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Pascual Chavez, il successore di don Bosco parla alla Scuola di Applicazione

Animatore e fondatore di numerosi oratori, dopo aver guidato quattordici ispettorie salesiane nel continente americano, nel 2002 è stato nominato Rettore Maggiore dei Salesiani. Una conferenza sul tema della leadership

 

chavez esercito 2L’attualità della leadership di don Bosco è stato il tema conduttore della conferenza tenutasi a Palazzo Arsenale da don Pascual Chavez di Villanueva, già Rettore Maggiore dei Salesiani. Dopo il saluto e l’introduzione del Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione, Generale di Divisione Claudio Berto, don Chavez ha approfondito la figura di Don Bosco mettendone in luce modernità e lungimiranza di pensiero. Protagonista di un momento storico caratterizzato da profondi mutamenti sociali, San Giovanni Bosco si dedica all’educazione delle fasce più deboli ed emarginate gettando il seme di una missione ancora oggi straordinariamente vitale. Nel suo intervento dinanzi ai frequentatori dell’Istituto di studi militari don Chavez ha ricordato come nel pensiero salesiano il processo educativo consista nell’arte di trasmettere ai giovani i saperi e i valori necessari al lorochavez esercito futuro di cittadini del mondo. Alla domanda sulla validità della leadership di Don Bosco in un contesto militare, padre Chavez ha risposto ricordando il principio dell’amorevolezza intesa come capacità di conquistare la fiducia dei propri gregari indicando loro alti ideali alternativa alla mediocrità e sollecitando l’impegno individuale per il bene comune. Una proposta educativa universale, ha proseguito don Chavez, la cui validità prescinde da cultura e credo religioso. Ordinato sacerdote a Guadalajara nel 1973 don Pascual Chavez ha intrapreso la propria missione nelle zone più povere del Messico. Animatore e fondatore di numerosi oratori, dopo aver guidato quattordici ispettorie salesiane nel continente americano, nel 2002 è stato nominato Rettore Maggiore dei Salesiani, divenendo il nono successore di don Bosco. Autore di numerosi saggi di carattere religioso, antropologico e sociologico, don Chavez è rimasto alla guida dei Salesiani di don Bosco sino al 2014. Il suo intervento a Palazzo Arsenale si colloca nell’ambito dei “giovedì culturali”, appuntamenti mensili il cui obiettivo è allargare le conoscenze e gli orizzonti di pensiero dei futuri dirigenti militari.

La banalità del male

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Untitled (la banalità del male) è il lavoro di Pietro Barone visual designer con il contributo di Francesca Petrone scrittrice

 

In occasione della ricorrenza internazionale del Giorno della Memoria, 27 Gennaio 2016. Le illustrazioni che rispondono a domande universali sul tema dell’Olocausto. Untitled (la banalità del male) è il lavoro di Pietro Barone visual designer con il contributo di Francesca Petrone scrittrice. La serie di figure rappresenta uomini complici di un male perpetrato contro gli ebrei e contro l’umanità. Ci si chiede: Erano inconsapevoli? Maligni? O banalmente svolgevano il proprio lavoro, anche se ciò coincideva con un crimine? Il focus del lavoro ha un’espressione grottesca e un tono sarcastico, quasi si prende gioco dei soggetti illustrati.

Untitled (la banalità del male) è il lavoro di Pietro Barone visual designer con il contributo di Francesca Petrone scrittrice.

Fino a martedì al Regio "La piccola volpe astuta"

volpe-astutaLa musica di Janacek rende poesia e mistero del mondo cecoslovacco

 

Va in scena al teatro Regio dal 19 al 26 gennaio prossimo “La piccola volpe astuta”, il delizioso capolavoro di Janacek, nel poetico allestimento di Robert Carson.  Per la prima volta rappresentata al Regio di Torino, “La piccola volpe astuta” è un’opera complessa e delicata di Janacek e risulta una più rappresentative del teatro musicale cecoslovacco moderno, articolata in due atti e nove quadri. Il libretto dello stesso compositore si ispira a un romanzo a puntate per una serie di illustrazioni di animali, dal titolo ” Liska Bystrouska” di Rudolf Tesnohlidek,  e si basa su un gioco di riflessioni fra un mondo di animali dal comportamento simile a quello degli uomini e un mondo umano vicino alla natura e al regno animale.

 

Infatti tra il 7 aprile e il 21 giugno 1920 un giornale di Brno pubblicò le 51 puntate di un romanzo che aveva per protagonista una volpe simpatica e indipendente, incuriosita dal buffo mondo degli umani. La donna di servizio di casa Janacek era un’attenta lettrice di quelle avventure e un giorno propose al compositore di musicare quel testo. L’opera debuttò il 6 novembre 1924 al teatro di Brno, quattro anni prima della scomparsa del compositore.  Alle sue esequie, come egli stesso aveva richiesto dopo la prova generale dell’opera, l’Orchestra del Teatro Nazionale di Brno eseguì il toccante finale dell’opera. Nei tre atti c’è molto spazio per intermezzi sinfonici che collegano i vari quadri e la danza.

“La  nostalgia – scrive Milan Kundera,  autore di un felice saggio su “La volpe astuta” –  determina non solo l’atmosfera dell’opera,  ma anche la sua architettura fondata sul parallelismo tra due tempi costantemente a confronto: quello degli esseri umani che invecchiano lentamente,  e quello degli animali che procede a passi precipitosi”

 

La musica rende perfettamente la poesia e il mistero di questo mondo, servendosi di un linguaggio pieno di sfumature,  di tocchi sfuggenti di tipo Impressionistico.  L’autore,  Leos Janacek, si rifà al canto popolare ceco e utilizza un declamato caratteristico di grande efficacia. Questa ne risulta una delle composizioni più liriche e melodiose. Orchestra e Coro sono del teatro Regio, accanto ai Solisti e Coro delle voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, sotto la direzione di Jan Latham Koening,  con Claudio Fenoglio maestro del coro. Interpreti principali:  Lucie Silkenova, Michaela Kapustova,  Svatopluv Sem e Eliska Weissova. 

Repliche da martedì 19 gennaio alle 20 al 26 gennaio.

 

Mara Martellotta

Un taxi per Cenerentola

CENERENTOLALa malcapitata è passata da pulire casa del padre a pulire casa del marito. Sì è vero,ha qualche donna di servizio, ma alla fine è sempre lei a dover riordinare qui e là ,cucinare, sparecchiare, caricare la lavastoviglie, mentre il principe è nelle brughiere a fare qualche battuta di caccia alla volpe

 

 

Un giorno in città arriva la notizia che il re ha organizzato un ballo a corte, durante il quale il principe potrà trovare la sua sposa.  Le sorellastre, che sono brutte ma molto ambiziose, danno il via ai preparativi per il ballo, provando e riprovando vestiti preziosi, sotto la supervisione della madre. Cenerentola riesce a cucire con gli scampoli avanzati un semplice abito per lei, che grazie alla bellezza naturale è comunque decisamente più avvenente delle sorellastre.

 

Ciò scatena in loro l’ira funesta e in un attimo distruggono il vestito e l’acconciatura di Cenerentola, che si lascia andare allo sconforto piangendo tutte le sue lacrime.Ma come in ogni favola che si rispetti, la magia sblocca le situazioni più difficili: una fata  (la “fata madrina” di Cenerentola) le procura un incantevole abito da sera  celeste e trasforma una zucca in una carrozza di cristallo, grazie alla quale la ragazza riesce a recarsi al ballo (nonostante il divieto della matrigna).  Cenerentola, irriconoscibile anche dalle sue sorellastre, balla tutta la sera con il principe, ma tiene d’occhio l’orologio: è stata avvisata dalla madrina che l’incantesimo è destinato a svanire  a mezzanotte. Persa negli occhi del principe, sente i rintocchi dell’orologio e scopre con orrore che la magia sta lasciando il posto alla realtà; scappa dalle braccia del suo accompagnatore e correndo via perde per le scale del castello una scarpina di cristallo.

 

 

Il principe, che come tutti gli uomini desidera ciò che gli sfugge ed è attratto dal mistero, non degna di uno sguardo le altre fanciulle adoranti e proclama a gran voce che sposerà colei che riuscirà a indossare quella minuscola scarpetta.Il giorno successivo, gli assistenti del principe girano per il regno, facendo provare la scarpa a tutte le fanciulle in età da marito, incluse le sorellastre di Cenerentola. Queste  cercano in ogni modo di infilarsi la scarpetta, ma dopo varie prove, l’unica a riuscire nell’intento è Cenerentola, che sposa in poco tempo il principe.. e vissero per sempre felici e contenti.

 

 

DUE ANNI DOPO:

 

La malcapitata è passata da pulire casa del padre a pulire casa del marito. Sì è vero,ha qualche donna di servizio, ma alla fine è sempre lei a dover riordinare qui e là ,cucinare, sparecchiare, caricare la lavastoviglie, mentre il principe è nelle brughiere a fare qualche battuta di caccia alla volpe. Quando torna entra con gli stivali infangati e uno stuolo di amici casinisti, corre ad accendere il camino per poi stravaccarsi con loro bevendo sidro direttamente dalla bottiglia.

 

“Ceneeeee… vieni a vedere perchè il camino non funzionaaa?” E così Cenerentola sotto gli abiti di velluto è spesso piena di cenere come una volta, e altrettanto infelice. Adesso non sono le sorellastre a obbligarla a pulire, ma quegli zoticoni degli amici di suo marito, che salgono in casa ad ogni ora del giorno e della notte sporcando di terriccio dappertutto. E il principe? Lui sorride con aria bonaria e beve fino a tardi, a volte è così ubriaco da non riconoscerla, altre le si addormenta addosso mentre lo trascina a dormire, tutto sporco di marmellata.

 

Una mattina Cenerentola si sveglia e la cenere della sera prima le si è incollata ai capelli, e non si toglie: non sembrano neanche più biondi, ma grigi, e un pensiero la inchioda. La mia vita sarà sempre così, resterò per sempre Cenerentola, la fata madrina non avrebbe voluto questa vita per me. Scende le scale del castello  correndo e in un attimo è in strada, solleva l’abito per andare più in fretta, senza voltarsi. Non tornerà più indietro e le carrozze sono troppo lente.    “Taaaxi!! ” 

 

Federica Billone

Sviluppo e innovazione, ecco la Linea del Salone del Libro 2016

salone libro 2016L’istituzione del biglietto serale ridotto a partire dalle 18 consente di delineare un programma di incontri serali particolarmente attraente, anche con grandi momenti di spettacolo, in modo da animare il Salone per l’intera durata della giornata

 

L’edizione 2015 del Salone del Libro, con la  partecipazione del Presidente Sergio Mattarella, e caratterizzata  dall’apprezzamento della Germania, Paese ospite d’onore, da vendite sostenute che si sono attestate su incrementi a due cifre, dall’affollamento delle centinaia di eventi del programma e da un’impressionante copertura mediatica, hanno confermato gli editori a partecipare all’edizione 2016 nello spirito di collaborazione. Sviluppo e innovazione nella continuità: questa la linea del Salone 2016, forte del sostegno che gli viene dai suoi veri protagonisti, gli editori e i visitatori. E della presenza dei due gruppi bancari Unicredit e Intesa Sanpaolo.salone 667

 

«Il dialogo con gli editori non si è mai interrotto – dice il direttore editoriale Ernesto Ferrero – Insieme a loro, l’intera filiera del libro continua a guardare al Lingotto come a una casa comune, e questa unità di intenti facilita grandemente il nostro lavoro». L’istituzione del biglietto serale ridotto a partire dalle 18 consente di delineare un programma di incontri serali particolarmente attraente, anche con grandi momenti di spettacolo, in modo da animare il Salone per l’intera durata della giornata.

 

 

Visioni: lo sguardo lungo della progettualità, Leitmotiv del Salone 2016

 

 

Il tema conduttore del Salone internazionale del libro di Torino, atteso al Lingotto dal 12 al 6 maggio 2016, si intitola sinteticamente Visioni. Vuol dare ospitalità alle esperienze di chi ha la capacità di guardare lontano, di darsi e vincere sfide che sembravano impossibili, di lavorare nel futuro e per il futuro attuando progetti forti, basati su una conoscenza vera, ma anche sul patrimonio letterario, artistico e filosofico che costituisce la nostra identità culturale, e dunque nell’indispensabile saldatura tra cultura scientifica e cultura umanistica.SALONE LIBRO XX

 

salone 483Al centro dell’edizione 2016 saranno dunque i visionari che, nei rispettivi rami di attività, si sono distinti per la lungimiranza del progetto, le capacità d’innovazione, l’originalità dei metodi operativi, ma anche la sapienza divulgativa e comunicativa: fisici, biologi, neuroscienziati, filosofi, artisti, architetti, economisti capaci di affrontare in modo creativo i temi cruciali della contemporaneità e di tradurre in pratica programmi mirati sul medio-lungo periodo.

 

Fra i testimonial di questa concreta capacità visionaria, il fisico Roberto Cingolani, dal 2005 il brillante direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, centro avanzato di robotica e nanotecnologie, che costituisce un’eccellenza internazionale come punta avanzata della ricerca in un settore strategico. L’Istituto Italiano di Tecnologia sarà presente al Salone con il suo grande robot androide iCub, con mostre e incontri in cui al centro del dibattito vi sarà sempre il libro, insostituibile veicolo di conservazione e condivisione delle idee. Ci sarà anche Giulio Tonelli, responsabile dell’esperimento che al Cern ha permesso di scoprire, con quello di Fabiola Gianotti, il bosone di Higgs, e che racconterà i prossimi capitoli dell’avventura della fisica.

 

Insieme a loro, Marino Golinelli,  bolognese, classe 1920, imprenditore farmaceutico di grande successo, che nel 1988 ha creato la Fondazione che porta il suo nome e in cui ha investito 80 milioni di euro. Vuole aiutare i giovani a capire come sarà il mondo di domani e a valorizzare se stessi, per trasformare i problemi in occasioni, Libro san carlo torinonel segno di una nuova imprenditoria che significhi anche crescita morale e civile.

Questo sguardo lungo non riguarda soltanto il futuro prossimo ma si applica anche al passato. Ogni generazione è costretta a riscrivere la propria storia, a reinterpretarne i nodi principali, per ricavarne nuovi motivi di consapevolezza.

 

Per questo Visioni accoglie anche autorevoli storici che si sono distinti per l’originalità dei loro metodi d’indagine, capaci di superare gli schemi tradizionali per interpretare il senso profondo delle mutazioni che segnano l’evolversi delle società umane. Tra i primi a rispondere all’invito del Salone, Carlo Ginzburg, che ha aperto agli studi storici nuove fruttuose metodologie coniugando scienze umane, arte e letteratura, sempre con un occhio speciale alle menzogne e alle violenze che avvelenano le società contemporanee.

 

(Foto: il Torinese)

Alla Cavallerizza sedute Onu per ragazzi

cavallerizzamole cavallerizzaDA STUDENTI “AMBASCIATORI” UN MESSAGGIO CONTRO IL TERRORISMO

 

Domenica 24 gennaio, a partire dalle 9.30, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino, si svolgerà la cerimonia di chiusura della seconda edizione dell’Italian Model United Nations, la simulazione di sedute dell’ONU rivolta agli studenti delle scuole superiori organizzata nel capoluogo piemontese dall’Associazione United Network con il patrocinio della Città di Torino.

 

In apertura dei lavori, a cui parteciperà il Sindaco della Città di Torino Piero Fassino, verrà letto un messaggio contro il terrorismo

, in tutte le lingue ufficiali delle Nazione Unite: inglese, francese, spagnolo, russo, cinese, arabo oltre allitaliano, lingua di casa.

 

Sono cento gli studenti, eccellenze provenienti da oltre quindici istituti superiori della Città e dell’area metropolitana, che prenderanno parte alla simulazione, vestendo i panni di ambasciatori e diplomatici, negoziando, proponendo bozze di risoluzione e tenendo discorsi, interamente in lingua inglese all’interno della Commissione per gli Affari Legali (la VI Commissione dellAssemblea Generale dellOnu).

 

E saranno proprio il dialogo e il confronto i grandi protagonisti della tre giorni di lavori, in programma oggi e domani al Campus Einaudi, con chiusura domenica alla Cavallerizza. L’ordine del giorno del model, questanno, èlegato al tema dei rifugiati.

 

Lobiettivo del nostro model èquello di unire formazione, orientamento e riflessione, spiega Flavio Arzarello, organizzatore del progetto. “E proprio in questanno in cui il terrorismo ha scosso le coscienze di tutti abbiamo voluto aprire il nostro appuntamento esprimendo un messaggio forte, che verrà lanciato dai nostri ragazzi in tutte le lingue ufficiali dellONU. Perché il dialogo e il confronto sono nelle radici di Torino ed è importante cominciare a praticarli già dalla scuola, vero luogo di integrazione e di crescita.

 

(Foto: il Torinese)

La "prima volta" del popolo di sinistra in piazza per la sicurezza

barriera manifestaziobarriera manifestazbarriera manifestazitosettoSTORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto 

 

Mi sono fatto l’ idea che i più dei manifestanti hanno votato prima Pci e poi sempre a sinistra. Chi partecipa al corteo, nella sua maggioranza ha una certa età. Sicuramente riconosco chi è stato o forse è iscritto a Rifondazione. 

 

I cellulari della polizia lasciano Piazza Foroni alle 19 30. Prima alcuni vigili dirigevano il traffico. Ecco la prima manifestazione contro la criminalità da sinistra. Si potrebbe dire : il popolo , almeno un pezzo di popolo non ne può più. Mi sono fatto l’ idea che i più dei manifestanti hanno votato prima Pci e poi sempre a sinistra. Chi partecipa al corteo, nella sua maggioranza ha una certa età. Sicuramente riconosco chi è stato o forse è iscritto a Rifondazione. 

 

La sezione di via Baltea è  chiusa. Freddo e buio. Corteo pacifico, solo alcune contestazioni in via Scarlatti. Dalle finestre un giovane italiano grida buffoni e una ragazza magrebina si lamenta d essere stata insultata. Obiettivo; raccogliere 200 firme per presentare una lista civica in Barriera di Milano.  C’ è sempre una prima volta. “La nostra ambizione è  fare l’ accordo con Airaudo. Se non sarà possibile andremo avanti da soli. Il PD ha tirato la corda”. 

 

Risposte: ce l’abbiamo con i delinquenti, non con chi è venuto qui per lavorare. Tutto sotto controllo. Raffaele Petrarulo arringa la folla.È ora di reagire, chi vive lì intorno conferma risse quotidiane. Obiettivo; raccogliere 200 firme per presentare una lista civica in Barriera di Milano.  C’ è sempre una prima volta. “La nostra ambizione è  fare l’ accordo con Airaudo. Se non sarà possibile andremo avanti da soli. Il PD ha tirato la corda”. 

 

I capannelli continuano nonostante il freddo ed io vado a trovare due amici, Antonella e Giorgio. Due vecchi amici, attraversando i giardini di largo Cimarosa e vengo insolentito da due ubriachi slavi. Paura, sì paura di quel che accade e soprattutto per  ciò che può accadere. Pavidamente prendo l’auto nonostante debba fare solo centro metri.

 

Sono agitato ma gli amici mi rabboniscono. Te ne devi fare una ragione! Ed i inizia la discussione che proseguirà a cena. Tante parole e poi conclusioni simili. Poi non sono solo “loro” che non fanno il loro dovere. Su 10 vigili assunti dopo sei mesi 7 contestano gli ordini impartiti voltandosi dall’altra parte. Anto scuote la resta. Eppure alla festa di Natale una mamma marocchina ha letto storie per bambini del suo paese. 

 

Un padre nigeriano amorevolmente in perfetto inglese ha sostenuto : noi vogliamo integrarci. Noi siamo una cosa che non condivide la violenza di certi islamici. Visti i bassi costi  i giovani stanno comprando in Barriera .Qualche speranza  c è. Ma la politica, ma i politici? ma i politici di barriera dovranno fare il loro dovere,  dando un senso alla loro candidatura. 

"SvegliaItalia" e "Sentinelle in piedi", due piazze torinesi per due idee diverse di famiglia

famiglia corteo svegliaitaliaAl primo appuntamento il Coordinamento Torino Pride, al secondo le Sentinelle in piedi

 

Erano 7.000 in piazza Carignano a Torino alla manifestazione ‘Svegliatitalia’ promossa dal Coordinamento Torino Pride, a favore dei diritti della popolazione lgbt, mentre il Senato si appresta alla discussione del disegno di legge Cirinnà. Sul palco il sindaco Piero Fassino : “la battaglia per le unioni civili non è una lotta di schieramento politico – ha detto – ma una battaglia di civiltà”. Alla manifestazione è giunta la solidarietà del  presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, impegnato a Bruxelles. 

E in piazza Lagrange, invece, si è svolta una contromanifestazione  pro-family,a sostegno di chi difende la famiglia tradizionale basata sull’unione  tra un uomo e una donna. Le “sentinelle” hanno letto passi di  libri mentre giovani partecipanti alla manifestazione avversa li schernivano. Dicono i promotori: “noi stiamo dalla parte dei bambini, i soggetti più che hanno diritto a un padre e a una madre”.

Muore ciclista investito da auto a Parella

AMBULANZAIncidente stradale vicino alla sua abitazione

 

Aveva 55 anni, Paolo Lorenzati, di Torino, il ciclista morto in un incidente stradale vicino alla sua abitazione, in borgata Parella a Torino. Era in bici in corso Sacco e Vanzetti quando – informa l’Ansa –  per cause da verificare, è stato investito da un’Alfa Romeo 147 che viaggiava nella stesso senso di marcia. Il conducente dell’auto si è fermato e ha chiamato immediatamente i soccorsi. Purtroppo Lorenzati è morto  in ambulanza nel tragitto verso l’ospedale Martini. L’uomo era molto conosciuto a Torino per la sua passione per le bocce: era socio del club Velivolo Salette, e aveva giocato con la bocciofila della Tesoriera.

 

(Foto: il Torinese)

SALSASIO HA DATO L’ULTIMO SALUTO A DON SEBASTIANO ALBERTINO

don sebastiano albertinoalbertino chiesaDurante la celebrazione Don Marco Brunetti ha delineato la figura di Don Sebastiano, descrivendolo come una persona generosa e un grande Sacerdote che è scomparso proprio durante l’Anno Santo della Misericordia

 

Don Sebastiano nacque il 13 maggio 1923, giorno della Madonna di Fatima a Borgo Salsasio di Carmagnola, detto anche Borgo della Madonna. Infatti non a caso Don Sebastiano è sempre stato molto devoto alla Madonna.Venne Battezzato, comunicato e Cresimato nella Chiesa Madonna della Neve, ex-parrocchiale di Salsasio, dove celebrò anche la sua Prima Messa dopo essere stato ordinato sacerdote nel Duomo di Torino dal Cardinal Maurilio Fossati il 29 giugno 1947 (quell’anno fu un anno record, con 43 ordinazioni sacerdotali) in seguito agli studi ginnasiali nel Seminario Arcivescovile di Giaveno dal 1940 al ‘43 e agli studi Teologici nel Seminario di Torino dal 1943 al ’47.

 

Dopo l’ordinazione sacerdotale, Don Albertino trascorse un anno di Convitto a Bra e in seguito venne nominato Vicario Parrocchiale a Nole Canavese, a Valperga Canavese e presso la Parrocchia del Carmine a Torino.Dal 1959 al febbraio del 1981 ricoprì la carica di Canonico della Chiesa Reale di San Lorenzo a Torino. Nel 1981 venne nominato Parroco della Parrocchia San Grato in Mongreno a Torino, dove rimase fino al 2007, quando per raggiunti limiti di età e per motivi di salute trascorse un periodo ne Monastero Abbaziale di Casanova per poi trasferirsi nella Casa del Clero San Pio X, dove è rimasto fino alla sua morte.

 

I Funerali si sono svolti sabato 16 gennaio nel suo paese natio, Salsasio nella Chiesa Beata Enrichetta, dove i suoi borghigiani lo hanno salutato per l’ultima volta. Il funerale è stato Presieduto da Don Marco Brunetti, Direttore della Pastorale della Salute della Diocesi di Torino e Responsabile delle Case del Clero e concelebrato da alcuni Sacerdoti tra cui il Parroco di Salsasio Don Mario Berardo che ha anche celebrato il Rosario la sera precedente, da Don Tonino Borio già Parroco di Salsasio in passato e dal Direttore della Casa del Clero San Pio X di Torino oltre a Sacerdoti suoi conoscenti. Al funerale erano anche presenti i suoi famigliari, la sorella Maria e il fratello Francesco, oltre ai Fratelli Maristi di Salsasio e alle Suore di Sant’Anna.

 

Durante la celebrazione Don Marco Brunetti ha delineato la figura di Don Sebastiano, descrivendolo come una persona generosa e un grande Sacerdote che è scomparso proprio durante l’Anno Santo della Misericordia.Don Sebastiano Albertino inoltre, era l’ultimo Sacerdote nativo di Salsasio ancora in vita.Negli anni passati è tornato molte volte a Salsasio, in particolare in occasione della Festa della Madonna della Mercede, Patrona del Borgo, come nel 1997, dove nella Messa dei Sacerdoti di Salsasio, ha festeggiato i suoi cinquant’anni di Sacerdozio.

 

Ivan Quattrocchio