redazione il torinese

ORSA KJ2, MOVIMENTO ANIMALISTA PROTESTA A TRENTO: “PROVINCIA ARROGANTE E INCAPACE”

“Non solo dovranno chiarire perché è stata uccisa KJ2, primo caso italiano di deliberata esecuzione di un orso nel progetto di ripopolamento delle Alpi, ma anche spiegarci come mai certe cose accadono in Trentino e non nelle Province di Bolzano e Belluno o, meno che meno, in Abruzzo. Metteremo a nudo non solo la loro crudeltà e arroganza, già sotto gli occhi di tutti, ma come minimo la loro incapacità, o peggio”. Lo ha detto  a Trento, il capo delegazione del Movimento animalista, partecipando alla manifestazione organizzata da numerose sigle animaliste per protestare contro l’abbattimento dell’orsa KJ2.

“L’On. Michela Vittoria Brambilla presidente del Movimento animalista – ricordano i manifestanti che fanno capo al nuovo partito politico animalista – ha già dato mandato ai nostri legali di denunciare il presidente Rossi e la Provincia di Trento per l’uccisione dell’orsa KJ2. L’esposto sarà depositato all’inizio della prossima settimana. Ma questa volta vogliamo vederci chiaro su tutto. La Provincia dovrà anche rispondere della gestione del progetto di ripopolamento: della dimostrata incapacità di organizzare la convivenza tra orso e uomo; del fallimento nell’educare residenti ed ospiti al corretto comportamento nei boschi frequentati dai plantigradi; dei fondi nazionali e comunitari spesi prima per riportare gli orsi sul territorio e poi ammazzarli, con colpa, come Daniza, o volontariamente, come KJ2. Una massa di contraddizioni e un capolavoro di incompetenza che il governo nazionale vorrebbe “premiare” lasciando all’ente locale “mano libera” sui selvatici. Noi non permetteremo – conclude l’esponente animalista – che scatti ancora una volta il patto scellerato tra il governo nazionale più antianimalista della storia repubblicana e le giunte locali asservite alle lobby dei cacciatori e dei fabbricanti d’armi. Sulla gestione di un patrimonio di tutti, come gli orsi, i lupi e la fauna selvatica in generale, l’ultima parola deve spettare sempre, effettivamente, al ministero dell’Ambiente, possibilmente non guidato da un fantasma come il ministro Galletti”.

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Foto: La delegazione del Movimento Animalista presente alla manifestazione di Trento con il capo delegazione

Francia batte Italia due a zero

Senza andare tanto indietro nel tempo (andrebbe peggio), sembra una partita di calcio quella fra Italia e Francia, ma il risultato è sempre lo stesso, sia all’andata che al ritorno, la Francia batte sempre l’Italia e il suo governo. L’altra volta, nel febbraio del 2006, Enel lanciò un’Opa sul gruppo privato Suez, durante le esequie del governo Berlusconi. A onor del vero, si potrebbe sostenere che sia sulla nostra classe dirigente politica che su quella imprenditoriale ci sarebbe molto da ridire per la loro goffaggine. Nel caso di Suez, l’altra volta, gli imprenditori fecero tutto di nascosto, compreso tenere all’ oscuro il governo italiano del tentativo di acquisto. Tanto che l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ricorda, con rammarico: ” lo appresi mentre ero in campagna elettorale, in un cinema di Perugia perché mi chiamò il ministro francese per protestare”. Di lì a poco, a Parigi, si riunì il Consiglio dei ministri e il primo ministro De Villepin si presentò in televisione con i presidenti della stessa Suez e del gruppo pubblico Gaz de France per annunciare che quest’ultimo si sarebbe fuso con Suez, mandando così a rotolo le ambizioni di Enel.Tremonti fece un tentativo, ma senza successo, per far valere le ragioni italiane e il principio della libera concorrenza che, in Europa, vale a senso unico. Come sia andata allora lo sappiamo, come andrà la nuova partita, senza aspettare settembre, lo prevediamo già.

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Per dirla con una leggenda metropolitana: in Europa vige ancora il trattato dell’Eliseo stipulato il 1963, nel castello di Rambouillet, tra Charles De Gaulle e Konrad Adenauer. Un “accordo” che, sostiene il gossip, avrebbe pure clausole segrete che assegnerebbero alla Germania tutta l’area dell’Est e qualcosa in Spagna, mentre alla Francia l’area italiana. Se è una bufala o per dirla in termini più moderni, una “fake news”, non lo sappiamo per certo, ma di sicuro spiegherebbe lo shopping francese nel Bel Paese che si chiama: Parmalat, Buitoni, Telecom e via di seguito. Per chi vi scrive, però c’è pure un altro codicillo a favore, stavolta, della Germania nel settore metalmeccanico e automobilistico. Veniamo all’altro fronte, quello di acquisto da parte francese con la società Vivendi della Telecom. In questo caso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha avviato, tardivamente, e su questo fronte concordiamo, per una volta, con la leader del sindacato Susanna Camusso, un’istruttoria per individuare i presupposti per esercitare la golden share su Tim. “La presidenza del Consiglio – leggiamo in un comunicato diffuso solo sul sito del Governo – ha ricevuto una nota, datata 31 luglio, nella quale il Ministro dello Sviluppo Economico (Carlo Calenda ndr) ha sollecitato una pronta istruttoria da parte del gruppo di coordinamento all’interno della Presidenza del Consiglio al fine di valutare la sussistenza di obblighi di notifica e, più in generale, l’applicazione del decreto legge 21 del 2012” sui poteri speciali in settori strategici, in relazione al comunicato stampa diffuso dalla Tim.

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Nel comunicato in questione erano state rese note alcune tematiche di corporate governance affrontate dal Consiglio di Amministrazione di Tim sul inizio dell’attività di direzione e coordinamento da parte di Vivendi all’interno di Telecom. Lo stesso Calenda, a margine dell’informativa alla Camera, dedicata a Fincantieri, interpellato in Transatlantico lo stesso ministro ha dichiarato:“facciamo quello che il governo deve fare, cioè applicare le regole che esistono. Abbiamo chiesto a Palazzo Chigi di verificare se c’è l’obbligo di notifica sull’attività di “direzione” in Tim da parte di Vivendi, ma un paese serio segue le regole, non si chiude per giocare solo in difesa. Per contro, per noi, un paese serio non si fa sempre massacrare da tutti, a cominciare dalla Francia per passare agli altri. Però forse pecchiamo di pessimismo, il 27 settembre nell’incontro Italia – Francia vedremo come andrà a finire sul fronte Fincantieri e se il presidente francese Emmanuel Macron farà marcia indietro; ma non scommettete, la moglie non glielo permetterà! Per concludere, intanto Vivendi con i soldi di Telecom si comprerà Mediaset. Al momento le ispezioni Consob e della Guardia di Finanza fanno sperare almeno qualcosina per i consumatori ed è meglio che niente.

Tommaso Lorusso

Aspirante notaio di giorno, pusher di sera

Studiava per diventare notaio, ma  la sera si trasformava in  pusher  per le strade della movida di Torino. Francesco Maccarone, di 34 anni, è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile mentre usciva dal proprio appartamento di Grugliasco. Secondo le indagini, vendeva cocaina purissima nei locali più “in” del centro città, frequentati da giovani delle famiglie bene. Al momento dell’arresto aveva  38 bustine di cocaina e altra droga era nascosta nella cucina per un totale di 320 grammi, quantità che poteva fruttare all’incirca centomila euro. Al telefono dell’aspirante notaio sono giunte decine di chiamate durante la perquisizione: probabili clienti.

Espulsioni a raffica dal Piemonte: via 5 giovani criminali e psicotico “seguace dell’Isis”

E’ stato loro  revocato il permesso di soggiorno con espulsione immediata

Espulso per motivi di sicurezza dal territorio nazionale il marocchino di 31 anni che il 4 luglio era stato arrestato dai carabinieri di Tortona per il furto di un minibus. Affetto da turbe psichiche, era controllato dalle forze dell’ordine: nell’aprile del 2016 era stato intercettato mentre, in  stato psicotico, si proclamava seguace dello Stato islamico. Sono stati espulsi per “indole violenta e criminale”: si tratta di cinque giovanissimi extracomunitari abitanti a Torino e sospettati di essere autori di  scippi. La decisione è del prefetto, su proposta dell’ufficio immigrazione della Questura, ed è stata convalidata da un giudice di pace. E’ il primo caso del genere nel capoluogo piemontese. I ragazzi  hanno un’età compresa fra i 19 e i 21 anni e sono giunti  in Italia da minorenni, poi sono stati presi in carico dai servizi sociali. Avevano regolarizzato la loro posizione, ma non  hanno terminato gli studi e, come risulta alle forze dell’ordine, si sono dedicati ad attività illecite. E’ stato loro  revocato il permesso di soggiorno con espulsione immediata dal territorio nazionale e ora sono trattenuti al Cpr.

Allegri: “Da Agnelli parole giuste per motivare la squadra”

“Ha spiegato come deve essere l’annata, i ragazzi hanno recepito”

Massimiliano Allegri  parla con l’Ansa raccontando il recente incontro  a Villar Perosa tra la Juventus e il presidente Andrea Agnelli . “Agnelli ha fatto il consueto discorso alla squadra, – dice Allegri –  trovando le parole giuste per motivarla. Ha spiegato come deve essere l’annata, i ragazzi hanno recepito e da domani si metteranno alla prova sul campo”

Metro Torino linea 2, il ministro Delrio: “E’ un problema, si rischia di perdere i finanziamenti”

“Quello della Metro 2 è un problema complicato che ancora non è risolto: c’è il rischio di perdita dei finanziamenti”. Così la pensa il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ieri in città per un vertice con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino sui  trasporti locali piemontesi. Inntanto la sindaca di Torino, Chiara Appendino, incontrerà la prossima settimana il ministro, proprio per fare il punto sulla situazione della seconda linea della metropolitana .  “I tempi – ha spiegato all’Ansa Delrio  – non coincidono con quelli che ci siamo dati per l’erogazione dei fondi. Abbiamo messo molti soldi su questo sistema, ma abbiamo messo anche delle regole. Dei limiti. Io non voglio che i soldi vadano perduti ma i tempi sono questi”.

All’Egizio tra faraoni, mummie e sarcofagi

Il Museo Egizio, secondo solo a quello de Il Cairo per importanza, è senza ombra di dubbio una delle istituzioni culturali più note e amate di Torino. Tale successo si deve non solo al fatto che, grazie ai lavori di allestimento e di ordinamento conclusi nel 2015, è diventato il museo dal profilo più internazionale presente in città, ma anche e soprattutto al fatto che è un luogo nel quale rivivono la storia, la cultura e l’arte di una grande civiltà antica. Nonostante esista un’evidente distanza storica e geografica che separa il mondo egizio dalla società occidentale, l’interesse per la cultura e le tradizioni degli antichi egizi nasce piuttosto precocemente a Torino. In particolare, si sviluppa a partire dalla seconda metà del Cinquecento quando iniziano ad essere elaborate delle teorie secondo le quali Torino avrebbe avuto leggendarie origini egizie. Tuttavia, il nucleo principale della raccolta di antichità egizie giunge in città solo dopo il 1823, quando Carlo Alberto per l’esorbitante cifra di 400 mila lire si aggiudica la ricchissima collezione di Bernardino Drovetti, ufficiale napoleonico di stanza ad Alessandria d’Egitto.

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Successivamente, ad arricchire la raccolta torinese di antichità egizie sono stati i ritrovamenti frutto delle campagne di scavo promosse dai direttori che si sono avvicendati alla guida del museo. Tra di essi, è doveroso ricordare Ernesto Schiaparelli, promotore di ben dodici campagne di scavo compiute nei primi due decenni del XX secolo. Come spiegato nella mostra Missione Egitto 1903-1920. L’avventura archeologica M.A.I. raccontatavisitabile sino al prossimo 10 settembre, la ricerca sul campo condotta da Schiaparelli e dai suoi fidati collaboratori ha portato alla luce straordinari tesori, tra i quali la tomba di Kha, architetto del faraone Amenhotep III, e della moglie Merit. Risalente al Nuovo Regno, oltre a conservare le mummie dei due coniugi perfettamente intatte e racchiuse nei sarcofagi, era completa del ricco corredo funerario di cui facevano parte provviste alimentari, vasi, unguenti e oggetti per la cura personale, vestiti, elementi di arredo (sedie, letti e bauli in legno) e persino un gioco da tavola, oggetti che oggi rappresentano una tappa immancabile nel percorso di visita del museo.

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L’itinerario tra le sale del museo, che sin dalla sua nascita ha sede nel Palazzo della Reale Accademia delle Scienze, è costituito da un percorso obbligato che consente di ripercorrere la storia della civiltà egizia dalle sue origini sino all’epoca tardoanticaAd accompagnare il pubblico alla scoperta del mondo egizio è una video-guida attraverso la quale il visitatore – dopo aver ricevuto il benvenuto del giovane direttore, Christian Greco – assume un ruolo attivo nella scelta dei contenuti da esplorare poiché ha modo di selezionare uno dei tre differenti percorsi di visita. Il percorso più breve è pensato per chi non ha molto tempo da spendere in museo, quello lungo – della durata di circa 2 ore e mezza – è studiato per chi vuole conoscere a fondo la collezione, mentre quello per famiglie, impiegando un linguaggio chiaro e accattivante, consente di apprezzare la storia che si cela dietro i più importanti oggetti esposti nelle varie sale del museo.

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Da segnalare anche la presenza di alcune postazioni attraverso le quali è possibile fare una vera e propria esperienza sensoriale, annusando differenti fragranze che rinviano alla civiltà egizia, dalle spezie sino ai profumi passando per le essenze del legno impiegato per la costruzione dei sarcofagi. Arricchiscono ulteriormente il percorso di visita sia la possibilità di osservare da vicino il lavoro dei restauratori all’opera sia l’opportunità di vedere parte dei depositi con le testimonianze di cultura materiale. Tutti questi aspetti, uniti alla costante attività di ricerca e alle attività didattiche destinate ad adulti e bambini, rendono il Museo Egizio uno dei primi in Italia per qualità dell’esperienza offerta, peccato solo per il servizio guardaroba a pagamento, che genera il malcontento di molti visitatori abituati a disporne gratuitamente in quasi tutti gli altri musei del mondo.

 

Giulia Amedeo

19 Agosto: la Chiesa di Scientology di Torino celebra la Giornata Mondiale Umanitaria

Sabato 19 agosto la Chiesa di Scientology di Torino celebra la Giornata Mondiale Umanitaria indetta dalle Nazioni Unite. Per l’occasione, a chiunque ne faccia richiesta presentandosi in via Villar, 2 dalle 10.00 alle 19.00, verrà consegnata una copia della rivista dedicata ai Ministri Volontari di Scientology, movimento umanitario internazionale avviato da L. Ron Hubbard a partire dagli anni ’70.
 
    Nella stessa sede sarà possibile assistere con ingresso libero alla proiezione del documentario filmato sugli aiuti che i Ministri Volontari portano in tutto il mondo. 
    A Torino nel 2002 il gruppo locale di Ministri Volontari ha formato la PRO.CIVI.CO.S. (Volontari di Protezione Civile della Comunità di Scientology), gruppo di volontariato iscritto all’elenco del Dipartimento Nazionale, costantemente attivo assieme ad associazioni ed enti governativi di Protezione Civile.
    “La celebrazione della Giornata Mondiale Umanitaria – si legge nel sito dell’ONU Italia – è un’occasione per ricordare coloro che ogni giorno aiutano milioni di persone in tutto il mondo, affrontando pericoli e avversità, animati da un grande spirito di solidarietà.
    Assieme a migliaia di organizzazioni umanitarie e decine di milioni di volontari, i Ministri Volontari contribuiscono attivamente alla solidarietà internazionale. 

La Mole si spegne in omaggio alle vittime di Barcellona

A Torino bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici e Mole Antonelliana spenta in segno di lutto per le vittime dell’attentato di Barcellona. Il capoluogo catalano e la nostra città sono legati da un lungo e consolidato rapporto di amicizia e cooperazione che in questi anni le ha viste insieme nello sviluppo di numerosi progetti. “Con lo spegnimento del suo monumento simbolo – dice la sindaca Chiara Appendino – Torino intende esprimere solidarietà alle Città di Barcellona e di Cambrils, colpite in queste ore da atti di folle violenza che hanno spazzato via vite umane, spargendo terrore e sangue tra turisti e residenti”. 

Merlo. Pd Torino, gestione unitaria senza cancellare differenze politiche

“La gestione “unitaria” del Pd a livello torinese in vista del prossimo congresso locale credo sia una condizione politica indispensabile. E questo al di la’ delle richieste delle innumerevoli e sempre crescenti correnti e sottocorrenti presenti nel Pd torinese. Una gestione unitaria si impone dopo la pesante sconfitta elettorale al Comune di Torino dell’anno scorso e, soprattutto, per la crisi politica che ha investito il partito in questi ultimi anni. Gestione unitaria che, come ovvio, non cancella le differenze politiche, profonde, tra la maggioranza renziana e la sinistra politica, sociale e culturale del Pd”. 

 

Giorgio Merlo Direzione Nazionale Pd. Esponente Sinistra Dem