redazione il torinese

NON SOLO SPORT ALLA II^ FESTA DELL’ACROBATICA

“UNA DOMENICA A TESTA IN GIÙ”

Domenica 8 Ottobre alla Reale Società Ginnastica e FLIC Scuola di Circo di Torino di Via Magenta, apertura straordinaria per la II^ Festa dell’Acrobatica, dalle 15 alle 19, un intero pomeriggio alla scoperta di sport, circo, spettacoli e cultura nella società sportiva più antica d’Italia.“Una domenica a testa in giù” per giocare, conoscere e sperimentare tutta l’acrobatica possibile ed assistere a esibizioni di atleti e artisti

 

Reale Società Ginnastica di Torino e FLIC Scuola di Circo, via Magenta 11, Torino
Attività dalle 15.00 alle 19.00 per adulti e ragazzi (dai 16 anni in su)

Dalle 19.00 in poi Aperitivo e performance degli allievi della FLIC Scuola di Circo
Per ogni ulteriore informazione:
segreteria della Reale Società Ginnastica e FLIC Scuola di Circo: tel. 011 530217

 

www.realeginnastica.it   – www.flicscuolacirco.itwww.museorealeginnastica.it

 

 

Domenica 8 ottobre 2017, dopo il grande successo della prima edizione di settembre, apertura straordinaria alla Reale Società Ginnastica di Torino e FLIC Scuola di Circo per la II^ Festa dell’Acrobatica “Una Domenica a testa in giù”, dalle 15 alle 19, un intero pomeriggio di attività a porte aperte dedicato agli adulti e ragazzi alla scoperta di tutta l’acrobatica possibile da provare con istruttori che avvicineranno il pubblico all’acrobatica a terra, a coppie e di gruppo, trampolino elastico, discipline aeree (tessuti, cerchio, corda, trapezio, trapezio ballant), verticali e palo cinese.

Inoltre, per tutta la giornata sarà possibile visitare la sala dei trofei, la mostra storica e la sede stessa, una palazzina storica di 2.500 mq su cinque piani, nel pieno centro di Torino, e per fare due chiacchiere alla fine degli allenamenti si potrà anche gustare un aperitivo con buffet guardando le esibizioni a cura degli artisti della FLIC Scuola di Circo.

 

La Festa dell’Acrobatica “Una Domenica a testa in giù” è l’occasione a cadenza mensile per scoprire da vicino la Reale Società Ginnastica di Torino, una realtà torinese che per tradizione ha sempre saputo anticipare le novità e precorrere i tempi, senza perdere di vista la propria storia. Come quando ha creato nel 2002 la FLIC Scuola di Circo facendola diventare in pochi anni una delle scuole più rinomate d’Europa sino ad ottenere recentemente un grande riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo che con il Decreto Direttoriale del 9 luglio 2015 ne ha premiato il progetto “Prospettiva Circo” inserendolo nella rosa dei 6 progetti nazionali di perfezionamento professionale scelti per il triennio 2015/2017. Ad oggi la FLIC ha formato oltre 300 allievi provenienti da ogni parte del mondo, il 90% dei quali lavora nel settore dello spettacolo.

 

La Reale Società Ginnastica di Torino è la Società Sportiva per eccellenza, perché è nata prima di tutte le altre, nel 1844 e perché guarda al futuro tenendo presente la tradizione, l’esperienza e la storia che la contraddistinguono. Meglio conosciuta come “Palestra Magenta”, forte di un patrimonio storico e culturale inestimabile che la caratterizza, propone attività di preparazione atletica, sia a livello agonistico che amatoriale, dedicando grande cura all’avvicinamento dei più piccoli alle discipline sportive. Oltre ai numerosi corsi amatoriali per bambini e adulti, la Reale Società Ginnastica di Torino offre ai suoi soci una gamma di attività e servizi collaterali che rendendo ancora più piacevole fare sport alla Magenta.

 

Per ogni ulteriore informazione sulla II^ Festa dell’Acrobatica “Una Domenica a testa in giù” è possibile chiamare la segreteria al numero: 011 530217

 

È possibile avere maggiori informazioni su tutti i corsi in programma alla Reale Società Ginnastica e FLIC Scuola di Circo sul sito www.realeginnastica.it con descrizione e orari delle attività per bambini e adulti e informazioni per prenotare una prova gratuita nel caso in cui non si possa partecipare alla giornata di domenica 8 ottobre.

 

Per approfondire la storia della Reale Società Ginnastica è possibile visitare:

www.realeginnastica.it,   www.museorealeginnastica.it   e www.flicscuolacirco.it

Con Trump l’Iran torna “Stato canaglia”

FOCUS  di Filippo Re

Bush sta preparando un attacco nucleare contro l’Iran? Nell’aprile 2007, un giornalista chiese al presidente Bush durante una conferenza stampa alla Casa Bianca: “quando parla dell’Iran, signor presidente, lei afferma che sono aperte tutte le opzioni. Ciò include anche la possibilità di un attacco nucleare? Bush rispose: “tutte le opzioni sono sul tavolo. La prima cosa che i governanti dovranno capire è che un Iran con un’arma atomica in pugno sarebbe un fattore di incredibile destabilizzazione per il mondo”. Dalla Corea del Nord all’Iran e alla Siria, tornano gli “Stati canaglia” con un linguaggio aspro e rude che non si sentiva dai tempi di George W. Bush. I toni si sono riaccesi all’improvviso e, tra minacce, insulti e lancio di missili, il duello tra Teheran e Washington è ripreso caldissimo, sul modello nordcoreano, preoccupando la comunità internazionale. La mano tesa di Obama all’Iran, che ha portato all’accordo sul nucleare iraniano del 14 luglio 2015, è stata recisa da Trump che non si fida degli ayatollah per tanti motivi e non crede all’impegno dell’Iran a rinunciare all’arma atomica, fino a mettere in discussione l’intesa di due anni fa. La definisce non solo “pessima e imbarazzante” ma “una delle peggiori intese che gli Stati Uniti abbiamo mai sottoscritto” ricevendo l’approvazione entusiastica di Israele e dei falchi di Teheran. Si torna dunque all’antica nei rapporti tra la potenza americana e il Paese degli ayatollah, uno scontro a suon di parole pesanti, accuse e provocazioni che ricorda la stagione di Bush e Ahmadinejad. Trump afferma tra l’altro che “l’Iran deve mettere fine alla sua ricerca di morte e di armi di distruzione di massa”. I leader iraniani, Rouhani e Khamenei, rispondono che le parole di Trump sono “ignoranti, assurde e piene di odio”. Rispuntano anche le famose armi di sterminio di massa che nell’Iraq di Saddam Hussein erano chimiche e non furono mai trovate e che secondo Bush sarebbero servite agli iracheni per dominare il Medio Oriente e terrorizzare il mondo. Ora invece sarebbe l’Iran a produrre segretamente armi nucleari. Nuove nubi si affacciano sul tempestoso rapporto tra due grandi Paesi che non si sopportano dagli anni Cinquanta e che riporta alla luce una delicata questione che sembrava ricomposta dopo anni di lungo e faticoso negoziato. Si torna al muro contro muro, la piccola potenza persiana che si oppone alla forza della più grande potenza del pianeta. Trump e gli ayatollah vestono i panni di Bush e Ahmadinejad. Straccerà Trump l’accordo di Vienna? Il presidente americano detesta il regime iraniano ma all’interno della sua amministrazione le colombe sembrano prevalere sui falchi e pochi sono favorevoli a cancellare la storica intesa sul controverso progamma atomico. Il fronte europeo, guidato da Macron, rischia di dividersi. Uscire dall’intesa, si sostiene a Bruxelles, sarebbe un errore ma si accusa l’Iran di esercitare troppa pressione nella regione e di esagerare con i test missilistici. Trump invece vuole riaprire un vecchio capitolo di politica estera che ha segnato le relazioni internazionali e i rapporti tra le grandi potenze per tanti anni rischiando di portare il mondo vicino a un conflitto dalle conseguenze imprevedibili. Azzerare l’accordo e ricominciare da capo? Rinegoziare una nuova intesa? Trump deve chiarire entro il 15 ottobre al Congresso, che non ha mai ratificato l’accordo, se l’Iran sta rispettando o meno il patto firmato due anni fa. Probabilmente ha già deciso perchè considera l’Iran inadempiente rispetto alle condizioni poste dall’accordo. In questo caso

 (AP Photo/Carlos Osorio)

gli Stati Uniti ripristinerebbero le sanzioni eliminate mentre i Paesi europei, se vogliono, potranno continuare a rispettare le intese raggiunte e fare affari con l’Iran. Sotto accusa per la Casa Bianca ci sono i test missilistici che non solo violerebbero lo spirito dell’intesa ma dimostrerebbero che Teheran non intende affatto rallentare il suo programma nucleare militare che dovrebbe interrompere o almeno frenare per dieci anni. L’Iran naturalmente sostiene il contrario e parla di rinuncia totale alle armi nucleari citando il primo paragrafo del testo. L’intesa del 2015 tra i governanti iraniani e il Gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e l’Ue) costringe l’Iran ad accettare ispezioni internazionali nei siti nucleari e già diverse volte gli ispettori dell’Onu hanno certificato che l’Iran sta rispettando il patto ma Trump parla di violazioni dei termini dell’accordo. La dimostrazione lampante dell’aggressività iraniana si è verificata il 23 settembre con il lancio di un missile con una gittata superiore ai 2000 chilometri, in grado di portare diverse testate nucleari, in disaccordo quindi con la risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu che prevede (il testo tuttavia non è molto chiaro su questo punto) la possibilità di sperimentare missili non in grado di caricare bombe nucleari. Il lancio del vettore Khorramshahr, fabbricato dopo anni di lavoro, dimostra chiaramente che l’Iran non ha mai ritardato il suo programma missilistico, neppure con Obama a Washington. Un campanello d’allarme per tutti dunque ma forse è ancora troppo presto per sostenere che l’atomica iraniana è vicinissima, come si diceva già oltre dieci anni fa. Ma c’è dell’altro: l’Iran viene messo sotto accusa da Trump per le sue attività in Siria, Iraq, Libano, nello Yemen e per la collaborazione con la Corea del Nord in materia nucleare. Non è la prima volta quest’anno che l’Iran mostra i muscoli. Il 29 gennaio le Forze armate di Teheran lanciarono un missile di medio raggio, poi esploso in aria, mentre a giugno i Guardiani della Rivoluzione, corpo militare d’élite del regime, ordinarono il lancio di alcuni missili in Siria contro postazioni dei jihadisti dello “Stato islamico”. Il nucleare iraniano diventa quasi un pretesto per scagliarsi contro un Paese “che continua a esportare terrorismo, violenza e caos”, che combatte in prima linea in Siria per sostenere Assad, a fianco dei russi e che sostiene Hezbollah, il partito di Dio libanese, nella lotta contro i gruppi jihadisti. E mentre aumenta il suo peso politico e militare nell’Iraq sciita, gli iraniani cercano di arrivare al potere anche nello Yemen sul Golfo di Aden dove armano e finanziano i ribelli sciiti in lotta contro un governo, cacciato dagli insorti, ma alleato dell’Arabia Saudita intervenuta militarmente al suo fianco. É l’ombra nera, cupa e minacciosa che gli ayatollah proiettano con successo all’estero a preoccupare la Casa Bianca. É l’Iran il grande nemico da affrontare, oltre alla Siria di Assad e alla Corea del Nord. Non è tanto il nucleare iraniano che torna a far paura uscendo improvvisamente dai bunker delle montagne iraniane in cui è stato confinato due anni fa dalla diplomazia internazionale ma il nuovo ruolo di primo piano che l’Iran ha assunto nella regione e di fronte al consesso mondiale dopo essere riemerso dall’isolamento internazionale e aver riacquistato credibilità e forza dopo anni di sanzioni. Ora che Teheran è rientrata nella comunità internazionale a tutti gli effetti è bene che ci rimanga. Le sue mosse vanno controllate attentamente, l’intesa prevede il ripristino delle sanzioni in qualsiasi momento ma isolarla di nuovo porterebbe su una strada sbagliata.

Filippo Re

(“La Voce e il Tempo”)

 

 

Economia e società, Rapporto Rota: Torino resta indietro rispetto alle grandi città italiane

Gli analisti parlano di un “effetto anestetizzante”, di una  retorica autocelebrativa che ha esaltato le piazze-salotto del centro, le migliaia di turisti ai musei, la movida

Torino è indietro rispetto alle altre grandi città e fatica a tenere il passo con le altre aree metropolitane italiane. E’ un dato strutturale, poiché rilevato a partire da inizio 2000, ed emerge dall’ultimo Rapporto Giorgio Rota sulla città. Secondo lo studio, per quanto riguarda il tessuto produttivo l’impressione è che i segnali negativi tendano a prevalere. La città della Mole è infatti penultima nel centro-nord per valore aggiunto prodotto, penultima per produttività, e tra il 2008 e il 2016 ha registrato il secondo peggior saldo tra natalità e mortalità d’impresa, superato in peggio soltanto da Messina. E purtroppo la nuova economia dei servizi non ha compensato il declino industriale.  Gli analisti parlano di un “effetto anestetizzante”, di una  retorica autocelebrativa che ha esaltato le piazze-salotto del centro, le migliaia di turisti ai musei, la movida, e i fasti olimpici del 2006. Tutti dati positivi, certo, ma non risolutivi del declino.

LA CROCE VERDE TORINO CELEBRA 110 ANNI

La Croce Verde Torino celebra il suo 110° anniversario di fondazione. Nella notte di sabato 7 ottobre l’illuminazione in verde della Mole Antonelliana introdurrà la cerimonia ufficiale dei 110 anni Croce Verde Torino in programma domenica 8 ottobre, ore 9.45, al Teatro Alfieri con la premiazione dei volontari alla presenza delle autorità cittadine.

Per l’occasione verrà inoltre presentata l’iniziativa a premi indirizzata agli alunni delle scuole elementari di Torino, dalla prima alla quarta classe, con disegni sul tema “Croce Verde Torino 1907-2017 – Ieri, Oggi e Domani” e consegnati i riconoscimenti agli studenti vincitori. Infine, si assisterà alla proiezione di filmati realizzati dai volontari del Gruppo Giovani Croce Verde Torino.

 

E ancora, sabato 21 e domenica 22 ottobre porte aperte in Croce Verde. Visite guidate della sede di via Dorè 4 a Torino con informazioni sulle attività dell’associazione, sulla chiamata di emergenza e sui servizi di tipo socio sanitario offerti alla cittadinanza. Verranno esposte attrezzature mediche d’epoca messe a disposizione dal professor Marco Galloni, direttore scientifico e vicepresidente Astut Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino.

 

A gettare le basi per la sua costituzione fu, nel 1907, lo studioso Cesare Lombroso. Il primo servizio di soccorso sanitario da parte dei militi della Croce Verde è datato 13 marzo 1908, cui seguì l’apertura di un posto di pronto soccorso in via Matteo Pescatore 4, la creazione di una Cassa Mutua finalizzata ad erogare assistenza medica ed economica ai militi ed ai soci bisognosi. È di quegli anni la nascita di un notiziario interno che, tra il 1920 e 1930, assunse notevole fama come rivista sanitaria potendo attingere al contributo di numerosi luminari dell’epoca.

 

Oggi i volontari soccorritori della Croce Verde Torino sono oltre milletrecento, organizzati in squadre notturne e diurne che affiancano gli oltre 70 dipendenti, senza dimenticare la squadra di montagna, attiva da novant’anni per il soccorso sulle piste da sci. Volontari da 110 e lode, come riportato nel logo ufficiale creato per l’occasione dallo studio Armando Testa. A dare il massimo dei voti alla Croce Verde sono i cittadini di Torino e dei Comuni di Alpignano, Borgaro-Caselle, Ciriè, San Mauro e Venaria Reale, ai quali la Verde presta da sempre aiuto e soccorso con professionalità e dedizione, contribuendo al servizio di emergenza 118 e svolgendo, complessivamente, 78mila servizi solo nell’ultimo anno.

 

La Croce Verde Torino aderente all’Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze grazie ai suoi 1.356 volontari e 76 dipendenti effettua oltre 78mila servizi annui. Si tratta di trasporti in emergenza urgenza 118, prestazioni convenzionate con le Aziende sanitarie locali, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni sportive con una percorrenza di circa 1.280.000 chilometri. La Croce Verde Torino conta cinque sedi operative distaccate nei comuni di Alpignano, Borgaro-Caselle, Ciriè, San Mauro Torinese e Venaria Reale, dispone di 53 ambulanze, 3 mezzi attrezzati al trasporto disabili e 28 autoveicoli per servizi socio sanitari e di protezione civile. Dal 1907 insieme ai cittadini nello spirito di “Ci siamo sempre … Incontriamoci mai”.

Operato con successo il bimbo del Somaliland malato di cuore

E’ affetto da una grave cardiopatia congenita

 

E’ stato operato con successo presso l’ospedale Regina Margherita di Torino il piccolo Ahmed, il bimbo di 13 anni proveniente dal Somaliland ed affetto da una grave cardiopatia congenita, costituita da una stenosi valvolare ed infundibolare polmonare. Questa era stata diagnosticata presso il MAS Teaching Hospital di Hargeisa, l’ospedale che, nato grazie al contributo della Fondazione Specchio dei Tempi, dal 2012 ha permesso di curare circa 50000 piccoli pazienti.

Grazie ad una catena di solidarietà, Ahmed è stato ricoverato presso la Cardiologia Pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti), dove gli accertamenti eseguiti hanno confermato la diagnosi di stenosi della via di uscita del ventricolo destro. Per questo motivo il bimbo è stato sottoposto ad intervento chirurgico correttivo a cuore aperto dall’équipe della di Cardiochirurgia Pediatrica (diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone), coadiuvata dall’équipe di Cardioanestesia Pediatrica (diretta dalla dottoressa Alberta Rizzo). L’intervento è consistito nell’allargamento della via di efflusso del ventricolo destro e nella realizzazione di una valvola polmonare artificiale su misura per il piccolo paziente. Dopo un decorso complesso, dovuto alla gravità della cardiopatia, il piccolo Ahmed è attualmente ricoverato nel reparto di degenza del Regina Margherita, e presto dovrebbe essere dimesso per rientrare nel suo Paese di origine.

Il risultato è stato possibile grazie alla Fondazione Forma, che si è occupata degli aspetti organizzativi e della logistica, ed all’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici, che ha garantito il vitto e l’alloggio alla mamma e ad un infermiera del MAS Teaching Hospital che ha accompagnato la famiglia. Le spese dell’intervento invece saranno coperte dalla Regione Piemonte, grazie ai fondi che consentono di curare pazienti provenienti da Paesi in via di sviluppo.

La ristrutturazione del 6° piano dell’ospedale Infantile Regina Margherita (realizzata grazie al contributo della Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi) ed in generale del percorso del paziente portatore di cardiopatia congenita, fortemente voluto dalla Direzione Aziendale e dal Dipartimento di Pediatria e Specialità Pediatriche della Città della Salute di Torino (diretto dalla dottoressa Franca Fagioli), consentirà di accogliere e di venire incontro alle esigenze di salute dei piccoli pazienti portatori di queste gravi malattie e dei loro parenti. Grazie al contributo della Regione, sarà possibile estendere il potenziale di cura del Centro, che già rappresenta un punto di riferimento regionale e nazionale di altissimo livello, anche a bimbi provenienti da Paesi in via di sviluppo non in grado di accedere a questi livelli di assistenza.

 

 

Dentro le pagine della storia al Museo del Risorgimento

 

Il Museo Nazionale del Risorgimento è in assoluto il museo di Torino in cui si respira più profumo di storiaGli oltre duemilacinquecento oggetti che si incontrano lungo il percorso di visita consentono infatti di scoprire le radici culturali, politiche, economiche e sociali del nostro Paese, ripercorrendo gli eventi che hanno portato alla nascita dell’Italia unita.  Fondato nel 1878 a pochi mesi dalla morte del re Vittorio Emanuele II, il Museo del Risorgimento ha sede all’interno della Mole Antonelliana dal 1908 sino al 1938, quando le sue collezioni vengono trasferite in Palazzo Carignano, splendido esempio di architettura barocca frutto del genio dell’architetto Guarino Guarini, che ancora oggi le conserva. Nello specifico, tali collezioni sono distribuite in trenta sale al piano nobile del palazzo, il cui allestimento è stato completamente rinnovato nel 2011.

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In occasione delle celebrazioni per i centocinquanta anni dell’unità d’Italia è stato studiato un allestimento che, anche a distanza di qualche tempo, continua ad essere accattivante e si contraddistingue perché riesce a combinare alla perfezione rigore scientifico e esigenze divulgative. La scelta vincente di dare vita a un racconto cronologico scandito dalla successione delle sale, ciascuna delle quali di un colore differente dalle altre, si accompagna all’utilizzo di contributi multimediali e nuove tecnologie che rendono la visita più coinvolgente. Oltre alla sala cinema, lungo il percorso sono presenti video e tavoli interattivi che consentono di approfondire i temi trattati, mentre i contenuti dell’app, scaricabile gratuitamente in museo e disponibile in ben nove differenti lingue, rappresentano una efficace evoluzione delle più tradizionali schede di sala.

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Le prime tre sale del percorso di visita espongono ricostruzioni fedeli di parti degli allestimenti precedenti per raccontare le differenti letture che dell’età risorgimentale sono state elaborate nei due secoli scorsi. Dalla quarta sala ha inizio invece la narrazione degli eventi che hanno segnato la storia piemontese, italiana e internazionale, a partire dalle grandi rivoluzioni della seconda metà del Settecento, quella industriale inglese e quella politica francese, che costituiscono le basi da cui si sviluppano i movimenti nazionali ottocenteschi. Il viaggio nelle pagine della storia continua con il racconto delle imprese di Napoleone Bonaparte che, occupando anche la penisola italiana, riesce a dare vita a un vero e proprio impero, della cui estensione rende conto la bellissima carta d’Europa intagliata nel pavimento della settima sala. Le sale successive raccontano invece la Restaurazione, seguita al crollo dell’impero di Napoleone nel 1814, la nascita delle società segrete e le prime insurrezioni che anticipano i moti del 1830 e poi degli anni 1848-1849.

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Il racconto degli eventi di tale biennio occupa una serie di sale poiché rappresenta un momento chiave non solo per la storia d’Europa ma anche per quella d’Italia. Sono infatti gli anni in cui viene combattuta la prima guerra di indipendenza e il re di Sardegna, Carlo Alberto, concede lo Statuto Albertino, costituzione promulgata dall’alto per cercare di tenere a bada le spinte più innovative e radicali che dà vita a un sistema parlamentare di tipo bicamerale. Se il Senato Subalpino si riunisce in Palazzo Madama, le sedute dei deputati si tengono a Palazzo Carignano nella splendida aula della Camera Subalpina, visibile esattamente a metà del percorso. Le sale successive alla grande aula parlamentare raccontano le vicende che determinato la nascita dell’Italia unita e gli eventi che segnano i primi anni di vita della nazione, dal 1861 sino alle soglie della Prima guerra mondiale. A chiudere la visita è l’immensa sala che avrebbe dovuto ospitare la Camera dei Deputati del Regno d’Italia e che invece oggi conserva le gigantesche tele dedicate all’epica militare, osservando le quali non si può non condividere il pensiero di Alessandro Manzoni che, in apertura dei Promessi Sposi, definisce la storia come «una guerra illustre contro il Tempo».

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Giulia Amedeo

Le precedenti puntate nell’archivio della sezione CULTURA E SPETTACOLI 

Gli industriali: “Più investimenti, la ripresa è solida”

“Tutti i principali indicatori registrano un andamento positivo, in particolare il trend degli investimenti nell’industria, grazie anche agli incentivi inseriti nell’ultima legge finanziaria. La ripresa a Torino è solida. I dati sono  incoraggianti, soprattutto l’accelerazione degli investimenti in macchinari da parte delle imprese manifatturiere: effetto dell’elevato tasso di utilizzo degli impianti, delle favorevoli condizioni finanziarie ma anche del programma di incentivi di Industria 4.0.”. Ne sono convinti gli industriali torinesi che hanno presentato l’ indagine congiunturale trimestrale. A parlare è il presidente Dario Gallina che aggiunge:  “Il rilancio della spesa può dare basi più solide alla fase espansiva, ma a strada da percorrere resta lunga”. Invariato il ricorso agli ammortizzatori sociali mentre tra i settori le indicazioni più favorevoli provengono dall’industria metalmeccanica. In crescita anche chimica, alimentare, gioielli e giocattoli.

“Un libro tira l’altro” ovvero il passaparola dei libri

NON E’ VERO CHE SUI SOCIAL NON SI LEGGE, QUESTO GRUPPO NE E’ UN ESEMPIO LAMPANTE !

Il gruppo è stato fondato nel Luglio del 2013 da Claudio Cantini, di Firenze, con il pallino dei libri che insieme a Valentina Leoni oggi gestisce una community di quasi 80.000 persone e Torino con i suoi 2.000 iscritti è la quinta città dopo Roma, Milano, Firenze e Napoli . 
“Cosa contraddistingue il gruppo”,   ci spiega il fondatore,  ”  E’ vietata la pubblicazione di ogni tipo di link; è vietato anche condividere post, immagini, bandi di concorsi, video e articoli provenienti dal web o da altre pagine Facebook compresi i profili personali. Sono vietate anche le promozioni e la pubblicità a eventi e iniziative di qualsiasi genere. Questo è un gruppo di lettori per i lettori: autori ed editori possono intervenire solo in qualità di lettori. E’ vietata l’auto-promozione. Tutti post devono essere scritti in diretta al momento della pubblicazione.  Depurato da tutto quello che è superfluo e pubblicitario il gruppo acquista una sua personalità subito riconoscibile e spero anche apprezzabile. La maggioranza degli iscritti sono donne. Gli insegnanti, oltre ad essere una delle categorie più numerose e attive si servono sempre più spesso del gruppo insieme ai loro alunni, per individuare i libri più stimolanti  da  condividere nelle loro classi, rendendo la lettura un piacere e non una imposizione. Vi posso assicurare che il metodo funziona. Il gruppo è pubblico ed è sempre attivo con i suoi 100 nuovi post e gli oltre 2.000 commenti giornalieri; alcuni iscritti addirittura chiedono aiuto mentre sono in libreria indecisi tra alcuni titoli e subito ricevono risposte utili per le loro scelte.      Siamo cresciuti nel corso di questi anni in maniera costante con il passaparola e siamo contenti di aver portato sui social la nostra passione per la lettura sperando che sia contagiosa specialmente per i giovani.” 
Questo è il Link per l’eventuale iscrizione:  

Il Tar conferma la bocciatura del “bullo” della classe

E’ legittima la bocciatura del “bullo” della classe per un brutto voto in condotta, così ha deciso il Tar del Piemonte, confermando il provvedimento assunto da una scuola superiore della Valle di Susa nei confronti di uno studente di seconda. Il consiglio di classe gli aveva assegnato all’unanimità un 5 in condotta e i genitori avevano presentato ricorso. Nel verbale  si evidenziava che il ragazzo si era reso protagonista di comportamenti come l’aggressione verbale e atti di vandalismo “fino ad arrivare a sputare addosso a un insegnante”. Lo studente aveva creato nei compagni “un clima di tensione e, in alcuni casi, di paura”. Non solo. Nel dicembre del 2016 fu sospeso perché sospettato di avere danneggiato l’auto del dirigente scolastico.

Milano-Torino, a Superga vince Uran

Tutte le foto su www.fotoegrafico.net

di Claudio Benedetto

Rigoberto Uran, scalatore colombiano della Cannondal, ha vinto oggi la Milano-Torino, la più antica classica del ciclismo internazionale, giunta alla sua 98a edizione. 4 ore, 24 minuti, 51 secondi il tempo impiegato per percorrere i 186 chilometri del percorso, alla media di oltre 42 km/ora.  Grande cornice di pubblico, come sempre d’altronde, lungo tutta la salita finale percorsa due volte dai corridori fino al piazzale di Superga, baciato quest’oggi da un caldo sole primaverile. Ed è proprio sui quattro chilometri finali che Uran si è scatenato staccando tutti e arrivando solo soletto fin sul traguardo. Dietro di lui il britannico Yates e Fabio Aru, unico italiano tra i primi dici, quarto Nairo Quintana, altro portacolore colombiano.

“Sono molto felice di questa vittoria. Forse ho attaccato un po’presto, ma ho voluto provare da lontano perché sono in una buona forma in questo finale di stagione. Sabato si corre il Lombardia ed è bello vedere che ho la condizione per spingere forte in salita. Vincere è fantastico ma per me la cosa più importante è essere felice pedalando, come ho fatto al Tour de France e come è stato oggi” queste le prime del vincitore subito dopo il trionfale arrivo.

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Ecco di seguito la classifica finale:

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1. Rigoberto URAN (Col, Cannondal) 186 km in 4.24’51”, media 42,137

2. Adam Yates (Gb, Orica-Scott) a 10″

3. Fabio Aru (Astana) a 20″

4. Quintana (Col) a 28″

5. Gaudu (Fra) a 31″

6. Poels (Ola)

7. Martinez (Col) a 33″

8. Pinot (Fra) a 35″

9. Latour (Fra) a 43″

10. Stetina (Usa) a 53″

Prossimo appuntamento sabato con il Giro di Lombardia, ultima importante classica italiana prima dell’inverno.

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)