e domenica 29 marzo, si terrà la prima edizione della Santander Mezza Maratona Città di Torino, corsa benefica a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca e la Cura del Cancro.
L’evento fa parte del programma di “Torino Capitale Europea dello Sport 2015” e ha come slogan “Di corsa per sostenere l’ Istituto di Candiolo“. Si articolerà in una prima giornata – sabato 28 marzo – ricca di eventi e di attività sportive aperte a tutti e il giorno successivo – domenica 29 marzo – nella gara vera e propria, che si snoderà su un percorso affascinante nel centro storico di Torino, il cuore nobile della città, con partenza e arrivo in piazza San Carlo.

 

Uan parte del ricavato delle iscrizioni della mezzamaratona e della 10 km. sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro“La camminata per la ricerca di 3 km.” che si terrà sabato 28 marzo con partenza alle 12 da piazza San Carlo, sarà un ulteriore tassello per sostenere Candiolo. L’iniziativa che si configura come una warm up in preparazione della maratonina, si snoderà nelle isole pedonali di via Carlo Alberto e e via Lagrange e la quota dell’iscrizione sarà interamente devoluta a Candiolo.Tutti potranno dare una mano alla Fondazione, scegliendo di camminare o di correre per sostenere le attività dell’Istituto di Candiolo.

 

La mezza maratona è sponsorizzata da Santander Consumer Bank, banca specializzata nel settore del credito al consumo alle famiglie. Ha sede a Torino ed opera sul mercato dal 1989 con una rete di filiali dirette e oltre 6.000 esercizi commerciali convenzionati. Santander Consumer Bank fa parte del Gruppo internazionale Santander, primo per capitalizzazione nell’area euro.

 

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro è nata nel 1986 per costruire l’Istituto di Candiolo e per attuare progetti di ricerca scientifica in ambito oncologico. Candiolo è’ l’unico Centro italiano realizzato esclusivamente attraverso il sostegno di oltre 300 mila donatori privati. Grazie a loro la Fondazione provvede a dotarlo degli strumenti scientifici, diagnostici e terapeutici di ultima generazione ed ha ultimato i lavori di costruzione di una nuova grande ala dell’ Istituto, la II Torre della Ricerca e della Cura.La 1^ edizione della Santander Mezza Maratona Città di Torino è una novità nel calendario podistico piemontese, approvata dalla Fidal Piemonte ed organizzata dalla società sportiva Base Running.

 

La gara di corsa su strada (competitiva e non) si svolgerà domenica 29 marzo 2015 e sarà sulla distanza di 21,097 km. ed inserita nell’ambito del calendario “5^ prova Corri Piemonte 2015”. La peculiarità dell’evento è la partenza e l’arrivo nel salotto della città, piazza San Carlo, da dove prenderà il via alle 10 e il tempo massimo di partecipazione è di tre ore. A fare da contorno all’evento ci sarà la 1^ edizione della Santander 10 km. Città di Torino – corri per la ricerca, una corsa competitiva e non sempre promossa da Base Running, su una distanza più breve di 10 km., che partità in contemporanea alla Santander Mezza Maratona Città di Torino, con arrivo in piazza San Carlo, entro un tempo 

"Perchè il governo dimentica l'aerospazio?"

ALENIA SPACE

Thales Alenia Space è una joint venture tra Thales e Finmeccanica e ha circa 200 dipendenti, dei quali 700 a Torino

 

Il gruppo dirigente della torinese Thales Alenia Space ha indirizzato una lettera aperta al governo. “Perc hè viene dimenticata l’industria aerospaziale italiana?” è il succo della missiva. Nella legge di Stabilità, infatti, non è stata prevista alcuna risorsa “vitale e adeguata per il settore spazio, tra cui il supporto finanziario alla realizzazione in corso della seconda generazione del programma Cosmo-Sky-Med”. secondo l’azienda tutto ciò avrà ripercussioni negative sull’occupazione. Thales Alenia Space è una joint venture tra Thales e Finmeccanica e ha circa 200 dipendenti, dei quali 700 a Torino.

Claviere, tragica morte di un ragazzo di 14 anni: Guariniello apre inchiesta

soccorsO SCI MONTAGNA

Il giovane forse è stato vittima di una sua manovra scorretta, mentre gli amici hanno seguito la pista, lui ha voluto provare quel maledetto salto perdendo l’equilibrio e precipitando su un masso

 

La polizia giudiziaria della procura di Torino ha effettuato un sopralluogo sulle piste di di Claviere dove è morto un ragazzino quattordicenne. Il pm Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato e senza indagati.

 

Era un ragazzino di 14 anni, T. M. di Chieri ed è morto sciando. Stava sciando con amici e familiari nella zona  del Colletto Verde quando  è uscito di pista tentando un salto. Ma è finito con la faccia su una roccia. I soccorritori lo hanno trasportato in elicottero all’ospedale di Pinerolo, dove è morto poco dopo l’arrivo, nonostante i medici avessero predisposto uno spostamento a Torino. Il giovane forse è stato vittima di una sua manovra scorretta, mentre gli amici hanno seguito la pista, lui ha voluto provare quel maledetto salto perdendo l’equilibrio e precipitando su un masso. La polizia sta indagando.

 

Altro incidente per un ragazzo di 11 anni, gravemente ferito mentre stava utilizzando una seggiovia. E’ stato soccorso dai volontari della Croce Rossa e dai medici del 118 e trasferito in elicottero  all’Ospedale di Cuneo. Pare sia scivolato durante lo sgancio dalla seggiovia. Non è in pericolo di vita.
   

Infine, un ragazzo di 12 anni della Valle d’Aosta è stato portato all’ospedale Regina Margherita per un altro un incidente sugli sci, sulle piste da fondo di Valsavarenche a Pont. Il giovane ha riportato un politrauma dovuto a una caduta. E’ subito immediatamente soccorso e trasportato all’Ospedale Parini di Aosta con l’elisoccorso e successivamente a Torino.

 

(Foto: archivio il Torinese)

Il Tar concede la sospensiva sull'Imu per l'agricoltura montana

MONTAGNE

Commenta Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte: “Continueremo ad opporci a chi con squadretta e goniometro vuole classificare la montagna: vada a Cuneo, a Domodossola e poi negli Appennini toscani o marchigiani per capire che la montagna, anche nella stessa regione, è profondamente diversa”

 

Il cahier de doleances avanzato dalla sezione piemontese di Uncem, Unione nazionale comuni montani, ha avuto un riscontro giudiziale importante e sotto l’aspetto della difesa della montagna il 2015 è iniziato con un atto significativo. La seconda sezione del Tar del Lazio,  investita da un ricorso presentato da Anci Umbria, Liguria, Veneto ed Abbruzzo, assistititi dall’avvocato Antonio Bertolino ha concesso la sospensiva del decreto interministeriale sull’Imu per i terreni agricoli di montagna, in quanto basato sul criterio fissato dall’Istat per la montanità, ovvero la presenza del municipio a seicento metri di altezza. Il Tribunale amministrativo regionale, presieduto da Filoreto D’Agostino ha rinviato la decisione del caso, che avverrà in sede collegiale, al 21 gennaio prossimo, cinque giorni prima della scadenza del pagamento, rinviato dal 16 dicembre al 26 gennaio.

 

Commenta Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte: “Continueremo ad opporci a chi con squadretta e goniometro vuole classificare la montagna: vada a Cuneo, a Domodossola e poi negli Appennini toscani o marchigiani per capire che la montagna, anche nella stessa regione, è profondamente diversa”. Il Piemonte, del resto, è in prima fila in questa battaglia avendo una grande parte del proprio territorio montano, segnatamente alla nuova Città Metropolitana di Torino (le valli di Lanzo, del Pinerolese, la Valsusa, quelle del Canavese, solo per citarne alcune). E’ Positivo dunque il giudizio del Tar: vi sono terreni, in un Comune che ha il municipio a 500 metri, posti ben oltre i 600, non certo vicini alla piazza centrale. Il municipio, in un Comune posto in una valle alpina, è solitamente nel nucleo posto più in basso: le frazioni, i borghi, il territorio si estendono a monte, sui versanti. Un monito anche per chi oggi vorrebbe applicare “la montanità dei 600 metri” per riscrivere norme e sgravi che consentono di vivere e lavorare nelle Terre Alte. Al centro della sentenza del Tar anche i tempi del decreto, troppo stretti per mettere i Comuni nelle condizioni di programmare le entrate che devono di fatto compensare i 360 milioni di tagli statali da compensare appunto con il maggiore introito di Imu legato alla nuova aliquota sui terreni agricoli. Se il Tar confermerà il 21 gennaio la sospensiva del pagamento il Governo dovrà trovare il modo per compensare i 4mila Comuni italiani che si sono visti tagliare i fondi statali in cambio di un gettito che non arriverà nelle casse.

 

Il tema Imu sarà al centro dell’incontro dei sindaci delle Terre Alte, a partire da quelle  piemontesi. che da tutt’Italia arriveranno a Montecitorio il 12 gennaio. Intanto, i Comuni montani piemontesi – assieme a quelli toscani, emiliani e campani – stanno approvando l’ordine del giorno inviato dall’Uncem per chiedere al Governo e al Parlamento di eliminare l’Imu sui terreni montani; le delibere, sottoscritta da Giunte e Consigli comunali, vengono inviate anche sulle caselle mail del Presidente del Consiglio, dei Ministri degli Interni, degli Affari regionali e dell’Agricoltura, del Sottosegretario Delrio e del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus.

 

Massimo Iaretti

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