Per offrire più di uno spunto di riflessione sul ruolo che l’Ateneo ha svolto, svolge e potrà ancora svolgere nei processi di costruzione della città di Torino, tra XX e XXI secolo
Il Politecnico di Torino ha celebrato il 60°anniversario dell’inaugurazione della sede di Corso Duca degli Abruzzi 24, avvenuta il 5 novembre 1958 alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, attraverso una serie di eventi dove centrale è stata la ricostruzione delle vicende progettuali e costruttive di un’architettura spesso trascurata dalla storiografia, frutto di un lavoro di ricerca capillare svolto in archivi pubblici e privati, soprattutto dell’Ateneo. Le vicende che hanno portato alla costruzione dell’edificio originario, così come i futuri progetti di sviluppo, sono stati oggetto di un incontro intitolato “Il Politecnico di Torino e la costruzione della città nel Novecento: la sede di corso Duca degli Abruzzi nel sessantesimo anniversario della sua inaugurazione”, cui hanno partecipato il professor Carlo Olmo, storico e Professore Emerito del Dipartimento di Architettura e Design, il professor Rodolfo Zich, già Rettore del Politecnico di Torino e artefice del cosiddetto raddoppio del Politecnico sull’asse di corso Castefidardo e il professor Antonio De Rossi, coordinatore del gruppo Masterplan. Ha moderato il professor Sergio Pace, referente del Rettore per i Servizi Bibliotecari, Archivistici e Museali e ha chiuso i lavori il professor Juan Carlos De Martin, delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione. Sono intervenuti il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, la Sindaca Chiara Appendino e il vicesindaco della Città di Torino Guido Montanari. Una storia, quella della sede centrale di Ingegneria, che inizia il 16-18 maggio 1939, quando Benito Mussolini, in visita a Torino, approva il «modernissimo» progetto di massima per il nuovo Politecnico di Torino in un’area nei pressi delle Molinette. Comincia così una storia difficile, fatta di decisioni e ripensamenti, che passa attraverso i bombardamenti del 1942 dell’ex Museo Industriale, in Via dell’Ospedale, e arriva irrisolta al secondo dopoguerra. Nella seconda metà degli anni quaranta, quando lezioni e laboratori si concentrano al Castello del Valentino, l’idea di una nuova sede non è abbandonata: dopo qualche incertezza, l’area è definitivamente individuata in quella dell’ex Stadium comunale, tra i corsi Peschiera, Castelfidardo, Montevecchio e Duca degli Abruzzi. Qui sorgerà il complesso di edifici, inaugurato nel 1958, destinato a essere ampliato negli ultimi decenni del Novecento con la costruzione della Cittadella Politecnica e, ancora oggi, oggetto di ulteriori progetti di sviluppo da realizzarsi nei prossimi anni. Una parte rilevante della documentazione ha dato vita anche a una mostra, allestita negli spazi della sede stessa: attraverso una serie di disegni e fotografie è dipanato il filo conduttore che collega i primi progetti di trasformazione dell’area ai grandi piani di sviluppo previsti nei prossimi anni grazie al progetto Masterplan, destinato a coinvolgere l’intero sistema socio-economico della città, con una valenza strategica rispetto all’intero territorio urbano. Grazie a tale iniziativa, infatti, l’area compresa tra Corso Castelfidardo, Via Paolo Borsellino, Corso Ferrucci e Corso Peschiera sarà ancora una volta oggetto di una trasformazione i cui effetti andranno ben oltre la vita dell’Ateneo. Tra i progetti più innovativi, si stanno immaginando una Casa del Welfare, aperta alla comunità universitaria, un Learning Center, rivolto alla didattica innovativa e realizzato in collaborazione con la Fondazione Cottino, e una Digital Revolution House, dedicata alla rivoluzione digitale; un centro culturale e una grande biblioteca diverranno il fulcro dell’intervento, centri propulsori e aggregatori della città. Al tempo stesso, peraltro, anche lungo l’asse del Po è previsto l’ampliamento della Scuola di Architettura, attraverso il recupero di una parte importante del complesso di Torino Esposizioni.