Scandalo per i testi del cabarettista che ironizzano sulla violenza alle donne
Sarà stato un escamotage per fare clamore, oppure la volontà di offendere era una “provocazione sociale”, come va di moda oggi. Certo, i testi delle canzoni di Marco Carena erano piuttosto “hard”. Ma se dobbiamo essere abituati – come siamo, alla cretineria propalata quotidianamente dai social network – ad accettare la satira a tutti i costi, senza limiti e censure, gli insulti e le castronerie via Fb o Twitter, allora non si scandalizzi proprio chi dei social fa il vangelo personale. Ha fatto clamore l’esibizione del cantautore-comico Carena che avrebbe dovuto intrattenere il pubblico prima dello spettacolo pirotecnico di San Giovanni. I due brani «Io ti amo» e «Che bella estate», eseguiti davanti al pubblico torinese, contengono parole tipo: «Ti amo perché quando ti picchio il tuo sangue mi fa ancora impressione, ma quando ti prendo a schiaffi è sempre una grande emozione» e «Una ragazza al sole si è addormentata, in 170 l’hanno violentata». Critiche su Carena a base di tweet e post su facebook e anche verso l’assessore allo Sport, Stefano Gallo, colpevole di non essere intervenuto per bloccare il cantautore. Il Comitato SeNonOraQuando si è indignato (fa il suo mestiere) e ha lanciato una campagna sul web per sottolineare che in un Paese come il nostro, dove le violenze sulle donne sono all’ordine del giorno, l’esibizione è stata davvero fuori luogo.