Danza, teatro, cultura: da Torino al Burkina Faso un messaggio di solidarietà

Nella cultura africana tradizionale la musica, la danza, il senso del ritmo e il teatro, sono elementi profondamente radicati nell’animo delle popolazioni autoctone. Il Burkina Faso, importante paese del Sahel che pullula di arte, ne è un esempio.

E’ su questo importante terreno fertile che si innesta l’importante progetto sociale, culturale e artistico, sostenuto dal Consolato italiano a Ougadougo con in prima linea l’Ambasciatore Andrea Romussi-dall’associazione Legamondo, da Mana Chuma Teatro, diretto da Massimo Barilla e da Alessandra Barilla, ballerina, performer, laureata in tecnica della riabilitazione psichiatrica, danza terapeuta e insegnante di yoga.

Collaborerà con il grande artista Luca Fusi che lavora all’Espace Gambidi, che ospiterà il tutto, e inoltre l’aiuterà nella realizzazione dello spettacolo.
Il progetto di arte italiana all’estero troverà un titolo definitivo solo strada facendo e alla fine della formazione, che è iniziata ora con le audizioni, la scelta degli spazi e un’accurata preparazione. Poi ad ottobre andrà in scena lo spettacolo aperto a tutti, al Festival Fitmo e poi a Ougadougo, Anima dell‘inziativa è Alessandra Barilla.

Giovane torinese, talentuosa e portatrice sana di entusiasmo coinvolgente e grande voglia di fare sempre meglio il suo lavoro di artista. Collabora come volontaria con Legamondo ed altre associazioni umanitarie, (alle quali devolve buona parte dei suoi compensi) con la costante attenzione al sociale e alle altre culture, compresa quella africana.

Ora avrà la possibilità di lavorare anche con i magnifici e spettacolari danzatori burkinabè; occasione da non perdere per una sorta di sincretismo con i ritmi passionali, sensuali, e l’istinto puro che gli africani esprimono in totale libertà in tutte le loro danze.

Ed ecco un bel modo di sorvolare le barriere tra nazioni civilizzate e quelle più in difficoltà. Alessandra è appena tornata dal Burkina Faso e sta mettendo in piedi tutta l’operazione.

In scaletta il progetto prevede una prima parte sulla poesia del 900, per la quale Alessandra ha scelto testi di Sibilla Aleramo, Ada Negri, Livia Candiani e Beatrice Libonati (artista visuale che è stata assistente e danzatrice della grande Pina Bausch).

In una seconda parte, Alessandra Barilla, attraverso il suo lavoro e la sua arte, cercherà di rappresentare riflessioni importanti su concetti come il significato dei muri che dividono il genere umano, sull’uguaglianza tra popoli di diverse latitudini del mondo, tutto veicolato da movimento e parole.

All’orizzonte potrebbero esserci anche altre performance insieme ad artisti prestigiosi a livello mondiale alle quali Alessandra Barilla sta lavorando. Intanto danzerà e farà danzare i ballerini burkinabè. Insomma un grande progetto che sta prendendo sempre più forma sul solco di una convinzione importante alla base di tutto: il ruolo dell’artista è fondamentale per creare una realtà sociale sempre migliore, anche ad altre latitudini del variegato mondo.

Laura Goria

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