IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La morte di Ugo Intini mi ha rattristato. Lo conobbi in Liguria molti anni fa dopo la caduta del Psi e dovetti discutere con lui che voleva ottenere la firma di Mario Soldati presso cui trascorrevo un fine settimana. La petulante insistenza con Soldati mi indusse a intervenire e ad alzare la voce, invitandolo ad uscire dalla villa di Tellaro perché Soldati molto deluso di Craxi non voleva più sentire parlare di manifesti politici né per Craxi , né per i post comunisti, né per Mani pulite che detestava: voleva stare tranquillo a casa sua, era rimasto vedovo da poco. Ma la morte di Intini ha rimesso in campo anche il figlio di Craxi come testimone storico, si fa per dire.
Non ho mai avuto stima di B o b o Craxi, che adesso si improvvisa storico, non potendo più da tanti anni fare il politico. L’eredità di Bettino non è certo passata al figlio.
Ho letto una sua intervista in ricordo di Ugo Intini, il portavoce settario e in parte persino comico di Craxi e direttore dell’Avanti! che sarà stato anche un uomo coerente, ma di scarsa personalità. B o b o lo ha paragonato a Nenni che fu un grande giornalista d’istinto, senza averne la cultura e lo paragona a Pertini che prima di lui diresse “Il lavoro” di Genova, anche se si limitò a fare il direttore politico: Pertini non fu mai un giornalista vero e la sua ottocentesca verbosità non ebbe nulla della secchezza necessaria per scrivere su un giornale rivolto prevalentemente agli operai.
Intini ha mantenuto la coerenza, ma quest’ultima virtù non basta per la storia. Ho letto di recente la prefazione ad un libro in cui emerge la sua vecchia passione anticomunista, ma ho notato con rammarico che egli non dedica neppure un cenno a Giacomo Matteotti, l’esempio più vero e più alto di un socialista democratico che diede la vita per affermare i suoi ideali. Forse per Intini restava il padre di Nicolazzi, come diceva Craxi? A B o b o vorrei chiedere se sa che il più importante direttore dell’ Avanti! fu Mussolini come sosteneva con lucidità e amarezza uno storico vero, Emilio R. Papa.
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