CULTURA

Dai parchi ai cortili, dalle piazze ai giardini: tornano i Punti estivi

L’estate torinese si diffonde nei luoghi della quotidianità. Gli spazi pubblici si trasformano in ambienti di cultura, gioco e incontro grazie al ricco palinsesto di appuntamenti nei dieci punti estivi, individuati lo scorso anno con la seconda edizione del bando pubblico biennale indetto dall’assessorato alla Cultura attraverso la Fondazione per la Cultura Torino e con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

“Anche quest’anno – dichiara l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia – gli spazi pubblici e i luoghi della quotidianità si trasformeranno in palcoscenici all’aperto, per offrire a famiglie, giovani, anziani e turisti un programma culturale ampio e diversificato, realizzato con passione e competenza dalle associazioni e realtà culturali del territorio. Un ringraziamento particolare va a Intesa Sanpaolo, il cui sostegno rende possibile la realizzazione di un’iniziativa che contribuisce a fare di Torino una città viva, accessibile e culturalmente ricca, anche d’estate”.

Tra le attività proposte, spettacoli teatrali, concerti, cinema all’aperto, danza, laboratori per bambini e ragazzi, talk, seminari e iniziative a contatto con la natura animeranno l’estate torinese per tre mesi in tutta la città. Un programma culturale variegato, capace di coinvolgere pubblici diversi e promuovere l’accesso alla cultura in modo inclusivo, anche tramite iniziative gratuite o a costi ridotti.

Sul sito della Città di Torino, alla pagina www.comune.torino.it/eventi, è  disponibile il calendario giorno per giorno delle iniziative, che sarà promosso in tutta la città anche attraverso la campagna di comunicazione “Torino, che spettacolo! Che bella estate!”.

LE ATTIVITÀ NEI DIECI PUNTI ESTIVI

Evergreen Fest 2025
Soggetto promotore: Associazione Tedacà
Luoghi: parco della Tesoriera (corso Francia 186-192)

Concerti e spettacoli, laboratori di pilates, shiatsu e pittura, musica classica, silent disco, presentazioni di libri, oltre ad attività rivolte a ragazzi, bambini e famiglie, tra laboratori di musical, danza, teatro e creatività, attività sportive, letture sul prato, giochi interattivi e di società, spettacoli di circo e magia.

Mappa Mundi
Soggetto promotore: Associazione Culturale Comala ETS
Luoghi: ex caserma La Marmora (corso Francesco Ferrucci 65), area pedonale di via Di Nanni, piazza Benefica

Serate di cinema all’aperto, concerti, eventi dedicati al ballo, serate di musica elettronica, spettacoli di stand-up comedy ed eventi teatrali, eventi di comunità e giornate legate allo sport e al gioco. Un palinsesto ricco e variegato, pensato per coinvolgere tutti i cittadini e i visitatori della città.

sPAZIO211 Open Air
Soggetto promotore: Associazione sPAZImUSICALI ETS
Luoghi: sPAZIO211 (via Cigna 211)

Nel cuore di Barriera di Milano, un ricco programma che coinvolgerà professionisti, artisti, giovani talenti, produttori, stakeholder e istituzioni in appuntamenti che spaziano tra spettacoli, incontri, workshop, podcast live, masterclass, talk, anteprime esclusive e street art.

Estate a Sud 2025 – I palchi di Mirafiori
Soggetto promotore: Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus
Luoghi: Casa nel Parco – Casa del Quartiere di Mirafiori sud (via Modesto Panetti 1), CPG (strada delle Cacce 36), Orti Generali (strada Castello di Mirafiori 38/15), TeatrAzionE (via Emanuele Artom 23), Punto 13 (via Arturo Farinelli 36/9), Cinema Teatro Agnelli (via Paolo Sarpi 111).

Un cartellone che intreccia molteplici linguaggi artistici, dalla musica al teatro, dal cabaret al cinema, passando per la danza, le arti circensi e i talk scientifici, affiancati da attività dedicate al benessere per adulti e anziani, proposte ludico-creative per bambini e famiglie e appuntamenti di divulgazione su scienza e attualità.

Hiroshima Sound Garden
Soggetto promotore: Hiroshima Mon Amour ETS
Luoghi: Hiroshima Mon Amour (via Carlo Bossoli 83)

Un programma che affronta tematiche diverse — dalla parità di genere all’uguaglianza, dalle questioni ambientali ai temi della pace, della giustizia e delle comunità — attraverso concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche e incontri. Tra gli appuntamenti, omaggi a Pier Paolo Pasolini, Hayao Miyazaki, J.R.R. Tolkien e ai Nirvana, oltre al contest rap “Tecniche Perfette”.

Estate of Mind
Soggetto promotore: Banda Larga APS
Luoghi: parco del Valentino e Murazzi del Po

Un calendario variegato, tra cinema all’aperto, concerti, laboratori di movimento, presentazioni di libri in riva al fiume, poesia performativa, danza contemporanea e spettacoli multimediali e una festa finale che unisce i vari hub della rassegna.

La terrazza della felicità
Soggetto promotore: Associazione Nessuno APS
Luoghi: Polo culturale Lombroso 16 (via Lombroso 16)

Un programma articolato attorno a dieci tematiche chiave — dalla sostenibilità all’innovazione, dalla scuola al lavoro, fino alla terza età, alla salute e all’accesso alla cultura — esplorate attraverso un’ampia gamma di attività: presentazioni di libri, mostre fotografiche, dibattiti, laboratori, concerti, spettacoli per bambini, attività dedicate agli anziani e incontri di divulgazione.

Cinema in famiglia – XV edizione
Soggetto promotore: Associazione Culturale Zampanò
Luoghi: parco Rignon (corso Orbassano 200), parco Ruffini (viale Bistolfi 183), piazza Don Franco Delpiano, piazzale Mauro Rostagno, parco del Mausoleo della Bela Rosin (strada del Castello di Mirafiori 148/7)

Una rassegna cinematografica itinerante in cinque aree verdi della città, tra film di animazione, di avventura, fantasy, commedie, film d’essai e documentari.

Il coraggio di essere felici
Soggetto promotore: Stalker Teatro Soc. Coop.
Luoghi: Cortile officine CAOS (piazza Montale 14 bis/a), spazi interni di officine CAOS (piazza Montale 18/a)

Un fitto programma di appuntamenti tra serate di spettacolo dal vivo, con artisti locali e nazionali, alternati da appuntamenti pomeridiani o mattutini per grandi e piccoli, tra attività creative, letture animate, passeggiate nell’architettura e nella storia del quartiere e molto altro ancora.

Impatto Zero – Il palcoscenico sostenibile
Soggetto promotore: Fondazione Cantabile
Luoghi: Arena Manin Torino (scuola primaria Ludovico Muratori – I.C. Gino Strada, via Manin 18), Musica alla Spina (scuola primaria De Amicis – I.C. Regio Parco, vicolo Grosso 3)

Un palinsesto di concerti di ensemble, orchestre e cori, laboratori espressivi di canto, percussioni e coralità; proiezioni cinematografiche, incontri creativi e laboratori per la realizzazione di cortometraggi rivolti a ragazzi, giovani e adulti; spettacoli teatrali e laboratori per giovani basati sulla sostenibilità; incontri formativi e di confronto su cittadinanza e partecipazione, oltre a concerti dedicati alla sostenibilità.

TORINO CLICK

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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SABATO 21 GIUGNO

Sabato 21 giugno dalle ore 18:30
SUMMER SOLSTICE II. Luce e gesto performativo
Luci d’Artista – Evento per il Solstizio d’Estate
Arena Paolini

Partecipazione gratuita. Posti limitati con prenotazione obbligatoria per le performance di CANEMORTO e Marcos Lutyens: info@lucidartista.org
programma: https://www.lucidartistatorino.org/

Conversazione con:
John Yau, poeta e critico d’arte, e Nicola De Maria, artista

Performance di:
CANEMORTO, trio di artisti italiani anonimi
Marcos Lutyens, artista, con composizione sonora di Aaron Drake

Accademia della Luce, il Public Program della XXVII edizione di Luci d’Artista – progetto della Città di Torino in gestione a Fondazione Torino Musei – dopo il grande successo dello scorso anno, arriva all’ultimo appuntamento della sua seconda edizione, come sempre durante il solstizio estivo, sabato 21 giugno dalle ore 18:30 alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Una serata in cui artisti, musicisti e un grande poeta, realizzeranno una serie di performance all’interno di Anni Luce, il prestigioso spazio all’aperto di Giulio Paolini. Tutto succederà all’imbrunire del solstizio d’estate – il giorno più lungo dell’anno e il programma ruoterà intorno alle performance della triade anonima CANEMORTO e dell’artista Marcos Lutyens, invitati a creare una nuova performance sul tema della luce.
L’evento vedrà la presenza di un angolo bar e food truck.
Comunicato stampa in allegato

MARTEDI 24 GIUGNO

 

SAN GIOVANNI

In occasione della Festa Patronale di San Giovanni martedì 24 giugno Palazzo Madama sarà straordinariamente aperto dalle 10 alle 18 e in tutti i musei della Fondazione i visitatori potranno usufruire della tariffa speciale di 1€ per visitare le collezioni permanenti e della tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! e le mostre del Contemporaneo ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni alla GAM, Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone al MAO e Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900-1950 a Palazzo Madama.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere.  Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

In allegato il comunicato stampa

 

 

Martedi 24 giugno ore 15:00 e ore 16:30
MESSAGGI AD ARTE
GAM – Worshop aperto a tutti

durata 1 ora
In occasione della Festa di San Giovanni la GAM propone un workshop, aperto a tutti, dedicato al collage. L’attività si svolge negli spazi dell’Educational Area, dando la possibilità di creare cartoline dove opere del passato convivono con il contemporaneo diventando luogo di immaginazione e comunicazione.
A partire da diverse immagini che riproducono opere della collezione della GAM, il pubblico è invitato a ritagliare, comporre e ibridare le diverse parti delle opere per creare una personale cartolina da portare via. Questa potrà essere spedita, conservata o donata, come testimonianza della creazione di un messaggio da custodire o donare.
Costo del workshop
: 5 € (+ biglietto di ingresso 1 €)
Info e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Martedì 24 giugno ore 15

DI SETA E DI CARTA. Narrazioni artistiche tra Giappone e Corea

MAO – visita guidata speciale in occasione del 24 giugno

La visita guidata si snoderà tra la mostra temporanea HAORI. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone e il rinnovato allestimento della collezione permanente di arte dell’Asia orientale del MAO che si arricchisce del nuovo progetto espositivo Adapted Sceneries, in collaborazione con il Gwangju Museum of Art (Corea), una selezione di opere che permetterà ai visitatori di conoscere la tradizione pittorica coreana tra storia e contemporaneità.

Il discorso si focalizzerà sui nuclei di opere che instaurano un dialogo tra la mostra e la collezione, tramite l’approfondimento di affinità espressive tra pittura giapponese e coreana, di manifestazioni artistiche che riflettono memorie collettive, di arte da indossare e tratti pittorici che diventano strumento di racconto e riflessione.
Costo della visita guidata: 7€ a partecipante. Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso alla mostra e alle collezioni permanenti alla tariffa speciale di 1€ + 1€.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Info 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

 

MERCOLEDI 25 GIUGNO

 

Mercoledì 25 giugno 10.30-17.30

AERAS/CERCANDO CIELI

MAO – performance relazionale con la danzatrice Antonella Usai

Antonella Usai, performer in residenza al MAO, propone una serie di performance relazionali individuali e di gruppo che si concluderanno a settembre con una performance finale negli spazi del museo.

Aeras, parola sarda che significa “aria” o “cieli”, è una installazione performativa di Antonella Usai, nata dal desiderio di onorare la lingua del padre, il logudorese, e di indagare, da una prospettiva decoloniale, il legame tra corpo, memoria e linguaggio. Il progetto intreccia radici sarde e tradizioni indiane, in particolare il teatro-danza bharatanatyam, mettendo in relazione il corpo con il gesto rituale, la parola con il silenzio, il quotidiano con il sacro.

Il processo artistico si sviluppa tra il 21 marzo e il 21 settembre 2025, seguendo il ritmo simbolico degli equinozi che scandiscono il tempo in un percorso creativo e rituale. Durante questo periodo, l’artista sarà in residenza al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, dove si alterneranno momenti di lavoro solitario e momenti di apertura al pubblico.

Il coinvolgimento del pubblico avverrà attraverso una serie di incontri individuali, intimi e dialogici, in cui esplorare insieme memorie corporee, gesti dimenticati, movimenti quotidiani e rituali; e due incontri collettivi, pensati come spazi di scambio e ascolto condiviso, dove le esperienze personali si intrecciano e risuonano in una dimensione corale.

Questi momenti di relazione nutriranno la creazione della performance finale, che prenderà forma il 21 settembre, in occasione dell’equinozio d’autunno, attraverso brevi azioni coreutiche ripetute nel corso della giornata. La performance si svolgerà su un piano rotante, simbolo dell’axis mundi e del moto degli astri, restituendo centralità al corpo come strumento di connessione e risveglio.

Aeras / Cercando Cieli è un invito ad alzare lo sguardo, a riattivare il corpo come memoria viva e luogo di resistenza poetica.

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria. Tutte le info sul sito.

 

Mercoledì 25 giugno 16-18

LIVING SPACE

MAO – Performance per IPAF 2025 a cura di YizhongArt

Mercoledì 25 giugno 2025, in occasione dell’IPAF – International Performance Art Festival promosso dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, tornano negli spazi del MAO tre performance del progetto Living Space selezionate per il festival dopo la loro prima presentazione nel 2024.
Le performance sono il risultato di un percorso formativo guidato dal duo artistico YizhongArt (Vincenzo Di Federico e Lanxin Zheng) e si inseriscono all’interno di una ricerca triennale dedicata al tema dello spazio abitato, della relazione tra corpo e spazio pubblico e del dialogo interculturale con la partecipazione di studenti italiani e cinesi dell’Accademia.

I tre lavori scelti intrecciano linguaggi artistici individuali e riflessioni condivise su come abitiamo — e siamo abitati da — i luoghi, riletti attraverso le pratiche della performance contemporanea.

 

25 giugno

Ore 16:00 – Distanza dall’esterno

Yiwen Zheng / Lorenzo Griguoli

Una riflessione sul sé nello spazio pubblico e sul mutamento dei confini tra privato e collettivo.

Durata: 25 min

Ore 16:30 – A volte mangio poco, a volte mangio troppo

Elisa Ripa

Un’intima esplorazione del rapporto con il cibo come specchio di un conflitto interiore.
Durata: 20 min

Ore 17:00 – Il passante in cerca della vita | Metamorfosi

Eleonora Navone

Un attraversamento identitario tra radici e trasformazione, tra ciò che si perde e ciò che nasce.
Durata: 25 min

Ingresso libero.

 

GIOVEDI 26 GIUGNO

 

Giovedì 26 giugno 10:30- 16 – 16:30 – 17:30

IPAF – International Performance Art Festival

MAO – workshop e performance in occasione dell’IPAF – International Performance Art Festival

I ricercatori e i docenti del Dipartimento delle Arti Performative della Sister Nivedita University, India, si esibiranno all’International Performing Arts Festival in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Italia.

Il programma presenta una vivace serie di esibizioni culturali indiane, tra cui:
musica vocale Hindustani, danze classiche indiane (Bharata Natyam, Kathak, Kuchipudi, Odissi), musica e danza di Bollywood, danze popolari indiane e Rabindra Nritya.

Ore 16:00

Performance No. 1 (durata: 20 minuti)

Hindustani Vocal Classical

Danza classica indiana tradizionale: Bharata Natyam, Kathak, Kuchipudi, Odissi & Sattriya

Ore 16:30

Performance No. 2 (durata: 20 minuti)

Musica Bollywood

Danza Bollywood

Ore 17:00 

Performance No. 3 (durata: 20 minuti)

Danza folk dell’India

Rabindra Nritya (Tagore School of Dance)

 

Ingresso libero.

 

Giovedì 26 giugno ore 18:00

ELIO FRANZINI

Il ritmo, la grazia e l’invisibile. Una definizione della pittura

GAM – conferenza del ciclo RISONANZE – Primo ciclo di Conferenze tra Arte e Filosofia

Tra giugno 2025 e marzo 2026 la GAM di Torino organizza un ciclo di incontri, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, curato da Chiara Bertola e Federico Vercellone. Gli incontri, articolati in singole conferenze, ripercorrono i temi delle Risonanze che attraversano la programmazione espositiva della GAM dall’ottobre il 2023 alla primavera del 2026: luce, colore e tempo; ritmo, struttura e segno; incanto, sogno e inquietudine, e vedono la partecipazione di studiosi e studiose di rilievo internazionale nel campo della filosofia, della storia dell’arte e delle scienze umane, offrendo un’occasione unica di riflessione interdisciplinare, in cui pensiero e visione si intrecciano per generare nuovi livelli di lettura delle opere e dell’esperienza estetica.

Secondo appuntamento:

ELIO FRANZINI Il ritmo, la grazia e l’invisibile. Una definizione della pittura

Il ritmo e la grazia, che nelle arti sono state costitutive di intere stagioni creative e progettuali, si affacciano, nella pittura del Novecento, a esperienze di particolare rilevanza culturale che, per esempio in autori come Klee, Malevic e Kandinskij, aprono l’orizzonte pittorico al grande tema della relazione tra visibile e invisibile. La grazia è allusiva, è una struttura di rinvio. Il ritmo apre alla possibilità di un paradossale movimento di ciò che è statico. L’invisibile dischiude una possibilità metafisica. È ancora possibile un’arte, in primo luogo figurativa, che riesca a mantenere la centralità dell’oggetto pittorico e, al tempo stesso “salvi” i valori della grazia e dell’invisibile? Esiste ancora un linguaggio per l’arte? Anche attraverso autori come Florenskij e Jean Clair si cercherà una strada ipotetica per rispondere a tali domande.

Costo per ogni conferenza: 6€
Abbonamento per le 6 conferenze: 27,96 € comprensivo del diritto di prevendita

Acquisto solo online a questo link: https://www.gamtorino.it/it/evento/elio-franzini/

(comunicato stampa in allegato)


Visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre
 di Palazzo Madama, GAM e MAO
a cura di Cooperativa Sociale Mirafiori.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Cultura, in arrivo 148,5 milioni: più fondi a periferie, cinema e inclusione nel Piano 2025-2027

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato oggi il Piano triennale per la Cultura 2025-2027, un documento strategico che punta a rafforzare il sistema culturale regionale con una visione di lungo periodo, maggiore inclusività territoriale e più sostegno alle filiere creative. Il piano prevede fondi complessivi pari a circa 148,5 milioni di euro.

Tra i principali obiettivi figurano il coinvolgimento delle aree periferiche, la programmazione culturale triennale per superare la logica della precarietà annuale, e l’incremento delle risorse per settori chiave come la produzione cinematografica e televisiva.

Viene infatti confermata e potenziata la misura del Piemonte Film TV Fund, inizialmente prevista con un budget di 4 milioni annui per il triennio 2023-2025: l’investimento sale ora a 7 milioni di euro all’anno, a fronte dei risultati positivi in termini occupazionali e di ricadute economiche.

Un altro pilastro del Piano riguarda la valorizzazione delle eccellenze culturali nei territori meno centrali, promuovendo progetti che nascano e si sviluppino al di fuori dei principali poli urbani. Torino e le città capoluogo resteranno snodi centrali, ma si vuole incentivare la partecipazione delle realtà culturali locali attraverso bandi più accessibili e attenti alla distribuzione geografica.

Tra i criteri di valutazione per l’assegnazione dei fondi saranno inclusi elementi come l’inclusione sociale, le pari opportunità di accesso alla cultura e l’adozione di pratiche sostenibili, in linea con gli obiettivi di una cultura sempre più responsabile e aperta.

Importante anche l’attenzione riservata al Sistema Museale Nazionale, che sarà rilanciato attraverso una governance integrata tra musei statali, regionali, comunali, diocesani e privati. Al suo fianco, verranno attivati numerosi investimenti a sostegno di musei, teatri, biblioteche, archivi e presìdi culturali locali.

L’assessore alla Cultura Marina Chiarelli ha sottolineato il valore del Piano come espressione di un confronto diretto con il mondo culturale:
«Questo Piano è frutto dell’ascolto delle esigenze del comparto, a cui abbiamo voluto rispondere con proposte e soluzioni concrete», ha dichiarato.
«Il settore culturale si conferma un motore essenziale per lo sviluppo sociale ed economico del Piemonte e, di conseguenza, è oggi ancora più necessario estendere queste opportunità a tutto il territorio, comprese le aree al di fuori delle zone metropolitane. Vogliamo assicurarci che nessuno resti indietro, valorizzando le eccellenze culturali anche nei territori più decentrati, che spesso rappresentano il cuore pulsante delle piccole comunità. Inoltre, riserveremo particolare attenzione alle realtà impegnate nell’inclusione sociale, nelle pari opportunità e nella sostenibilità ambientale. Parallelamente, confermiamo la scelta di una programmazione triennale, per consentire agli operatori culturali di pianificare con maggiore serenità e prospettiva. Con il nuovo Piano poniamo le basi per un sistema culturale più forte, inclusivo e sostenibile».

Il Duca d’Aosta: sei ore per trasportarlo

Alla scoperta dei monumenti di Torino / La statua in bronzo fu  trasportata, nel giugno del 1900, dalle fonderie Sperati (corso Regio Parco) al Parco del Valentino e per compiere quel tragitto di circa tre chilometri furono necessarie più di sei ore a causa appunto delle ingenti dimensioni del monumento

Il monumento è situato all’interno del Parco del Valentino, in asse con corso Raffaello e nel centro del piazzale nel quale confluiscono i viali Boiardo, Ceppi e Medaglie D’Oro. La statua che raffigura, sul cavallo ritto sulle zampe posteriori, il poco più che ventenne Amedeo di Savoia Duca d’Aosta durante la battaglia di Custoza, è posta su un dado di granito che poggia a sua volta su un basamento contornato da una fascia di coronamento in bronzo,rappresentante (in altorilievo) 17 figure tra cui numerosi personaggi celebri della dinastia sabauda. Ai gruppi di cavalieri si alternano vedute paesaggistiche come la Sacra di San Michele, il Monviso e Torino con il colle di Superga sullo sfondo.Sul fronte del basamento, poggiata sulla chioma di un albero al quale è appeso lo stemma reale di Spagna, un’aquila ad ali spiegate regge tra gli artigli lo scudo dei Savoia.Nato il 30 maggio 1845 da Vittorio Emanuele (il futuro re Vittorio Emanuele II) e da Maria Adelaide Arciduchessa d’Austria, Amedeo Ferdinando Maria Duca d’Aosta e principe ereditario di Sardegna, crebbe seguendo una rigida educazione militare.Nel 1866 gli venne affidato il comando della brigata Lombardia e partecipò alla battaglia di Custoza nella quale, nonostante fosse stato ferito da un proiettile di carabina, continuò a battersi distinguendosi così per il suo coraggio ed il suo valore.In seguito alla rivoluzione del 1868 e alla cacciata dei Borboni, in Spagna venne proclamata la monarchia costituzionale e nonostante la situazione risultasse molto difficile, Amedeo di Savoia accettò l’incarico così, il 16 novembre 1870, venne eletto Re di Spagna con il nome di Amedeo I di Spagna.Ma la situazione politica risultò ancora più instabile di come lui se la fosse prospettata e davanti a rivolte e congiure (nel 1872 sfuggì miracolosamente ad un attentato), nel 1873 abdicò rinunciando per sempre al trono.Tornato in Italia, venne nominato Tenente Generale e Ispettore Generale della Cavalleria; si spense il 18 gennaio 1890 a causa di una incurabile broncopolmonite.

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Signorilmente affabile con tutti, sempre pronto a prodigarsi per il bene della sua amata città, fu (anche durante il periodo della sua sovranità in Spagna) un personaggio molto popolare e ben voluto tanto che, neanche una settimana dopo la sua morte, la città di Torino costituì un comitato promotore per l’erezione di un monumento a lui dedicato, sotto la presidenza del conte Ernesto di Sambuy. Venne aperta una sottoscrizione internazionale alla quale, la stessa città di Torino, partecipò con la somma di L. 25.000 e in seguito, il 6 marzo 1891, venne bandito un concorso tra gliartisti italiani per stabilire chi sarebbe stato l’autore dell’imponente opera. Tra i ventinove bozzetti presentati ne furono scelti sei che vennero esposti nei locali della Società Promotrice di Belle Arti, in via della Zecca 25 ed in seguito, tra i sei artisti vincitori, venne bandito un nuovo e definitivo concorso che vide come vincitore (nel dicembre del 1892) Davide Calandra. La decisione, secondo le parole della Giuria, fu motivata “dal poetico fervore immaginoso della concezione, dall’eleganza decorativa dell’insieme, dalla plastica efficacia del gruppo equestre e dalla vivace risoluzione del difficile motivo della base“. Inizialmente l’ubicazione del monumento avrebbe dovuto essere, secondo la proposta del Comitato Esecutivo approvata dalla Città di Torino nella seduta del Consiglio Comunale dell’11 giugno 1894, il centro dell’incrocio dei corsi Duca di Genova e Vinzaglio, ma a causa delle dimensioni maestose del basamento si decise che fosse necessario uno spazio più ampio per ospitare l’opera. Dopo avere effettuato delle prove con un simulacro di grandezza naturale in tela e legname (costato alla Città la somma di L. 2480), si decise di collocarla nel Parco del Valentino sul prolungamento dell’asse di Corso Raffaello, presso l’ingresso principale dell’Esposizione Generale Italiana tenutasi del 1898: il 9 novembre 1899 il ConsiglioComunale approvò la scelta della Giunta di tale ubicazione.

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La statua in bronzo fu dunque trasportata, nel giugno del 1900, dalle fonderie Sperati (corso Regio Parco) al Parco del Valentino e per compiere quel tragitto di circa tre chilometri furono necessarie più di sei ore a causa appunto delle ingenti dimensioni del monumento. Il monumento venne inaugurato il 7 maggio 1902, in occasione della Prima Esposizione Internazionale di Arte Decorativa e Moderna di Torino, durante la quale lo scultore fu anche premiato per aver inserito nell’opera elementi di “Art Noveau”. Nel corso dell’inaugurazione il conte Ernesto di Sambuy, a nome del Comitato, consegnò l’opera al Sindaco di Torino. Originariamente il monumento venne circondato da una cancellata in ferro dell’altezza di circa 130 centimetri, disegnata dallo stesso Calandra, che venne rimossa probabilmente a causa delle requisizioni belliche durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 2004 il monumento è stato restaurato dalla Città di Torino. Per fare un piccolo accenno al Parco del Valentino, di cui certamente parleremo in modo più approfondito prossimamente, bisogna ricordare che ilmonumento ad Amedeo di Savoia è situato nell’area nella quale, fra Ottocento e Novecento, si tennero a Torino alcune tra le più importanti rassegne espositive internazionali. Nel 1949, proprio a fianco del monumento, sorse il complesso di Torino Esposizioni, un complesso fieristico progettato da Pier Luigi Nervi che, durante le Olimpiadi Invernali di Torino 2006, ha ospitato un impianto per l’hockey su ghiaccio dove sono state giocate circa la metà delle partite dei tornei maschili e femminili. Al termine delle Olimpiadi, la struttura è tornata all’originario uso abituale ripredisponendo un padiglione come palaghiaccio per i mesi invernali. Cari lettori anche questa ennesima passeggiata tra le “bellezze torinesi” termina qui. Mi auguro che il monumento equestre ad Amedeo di Savoia vi abbia incantato ed incuriosito proprio come ha fatto con me; nel frattempo io vi do appuntamento alla prossima settimana alla scoperta o meglio “riscoperta” della nostra città.

(Foto: www.museo.torino.it)

Simona Pili Stella

Monte Verità, culla dell’utopia

Ascona è un comune svizzero del Canton ticino, sul lago Maggiore. E’ lì che s’incontra “il luogo che non c’è”, la culla dell’utopia: il monte Verità. A partire dall’inizio del ventesimo secolo , su questa  collina appena sopra la perla dell’alto Verbano, tra Brissago e Locarno, si riunirono intellettuali e artisti alla ricerca di valori e modi di vita alternativi. Un’umanità varia composta da vegetariani, predicatori del ritorno alla vita rurale, sostenitori dell’utilità delle pratiche igeniste all’aria aperta (ginnastica, sole e bagni freddi) e anche da chi propagandava l’anarchia e il libero amore.

I fondatori del movimento Henry Hoendekoven, figlio di un industriale belga, e Ida Hoffmann, femminista e insegnante di pianoforte, arrivarono sulle rive del lago Maggiore dalla Germania. Vi giunsero a piedi, rifiutando le abitudini di una società sempre più materialistica, alla ricerca di uno stile di vita a contatto con la terra, la natura, la semplicità. A quel tempo il monte Verità si chiamava Monescia e i naturisti comprarono terreni e costruirono case seguendo stili precisi. All’epoca sul colle non c’era neppure l’acqua ma non per  questo si persero d’animo e per tutto il primo ventennio del ’900 il Monte Verità  diventò la “piccola patria” di pensatori, scrittori, artisti, anarchici e di chiunque fosse interessato a sperimentare in completa libertà le proposte rivoluzionarie del gruppo. Vi soggiornarono le menti più vivaci dell’epoca: Carl Gustav Jung, Erich Maria Remarque, Thomas Mann ,André Gide, Herman Hesse ( che viveva a Montagnola, nel ticinese distretto di Lugano ). E non mancarono gli anarchici e rivoluzionari come Bakunin e Lenin. I valori condivisi erano l’emancipazione femminile, il vegetarianismo, la danza di gruppo (o euritmia, spesso fatta alla luce della luna), l’abolizione del denaro con la sostitutiva pratica del baratto, l’originalissima abolizione delle maiuscole nei testi. La comunità sosteneva che la coltivazione della terra in costumi adamitici portava benefici al raccolto. Nel giro di pochi anni gli abitanti di Ascona iniziarono a guardare con sospetto a cosa stava accadendo sulla loro collina. Ma non protestarono, si limitarono a chiamare quei nudisti ballerini, agricoltori, musicisti e messaggeri dell’amore libero, con un innocuo nomignolo: i “balabiòtt”. Sarà pur bizzarra la storia del Monte Verità e dei suoi “danzatori nudi” ma, come mi disse un vecchio intellettuale ticinese e storico del lago Maggiore, “è la bellezza di questa landa libertaria dove le idee si rispettano anche quando non si condividono”.

Marco Travaglini

Il conte Camillo nella piazza della Ghigliottina

Alla scoperta dei monumenti di Torino / In età Napoleonica nel centro di  piazza Carlina venne collocata la ghigliottina, sostituita poi dalla forca negli anni della Restaurazione.  La piazza insieme alla Contrada San Filippo (via Maria Vittoria) fece parte dell’insediamento ebraico

Prosegue il nostro affascinante viaggio alla scoperta della “grande bellezza” di Torino. Questa volta cercheremo di sollecitare la vostra attenzione e curiosità introducendo un personaggio che fu uno dei maggiori protagonisti della nostra città. Stiamo parlando della statua eretta in onore di Camillo Benso Conte di Cavour, situata in piazza Carlo Emanuele II conosciuta da tutti come piazza Carlina. 

Situato al centro della piazza, l’articolato monumento celebrativo presenta un complesso programma iconografico imperniato sull’allegoria. In alto, avvolta in un’ampia toga classicheggiante, campeggia la figura idealizzata di Camillo Benso Conte di Cavour, che nella mano sinistra tiene una pergamena su cui è scritto “Libera Chiesa in libero Stato” mentre, inginocchiata ai suoi piedi, vede l’Italia porgergli la corona civica (corona d’alloro). Nel piedistallo si snodano le quattro figure in marmo che rappresentano le allegorie del Diritto, del Dovere, dell’Indipendenza e della Politica. Completa il piedistallo, nella parte alta, un fregio continuo in bronzo decorato da ventiquattro stemmi delle Province italiane.

Nel basamento vi sono quattro bassorilievi in bronzo che rappresentano due avvenimenti storici ( “Il Congresso di Parigi” e “Il ritorno delle truppe sarde dalla Crimea”) e gli stemmi della famiglia Cavour incorniciati da una corona d’alloro e da una ghirlanda di frutti. Nato il 10 agosto 1810 da una famiglia aristocratica e di forte spirito liberale, Camillo Paolo Filippo Giulio Benso frequentò in gioventù il 5° corso dellaRegia Accademia Militare di Torino fino a diventare Ufficiale del Genio. Abbandonata la carriera militare, il giovane si dedicò (sia per interesse personale che per educazione familiare) alla causa del progresso europeo, viaggiando all’estero soprattutto in Francia ed Inghilterra. Ricoperto il ruolo per diciassette anni come sindaco del Comune di Grinzane, affina le sue doti di politico ed economista e dal 1848, diviene deputato al Parlamento del Regno di Sardegna; in seguito con il governo D’Azeglio diventa Ministro dell’Agricoltura, del Commercio, della Marina e nel tempodelle Finanze.

Fondatore del periodico “Il Risorgimento” (assieme al cattolico liberale Cesare Balbo), Cavour manifesta costantemente la sua distanza dalle idee insurrezionali di Mazzini, promuovendo una linea di cambiamento moderata che ottenne più consensi nei cittadini borghesi ed aristocratici. Diventato nel 1848 Presidente del Consiglio dei Ministri promosse riforme economiche sia per lo sviluppo industriale che per l’agricoltura del Regno perseguendo, inoltre, una forte politica anticlericale volta a creare uno stato laico e ad abolire i privilegi della Chiesa. Essendo un abile diplomaticoriuscì ad accordarsi sia a livello internazionale con Francia ed Inghilterra, sia a livello nazionale, riuscendo a destreggiarsi fra le esigenze della monarchia e gli impulsi repubblicani, riuscendo così ad ottenere le annessioni al Regno di Sardegna di numerose province attraverso peblisciti.

Cavour morì il 6 giugno del 1861 all’età di cinquantuno anni, compianto da tutta l’Italia appena unificata.Nei giorni successivi alla sua scomparsa venne espressa, in una seduta della Giunta di Torino, l’intenzione di erigere un monumento a Camillo Benso Conte di Cavour; fu aperta una sottoscrizione per l’erezione del monumento alla quale parteciparono istituzioni e cittadini da tutta Italia e anche dall’estero ed in un anno, si riuscì a raccogliere la cifra di L. 550.000. A gennaio del 1863 venne bandito il concorso e la Commissione incaricata, dopo aver fissato la cifra di L.500.000 per i premi e per la realizzazione, scelse come localizzazione piazza Carlo Emanuele II.L’architetto napoletano Antonio Cipolla si aggiudicò il progetto ma, una volta esposta la relazione alla Giunta (nel giugno del 1864), dopo una lunga discussione tra i membri della Commissione, venne sospeso ogni provvedimento; l’anno dopo una seconda Commissione affidò l’incarico direttamente a Giovanni Duprè, che lo assunse ufficialmente nell’aprile 1865.

La realizzazione dell’opera richiese otto anni e dopo aver spostato più volte la data dell’inaugurazione, l’8 novembre 1873 venne finalmente inaugurato, davanti alla presenza del Re, il monumento a Camillo Benso Conte di Cavour. Per quanto riguarda la piazza che ospita il celebre monumento, sappiamo che piazza Carlo Emanuele II fu oggetto di un primo progetto seicentesco redatto da Amedeo di Castellamonte su commissione dello stesso Carlo Emanuele II, che aveva richiesto una piazza celebrativa della sua persona con monumento equestre centrale. In realtà, in seguito, la piazza venne semplificata nel disegno e destinata a mercato.

Con la decisione di erigere il monumento a Cavour la Giunta comunale approfitta dell’occasione per ripensare la piazza, proponendo l’abbattimento di una serie di casupole e facendo sorgere la Chiesa di Santa Croce, il palazzo Roero di Guarene e l’ex Collegio delle Provincie (ora Caserma dei Carabinieri). In età Napoleonica nel centro della piazza venne collocata la ghigliottina, sostituita poi dalla forca negli anni della Restaurazione.  La piazza insieme alla Contrada San Filippo (via Maria Vittoria) fece parte dell’insediamento ebraico; il ghetto venne istituito per regia costituzione, in vigore sino al 1848, quando lo Statuto pose fine alle restrizioni imposte agli ebrei.

Nota curiosa riguardante la piazza, è il fatto che essa sia sempre stata conosciuta (almeno da tutti i torinesi) come “Piazza Carlina”. Riguardo a questo nomignolo esistono varie leggende, ma pare che la più diffusa sia quella che vede il soprannome “Carlina” legato all’atteggiamento molto effeminato di Carlo Emanuele II e al sospetto che le sue attenzioni sessuali fossero indirizzate più agli uomini che non alle donne. Le maligne voci, nate durante il suo trono, diedero così vita all’ormai riconosciuto toponimo Piazza Carlina. 

(Foto: il Torinese)

Simona Pili stella

Ultimi preparativi in Val Chisone per la XI Edizione del Festival Letterario “Scritto Misto”

La Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice sta ultimando gli ultimi dettagli del Festival letterario Scritto Misto, giunto all’XI edizione, che si svolgerà dal 12 luglio al 3 agosto. L’evento, promosso in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino, l’8×1000 della Chiesa valdese, l’Unione dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca e le municipalità di Perosa Argentina, Fenestrelle e Usseaux  unirà letteratura e musica in un viaggio itinerante per riflettere sul tema che rappresenta il “fil rouge” degli eventi di questa edizione: “Siamo ancora in tempo”. Un argomento che invita a una riflessione profonda sui valori sui valori e l’importanza della memoria, necessari per comprendere il presente e orientare il futuro. “ Ci proponiamo in questa edizione – commenta Deborah Severini, curatrice del Festival – di offrire un’occasione di confronto per riscoprire i principi di libertà, giustizia e solidarietà, per riaffermare il valore della pace tra i popoli e di porre al centro delle nostre azioni le persone in un contesto globale segnato da conflitti e tensioni, come è quello attuale”. Il programma itinerante tra libri e musica si svolgerà tra Perosa Argentina, Fenestrelle e Usseaux e vi prenderanno parte scrittori come Gianni Oliva, Carlo Greppi, Fabio Geda, Marco Travaglini, Monica Canalis, Stefano Garzaro, Cinzia Dutto, Aldo Ferrero e molti altri. Ogni incontro sarà caratterizzato da interventi musicali – con le performance di Le Madamè, Dino Tron, Chaira Effe, Giovanni Battaglino, la Fondazione Accademia di Musica, Le Armoni d’Archi e altri – che si intrecceranno con la letteratura attraverso repertori particolari che spaziano dalla musica classica a quella tradizionale delle valli Chisone e Germanasca, coinvolgendo il pubblico in un percorso culturale variegato e sempre diverso.

Si inaugura a Omegna la pinacoteca con la collezione Lagostina-Zanasi

Tutto è pronto a Omegna, sul lago d’Orta, per l’inaugurazione della pinacoteca ‘Guido Boggiani’, allestita nella storica e ristrutturata Villa Liberty nel parco Maulini, che accoglie le opere della collezione d’arte dei coniugi Giampietro Lagostina e Maria Grazia Zanasi. Il taglio del nastro è in programma nel pomeriggio di sabato 14 giugno alle 16. Le opere donate dalla signora Zanasi nel 2020, dopo la morte del marito, sono 86, per un valore stimato tra i 500mila e i 600mila euro. La collezione comprende perlopiù opere di pittori italiani come Felice Casorati, Renato Guttuso, Mario Sironi, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Antonio Calderara, Aligi Sassu, Siro Penagini, Mario Tozzi, Leonardo Dudreville, Mauro Maulini e Achille Tominetti, ma non mancano opere d’arte sacra, tra cui spicca l’Adorazione dei Magi di Giulio Carpioni, risalente alla metà del Seicento. La collezione annovera anche alcune opere di scuola fiamminga e olandese del 17° secolo, alcune icone russe dell’Ottocento e un olio di Maurice Utrillo, uno dei pochi celebri pittori di Montmartre effettivamente nato nel quartiere parigino. L’esposizione comprende inoltre alcune opere della collezione dell’associazione I Lamberti, una serie di disegni di Boggiani, l’artista e antropologo cui è intitolata la pinacoteca, e alcune sculture. “Questo – ha detto Zanasi commentando l’imminente inaugurazione della pinacoteca – è il regalo mio e di mio marito alla città. Ora questi quadri, che sono sempre stati da noi molto amati, non sono più nostri, ma vostri: guardateli, amateli, portate i vostri figli e i vostri amici”. Villa Liberty, i cui lavori sono costati circa trecento mila euro, sarà aperta al pubblico nei pomeriggi dal giovedì alla domenica e potrà ospitare laboratori per le scuole.

È la magia il tema del Festival Nazionale Luigi Pirandello e del ‘900

Ideato da Giulio Graglia con la direzione artistica di Mario Brusa

Ritorna dal 9 giugno fino al 12 settembre, dopo il successo degli anni passati, la XIX edizione del Festival Nazionale Luigi Pirandello e del ‘900, che ha quest’anno come suo direttore artistico la figura di Mario Brusa. Presentato al Circolo dei Lettori, luogo di elezione che accolse la presentazione della prima edizione del Festival, nel 2007, con Gianni Oliva come Assessore alla Cultura, quest’anno il Festival presenta un tema particolare, quello della “magia”. Proprio la magia in Pirandello è spesso rappresentata come una forza che trasforma l’immaginazione in realtà, un modo diverso di interpretarla, che supera la razionalità. L’immaginazione, nell’opera dello scrittore, viene utilizzata per creare storie e protagonisti che oltrepassano la realtà e il linguaggio. Se da un lato la fantasia è una forza creativa che dà forma a sentimenti spesso impossibili da esprimere, dall’altro la realtà viene letta da Pirandello come un movimento continuo e in perenne trasformazione. Il poeta assume i connotati di un mago che dialoga con il lettore, entrambi immersi nella finzione. Un tema che riporta persino a una grande opera di Shakespeare, uno dei grandi testi dell’umanità, “La Tempesta”, in cui la magia si fa poesia attraverso i poteri di Prospero e del suo fido Ariel, che lo riporterà, alla fine, a riconquistare l’umanità perduta. Se la fantasia si spegne, l’uomo impazzisce. Nel programma di quest’anno, infatti, non manca la rappresentazione di “Sei personaggi in cerca d’autore”, che avverrà il 18 giugno, alle 20.45, curata da Giulio Graglia, con gli attori under 25 dell’Accademia Mario Brusa. L’appuntamento sarà al castello di Lucento per la Fondazione AIEF, in via Pianezza 123. Sarà replicato il 27 giugno, alle 20.45, per AmMira Festival Punto13, in via Farinelli 36/9, a Torino. Si tratta del dramma più famoso e senz’altro uno di quelli più amati dello scrittore siciliano. Si cerca di svelare il meccanismo della magia e della creazione artistica, e il passaggio dalle persone ai personaggi, dall’aver forma all’essere forma. La magia significa anche avere Arturo Brachetti come ospite nello spettacolo in programma il 26 luglio, alle 20.45, dal titolo “Arturo racconta Brachetti”, presso Villa Tosco Prever, a Coazze.

“Ogni anno – dichiara l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia – il fascino dell’opera di Luigi Pirandello e degli autori del Novecento, rivive nel Festival Pirandello tra spettacoli, passeggiate letterarie e incontri di approfondimento. La capacità di creare legami con le diverse realtà territoriali è un tratto distintivo della manifestazione, in grado di coinvolgere istituzioni, associazioni culturali, compagnie teatrali, e che da questa edizione si apre anche al mondo dello sport. Un ringraziamento sentito va all’ideatore e anima del Festival Giulio Graglia, e un caloroso augurio di buon lavoro al direttore artistico Mario Brusa che, per la prima volta, guiderà con competenza e dedizione verso il futuro questa importante rassegna culturale”.

“Luigi Pirandello è un punto di riferimento per il teatro – afferma il direttore artistico Mario Brusa – quanti testi scritti da lui hanno fatto parte della mia vita di attore e di regista. Un’emozione quando mi è stato chiesto di assumere questo ruolo per il Festival, fondato nel 2007 dall’amico Giulio Graglia, perché dopo tante esperienze acquisite in campo teatrale, televisivo e come direttore di doppiaggio, mi mancava di occuparmi di un Festival dedicato al grande drammaturgo siciliano. Nella vita accadono magie inaspettate, e non è un caso che il tema di quest’anno sia proprio dedicato alla magia, un termine forse un po’ abusato, ma molto amato da chi è abituato a respirare il palcoscenico, perché il teatro è magia. Ogni sera, quando si spengono le luci e si dà vita a un testo, si entra nella finzione, in un’altra dimensione. Immaginazione e realtà si fondono, e rapiscono il pubblico. Si torna indietro nel tempo oppure si va avanti oppure, usando un titolo caro a Pirandello, si recita “a soggetto”. Magia è scoprire nuovi talenti, come gli studenti dell’Accademia che dirigo, e che per il Festival hanno preparato ‘Sei personaggi in cerca d’autore’. Magia è ammirare anche il grande Arturo Brachetti. Anche i temi più leggeri sono magici, come il ricordo dell’avanspettacolo in ‘Così ridevamo’, previsto il 7 luglio, alle ore 20.45, in collaborazione con Evergreen Fest, al Parco della Tesoriera. Saranno presenti Franco Barbero, Rosalba Bongiovanni, Margherita Fumero, oltre a me stesso, e sarà una produzione Linguadoc”.

È poi intervenuto anche Giampiero Leo, consigliere di indirizzo della Fondazione CRT, di cui è presidente della Commissione arte, cultura, welfare e territorio, che ha sottolineato il ruolo del Festival nel suo legame con il Piemonte e il ruolo che, da sempre, ha rivestito la Fondazione CRT nel supportare economicamente il Festival Luigi Pirandello e nel renderlo possibile.

Lo spunto della creazione del Festival, avvenuta nel 2007, è legato al soggiorno che Luigi Pirandello fece nel 1901 a Coazze, ospite della sorella Lina, viaggiando in treno da Roma a Torino, e quindi, sempre in treno, da Torino a Giaveno, e giungendo in calesse a Coazze.

Torino, con i suoi teatri Alfieri e Carignano, ha giocato un ruolo fondamentale per Pirandello, nonostante il pubblico sabaudo e la critica non siano mai stati così benevoli nei suoi confronti, ma ciò che ha particolarmente influenzato la creatività del Premio Nobel per la Letteratura sono stati gli abitanti e il paesaggio della Valsangone. A Coazze Pirandello si è fermato per due mesi, e questi sono i luoghi gli hanno ispirato la stesura de “Il taccuino di Coazze”, della commedia “Ciascuno a suo modo”, di due novelle, “Gioventù” e “La Messa di quest’anno” e la stessa del romanzo “Giustino Roncella nato Boggiolo”.

Il Festival ospita anche il Premio Letterario Giovanni Graglia, dedicato al padre di Giulio Graglia, nato nel 2005 e presieduto dalla scrittrice Sabrina Gonzatto, previsto per il 12 settembre, alle ore 18, presso il Circolo della Stampa Sporting Torino. Nella medesima location si terrà il 16 giugno, alle ore 18, una partita di calcio solidale, “Pirandello Vs Soriano”, a cura di Linguadoc, in collaborazione con Pirandello Contemporaneo (Brasile), NIC (Nazionale Italiana Cantanti) e ASL Città di Torino. Un altro momento particolarmente interessante della rassegna è quello delle Passeggiate Pirandelliane a Coazze, accompagnate dal professor Piero Leonardi, previste il 13 e 20 luglio prossimo alle ore 18, in collaborazione con il Comune di Coazze, a cura di Linguadoc, nata nel 1997 grazie all’intuizione di Giulio Graglia. Negli anni Linguadoc ha organizzato eventi culturali per enti pubblici e privati in Italia e all’estero, confermandosi per continuità e innovazione.

L’edizione 2025 del Festival Nazionale Luigi Pirandello e del ‘900 ricorda tre anniversari importanti, quello di Carlo Levi, per il quale il 9 giugno si terranno le proiezioni “In ricordo di Carlo Levi” con RAI TECHE, a cura di Linguadoc, nel palazzo della Radio di via Verdi 31 a Torino.

Il secondo anniversario ricorderà i cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini e presso il Circolo dei Lettori andrà in scena “Affabulazione e altre narrazioni” il 20 giugno alle ore 18.

Terzo anniversario è quello per gli ottanta anni della Liberazione con “Festa grande di aprile”, in ricordo di Franco Antonicelli. L’evento si terrà il13 giugno alle ore 18 presso il Circolo dei Lettori, produzione di Linguadoc, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Carlo Levi sarà  inoltre ricordato insieme a Cesare Pavese durante l’incontro dal titolo “I confinati” il 25 giugno alle ore 20.45 presso piazza della Confraternita a Santo Stefano Belbo, in collaborazione con il Pavese Festival.

Per informazioni info@linguadoc.it

Tel 3356299996

Mara Martellotta

“Novecento” di Baricco al termovalorizzatore

Grande successo di pubblico sabato 7 giugno, al termovalorizzatore di Torino per l’adattamento, da parte della compagnia teatrale PoEM, di “Novecento” di Alessandro Baricco. L’opera, prodotta dal Teatro Stabile di Torino, valorizzata dalla regia di Gabriele Vacis e dagli allestimenti e dalla scenofonia di Roberto Tarasco, si è svolta all’aperto, con il pubblico che ha assistito di fronte a un bilico – un pianale industriale trasformato in palcoscenico – da cui ha preso vita la vicenda del leggendario pianista del Virginian.

 Hanno assistito allo spettacolo oltre 300 spettatori che hanno apprezzato l’allestimento che ha favorito il dialogo tra attori, pubblico e impianto in un unico organismo scenico.

Il termovalorizzatore, luogo in cui si trasformano i rifiuti in energia e calore, ha ospitato una diversa metamorfosi: quella della parola scritta che si fa voce, corpo e visione.